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#Molto rumore per nulla
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"Cupido crea l'amore con l'azzardo; chi uccide con il vischio, e chi col dardo"
Molto rumore per nulla - William Shakespeare
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antanasias · 1 year
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Mai s'apprezza appieno quel che si ha; ma basta che ci manchi, che si perda, e subito se ne esagera il pregio, e ci ritroviamo tutte le virtù che il possesso non ci mostrava.
Shakespeare “Molto rumore per nulla”
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intotheclash · 1 year
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Tutti gli uomini sanno dare consigli e conforto al dolore che non provano
William Shakespeare - Molto rumore per nulla
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angelap3 · 2 months
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......STUPENDA 🤗...
Attraverso il buchino del muro il topolino guardava il contadino e la moglie che stavano aprendo un pacchetto. "Che cibo ci sarà?" - si chiedeva il topolino che rimase sconvolto nel vedere che era una trappola per topi.
Il topolino fece il giro della fattoria avvisando tutti: - "C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!"
Il pollo alzò la testa e disse: "Signor Topo, capisco che è una cosa grave per te, ma non mi riguarda. Non mi preoccupa affatto." Il topolino andò dal maiale dicendogli, "C'è la trappola per topi in casa! C'è la trappola per topi in casa!
" Il maiale con empatia disse: -"mi dispiace molto, Signor Topo, ma non c'è nulla che io possa fare, eccetto pregare. Ti assicuro che sarai fra le mie preghiere." Il topolino allora andò dalla mucca: -"C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!"
La mucca disse, "Ohh.. Sig. Topo, mi dispiace per te ma a me non disturba." Quindi, il topolino tornò in casa, con la testa bassa, molto scoraggiato, per affrontare da solo la fatidica trappola.
Durante la notte sentirono uno strano rumore che echeggiò per la casa, come quello di una trappola che afferra la sua preda. La moglie del contadino si alzò subito per vedere cosa avrebbe trovato nella trappola.
Nel buio, non vide che era un serpente velenoso con la coda bloccata nella trappola. Il serpente morsicò la moglie del contadino che dovette portarla d'urgenza all'ospedale, con la febbre alta.
Come molti sanno, nella cultura contadina, la febbre si cura con una zuppa di pollo fresco, quindi il contadino con il suo coltellone uscì nel pollaio per rifornirsi con l'ingrediente principale della zuppa.
La malattia della moglie però non passava e così tanti amici vennero a trovarla per starle vicino.
La casa era piena e per nutrire tutti, il contadino dovette macellare il maiale. Ben presto la moglie morì e tanta gente venne al suo funerale tanto che il contadino dovette macellare la mucca per offrire il pranzo a tutti. Il topolino dal buchino del muro guardò il tutto con grande tristezza.
La prossima volta che sentite che qualcuno sta affrontando un qualche problema e pensate che non vi riguardi, ricordate che quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio.
Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita.
Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda.
"Quando senti suonare la campana
non chiederti per chi suona.
Essa suona anche per te".
.......
(Ernest Hemingway)
foto del web
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grafiusa · 10 months
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“Beh, chiunque può sopportare un dolore tranne chi ce l'ha.”
