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#Il lungo inganno
falcemartello · 10 months
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https://twitter.com/fortnardelli/status/1682032603938029568
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La vergogna sulle recenti menzogne climatiche: " in alcune città  la superficie terrestre  ha superato i 45°C, tra cui Roma, Napoli, Taranto e Foggia. Lungo le pendici orientali dell'Etna in Sicilia, molte temperature sono state registrate oltre i 50°C."
Qui non si intendevano   le temperature standard registrate a 2 metri sopra il livello del suolo che abbiamo sempre nei bollettini meteorologici giornalieri, che sono molto più fresche, ma piuttosto quelle proprio sulla superficie del suolo.
Quella differenza cruciale è passata totalmente inosservata ai media e ai giornalisti, che hanno riferito di nuove temperature record. Quando lo stratagemma è stato smascherato dai lettori attenti, la notizia aveva già fatto il giro del mondo.
Ieri l'ESA ha emesso un (vago) chiarimento che spiega la differenza tra la temperatura della superficie e quella dell'aria a 2 metri dal suolo, ma ha continuato a trarre in inganno:  'La temperatura della superficie terrestre  è quanto è calda la "superficie" della Terra al tatto. La temperatura dell'aria , indicata nelle nostre previsioni meteorologiche giornaliere, è una misura di quanto è calda l'aria al di sopra del suolo.'
L'ESA non si è preoccupata di menzionare come la temperatura superficiale sia molto più alta della temperatura dell'aria a 2 metri. "Quella degli ultimi giorni è stata la menzogna climatica più grande da quando è iniziata la registrazione della temperatura"  ha riferito  il tedesco Achtung Reichelt  sulle implicazioni del comunicato stampa sciatto e manipolatore dell'ESA e della tempesta mediatica che ne è seguita: "Il problema con quel rapporto è che Nulla di ciò è vero."
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In Sicilia la temperatura ha raggiunto solo 32°C durante il fine settimana, ben lontana dai 48°C, il che illustra la grande differenza tra la temperatura della superficie del suolo e le letture prese a 2 metri dal suolo.
Fortunato Nardelli
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abr · 5 months
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AVUAB - All Vigili Urbani Are Bastard
E' tempo di bilanci. Quest'anno ho fatto davvero tanta beneficenza. Forse troppa.
Ispirandomi a Madre Teresa di Calcutta, ho scelto di erogare alle entità più infime ributtanti e schifose: i COMUNI e i loro parassiti infestanti, i vigili urbani, mediante i loro autovelox di stacippa.
Mi consola il fatto che sarà tutto consumato nell'assistenza a questi malati terminali sofferenti, prolungando le pene infernali delle loro vite di merda.
Consolante essere peraltro in buona compagnia: «L’ammontare degli introiti derivanti dalle sanzioni per violazione del codice della strada nel 2022 risulta pari a 2,7 miliardi di euro», recente dichiarazione al question time del ministro infrastrutture e trasporti; copre 7.216 comuni, 685 non hanno risposto mentre 169 hanno fornito dati incompleti.
Tutti sanno e tra i denti ammettono che questi aggeggi vengono sovente posizionati in tratti in cui viene abbassato surrettiziamente il limite di velocità o in posizioni ove trarre in inganno l’automobilista. Sta diventando una gara di vigilanza (ai vigili) non lungo la strada, piuttosto lungo i suoi bordi.
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bestiadastile · 9 months
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Anaïs,
tutto quello che posso dire è che sono pazzo di te. Ho cercato di scrivere una lettera ma non ce l’ho fatta. Ti scrivo in continuazione - nella mia testa- e i giorni passano e mi chiedo che cosa penserai tu. Aspetto con impazienza di vederti. Martedì è troppo lontano. E non solo martedì - mi chiedo quando verrai e se passerai la notte con me. Quando potrò averti per un bel po’? E’ un tormento per me vederti solo poche ore, e poi dover rinunciare a te. Quando ti vedo, tutto quello che avrei voluto dirti se ne va in fumo - il tempo è così prezioso e le parole sono estranee. Ma tu mi rendi così felice perché posso finalmente parlarti. Amo la tua vivacità, i tuoi preparativi di fuga, le tue gambe come una morsa, il calore fra le tue cosce. Sì, Anaïs, voglio smascherarti. Sono troppo galante con te. Voglio guardarti a lungo e con ardore, toglierti gli indumenti, coccolarti, esaminarti. Lo sai che ti ho guardata appena? Sei rivestita ancora di una sacralità eccessiva.
La tua lettera, ah quegli svarioni! Mi fanno sorridere. E mi inducono anche ad adorarti. È vero, non ti apprezzo abbastanza. Verissimo. Ma non ho mai detto che tu non apprezzi me. Deve esserci un errore, nel tuo inglese. Affermarlo sarebbe troppo egoistico da parte mia.
Anaïs, non so come dirti ciò che provo. Vivo in un perenne stato di attesa. Arrivi, e il tempo vola come in un sogno. È solo quando te ne vai, che mi rendo davvero conto della tua presenza. E allora è troppo tardi. Tu mi instupidisci.
Cerco di immaginarmi la tua vita a Louveciennes, ma non ci riesco. Walter Pach? Un ebbro sogno- e a parte questo non mi piace, non so dire perché. Il tuo libro? Anche questo sembra irreale. Soltanto quando tu arrivi e ti guardo, l’immagine si fa più chiara. Ma tu te ne vai così presto - non so che pensare. Sì, vedo con chiarezza la leggenda puskinniana. Ti vedo con gli occhi della mente seduta su quel trono, gioielli attorno al collo, sandali, grandi anelli, unghie dipinte, strana voce spagnola intenta a vivere una sorta di menzogna che non è proprio una menzogna, piuttosto una fiaba.
[…] Mi sto dicendo: “Ecco qui la prima donna con la quale posso essere assolutamente sincero.” Ricordo che tu mi hai detto: “Potresti ingannarmi. E io non me ne renderei conto.” Quando vado per i boulevard e ci penso - potrei ingannarti, sì, e mi piacerebbe farlo. Voglio dire che non posso mai essere completamente fedele - non è da me. Amo troppo le donne, o la vita - se le une o l’altra, non so. Ma tu ridi Anaïs, amo sentirti ridere. Tu sei l’unica donna che abbia il senso dell’allegria, una saggia tolleranza - semplicemente, dai l’impressione di spronarmi a tradirti. Ti amo per questo. E che cosa te lo fa fare - amore? Oh, è bello amare ed essere liberi allo stesso tempo. 
Non so che aspettarmi da te, ma è qualcosa che ha del miracoloso. Intendo chiederti tutto, anche l’impossibile, perché tu mi incoraggi a farlo. Sei davvero forte. Mi piace persino il tuo inganno, il tuo tradimento. Mi sembra aristocratico. ( La parola “aristocratico” suona così male in bocca a me?)
Sì, Anaïs, pensavo come fare a tradirti, ma non ci riesco. Voglio te. Voglio spogliarti, involgarirti un tantino, ah non so quel che dico. Sono ubriaco perché tu non sei qui. Vorrei battere le mani e, voilà, ecco Anaïs. Voglio possederti, usarti. Voglio chiavarti, voglio insegnarti cose. No, non ti apprezzo, Dio me ne guardi! Forse voglio addirittura umiliarti un tantino - ma perché? perché? Perché non mi getto in ginocchio e mi limito ad adorarti? Non posso. Ti amo in allegria.

Questo ti va?
E, cara Anaïs, io sono tante cose. Tu ora vedi solo quelle buone - o, perlomeno, tu mi persuadi a crederlo. Ti voglio per un’intera giornata almeno. Voglio andare in giro con te, voglio possederti. Non sai quanto insaziabile io sia. O quanto vile. E quanto egoista!

Con te mi sono comportato sempre tutto ammodino. Ma ti avverto, non sono un angelo. Penso soprattutto di essere un po’ sbronzo. Ti amo. Adesso vado a letto - mi costa troppa fatica restare sveglio. Ti amo. Sono insaziabile. Ti chiederò di fare l’impossibile. Che cosa sia, non lo so. Probabilmente tu me lo dirai. Sei più svelta di me. Amo la tua fica, Anais - mi fa impazzire. E il modo con cui pronunci il mio nome! Buon Dio, è irreale. Senti, sono proprio sbronzo. Mi fa male essere qui solo. Ho bisogno di te. Posso dirti qualsiasi cosa? Posso, sì? Vieni al più presto e chiavami. Godi con me. Serrami tra le tue cosce, riscaldami.

Henry.
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lunamagicablu · 1 year
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Dapprima ignara spettatrice, poi perfettamente consapevole di un grande inganno che veniva messo volontariamente in scena nel teatro dei manovratori invisibili, compresi di essere entrata nella sala sbagliata, di aver erroneamente acquistato il biglietto di una proiezione che non si accordava al mio sentire. Per lunghi anni ho pensato che la proiezione di quel film non fosse reale, trovandomi invece ad osservare un teatro di attori, pronti a mettere in scena ogni giorno, lo stesso spettacolo.Sentendomi fuori luogo e a disagio, tra di loro, per alcuni anni mi sono sforzata di adattarmi a quelle frequenze indossando talvolta una maschera che non mi apparteneva, di cui non avevo né la proprietà, né il possesso, per comprendere ben presto che quella finzione mi aveva creato disarmonie e tossicità, portandomi a percorrere una strada che non mi è mai appartenuta. Ho sofferto nel mio silenzio per lungo tempo, sentendomi ogni giorno nel posto sbagliato e fuori luogo, contornata da loro e dalle loro energie. Sottilmente derisa perché percepita ‘diversa’, ho pianto amare lacrime mentre le mie urla erano prive di voce e la mia mortificazione era il loro divertimento.Ho erto una fredda fortezza con pesanti blocchi di pietra dentro la quale ho cercato di proteggermi per molto tempo, in solitudine e silenzio.Loro non sentivano quello che sentivo io, loro non percepivano i piani sottili, loro non conoscevano le mie frequenze, loro non avrebbero mai potuto vedere oltre, loro non conoscono la luce, ma anzi la combattono con quella arrogante cattiveria, tipica di chi ha scelto di camminare in compagnia dell’ombra.Iniziò così una lunga stagione di luminoso buio, talmente forte da essere riuscito ad aprire in me dei veri portali di coscienza che oggi appaiono in tutta la loro bellezza e si aprono affinché mi sia data la possibilità di vedere, conoscere e oltrepassandoli, di evolvere. Una crescita inarrestabile, un processo intimo e personale di elaborazione e rinnovamento. Una ricerca verso la vera conoscenza che si accorda ad un profondo desiderio di conoscere chi sono realmente; un’onda di luce che si ode echeggiare nel parallelo, dove avviene la vera creazione che si manifesta e si plasma in questo piano di esistenza. Un passaggio che conduce alla verità, durante il quale ho imparato ad accoglierla e integrarla, quella verità, tenendola tra mani di ghisa.E’ giunto il momento di abbandonare per sempre quell’ambiente e di uscire da quella torre di fredda pietra per percorrere nuovi sentieri di calda luce. E’ tempo di riposo e rigenerazione, è giunto il momento di lasciare andare e trasformare, allungando i rami verso il sole e affondando le radici in Madre Terra, ancorandomi a frequenze più elevate, stando nel mio sentire e compiendo un ulteriore balzo verso la conoscenza di chi sono veramente, rimanendo fedele all’unico contratto che ho sottoscritto: quello con la Mia Anima verso il raggiungimento e compimento del progetto animico per il quale ho scelto di tornare in questo piano di esistenza. Un atto creativo che in tutta la sua bellezza e armonia, tra il denso e il sottile, mi consentirà di stare nella mia vibrazione originale verso l’espressione della migliore versione di me. Una brillante forza vitale capace di nutrire di preziosa linfa ogni nuova e splendente gemma pronta a nascere e a disvelarsi in tutta la sua luce, che intercettando nuovi raggi di sole, si ancorerà a futuri già presenti, rendendoli possibili.Con silenzioso distacco e sentita compassione, oggi li osservo e li ritrovo ancora là, loro, dormienti dietro ai loro veli illusori, proiettati nelle loro falsità, menzogne, ipocrisie e inutili apparenze, inconsapevoli di ciò che realmente è accaduto in questi ultimi tempi, ma dotati di quella ignorante presunzione tipica di chi è profondamente radicato nella propria miopia coscienziale, intenti nel mettere in scena, ogni giorno, la vera rappresentazione e proiezione della loro esistenza: il Grande Inganno.
