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#Morti 6 maggio
perfettamentechic · 3 years
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6 maggio … ricordiamo …
6 maggio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic #felicementechic #lynda
2019: Max Azria, stilista francese.  (n. 1949) 2018: Paolo Ferrari, attore, doppiatore e conduttore televisivo italiano.  (n. 1929) 2014: Virginia Belmont, attrice statunitense, recinta in molti western. (n. 1921) 2013: Arnaldo Ninchi, attore italiano come il padre Annibale, lo zio Carlo e come pure la loro cugina Ave.  (n. 1935) 2012: George Lindsey, attore e doppiatore statunitense.  (n.…
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paoloxl · 2 years
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74 anni dalla Nakba. Le tappe della Catastrofe palestinese | Infopal
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InfoPal. Di Angela Lano. Sono passati 74 anni dalla Nakba, il disastro che si abbatté, nel maggio del ’48, sulla Palestina storica: la nascita di Israele. 74 anni di pulizia etnica sionista contro i Palestinesi. 74 anni di morti, feriti, espropri e distruzioni. 74 anni di fake israeliane scritte nei libri di testo, “riveduti e corretti” in modo tale da far prevalere la versione degli uni – Israele – contro quella degli altri – i Palestinesi. Di fake nei media controllati o vicini al sionismo.   A 74 anni dalla Nakba. Le tappe della Catastrofe palestinese 1840 Prima proposta di colonizzazione ebraica. Lord Palmerston, primo ministro inglese suggerisce l’insediamento di ebrei in Palestina per “tener aperta la Porta d’Oriente alle truppe ed ai commerci inglesi”. 1882 Comincia la prima ondata migratoria di ebrei in Palestina (circa 25.000 dalla Russia), favorita dagli inglesi, provocando i primi disordini con la popolazione araba. 1891. Petizione di notabili e protesta palestinese contro la vendita di terre agli ebrei e l’abuso dei coloni ebraici. 1896. Theodor Herzl, giornalista ungherese, in seguito all’”affare Dreyfuss”” (ufficiale ebreo francese condannato per alto tradimento senza alcuna prova), pubblica “Lo Stato ebraico”, che segna l’atto di nascita del sionismo politico, del progetto e dell’organizzazione di un movimento per il ritorno degli ebrei in Palestina. 1897. Primo congresso sionista a Basilea (Svizzera), nel quale vengono prese numerose decisioni, prima di tutte quella di fondare “una sede nazionale ebraica” in Palestina. 1900 ca. In Palestina vivono 50.000 ebrei e 600.000 arabi. 1901/3. Disordini a Tiberiade e a Jafa (Jaffa). 1905/6. In seguito al fallimento della rivoluzione russa del 1905, alcuni ebrei russi sbarcarono in Palestina. 1908. Viene fondato il giornale arabo “Al Karmal’” a carattere nazionalistico.1914. Con lo scoppio del primo conflitto mondiale, l’Inghilterra promette l’indipendenza a tutti gli stati arabi che combatteranno l’impero ottomano.1915. L’alto commissario britannico al Cairo, Mac Mahon, promette allo sceriffo della Mecca, Hussein, uno stato arabo indipendente che comprenda la Palestina, in cambio della partecipazione araba allo sforzo bellico.1916. Con gli accordi di Sykes-Picot, la Francia e la Gran Bretagna si spartiscono il Medio Oriente in zone di influenza, senza tenere in alcun conto le promesse britanniche allo sceriffo Hussein, in base al quale la Siria e il Libano diventano francesi, la Giordania e l’Iraq inglesi; la Palestina dovrebbe avere uno status internazionale.
1917. 2 novembre – Lord Balfour a nome di Sua Maestà Britannica invia a Lord Rothschild, per la federazione sionista, una lettera in cui si dichiara che la Gran Bretagna “vede con favore lo stabilirsi in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico…”. Al momento della dichiarazione, la popolazione totale della Palestina è di 700.000 unità: 574.000 musulmani, 74.000 cristiani e 56.000 ebrei.
1917/18. Le truppe inglesi conquistano la Palestina.
1918/20. Esodo delle comunità ebraiche russe a seguito di violenze e devastazioni dovute la guerra civile che segue la rivoluzione russa. Come già in occasione dei pogrom del 1881 e del 1904 solo una piccola parte emigra in Palestina.
1919. Primo congresso palestinese a Gerusalemme.
1920. Conferenza di Sanremo: la Palestina diventa protettorato britannico. Manifestazioni e rivolte arabe contro il mandato britannico. Gli inglesi riconoscono come lingua ufficiale accanto ad inglese ed arabo l’ebraico, modernizzato da Eliezer Ben Yehudi. In Palestina gli arabi sono circa 800.000 e gli ebrei 80.000. Fondazione dell’organizzazione sionista militare Haganah (nucleo originario del futuro esercito israeliano).
1921. In seguito ai disordini arabi del maggio 1921, viene nominata la Commissione d’Inchiesta Haycraft nel tentativo di alleggerire l’atmosfera in Palestina. Nonostante, ritenga gli arabi responsabili dello scoppio della violenza, la commissione sostiene che la radice del problema è l’ansia araba causata dagli impegni pro-sionisti presi dalla diplomazia britannica. La commissione Haycraft fa parte di un processo che porta alla pubblicazione della Carta Bianca di Churchill.
1922. La Lega delle Nazioni ratifica il mandato alla Gran Bretagna per l’amministrazione della Palestina. Il mandato è un sistema creato dalla Lega delle Nazioni secondo il quale “i popoli non ancora in grado di auto governarsi” sarebbero amministrati da “nazioni più evolute”. Col tempo queste nazioni, principalmente le Potenze Alleate, avrebbero trasferito l’autorità alla popolazione del luogo. Il trattato non parla della tutela della popolazione residente e la parola “arabo” non viene menzionata. Inizia l’immigrazione degli ebrei sionisti che vengono accolti con simpatia dalla popolazione residente. Londra promette agli ebrei una “casa nazionale” e agli arabi l’indipendenza.
1925. ‘Izz al-din Qassam, siriano stabilitosi in Palestina qualche anno prima, forma un’organizzazione di rivolta anti-sionista e anti-colonialista con cellule segrete.
1927. Gli ebrei che vivono in Palestina sono ora 150.000.
1928. Insurrezione di grande portata scatenata dai contadini palestinesi: gli inglesi rispondono con una terribile repressione che fa migliaia e migliaia di vittime. Insurrezioni si susseguiranno senza interruzione fino alla grande rivolta del 1936.
