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#Gli spiriti dell'isola
lamiaprigione · 1 year
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The Banshees of Inisherin (2022)
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chez-mimich · 1 year
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GLI SPIRITI DELL'ISOLA
Rompere un'amicizia è sempre una cosa spiacevole, a volte anche molto spiacevole, ma qualche volta può addirittura sfociare in un vero e proprio dramma, specie se si vive su una sperduta isola di un arcipelago irlandese. Ci troviamo nel 1923 (non è fatto da poco che nemmeno esistessero né i social, né il web ad alleviare la pesantezza del vivere) e, come si è già detto, sulla remota isola irlandese (immaginaria) di Inisherin, accade che Colm (intepretato da Brendan Glee) decida all'improvviso di interrompere la frequentazione di Pàdriac (Colin Farrell) il suo più caro amico, senza nessun plausibile motivo, almeno all'apparenza, mentre Pàdriac non sopporta il rapporto danneggiato e il mutismo dell'ormai ex amico. La vita sull'isola continua prevedibilmente a scorrere monotona, tra il pub sulla scogliera, la chiesa e il porto dalle acque grige e tempestose di quelle latitudini. Ma Pàdriac non si rassegna e, come il più molesto degli stalker, non molla la presa di Colm che, uomo burbero e scontroso, decide di tagliarsi un dito di una mano ogni qual volta Pàdriac gli rivolgerà la parola. Detto fatto, il (povero) Colm si ritrova senza tutte le dita della mano destra. Colm è un violinista-compositore e il suo gesto appare ancora più masochistico, ma darà anche luogo successivamente alla rappresaglia contro Pàdriac, con l'uccisione della asinella di quest'ultimo. Pàdriac, a sua volta, brucerà la casa di Colm che tuttavia casualmente resterà incolume. Naturalmente il focus di tutto il film è centrato sulle motivazioni che spingono Colm, parrebbe insensatamente, a rompere l'amicizia con Pàdriac. Perché Colm si chiude in una sorta di autismo nei confronti dell'amico? In realtà è lo stesso Colm a spiegarlo anche piuttosto esplicitamente: l'amicizia di Pàdriac, ormai, non è più in grado di offrirgli nulla e quindi preferisce di gran lunga la composizione musicale e il violino alla compagnia di Pàdriac, uomo gentile, ma di quella gentilezza un po' asfittica ed appiccicosa di cui si può benissimo fare a meno, anche se con una certa dose di cinismo. Quanto c'è in noi di Pàdriac e quanto c'è di Colm? Al di là delle piccole storie dell’isola irlandese e delle sue inquietanti presenze, è proprio questa domanda che rende interessante la pellicola di un regista disincantato e crudo come Martin McDonagh (suo era il magnifico "Tre manifesti a Ebbing Missouri"). Ognuno potrà rispondere secondo una propria tavola di valori : Pàdriac reclama di essere un uomo gentile, Colm risponde che la gentilezza non trapasserà nei ricordi dei posteri, mentre certamente arriverà la musica, nella fattispecie quella da lui composta. E allora la domanda investe noi tutti: vale la pena dedicare il proprio tempo coltivando una affettuosa, ma asfittica, amicizia o meglio spenderlo coltivando i propri interessi anche a scapito dei rapporti interpersonali?
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5 STORIE DI FANTASMI DELLA SARDEGNA
Oltre le cime delle montagne e le scogliere della costa, la Sardegna nasconde segreti antichi e oscuri, avvolti dal mistero e dal terrore. 
La terra sarda è infestata da creature spettrali, creature che affondano le loro radici nella storia stessa dell'isola. Queste presenze sinistre possono manifestarsi in qualsiasi momento, dall'oscurità della notte all'ora del tramonto, per terrorizzare coloro che incappano nei loro percorsi.
In questo articolo, esploreremo cinque storie di fantasmi della Sardegna che sono state tramandate di generazione in generazione e che sono giunte sino a noi.
