Tumgik
#Il Grande Giorno
universalmovies · 1 year
Text
Box Office Italia, il weekend di Natale nelle mani di Avatar 2
Avatar 2 ha vinto il Box Office Italia nel weekend di Natale #Avatar2 #AvatarLaViaDellAcqua #BoxOfficeItalia
Così come accaduto negli Usa, Avatar 2 ha stravinto il Box Office Italia nel weekend di Natale, ma buone sono state anche le prove degli altri film in programmazione. Nonostante i bassi incassi della giornata della Vigilia di Natale, Avatar: La via dell’acqua ha messo in saccoccia la bellezza di 4.3 milioni di euro da giovedì a domenica, con la promessa di spingersi ben oltre nel lungo weekend…
Tumblr media
View On WordPress
10 notes · View notes
deathshallbenomore · 5 months
Text
in texas mi attende una cena alle 17:15 💀💀💀💀💀
5 notes · View notes
elipsi · 2 years
Text
la situazione con la compagna di stanza sta degenerando :/
12 notes · View notes
inzaghismo · 1 year
Text
.
3 notes · View notes
omarfor-orchestra · 11 months
Text
Io sulla mia prossima ed eventuale torta di laurea mi farò scrivere "speravo de morì prima"
1 note · View note
gaysessuale · 1 year
Text
così pieno d'ansia che i mie 110 bpm e la mia visione offuscata mi fanno fare i 360⁰ e sembro una persona calma e normale appoggiata allo stipite di una porta (in modo sexy e provocante)
1 note · View note
sauolasa · 1 year
Text
Carlo III: è il grande giorno dell'incoronazione, la cronaca dell'evento mediatico
Il grande giorno è arrivato: Londra è in fibrillazione per l'incoronazione di Carlo III, figlio e successore di Elisabetta II