1929. Viene costituita l’Agenzia Ebraica al fine di favorire l’immigrazione e la formazione di colonie ebraiche in Palestina. Dal 1880 al 1929 gli ebrei immigrati in Palestina sono 120.000 su circa 4 milioni di ebrei fuggiti dall’Europa centro-orientale.
1935/36. Qassam inizia la lotta armata e viene ucciso dalle truppe inglesi a Jenin. Gli ebrei in Palestina sono ora 355.000. Rivolta palestinese contro l’occupazione britannica e la crescente immigrazione ebraica. Lo sciopero generale, durato sei mesi, si trasforma nell’estate del ’36 in aperta ribellione armata. Al termine della rivolta, nel ’39, le vittime palestinesi saranno 15.000.
1937. La commissione britannica presieduta da lord Peel propone la spartizione tra ebrei e arabi della Palestina, con: – la creazione a nord-ovest di uno stato ebraico, – una zona comprendente Gerusalemme e Jaffa sotto dominio britannico e – il resto del paese riunito alla Transgiordania. Il piano viene rifiutato dai Sionisti e dagli arabi. In seguito a una nuova sollevazione della popolazione araba, viene deportata la maggior parte dei suoi leader politici. Al momento gli ebrei sono il 28% della popolazione totale. TERRORISMO EBRAICO-SIONISTA Iniziano le azioni terroristiche dell’Irgun Zvai Leumi, corpo paramilitare della destra sionista, fondato dal filo-fascista Jabotinskij, contro palestinesi e britannici.
1939. Gli inglesi promettono la costituzione di uno stato arabo-ebraico; rifiuto risoluto da parte araba.
1939/45. In Europa inizia lo sterminio sistematico degli ebrei ad opera dei nazisti. L’Agenzia Ebraica organizza l’immigrazione clandestina in Palestina respingendo le limitazioni imposte dal “Libro Bianco” britannico del ’39.
1944. Il gruppo terroristico ebraico “Stern”, nato da una scissione dell’Irgun, uccide Lord Moyne, ministro britannico per il Medio Oriente.
1945. Gli ebrei residenti in Palestina raggiungono il numero di 608.000 (un numero undici volte superiore a quello del 1917), contro 1.200.000 arabi.
1946. L’Irgun fa saltare con la dinamite la segreteria generale dell’Alto commissariato britannico a Gerusalemme (Hotel King David), causando oltre novanta vittime.
1947. 29 settembre – La Gran Bretagna rimette il proprio mandato sulla Palestina alle Nazioni Unite. 29 novembre – Le Nazioni Uniti approvano la risoluzione 181 (votano a favore URSS, USA e Francia, ma gli Stati arabi votano contro; la Gran Bretagna, la Cina ed altri si astengono), che prevede la divisione della Palestina in tre parti: – uno stato ebraico sul 56% del territorio – uno stato palestinese – una zona internazionale che comprenda Gerusalemme e Betlemme. Il confine tracciato viene definito “Linea Verde”.
1948. La proclamazione dello stato d’Israele è prevista per il mese di maggio, ma i gruppi armati israeliani muovono una violenta offensiva contro la popolazione palestinese con l’obiettivo di realizzarne l’espulsione dalle loro terre. Nasce l’esercito di liberazione della Palestina, composto da cinquemila volontari tra cui anche iracheni ed egiziani.
9 aprile – A Deir Yassin, sulla strada di Gerusalemme, un commando dell’Irgun, diretto da Begin, uccide 254 persone, in buona parte bambini e vecchi.
11 maggio – I residenti palestinesi di Lydda sono deportati a Ramallah. È la marcia della morte, con numerose vittime. Le deportazioni di massa e l’esodo proseguono a catena.
14 maggio – David Ben Gurion proclama, a Tel Aviv, la nascita dello stato d’Israele, riconosciuto immediatamente da Stati Uniti, URSS ed altri paesi. Gli israeliani controllano, non più il 56%, bensì, il 77% del territorio. Gerusalemme viene divisa tra Israele e Giordania: la Città Vecchia con la parte est passa sotto il controllo della Giordania, la parte occidentale e quella meridionale sono sotto Israele. 150.000 palestinesi continuano a vivere in Israele, praticamente senza diritti e sottoposti a regime militare. Nasce anche l’esercito di Israele “Tsahal”, chiamato Forza di Difesa d’Israele (IDF), che incorpora tutte le organizzazioni sioniste paramilitari. La Lega araba (Siria, Iraq, Egitto e Giordania) invade il nuovo stato il giorno stesso della sua nascita, ma sarà sconfitta.
15 luglio – Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ordina ad arabi e israeliani, il cessate il fuoco.
17 settembre – Viene ucciso, a Gerusalemme, il conte Folke Bernadotte, inviato delle Nazioni Unite per la trattativa di mediazione nel conflitto arabo-israeliano. Ventitre anni dopo, Baruch Nadel, che nel ’48 era capo del controspionaggio del gruppo “Stern”, ammette di aver organizzato quell’attentato, allo scopo di far fallire il tentativo di mediazione dell’ONU .
11 dicembre – Le Nazioni Unite votano la risoluzione 194 che chiede il ritorno a casa, o un indennizzo, per i quasi 800.000 palestinesi espulsi dalle loro terre.
1949. 11 maggio – Israele, grazie alla risoluzione 273, diventa membro delle Nazioni Unite.
8 dicembre – L’ONU costituisce l’Ufficio di Soccorso e di Lavoro delle Nazioni Unite per i profughi di Palestina (UNRWA) e decreta l’internazionalizzazione di Gerusalemme. Nel corso dell’anno, vengono rasi al suolo 387, su 475, cittadine e villaggi palestinesi nel territorio israeliano. Un milione di palestinesi, costretti ad abbandonare le loro terre, si riversano a Gaza, in Cisgiordania e Libano, nei campi profughi. Gli ebrei, in Palestina, sono già un milione.