Sara Costi          
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At first unaware spectator, then perfectly aware of a great deception that was voluntarily staged in the theater of invisible handlers, I understood that I had entered the wrong room, that I had mistakenly bought a ticket for a screening that did not agree with my feelings. For many years I thought that the screening of that film wasn't real, finding myself instead observing a theater of actors, ready to stage the same show every day.Feeling out of place and uncomfortable among them, for some years I tried to adapt to those frequencies sometimes wearing a mask that did not belong to me, of which I had neither ownership nor possession, to soon understand that that fiction it had created disharmony and toxicity, leading me to take a path that never belonged to me. I suffered in my silence for a long time, feeling every day in the wrong place and out of place, surrounded by them and their energies. Subtly mocked for being perceived as 'different', I cried bitter tears as my screams were voiceless and my mortification was their amusement.I built a cold fortress with heavy blocks of stone inside which I tried to protect myself for a long time, in solitude and silence.They didn't hear what I felt, they didn't perceive the subtle planes, they didn't know my frequencies, they could never have seen beyond, they don't know the light, but rather they fight it with that arrogant wickedness, typical of those who have chosen to walk in the company of the shadow.Thus began a long season of luminous darkness, so strong that it was able to open real portals of conscience in me which today appear in all their beauty and open so that I am given the opportunity to see, know and beyond them, to evolve. An unstoppable growth, an intimate and personal process of elaboration and renewal. A quest for true knowledge that matches a deep desire to know who they really are; a wave of light that can be heard echoing in the parallel, where the true creation takes place which manifests itself and is shaped in this plane of existence. A passage that leads to the truth, during which I learned to welcome and integrate that truth, holding it in cast iron hands.The time has come to abandon that environment forever and to get out of that cold stone tower to walk new paths of warm light. It's time for rest and regeneration, the time has come to let go and transform, stretching out branches towards the sun and sinking roots into Mother Earth, anchoring myself to higher frequencies, staying in my hearing and making a further leap towards knowledge of who I truly am, remaining faithful to the only contract I have signed: the one with My Soul towards the achievement and fulfillment of the soul project for which I have chosen to return to this plane of existence. A creative act that in all its beauty and harmony, between the dense and the subtle, will allow me to stay in my original vibration towards the expression of the best version of me. A brilliant vital force capable of nourishing with precious lymph every new and shining gem ready to be born and to reveal itself in all its light, which intercepting new rays of the sun, will anchor itself to futures already present, making them possible.With silent detachment and heartfelt compassion, today I observe them and I find them still there, sleeping behind their illusory veils, projected into their falsehoods, lies, hypocrisies and useless appearances, unaware of what has really happened in recent times, but endowed with that ignorant presumption typical of those who are deeply rooted in their conscience myopia, intent on staging, every day, the true representation and projection of their existence: the Great Deception.
Sara Costi             
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ragazza-whintigale · 10 months
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𝖄𝖆𝖓𝖉𝖊𝖗𝖊! 𝕸𝖔𝖗𝖙𝖊 𝖝 𝖗𝖊𝖆𝖉𝖊𝖗 𝖝 𝖄𝖆𝖓𝖉𝖊𝖗𝖊! 𝕿𝖔𝖉 𝖝 𝖄𝖆𝖓𝖉𝖊𝖗𝖊! 𝕲𝖔𝖊𝖙𝖍𝖊
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𝕺𝖕𝖊𝖗𝖆 ➵ Soundless Cosmos
𝕬𝖛𝖛𝖊𝖗𝖙𝖊𝖓𝖟𝖊 ➵  Prigionia, Tortura,  inganno, manipolazione, relazione tossica, morte (accenno), tocco non consensuale, dinamiche yandere.
𝕻𝖆𝖗𝖔𝖑𝖊➵ 3448
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Il suo corpo doleva come mai prima d’ora, e sinceramente non era poi così sicura di poter durare a lungo, ma non  è come se avesse altra scelta. Provò anche a parlare e a chiedere un aiuto, ma la sua voce semplicemente non usciva, non sapeva se era per la gola secca o la posizione scomoda del suo collo. Ha provato a trovare una posizione migliore ma le radici coperte di spine non glielo permisero, riportandola alla posizione originale. O semplicemente come lui voleva che lei soffrisse le sue pene, sempre se potessero essere definite tali. Avrebbe potuto svincolarsi, le radici non erano così strette, tuttavia dubitava di avere dei riflessi così pronti da poter atterrare incolume e poter scappare con la stessa velocità con cui era caduta. Sicuramente le liane scure l'avrebbero facilmente ripresa e portata in un nuova posizione solo più dolorosa della precedente. Ecco cosa lui voleva, e quelle cose lo avrebbero ascoltato ciecamente. 
Non erano senzienti come aveva pensato una volta, era come una parte non del tutto autonoma dello stesso Mietitore. Avrebbe voluto affievolire il suo peso ma dubitava seriamente lui l'avrebbe permesso dopo la sua ultima scappatella.  Era un individuo strano e di certo era sicura che quella posizione non era per umiliarla o denigrarla, solo per farla soffrire o semplicemente per il suo bene come avrebbe detto Morte.
Chiuse  gli occhi, forse se fosse caduta in un sonno profondo avrebbe potuto alleviare le sue sofferenze, ma non è così, ❝ Sei stanca? ❞ Il tono era basso e lugubre, come se volesse incutere più timore di quanto lei già non provi nei suoi confronti. Ma sapeva che non stava cercando di spaventarla, era capace di ben altro se voleva farlo seriamente. Per lei, il maggiore tra i tre era l’incarnazione della morte, forse non era un caso che ne portasse anche il nome. 
La domanda forse era retorica, sperava che lei gli avesse detto di sì e lui l’avrebbe portata a riposare da qualche altra parte. Ma non sarebbe successo. Non lo degno di particolari attenzioni, né un cenno, né la semplice apertura degli occhi. Forse lo aveva preso come un si, il silenzio era sempre la risposta più comoda che andava a lui e che lei non voleva davvero dire. Rigirò una ciocca dei suoi capelli tra le dita, mentre rifletteva per un attimo, o forse semplicemente sperava che lei gli avrebbe reso solo le cose più semplici pregandolo di lasciarla andare. Forse con qualche promessa di non cercare più di scappare, ad una loro minima distrazione, ma che lei non avrebbe mai mantenuto del tutto. Ma sapeva che non sarebbe stato così in nessuno dei casi. Lei non avrebbe fatto quella promessa e non avrebbe smesso di cercare scappare.
Le accarezzò i lineamenti del viso con la stessa cura che avrebbe usato con i propri fratelli. A volte poteva dare l’impressione che lui l’amasse in qualche modo contorto. In fondo Tod non era in condizioni così differenti, solo per motivi e scopi diversi. ❝ Fa male? ❞ Lei aprì gli occhi di scatto e lo sguardo con quell’aria stanca eil suo unico occhio presente brillato del solito rosso, solo più intenso e luminoso. Era ovvio che facesse male, lui l’aveva fatto apposta per lei provasse dolore. Quindi perché mai avrebbe dovuto fingere che non lo avesse fatto? In tutta quella confusione avrebbe potuto dire di sì e forse lui l'avrebbe portata in un posto più accogliente per riposare, ma avrebbe voluto dire dargliela vinta. ❝ Se davvero ha fatto così male allora dovresti solo pregare per far finire tutto. ❞ Forse un po’ per la posizione e un po’ per la situazione in se, per corse con il dito il tratto di mascella partendo dal mento per finire nell’orecchio, dove la frase era stata sussurrata in un soffio leggero. Hai rabbrividito, sapevi che un mietitore aveva la pelle fredda, ma ora come ora lo sembra di più o forse era solo la stanchezza a farti percepire tutto così fastidiosamente. Hai socchiuso le labbra, sentivi che dovevi dire qualcosa, qualsiasi cosa sarebbe andata bene per fargli capire. ❝ M-mor-te… ❞ Aspettò qualche altro breve secondo dove le sue mani sfiorarono ancora insistentemente il suo viso e poi sospirò. Non sembrava particolarmente colpito. Esitavi, ancora, quindi forse c’era ancora qualcosa che ti tratteneva. ❝ Eh va bene…❞ Lasciò ricadere la mano nel proprio fianco, e ti diede uno sguardo disapprovazione. Forse pensava che sarebbe stato facile come lo era con i suoi fratelli, che lei gli avrebbe obbedito ciecamente subendo tutto quello che lui aveva in mente per conformarla ai bisogni suoi e dei suoi fratelli. ❝ Ci vorrà ancora un po’ di tempo.❞ Ed uscì dalla stanza, forse aveva qualche anima da mietere o semplicemente si era stancato di perdere contro un essere umano ottuso.
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Non si era accorta subito ma qualcosa non andava. Di solito era Morte l’unico che poteva entrare. Goethe era davvero troppo impulsivo l’avrebbe liberata già da tempo, e probabilmente lei avrebbe solo infranto nuovamente le loro regole. Tod invece era ancora in fase purificazione, questo aveva detto Morte. Un inganno? Dubita fortemente, eppure era certa che i suoi occhi non la stessero ingannando. 