0 notes
Note
BUON COMPLEANNO ✨🎂❤️🎉💫
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
GRAZIE MILLEEE 🖤
Ante e Rade che si danno la manina, quanto belli 🥺❤️
Il Sergente bellissimo 😍 Bisognerebbe fare più Sergente propaganda…
E il Griliberto? Che dire se non: beccata… E vabbè pace, purtroppo…
1 note · View note
umi-no-onnanoko · 1 month
Text
100 domande curiose
1. Libro preferito?
2. Autore preferito?
3. Poesia preferita?
4. Ti piace scrivere?
5. Ti piace leggere?
6. Disegni?
7. Ti piace l'arte?
8. Sei mai stato/a ad un museo?
9. Artista preferito?
10. Film preferito?
11. Attore/attrice preferito/a?
12. Regista preferito?
13. Colonna sonora preferita?
14. Saga preferita?
15. Personaggio preferito di Harry Potter?
16. Personaggio preferito di un libro?
17. Personaggio preferito di un film?
18. Serie tv preferita?
19. Canzone preferita?
20. Cantante preferito/a?
21. Band preferita?
22. Hai mai scritto una canzone?
23. Hai mai scritto una lettera a mano?
24. Hai mai ricevuto una lettera scritta a mano?
25. La pazzia più grande che hai fatto?
26. Ti piacciono le sorprese?
27. La sorpresa migliore che hai ricevuto?
28. La sorpresa più bella che hai fatto?
29. Quale pianeta visiteresti?
30. Preferiresti essere una sirena o una fata?
31. Quale decade preferisci?
32. Sei una persona creativa?
33. Quale lavoro vorresti esistesse?
34. Quali animali vorresti si unisserero per dare vita ad una nuova specie?
35. Pic nic al mare o in montagna?
36. Ti piace il teatro?
37. Hai mai visto un balletto?
38. Sei mai stato/a ad un concerto?
39. Hai mai cantato in pubblico?
40. Hai mai ballato in pubblico?
41. Adotteresti un bambino?
42. Adotteresti un animale?
43. Moto o auto?
44. Preferisci nuotare o volare?
45. Quale personaggio Disney pensi di essere?
46. Quale villain Disney ti rappresenta?
47. Quale cultura ti affascina?
48. Se potessi condividere un senso (tatto, vista,olfatto, gusto,udito) con la tua anima gemella quale condivideresti?
49. Vampiro o licantropo?
50. Credi nella fiamma gemella?
51. Temporale o arcobaleno?
52. Musica classica o rock?
53. Ti piace recitare?
54. Hai mai suonato in pubblico?
55. Hai mai recitato in pubblico?
56. Sai leggere i silenzi?
57. Sai rispettare i silenzi?
58. Soffri il solletico?
59. Riesci a fare ridere gli altri?
60. Sai ascoltare?
61. Ti fidi?
62. Ti piace fare foto?
63. Sei fotogenico/a?
64. Musica in streaming, Spotify, CD o vinile?
65. Anime preferito?
66. Manga preferito?
67. Meglio i manga/anime di ieri o quelli di oggi?
68. Cartone animato preferito?
69. Il tuo cavallo di battaglia in cucina?
70. Il piatto che proprio non ti riesce?
71. Quale colore non sopporti?
72. Cosa non può mancare in casa tua?
73. Quale tua caratteristica vorresti avessero anche gli altri?
74. Cosa "rubesti" da un altra persona?
75. Come organizzeresti il primo appuntamento?
76. Come vorresti fosse il tuo prima appuntamento?
77. Faresti il primo passo?
78. Amicizia uno a uno o gruppo di amici?
79. Le parole che vorresti sentirti dire?
80. Cosa vorresti dire agli altri?
81. Credi nel destino?
82. Credi nella fortuna?
83. Pratichi la gratitudine?
84. Ti senti cambiato rispetto a 10 anni fa?
85. Cosa cambieresti di questi ultimi 10 anni?
86. Come ti vedi tra 10 anni?
87. La famiglia è solo quella di sangue?
88. Gli amici sono una seconda famiglia?
89. Si deve sempre perdonare chi si ama?
90. Cosa non ti perdoni?
91. Vorresti tornare bambino/a o diventare adulto/a?
92. Vorresti essere del sesso contrario al tuo?
93. Balletto preferito?
94. Ballerino/a preferito?
95. Conosci il messaggio dei fiori?
96. Giorno o notte ?
97. Alba o tramonto?
98. Freddo o caldo?
99. Sole o pioggia?
100. Scegli tu questa domanda
173 notes · View notes
universalmovies · 2 years
Text
Aldo, Giovanni e Giacomo tornano al cinema con Il Grande Giorno, ecco il trailer
Il trailer di Il Grande Giorno, il nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo #IlGrandeGiorno
Il celebre trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo è pronto al ritorno in sala con Il Grande Giorno, film targato Medusa Film, prossimo alla release natalizia. Diretto da Massimo Venier, il trio comico si appresta ad essere tra i sicuri protagonisti delle feste natalizie italiane con una commedia che strizza l’occhio al passato, la release è stata fissata per Natale 2022. Qui di seguito vi…
Tumblr media
View On WordPress
2 notes · View notes
Text
"Il torto più grande che puoi fare a te stessa è quello di mettere in stand-by i tuoi sogni perché non credi abbastanza nelle tue potenzialità."
Penso che dovrei rileggerlo ogni giorno.
248 notes · View notes
mccek · 4 months
Text
Lettera aperta a tutti quelli che che mi hanno conosciuto. 
Passano gli anni ma mi rendo conto che chi sta meglio di me in realtà sta peggio. 
Persone che ho sempre voluto vedere felici, che mai avevo visto nemmeno di persona, hanno cercato di usarmi pensando fossi ingenuo, ma la bontà non è sinonimo di ingenuità, di debolezza, io ho aperto le porte a chiunque, perché dentro non smetterò mai di abbandonare quel bambino che sono stato, che condivideva anche i sorrisi che non aveva per sé stesso, ma che non avrebbe passato la notte se avesse saputo che il suo “amichetto/a” il giorno dopo avesse avuto il broncio. 
Perché siete “cresciuti” dando spazio all’odio? 
Perché anziché promettere ad altri non promettete a voi stessi di ritrovarvi? 
Di guardarvi dentro una volta tanto, e affondare nel male che avete condiviso con me, anziché condividere quella parte di “esseri umani” che era ancora insita in voi? 
Se foste stati di parola, come a quegli anni, non mi avreste mai abbandonato, così dicevate. 
Vedere lasciare soffrire una persona non rientrerà mai nei mei pensieri, anche se fosse qualcuno che, come successo fino all’altro ieri, ha fatto di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote, no, perché so che anche il peggiore ha dentro qualcosa di positivo da condividere con chi gli sta accanto, solo che non lo sa, ma anche se fosse, non ci proverebbe minimamente a mostrarlo, l’egoismo è letale. 