Fonti:
La pulizia etnica della Palestina, di Ilan Pappe, Fazi Editore
Nakba. La tragedia del 1948, di Angela Lano e Jacopo Falchetta, Edizioni Al Hikma
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corallorosso · 3 years
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Quando e perché Mussolini abolì la Festa del 1° maggio La Festa del Lavoro, intesa come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche né sociali, per affermare i propri diritti e migliorare la propria condizione, ha origine lontane. Dopo migliaia di anni di osceno sfruttamento, con turni di lavoro che arrivavano alle sedici ore al giorno (uomini, donne, persino bambini), a metà dell’Ottocento cominciò a svilupparsi una coscienza civile ed umana, onda lunga della rivoluzione illuminista del secolo precedente. Nella lontana Australia, luogo d’emigrazione e di lavoro, nel 1855 si coniò una parola d’ordine su cui si fonderanno le politiche dei movimenti sindacali organizzati di fine secolo e del Novecento: “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire”. Era un concetto rivoluzionario, che andava al di là della dimensione lavorativa, e che mirava ad allargare la sfera dei diritti di ogni cittadino. Nell’ottobre del 1884 le organizzazioni sindacali indicarono nel 1° Maggio 1886 la data limite, a partire dalla quale gli operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno. Fu indetto uno sciopero generale a cui parteciparono quattrocentomila lavoratori; a Chicago ne sfilarono ottantamila, e la manifestazione venne repressa nel sangue. Ad essa seguirono giorni di violenti scontri in tutte le grandi metropoli americane, culminati il 4 maggio col massacro di Haymarket, dove 11 persone persero la vita. Ma la lotta contro il capitalismo selvaggio e senza regole continuava. Adesso toccava all’Europa. Il 20 luglio 1889 a Parigi si tenne il congresso della Seconda Internazionale, che decise di organizzare una grande manifestazione in una data stabilita. La scelta cadde sul 1° maggio, per commemorare la carneficina di Haymarket: il ricordo dei “martiri di Chicago” divenne simbolo di lotta dei lavoratori di tutto il mondo. (...) Il 1° maggio 1898 coincise con la fase più acuta dei “moti per il pane”, con il tragico epilogo di Milano, nei giorni dal 6 al 9 maggio, quando l’esercito di Bava Beccaris cannoneggiò la popolazione inerme, lasciando sul selciato 81 morti e 450 feriti. (...) Finalmente, il 1° maggio 1919 i metallurgici e altre categorie di lavoratori poterono festeggiare il conseguimento dell’obiettivo originario della ricorrenza: le otto ore di lavoro. Ma un formidabile nemico del popolo e dei lavoratori tesseva la sua tela omicida. Nell’ottobre del 1922 Benito Mussolini diventò Presidente del Consiglio, e uno dei primi atti del suo governo cancellò con un colpo di spugna il 1° maggio e il suo significato, maturato in anni di sanguinosissime conquiste dei lavoratori: il 19 aprile del 1923, con un decreto-legge da lui proposto ed approvato dal Consiglio dei ministri, la festività venne abolita ed accorpata alla festa ufficiale del fascismo, che coincideva con il “Natale di Roma”, il 21 aprile, dallo stesso tiranno proclamata. Soltanto l’anno prima, il presidente del Consiglio Facta aveva riconosciuto il 1° maggio come giornata festiva. La scellerata decisione di Mussolini era la logica conseguenza della lotta fascista contro le corporazioni dei lavoratori e dei loro sacrosanti diritti, che già prima della presa del potere si era concretizzata durante il cosiddetto biennio rosso, quando le squadracce in camicia nera si macchiarono di violenze inaudite contro le organizzazioni operaie socialiste e comuniste, con vergognose caccie all’uomo, omicidi e distruzioni, violenze tollerate e persino sostenute dagli organi dello stato liberale: una macchia indelebile nella storia di questo Paese. All’atto formale il tiranno fece seguire atti sostanziali, con operazioni a tenaglia: la milizia fascista venne sguinzagliata per intimidire e aggredire operai e contadini, soffocare ogni manifestazione di protesta nelle fabbriche e nei campi, mentre le autorità di pubblica sicurezza si occuparono di stroncare ogni movimento teso a difendere i diritti dei lavoratori e a prevenire azioni collettive e individuali operanti in tal senso: retate, arresti preventivi, sequestri di materiale e chiusura di fogli e giornali divennero la tetra normalità. Festeggiare il 1° maggio divenne un reato duramente punito. Ma il pugno di ferro del regime non conosceva limiti: nel biennio 1925-26 furono proclamate le cosiddette “leggi fascistissime”, che dichiararono fuorilegge le associazioni sindacali non irreggimentate, vietarono il diritto di sciopero e la serrata. L’anno seguente entrò in opera il famigerato Tribunale Speciale dello Stato, che comminò migliaia di pesantissime condanne: nel solo 1928, per aver celebrato il 1° maggio, sette operai di Trieste, cinque di Verona, tre di Torino e uno di Milano vennero condannati ad oltre 102 anni di carcere. Di fronte a tale spietata durezza, persino il ricordo del 1° maggio del 1921, definito dall’Avanti! “il più tragico, il più tempestoso, il più significativo tra quanti ne ha solennizzati la classe lavoratrice d’Italia”, impallidiva. La volontà del regime di estirpare alla radice il significato più autentico del 1° maggio fu così tenace da sfociare nella psicosi e nella pura idiozia: negli anni Trenta in Romagna gli squadristi irrompevano nelle case in cerca di tortelli, serviti nei giorni di festa. Bisognerà aspettare il crollo del regime e il 1945 perché gli effetti del decreto del 1923 cadessero, e quella ricorrenza tornasse a rappresentare la data simbolo della Festa del Lavoro, liberamente celebrata da milioni di lavoratori. In occasione di questa gloriosa ricorrenza, non sarà quindi inutile ricordare che quella di un Mussolini schierato a fianco del popolo e dei lavoratori è una delle maggiori balle che ancora circolano su quel triste figuro. Giuseppe Costigliola
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ma-pi-ma · 3 years
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Oroscopo 2021
Ariete: il 2020 per fortuna sta finendo, anche se non ve la siete passata male con questo smart working eh! Molte serie su Netflix sono andate a buon fine ed altre stanno per arrivare. Il vaccino però metterà fine ai vostri sogni e tornerete a lavorare, a meno che... aspettate un attimo... sto leggendo una notizia dalla Mongolia; parla di tre tizi con sintomi simili all'influenza, deceduti dopo aver mangiato un serpente. Mah... vediamo come si mette, dai!
Toro: la Luna è nel segno, ma anche Italia Viva lo è. Sì, ok, dice di voler uscire ma tanto non esce mai. Lavoro e denaro: affari poco promettenti, soprattutto grazie al vostro fiuto di scommettere sul vaccino della Lidl e non su quello Pfizer. Vestitevi male ogni giorno, sedetevi sulla panchina e aspettate Salvini che, scambiandovi per un clochard, vi donerà del cibo.