Le spine si erano allentate di colpo lasciando precipitare nel vuoto, si aspettava di morire o solo di essere ferita gravemente dall’altezza a cui era stata sospesa per chissà quanto tempo. Non fu così però. ❝ Pensavo che sapessi far di meglio che far arrabbiare mio fratello. ❞ Era un tono profondo e gelido che non riconosceva, ma poteva riconoscere la voce dietro quel gelo. Ha aperto gli occhi e davanti a lei c’era Tod, poteva davvero credere che la sua vista la stesse ingannando. L’ultima volta che lo aveva visto aveva i capelli più lunghi e un'espressione più calda. Ora era solo gelo. Era rimasta a fissarlo e per qualche motivo si ritrovò a pensare che forse Morte non era poi così male come aguzzino. ❝ Hai intenzioni di fissarmi così ancora a lungo? ❞ Sapeva che lo stava fissando, ma si sorprese di essere aggrappata al suo collo, forse l’unica cosa che davvero non lo infastidiva. ❝ Che ci fai qui? ❞ Le diede uno sguardo di sufficienza, per poi camminare fuori da quella stanza infernale. ❝ Mi sembra ovvio, pongo fine alla tua punizione. ❞ 
Aveva sempre pensato che tra i tre, Tod fosse il meno peggio. Quello da cui si poteva nascondere per evitare di essere toccata in qualche modo da Goethe o per evitare le punizioni di Morte. Non aveva mai davvero funzionato, lui non tradiva i suoi fratelli e loro non avrebbe tradito lui. Lei era quella piccola cosa carina che avevano deciso di tenere con loro e tormentare. Ora però non sapeva se quel pensiero fosse del tutto azzeccato. I suoi occhi viola erano taglienti e fissavo senza particolare interesse la strada davanti a se, i suoi capelli erano di nuovo quel taglio corto che tanto lo caratterizzava. 
❝ Ecco qua. ❞ L’aveva seduta su una sedia imbottita e coperta con qualcosa di caldo. ❝ Serviti, ora come ora non penso tu possa fare molto per scappare. ❞  Voleva dirgli che era colpa sua se era scappata in primo luogo. Lui aveva instillato in lei quella idea, aveva installato piccoli dubbi e parole adoranti a cogliere l'occasione della sua purificazione per scappare. Ma decise comunque di rimanere in silenzio. Morte era un compagno tremendo ma Tod era ugualmente dalla sua parte. 
La tazza era fumante di fronte a sé. Non sapeva cosa c’era dentro e non è come se volesse saperlo ma dubitava ugualmente fosse qualcosa di nocivo. Non erano mai stati così vicini all’idea di mietterla e se davvero lo erano avrebbero preferito baciarla piuttosto che avvelenarla. Prese la tazza e ne sentì il calore avvolgente, pensava che in un posto come questo non esistessero cose calde ma si era ricreduta almeno in parte. Le sue mani al momento era pallide, un colore più da morto che da viva, ma forse era solo una fantasia. In fondo aveva ancora quei segni tra il rosso e il violaceo a confermarlo, fini quasi eleganti se non ne conoscesse la provenienza. Erano in diversi punti sul suo corpo e anche se non poteva vederli sentiva bruciare ancora.
❝ Pensavo che saresti stata più furba di così nella tua fuga… ❞ Rise amaramente Tod, come si ci avesse sperato nella sua riuscita. ❝ Ma ancora potresti esserti affezionata a noi più di quanto vuoi ammetterlo.❞ Non c’era umorismo o consapevolezza nella sua voce, solo un’affermazione gelida e tagliente. Sapeva che non si poteva essere affezionata a nessuno dei tre, li odiava impotente. 
Si era orsa la lingua, come poteva dirle ciò. Era stata tutta colpa sua se aveva tentato la fuga, eppure sentiva ancora il suo stomaco girare come se si sentiva  in colpa. Ancora una volta era caduta in una delle sue scuse. Si voltò di scatto pronta ad affrontarlo, la sua rivolta muore sul nascere quando posò le sue mani sulle sue spalle per portarla alla posizione originale. ❝ Non scaldarti tanto, non servirà a tirarti fuori da questa situazione. ❞ Strofinò il naso su quella porzione di pelle tra il collo e le spalle. Le  mancava il respiro e sinceramente non sapeva come tirarsi fuori da questa situazione. Era decisamente troppo intelligente per dimenarsi e sperare che questo potesse servire a qualcosa se non per farlo arrabbiare. 
Poi la sensazione era sparita, le sue mani dalle sue spalle e il suo freddo naso dal suo collo, era sola e incapace di far qualcosa che non sia aspettare che qualcuno venga da lei.
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Il suo tocco era freddo come quello dei suoi fratelli e lei rabbrividì ❝ Questa volta l’hai fatto davvero arrabbiare. ❞ Se si riferiva a Morte, Goethe aveva ragione, lei lo aveva davvero fatto arrabbiare, non che ci volesse molto a notarlo. Non era un’affermazione così intelligente e spiccata come voleva far sembrare. ❝ Pensa che non voleva che mi avvicinassi a te durante quel periodo.❞ Era ovvio che lo avesse fatto, a differenza dei maggiori, Goethe non aveva un pugno di ferro duraturo. La sua mano scivolò sul suo fianco per accarezzare le curve, non aveva un po’ di pudore sul serio. Non aveva paura di essere infettato dal suo calore o qualcosa di simile, pronunciato da Morte. L'altra mano teneva senza grande sforzo le sue mani sopra la sua testa, era scomodo ma sopportabile, in fondo Morte le aveva fatto passare di peggiore. 
❝ Dovresti seriamente pensare a come ringraziare Tod, in fondo senza di lui saresti ancora la dentro❞ Avevano accennato a qualcosa del genere prima e ora poteva capire meglio come erano andate in realtà le cose. Non che fosse grata a Tod in qualche modo, era sua la colpa in fondo. ❝ C-come..?❞ ❝ Un bacio ❞ Disse beffardo, forse non aveva compreso il vero senso della sua domanda, o semplicemente ha scelto quello che era più comodo per lui. Ci aveva pensato fino in fondo alla risposta che Goethe le aveva dato. Sapeva benissimo che un bacio sulle labbra ad un mietitore portava alla morte, pensava che fosse così stolta da crederci. L’albino  sembrava non sembrava capire cosa le passasse per la testa, mon era il più spiccato dei tre, ma di certo quello che dimostrava più affetto. Afferrando fermamente la sua coscia la trascinò a sé, fino a quando non era distesa sulla propria schiena. Lui era in mezzo alle sue gambe e senza nemmeno sporgersi  molto aveva il volto a poca distanza dal suo. ❝ Un… bacio… ❞ Aveva sussurrato di nuovo a bassa voce, ma lei lo aveva sentito ugualmente. Si avvicinò ancora e le loro labbra erano talmente vicine che sarebbe bastato poco per farle toccare, eri immobile. Sarebbe bastato poco e sarebbe morta. 
❝ Non pensare di poter morire per così poco… ❞ affondó nella sua clavicola lasciandola alquanto sorpresa. Goethe era un individuo volubile, lo era sempre stato, solo ora però era più tangibile. Emise un forte lamento contro la sua clavicola, e la sua pelle vibró.  ❝ Se il fratellone non me lo impedisse non saresti più in questo stato.❞ Non capiva esattamente a cosa si riferiva ma immaginava non fosse davvero rivolta a lei.  Strinse i suoi polsi e anche il suo fianco facendola sibilare per il dolore. 
Si corresse, lui era decisamente volubile. Forse era per quello che voleva andarsene in questo momento, e correre in quella stanza che le avevano riservato. Ricordava ancora quella volta in cui Goethe era entrato di cattivo umore mentre era ancora immersa nei sogni, aveva esigentemente insistito la sua attenzione nonostante il sonno. Aveva discusso con Tod o forse era stato rimproverato da morte, ma aveva molti lividi quindi immaginava la seconda. Da un lato poteva ritenersi fortunata di essere un essere umano, Morte non avrebbe rischiato di ucciderla con tali modi. 
I pensieri vennero dissipati quando cadde di peso sopra di lei, emise un suono strozzato mentre cercava di dimenarsi. ❝ Allora vorrà dire che dovrò godermi quello che ho. ❞ Parlò di nuovo a se stesso, o forse era rivolto a lei? Non riusciva più a capirlo, e non avrebbe cercato di farlo oltre.
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Ci aveva pensato molto da allora. Lei non aveva mai valutato la possibilità di uccidersi. Aveva sempre definito la propria vita più valida della morte, per questo, anche se in modo pietoso, aveva continuato a vivere. Ora però non era più così convinta, che lei viva o muoia non avrebbe fatto differenza a nessuno se non ai tre fratelli. Forse l’idea di porre fine alla propria sofferenza e prolungare quella dei tre non era poi così male, suonava quasi invitante. Si mosse su se stessa per poi voltarsi verso la figura dormiente di Tod. La mano era posata sul suo fianco per tenerla più vicina a sé. Non sapeva cosa era successo ma sembrava stanco, talmente stanco da non curarsi se lei fosse stanca di star lì o meno. Ma erano sempre stati egoisti nei suoi confronti. 
Poi si era ricordata che esisteva qualcosa di indolore, che solo loro avrebbero potuto attuare per mettere fine alle sue sofferenze. Si alzò sul proprio busto per poi sporgersi verso di lui. Tod era bello, ma tutti e tre lo erano in fin dei conti. Non poteva essere così male baciarli vero? Si sporse ancora un po’, ma non molto. Sapeva benissimo che l’orecchino di Tod era l’occhio di Morte, con cui lo teneva d’occhio. Ci ripensò per un attimo, Morte non stava dormendo come Tod, se no, sarebbe stata con lui. Tuttavia era anche vero che se mai l’avesse vista baciare Tod non sarebbe mai arrivato in tempo per fermarla. Gli istanti di riflessione sono diventati minuti interminabili, in cui due parti di lei si stavano scontrando, però si stava avvicinando al viso dell’albino più veloce di quanto si aspettasse, ma mai così veloce da far terminare il tutto in fretta. 
Era a poca distanza… poi le loro labbra si scontrarono. La (colore) mosse lentamente le labbra su quelle di Tod e quasi si sorprese di essere ricambiata. Le mani dell’albino strinsero ulteriormente la vita della ragazza facendola aderire al suo corpo. Si staccò velocemente solo mettere più distanza da lui
Era sveglio e lei era ancora viva. Pensava non lo fosse oppure lo era sempre stato, forse era per quello che aveva avuto tutta quella libertà. Avrebbe potuto muoversi e scappare in qualsiasi momento e se Tod non se ne fosse accorto lo avrebbe fatto Morte. L’orecchio era rivolto verso la unica porta d’uscita, quindi avrebbe vista. Ma poi si ricordò che era inutile perdersi in pensieri superflui. 