Parto sempre dal presupposto che non ho lezioni da dare a nessuno, sono anni che passo muto ad osservarvi, non ho mai commentato una virgola, chi sarei per farlo? 
È proprio per questo, che ho preso in mano una penna e ho iniziato a sfogare tutto ciò che avevo dentro, quello che avrei voluto dirvi, ma sarebbero stati guai a raccontarvi quello che provavo, perché un consiglio oggi è visto come una condanna. 
Eppure vi ho sempre lasciato sfogare con me, vi ho sempre ascoltato, anche quando ne avevo le palle piene, avevo i problemi a casa con mia mamma e la sua maledetta malattia, io per anni non sono esistito per voi, ma non me ne vergogno, ho ammesso anche io i miei sbagli, ho chiesto scusa, anche quando non non mi andava di farlo, e soprattutto quando non c’era motivo per scusarmi, ma pensavo: “Magari domani sanno che potranno sfogarsi nuovamente con me, si sentiranno più liberi dal peso che questa società ci scaglia addosso”.
Quanto male mi son fatto!
Ma rifarei di nuovo tutto, vi verrei di nuovo incontro, vi vorrei vedere sorridere solo a sentirmi parlare, vi vorrei tutti più uniti, come da piccoli ricordate? 
Non c’era bimbo/a che stesse solo. 
Perché qualcuno andava a recuperarlo, anche a costo di restarci solo assieme. 
Ma abbiamo dimenticato, come si dimentica la storia, stessa identica cosa. 
Di voi ricordo ciò che dicevate tutti: “Mattia non cambiare non diventare come gli altri, hai qualcosa in più che non riuscirò mai a spiegarti”, questa frase me la ricordo ogni mattina quando mi sveglio, da quanti anni ormai? Troppi. 
Permettetemi una domanda? 
Perché voi siete cambiati? 
Per piacere a gente che poi vi ha fatto lo stesso gioco che avete fatto con me? 
Perché farsi del male da soli? 
Perché arrivare a non guardarsi più in faccia? 
E poi c’è ancora qualcuno che pensa di cambiare il mondo? 
Sì, uno ce n’era, il sottoscritto, ma non voleva cambiare il mondo, solamente la sua generazione, il mio sogno più grande, che continuerò anche se con molto sconforto, a portare avanti, “UNO CONTRO TUTTI”, chissà se ora qualcuno, capirà/collegherà tante mie frasi passate a cosa fossero collegate. 
Siete riusciti a darmi contro per una canzone su ciò che ho vissuto sulla mia pelle, e sono stato zitto, scendeva una lacrima, ma stavo zitto, so che qualcuno ancora l’ascolta e sappiate che vi leggo spesso nei commenti, e mi fa sorridere il fatto proprio da chi mi “odiava” ingiustificatamente alla fine è finito a farmi i complimenti, ma no, io non voglio queste cose, voglio solo capire perché un giorno disprezzate e l’altro apprezzate una persona come nulla fosse, ma non sapreste spiegarmelo, ne sarei sicuro. 
Io ho tanti di quei testi scritti negli ultimi anni, che spesso mi faccio paura da solo, non mi rendo conto di quanti ne scrivo, di quante cose il cuore comunica alla mano che spesso trema, come non volesse accettare quelle cose, ma deve, dobbiamo, accettare tutto in questa vita, ma io in primis non vorrei mai. 
Come non ho mai accettato le malattie di mia madre, la morte degli unici amici che avevo fin da quando ero adolescente, che sono gli angeli in terra che hanno evitato quel pensiero maledetto che avevo di togliermi la vita…ma qui mi fermo, perché ognuno di noi non accetta il passato, quindi si blocca, respira, e sa, che se continuasse a pensare a tutto ciò, prima o poi sarebbe lui stesso ad andarsene. 
Purtroppo la rabbia generata dalla mia generazione, da chi è passato per la mia anima, e dai quali ho voluto assorbire, pur di evitare di vedervi soffrire ancor di più, mi ha ucciso dentro.
Voi tutti qui, fuori da qui, avete visto Me per quel poco che mi è rimasto da far vedere esteriormente, con un maledetto sorriso che non farò mai mancare a nessuno, gentili o meno che siate con me; quelle poche volte che stavo al centro estivo le animatrici mi dicevano che un mio sorriso giornaliero, era la carica per tutti i ragazzi dello staff, e chi sono io per tenere musi?
Dentro non esisto più, da anni, ma sto cercando di recuperarmi, pezzo per pezzo, forse non mi basterà il resto della vita, ma voglio ritrovarmi anch’io. 