Cunfraria
Nella storica Sassari, città del nord Sardegna, si racconta la leggenda di una processione di fantasmi che appare la notte del 31 ottobre. Secondo la tradizione locale, questi fantasmi possono essere visti vicino all'incrocio tra via San Sisto e via Santa Apollinare. Le loro forme spettrali si muovono silenziosamente per le strade come per qualche commissione invisibile.
Alcuni dicono che questa processione di anime che viene chiamata “Cunfraria” cioè confraternita, sia composta da spiriti di defunti che ritornano nel regno dei vivi in questa notte santissima. Altri sostengono che siano la manifestazione di antiche maledizioni, evocate dalla magia oscura e da intenti malevoli. Qualunque sia la loro origine, si dice che la vista di queste apparizioni spettrali riempia i cuori di coloro che le vedono di paura e terrore.
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Don Blas
Nell'oscuro e antico castello di Burgos, c'è una leggenda di un terrificante fantasma che custodisce un favoloso tesoro. Il suo nome è “Don Blas d'Aragona”, un grande e potente cavaliere iberico del XVI secolo che ha incontrato la sua prematura scomparsa in una sanguinosa battaglia molto tempo fa, quando la Sardegna viveva il periodo della dominazione spagnola. Secondo i racconti, “Don Blas” fu condannato a trascorrere l'eternità a custodire il tesoro che gli era stato affidato in vita. Così il suo spirito infesta il castello, legato per sempre alle sue mura. La sua presenza è un costante promemoria del potere e della ricchezza che giacevano nascosti all'interno.
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Panas
In Sardegna esiste una leggenda colma di tristezza e terrore che per secoli ha perseguitato i cuori e le menti degli uomini. È una storia di dolore e disperazione, di perdita e rimpianto, una storia che è stata tramandata attraverso i secoli.
Si racconta che i fantasmi delle donne morte di parto siano condannati a tornare nel mondo dei vivi per sette lunghi anni, infestando la terra durante le ore buie della notte.
Gli anziani sussurrano che questi fantasmi, noti come “Panas”, appaiano vicino ai corsi d’acqua e si possano vedere intente a lavare i panni insanguinati del loro figlioletto. Non possono comunicare o interrompere il lavoro per nessuna ragione. Se qualcuno le disturbasse, dovrebbero ricominciare il loro rituale di penitenza daccapo e si vendicherebbero spruzzando acqua verso chi osa disturbarle.
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Femminedda
Nelle remote regioni di Sant'Antioco, presso le colline che circondano Maladroxia, esiste un antico Nuraghe noto come sa “Femminedda”.Il suo nome è legata ad una strana leggenda che narra di uno spirito inquieto che ancora oggi aleggia intorno alle rovine del monumento.
Si dice che lo spirito appartenga a una giovane donna giustiziata in circostanze violente e misteriose secoli fa, la cui anima è stata  condannata a vagare senza pace. 
La fanciulla, accusata di un crimine infamante, fu sottoposta a una punizione esemplare e brutale, che mirava a fare di lei un monito per il popolo. Fu decapitata e il suo corpo fu sepolto in una chiesa sconsacrata fuori dal centro abitato, mentre la sua testa sarebbe nascosta nel cuore del borgo.
A causa di questo trattamento crudele e sconsiderato, l'anima della giovane, ribattezzata “sa Femminedda”, è stata condannata a vagare senza pace lungo i sentieri di campagna e le vie del paese.
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Marchesa Malaspina
A  Bosa, paese di mare senza tempo, la figura spettrale della marchesa Malaspina continua a vagare senza pace. Letizia, questo il suo nome, fu accusata di un grave crimine: l'adulterio con un amante sconosciuto. Il marito, geloso al punto da perdere la ragione, fece scavare una rete di tunnel segreti dal castello al paese, in modo che la marchesa potesse muoversi al riparo dagli occhi indiscreti.
Ma neppure l'inganno più elaborato riuscì a sfuggire alla furia distruttiva del marito. In preda ad un raptus di gelosia, egli fece mozzare le dita della marchesa, conservandole gelosamente in un fazzoletto che mostrò ad alcuni amici. Lui fu condannato a morte e lei sparì senza lasciare tracce.