Lei semplicemente non dovrebbe essere viva. ❝ Io- ❞ ❝ Oh su! Non fare quella faccia. Avresti dovuto immaginarlo.❞ Aveva ragione. Avrebbe dovuto prevederlo ma non lo aveva fatto, era troppo persa nei suoi pensieri per farlo. Lo sguardo di Tod era affilato e leggermente canzonario… forse voleva ricordarle dove e con chi si trovava e che una cosa prima o poi sarebbe stata inevitabile. E forse lei non avrebbe potuto ricordarlo neppure, sempre grazie a loro probabilmente. ❝ È meglio che ti prepari. ❞ ❝ Per cosa? ❞ Lui non rispose alla sua domanda e lei non ebbe il tempo di rifarne un’altra, dopo che Morte apparve in modo teatrale nella stanza. C’era anche Goethe, ma di certo quello più spaventoso era Morte.
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Ora aveva tutto più senso o forse no? Non poteva essere del tutto umana, oppure sarebbe stata chiamata anche lei piccola cosa disgustosa come Xiaochao. Poteva anche spiegare in parte anche il comportamento di Morte e la simpatia di Goethe per lei . Lei non era umana o almeno credeva di esserlo stata per una buona parte della sua vita fino ad adesso. Loro però non sembravano così dispiaciuti della scoperta, come se lo sapessero già in qualche modo. Ora poteva supporre che avessero cancellato i suoi ricordi per qualsiasi cosa che aveva fatto di sbagliato, era sempre stata piuttosto testarda su certe cose. ❝ Quanto tempo è passato? ❞ Stava giocando con le proprie dita quando aveva fatto quell’affermazione. Goethe aveva ignorato il suo sussurro incerto giocando con qualche ciocca disordinata della sua capigliatura (colore). Non sapeva esattamente se era la domanda giusta ma voleva ugualmente una risposta. Morte aveva dato uno sguardo a Tod e lui aveva ricambiato. ❝ il tempo è relativo ora come ora per te come per noi. ❞ Una delle millesime risposte senza senso di Morte per farla zittire, ma non lo aveva fatto questa volta. 
❝ Non puoi ammonirmi  sempre così, e sperare questa volta funzione.❞
Si è alzata, tutto quello che stava succedendo non era frutto di un ragionamento lucido e calcolato, solo pura impulsività, forse una delle poche caratteristiche umane che aveva mantenuto. Si diresse verso il più anziani dei tre mietitori e prese con le mani il bavero di Morte solo per fissarlo più vicino. Il che era un’impresa di per se, con la sua altezza è costretta ad alzarsi sulle proprie punte e tirare il maschio più giù, alla sua altezza. Lui sembrava glorioso e composto come se il suo pugno a trattenere la sua camicia fosse esattamente quello che voleva. ❝ Mi sembra tu sia diventato più audace tutto su un momento. ❞ Le mani di Morte serpeggiano sulla vita della ragazza e la tirò più vicino. Aveva alleggerito per quello che poteva sentire, un po’ il suo peso, avvicinando pericolosamente il suo viso e quello di (nome). ❝ E d'altronde è colpa tua se ora sei bloccata qui nel tuo stato attuale.❞ Non era una gran spiegazione, non che si aspettasse chissà che da lui o dai suoi fratelli. Una delle mani di Morte si era spostata ad inclinare meglio il viso della ragazza verso di sé, prese rapidamente le labbra sulle sue e con la stessa veloci la sua mano si incastrò nella nuca di (nome). La presa ferma del mietitore non le permetteva di allontanarsi e fare qualsiasi cosa per allontanarsi da lui, in parte anche grazie all’altro braccio avvolto saldamente intorno alla sua vita. Non le mancava il respiro come avrebbe dovuto essere, ma non era più umana, quindi suppone di non essere in pericolo di vita. Ma ora come ora non sarebbe stato poi così male perire tra le sue braccia e fargli patire almeno un quarto del dolore che aveva patito lei. Strinse forte gli occhi, per alleviare almeno un po’ la tortura ma riusciva ancora a sentire i taglienti occhi rossi di Morte su di se e avrebbe scomesso che anche Tod e Godthe la stavano guardando con la stessa fame. 
Solo dopo minuti che sembravano ore, Morte si staccò e la strinse a sé. La differenza di altezza  faceva sì che venisse quasi del tutto nascosta tra il tessuto vaporoso dei suoi vestiti. Sentiva il respiro pesante ma non si sentiva affannata, poi sentiva gli occhi pesanti ma lei non si sentiva stanca. Le abbraccia di morte serpeggiavano tranquillamente lungo il suo corpo immobile. ❝ Come immaginavano ci sono ugualmente degli effetto negati in questa trasformazione. ❞ Ridacchiò come se ci fosse qualcosa di davvero ironico in tutto questo, che lei kon riusciva ancora a trovare. Sposto una ciocca di capelli (colore) tra le sue dita.  ❝ Ma sono sicuro che lentamente ci farai l'abitudine alle nuove attenzioni che riceverai. ❞ Aveva taciuto, non era dell’umore per poter rispondere o controbattere. Morte la tirava lentamente sempre più verso di sé e di conseguenza anche in quella voragine di oscurità in cui dubitava ne sarebbe mai uscita.
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lunamarish · 2 years
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Anais,
tutto quello che posso dire è che sono pazzo di te. Ho cercato di scrivere una lettera ma non ce l’ho fatta. Ti scrivo in continuazione – nella mia testa – e i giorni passano e mi chiedo che cosa penserai tu. Aspetto con impazienza di vederti. Martedì è troppo lontano. E non solo martedì – mi chiedo quando verrai e se passerai la notte con me. Quando potrò averti per un bel po’? E’ un tormento per me vederti solo poche ore, e poi dover rinunciare a te. Quando ti vedo, tutto quello che avrei voluto dirti se ne va in fumo – il tempo è così prezioso e le parole sono estranee. Ma tu mi rendi così felice perché posso finalmente parlarti. Amo la tua vivacità, i tuoi preparativi di fuga, le tue gambe come una morsa, il calore fra le tue cosce. Sì, Anais, voglio smascherarti. Sono troppo galante con te. Voglio guardarti a lungo e con ardore, toglierti gli indumenti, coccolarti, esaminarti. Lo sai che ti ho guardata appena? Sei rivestita ancora di una sacralità eccessiva.
[...]
Anais, non so come dirti ciò che provo. Vivo in un perenne stato di attesa. Arrivi, e il tempo vola come in un sogno E’ solo quando te ne vai, che mi rendo davvero conto della tua presenza. E allora è troppo tardi. Tu mi instupidisci.
[...]
Mi sto dicendo: “Ecco qui la prima donna con la quale posso essere assolutamente sincero.” Ricordo che tu mi hai detto: “Potresti ingannarmi. E io non me ne renderei conto.” Quando vado per i boulevard e ci penso – potrei ingannarti, sì, e mi piacerebbe farlo. Voglio dire che non posso mai essere completamente fedele – non è da me. Amo troppo le donne, o la vita – se le une o l’altra, non so. Ma tu ridi Anais, amo sentirti ridere.
[...]
Non so che aspettarmi da te, ma è qualcosa che ha del miracoloso. Intendo chiederti tutto, anche l’impossibile, perché tu mi incoraggi a farlo. Sei davvero forte. Mi piace persino il tuo inganno, il tuo tradimento. Mi sembra aristocratico.
[...]
Sì, Anais, pensavo come fare a tradirti, ma non ci riesco. Voglio te. Voglio spogliarti, involgarirti un tantino, ah non so quel che dico. Sono ubriaco perché tu non sei qui. 
[...]
E, cara Anais, io sono tante cose. Tu ora vedi solo quelle buone – o, perlomeno, tu mi persuadi a crederlo. Ti voglio per un’intera giornata almeno. Voglio andare in giro con te, voglio possederti. Non sai quanto insaziabile io sia. O quanto vile. E quanto egoista!
Con te mi sono comportato sempre tutto ammodino. Ma ti avverto, non sono un angelo. Penso soprattutto di essere un po’ sbronzo. Ti amo. Adesso vado a letto – mi costa troppa fatica restare sveglio. Ti amo. Sono insaziabile. Ti chiederò di fare l’impossibile. Che cosa sia, non lo so. Probabilmente tu me lo dirai. Sei più svelta di me.
[...]
Henry Miller, Clichy, 21 marzo 1932, Lettera ad Anais Nin
Lettera completa [QUI]
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crazy-so-na-sega · 9 months
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BRICS: Come e perchè dell’ennesimo inganno -parte 5 "Single Global Currency" 
In breve, nel 1882 nacque in Sudafrica dapprima la De Beers Consolidates Mines, seguita dalla Consolidated Gold Fields, attorno a Cecil Rhodes, Lord Rothschild, Alfred Beit e Barney Barnato, il quale fu costretto a cedere sotto le pressioni di Rhodes e i Rothschild, i quali, a loro volta, in quel periodo esercitavano già un controllo così totale sull’oro a livello mondiale da imporre che il suo prezzo (fixing) venisse giorno per giorno fissato a Londra, cosa che avviene a tutt’oggi, da parte di due sole società: la N.M. Rothschild & Sons e la Mocatta & Goldsmid. Sono queste due a fissare il prezzo dell’oro a livello mondiale, senza contare il fatto che il 70% dell’oro del mondo è contenuto nei Caveau della Federal Reserve (la più grande riserva d’oro del mondo) seguito da quello contenuto in quelli della Bank of England. Vorrei poter approfondire il discorso legato al falso mito del Gold Exchange Standard ecc, ma già l’articolo è lungo, se proseguiamo ancora diverrebbe un poema e non è nostra intenzione ammorbarvi, lo vedremo in un secondo momento. L’importante è comprendere che se mai i BRICS coniassero una moneta legata all’oro (non è detto che accada), non fa alcuna differenza, poichè è il potentato che c’è dietro che ne trae beneficio ed è quello stesso potere che sta manovrando tutto, attraverso le rispettive banche centrali, private, i fondi, le multinazionali, specie quelle operanti nel blocco “orientale”. Quello che pochi comprendono è che il Nuovo Ordine Mondiale fatto e finito sono proprio i BRICS, con al centro quella che diverrà l’ex Unione Europea: l’Eurasia. Il dollaro sta cambiando forma, abbiamo già parlato della Unicoin cioè della moneta unica universale o Single Global Currency, il cui creatore è Robert Mundell, lo stesso che ha creato l’Euro.
