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#Libreria TIC
marcogiovenale · 6 months
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oggi, 13 aprile, da tic (roma), prima presentazione di "oggettistica" (venite mangiati)
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Del Super-Io cartaceo e dei suoi sensi di colpa sarebbe relativamente facile sbarazzarsi, se solo fossimo animali razionali. Umberto Eco, con generoso spirito tomistico, offrí la prova matematica dell’implausibilità delle richieste che quello scaffale tirannico fa gravare sulla nostra psiche. In una Bustina di Minerva del 1997, Quanti libri non abbiamo letto?, Eco prendeva come riferimento il Dizionario Bompiani delle Opere: «Nell’edizione attualmente in commercio, le Opere contano 5450 pagine. Calcolando a occhio che vi siano in media tre opere per pagina, abbiamo 16350 opere». Non generiche opere, badate, ma classici. Sedicimilatrecentocinquanta classici. Proponeva poi di stimare in quattro giorni il tempo che un lettore medio (uno che ha anche altre cose da fare nella vita) impiega a leggere un libro: «Ora quattro giorni per ogni opera registrata dal Dizionario Bompiani farebbe 65 400 giorni: dividete per 365 e avete quasi 180 anni. Il ragionamento non fa una grinza. Nessuno può aver letto o leggere tutte le opere che contano». Pare facile, vero? Eppure il lettore nevrotico ancora si accosta alle nuove letture facendosi scudo della piú comica, della piú sconsiderata, della piú folle delle metafore: colmare lacune
[...]
Se provassimo a risalire da questa immagine del gruviera culturale all’equazione che può averla generata, scopriremmo che il lettore nevrotico è convinto di avere un’aspettativa di vita che si aggira tra i settecento e gli ottocento anni
[...]
Eppure esiste un luogo in cui continua a vivere la sua vita sonnecchiante, discreta, inavvertita. Questo luogo sono gli scaffali della nostra libreria. Lí la lettura liberata dal tempo non vive solo come vestigio nei libri che abbiamo letto da bambini e che conserviamo perché ci ricordino dei giorni andati; vive anche, segretamente, nei libri che non abbiamo letto ancora e che probabilmente non leggeremo mai. Non trovate che ci sia qualcosa di consolante, in questa dismisura? Il silenzio eterno delle biblioteche infinite non mi spaventa, ma mi rasserena
[...]
È vero, un classico è «qualcosa che tutti vogliono aver letto e nessuno vuole leggere», e quanto piú alta è la montagna di pagine che s’interpone tra il leggere, infinito presente, e l’aver letto, infinito passato, tanto piú possiamo esser certi che quel desiderio resterà inappagato
Cit. "Il lettore sul lettino. Tic, manie e stravaganze di chi ama i libri"
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gammm-org · 3 months
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centroscritture · 3 months
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Oggi h18.30, Libreria Panisperna 220 - Roma (rione Monti) / Nuove Uscite / OGGETTISTICA di Marco Giovenale (Tic Edizioni, 2024) / con Giuseppe Garrera e Valerio Massaroni.
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fashionbooksmilano · 3 years
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Brunetta
Moda Critica Storia
A. Nodolini, A.C. Quintavalle, C. Arata, M.N. Truant
Con gli scritti sul costume di Brunetta e i ritratti di S. Bernasconi, G. Borgese, C. Brigidini, C. Cederna, R. Morioni, B. Nerozzi, A. Piaggi, M.Rovera, I. Vercelloni
CSAC dell’Università di Parma, Parma 1981, 267 pagine,  oltre 300 illustrazioni in nero e a colori da disegni di Brunetta Mateldi
euro 90,00
email if you want to buy [email protected]
Il nome di Brunetta, così si è sempre firmata, resta per il pubblico dei suoi ammiratori legato ai bellissimi disegni coi quali, per venticinque anni, ha illustrato la mitica rubrica di Camilla Cederna per l'Espresso: “Il lato debole”. Se Brunetta fosse stata americana, dice la Cederna, sarebbe diventata famosissima e ricchissima. Era un genio. Se questo non è avvenuto, spiega Maria Pezzi, lo si deve probabilmente al suo segno, decisamente troppo ironico per il mondo italiano della moda. Brunetta aveva la capacità sovrana di porre in caricatura i tic del momento. Aveva talento anche per la scrittura e la pittura: sei anni fa la libreria Einaudi ha ospitato una sua mostra e venduto benissimo molti quadri: ritratti e animali, soprattutto gatti. E' difficile, nel momento della sua morte, ripercorrere la lunga carriera di Brunetta, dagli inizi ai successi degli anni '40 e '50, quando lavorava per Bellezza, per Novità, e la chiamava a collaborare Harper's Bazaar. Brunetta compensava la mancanza di alti riconoscimenti disperdendosi in mille lavori. Ha anche fatto la stilista e la pubblicitaria. Dal ristretto mondo della moda uscì quando negli anni '50 l'Europeo la chiamò a illustrare dei pezzi firmati Sofia e Carolina, scritti dalla Cederna ma attribuiti dalla leggenda a Giancarlo Fusco. Alla nascita dell' Espresso fu della partita e per anni raffigurò, ironizzandole con somma eleganza, le figure femminili che si imponevano sul palcoscenico delle vanità. Piccolissima di statura, poco aggraziata, sola coi suoi gatti per la precoce morte del marito, Brunetta non suscitava invidia tra le colleghe. La ammiravano per la meravigliosa facilità con cui, alle sfilate, ritraeva mannequin, modelle e pubblico, imbastendo sul campo una felicissima critica di costume.