Gemelli: bene il Cashback di Gennaio che vi restituirà 6 euro e quello di Febbraio che ve ne darà 7,34. Fateveli bastare perché a Marzo non ci sarà più il blocco dei licenziamenti e perderete il lavoro.  Non è tempo di pensarci ora e ricordate: sta arrivando il bonus rubinetti con cui acquisterete al 40% quello del lavandino e farete un figurone quando verranno a pignorarvi casa.
Cancro: è una brutta malattia, ma in questo caso non c'entra nulla come giustamente mi fa notare Chiara. Chiara è un'amica che abita sul mio pianerottolo. Ha un gatto di nome Sissy. Suo zio lavora alle Poste ed è sposato con Sara Cecchinelli che vorrebbe sapere cosa c'entra tutto questo con l'oroscopo. Non saprei, tanto inventare per inventare...
Leone: ottime prospettive di lavoro. Per lo scorpione. Per te invece male: aspetti ancora la cassa integrazione di Maggio ma l'impiegato dell'INPS è dei Pesci ed è morto perché non hanno cambiato l'acqua dell'Aquario e quindi nessuno sta gestendo la tua pratica.
Vergine: se la vostra vita vi sembra da buttare, ripetete "almeno non ho comprato il libro di Andrea Scanzi" e vi sentirete meglio. Ovviamente non comprate quello di Speranza, altrimenti non avrete risolto nulla. Amore: prima di innamorarvi di Sagittario, cambiate residenza e andate a vivere nel suo Comune, così i DPCM se lo pigliano nel culo.
Bilancia: vi sentirete stanchi e delusi dalla vita, ma non vi arrendete perché il 16 Marzo Facebook vi ricorderà che in quello stesso giorno del 2017 eravate felici e condividerete il ricordo con i vostri contatti che vi metteranno 5 like.
Scorpione: ma cosa volete che vi dica. Il 2021 sarà il migliore anno da un anno a questa parte. Alla grande!
Sagittario: Marte entra in collisione con Saturno e questo non vuol dire un cazzo. Bene in amore: conoscerai una persona interessata a te, ma abiterà in un Comune perennemente in zona rossa, per cui passerai l'anno a insultare Conte. Come tutti.
Capricorno: se non avete idee, ideate al volo un vaccino e verrà approvato in Gran Bretagna, tanto quelli approvano qualsiasi cosa. Diffidate dei falsi amici: ad esempio Mario che ha denunciato il vostro veglione di Capodanno. E sì, è stato lui...quel grandissimo pezzo di merda.
Acquario: è necessario cambiare l'acqua, altrimenti i Pesci muoiono.
Pesci: potreste morire se l'acqua non viene cambiata, ma vi basterà tossire per essere classificati come morti per Covid.
Giovy Novaro
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ilpianistasultetto · 4 years
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Era di febbraio in quelle case sulle colline ascolane. Dentro la legna a crepitare nel camino e fuori la neve ad ammucchiarsi su tetti e viottoli. Gente contadina che impegnava le sue giornate a zappare e a imprecare contro le avversita' della natura. Gente che quando riusciva a mettere a tavola due zampe di gallina faceva festa. Un campo di patate, uno di grano, due filari di vite, qualche gallina, qualche pecora e un paio di maialini da crescere per poi rivendere e comprare quelle poche cose di cui coprirsi. Da qualche mese, ogni sabato passavano da quelle parti due militari fascisti ascolani. Risalivano quelle colline e portavano via quello che riuscivano a razziare di prepotenza in quelle piccole frazioncine di poche decine di famiglie. A volte due galline, a volte delle uova e dei formaggi, ceste di patate, uva, farina, mais, qualche fico secco o bottiglia di vino tirata dalle botti.. La famiglia di mia nonna, tra figli, zii, genitori, erano una dozzina di persone; gente tisica dalla fame, malaticcia per gli stenti di quella vita contadina. Cosi non si poteva andare avanti. Ma che fare? Ecco poi un venerdì di quel gelido febbraio '45 farsi avanti Camillo e Pietro, gli zii della nonna. - Cosi non si può andare avanti. Ci pensiamo noi!
Alle prime luci dell'alba si appostarono dietro un costone di roccia. Da quel punto si vedeva bene l'ultima collina da dove sarebbero arrivati i due fasci. Come arrivarono a pochi metri, uno, due, tre, quattro, colpi di fucile. Il viottolo di brecciolino bianco si bagno' di rosso. Due morti a terra. Ora il problema era farli sparire sperando che nessuno del borgo parlasse, altrimenti la rappresaglia fascista sarebbe stata terribile, crudele e sanguinaria. Il silenzio tenne. Dopo due mesi arrivo' la fine di quella guerra, la caduta definitiva di quel regime; il 25-aprile 1945. Fu nei primi giorni di maggio, come raccontava mia nonna Emilia, che si presentarono in quella piccola frazione due donne. Erano le mogli. Erano andate a reclamare almeno i corpi dei loro mariti per dargli sepoltura. Qualcuno, commosso da pieta', rivelo' il posto dove erano stati sotterrati. Quando furono riportati alla luce furono urla strazianti da parte di quelle due donne ormai vedove. Mia nonna, a quel tempo giovane donna ma già madre di 6 figli si avvicino' alle due, le guardo' fisse negli occhi e disse: " dovevate piangere quando i vostri mariti tornavano a casa con ceste di roba rubata alla povera gente. Allora dovevate piangere per convincerli, per implorare a non farlo piu. Adesso e' tardi. Loro sono morti, noi siamo morti di fame e voi adesso siete morte dentro."
Frazione Lisciano- Roccafluvione (AP) - in memoria del 25 aprile 1945.
@ilpianistasultetto
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newsintheshell · 3 years
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J-POP Manga e Edizioni BD: tutte le uscite di maggio
Dal mese prossimo arriveranno sui nostri scaffali i primi numeri di 86 - Eighty Six e Game of Familia!
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Di seguito tutte le novità che Edizioni BD e J-POP Manga pubblicheranno nel corso del mese di maggio, che trovate più in dettaglio anche sul Direct 81. (Per un assaggio delle uscite di giugno invece potete dare un’occhiata al Direct 82)
5 MAGGIO
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Un fantasy crudo e originale che fonde atmosfere in stile sword art online al body horror: il 5 maggio arriva in libreria, fumetteria e negli store online Game Of Familia 1 di Mikoto Yamaguchi e D.P., Sasae Hatsushima si trova a dover proteggere la sua famiglia quando, insieme alla matrigna e alle due sorellastre, viene evocato in un altro mondo in cui gli umani sono visti come salvatori: solo loro infatti possono fermare l’orda di non-morti che minaccia tutti gli esseri viventi... Dall’autrice di Dead Tube ecco un isekai sexy e imprevedibile.