Il “numero uno” non esiste, qui dietro al mio essere, c’è solo tanta fragilità, tanta voglia di donare amore, un po’ di spensieratezza, anche se momentanea, di rialzare chi è a terra e spronarlo a rigenerarsi, assieme, mai da soli. 
Questa società c’ha fatto sbranare fra di noi, fatto credere che uno potesse essere meglio dell’altro, che potesse avere tutti ai suoi piedi, e noi ci abbiamo creduto, dai più piccoli ai più grandi, passando da un social alla vita reale, visto che ormai non c’è più differenza fra quest’ultime.
Voglio essere sincero con me stesso fino all’ultimo, anche a costo di perdere qualsiasi cosa ma mai la dignità, quindi risponderò a semplici domande che mi son state fatte negli ultimi anni, alle quali non ho mai voluto dare risposta. 
Cos’è l’amicizia? 
Puro opportunismo. 
Cos’è l’amore?
A 16 anni ti avrei risposto, quello che ha verso di me mia madre, piange, urla *silenziosamente* dai dolori, passa settimane a letto, ma rinasce quando mi vede felice, anche se solo per un giorno. 
Oggi? 
La stessa cosa. 
Il significato del termine “amore” mi ha aperto gli occhi mentre pensavo inconsciamente di viverlo, ma andando avanti si inciampa negli errori degli anni passati, e l’amore per giunta non è mai stato amore, è sempre quel qualcosa con una data di scadenza, una parola inventa per stupire un pubblico di creduloni, sii sincero, per quante forme possa avere l’amore, come può essere chiamato tale, se siamo nati con l’odio e il disprezzo reciproco dentro? 
E tu come ultima cosa mi hai domandato perché scrivo? 
Perché tutto ciò chi mai avrebbe avuto il coraggio di ascoltarlo? 
Vi abbraccio con tutte le mie paure, spoglio di tutto ciò che negli anni non ho saputo tenermi stretto, consapevole che domani potrei non esserci più, e sicuro di aver raccontato tutto di me, perché l’oscurità non mi appartiene, e so di essere stato messo al mondo con uno scopo;
come ognuno ha il suo, io ho il mio, quello di far farvi splendere nel vostro piccolo, anche se per poco, assieme a me.
Chiudo mandando un abbraccio forte a mia mamma, il delfino che mi porto sempre in tasca da quando ero piccolo, per ricordarmi che non sono mai solo, anche nei momenti più disperati, mio padre, che nonostante le voragini d’incomprensioni conta su di me, per i vostri sacrifici, mi metto dalla vostra parte e riconosco tanti miei errori ingiustificabili, un abbraccio forte a tutte quelle persone che conosco e ho conosciuto che stanno passando dei brutti momenti, del resto non c’ha mai uniti così tanto il male quanto il bene…e a te che sei arrivato fin qui, l’unica cosa che chiedo sempre a tutti dopo un semplice ma per molti ormai banale: “Come stai”?! Ricordati di farti un sorriso appena puoi. 
243 notes · View notes
falcemartello · 20 days
Text
•••
CONSIDERAZIONI A LATERE
Da ore e dico da ore, leggo commenti di gente scocciata perché la Premier Giorgia Meloni ha accolto Chico Forti. Un paio di considerazioni e mi levo dai piedi.
Chico Forti è tornato in Italia oggi, ma Di Maio nel 2020 promise di fare altrettanto e se ci fosse riuscito (ma non c'è riuscito perché non aveva potere né spessore politico) ad accoglierlo ci sarebbe stato Di Maio eppure Conte pronto a prendersi applausi di stampa ed elettori che ancora oggi, ne parlerebbero come della grande impresa della sinistra.
La stessa che oggi punisce la Meloni, dipinge Forti come una specie di Jaffrey Dahmer ed allo stesso tempo però applaude la Salis con 29 denunce e 4 arresti, ritenendola innocente pur essendo colpevole perché per molti di loro "picchiare un fascista è cosa buona giusta" pure se fascista il malcapitato non era e a questo nessuno mai ci ha davvero pensato.
La stessa sinistra che ogni giorno frantuma/logora/consuma i nervi di noi cittadini sottoposti alla lagna mortale di papà Salis che fa richieste degne di una star di Hollywood, senza essere una star e che per mettere a tacere noi cattivi malpensanti, l'ha candidato la figlia alle Europee.