09/12/21
twitter: @fashionbooksmi
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regmastice · 6 years
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Eccomi di nuovo, forte della solita indottrinatura paleocristiana, con un reggiseno sugli occhi e i pensieri tutti protesi verso un futuro di marshmallows filante, le mollezze dei fianchi delle meretrici di Rubens, e qualche robusto bicchiere di alchermes. Non c'è niente da fare, parlare mi commuove sempre. E la mia voce, che mi torna indietro rimbalzata dalle volte a botte di questa fogna cosmica, smuove ancora in me antichissime tenerezze.
Quel libro lì, di cui si parlava qua e forse anche là, è tornato finalmente disponibile alla libreria Modo Infoshop di Bologna (Via Mascarella 24/b). Ultime copie disponibili, con dediche impensabili: potete approfittarne.
A Milano, Roma, Rimini e Firenze invece copie esaurite, forse per sempre.
[AGGIORNAMENTO FEBBRAIO 2019: Tanto per smentirsi subito: nuove copie depositate sugli scaffali dello storico Punto TIC di Roma (via Agostino Bertani 9, a Trastevere)]
[photo: © Yaya Wendy Queen]
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...semplicemente il "diario di viaggio" piu' bello che sia mai stato scritto...in cui l'autore descrive un territorio estremo e affascinante con la leggerezza delle sue pagine migliori...Emozioni, atmosfere, ricordi, incontri, speranze e sogni raccontati con una poesia che ti avvolge, che ti prende per mano...Su malandate imbarcazioni, nelle sale di vecchi alberghi dimenticati, o passeggero sul Patagonia Express, Sepulveda apre la Moleskine e prende nota delle storie, dell'esistenze, dei volti che hanno incrociato la sua strada: aviatori stralunati, radio clandestine, morti di tristezza, villaggi alla fine del mondo, pescatori dell'Angostura, amici dei delfini, anarchici e "capataz". La Patagonia, quella vera, è in questo libro, con tutti i suoi colori, la sua voglia di vivere, il rapporto surreale con il tempo, la rassegnazione al trovarsi al Sud del mondo... la povertà allegra e le storie di cui nessuno sa niente. Tutto rimane scritto nella Moleskine di Sepulveda, il cui percorso si può rintracciare nella cartina messa all'inizio del libro, una vera e propria mappa che genera un tic compulsivo e ti fare avanti e indietro nel libro ogni volta che viene nominato un luogo per cercare di seguire le peregrinazioni dello scrittore e provare a immaginarselo sperduto nei deserti, in riva ad un rio della Patagonia, steso sotto il tetto della notte australe o di fronte allo Stretto di Magellano con la penna in mano...Libro indimenticabile...autentica poesia...#igersravenna #ig_books #libri #instaravenna #consiglidilettura #bookstagram #booklovers #domenicaaperto #luissepulveda (presso Libreria ScattiSparsi Ravenna) https://www.instagram.com/p/CalzztfsiXg/?utm_medium=tumblr
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newsintheshell · 5 years
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MAMMA, QUESTA È L’ITALIA!, il fumetto di Keiko Ichiguchi in anteprima al Salone del Libro di Torino
L’autrice sarà presente allo stand Kappalab per incontrare i fan italiani.
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Dopo aver rivelato agli italiani le vere facce del Giappone, Keiko Ichiguchi racconta alla mamma la sua imprevedibile vita in Italia, con l’occhio di una vera giapponese DOC che vive nel Bel Paese fin dagli Anni Novanta, sposata con un disegnatore di fumetti bolognese. “Mamma, questa è l’Italia!” è il nuovo libro a fumetti dell’autrice che sarà presente sabato 11 e domenica 12 maggio alla nuova edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, presso lo stand Kappalab (Padiglione 3, Stand N28), dove incontrerà i lettori italiani e autograferà l’opera, distribuita in anteprima in occasione della fiera che si svolgerà dal 9 al 13 maggio.
Keiko arriva in Italia dal Giappone con una valigia e la voglia di ricominciare. Non conosce nessuno, ma col tempo trova amici e un compagno per la vita. Le uniche difficoltà? Adattarsi alle idiosincrasie del nostro Bel Paese. Come conciliare gli usi e costumi nipponici con quelli nostrani? E, soprattutto, come rassicurare una mamma giapponese davvero preoccupata del fatto che si possa vivere bene anche in Italia... quando è faticoso capire perfino le sue tante contraddizioni?