W. Shakespeare- Molto rumore per nulla
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crazy-so-na-sega · 8 months
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IL TOPOLINO
Attraverso il buchino del muro il topolino guardava il contadino e la moglie che stavano aprendo un pacchetto. “Che cibo ci sarà?” – si chiedeva il topolino che rimase sconvolto nel vedere che era una trappola per topi. Il topolino fece il giro della fattoria avvisando tutti: – “C’è una trappola per topi in casa! C’è una trappola per topi in casa!” Il pollo alzò la testa e disse: “Signor Topo, capisco che è una cosa grave per te, ma non mi riguarda. Non mi preoccupa affatto.” Il topolino andò dal maiale dicendogli, “C’è la trappola per topi in casa! C’è la trappola per topi in casa!” Il maiale con empatia disse: -“Mi dispiace molto, Signor Topo, ma non c’è nulla che io possa fare, eccetto pregare. Ti assicuro che sarai fra le mie preghiere.” Il topolino allora andò dalla mucca: -“C’è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!" La mucca disse, "Ohh.. Sig. Topo, mi dispiace per te ma a me non disturba". Quindi, il topolino tornò a casa, con la testa bassa, molto scoraggiato, per affrontare da solo la fatidica trappola. Durante la notte sentirono uno strano rumore che echeggiò per la casa, come quello d'una trappola che afferra la sua preda. La moglie del contadino s'alzò subito per vedere cosa avrebbe trovato nella trappola. Nel buio non vide che era un serpente bloccato nella trappola per la coda. Il serpente morse la moglie del contadino che dovette portare d'urgenza all'ospedale, con la febbre alta. Come molti sanno nella cultura contadina la febbre si cura co una zuppa di pollo fresco, quindi il contadino uscì col suo coltellone nel pollaio... La malattia della moglie però non passava e così tanti amici vennero a trovarla per starle vicino. La casa era piena e per nutrire tutti il contadino dovette macellare il maiale. Ben presto la moglie morì e tanta gente venne al suo funerale tanto che il contadino dovette macellare la mucca per offrire il pranzo a tutti. Il topolino dal buchino del muro guardò il tutto con molta tristezza. La prossima volta che sentite che qualcuno sta affrontando un qualche problema e pensate che non vi riguardi, ricordate che quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio. Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita. Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda. "Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te"."
-Ernest Hemingway
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kon-igi · 4 months
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Ma mica solo dal 2020, da sempre le infezioni virali e anche le sepsi batteriche possono causare alterazioni della conta linfocitaria. Mi pare molto rumore per nulla da parte dei titolo/articolisti.
Più che titolisti/articolisti, si tratta di utenti social che hanno fatto collage di ricerche e articoli medico-scientifici, col risultato che una realtà ben conosciuta dagli addetti ai lavori è diventata un'apocalisse medica.
Pensa se scoprono cosa fa la mononucleosi, una malattia causata da un virus contratto - la maggior parte delle volte in forma silente - dal 90% della popolazione mondiale entro i 30 anni di età...
Il virus di Epstein-Barr (EBV) provoca la mononucleosi infettiva ("mono" o "febbre ghiandolare"). È anche associato a varie malattie linfoproliferative associate al virus Epstein-Barr non maligne, precancerose e maligne come il linfoma di Burkitt, la linfoistiocitosi emofagocitica e il linfoma di Hodgkin; tumori maligni non linfoidi come cancro gastrico e carcinoma nasofaringeo; e condizioni associate al virus dell'immunodeficienza umana come la leucoplachia pelosa e i linfomi del sistema nervoso centrale. Il virus è anche associato ai disturbi infantili della sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie e all'atassia cerebellare acuta e, secondo alcune evidenze, a rischi più elevati di sviluppare alcune malattie autoimmuni, in particolare dermatomiosite, lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide. e la sindrome di Sjögren. Si ritiene che circa 200.000 casi di cancro all'anno a livello globale siano attribuibili all'EBV. Nel 2022, un ampio studio (popolazione di 10 milioni in 20 anni) ha suggerito l'EBV come la principale causa di sclerosi multipla, con una recente infezione da EBV che ha causato un aumento di 32 volte del rischio di sviluppare la sclerosi multipla.
Anche qua, per fortuna, vale il discorso della correlazione con la severità della malattia.