Tuttavia, non tutti credono che il fantasma di Letizia sia scomparso del tutto. In molte notti, si possono ancora udire i suoi lamenti disperati provenire dalle rovine del castello dei Malaspina. Si dice che l'anima della marchesa sia rimasta intrappolata in quel luogo, tormentata dai suoi rimpianti e dalla sua disperazione.
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acquaconlimone · 1 year
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E poi boh, nemmeno un Oscar (su nove candidature) a "Gli Spiriti dell'isola" mi pare ingiusto.
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s-memorando · 1 year
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Gli spiriti dell'isola, film
Sono andata a vedere “Gli spiriti dell’isola” un film estremamente duro e molto coinvolgente. Le recensioni lo definiscono “tragicommedia” io ci ho visto più la tragedia che la commedia, una tragedia innescata da una decisione inspiegabile per uno dei protagonisti. Credo, a quanto ho potuto capire, di aver visto un film che celebra la solitudine, solitudine di uomini che vivono su un’isola…
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giornoxgiorno · 1 year
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Domenica 29 gennaio
Film del Giorno: Gli Spiriti dell'Isola, Martin McDonagh
Curiosità: La canzone Charlie fa Surf dei Baustelle (2008) prende ispirazione dall'opera Charlie don't Surf di Maurizio Cattelan (proprio lui, quello della banana appesa con lo scotch e del dito medio gigante) nella quale è rappresentato un bambino con le mani inchiodate al banco di scuola con le matite (1997)
Tra l'altro l'opera prende ispirazione da una frase del film Apocalypse Now, e ha ispirato anche un brano dei Clash, per l'appunto, Charlie don't Surf
Citazione del giorno: Dobbiamo beccare Francesco Bianconi / lanciargli da dietro un motorino sulle gambe / Quando passeggia davanti alla Mondadori / Charlie ti spacca il culo (L’Officina della Camomilla, La Febbre della Puttana, 2015)
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Gennaio - Marzo 2023
Film: The menu (Mark Mylod) Ritorno al presente (Antonio Fornari) Dante (Pupi Avati) Maigret (Patrice Leconte) Il piacere è tutto mio (Sophie Hyde) Everything Everywhere All at once (Daniel Kwan e Daniel Scheinert - The Daniels) Gli spiriti dell'isola (Martin McDonagh) The Whale (Darren Aronofsky) Bussano alla porta (M. Night Shyamalan) John Wick 4 (Chad Stahelski)
Libri: Trilobiti (Breece D'J Pancake) Il libro dei mostri (J. Rodolfo Wilcock) Splendi come vita (Maria Grazia Calandrone) Dove non mi hai portata (Maria Grazia Calandrone) Fame d’aria (Daniele Mencarelli) Dissipatio H.G. (Guido Morselli)
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lamilanomagazine · 1 year
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Il Gladiatore2 potrebbe arrivare nelle sale nel 2024
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Il Gladiatore2 potrebbe arrivare nelle sale nel 2024. Il sequel de “Il gladiatore” avrà come protagonista Paul Mescal e Barry Keoghan nel ruolo del cattivo; senza dimenticare la presenza anche di Denzel Washington. Il gladiatore 2 ha un'uscita internazionale prevista per il 22 novembre 2024, con un cast strepitoso che sta già prendendo forma. Sia Mescal che Keoghan sono stati in nomination agli Oscar 2023, il primo come miglior attore protagonista per Aftersun e il secondo come attore non protagonista nel film Gli spiriti dell'isola. Washington, invece, sarebbe in trattativa per apparire nel nuovo capitolo de Il Gladiatore dopo aver lavorato con Scott l'ultima volta nel 2007, nel film biografico su Frank Lucas American Gangster. Il Gladiatore originale aveva come protagonista Russell Crowe nel ruolo di Massimo Decimo Meridio, che scalava i ranghi dell'arena dei gladiatori romani per vendicare l'assassinio della sua famiglia per mano dell'imperatore Commodo, interpretato da Joaquin Phoenix. Vincitore di cinque premi Oscar, tra cui miglior film e miglior attore, e incassando più di 460 milioni di dollari, il film è presto diventato un cult