Una commedia autobiografica raccontata attraverso vignette che si leggono come un diario intimo e familiare. Con gli occhi imparziali di uno straniero, ma con un amore incondizionato per la nostra terra, Keiko Ichiguchi ci aiuta a scoprire i nostri pregi e difetti, i tic, le ossessioni e le nostre manie più curiose o imbarazzanti... viste dall’esterno.
Il libro (15x21, 176 pagine, b/n, brossura) sarà disponibile in libreria dalla prossima estate, ma già è possibile prenotarlo sul sito Kappalab e riceverne una copia entro fine maggio.
Due parole sull’autrice:
Keiko Ichiguchi è nata a Osaka. Nel 1988 ha vinto un concorso come migliore autrice di fumetti in Giappone, iniziando a collaborare con l’editrice Shogakukan prima e con Kodansha poi. Dopo essersi laureata in lingua italiana, si trasferisce a Bologna continuando la sua carriera di autrice di manga e di saggista. Per Kappalab ha pubblicato i saggi "Non ci sono più i giapponesi di una volta", "Tutto quello che avreste voluto sapere sui giapponesi (ma non avete mai osato chiedere", "Mangaka – La vera storia di una fumettista giapponese in Italia" e i manga "1945" e "America”.
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SilenziO)))
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dlightwoodbane · 7 years
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Incontro con Cassie e Holly (e Sarah!!!)
Ah oggi è anche il compleanno di Daniel! (Tanto perché la fangirl che è in me non si ferma mai) E ricordiamo che potevamo vedere Tom Felton se non era alla Festa dell'unicorno, proprio ieri. Comunque passiamo all'incontro. Clara ancora non si spiega come io non sia riuscita a dire a Cassie che ero e sono super esaltata per il fatto che Alec e io condividiamo la data di nascita, oltre gli scatti da maniaci del pulito (veramente Cassie dice che ha sempre i capelli in disordine e poco lavati, ma per il resto Alexander è un vero casalingo) e l'iperprotettività (sempre più lui che io) In realtà le ho detto di Born to endless night e lei mi ha detto che Max è adorabile, poi le ho mostrato la collana con la mia famiglia preferita e lei ha detto Soooo cuteeee. Praticamente è il mio modo di reagire a ogni scena Kitty (per i Malec non formulo frasi sensate). Tanto per parlare di Born c'era anche Sarah e lei è stata super carina e mi ha detto che ha amato scriverlo e che non riusciva più a smettere (ha fatto tic tic come se stesse scrivendo di fretta e io ero tipo 😍) Ha visto il segnalibro e fa Le parole di Magnus! (Ciao mondo) Sono partita della signing e questo vi fa capire come sto sclerando male(c) solo a raccontarvelo. Perché se sclero per Born, sclero per l'abbraccio inaspettato di Holly. Le do il regalo e lei si è illuminata e si è sporta in avanti. Giuro che non riuscivo nemmeno più ad articolare. Ro di Shadowhunters.it mi fa "Capisco". Però poi mi sono goduta la risata sadica di Cassie quando Isabelle ha chiesto dei suoi amati Clace e io ho riso, ma poi ho lanciato un'occhiataccia alla Sadica. Non si scherza con quei poveri fanciulli! Nell'incontro ho sclerato di brutto sulle 20 pagine di scena hot scritte da Wes, di brutto tipo che scriverei a Wes di continuare così e convincere Cassie che 20 pagine di scena hot vanno benissimo. Amo il fatto che Wes faccia quello che vuole perché far esasperare la Cassie è divertente e può portare buoni frutti. Mi è dispiaciuto che Holly abbia avuto poche domande, però ha dato risposte davvero interessanti sull'essere scrittore e sullo scrivere insieme e condividere la scrittura con un co-autore. Holly ha una voce che mette subito allegria e quei capelli che sono una favola. Amo quel blu. Cassie scandalizzata per l'uccisione di quattro gatti da parte di Holly è stato uno dei momenti più belli. 😂😂😂 Loro due si vogliono davvero bene, si vede da come interagiscono e come anche Sarah sia parte della loro vita. Ora sono tutte e tre insieme in Umbria (anzi quattro c'è anche l'immancabile Joshua -porca vacca non sono riuscita a farmi firmare il Codice, ma la prossima volta ci riuscirò!