È stato evidenziato più volte che un Grande Reset non può avvenire se non dinanzi ad uno scenario di crisi economico – finanziaria su scala globale artificialmente creata. Essendo che lo scorso aprile è stata coniata la Single Global Currency (moneta unica universale di Mundell) i paesi di tutto il mondo stanno preparando quelli che sono i deterrenti del Grande Reset e non è un caso che Russia, Brasile, Cina, coordinate dalla Banca dei Regolamenti Internazionali, siano state le pioniere delle CBDC. Il Rublo digitale è già attivo, lo stesso vale per Cina e Brasile, l’Europa sta ultimando gli ultimi test, abbiamo ancora voglia di farci raccontare la favoletta del bipolarismo o della multipolarità che non c’è mai stata? Come scritto e provato da Morrison Bompasse nel testo intitolato “Single Global Currency” e confermato recentemente da Klaus Regling (creatore del MES) una qualsiasi valuta sia essa digitale o di altra natura, nazionale o addirittura regionale, dovrà fare riferimento alla Single Global Currency. La Moneta Unica Universale così come tutte le valute liquide, le CBDC ecc nessuna esclusa, sono di totale controllo della Bank for International Settlements, cioè la Banca per i Regolamenti Internazionali. Bompasse, così come Mundell stabilirono proprio Basilea (dove appunto risiede la BRI) il centro nevralgico per la gestione della Moneta Unica Universale e non è un caso, così come non è un caso che la DCMA (l’autorità monetaria che l’ha coniata) sia stretta partner della Banca dei Regolamenti Internazionali. E non è un caso che vi siano in corso numerosi test delle CBDC nello stesso tempo in cui stanno testando la Single Global Currency. Per la cronaca:
youtube
La tecnologia delle rispettive CBDC utilizzate a livello nazionale che si adatterà meglio, come specificato dallo stesso Regling, andrà ad aggiornare entro il 2025/2030 quella della Single Global Curency per essere definitivamente adottata. Si consiglia la lettura degli altri articoli da noi scritti, in particolare: “La Russia, Vladimir Putin e gli insiders di Wall Street”; “Storia dei grandi Reset”; “Unione Europea e Nuovo Ordine Mondiale”.
Conclusioni
Se si darà il consenso alla Russia, alla Cina, al falso mito dei BRICS, a Trump e all’Eurasia sarà la fine. Gli usurai, con l’inganno avranno vinto di nuovo. Se si rifiuta sia una parte che l’altra e si capisce che il potere è uno solo, allora abbiamo una possibilità. La saggistica, i documenti e i fatti che approfondiscono il tema di come è stato prospettato il cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale fatto e finito è vasta, così come sono altrettanto vaste le modalità con le quali sia stata messa in atto una macchinazione continua fatta di menzogne atte a manipolare la storia dei popoli canalizzando i loro pensieri, emozioni, scelte e dissenso in un modo ben preciso da parte di quel potere usuraio che muove tutto. Tutto questo ha permesso a quest’ultimo di operare indisturbato da dietro le quinte attraverso un perenne passaggio della fiaccola che non ha fatto altro che distruggere e ricreare a suo piacimento inebetendo le menti delle persone, corrompendone i cuori, spogliandole di ogni forza di volontà e asservendole a dettami funzionali alla perpetua schiavitù della mente e dello spirito. Dietro ad ogni rivoluzione, guerra, crisi, carestia, genocidio, cambiamento c’è sempre quello stesso stramaledetto potere. O lo si capisce, lo si accetta e lo si affronta smettendo di credere alle favole o ai miti salvifici da loro proposti come sempre nella storia per poi far cadere i popoli sempre di più nell’oblio, oppure, tra il 2025 e il 2030 il sipario calerà definitivamente. Bisogna rendersi conto che l’appartenenza media dei no vax al falso mito di Putin/Trump e quella dei si vax all’Europa, NATO ecc è tutto frutto di una loro manipolazione in cui i popoli sono caduti. Non è un caso questa ennesima guerra orizzontale che ha portato a tale divisione in fazioni. Hanno canalizzato il dissenso esattamente come hanno sempre fatto e lo hanno portato dove volevano creando la malattia avendo già la cura in mano per arrivare allo step successivo. Vogliono il consenso, prima ancora dell’uso della forza. Continuare a parlare di vaccini o di finte commissioni di inchiesta atte a distrarre non fa altro che alimentare il loro gioco. Accanirsi nel chiedere una giustizia che non arriverà mai non fa altro che alimentare il livore delle persone, il quale le incatena ad un immobilismo che impedisce di reagire. Così facendo la popolazione mondiale non si rende conto di quanto sia rimasta indietro rispetto ai piani dell’Agenda che stanno portando avanti. Tutto è utile alla distrazione per fare in modo che i più guardino il dito ma mai la luna. Non basta essere consci della realtà dietro le vaccinazioni per definirsi svegli. Quella non è nient’altro che una misera briciola rispetto a tutto il resto. E che cos’è questo resto? Quella che il grande Gary Allen, nel 1972 così definì: COSPIRAZIONE.
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canyousayineffable · 9 months
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Good Omens ficlet /// I
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La porta del negozio si aprì con uno scampanellio.
"Siamo chiusi!" trillò Muriel senza staccarsi dal libro che aveva in mano.
Ma sorrise, mentre lo diceva.  Lo faceva sempre. Sembrava importante.
Se ne stava sulla sua poltrona preferita (una poltrona! Tutta per lei!) con le gambe in su, appoggiate lungo lo schienale, e la testa in giù, il naso affondato fra le pagine.
Chi avrebbe mai pensato che si potesse stare seduti così? Non Muriel!
Ma non c'era nessuno a dirle di non farlo. Alla poltrona non sembrava dare fastidio. E inoltre, mettersi a testa in giù le dava una stranissima vertigine e faceva rimbalzare in buffe molle i suoi riccioli bruni, e questo non mancava mai di farla ridere.
E quella era solo una delle cose curiosissime che aveva scoperto vivendo dentro la libreria!
Per esempio, un pomeriggio si era seduta sulla sua poltrona mentre il sole entrava dalla finestra. 
Ah, si chiamava Jane.
La poltrona, non il sole.
E insomma quel pomeriggio, mentre se ne stava insieme a Jane nei raggi caldi che facevano luccicare i vetri, le era capitato di addormentarsi.
Che sorpresa quando aveva riaperto gli occhi e aveva scoperto che nel frattempo si era fatta notte, la finestra si era riempita di lucine elettriche e la tazza di tè che aveva preparato si era tutta raffreddata!
Aveva subito riscaldato Jane (la tazza, non la poltrona. Anche la tazza si chiamava Jane. A Muriel piaceva molto il nome Jane, e le piacevano anche Jane la poltrona e Jane la tazza da tè). Poi era rimasta a guardare dalla finestra finché il sole non era spuntato di nuovo, e a Muriel era piaciuto moltissimo anche quello.
Pensare che quando era arrivata, per un bel pezzo non aveva osato toccare niente. Se ne era restata in piedi davanti alla porta, piuttosto confusa, aspettando che qualcuno le desse qualcosa da fare.
Finché un bel giorno non se lo era dato da sé: dopotutto, tutto intorno c'erano moltissimi, moltissimi libri. E anche il Metatron aveva detto che leggere era un'eccellentissima occupazione!
Quando poi aveva ricevuto anche indicazioni su cosa non fare, aveva scoperto che presidiare la libreria non richiedeva quasi alcun intervento da parte sua; e di avere a disposizione proprio tantissimo, tantissimo tempo. Tempo! Per lei! Tutto il tempo che voleva, in effetti; e tutti i libri che voleva; e Jane, e Jane, e il sole, e nessuno a dirle di smettere.
Ecco dunque che se ne stava a testa in giù con in mano un libro dal titolo Omicidio sul Nilo, ansiosa di scoprire dove l'avrebbe portata questa volta il signor Poirot.
(...A Muriel piaceva moltissimo il signor Poirot. In effetti, le piaceva quasi più di chiunque altro conoscesse, e perfino di Jane. Jane, la tazza, non Jane, la poltrona. Ma anche con Jane era un testa a testa piuttosto serrato).
Quando il campanello suonò, quindi, Muriel rimase sprofondata nella suo libro, riemergendo appena quel che bastava per annunciare allo sbadato visitatore che sì, il negozio era proprio chiuso, come era ormai da un bel pezzo, e come diceva anche il grande cartello appeso sulla porta. 
"Lo vedo bene, Muriel," disse una voce gentile; "sono venuto solo per fare visita a te."
A quelle parole Muriel staccò finalmente gli occhi dal libro.
"Arcangelo Aziraphale!" esclamò gioiosamente, prima di estrarsi con qualche sforzo dalla poltrona. Si rimise dritta e fece un piccolo inchino. "Benvenuto nel negozio di libri!" 
A Muriel piaceva molto anche Aziraphale, col suo fare incoraggiante e la montagna di cose che sapeva sugli esseri umani e sul mondo materiale.
La prima volta che era stata mandata sulla Terra si era molto dispiaciuta di averlo dovuto trarre in inganno, presentandosi astutamente come Ispettore Agente di Polizia; ma per fortuna, Aziraphale era facile al perdono. 
Questa era la prima volta che lo rivedeva dopo la sua felice reintegrazione nei ranghi celesti, e sembrava...
Muriel sentì gli angoli delle labbra tirare spiacevolmente verso il basso; provava una strana sensazione che le faceva desiderare di tenere fra le mani il tepore confortante di Jane, la tazza. Così si schiarì la voce e, nel modo più urbano che le riuscì, chiese "Tè..?"
"Oh, grazie, mia cara. Con molto piacere."
Muriel si ricordò di sorridere e si diresse nel retrobottega dove abitavano Jane e le altre tazze. Ne riempì due, cercando di prendere tempo e venire a capo di quella sensazione.
Il fatto era che l'Arcangelo Aziraphale sembrava... diverso. 
Come il cielo fuori dalla finestra, quella volta che si era addormentata, sembrava aver perso la propria luce; dove prima c'erano calore e il riflesso del sole che rideva danzando sui vetri, adesso c'era solo tanto silenzio. 
Sorrideva sempre, ma il suo sorriso assomigliava a una grande sala da ballo quando tutti se ne sono andati.
Muriel sentì il cuore farsi più piccolo; per farsi forza, pensò al signor Poirot.
Tornò nel negozio e vide Aziraphale ancora in piedi, con le mani strettamente serrate in grembo.
Muriel sentì l'ansia aumentare, ma si fece avanti brandendo coraggiosamente le due tazze. 
"Se le va di sedersi," disse porgendone una all'Arcangelo, "a Jane farà sicuramente piacere."
Per un istante Aziraphale la guardò senza capire, pur accettando la tazza di tè con un gesto automatico. Poi guardò la stanza, volgendo gli occhi sugli scaffali pieni di libri, le poltrone e il vecchio sofa; e sul suo volto passò una contrazione dolorosa.
"Grazie, cara," replicò con voce un po' soffocata. "Meglio...meglio di no." 
Bevve rapidamente un sorso di tè, facendo tintinnare appena la tazza contro il piattino.
"Dopotutto, sono solo di passaggio," mormorò, mentre esitante rivolgeva lo sguardo verso la finestra affacciata sulla strada.
E Muriel rimase in silenzio, senza sapere cosa dire, ma con la sensazione che quel tè fumante fosse l'ultima traccia di calore e vita in un universo improvvisamente vuoto.