Ebbene il problema non è la Meloni che accoglie Forti e non è nemmeno che lui sia in Italia, a finire di scontare la pena.
Il problema è che ad accoglierlo non c'era la sinistra, la quale non ci ha potuto speculare sopra e questo fa bruciare molti culi.
Così stanno le cose, tutto il resto sono stronzate di sinistra per la sinistra, da sempre abituata a cantarsela e suonarsela.
@VanM25O9
86 notes · View notes
belladecasa · 7 months
Text
Quando ho saputo dell’ultimo femminicidio ho pensato a tutte le mie Vigilie di Natale, trascorse su due tavoli: uno, grande, alto, di legno, a cui sedevano gli uomini, l’altro, di plastica, smontabile, che veniva tirato fuori nelle occasioni in cui eravamo di più, in cui stavano le donne. Rigorosamente posizionato in modo da rendere più agevole l’accesso alla cucina. Mi ricordo che da quel tavolo veniva un dialetto urlato, grossolano, cose che non capivo che diventavano liti, tra mio nonno e mio zio. Quelle cose ce le siamo trascinate per anni, sullo stesso tavolo, finché un giorno mio zio se ne è andato durante il pranzo e non è tornato più da noi a Natale. Le donne, mia madre, le mie zie, non c’entravano nulla con quelle liti: educate a sopportare le urla, i tavoli squallidi di plastica, l’odore di fritto, la sopraffazione, la violenza, le lacrime. Era normale puzzare di cucina come di sottomissione. Mia nonna me la ricordo sempre infelice, rannicchiata su una sdraio, piangeva spesso, di lacrime mute. Mi diceva che mio nonno era cattivo e io allora non capivo perché, poi è arrivato a darmi della troia e ho capito. Mamma perdeva sempre la voce perché a differenza di mia nonna, all’apparenza, si ribellava, ma le sue grida erano mute come le lacrime della madre. Si è dovuta sposare a 23 anni per uscire di casa, essere concessa da un uomo a un altro uomo, uno che la lasciava con la suocera a togliergli il suo piatto mentre lui se ne andava. L’unica cosa che è cambiata è che oggi la suocera è morta.
Quando ho saputo ho pensato a quella volta che Arianna mi raccontò di quando, fuori dalla sua residenza universitaria, fermarono un ragazzo che stava prendendo a calci la sua fidanzata. A quella volta che Giacomo mi disse di quel ragazzo che aveva diffuso su un gruppo Telegram le foto, foto normali, in costume, della sua migliore amica, per simulare uno stupro di gruppo.
Quando ho saputo ho pensato a Moira, a Valeria, ad Adriana, ad Antonella, ad Arianna, a Luisa, a Chiara, a me. In tutte le relazioni delle mie amiche ho visto: sputi e insulti, divieti di uscire, minacce, richieste di video per controllare che fossero davvero dove dicevano di essere, pretese di tornare a casa e trovare il piatto pronto, commenti sessualizzanti verso altre donne, pressioni per fare sesso anche con la cistite, per fare sesso senza preservativo.
Quando ho saputo ho pensato a mio nonno, al fatto che ancora mi logoro perché non riesco a legargli altri ricordi che non siano, ad esempio, quella sera in cui mi disse che io non esco mai di casa ma quando lo faccio vado vestita come una troia. Che avrebbe voluto una nipote diversa, che ero brutta, che ero troppo magra. Poi sì mi diceva che lui moriva per me e mi voleva bene più di chiunque. Mentre mia zia faceva le radio per il tumore al seno arrivò a insinuare che non andasse dal medico ma “a fare la mignotta”, insieme a mia madre.
Quando ho saputo ho pensato ai quattro anni con Giorgio, a tutte le volte, innumerevoli, in cui mi diceva che ero stupida, inutile, e non sapevo fare un cazzo. E a quella volta che ubriaco mi disse, ovviamente, che ero una troia.
Quando ho saputo ho pensato che sarebbe potuto succedere a me, che potrebbe succedere a me, ora e sempre, e ad Arianna, ad Adriana, Valeria, Antonella, Moira. Ad ognuna delle mie amiche, a mia zia, a mia madre a mia nonna. Pensate che mi sorprenderei, se ci fossero, o ci fossero state, al posto degli insulti, degli sputi, dei racconti, dei tavolini di plastica, le coltellate?