-) e mi immagino momenti alla Magnus/Catarina/Ragnor. Ah stanno guardando un drama coreano (altro che scrivere) Per quanto riguarda il prossimo libro, ovvero TLH, Cassie mi è sembrata titubante sull'uscita l'anno prossimo. Sembrava voler aggiungere altro, ma poi non ha detto niente. Ci ha fatto solo preoccupare quando si è mal spiegata e abbiamo pensato tutti che ci fosse un rapporto incestuoso tra Jamie e Lucie. Direi che è sicura l'uscita del primo di TEC anche se non è stato espressamente detto, però si capiva che stavano editando. La domanda "Ci godete a farci soffrire (per le morti)?" mi ha fatto morire dalle risate e Cassie ha riso quando gliela hanno tradotta. Ridi ridi, Sadica, ma dopo LoS e l'Accademia c'era poco da ridere. Holly però ha ricevuto tanti applausi per aver salvato personaggi di Cassie, soprattutto Simon. Grazie Holly, sei la nostra migliore alleata 😘 Cassie ha detto che le sue opere di infanzia sono da cestinare, ma le tiene per dimostrarsi che non può essere peggio di così. Holly voleva cestinare la prima copia del suo libro vista in libreria, perché nessuno potesse comprarlo. Cassie ha detto che uno dei personaggi a cui sta più attenta è Magnus e invece ha dato molto di sé in Simon e Tessa. Holly ha detto che affiderebbe a Sarah e Cassie suo figlio, per cui perché non dovrebbe affidare le sue opere e i suoi personaggi? Cassie ha anche detto che non gli piace se l'amore è facile... ma secondo lei non ce ne siamo accorte? 😂😂😂 In tutto questo ringrazio di nuovo le ragazze che erano con me, perché parte della magia l'hanno fatta anche loro. Ulteriori precisazioni: -A Cassie ho dato il fumetto di Raziel (spero che lo legga e le piaccia) e lei È un regalo (con la faccia di chi dice Sto sicuramente dicendo una minchiata in un'altra lingua) per me? Sorpresa dal suo perfetto italiano non so manco se le ho risposto qualcosa 😂😂😂 ma ho annuito. -Ho fatto la foto con Sarah. E mi ha firmato Born to endless night. È DOLCISSIMA. -Grazie alle ragazze di Shadowhunters.it (l'ho già detto su twitter ma mi sembra doveroso anche qui)
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pangeanews · 5 years
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Demetrio Paolin è uno dei pochissimi scrittori italiani viventi di cui non mi perdo un libro. Una antologia per capirci
Ogni giorno vengono pubblicate montagne di libri, molti dei quali romanzi. La maggior parte rimane nell’ombra senza trovare mai la via della luce. Molti altri fanno parlare di sé per un po’ e poi la loro fiamma si spegne per sempre. Pochissimi quelli destinati a durare. In tutta questa gran massa, non siamo quasi in grado di distinguere un autore dall’altro. Voglio dire che non c’è tutta questa differenza di livello tra un autore e l’altro, nonostante le pagine culturali dei giornali si affannino per darci a intendere il contrario. Quello letterario è spesso un palcoscenico fatto di comparse, di protagonisti per un giorno. Rari gli autori per cui vale la pena sbracciarsi e precipitarsi in libreria non appena esce un loro libro. Per quanto mi riguarda, tra i viventi, non ne conto più delle dita di una mano: Kundera, DeLillo, Houellebecq, Joyce Carol Oates. Se penso al nostro Paese sono ancora meno, ovviamente. Ma, credetemi, Demetrio Paolin è uno di questi. Scrive poco, ma quello che scrive è sempre densissimo e intelligente; capace di farti puntare lo sguardo (a volte con raccapriccio) su lati oscuri del mondo di cui ignoravi l’esistenza o da cui ti eri sempre tenuto al riparo. Paolin è sicuramente uno fuori dal coro. E certamente il suo lavoro è frutto di una ricerca personalissima, estranea alle mode. Uno da leggere assolutamente, ogni volta che esce qualcosa di suo. Uno che mette in gioco la sua esistenza quando scrive, come pochi altri. Paolin mette tutto il corpo dentro la scrittura; pare quasi si ferisca, scrivendo. La prima parola che mi viene in mente quando penso a lui è: necessario. Paolin è un autore “necessario”. Sono dichiarazioni che non faccio alla leggera e che mi sentirei di sottoscrivere anche tra anni (almeno per quanto ha prodotto fin qui). Eccovi un esempio del suo universo e del suo stile, tratto dal dittico “Lo stato dell’arte”, Autori Riuniti, uscito da poco.