Continuano Hanako Kun - I Sette Misteri Dell’accademia Kamome 7, Kakegurui Twin 10, Land Of The Lustrous 7, Parasite In Love 1, Super Hxeros 6, World’s End Harem 12.
12 MAGGIO
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Il 12 maggio sarà la volta di 86 - Eighty Six 1, una storia di guerra cruda, disincantata dagli aspetti inediti, la cui serie animata è disponibile in streaming su Crunchyroll. Per molto tempo la Repubblica di San Magnolia è stata attaccata dal suo vicino, l’Impero, che ha creato veicoli militari senza pilota chiamati Legion. In risposta alla minaccia, la Repubblica ha così sviluppato una tecnologia per equilibrare la forza di attacco del nemico facendo a loro volta a meno di vittime umane... Così, almeno, recita la versione ufficiale. Fuori dagli 85 distretti della Repubblica continua infatti a combattere senza tregua il distaccamento di giovani donne e uomini noto come Eighty Six.
Un nuovo e attesissimo volume della Osamushi Collection arriva in libreria! si tratta di Black Jack 1 con cui ritorna uno dei personaggi più iconici del manga: il chirurgo fuorilegge Black Jack, sempre pronto a girare il mondo per aiutare i casi più disperati e portare a termine operazioni impossibili. Una nuova edizione definitiva per scoprire o riscoprire un’opera amatissima in tutto il mondo, adattata in serie animate, film, OVA che continuano a conquistare il pubblico da decenni.
Disponibile singolarmente il primo volume di Karma Of Purgatory e continuano Blue Period 5, Kingdom 46, Tokyo Revengers 4, Hell’s Paradise - Jikoguraku 10. Per Edizioni BD l’atteso Boom!Bastic Bundle: il bundle contiene una copia cadauno di Li Troviamo Solo Quando Sono Morti 1 e Seven Secrets 1 e in omaggio per ciascun titolo una speciale cartolina autografata dagli autori in esclusiva per le fumetterie, fisiche e online! A questo link potete leggere le preview digitale, ricche di contenuti extra, disponibile anche in versione cartacea in tutte le fumetterie.
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19 MAGGIO
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Il 19 maggio per J-POP Manga arriva Brave Dan, new entry della Osamushi Collection! In questo volume, il Dio del Manga mette in scena una caccia al tesoro nel selvaggio Hokkaido, la grande isola del nord dell’arcipelago Giapponese. Ma non solo! Lo stesso giorno sarà anche la volta di Red Theater una storia psicologica, oscura e contorta, nel pieno stile della maestra del boy’s love, Chise Ogawa, già famosa in Italia per Caste Heaven. Yuri è il successore di Abalkin, un marchio di scarpe di lusso dal tacco vertiginoso: ad aiutarlo nella gestione dell’azienda il suo segretario Adam con il quale sembra avere una relazione tutt’altro che semplice e trasparente come sembra...
Continuano La Via Del Grembiule - Lo Yakuza Casalingo 6, Lady Oscar Collection - Le Rose Di Versailles 5, Parasite In Love 2, So I’m A Spider, So What? 6.
26 MAGGIO
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Il 26 maggio sarà disponibile Randagi di Keigo Shinzo, box in quatto volumi, che racconta la vita dell’ispettore Hajime Yamada, specializzato in crimini sui minori, non ha più senso dopo la morte precoce della figlia. Una luce si riaccende nella sua oscura esistenza però quando si imbatte in una giovane ragazza scappata di casa, che si prostituisce per sopravvivere e che somiglia spaventosamente alla sua figlia scomparsa.
Per le amanti del genere yaoi sarà disponibile una nuova serie in due volumi dall’acclamata autrice di Void e Liquor & Cigarettes, Birds of Shangri-La 1.
Lo scrittore Matt Kindt (Justice League of America, Spider-Man, Mind MGMT), nominato al premio Eisner, e l'acclamato artista Matt Smith (Hellboy & the BPRD) presentano un’entusiasmante graphic novel che inverte in modo brillante gli stereotipi del fantasy di formazione! In un mondo di magia e mostri, Ansel è un outsider perseguitato da visioni di cravatte ben stirate e tecnologia... Il 26 maggio per Edizioni BD arriva Folklords.
Continuano Karma Of Purgatory 2, Komi Can't Communicate 6, La Finestra Di Orfeo 2, Otoko Zaka 9, Zombie 100 – Cento cose da fare prima di diventare non morti 2.
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Noterete l’assenza di Star Red che avevamo previsto per maggio, ma dal momento che non ne siamo sicuri aspettiamo a comunicarla come certa. Per portare le opere in Italia lavoriamo in collaborazione con gli Autori dal Giappone e, a volte, perché l’edizione sia esattamente come la vorremmo e come loro vorrebbero (cosa che ci sta molto a cuore!) c’è bisogno di qualche giorno in più. Questo vale ancora di più per la Moto Hagio Collection, per cui il lavoro con la Sensei e l’editore Giapponese è specialmente intenso, ma siamo certi che quando l’avrete tra le mani ne sarete davvero entusiasti!
RISTAMPE
Nel mese di maggio tornano disponibili:
5 Cm Al Secondo
 A Lotus Flower In The Mud
Color Recipe 1,2
Hell’s Paradise – Jigokuraku 1,3,7
Kakegurui 2
Killing Stalking 2
Made In Abyss 2
My Broken Mariko
Overlord 3,10
Rising Of The Shield Hero 1, 2
The Promised Neverland 7,9
The Quintessential Quintuplets 9,14
Tokyo Ghoul 1
Yarichin Bitch Club 1
Yatamomo 1-3
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Autore: SilenziO)))  Twitter: S1lenzi0
[FONTE]
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Aggiornamenti del 2020 dell’account Twitter “Smeraldo Books” 
Seokjin 27 giugno anno 22 Lo Smeraldo era calpestato sotto i miei piedi. E iniziò nuovamente un loop temporale.
Yoongi 12 maggio anno 22 Tutti devono avere una ragione per desiderare di essere morti. E per desiderare di essere vivi. Perché Jungkook voleva morire? E per cosa aveva vissuto?
Namjoon 18 luglio anno 22 In momenti differenti, sono stato sopraffatto da dubbi irrequieti e scetticismo. E mi sono chiesto: credo a Taehyung? E la riposta era sempre la stessa.