#s
169 notes · View notes
colonna-durruti · 3 months
Text
A Mario mancano tre anni alla pensione, da 35 è impiegato nella grande distribuzione, in un supermercato Pam di Corso Svizzera a Torino.
A un certo punto la vita comincia a precipitare: il mutuo di casa schizza alle stelle, sua moglie si ammala. Mario stringe i denti, dà fondo ai risparmi. Ma con questi lavori mica metti in banca milioni e i risparmi finiscono presto.
Un giorno perde la testa, sono parole sue, e ruba sei uova e una scamorza affumicata dagli scaffali del supermercato, gli stessi che aveva riempito e su cui aveva vigilato per tanti anni. Lo beccano subito perché lui non è un ladro di professione, è solo un uomo disperato e affamato. Appena viene sorpreso con la scamorza nel sacco, ammette tutto e chiede scusa: “Ho sbagliato, ma vivo una situazione privata ed economica al limite del sostenibile. Non è una giustificazione, solo una spiegazione”.
All’azienda le scuse e la mortificazione non bastano. Il licenziamento in tronco arriva per raccomandata: “Appare particolarmente grave che lei abbia deliberatamente prelevato dagli scaffali di vendita alcune referenze per un valore complessivo di 7,05 euro e sia poi uscito dal negozio senza provvedere al pagamento delle stesse. Le scuse da lei fornite non possono giustificare in alcun modo l’addebito contestato. Considerati violati gli obblighi generali di correttezza, diligenza e buona fede, ritenuto venuto meno l’elemento fiduciario, avendo abusato della sua posizione all’interno dell’organizzazione a proprio indebito vantaggio e a danno della società, le comunichiamo la risoluzione del rapporto di lavoro per giusta causa”.
I sindacati, giudicando la misura del licenziamento sproporzionata, hanno fatto ricorso.
Anche Jean Valjean, il protagonista dei Miserabili, ruba un mezzo pane e per tutta la vita viene inseguito da Javert, il poliziotto che diventerà il simbolo universale della giustizia ottusa e, appunto, sproporzionata.
Ma questi sono gli aggettivi della burocrazia e dei tribunali, abbiamo bisogno di altre parole per capire un sistema disumano, che si basa su uno schiavismo legalizzato che (anche) nella grande distribuzione trova terreno fertile.
Questo sistema feroce – in cui si sono polverizzate le reti sociali (in un alimentari a gestione familiare la vicenda di Mario sarebbe andata a finire nello stesso modo?) e milioni di individui sono esposti alle intemperie del mercato – è pensato a discapito della maggioranza e a vantaggio dei pochi che si spartiscono le ricchezze del mondo, con l’avallo dei governi.
Il nostro, nonostante una situazione di crescente, paurosa povertà, ha abolito il Reddito di cittadinanza anche grazie a un’indegna campagna di stampa portata avanti dai principali giornali italiani per conto di lorsignori.
In un bel libro appena uscito per Einaudi, Antologia degli sconfitti, Niccolò Zancan mette in fila le storie dei nuovi Valjean: nella discesa agli inferi dell’emarginazione gli apre la porta Egle, un’anziana signora che fruga nell’immondizia del mercato di Porta Palazzo, in cerca di verdura per fare il minestrone. Ma nella vita di prima c’erano state una casa, una famiglia, le vacanze a Loano sulla 500. Poi si è ritrovata a vivere con la pensione di reversibilità del marito e la dignità perduta in un cassonetto della spazzatura.
In questo atlante della disperazione c’è tutto il catalogo degli emarginati: un padre separato, un senzacasa che dorme in auto, un cassintegrato, prostitute, migranti, rider. E un ladro di mance che viene licenziato come Mario. L’aiuto cuoco gli dice: “Da te non me lo sarei mai aspettato”. E lui gli risponde, umiliato, “nemmeno io”.
Invece è tutto prevedibile e ha un nome semplice: si chiama povertà. Dei poveri però non frega niente a nessuno, incredibilmente nemmeno dei lavoratori poveri: sono solo numeri nelle statistiche dell’Istat.
Finché non rubano sei uova e una scamorza.
(Silvia Truzzi, FQ 29 febbraio 2024) da Tranchida.
93 notes · View notes
l-incantatrice · 9 months
Text
Sabato scorso è stato il grande giorno,mi sono sposata dopo 25 anni di convivenza. È stata una cerimonia molto intima,solo i parenti più stretti. Preparatevi perché in questi giorni pubblicherò qualche foto
Tumblr media Tumblr media
163 notes · View notes