Gianluca Barbera
***
Da “L’ospite”
Poi suo padre decise che era venuto il momento di andare. “Fammi vedere.” Max allora prese il suo sketch da disegno e glielo mostrò: una serie di linee grigie tagliavano un rettangolo bianco, ogni linea era disegnata con cura e precisione e stava millimetricamente vicina a quella che la precedeva e a quella che la seguiva. In qualsiasi modo si guardasse quello schizzo niente rimandava alla realtà che l��uomo aveva davanti a sé. “Cosa rappresenta questo?” chiese il padre. “Volevo disegnare la luce.” Suo padre aveva chiuso il quaderno e gliel’aveva ridato. Il gesto, il rumore secco della copertina sugli altri fogli, aveva significato per Max una sorta di bocciatura. Negli anni successivi, pur studiando molto la pittura, aveva sempre fatto a meno di carta, pennelli e gli attrezzi del mestiere; e aveva deciso che il suo corpo sarebbe diventato la sua opera. Perché il corpo, perché l’esposizione, l’abuso? Erano le domande che gli rivolgevano durante le interviste o mentre presenziava a una mostra. Lui mentiva, inventava discorsi filosofici e storico/antropologici che lo facevano sembrare il performer più intellettuale della nuova generazione di artisti fiorita negli anni ’90. In realtà era un impostore e del suo corpo gli interessava una cosa sola: la capacità di ingoiare la luce come un buco nero. Il corpo lo distraeva dalla sua una vera ossessione; più usava il suo corpo, più lo corrompeva con azioni, messe in scena, con violenza, più dentro di sé sentiva crescere un vuoto e il suo interno si faceva cavo. Poco alla volta Max aveva sentito di non essere più niente, più incideva il suo corpo o maggiore era la tortura più sentiva dentro di sé crescere un enorme niente. Un torbido niente grigiastro aveva preso possesso dei suoi organi, mucose e cartilagini; questo melmoso nulla uscirà fuori; e finalmente starà bene. Adesso guarda la campagna, lontana da tutti, e ha davanti a sé un’immensa tela da dipingere. Oggi contempla la sua opera prima che nasca. È un autunno bellissimo e lui non è mai stato più disperato di così e per questo inizia dall’alto a sinistra: prende il suo piccolo pennello e la latta di bianco, sale sopra il montacarichi, e comincia.
* * *
In questi giorni ho un ospite, e questo mi ha distratto dallo scriverti. Una piccola volpe ogni notte viene a trovarmi, le prime volte si è avvicinata furtiva agli avanzi di cibo che avevo lasciato nel cortile. Credo che abbia scavalcato o abbia trovato un buco nella cancellata. Era affamata e forse per questo motivo si è spinta fino a me. Io sono stato molto fortunato a vederla la prima volta, mi ero assopito nello studio e dalla porta aperta ho visto due occhi luminosi, come quelli dei gatti, che si aggiravano. Sono rimasto in silenzio e immobile, poi sono strisciato fino al cortile, curandomi di non farmi scoprire. È così l’ho vista, la luce della luna tagliava in diagonale lo spazio, e la volpe era pienamente illuminata. Un animale stupendo. Nel vederla mi sono commosso, mi sono sentito parte di qualcosa che fino ad allora mi era sembrato precluso. Così ho cercato il modo di farla tornare e nei giorni successivi le ho lasciato cibo e tranquillità, ho deciso di non sporgermi più a guardarla così che si sentisse perfettamente a suo agio. La mattina riconoscevo i segni del suo passaggio. Mi interessava che venisse, non che io la vedessi: non mi interessava diventasse mia, ma che io e questo luogo diventassimo suoi. Credo dopo questi mesi di esserci riuscito. Ne ho avuta la certezza qualche sera fa, poco prima di ricevere la tua accorata, benché ironica, lettera. Io ero all’aperto e mi stiravo la schiena appoggiato al muro, godendo dall’edera fresca che gli cresce sopra, quando la volpe è arrivata e mi si è messa davanti. Si è avvicinata e ha incominciato ad annusare me, il muro e le radici dell’edera. Io sono stato felice, perché in lei non ho visto nessuna paura o timore. Io non ero più un pericolo o un altro animale che aveva invaso il suo territorio, io ero semplicemente parte della natura: non c’era nessuna differenza tra me, le piante dell’orto, le frattaglie che lasciavo per cibo. Ero diventato naturale, ero un essere vivente, ma non ero più un essere umano. Ero regredito a batterio, virus o spugna: mi ero fatto piccolo, fino a sparire. E in quel preciso instante ho capito il significato segreto dell’opera che andavo costruendo.
*
Da “Il quadrato nero di M.”