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haiku--di--aliantis · 4 months
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No, grazie: i modi gentili non fanno per me. Quelli sono tipici di mio marito e mi piacevano, un tempo. Perché si cambia: più si invecchia, più si ama l'indecenza, l'immorale. Il sesso sporco e illecito. Allora sono qui come al solito per subire la tua virile urgenza di fottere. Quando mi mandi i tuoi vocali con ordini precisi da eseguire in merito a quando vederci, oppure per ricordarmi che sono solo la tua puttana, io già a sentire la tua voce maschia e profonda mi bagno. Molto. Ecco: arrivi fischiettando e sento il tuo profumo arrivare prima di te. Il rumore delle chiavi sul piattino all'ingresso è la nostra breve sigla di passione. Ti stai spogliando. Non capisco più nulla, dalla voglia di essere dominata da te. Senza una parola, mi infili il gel nel culo col medio per lubrificarmi. Senza neppure un 'ciao', mi prendi da dietro: di botto e senza farmi capire nulla, proprio come ti piace.
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E come desidero. Vedo le stelle, quando lo fai. Non nel senso romantico: soffro proprio tantissimo, come una cagna ferita! Ma lo adoro. Perché è quello che sono, ormai. Non vedo l'ora che tu mi spacchi il culo. Sono la tua preda di caccia preferita. Almeno spero. Desidero che tu violi il mio corpo, che mi strizzi i capezzoli da farmi urlare. Che mi scudisci fino a farmi piangere. Voglio sentire le ferite. Una per una. Me le devo curare di nascosto, a casa. Voglio sanguinare per te. Irrita il mio ano. Sfondamelo. Devo sentire di essere solo la tua troia, un corpo di donna buono solo per soddisfare il tuo cazzo, per farti sborrare senza sporcare in giro. Ti scongiuro, non usare mai i kleenex: sborra sempre dentro di me. Se avessi un'esigenza improvvisa, tu chiamami: io interromperò qualsiasi riunione e con l'auto aziendale correrò da te per farti venire dentro l'orifizio che sceglierai, del mio corpo. O adorerò segarti e bere il tuo seme.
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Quanto sono pazza di te! Non ti interessano i miei titoli accademici. Non vuoi sapere nulla del mio prestigioso e remuneratissimo incarico di dirigente aziendale. Sono anche molto ricca di famiglia. Ma ormai sono ridotta così: da mesi ormai non desidero altro che succhiare il tuo cazzo e sentirti godere mentre mi sborri tutta. In quei momenti non riesco più a pensare a mio marito, o a mio figlio - che è la mia vita - che sta quasi per laurearsi. Alla mia esistenza al di fuori di te. Raggiungo l'estasi solo se mi schiaffeggi sul viso mentre mi scopi. Mi prendi a sberle se solo provo a sorriderti: quando scopi tu sei serissimo e non vuoi distrazioni sentimentali, soprattutto se si tratta di me.
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Mi vuoi far godere maltrattandomi. Lo adori. Non chiedo altro. Quando vieni poi, mi ordini di aprirmi al massimo. E invariabilmente, dopo che ti sei svuotato, sfili l'uccello dal mio culo o, con sforzo e forti sberle sul mio corpo, dalla mia passera. Mi prendi a ceffoni perché cerco sempre di trattenerti dentro di me. E più mi percuoti, più cerco di tenerti nella fregna con le mie gambe incrociate sulle tue natiche forti. È, la mia, una dolce lotta d'amore. Sono destinata a perdere, con te. Ti amo. Mi schiaffeggi e poi mi passi il cazzo sul viso. Me lo sbatti dolcemente sulle guance. Sulle labbra. Se ce lo lasci sopra, capisco che vuoi essere succhiato, vuoi ancora godere nel mio cavo orale.
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Quindi, io sempre golosissima di te, schiudo la bocca per darti un supplemento di piacere. Quella del tuo cazzo sbattuto in faccia a sfregio è l'unica carezza romantica a cui ho diritto, mi dici! Quanto ti desidero, quanto ti penso, quanto ho bisogno che tu mi maltratti. E pensare che da ragazza ero la leader del movimento femminista universitario, sempre in prima fila per le lotte contro le discriminazioni sessuali e la parità di diritti. Tutta tesa a ottenere il rispetto degli uomini per la figura della donna in genere. Ora sono delusa se non mi metti il collare.