Hoseok 11 maggio anno 22 Avrei perso nuovamente qualcuno di importante per me? Mi veniva da piangere. “Chi è preoccupato per chi qua? Se sei davvero preoccupato per me e ti dispiace, per favore semplicemente sopravvivi.”
Taehyung 10 luglio anno 22 Sembrava che i sogni si aspettassero una qualche risposta da me. Come se mi stessero dicendo che c'era un problema e io dovevo risolverlo. Ma da solo non riuscivo a fare nulla.
Jimin 14 giugno anno 22 Se noi sette potessimo davvero diventare una cosa sola, Hoseok hyung sarebbe il nostro guardiano, che si prende sempre cura di noi. Ma in realtà internamente non era spensierato e socievole come sembrava dall'esterno.
Jungkook 22 luglio anno 22 Perché gli hyung mi hanno mentito? 
[Sono poi seguiti degli estratti più lunghi, in parte condizionati dall’esito di sondaggi postati sempre sull’account Twitter “Smeraldo Books”. Riportiamo qui i testi completi ottenuti dopo le votazioni] 
#1 11 aprile anno 22 La scorsa notte ho fatto un sogno. C'erano i miei amici delle superiori, e nel sogno capitavano cose terribili e violente. Seokjin hyung li guardava, senza che la sua espressione cambiasse mentre avvenivano le tragedie. Ho disegnato la sua faccia minacciosa e l'ho mostrata a Namjoon hyung.
“Seokjin è tornato.”
Namjoon hyung mi ha raccontato come lui e Seokjin hyung si sono incontrati. Mi ha anche detto che Seokjin sembrava essere cambiato. Un incubo e notizie su Seokjin hyung per la prima volta dopo due anni. Non in grado di considerarla come una semplice coincidenza, mi sentivo in ansia.
Dovrei chiedere il numero di Seokjin hyung.
“Hai il numero di Seokjin hyung?”
Ho chiesto a Namjoon hyung. Non sapevo cosa chiedere a Seokjin hyung, ma sentivo che dovevo andare a trovarlo. L'ho chiamato diverse volte, ma non ha risposto. Quindi ho finito per andare a casa sua. Mentre lo cercavo nella stanza illuminata al secondo piano, ho visto una mappa sul muro. Tra i posti contrassegnati sulla mappa, ce n'era uno che conoscevo.
“È lo studio di Yoongi hyung”.
#2 30 aprile anno 22 Quando io e Jungkook siamo andati a trovare Yoongi hyung un paio di giorni fa, abbiamo finito per farlo arrabbiare. Ero sulla strada per andarlo a trovare al suo studio, chiedendomi se avrei potuto parlargli di nuovo, ma ancora prima di arrivare, l'ho visto uscire. L'ho chiamato, ma non mi ha sentito ed è scomparso dietro l'angolo.
Nel mio sogno, si trovava in una stanza in fiamme. Gli avevo rubato l'accendino dalla stanza, ma dato che era un fumatore oramai avrebbe dovuto averne un altro con sé. Quando avevo provato a seguirlo, ho visto un SUV guidare lentamente nella sua ombra. Cos'è quella macchina? Ha a che fare con Yoongi hyung e l'incendio?
Yoongi hyung deve aver appiccato il fuoco. Dovrei seguirlo.
Mi sono ricordato di quanto Yoongi hyung si fosse arrabbiato un paio di giorni fa. Le cose ancora non andavano bene per lui. Facendo finta di non vedere la macchina, l'ho seguito di fretta. Ho visto il fumo alzarsi da un motel in lontananza. Era forse il luogo che avevo visto nel mio sogno? Mentre correvo verso il motel, ho visto qualcuno di molto familiare. Quella persona era Seokjin hyung, che se ne andava dopo aver lasciato qualcosa davanti al motel senza un attimo di esitazione, come se avesse pianificato tutto.
21 maggio anno 22
Ho quasi fatto qualcosa di terribile. A mio papà, che stava picchiando me e mia sorella... Se Hoseok hyung non mi avesse fermato, a quest'ora sarei in prigione. Hoseok hyung ha detto che era lì per chiedermi se volessi andare a fare una gita al mare, sotto suggerimento di Seokjin hyung. Ma non pensavo che Seokjin hyung ci avesse contattati perché voleva veramente fare una gita al mare. Ero certo che Seokjin hyung sapesse qualcosa su di noi o qualcosa che noi non sapevamo. Era Seokjin hyung che si era presentato di fronte al motel in cui si trovava Yoongi hyung e che aveva fatto entrare Jungkook nell'edificio. Sarei stato in grado di parlare con Seokjin hyung se fossi andato a quella gita al mare?
#3 22 maggio anno 22 Ci siamo riuniti tutti per la prima volta dopo tanto tempo grazie alla gita al mare. Quando abbiamo detto di voler fare una foto insieme, Seokjin hyung ha scosso la testa. Sono stato l'unico a vederlo accartocciare una foto di noi sei insieme. Non significavamo niente per lui adesso? Ho raccolto la foto accartocciata. E ho seguito Seokjin hyung che stava andando all'osservatorio da solo. Per qualche ragione, il vento all'osservatorio sembrava familiare. Potrei aver visto ciò in un sogno. Vedendo l'espressione fredda di Seokjin hyung, mi è venuto da piangere. Ho deciso di...
Chiedere a Seokjin hyung se ci stava aiutando.
“Lo so che ci stai aiutando. Non so come. Non riesco a spiegarlo.”
Ho proseguito riguardo le cose terribili che ci erano quasi successe e su come misteriose coincidenze fossero avvenute prima di quegli eventi terribili, evitandone l'avvenimento. Seokjin hyung mi ha spinto e ha detto,
“Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno, e non aiuto nessuno.”
#4 C'è stata una improvvisa tempesta di sabbia che ha continuato per diversi minuti. Abbiamo vacillato come se stessimo per cadere dall'osservatorio. Quando la tempesta di sabbia si è calmata, Seokjin hyung se n'è andato senza dirci una parola. Hoseok hyung mi ha chiesto se fosse successo qualcosa, ma non avevo risposta. Mi sentivo frustrato e triste. Cosa dovrei fare? Dovrei... 
Seguire Seokjin hyung.