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noodl0s · 1 year
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“Anaïs, I don't know how to tell you what I feel. I live in perpetual expectancy. You come and the time slips away in a dream. It is only when you go that I realize completely your presence. And then it is too late. You numb me. [...] This is a little drunken, Anaïs. I am saying to myself "here is the first woman with whom I can be absolutely sincere." I remember your saying - "you could fool me, I wouldn't know it." When I walk along the boulevards and think of that. I can't fool you - and yet I would like to. I mean that I can never be absolutely loyal - it's not in me. I love women, or life, too much - which it is, I don't know. But laugh, Anaïs, I love to hear you laugh. You are the only woman who has a sense of gaiety, a wise tolerance - no more, you seem to urge me to betray you. I love you for that. [...]I don't know what to expect of you, but it is something in the way of a miracle. I am going to demand everything of you - even the impossible, because you encourage it. You are really strong. I even like your deceit, your treachery. It seems aristocratic to me”.
“Anaïs, non so come dirti cosa provo. Vivo nell'attesa perpetua. Tu vieni e il tempo scivola via in un sogno. È solo quando te ne vai che mi accorgo completamente della tua presenza. E poi è troppo tardi. Mi hai intorpidito. [...] Questo è un po' ubriaco, Anaïs. Mi sto dicendo "ecco la prima donna con cui posso essere assolutamente sincero". Ricordo che hai detto: "potresti prendermi in giro, non lo saprei". Quando cammino lungo i viali e ci penso. Non posso ingannarti, eppure mi piacerebbe. Voglio dire che non posso mai essere assolutamente leale - non è in me. Amo troppo le donne, o la vita, che sia, non lo so. Ma ridi, Anaïs, mi piace sentirti ridere. Sei l'unica donna che abbia un senso di allegria, una saggia tolleranza - non più, sembri spingermi a tradirti. Ti amo per quello. [...] Non so cosa aspettarmi da te, ma è una specie di miracolo. Ti chiederò tutto, anche l'impossibile, perché tu lo incoraggi. Sei davvero forte. Mi piace anche il tuo inganno, il tuo tradimento. Mi sembra aristocratico”.
Anaïs Nin- “A literate passion”
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thesimplewolfman · 1 year
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Le Bolle Papali
il perché siamo schiavi
Prendendo conoscenza del background storico, politico ed economico dietro questa operazione legale epocale, vi potrete rendere conto da soli delle enormi implicazioni giuridiche e sociali derivanti dal pignoramento delle corporations mondiali e le implicazioni che nel lungo periodo, confluiscono in un nuovo paradigma della condizione umana.
I^ Bolla Papale
UNAM SANCTAM ECCLESIAM (1302 D.C.)
Papa Bonifacio VIII
• La terra è mia
• La proprietà non esiste
• Gli uomini sono tutti morti in mare
Le figure del Trust
• Garante: Dio
• Disponente: I Gesuiti, istituiti dai Veneziani, tramite l'Ordine dei Frati Francescani Minori, Ordine dei Gesuiti
• Amministratore: Bonifacio VIII
• Beneficiari: Cristiani
Tutto del Vaticano
"Dio" ha affidato tutti i titoli e le proprietà della Terra al Vaticano.
Curiosità
Bonifacio VIII è l'unico personaggio vivo che Dante Alighieri colloca all'Inferno nel girone dei Simoniaci della Divina Commedia, a causa della sua malvagità. Questo gli costò l'esilio a vita dalla sua bella Firenze. La famosa Bolla Papale di Bonifacio VIII costituisce forse l'ultimo episodio del conflitto plurisecolare tra potere spirituale e potere temporale. Possiamo far risalire tale conflitto alla fine del V sec., alla dottrina delle "Due Spade", quella Spirituale e quella Temporale che appartengono rispettivamente al Vaticano ed al Re ma il secondo la potrà usare solo ed esclusivamente in favore della Chiesa. Segue poi il Lascito di Costantino, altro inganno legato ad un documento falsificato di pugno da Papa Silvestro che, seppure scoperto nel 1440, non è mai stato annullato. Con esso L'imperatore avrebbe attribuito a Papa Silvestro ed alla Chiesa, più in generale, immensi lasciti e potere temporale su tutto l'Impero fino a Costantinopoli.
L'affermazione del Papa sull'Imperatore si conclude con le bolle papali. Usate negli anni in modo unilaterale per definire su misura i confini del recinto schiavista verso i popoli. Infatti, per il gioco delle Bolle Papali, assistiamo alla spartizione di Anime, Terre ed Uomini, fra Papa e Re.
Papa Bonifacio VIII si auto-dichiara abusivamente unico e legittimo erede di Noè e quindi di DIO, l'Arca di Noè viene equiparata alla Chiesa (osservate la dicitura ''navata centrale'' delle chiese…).
Il Diluvio Universale viene utilizzato per creare un parallelo con il Diritto Marittimo che regola il traffico delle merci e, poiché noi siamo considerati sia merci che dispersi in mare dopo il diluvio e quindi dopo la nascita, voilà il gioco è iniziato!
II^ Bolla Papale
ROMANUS PONTIFEX (1454 D.C.)
Papa Niccolò V
• Pieni poteri agli infanti del Portogallo
(invadere, ricercare, soggiogare, qualsiasi pagano diffondendo la fede)
Le figure del Trust
• Garante: Pontefice
• Disponente: La Curia Romana
• Amministratore: Collegio dei Cardinali
• Beneficiari: Gli infanti del Portogallo (tutti i Principi sulla terra dei Papa)
Tutti dichiarati Dispersi in Mare
Certificato dalla Bibbia come Codice di Diritto Nautico, siamo tutti dispersi in mare. Pieni poteri agli Infanti del Portogallo (invadere, ricercare, soggiogare, qualsiasi pagano imponendo la fede cattolica).
Le terre vengono cedute a Re e nobili e la proprietà del singolo non esiste.
III^ Bolla Papale
AETERNIS REGIS CLEMENTIAS (1481 D.C.)
Papa Sisto IV
• Concede il bene degli esseri umani che abitano sulla terra, considerandoli incompetenti, incapaci e soggetti ad amministrazione coatta
Le figure del Trust
• Garante: Pontefice
• Disponente: La Curia Romana
• Amministratore: Collegio dei Cardinali
• Beneficiari: Il Principe che regna sugli «infanti» uomini e donne assoggettati ad amministrazione coatta
Tutti dichiarati Morti, anche spiritualmente
Il Papa dunque reclama tutta l'autorità, tutta la proprietà, sia spirituale che temporale, fino a quando i "dispersi" torneranno a reclamare i loro diritti. Il Papa concede ai Re il bene degli «esseri umani» che abitano sulla terra, considerandoli incompetenti, incapaci e soggetti ad amministrazione coatta, e riducendoli in schiavitù.
Dal 1537 sono state emanate altre bolle, a partire da papa Paolo III e la sua "LICET AB INITIO", il cui contenuto sembra farsi "misterioso"...
Ne consegue l'origine del TRUST con l'applicazione del Diritto Marittimo dell'Ammiragliato
Governi = Corporation
I governi sono (erano) corporations. Il fenomeno dei Governi Aziendali è dimostrato non solo dal modo in cui i governi si comportano relativamente al Trust governativo (rivestendo cioè il ruolo di Beneficiario e non quello di Fiduciario), ma risulta anche dalla documentazione ufficiale: Gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia, il Regno Unito, la Francia, l'Italia, il Brasile, il Giappone, il Sud Africa (e l'elenco potrebbe continuare...) sono tutte società private che gravitano alle dipendenze degli Stati Uniti, registrate come tali presso la SEC - Security & Exchanges Commission americana e operanti, in quanto tali, a nostre spese. "Il sistema" è di natura oligarchica, essendo orientato al solo profitto di "pochi" e sostenuto dal lavoro del resto della popolazione.
Persone = Corporation
Le persone sono (erano) corporations. Al momento della registrazione all'anagrafe, il certificato di nascita firmato dai vostri genitori viene utilizzato dal Governo Aziendale per avviare un trust a vostro nome. Questo trust è utilizzato come collaterale per un conto di garanzia che viene creato e finanziato a vostro nome. Siete voi i beneficiari di questo trust, ma nessuno vi dice che esiste. Se non sottoscrivete un testamento entro il compimento del 7° anno di età, il Governo Corporativo vi dichiara defunti e in base al Diritto Marittimo siete ufficialmente considerati dal sistema come "dispersi in mare". Il Governo Aziendale assume quindi il controllo finanziario della vostra eredità patrimoniale e, consapevole del fatto che la maggior parte di voi vive oltre i 7 anni, continua a trattarvi come schiavi. I fondi generati dalla monetizzazione della vostra vita – usando voi stessi a garanzia – vi vengono prestati quando domandate finanziamenti bancari, mutui, ecc. Siete poi costretti a lavorare per ripagare al sistema i fondi più gli interessi. Legalmente, non avete alcun diritto perché siete considerati "deceduti" dall'età di 7 anni. Avete perso. Cliccate qui per info sul vostro rapporto con il trust governativo.
Informazioni distorte e occultate
I mass media sono lo strumento utilizzato dai Governi Aziendali per fare propaganda direttamente a casa vostra. I media sono usati per manipolare la percezione pubblica delle azioni e delle omissioni dei governi, per rafforzare norme sociali, limiti e comportamenti, e per vendervi ogni sorta di robaccia mediante la creazione di un bisogno e la fornitura di un prodotto che lo soddisfi. La cosa non è limitata soltanto ai media: la psicologia del vecchio paradigma è rafforzata anche dalle istituzioni educative e religiose. Società, governi e media dicono tutti le stesse bugie. Fanno tutti parte della stessa bestia.
Schiavizzazione di massa
Di conseguenza, la struttura economica mondiale è (era) un meccanismo per la schiavizzazione di massa. La schiavitù è un sistema in cui le persone sono trattate come proprietà e costrette a lavorare. Dal momento della loro cattura, acquisto o nascita, gli schiavi sono trattenuti contro la loro volontà e privati del diritto di andarsene o rifiutarsi di lavorare.
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abr · 1 month
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Ogni giorno, ciascuno di noi decide quanta parte del suo lavoro, della sua socialità, dei suoi sentimenti vuole condividere online, quanta parte di sé vuole mettere in mostra.
L’ascesa dell’autopromozione sui social media ha fatto sì che oggi, per le persone, costruire un personal brand sia una sorta di seconda natura. (...) Promuovere se stessi e il proprio lavoro è diventato tanto importante quanto saper fare il proprio lavoro. Avere un seguito è diventato il paradossale prerequisito per crearsi un seguito. (...)
Che cosa c’è di male? (...) Sheryl Sandberg, ex responsabile operativo di Meta e per lungo tempo braccio destro di Mark Zuckerberg,(...) ha spiegato: “Perrier è un brand. Crest è un brand. Le persone non sono così lineari. Quando ci impacchettiamo, diventiamo inefficaci e inautentici. Il mio consiglio è: non impacchettatevi”.