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Se, chiamandomi con nomi osceni, non mi porti in giro a quattro zampe sul pavimento del mio buco in campagna, dandomi scudisciate sul culo e sulla schiena. Ci vediamo infatti sempre nel vecchio casolare dei nonni di mio marito, che ho fatto ristrutturare in quattro e quattr'otto solo per farmi sbattere da te quando vuoi. Con sollievo e compiacimento da parte di mio marito, perché avrebbe dovuto farlo lui, uno di questi anni. Ho cinquantun anni e tu trentadue. Ma sono la tua troia e ne sono segretamente fiera. Adesso mi prendi di peso: vuoi ancora fottere... Fai piano... oooh... è entrato tutto... siiii... scusate...
Aliantis
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Morning dance (Spyro Gyra)
youtube
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gcorvetti · 2 months
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Giornata un pò così.
Oggi fatto la routine degli esercizi fisici e una passeggiata, dopo pranzo volevo riposare ma non ci sono riuscito, allora ho anticipato il programmino che mi ero prefissato per oggi vista la bellissima giornata di sole, come sempre andare ad Aci Trezza e prendere una granita (foto sotto) buonissima con la famosa brioche col giummo, ed un caffè dopo.
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Poi mi sono seduto un pò su una panchina, e li mi è venuto in mente di andare a fare un pò di meditazione in riva al mare e mi sono seduto su uno scoglio molto comodo ed assaporato al massimo quei 10 minuti di rumore del mare e tranquillità, anche se c'erano persone che passeggiavano a diversi metri da me, la musica del bar in lontananza e qualche rumore di lavori che arrivava da chissà dove che purtroppo sentivo, ma il mare e il sole sono stati curativi. Appena aperto gli occhi mi sono accorto che a qualche metro da me c'era una roccia in equilibrio (foto sotto), non mi sono chiesto chi l'abbia messa o quando e perché, semplicemente mi sono identificato in quel pezzo di pietra lavica arrotondato dal mare e dal tempo in equilibrio precario, proprio come me in questo momento.
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Sto cercando di focalizzarmi su me stesso, di capire cosa voglio e cosa posso fare che mi faccia stare bene senza pensare a nulla di quello che mi circonda.
Oggi ho anche mandato a fanculo la tipa con cui sono andato a prendere il caffè lo scorso fine settimana, se non erro, perché domenica quando sono andato al concerto rock'a'billy voleva venire anche lei, però non mi aveva detto che andava a cena con amici suoi, mi diceva solo che forse sarebbe scesa al centro e magari passava. In realtà in tanti anni che ci siamo ritrovati non mi ha mai detto niente della sua vita, come se io facessi il telegiornale dei cazzi suoi, ci conosciamo da quando abbiamo 16 anni e non era così prima. La cosa che mi ha fatto un pò storcere il naso è stata che tanto per le ho chiesto quanto ci mette da casa in calabria a casa a catania, risposta "ti devo dare conto a te?" (l'ha detto in siciliano, lo traduco per com'è), in che senso li per li ho pensato, cioè non mi vuoi dire neanche per cronaca quanto tempo ci impieghi? Poi oggi mi ha chiesto qual è il problema di uscire di sera, le ho chiaramente detto che per il periodo preferisco andare a letto presto e svegliarmi presto, risposta "Ah tipo alle 20 come le galline?". Sono stato anche gentile dicendole che ognuno vive la vita come vuole e che non mi importa di andare in giro fino alle 3 di notte non ho più 25 anni, ma lei (che è 6 mesi più grande di me) si vede che ha ancora quella mentalità da movida, infatti domenica mi sono defilato quando mi ha detto "Vieni qua c'è un casino pazzesco, dai", si dai un par de ciufoli. Comunque ho chiuso con sta gente che pensa che non esiste altro modo di vivere, li lascio andare come le onde che si infrangono sugli scogli, sperando si facciano male un giorno.