degli anni 2000. Il sequel: Il nuovo film è in lavorazione almeno dal 2018; Scott avrebbe diretto una nuova storia incentrata su Lucius, figlio di Lucilla (Connie Nielsen) e nipote del Commodo di Joaquin Phoenix. La sceneggiatura, che inizialmente doveva essere scritta da Peter Craig (The Batman, The Town), sarà ora affidata a David Scarpa. Nel sequel torneranno diverse figure importanti, come il direttore della fotografia John Mathieson, lo scenografo Arthur Max e la costumista Janty Yates, tutti nominati agli Oscar per il loro lavoro. Paul Mescal interpreterà Lucius, mentre Keoghan è in trattative per recitare nel ruolo del cattivo di turno, l'imperatore Geta. Scott, 85 anni, è in un periodo prolifico di fine carriera, avendo diretto quattro film dal 2017, con una prossima epopea storica su Napoleone Bonaparte in pista per il 2023.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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particellare · 1 year
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Gli spiriti dell'isola - Martin McDonagh
Scheda IMDB
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Oscar: Tar, Fabelmans, Spiriti dell'Isola i grandi snobbati
Gli Oscar 2023 per molti versi hanno fatto la storia: storiche le vittorie di due attori asiatici, Michelle Yeoh e Ke Huy Quan (il primo nato in Vietnam) assieme a quella della costumista Ruth Carter diventata la prima donna nera a vincere due Oscar (stavolta per Black Panther: Wakanda Forever) e della canzone Naatu Naatu, prima vittoria in quella categoria per un film indiano, e per di piu’ di…
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awardseasonblog · 1 year
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Si è appena conclusa la 95esima edizione degli Oscar con il trionfo annunciato di #EverythingEverywhereAllAtOnce che ha vinto in 7 categorie (supporter maschile #KeHuyQuan, script, montaggio, regia #TheDaniels, attrice #MichelleYeoh, film, supporter femminile #JamieLeeCurtis che ha vinto con il solo SAG tra i precursori). Rispetto alle previsioni i due sconfitti nelle categorie tecniche sono stati Elvis (battuto per il trucco e acconciatura da The Whale, per i costumi da Black Panther: Wakanda Forever) e Babylon ( battuto da All Quiet on the Western Front sia per la scenografia che per la colonna sonora). Quindi 4 statuette totali per All Quiet on the Western Front: fotografia, film internazionale, scenografia, colonna sonora. A mani vuote l'altro protagonista della Stagione dei Premi Gli Spiriti dell'isola, oltre che TAR, The Fabelmans, Elvis. In sintesi: 7 EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE: supporter femminile, supporter maschile, script, montaggio, regia, attrice, film 4 ALL QUIET ON THE WESTERN FRONT: fotografia, film internazionale, scenografia, colonna sonora 2 THE WHALE: trucco, attore 1 BLACK PANTHER: WAKANDA FOREVER: costumi 1 AVATAR: THE WAY OF WATER: effetti speciali 1 WOMEN TALKING: adattamento 1 TOP GUN: MAVERICK: sonoro 1 RRR: canzone #Oscar2023 #Oscars2023 https://www.instagram.com/p/CptwbpkoJAc/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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lamiaprigione · 1 year
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The Banshees of Inisherin (2022)
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paoloferrario · 1 year
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GLI SPIRITI DELL'ISOLA di MARTIN MCDONAGH, con Colin Farrell, Brendan Gleeson, Kerry Condon, Barry Keoghan, 2022
trama: https://it.wikipedia.org/wiki/Gli_spiriti_dell%27isola#Trama RECENSIONI E INTERPRETAZIONI: GLI SPIRITI DELL’ISOLA (2022) di MARTIN MCDONAGH https://www.internazionale.it/opinione/eileen-jones/2023/02/04/gli-spiriti-dell-isola-recensione https://www.anonimacinefili.it/2023/02/07/gli-spiriti-dellisola-spiegazione-significato-finale-recensione/ la lettura del film da parte di C. B.: L’…
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Janas, le fate della Sardegna
Le fate Janas sono creature leggendarie presenti nella tradizione sarda.