(L)a situazione (potrebbe sfuggire) di mano: (per) costruire il loro brand personale, le persone devono essere ‘always on’, aggiornando il profilo social più volte al giorno con dei contenuti attentamente curati e che vadano incontro ai gusti delle persone con cui vogliono socializzare o lavorare (...) . Ciò introduce una forma di costante automonitoraggio. Costringe a essere molto strumentali nei confronti della propria vita personale. (...) È assodato come la necessità di essere “always on” (...) sia direttamente collegata al drammatico aumento dei casi di burnout, (...) uno stress cronico non gestito, mostrandoci sempre performativi, sempre sul pezzo (...) mentre nella realtà siamo vittime di ansia, depressione (...).
via https://www.iltascabile.com/scienze/personal-branding/
Evidenziano un tema interessante e attualissimo, bravi, ma questi de IlTascabile lo banalizzano: questa sarebbe una mera degenerazione "neolibberista" (??!!??) dovuta al fatto che là fuori so' tutti freelance. La loro soluzione qual è? Postofisso shtatale pe'tutti ? Il reddito di cittadinanza?
In realtà confondono effetti con cause: "tutti freelance" è un effetto non la causa della cd. FLUIDITA' contemporanea, molto promossa dai benecomunisti (che pur relativisti non sono affatto ma gli fa gioco esserlo: puro inganno tipo taqiyyah islamica, per svellere i pochi punti fermi Occidentali rimasti). E confondono malesseri e scuse con sindromi vere: ma quale snowflake burnout, viviamo in un mondo dove la realtà non esiste più, soppiantata da milioni di Truman Show volontari.
Vale per i ggiovani irrequieti e poco stabili (come da sempre, anche quando FLUIDITA' era sinonimo di narcisismo da IMMATURITA'), vale con fatica anche per i menogiovani hipster che invecchiare non vorrebbero ... quindi non maturano.
Una volta eran casalinghe, oggi fanno le chef virtuali; un tempo promotrici Amway, oggi fanno le influencer di cremine.Ma quali freelance, si autopromuovono tutti, anche gli artigiani, anche chi ha contratto a tempo indeterminato, cfr. LinkedIn. Tutti follower: i veri leader non pubblicano mai granché di se stessi e della loro vita vera, hanno chi fa la NARRATIVA per loro, si fanno seguire non seguono.
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altamareea · 2 years
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Vorrei liberarmi dalle mie angosce multiple, avere un rimedio su cui vomitare ogni possibile soluzione, ogni appetito cospirato. Poter essere chiara con il mondo, e accettare quanto bene mi facciano le persone solo guardandole negli occhi. Vorrei dirti che sei stato un inganno e io un vento freddo, che certuni dovrebbero fidarsi della pelle e non dell’idea. Bere una bottiglia di vino bianco e sentirmi sulla stessa lunghezza d’onda della libertà o della felicità, che poi, si sa, è la stessa cosa. Sentire il sudore lungo le mani, perché, infondo, non so mai cosa dire o quando e se è il momento di dire. Avere addosso un sapore non mio, e regalarmi l’impossibilità delle cose, degli eventi, delle sensazioni. E in contemporanea parlarne a fil di voce.
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vorticimagazine · 4 months
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Valutazioni su Chat IA e cyber sicurezza
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Siamo entrati da pochi giorni nel 2024 e i repentini cambiamenti tecnologici e informatici sono sempre più evidenti.
Questo induce noi di Vortici.it a fare chiarezza su alcune questioni tecnologiche non di poco conto ed ormai sulla bocca di tanti analisti: in particolare Chat IA e cyber sicurezza....
Articolo disponibile in formato audio:https://s5.ttsmaker-file.com/file/2024-01-08-173328_174709.mp3 Si evidenziano diversi fenomeni in costante espansione e ricchi di trappole. Tra questi si annoverano: un aumento degli attacchi hacker sponsorizzati da uno Stato o legati all’attivismo politico, l’interferenza nelle elezioni politiche o nei grandi eventi con l’intelligenza artificiale, diminuzione del phishing(un tipo di truffa effettuata su Internet attraverso la quale un malintenzionato cerca di ottenere informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, fingendosi un ente affidabile in una comunicazione digitale) e più siti fasulli in cui attirare gli utenti. Queste sono alcune delle previsioni per il 2024 nel settore della cyber sicurezza, che di anno in anno ha visto impennare gli attacchi: solo in Italia, secondo l’ultimo rapporto Clusit, questi ultimi sono aumentati di ben quattro volte. C’è poi un’altra emergenza ovvero la formazione sulla sicurezza che fattivamente non tiene il passo alle insidie sempre e comunque dietro l’angolo.
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A fronte delle crescenti tensioni geopolitiche, aumentate a seguito del conflitto in Medio Oriente e dal protrarsi della guerra in Ucraina, il numero degli attacchi informatici promossi da uno Stato potrebbe aumentare nel corso del 2024, osservano gli esperti di sicurezza di Kaspersky. Questi attacchi saranno probabilmente la causa di furti o crittografia dei dati, violazione delle infrastrutture tecnologiche, spionaggio a lungo termine e sabotaggi informatici. E poiché i principali conflitti globali continueranno ci sarà “un aumento dirompente” del fenomeno dell’hackerativismo, come rilevano le previsioni 2024 di Google - Mandiant. L’attivismo online dal canto suo può prendere di mira obiettivi militari e istituzionali ma anche puntare alla diffusione di fake news(false notizie). Nell’anno in corso ci saranno tanti eventi politici, come le elezioni statunitensi a Novembre mentre a Giugno si voterà per le Europee, ma ci saranno anche grandi manifestazioni sportive, tra queste le Olimpiadi che si terranno a Parigi dal mese di Luglio. Occasioni, secondo gli esperti sicurezza di Fortinet, per mettere in atto attacchi informatici.
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In particolare, in ambito politico, crescono i timori per l’uso sempre più diffuso dell’IA(Intelligenza Artificiale) generativa.
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“Probabilmente vedremo l’intelligenza artificiale potenziare l’interferenza elettorale nel 2024 - ha spiegato a Forbes Shivajee Samdarshi, chief product officer di Venafi - Dalla creazione di deepfake convincenti all’aumento della disinformazione mirata, il concetto stesso di fiducia, identità e democrazia saranno sotto la lente”. “L’IA ha creato nuove strade per la criminalità informatica e la vigilanza proattiva contro gli attacchi diventerà una priorità sempre più importante - ha osservato Rob Price, della società Snow Software - Ciò sarà particolarmente difficile perché continueremo a vedere una carenza di persone formate per svolgere alcune delle funzioni di gestione della sicurezza informatica”.
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Infine, gli utenti saranno tratti in inganno sempre meno dal phishing e sempre più dai siti fasulli. Un modo per attaccare meno sfruttato, poiché le e-mail e gli allegati che diffondono malware sono diventati molto diffusi e più individuabili da un sistema anti-spam o dalla maggiore consapevolezza degli utenti. L’obiettivo dei criminali informatici è sempre quello di rubare informazioni alle vittime. La tecnica (subdola aggiungiamo noi) consiste nel trarre in inganno gli utenti attraverso repliche di siti più famosi il cui indirizzo internet varia però di una o due lettere rispetto al dominio più popolare. “Ci sono milioni di collegamenti pericolosi su Internet portano le persone a siti falsi, dove vengono indotte con l’inganno a scaricare virus malevoli che si traducono in attacchi ransomware”, ha affermato il ricercatore di eSentire Keegan Keplinger al sito canadese Record. Anche per l’analista l’altra emergenza nel settore cyber è la formazione, che non tiene il passo all’aumento degli attacchi. Un'ultima considerazione importante: l'intelligenza artificiale è la nuova frontiera tecnologica dalle molteplici sfaccettature. Ci sono aspetti positivi e negativi. Per approfondire questo tema vi invitiamo a seguire l'interessante puntata di Presa Diretta cliccando qui: Intelligenza artificiale del 30/10/2023. Con il presente articolo riteniamo di avervi fornito molti spunti su cui riflettere in generale.Non ci rimane che augurarvi un Buon 2024. Ulteriori approfondimenti della nostra sezione Tecnologia: - L’intelligenza artificiale   Immagine di copertina e altre immagini: Pixabay Read the full article
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giancarlonicoli · 4 months
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14 dic 2023 16:19
SANITÀ MALATA NEL LAZIO – OTTO PERSONE, TRA DIRETTORI ED EX DG DELLE ASL DELLA REGIONE, SONO INDAGATE PER AVER FALSIFICATO I RESOCONTI SUI BILANCI (QUELLI CHE HANNO PERMESSO A ZINGARETTI DI FAR USCIRE L’ENTE DAL COMMISSARIAMENTO) – TRA LORO, ANCHE ANGELO TANESE, GIÀ DIRETTORE DELLA ASL 1 ROMANA E CHIAMATO DA ELISABETTA BELLONI A FARE IL CAPO DEL PERSONALE DEL DIS. TANESE È INDAGATO ANCHE IN UN ALTRO PROCEDIMENTO, INSIEME A ZINGARETTI E ALL'EX ASSESSORE ALLA SALUTE, ALESSIO D'AMATO, PER... -
Estratto da https://etrurianews.it/
Otto indagati tra direttori ed ex direttori generali delle Asl e delle aziende delle aziende ospedaliere del Lazio. Secondo la Procura di Roma avrebbero falsificato i resoconti sui bilanci.
A scriverlo questa mattina sulle pagine della Verità, Paolo Gianlorenzo. I dirigenti avrebbero approvato note di credito inesatte relative a erogazioni aggiuntive ricevute dalla Regione.
I debiti venivano formulati in maniera tale da poter essere poi cancellati attraverso una semplice regolarizzazione contabile, dando un’immagine migliore della reale situazione finanziaria, traendo in inganno i contabili della stessa regione e poi del Ministero dell’Economia.
Proprio grazie a queste note nel 2020 la Regione Lazio è potuta uscire dal commissariamento iniziato nel 2008.
Gli avvisi di garanzia […] arrivano dopo un anno di indagini, nate a seguito dei rilievi fatti dalla Corte dei Conti che ha trovato discrepanze tra le gestione sanitaria accentrata della Regione e i bilanci delle singole strutture. […]
Potrebbero arrivare fino a 900 milioni di euro i crediti sanitari su cui mancherebbero i giustificativi, ma le indagini sono ancora in corso e tanti sono gli interrogativi da sciogliere.
Come detto tra i nomi al momento iscritti a Mod. 21 […] c’è anche il direttore generale della Asl Roma 5 Giorgio Giulio Maria Santonocito che ha sotto il proprio controllo l’ospedale di Tivoli andato a fuoco qualche giorno fa e che potrebbe vedere aggravata la propria posizione.
[…] Un lungo elenco di nomi eccellenti della sanità laziale. Iniziamo con Angelo Tanese direttore generale dal 2017 al 2019 della Asl RM1. Tanese è indagato in altro procedimento con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, e l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, dalla Procura di Roma, in relazione alla vicenda delle nomine nelle Asl, avvenute nel 2019.
Nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, che nasce da un esposto presentato da Fratelli d’Italia, sono coinvolte altre 7 persone e si ipotizza il reato di abuso d’ufficio.
Come anticipato dalla Verità, Angelo Tanese, uomo vicino a Zingaretti e già responsabile del poliambulatorio alla Farnesina ai tempi di Elisabetta Belloni segretario generale, ha lasciato la Asl Roma 1 chiamato a capo del personale del Dipartimento Informazioni e Sicurezza, l’organo di raccordo tra Palazzo Chigi e le agenzie di intelligence AISI e AISE.
Altro nome importante […] quello di Giuseppe Quintavalle nella duplice veste di direttore generale, dal 2017 al 2019, della Asl RM4 (Civitavecchia) e commissario negli anni 2017-2018 della Asl RM5 (Tivoli).
Anche Quintavalle è al centro di diverse inchieste giudiziarie tutt’oggi in piedi che lo vedono accusato di reati piuttosto gravi come quella legata all’ospedale romano di Tor Vergata dove il direttore generale e il neo primario di Cardiologia Francesco Barillà, sono sotto indagine da parte della Procura di Roma per truffa aggravata ai danni dello Stato e falso in atto pubblico.
Avviso di garanzia anche per Vitaliano De Salazar direttore generale negli anni 2018 e 2019 della Asl RM 3 dimessosi a marzo del 2020 perché accusato di corruzione e traffico di influenze […].
Altro nome “nobile” tra gli indagati quello di Narciso Mostarda, medico laziale di lungo corso, fedelissimo del compianto senatore del partito Democratico Bruno Astorre nominato per mettere in opera il “nuovo” ospedale dei Castelli Romani, che i romani chiamano Noc.
[…] Poi c’è Vincenzo Panella, anche lui direttore generale dal 2018-19 e 2020 dell’azienda ospedaliera Policlinico Universitario Umberto I.
Chiudono l’elenco degli indagati Flori Degrassi, direttore generale della Asl RM2 negli anni 2018-19 e Giorgio Casati prima commissario poi direttore generale dal 2018 al 2021 (quando si è dimesso) della Asl di Latina. Tutti gli indagati sono dirigenti nominati dall’ex giunta regionale guidata da Nicola Zingaretti tra il 2017 e il 2020.
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silviascorcella · 5 months
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Calcaterra a/i 20: ascolta il silenzio del superfluo, scopri il bello nell’essenziale
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C’è la poesia della purezza leggera eppur concreta nella moda di Daniele Calcaterra. Il suo è un linguaggio di stile sartoriale squisitamente personale e allo stesso tempo generoso: il suo è il gesto di un couturier italiano che opera con la morbidezza rigorosa della rinuncia agli orpelli per far brillare il bello riposto nell’essenziale delle forme e delle idee. Ogni collezione regala una visione piacevolissima, una conferma confortante e allo stesso tempo coraggiosa: sin dagli esordi professionali, accaduti vari anni or sono di esperienza preziosa, la sua devozione alla moda è infatti sempre una dichiarazione d’intenti virtuosa che ha che fare con la sostanza del mestiere, anziché con la volatilità vanitosa dell’apparenza.
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Con la sua moda, Daniele Calcaterra dichiara la fiducia nell’eccellenza tipicamente italiana di ogni azione che compone la creazione, dalla qualità altissima dei materiali che guidano la concezione dei capi a quella altrettanto perfetta della sapienza che ne rende possibile la realizzazione. Dall’amore per la cultura che suggerisce l’ispirazione, alla convinzione entusiasta riposta nel valore della bellezza che non sfida il tempo: ma lo accompagna nel suo scorrere senza sfiorire mai, perché frutto di quell’autenticità che la rende davvero timeless, ma sempre perfettamente calata nella contemporaneità. E quest’alchimia accade nuovamente e felicemente con la collezione a/i 2020-21. Il titolo che la battezza è già a suo modo preludio di ricercatezza: “What inspires you?”
Prima di fornire la risposta attraverso il carosello di capi e accessori affascinanti, Daniele Calcaterra ci fornisce l’indizio su cui si è inerpicata la sua ispirazione per compiere il percorso di creazione: spiazzante e salvifico, come il messaggio stesso della collezione. Il riferimento ha infatti la stessa sofisticatezza di sostanza della sua moda: l’opera 4’33’’con cui il genio sperimentale di John Cage rivoluzionò il concetto di musica facendo suonare il suo opposto, il silenzio. Era il 1948 quando Cage parlò solo di un ipotesi, un’ispirazione “di comporre un brano di ininterrotto silenzio. Sarà lungo tre minuti o quattro minuti e mezzo, dato che queste sono le durate standard della musica preregistrata, e s’intitolerà Silent Prayer. Inizierà con una singola idea che cercherò di rendere tanto seducente quanto il colore e la forma o la fragranza di un fiore”.
Era il 1952 quando l’opera fu performata per la prima volta da David Tudor a New York davanti ad un pubblico che da un musicista e il suo pianoforte si aspettava di ascoltare una sinfonia di note, e invece si trovò immerso in un silenzio in tre atti. Ed è proprio John Cage ad illustrare il grande inganno del silenzio musicale e la rivelazione della verità in “Silenzio”, il suo libro cult del 1961: “la musica è in primo luogo nel mondo che ci circonda, in una macchina per scrivere, o nel battito del cuore, e soprattutto nei silenzi. Dovunque ci troviamo, quello che sentiamo è sempre rumore. Quando lo vogliamo ignorare ci disturba, quando lo ascoltiamo ci rendiamo conto che ci affascina”. Or dunque, è ascoltando il silenzio che si scopre la presenza, la bellezza peculiare, dell’essenziale. Ecco, Daniele Calcaterra con la collezione a/i 2020-21 fa sua l’intenzione che a suo tempo solleticò l’intuizione di John Cage: ha iniziato con una singola idea, ovvero la rinuncia alla seduzione degli orpelli inutili in favore della semplificazione, e l’ha resa seducente
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“Basico irrazionale”, così Daniele Calcaterra definisce la sua opera, come fosse un percorso di meditazione concreta: l’esercizio sartoriale va dritto a plasmare i volumi e le forme, a scolpire le spalle volitive dei capispalla come nei ‘90s, ad amplificare l’ampiezza dei cappotti che si allargano come mantelle o ad asciugarla come fossero vestaglie, ad equilibrare l’oversize casual con l’appiombo elegante, ad appaiare con i jeans ampi e sdruciti ad arte il cappotto cammello con i baveri affilati o la giacca che sfoggia uno dei rari decori consentiti assieme alle piume, cioè le frange, a disegnare la fluidità dei completi dove la lavorazione delle bordature cieche rendono gonne e pantaloni leggerissimi come coperte, tanto agili da poter essere infilati negli stivali.
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Basico irrazionale perché il minimalismo, quando non è esasperato, ma esercitato con consapevolezza, dimostra che ci si può avvolgere in un ampio cappotto dai bellissimi intarsi geometrici anni ’20, e nel frattempo ci si può infilare nel rigore affascinante di un abito nero che pare appoggiato per caso sul corpo, invece è un piccolo capolavoro di dote di sintesi sartoriale come la palette. Naturalissima, e per questo conferma di ricercatezza purificata.
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Or dunque, niente ostentazione di ascetismi frutto di complessi percorsi concettuali, bensì una risposta moderna alla necessità di lasciar andare il superfluo per ritrovare il godimento di vestirsi della sofisticatezza che proviene dalla sostanza sartoriale maneggiata con cura e passione, con la competenza affinata delle tecniche sartoriali allacciata alla sperimentazione curiosa di materiali pregiati e al rispetto profondo della bellezza femminile. Bravò Daniele Calcaterra!
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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weirdesplinder · 9 months
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Recensione a caldo del libro scifi The Blighted Stars di Megan E. O'Keefe
The Blighted Stars, di Megan E. O'Keefe, è un romanzo scifi inedito in italiano, primo di una serie appena iniziata intitolata The devoured worlds, che al momento non è dato sapere da quanti libri sarà composta, ma sospetto almeno tre. 
Sono sempre alla ricerca di romanzi scifi, da fan di Star Trek, e se contengono anche una storia d’amore ancora meglio e questo libro prometteva molto bene, come potete vedere dalla sua trama.
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Trama: Quando una spia è bloccata su un pianeta morto con il suo nemico mortale, deve capire come sopravvivere prima di poter scoprire la cospirazione che li ha portati entrambi lì.  I pianeti abitabili vengono distrutti non appena vengono trovati e Naira Sharp ne sa il motivo. L'onnipotente famiglia Mercator controlla l'esplorazione dell'universo da decenni e sfrutta tutti i materiali che trova lungo la strada con il pretesto di aiutare l'espansione dell'umanità. Ma ora sembra che il loro sfruttamento minerario stia fecendo morire i pianeti colonizzabili e una resistenza guidata dall’ex guardia del corpo del capo della famiglia Mercator, Naira, ha deciso di fermarli. Dove le vie legali ahanno fallito riusciranno le vie anarchiche, ma il loro ultimo piano va incredibilmente storto fin dall’inizio.  In teoria Naira e altri rivoluzionari dovevano infiltrarsi sulle due navi dei Mercator incaricate di raggiungere un nuovo pianeta appena scoperto, ma Nairasi risveglia nel corpo sbagliato durante un atterraggio di emergenza e peggio ancora si ritrova sul ianeta con un solo pugno di superstiti e Traquin l’erede della famiglia Mercator, e l’uomo che ha confutato le sue accuse in tribunale.   Per sopravvivere e mantenere il suo segreto, Naira dovrà unire le forze con l'uomo che ha giurato di odiare. E insieme scopriranno una trama che è più grande di entrambi.
La sinossi mi aveva tratto in inganno sinceramente, mi ero fatta un’idea della storia molto diversa dalla realtà. Il libro non è incentrato sulla coppia, o il loro rapporto, o meglio non sono al centro della trama, solo un corollario, e nemmeno ben sviluppato sinceramente perchè da dove nasca l’attrazione tra i due proprio non si capisce. Al centro c’è un mistero da risolvere mentre si cerca di restare vivi. E’ l’azione ad essere preponderante in modalità survivor a discapito di un approfondimento dei sentimenti che ho trovato carente, ma anche di struttura narrativa del mondo creato dall’autore. Non ci viene mai spiegata bene la tecnologia su cui si basa i loro sistemi di  carico e scarico delle menti delle personi in corpi diversi o la tecnologia dei loro impianti, e sarebbe stato molto utile invece ai fini della trama sinceramente.Probabilmente l’autrice non la spiega approfonditamente perchè la tecnologia dello scambio di corpi sembra presa pari pari dal romanzo  Altered carbon  di Richard K.Morgan.  Mentre per quanto riguarda il nemico da sconfiggere che ahimè non ha molta personalità si è ispirata a Il lungo meriggio della terra di Brian Aldiss.
Altered carbon, di Richard K.Morgan
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Il lungo meriggio della terra, di Brian W. Aldiss 
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