-13, guardo la clessidra attentamente e spingo i granelli con gli occhi.
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Molto può essere comunicato attraverso il silenzio, attraverso l’assenza. Il silenzio e l’assenza sono spazi operosi all’interno dei quali tutto sa esser raggiunto,luoghi generosi di riflessione e respiro nei quali nulla va spinto, nessuno va rincorso, laddove il tempo non esiste e tutto sa fare il suo corso. Spazi per apprendere a lasciare andare, per affidarsi al flusso delle cose, al cambiare. Il silenzio e l’assenza regalano sempre il rispetto per il momento o l’attimo presente, la capacità di stare ad osservare senza dover per forza intervenire, senza dover subito agire, evitando di sgomitare, di fare rumore, di banalizzare. Le parole sono sopravvalutate e troppo usate. La presenza è troppo esibita. L’eloquio spesso graffia, ferisce, la presenza è spesso inopportuna, le parole non sempre arrivano, la presenza stanca, l’assenza risveglia, il silenzio come l’assenza sono sempre gentili anche quando fanno male e quando appresi, compresi e amati sanno esser sempre liberatori e riparatori di istanti, di relazioni che mostrano sensibilità, di “momenti altamente fragili”, bui, che chiedono solo di esser prima riportati in luce.
tizianacerra.com
(Foto Hyory Liu, unsplash)
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larmegliamori · 4 months
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What were my 2023 favourite books?
Grazie a @transaeneas per il tag!
Molto rumore per nulla, William Shakespeare Avendo avuto occasione di interpretare Beatrice per il saggio teatrale di Natale ed essendomi piaciuta molto come personaggio, non potevo non leggere tutta l'opera in cui compariva. Giustamente, essendo una commedia, mi sono molto divertita! Ho adorato i personaggi (secondari) di Beatrice e Benedetto e i loro graffianti scambi di battute, così come non ho disprezzato la sottotrama di Dogberry e Verges. Forse l'antagonista e la trama principale sono un po' deboli, ma nonostante tutto una lettura gradevolissima! (Senza contare che ho avuto modo di vedere la trasposizione teatrale con David Tennant e Catherine Tate, che mi ha fatta spaccare dal ridere.)
Trotula, Pietro Greco Un saggio super interessante, dalla scrittura che scorre via come acqua, su una figura altrettanto interessante: la prima medica della Scuola di Salerno. Si tratta della sua vita, delle sue (presunte) opere, del contesto storico-geografico in cui ha operato, della sua ricezione, ed ho imparato tantissimo. Mai sottolineato così tanto un libro.
Il cognome delle donne, Aurora Tamigio Sarò sincera, non sono una grande fan delle saghe familiari, e generalmente neanche di quelle storiche. Eppure, sarà stata l'ambientazione abbastanza vicina temporalmente (il Novecento), sarà stata la costruzione dei personaggi o la scrittura, ma ho divorato questo romanzo. Aurora Tamigio descrive la storia di una famiglia dal punto di vista delle sue donne (nonna, madre e tre nipoti), creando personaggi memorabili e tutti distinti, evitando anche (secondo me) di cadere in cliché fastidiosi. Una lettura che mi ha tenuta incollata e piacevolmente intrattenuta durante le vacanze.
Preludio alla Fondazione, Isaac Asimov In realtà è una rilettura, anche abbastanza dilatata nel tempo visto che avevo letto questo romanzo durante il mio secondo anno di università. Ma quest'estate ho rispolverato un po' della collezione asimoviana di mio padre, e Preludio è senza dubbio il mio preferito. Adoro la dinamica tra i due protagonisti, Hari e Dors (lei in particolare, è uno dei miei personaggi femminili preferiti in assoluto), l'esplorazione del pianeta-ecumenopoli di Trantor, le sue diverse culture, i vari capitoli dal punto di vista dell'antagonista e il colpo di scena finale. Alla fine, è diventato un vero e proprio comfort book e lo rileggo sempre volentieri!