Il premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda ha menzionato le fate Janas nei suoi romanzi, descrivendole come creature magiche associate alla natura e alla musica.
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...”e le janas , piccole fate che durante la giornata stanno nelle loro case di roccia a tesser stoffe d'oro in telai d'oro, ballavano all'ombra delle grandi macchie di filirèa” …
...”sí, la giornata dell'uomo lavoratore era finita, ma cominciava la vita fantastica dei folletti, delle fate, degli spiriti erranti.”...
Si diceva che avessero il potere di guarire le ferite con il loro tocco e che potessero far crescere fiori e piante con la loro magia. Tuttavia, erano anche temute perché si diceva che potessero trasformarsi in animali e causare malattie e sventure a chi le avesse offese.
Secondo le storie tramandate dal popolo sardo, le Janas non sono creature di questo mondo, ma piuttosto misteriose entità provenienti da un'altra dimensione. Le leggende che si raccontano su di loro parlano di esseri che possono assumere una vasta gamma di aspetti, da bellissime donne fatate a mostruosità informi.
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In alcune zone dell'isola, come a Tempio Pausania, le Janas sono temute come malvagi demoni che ingannano gli umani e li portano alla rovina. Si dice che queste creature siano dotate di poteri sovrannaturali e possano prendere qualsiasi forma, compresa quella di un innocuo umano.
A Tonara e in altre zone della Sardegna, invece, le Janas sono considerate creature molto simili ai vampiri, attirando gli uomini e succhiando loro il sangue.
Gli abitanti della Sardegna hanno imparato a conoscere le usanze delle Janas e a temere le loro azioni. Si dice che queste creature vivano in luoghi segreti, come le antiche sepolture chiamate "Domus de Janas" (Trad.: "Case delle Fate"), e che escano solo di notte per evitare di essere scoperte. Ma quando la scendonno le tenebre, le Janas possono essere viste danzare in cerchio nei boschi, tessendo incantesimi e agendo secondo la loro incomprensibile volontà.
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Le Janas sono creature misteriose e potenti, che suscitano terrore e meraviglia allo stesso tempo, ma di certo le loro intenzioni sono sempre oscure e inquietanti.
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mariaceciliacamozzi · 2 years
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Kodama: Spiegazione dei misteriosi spiriti degli alberi del folclore giapponese
di Alex Postrado
Le antiche creature simili a Driadi della mitologia giapponese
"Se un albero cade in una foresta e non c'è nessuno in giro a sentirlo, fa rumore? "
Questa secolare questione filosofica è stata l'argomento del discorso e il colpevole della confusione per tutto il tempo che chiunque può ricordare. Alcuni dicono che non può esserci suono se non c'è nessuno a percepirlo, mentre altri sostengono che una cosa non diventa fittizia solo perché è passata inosservata. E poiché non esiste un modo infallibile per riunire tutti nella stessa squadra quando si tratta di dibattiti come questo, forse sarebbe più interessante parlare invece del proverbiale suono.
Come si chiama il rumore che fa quando un albero crolla?
Nel folklore giapponese, entrambi sono direttamente associati a Kodama.
Gli spiriti che risiedono sugli alberi, presenti nella tradizione giapponese fin dall'antichità, e che assumono vari nomi a seconda della forma. Da divinità trasformate in divinità della natura, agli echi reali degli alberi che si infrangono: ecco il mito clamoroso di Kodama.
Cosa sono i Kodama?
Nelle profondità delle foreste incontaminate del Giappone, si ritiene che grandi alberi di specie diverse siano collegati ai Kodama, che sono spiriti che si dice risiedano al loro interno.