Non ho più voglia di scrivere; l’ho capito questa estate al mare, mentre guardavo il cielo e l’acqua entrambi verdastri la mattina. Mia figlia e mia moglie si mettevano la crema e osservavo loro e le altre persone. Ascoltavo i loro discorsi, li registravo, notavo i loro tic, collegavo certe frasi le une alle altre, interpretavo segni, gesti, minuzie e attenzioni. Mi dicevo: ne avrei per scrivere un romanzo o un racconto, potrei averne anche per scrivere un saggio. Poi guardavo l’immensità verdastra davanti a me, la complessità dei riflessi della luce sull’acqua, la precisione con cui l’onda si infrangeva sulla battigia, il modo con cui le nuvole cedevano la loro forma sulle montagne alle mie spalle e mi dicevo: Ecco potrei scrivere una poesia, un poemetto o una frase brillante. Invece nulla. Poggiavo la mia testa sullo sdraio e mi addormentavo per lungo tempo. Quando mi svegliavo tutto era passato. Se nei primi giorni questa sensazione di povertà mi ha reso triste, con il tempo essa è diventata seducente come una casa total- mente vuota e abbandonata. Così, senza aver più nulla da dire, nei lunghi pomeriggi con il sole a picco sulla testa, ho guardato meglio dentro di me, sono tornato indietro a quando mettevo sulla pagina i miei primi lavori per capire come mi sentivo allora. Scrivere mi è sempre sembrata un’attività faticosa: stare seduti ore a pigiare le lettere su una tastiera, cercando di mettere in fila una frase che non fosse solo di senso compiuto, ma che contenesse una certa dose di bellezza e di interesse. Se ci pensate è strano che a scuola ci facciano studiare la vita di uomini e donne che per la maggior parte del tempo stanno curvi su un tavolino. Di quelle lunghe ed estenuanti ore ricordo un certo benessere che pervadeva il corpo. Non saprei come descriverlo se non come un maligno divertimento. Io mi divertivo a scrivere, mi divertivo a passare i giorni davanti allo schermo a digitare parole. Ora ci dovremmo mettere d’accordo sul termine divertire, perché immagino che come tutte le parole neppure questa sia così semplice e neutra. Per me divertire ha il significato di distogliere lo sguardo da. Scrivere era divertente perché mi faceva volgere lo sguardo. Poi è successo un fatto, che è stato bizzarro, ma è accaduto. Le mie parole sono diventate pubbliche, che poi era quello che volevo, perché la dose di narcisismo in chi scrive è altissima; e queste parole pubbliche sono piaciute e la gente ha incominciato a vedere delle cose profonde e interessanti nelle mie parole; delle cose che io non vedevo, ma che mi sentivo in dovere di replicare; un dovere che potrei definire come un continuare a produrre quello stupore di profondità negli occhi dei miei lettori. La scrittura è diventata un lavoro; anche questo pezzo se ci pensate bene è nato così. Una persona che pensa che io scriva cose interessanti mi chiede di scrivere qualcosa per un libro che deve pubblicare. Io apro il pc e scrivo le mie pagine: una parola dopo l’altra, una frase dopo l’altra. Aggiungo un paragrafo e ne tolgo un altro, ne modifico uno e ne taglio un altro. E così via, finché non mi dico che il pezzo va bene e può essere letto. Sono anni che vado avanti in questo modo come se fossi una scimmia ammaestrata. Cosa ci si aspetta da me? Penso di averlo abbastanza chiaro: una narrazione disturbante, ma chiara e nitida nelle forme, quasi banale, con alcune immagini forti e uno sguardo disperato sul mondo. È questo che si vuole da me.
*
In una casa, che potrebbe essere simile alla mia, o che è proprio la mia, un uomo di quarantaquattro anni è seduto davanti a un tavolo di legno e scrive al pc. Quest’uomo è così uguale a me che voi lettori considerate tutto ciò che leggete come perfettamente attinente alla mia vita privata, in una parola lo considerate “reale”: reale è il quadro astratto davanti a me, reale l’acquario con il pesce rosso, reale la cameretta della bimba, reale la camera da letto alla destra dell’uomo, che poi sono io, che scrive, e reale la donna di colore legata al letto di ferro battuto con fascette di plastica nere, che le stringono i polsi e le caviglie. L’uomo, che poi sono io, scrive: sta correggendo un saggio che parla di storia dell’arte. In particolare, sta scrivendo del Quadrato nero di Malevic. Mentre fa dei ragionamenti astrusi su questo quadro, si alza e raggiunge la donna nera che è legata al letto. Mentre cita brani dell’estetica di Kant e del sublime di Burke, l’uomo, che poi sono io, incide la pelle nera della donna con un lama piuttosto affilata. Il sangue sgorga dai tagli lentamente, perché l’uomo sta lacerando l’epidermide solo sulla superficie. Poi l’uomo torna alla scrivania e si chiede in che modo potrà giustificare con sua moglie quel sangue sulle lenzuola.
Demetrio Paolin
L'articolo Demetrio Paolin è uno dei pochissimi scrittori italiani viventi di cui non mi perdo un libro. Una antologia per capirci proviene da Pangea.
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tmnotizie · 6 years
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SAN BENEDETTO – Silvana Giacobini, martedì 10 luglio alle ore 21,30 in Piazza Sacconi, al Paese Alto di San Benedetto,  presenterà il libro “Albertone. Alberto Sordi una leggenda italiana“. Conversa con la scrittrice Roberta Alessandrini. Evento organizzato dall’Associazione “I luoghi della Scrittura” dalla Libreria La Bibliofila con il Patrocinio ed il sostegno dell’Amministrazione Comunale.