Taggo a mia volte @hercorrupterofwords, @moi-ennepe, @headofmars, @anniegamgee e @dakovas-basette, ma non sentitevi obbligat*!
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antanasias · 1 year
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Sono bravi tutti a dominare il dolore, quando non lo provano
Shakespeare “Molto rumore per nulla”
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intotheclash · 10 months
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"Molto rumore per nulla"
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volumesilenzioso · 6 months
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sto andando in sovraccarico, mi sento come se potessi esplodere da un momento all'altro e credo proprio che quel momento sia spaventosamente vicino. in momenti di crisi come questo non so mai come gestirmi, come gestire, interpretare, distinguere e riconoscere le mie stesse emozioni, non so cosa provo, non so cosa sento, cosa ci sia che non va, perché è come se sentissi tutte le emozioni insieme al doppio di quello che è - o che dovrebbe essere - il loro livello massimo di intensità. nei momenti normali, invece, non sento assolutamente niente, e non so quale delle due situazioni sia la peggiore, perché mi rendo conto che quelli che per me sono "momenti normali", non sono poi così normali per gli altri, quindi so che c'è un problema alla base, che non c'è niente di normale o giusto nel non provare assolutamente nulla e sentire questo senso di vuoto costante che sembra non poter essere contrastato in nessun modo. la cosa brutta del senso di vuoto è che c'è sempre, in entrambi i casi, sia nei momenti normali sia in quelli di crisi, sembra crescere sempre di più e non so come fermarlo. odio la mia vita, detesto la mia testa che non mi da mai pace, non sopporto più le crisi di pianto, il fastidio che mi provoca ogni singolo rumore, la mia irritabilità, la rabbia che ho dentro, la mia incapacità nel chiedere aiuto perché forse ho paura delle conseguenze, o forse mi sono solo arresa. non faccio altro che pensare di essere un caso perso, ormai mi sono convinta che non ci sia niente di bello per le persone come me, ho perso la voglia di fare qualsiasi cosa e insieme alla voglia ho perso anche la concentrazione, la motivazione, ho perso tutto. mi è rimasto solo il rumore che ho in testa. ho allontanato tutto e tutti per rimanere sola con me, e so quanto sia sbagliato, ma non riesco a comportarmi in modo diverso. mi sento costantemente stanca, sfinita, fisicamente e mentalmente, come se avessi scalato una montagna, quando la triste verità è che è già tanto se riesco ad alzarmi la mattina. è vero che dormo poco, ma tutta questa stanchezza è immotivata e mi fa sentire debole, non ho la forza di fare nulla, le giornate sono tutte uguali, infinite, fuse insieme, in pratica è come se stessi vivendo lo stesso giorno da anni. non riesco ad andare avanti, non ce la faccio più, mi sento davvero morire. uscire di casa sembra una sfida impossibile, stare sempre a casa è pesante, ma tanto sarebbe pesante anche uscire, respirare è pesante, vivere è pesante, esistere è una tortura. porto negatività nella vita delle persone, quindi penso anche di aver fatto un favore a tutti quelli che ho allontanato. penso che ogni membro della mia famiglia avrebbe una vita decisamente più leggera e spensierata se io non ci fossi, perché sono diventata un problema. loro credono io sia alla ricerca di attenzioni, credono che ogni segno visibile sulla mia pelle sia una richiesta d'aiuto - nonostante non facciano niente di concreto per aiutarmi, dato che non ne hanno le capacità, non hanno i mezzi per farlo -, credono io non pensi davvero di voler morire, che lo dica così, tanto per dire. mia madre è ancora convinta che io non volessi davvero morire quando ho effettivamente tentato il suicidio. secondo loro, se qualcuno vuole davvero morire, compie