Racconti che risalgono al 931–938 d.C. raccontano dell'esistenza di questi spiriti, motivo per cui i Kodama sono stati così profondamente radicati nelle menti dei giapponesi, in particolare delle generazioni più anziane. E col passare del tempo, il termine Kodama è stato usato come termine generico che in genere si riferisce a tre cose diverse ma correlate:
I primi sono gli spiriti che si dice vivano in certi alberi in una foresta.
Venerato dalla gente del posto e talvolta indicato anche come divinità della montagna, l'esistenza di Kodama, in questo senso, si dice sia intrecciata con gli alberi in cui abitano.
È interessante notare che gli alberi che fungono da dimora di Kodama sono anche chiamati Kodama.
E per quanto riguarda il suono prodotto ogni volta che un albero abitato da Kodama cade o viene sradicato, anche questo è talvolta chiamato Kodama.
Soprattutto, quando il rumore che si sente echeggiare attraverso la foresta e le montagne arriva un po' indietro rispetto ai tempi. E mentre Kodama può essere ascoltato, si dice che siano visti molto raramente.
Dei pochi resoconti contrastanti che descrivono il loro aspetto, almeno uno afferma che Kodama assume la forma di una o di una delle luci atmosferiche, degli umani e talvolta persino delle bestie!
Nelle antiche leggende si crede che siano invisibili o abbiano una “forma ad albero” identica a quella degli alberi normali. Altri resoconti raccontano anche delle avventure romantiche di Kodama Ichi dove sono raffigurati come spiriti che assumono sembianze umane per stare con i loro amanti mortali.
In opere illustrate - come quella de La parata notturna illustrata dei cento demoni di Toriyama Sekien - Kodama è stato raffigurato come un vecchio o una donna in piedi vicino a un albero.
Il film Mononoke Hime o Princess Mononoke ritrae Kodama come "spiriti bicolori con la testa a bolla".
Queste interpretazioni ampiamente diverse sull'aspetto di Kodama significano solo che questa fine della tradizione di Kodama rimane aperta per chiunque possa esplorare.
Un aspetto della storia che fu messo in discussione anche durante il periodo Edo in Giappone, quando Kodama - allora venerato come divinità - fu spogliato dei suoi ranghi e presentato solo come parte dell'onnipresente yōkai.
Altri yōkai conosciuti includono i kijimunaichi che sono "piccoli spiriti del legno" originari dell'isola di Okinawa.
kijimuna è un tipo di kiinushii che sono spiriti degli alberi che assomigliano a Kodama in più di qualche modo.
Quando gli alberi vengono abbattuti, è incoraggiato a pregare in anticipo kiinushii.
Inoltre, si dice che se di notte si sente il suono di un albero caduto quando in realtà non ci sono alberi caduti, sia il kiinushii che esprime la sua angoscia per l'imminente appassimento di un particolare albero nelle vicinanze.
Il legame tra Kodama e alberi
Nonostante i vari resoconti scritti e raccontati su Kodama, una cosa è chiara su di loro.
Si dice che i Kodama non solo siano collegati agli alberi in cui abitano, ma il legame tra loro è profondo quanto la loro forza vitale.
Secondo la tradizione, l'albero e lo spirito condividono la stessa vita, il che significa che se l'albero deve essere tagliato, ciò comporterebbe direttamente la scomparsa degli spiriti che dimorano sull'albero.
Alcuni racconti affermano anche che un tentativo di abbattere un albero abitato da Kodama può portare alla maledizione del responsabile .
Considerati anche spiriti dotati di poteri soprannaturali, chiunque si prefigge di fare del male a Kodama dovrebbe già aspettarsi di diventare bersagli di punizione.
Amici o Demoni?
Sebbene appaiano come spiriti benevoli, per la maggior parte, Kodama può ancora usare le loro abilità soprannaturali per infliggere danni a coloro che non li onorano. Tuttavia, se adeguatamente trattato e rispettato, Kodama può essere protettore affidabile delle case e persino dei villaggi.