Silvana Giacobini, romana di nascita e milanese di adozione, è sposata e ha una figlia. È stata direttore di Gioia, ha progettato e diretto Chi, e ha diretto Diva e donna, che ha ideato per Cairo Editore. Ha collaborato inoltre con vari quotidiani e condotto trasmissioni per la Rai e per Mediaset. Ha scritto i romanzi La signora della città e Un bacio nel buio (Mondadori, 1994 e 1999), da cui sono stati tratti gli omonimi film per la tv; il libro di ritratti Celebrità (Mondadori, 2001); il romanzo breve Diana, l’ultimo addio (apparso a puntate su Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno) e la raccolta di poesie I fiori sul parabrezza (Rai-Eri, 2003).
Del 2007 è Chiudi gli occhi (Cairo-Rai Eri), il primo romanzo con Chiara Bonelli protagonista, che si è aggiudicato il Premio internazionale Il Mulinello per la narrativa, il Premio Colapesce, il Premio Personalità Europea e il Premio speciale della Giuria «Un libro per l’estate». Oltre il Premio Cimitile e il Premio Letterario Nazionale Albori, si sono aggiunti altri riconoscimenti quando nel 2009 è uscito Conosco il tuo segreto (Cairo-Rai Eri), il secondo della serie con Chiara Bonelli. Entrambi i romanzi sono tradotti in Germania (Aufbau) e Repubblica Ceca (Metafora). Del 2010 è Sophia Loren, una vita da romanzo (B.C. Dalai Editore) tradotto in Spagna presso Ediciones B. Per Cairo ha pubblicato Chiudi gli occhi (2007), Conosco il tuo segreto (2009), La settima anima (2011) e Il leone di terracotta (2013) . I suoi libri sono tradotti in Germania, Spagna, Repubblica Ceca e Polonia. Mostro sacro del cinema italiano, amato dalla critica e dal pubblico, in sessant’anni di carriera Alberto Sordi ha interpretato più di centoquaranta film, che ne hanno fatto il protagonista indiscusso della commedia rosa e nera di casa nostra. Nato a Trastevere da un professore di musica, concertista all’Opera di Roma, e da un’insegnante elementare, è stato bambino con la voce di soprano, ballerino di fila, suonatore di mandolino, doppiatore del goffo Ollio e del sexy Marcello Mastroianni, attore, sceneggiatore, compositore, regista: tutto questo prima di diventare l’Albertone nazionale.
Sullo schermo è stato: medico della mutua, scapolo, marito, vedovo, uomo d’affari spregiudicato, giudice corrotto, imputato in attesa di giudizio, speculatore, avido, cinico, furbo, ingenuo. E grande avaro. Tutto e il suo contrario, disegnando film dopo film i vizi, tanti, e le virtù, forse meno, dell’italiano medio, specchio dell’evolversi di un’Italia che si stava lasciando alle spalle la povertà della guerra per en¬trare in una nuova fase di sviluppo economico.
A quindici anni dalla sua scomparsa, il 24 febbraio 2003, Silvana Giacobini, che lo ha incontrato da giornalista alle prime armi e poi intervista¬to più volte per i settimanali da lei diretti, ricorda il grande attore romano ripercorrendo la sua straor¬dinaria vita e raccogliendo le testimonianze di chi lo ha conosciuto da vicino. Racconta della sua famiglia, le amatissime sorelle, Aurelia e Savina, e il fratello Pino; degli amori, grandi e piccoli; dei tic e le passioni.
Ma, soprattutto, attraverso le trame dei suoi film più famosi, come Un americano a Roma, La grande guerra, Il vedovo, I vitelloni, solo per citarne qualcuno, ripercorre la genialità artistica e creativa di Sordi, attore-simbolo di decenni della storia del nostro Paese, cercando di penetrare il mistero dell’uomo velato dalla celebrità del divo.
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marcogiovenale · 6 months
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audio completo della presentazione di "aenigma", di alberto d'amico, alla libreria tic, 6 apr. 2024
https://slowforward.files.wordpress.com/2024/04/presentaz-aenigma-da-tic_-6-apr-2024.mp3 cliccare per ingrandire il libro: https://www.ifixweb.it/shop/alberto-damico/ _  
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Per questo cappotto avrei potuto avere duecento, trecento libri da mille lire!
Cit. "Il lettore sul lettino. Tic, manie e stravaganze di chi ama i libri"
È il mio pensiero in € quando ricevo regali insignificanti per le feste. Una sola volta mi hanno regalato di spontanea volontà due libri e inutile dire che stanno ancora nel mucchio infinito di quelli da dover ancora leggere; effettivamente non è facile regalare un libro soprattutto se non si sa molto della persona che lo riceverà e ci si affida semplicemente alla commessa/al commesso "Secondo lei che libro potrei regalare ad una ragazza/ un ragazzo / un bambino/ una bambina/ una donna/ un uomo di tot. anni? No non so che genere le piace". A questo punto consiglio mille volte una bella giftcard della libreria! Non è come regalare soldi perché comunque stai indirizzando la persona che la riceverà ad un prodotto ben preciso: i libri! Solo che le lasci libera scelta di quali comprare 📖
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gammm-org · 3 months
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Lo storicizzando proseur Giovenale, in presenza & in dialogo con lo studioso e collezionista Giuseppe Garrera, coordinati entrambi dall’autore e filosofo Valerio Massaroni, lunedì alla libreria Panisperna, alle ore 18:30, si misureranno con antichi manufatti testuali risalenti in alcuni casi perfino al 2013, al 2019, al 2023, raccolti in quello che i paleografi e gli etologi sono ormai concordi nel chiamare Papiro di OGGETTISTICA, pubblicato da TIC.