Non potevo terminare la conversazione a quel modo. Hyung! Seokjin hyung! Ho provato a fermarlo, ma se n'è andato senza guardarsi indietro. Ha guidato la sua macchina e ci ha lasciati così. Ero stupefatto. Non sono venuto a sapere nulla da lui. Ma ho scoperto alcune cose. Non riusciva a ricordare cosa eravamo stati. E in certi momenti sembrava stesse provando del dolore. Forse... aveva bisogno del nostro aiuto.
#5 13 giugno anno 22 Abbiamo scoperto molto in ritardo che Jungkook aveva avuto un incidente stradale sulla via del ritorno dalla gita al mare. Si era fatto male il giorno in cui eravamo tutti insieme e mi sono sentito una persona terribile per esserlo venuto a sapere così tardi. In aggiunta, si era trattato di un incidente con fuga, quindi ancora non si sapeva chi fosse stato. E Jungkook non riusciva a ricordare nulla. Mentre ero seduto di fianco al suo letto d'ospedale sorvegliando Jungkook, mi era sembrato che ci fosse qualcuno fuori. Era strano perché era notte tarda e gli orari di visita erano passati. Forse si trattava del tizio dell'incidente. Aveva quasi ucciso qualcuno, quindi era venuto per vedere se Jungkook ricordasse qualcosa. Dovrei...
Uscire e vedere chi è quella persona.  
Ho spalancato la porta e sono uscito di corsa. Non c'era nessuno. Ma ho visto la schiena di qualcuno mentre correva dietro un angolo. Era la mia immaginazione o ho visto Seokjin hyung? Anche Seokjin hyung era venuto per vedere Jungkook? E allora perché non era entrato?
#6 23 giugno anno 22 C'erano cinque di noi nella chat di gruppo alla quale Jimin ci aveva invitato di punto in bianco, tutti tranne Seokjin hyung e Jungkook. “Sapete cos'è la mappa dell'anima?” Eravamo perplessi, ma quando è stato fatto il nome di Seokjin hyung siamo diventati seri. Jimin ha detto che era stato all'ospedale, dove aveva visto Seokjin hyung. Jimin ha detto che Seokjin hyung aveva chiesto riguardo la mappa dell'anima a un dottore. Sentendo ciò, Namjoon hyung ha parlato come se si fosse improvvisamente ricordato di qualcosa. “Sapete, l'ha chiesto anche a me qualche giorno fa. Ha detto che doveva trovarla per poter porre fine a tutto.” Jimin ha detto che ne aveva già sentito parlare da qualche parte. Non sapevo cosa fosse la mappa dell'anima, ma doveva essere qualcosa di importante se Seokjin hyung stava facendo tutti quegli sforzi per cercarla. Ma a cosa doveva porre fine? “Perché la stiamo facendo lunga quando possiamo semplicemente chiedere a lui?” Yoongi hyung aveva ragione. Ma sapevamo anche che era improbabile che Seokjin hyung ce l'avrebbe detto se glielo avessimo chiesto. Se questo era il modo per aiutarlo, dovrei...
Scoprire qualcosa sulla mappa dell'anima.
Prima di tutto, avevamo bisogno di scoprire cosa fosse la mappa dell'anima per capire dove fosse e come trovarla. Namjoon hyung ha detto che sembrava un termine accademico e che l'avrebbe cercato in biblioteca. Ho detto che sarei andato con lui. Ma mentre ero sulla strada per recarmi in biblioteca, ho ricevuto una chiamata da Namjoon hyung. Una persona che lavora al distributore di benzina si è ammalato all'improvviso e avevano bisogno di lui per sostituirlo. Quando abbiamo deciso di rincontrarci il giorno dopo e sono tornato a casa, ho visto mio papà bere. Dopo averlo visto, mi sono voltato e sono uscito da casa. Potevo dormire al container di Namjoon hyung e andare con lui in biblioteca il giorno dopo. Non volevo stare vicino a mio papà... quando beveva.
#7 10 luglio anno 22 Ho di nuovo fatto quell'incubo. Ho visto come Namjoon hyung moriva nel container in fiamme. E ho anche visto Seokjin hyung guardare tutta la scena con i suoi occhi privi di sentimenti. Il mio incubo aveva forse a che fare con il fatto che Seokjin hyung fosse cambiato a quel modo? Quanto sarebbe continuato questo incubo? La mappa dell'anima... Seokjin hyung aveva detto che avrebbe dovuto trovarla per porre fine a tutto. Le sue sofferenze e il mio incubo... Possiamo porre fine a tutto se troviamo la mappa dell'anima? 
Traduzione e info a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©maru)
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Ricordate loro che la Mia promessa di venire di nuovo nella gloria per giudicare i vivi e i morti deve compiersi durante la vita di questa generazione. June 19, 2021 at 02:00AM
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  Figlia mia carissima, l’umanità deve sapere che il tempo per Me di presentarMi ad un mondo incredulo non è lontano.
Tutti i figli di Dio che sono devoti credenti devono ora, per la loro fedeltà a Me, il loro amato Gesù, aiutarMi a preparare il mondo per la Mia Seconda Venuta.
Tanto tempo è già stato concesso al fine di attirare le anime verso il Mio Sacro Cuore.
Ciò è stato importante poiché, senza questo tempo, poche anime sarebbero in grado di entrare nel Mio Nuovo Paradiso.
Esorto tutti costoro, nel Mio Santo Nome, di permetterMi di guidarvi per aiutarvi a proclamare la verità dei Miei insegnamenti in ogni angolo del mondo.
Predicate il Mio insegnamento semplice per primo.
L’amore del prossimo è atteso da tutti coloro che si dicono Miei seguaci.
Parlate solo della Mia Seconda Venuta.
A chiunque vi accusi, ricordate loro che la Mia promessa di venire di nuovo nella gloria per giudicare i vivi e i morti deve compiersi durante la vita di questa generazione. (Gesù, Libro della Verità, 22 Aprile 2012 – AiutateMi a preparare il mondo per la Mia Seconda Venuta)
Messaggi da meditare nei prossimi giorni (dal 1 giugno 2021)
- 22 Marzo 2012 – L’opposizione alla Mia Seconda Venuta sarà feroce
- 24 Marzo 2012 – Non vi resta molto tempo prima che Io venga per Giudicare.