A volte sono anche indicati come guardiani delle foreste - benedicendo le terre con vita e vitalità. E a causa del terreno montuoso naturale del Giappone, i locali tradizionali tendono a prendersi cura degli alberi per rendere omaggio a Kodama.
Lo fanno legando una corda sacra chiamata shimenawa attorno al corpo di alcuni alberi, quelli che sono abbastanza grandi da poter essere presumibilmente abitati dagli spiriti degli alberi.
Si dice che questo sia praticato anche per evitare che gli alberi vengano abbattuti, il che è considerato un peccato. In rare occasioni, tuttavia, quando gli alberi sacri vengono ancora abbattuti, si dice che sanguinino, un segno inequivocabile che i Kodama vivono al loro interno. E sappiamo esattamente cosa significa!
Esplorando l'origine di Kodama
La gente dice che la storia di Kodama è molto antica. Esisteva prima ancora che il Giappone avesse una lingua scritta: la tradizione veniva trasmessa attraverso il passaparola. E quando il Giappone iniziò ad adottare Kanji, al Kodama furono dati tre nomi diversi.
Il primo è Furuta Manichi suddiviso in ko o “ vecchio ”; da o “ molti ”; e ma o “ 10.000 ”. Questo Kanji, tuttavia, era ambiguo e non esprimeva veramente l'identità di Kodama. Così, negli anni successivi, Kodama emerse 一 traducendosi in ko o " albero ", e dama o " anima ".
Al giorno d'oggi, però, un termine più accurato per Kodama, che è Kodama – che significa ko o “ albero ”, e dama o “ spirito ” è stato adottato insieme a 谺 – che si traduce in “ eco ”.
Per quanto riguarda il primo resoconto scritto degli spiriti degli alberi, beh, abbiamo il libro più antico del Giappone, il Kojiki - in inglese, Record of Things Past - per ringraziarlo! E lì dentro, la storia del dio degli alberi Wakunochi-no-kami era dettagliato. Inoltre, l'uso più antico registrato del termine Kodama, di per sé, può essere fatto risalire al periodo Heian - nel libro Wamuryorui Jyusho o Japanese Names for Things, che è un dizionario che mostra i kanji corretti per le parole giapponesi.
I Kodama sono senza dubbio una creatura incentrata sul rispetto della natura. Con tracce della fede giapponese nello shintoismo , nonché influenze dell'animismo, la tradizione di Kodama persiste nel raccontare i diversi modi in cui la vita esiste in questo mondo. Di più, i modi in cui anche una singola vita può influenzare quella degli altri.
Sopravvissute a rivisitazioni verbali, all'adozione di un'intera lingua e persino all'istituzione di una religione antica quanto il Giappone stesso, la venerazione di Kodama da parte della gente del posto è certamente destinata a durare nel corso degli anni.