Si parlerà forse di gif di gatti, espedienti per contenere il suicidio, di boomerism, forse di prosa in prosa, e di un diverso libro che nell’ancor più remoto 2009 sconvolse l’equilibrio glicemico della poesia italiana, iniziando a ignorarla bellamente. Facile vengano infine citate leggendarie figure del mesolitico come Corrado Costa e Giulia Niccolai, Emilio Garroni e Carlo Bordini, Amelia Rosselli e Carmelo Bene, Viky il vichingo, Doctor Who, Scramble, Daitarn 3 e Debbie Harry, Prigionieri delle pietre e Ritratto di donna velata.
In ogni caso non si parlerà di romanzi, nemmeno se belli, né di poesia. Contenuto di poesia in OGGETTISTICA = 0 %. Libro adatto agli intolleranti alla poesia e al romanzo.
Piuttosto, facendosi largo a martellate nella foresta pietrificata di neuroconnessioni del proseur, gli interlocutori tenteranno di cavargli fuori dati utili a divisare come mai possa succedere che una prosa scritta nel 2013-2023 non abbia quasi alcun rapporto con Sanguineti 1956, e addirittura si capisca, contraddicendo così tutte le pandette di quella inclita maggioranza di giureconsulti che quando sulla pagina non vede Sereni picchia a folle la folla di teste d’atropo sulla teca della neoavanguardia.
https://slowforward.net/2024/06/28/antichi-remoti-oggetti-testuali-in-libreria-1-luglio-a-roma-al-quartiere-monti-oggettistica-di-marco-giovenale/
_Siate Sereni, e venite a sentire senza timore, vi aspettiamo e vi divertirete_
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centroscritture · 3 months
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*𝐏𝐑𝐎𝐒𝐒𝐈𝐌𝐈 𝐄𝐕𝐄𝐍𝐓𝐈*
𝐑𝐨𝐦𝐚, 𝐠𝐢𝐮𝐠𝐧𝐨-𝐥𝐮𝐠𝐥𝐢𝐨 𝟐𝟎𝟐𝟒
// Mercoledì 19 giugno ore 17.30 per il ciclo "Retrospettive" presentazione dei libri di Franco Ferrara "Il cielo era già in noi" (Argo, 2023) e "Lettere a Natasha" (La Vita Felice, 2023) alla Libreria Panisperna 220 con Gianluca Armaroli, Giorgiomaria Cornelio e Fabio Orecchini.
--> video integrale disponibile sul sito www.centroscritture.it e sul canale YouTube
// Venerdì 28 giugno ore 18.30 per il ciclo "Nuove Uscite" presentazione del libro "bacon, fast-food" di Carlo Bellinvia (ECS, 2024), terza uscita della collana Melanos per le nostre edizioni, alla Terrazza di Giorgio Villani, con consegna di estratti in lettura del libro e aperitivo gratuito. Presenta Giulia Cittarelli.
// Lunedì 1 luglio ore 18.30 per il ciclo "Nuove Uscite" presentazione del libro "Oggettistica" di Marco Giovenale (Tic Edizioni, 2024) con Giuseppe Garrera alla Libreria Panisperna 220.
--> libro disponibile su www.centroscritture.it/edizioni
// Mercoledì 3 luglio ore 19 per il ciclo "Nuove Uscite" presentazione del libro "Soluzioni per ambienti" di Antonio Francesco Perozzi (Zacinto edizioni, 2024) con Marco Giovenale alla libreria Sinestetica.
Coordina Valerio Massaroni.
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regmastice · 6 years
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A) Eccomi, mentre faccio all'amore con il sapore.
B) "Notturni scritti il mattino dopo", il libro che fa sparire le teste (e di cui si parlò qualche post fa), è da oggi un po' più rintracciabile. Ricapitolando, potete trovarlo: • A Bologna, presso Modo Infoshop (Via Mascarella 24/b) (le prime copie erano esaurite da un po’, ma abbiam presto provveduto a rimpolpare lo scaffale) • A Roma, presso Punto TIC (via Agostino Bertani 9, a Trastevere) • E -fresca novità- finalmente anche a Rimini, presso la mitologica Libreria Riminese (Piazzetta Gregorio da Rimini 13).
C) E ricordatevi che: le lampadine a basso consumo energetico sono molto più sincere del sole nel riportare le immagini alla corteccia visiva.
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