il gesto e basta, così, a cuor leggero, come se niente fosse, come se togliersi la vita fosse facile come fumare una sigaretta o bere un bicchiere d'acqua. non sanno quanto sia difficile, quanti pensieri ci siano dietro, e con questo non voglio dire che funziona così per tutti, sto semplicemente dicendo che non è facile come pensano loro e come io stessa pensavo. loro non sanno, o meglio, si rifiutano di credere che il mio unico desiderio ogni giorno, in particolare ogni sera, sia quello di addormentarmi per sempre. da una parte va bene così, il fatto che non prendano molto sul serio la cosa distoglie l'attenzione dal problema, però ecco, al fatto che sto male ci credono, lo vedono, MI vedono, e so che per loro non è facile, so di non essere facile, e vorrei non causare così tanti problemi. sono stanca, e basta
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arreton · 5 months
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Il Lavapiatti che sta con me in cucina è una persona un po' particolare: fissato con la pulizia tratta la lavastoviglie come fosse sua figlia, la pulisce continuamente e va in crisi se non ha i detersivi che lui considera necessari; molto formale, parla per formule acquisite e ripetute ma non introiettate. Si fa prendere subito dal panico appena gli si mette un po' di fretta e nel panico si perde in gesti stereotipi ovvero riordinare e pulire. Si dice una persona aperta, che si apre subito, si fa i complimenti da solo e ti mette in bocca i complimenti nei suoi confronti. Ad un certo punto ci racconta che è stato adottato, che la sua madre biologica fece quattordici figli e lui era stato abbandonato in un cassonetto. È di origini bulgare ma venuto in Italia all'età di quattro anni è praticamente campano doc che parla più il dialetto che l'italiano. Ci racconta anche che nell'istituto dove lo hanno messo lo picchiavano, gli spegnevano addosso le sigarette e ci ha fatto vedere le cicatrici. Gli ho chiesto se lui ricordava tutte queste cose che ci ha raccontato ma dice di no, che i suoi genitori adottivi gli hanno raccontato tutto. L'unica cosa che ricorda è che questo istituto era tutto sporco. Qui credo che nasca la sua "fissazione" per la pulizia. Gli ho chiesto se non ha mai pensato di inziare un percorso di psicoterapia per affrontare il trauma di ciò che ha vissuto e lui dice che non ne ha bisogno perché è una persona aperta, che smaltisce il suo dolore naturalmente da solo parlando con le persone di quello che ha vissuto, che non ha vergogna nel raccontare queste cose, che è una persona allegra e sincera e quindi supera il suo dolore così. Lui è convinto di quello che dice, come quando parla del suo sogno di diventare un pizzaiolo, ma tutto quello che dice lo sento completamente vuoto di introiezione: anche quando dice frasi come "il dolore che ho vissuto io è stato bello forte" risuonano vuote, cioè semplicemente delle frasi sentite altrove e riportate. Lui d'altronde non ricorda nulla o quasi. Credo che abbia rimosso per istinto di sopravvivenza e anche perché effettivamente era piccolo il suo passato in quell'istituto, ma credo che sia stato traumatizzato dal racconto da parte dei suoi genitori adottivi (che dice che gli "hanno raccontato tutto per filo e per segno" quello che gli facevano) di ciò che ha subito. Non a caso gestisce l'unico ricordo che ha, ovvero quello di un posto sporco, pulendo e pulendosi continuamente: dice che fa tre docce al giorno, che vuole essere sistemato, che lui è "pulito dentro e fuori". Questa frase credo che sia una frase fondamentale in lui, intorno alla quale gli ha costruito la sua fissazione per la pulizia come la chiama lui: pulendo il suo corpo e ciò che ha intorno pulisce il se stesso bambino, pulisce i suoi ricordi, pulisce i suoi pensieri. Non lo reputo nemmeno una persona felice, ma è pieno di convinzioni indotte o autoindotte: lui è una persona felice.