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Festival del Cinema di Venezia 2022, al via l'edizione numero 79
90 anni di Festival, 90 anni in questo 2022 per il Festival del Cinema a Venezia. 90 anni dove il mondo cinematografico si riunisce per uno degli appuntamenti più importanti dell'anno. Un po' di storia Sono 79 le edizioni per il Festival del Cinema di Venezia che festeggia anche i "90 anni di attività". Era, infatti, il 6 Agosto 1932 quando per la prima volta si aprì la Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Di chi fu però l'idea di creare questa mostra? Il festival nacque da un'idea dell'allora presidente della Biennale di Venezia, il conte Giuseppe Volpi, dello scultore Antonio Maraini, segretario generale, e di Luciano De Feo, il già fondatore de L'Unione Cinematografica Educativa, ed a quel tempo direttore dell'Istituto internazionale per la cinematografia educativa, emanazione della Società delle Nazioni con sede a Roma. I tre furono concordi sull'idea di svolgere la rassegna nella città lagunare. Il successo della prima edizione fu anche grazie ai tanti personaggi di spicco che apparivano attraverso le pellicole proiettate. Si parla dei maggiori divi internazionali dell'epoca: Greta Garbo, Clark Gable, Fredric March, Wallace Beery, Norma Shearer, James Cagney, Ronald Colman, Loretta Young, John Barrymore, Joan Crawford, senza dimenticare l'idolo italiano Vittorio De Sica e Boris Karloff che tutti quanti noi ricordiamo soprattuto per il suo ruolo del mostro nel primo Frankenstein. Il primo film proiettato fu "Il dottor Jekyll (Dr. Jekyll and Mr. Hyde)" di Rouben Mamoulian Festival del Cinema di Venezia 2022, edizione numero 79 Torniamo al presente, però, per parlare di questa 79esima edizione e di cosa offrirà. Prima di tutto, dopo due anni di limitazioni, torna il "red carpet" in tutto il suo splendore. Addio, infatti, a tutti quei veti che non avevano fatto godere al pubblico della mostra la bellezza del tappetto rosso e dei grandi protagonisti del mondo del cinema. Si torna a fare foto e chiedere autografi ma soprattutto il grande spettacolo di un tappetto rosso splendente. A proposito di protagonisti, ecco a voi una rapida lista dei ben 23 film in concorso in questa 79esima edizione del Festival: - All the Beauty and the Bloodshed, regia di Laura Poitras (Stati Uniti d'America) - Argentina, 1985, regia di Santiago Mitre (Argentina) - Athena, regia di Romain Gavras (Francia) - Bardo, falsa crónica de unas cuantas verdades, regia di Alejandro González Iñárritu (Messico) - Bones and All, regia di Luca Guadagnino (Italia, Stati Uniti d'America) - Blonde, regia di Andrew Dominik (Stati Uniti d'America) - Un couple, regia di Frederick Wiseman (Francia) - Chiara, regia di Susanna Nicchiarelli (Italia) - The Eternal Daughter, regia di Joanna Hogg (Regno Unito) - I figli degli altri (Les Enfants des autres), regia di Rebecca Zlotowski (Francia) - L'immensità, regia di Emanuele Crialese (Italia) - Love Life, regia di Kōji Fukada (Giappone, Francia) - Les Miens, regia di Roschdy Zem (Francia) - Monica, regia di Andrea Pallaoro (Italia, Stati Uniti d'America) - Gli orsi non esistono (Khers nist), regia di Jafar Panahi (Iran) - Rumore bianco (White Noise), regia di Noah Baumbach (Stati Uniti d'America) - film d'apertura - Šab, dākheli, divār, regia di Vahid Jalilvand (Iran) - Saint-Omer, regia di Alice Diop (Francia) - Il signore delle formiche, regia di Gianni Amelio (Italia) - The Son, regia di Florian Zeller (Regno Unito, Francia) - Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin), regia di Martin McDonagh (Regno Unito, Stati Uniti d'America, Irlanda) - Tár, regia di Todd Field (Stati Uniti d'America) - The Whale, regia di Darren Aronofsky (Stati Uniti d'America) La madrina e la giuria della 79esima Mostra del Cinema di Venezia Venezia è pronta, il film sono pronti: cosa manca? La madrina e la giuria. Partiamo con Rocío Muñoz Morales, l'attrice spagnola sarà la madrina di questa edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Dopo aver calcato il palco di Sanremo, per l'attrice altro traguardo di grande importanza che saprà sicuramente gestire al meglio e senza problemi. La base di ogni festival è la giuria, quella di Venezia è sempre stellare e questo 2022 non fa assolutamente eccezione. A "capo" della giuria ci sarà Julianne Moore, star americana già Coppa Volpi nel 2003 per Lontano dal paradiso. Con lei avremo poi Audrey Diwan, vinci trice lo scorso anno del Leone d’Oro per il suo L’evenement – La scelta di Anne. Spazio per Kazuo Ishiguro, premio Nobel per la Letteratura nel 2017. E ancora, ci saranno Mariano Cohn, Leila Hatami, Rodrigo Sorogoyen e Leonardo Di Costanzo. Read the full article
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