Questa sua apertura mi ha dato molto da pensare: metto in discussione quella che io chiamo la "mia" sofferenza e non ci vedo alcun motivo per il quale essere infelice. Eppure sono costantemente infelice: quando faccio qualcosa che mi rende felice automaticamente scatta subito il dolore e "mi viene da piangere" così all'improvviso, lacrime che pur volendo nemmeno si palesano. La mia vita procede grossomodo bene, ma non sono soddisfatta tanto meno felice. Questa mia infelice non ha motivo d'essere ma c'è. Prendo psicofarmaci, faccio psicoterapia io che in fondo non ho vissuto drammi simili. Ultimamente poi sto col pensiero di iniziare proprio la psicoterapia da uno psicoanalista lacaniano della zona. Ma a che mi serve questa ricerca della felicità se non ho nulla di infelice da cui voler scappare? Eppure il mio corpo è sempre in tensione, i miei pugni sempre chiusi, la mascella sempre contratta, mi mordo sempre le labbra; appena sento un rumore improvviso scatto come una molla. Sono terrorizzata, ma di che cosa? Non posso fare semplicemente finta che tutta questa infelicità in me non esista, dato che fattualmente nulla dovrebbe rendermi infelice?
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0ssim0r0 · 2 years
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DEDICATA A TUTTI. Attraverso il buchino del muro il topolino guardava il contadino e la moglie che stavano aprendo un pacchetto. "Che cibo ci sarà?" - si chiedeva il topolino che rimase sconvolto nel vedere che era una trappola per topi. Il topolino fece il giro della fattoria avvisando tutti: - "C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!" Il pollo alzò la testa e disse: "Signor Topo, capisco che è una cosa grave per te, ma non mi riguarda. Non mi preoccupa affatto." Il topolino andò dal maiale dicendogli, "C'è la trappola per topi in casa! C'è la trappola per topi in casa!" Il maiale con empatia disse: -"mi dispiace molto, Signor Topo, ma non c'è nulla che io possa fare, eccetto pregare. Ti assicuro che sarai fra le mie preghiere." Il topolino allora andò dalla mucca: -"C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!" La mucca disse, "Ohh.. Sig. Topo, mi dispiace per te ma a me non disturba." Quindi, il topolino tornò in casa, con la testa bassa, molto scoraggiato, per affrontare da solo la fatidica trappola. Durante la notte sentirono uno strano rumore che echeggiò per la casa, come quello di una trappola che afferra la sua preda. La moglie del contadino si alzò subito per vedere cosa avrebbe trovato nella trappola. Nel buio, non vide che era un serpente velenoso con la coda bloccata nella trappola. Il serpente morsicò la moglie del contadino che dovette portarla d'urgenza all'ospedale, con la febbre alta. Come molti sanno, nella cultura contadina, la febbre si cura con una zuppa di pollo fresco, quindi il contadino con il suo coltellone uscì nel pollaio per rifornirsi con l'ingrediente principale della zuppa. La malattia della moglie però non passava e così tanti amici vennero a trovarla per starle vicino. La casa era piena e per nutrire tutti, il contadino dovette macellare il maiale. Ben presto la moglie morì e tanta gente venne al suo funerale tanto che il contadino dovette macellare la mucca per offrire il pranzo a tutti. Il topolino dal buchino del muro guardò il tutto con grande tristezza. La prossima volta che sentite che qualcuno sta affrontando un qualche problema e pensate che non vi riguardi, ricordate che quando uno di noi viene colpito, siamo tutti a rischio. Siamo tutti coinvolti in questo viaggio chiamato vita. Prendersi cura gli uni degli altri è un modo per incoraggiarci e sostenerci a vicenda. "Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te".
Ernest Hemingway
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