- 22 Aprile 2012 – AiutateMi a preparare il mondo per la Mia Seconda Venuta.
https://messaggidivinamisericordia.blogspot.com/2021/06/messaggi-da-meditare-nei-prossimi.html
Libro della Verità- Mini webcast parte 6- La Medaglia della Salvezza e il Sigillo del Dio Vivente, qua  Libro della Verità- Mini webcast parte 1- L'Avvertimento e la Seconda Venuta di Gesù, qua
Libro della Verità- Mini webcast parte 3- Preparazione spirituale e fisica, qua 
Tutti i video esplicativi si trovano qua 
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- 🔴 ►  Tre giorni di preghiera per l'Esercito Rimanente, Benedetto XVI e MDM, (Venerdì, Sabato e Domenica), qua  ❥═══♥ Giugno mese della Crociata di Conversione e del Sacro Cuore di Gesù, qua 
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 ♦ IN EVIDENZA, le informazioni da non perdere. GIORNATE DI PREGHIERA, •♥ Giugno ♥••.●*°•.¸ ☆ Mese della Crociata di Conversione e del Sacro Cuore di Gesù, qua
- Ogni Venerdì offriamo il digiuno:  Crociate per offrire il digiuno 34; 42; 58; 103, qua
 - L’importanza del digiuno e dell’abnegazione (Gesù, Libro della Verità,16 Maggio 2011 – L’importanza del digiuno e dell’abnegazione) , qua
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- Ogni Venerdì offriamo il digiuno:  Crociate per offrire il digiuno 34; 42; 58; 103, qua
 - L’importanza del digiuno e dell’abnegazione (Gesù, Libro della Verità,16 Maggio 2011 – L’importanza del digiuno e dell’abnegazione) , qua
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- -  ● ☆● ☆●  Il  potere della Preghiera.  Nuovo Appuntamento   Invocheremo lo Spirito Santo con la Crociata 51 e pregheremo con una Crociata scelta ogni giorno e la lettura del Messaggio del Libro della Verità che lo contiene. Trasmesso in diretta sulla nostra pagina di facebook. Questo appuntamento sarà tutti giorni alle 6,15,  qua 
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- ► ► Questo cambiamento sta per trascinare l’umanità in un’oscurità che la avvolgerà completamente e che offuscherà il suo amore per Me. Avvertimento al clero " (brano evidenziato ieri nel blog di lingua inglese) (Estratto dal Messaggio del Libro della Verità, 16 Novembre 2010 - Avvertimento al clero), qua
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- ●●.·˙˙·.●  Dio Padre: Colpirò ogni nazione a seconda dell’entità d’innocenti che ha assassinato, qua 
- ✞ ✞ OGNI GIORNO VI DOVRESTE CHIEDERE: DIO AVREBBE APPROVATO LE MIE AZIONI DI OGGI?,  qua 
- Vergine Maria: Il mio Rosario può salvare le Nazioni, qua 
-☼ ☀  La Mano di Dio si servirà del sole per avvisare il mondo, qua
- *► Lo scudo del Sacro Cuore di Gesù potente protezione, salvò Marsiglia dalla peste, qua
-  ☆•.¸❤  “Questo è uno degli ultimi e il più grande Sigillo di Protezione inviato dal Cielo, di tutte le preghiere date all’umanità”. Dobbiamo custodirlo nella nostra casa, portarlo con noi, e recitare questa preghiera tutti i giorni, così noi e i nostri cari saremo protetti da tutti i mali fisici e spirituali, qua 
-  ➽✒ MONS. SCHNEIDER E DON MORSELLI E LA COMUNIONE ALLA MANO MA SOLO A DETERMINATE CONDIZIONI… ▆  ⌨ Abbiamo aggiornato la nostra Rassegna Stampa, qua
-  🔴 🔴 Nella nostra Rassegna Stampa abbiamo pubblicato l'audio di un sacerdote con consigli per sconfiggere il virus e l'epidemia, qua 
- ☆•.¸❤ VI PREGO DI DIFFONDERE IL SIGILLO DEL DIO VIVENTE DAPPERTUTTO, qua 
-   ▆ ATTENZIONE utilizzate solo le immagini della Madre della Salvezza autorizzate, stanno circolando immagini alterate dal male. Le medaglie della Salvezza autorizzate e quindi vere, sono solo quelle che si acquistano sul sito christogifts, qua 
-✿*✿ IMPORTANTE: è necessario pregare ogni giorno per questa Missione perché è sotto attacco forte del nemico. Vi invitiamo a non mancare all'apputamento di preghiera delle ore 20,30, qua e qua 
- IMPORTANTE: La Madre della Salvezza: Chiedo a coloro che seguono questi Messaggi di pregare per questa Missione, qua  - Sette angeli caduti attaccheranno questa Missione"Mia cara figlia, sette angeli caduti attaccheranno questa Missione e cercheranno di ingannare i figli di Dio perché non rimangano fedeli al suo Esercito Rimanente. Essi appariranno a coloro che ingannano dicendo di essere angeli della Luce, quando, in realtà, sono tutt’altro" (Madre della Salvezza,11 Aprile 2014, Gesù era come voi in ogni cosa, eccetto che nel peccato, perché questo sarebbe stato impossibile),  qua
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-  •●●.·˙˙·. Cerchiamo persone che possano dedicare un’ora al giorno per diffondere il Libro della Verità inviando email ai sacerdoti, qua 
- ≻✿≺ Lettera per i membri di Gesù all'umanità: Vi lasciamo meditando questo, ci facciamo tutti queste domande: con quanta serietà abbiamo assunto questo compito di essere soldati dell’esercito di Gesù? Cosa ci sta chiedendo Gesù in questo momento? ascoltiamo la Sua risposta nel nostro cuore, qua 
- ▅ ▆  ► UMANESIMO - Libro della Verità (Messaggi per argomento). "Fate attenzione quando accettate l’umanesimo, poiché quando lo fate, voi troncate ogni legame con Me", Gesù, Libro della Verità, 27 Luglio 2013, qua 
-- ❤¯`•.¸☆ UN PICCOLO SUGGERIMENTO: Per seguire il nostro gruppo ogni giorno senza perdere niente , raccomandiamo di leggere il post del giorno con le informazioni da non dimenticare qua, qua o qua e poi leggere tutti gli altri aggiornamenti su twitter qua 
- (¯♥♥¯) ¯¯-:¦:-¯¯¯¯-:¦:-¯¯(¯♥♥¯) Cerchiamo 100 persone che recitino 3 Rosari ogni giorno per salvare l'Italia,qua Vorremmo sapere il numero effettivo delle persone che lo stanno  realmente ancora facendo, perciò se vi siete inscritti in precedenza vi preghiamo di confermare la vostra adesione,  in modo da capire quanti siamo  al giorno d'oggi. Se ancora non vi siete decisi, vi invitiamo calorosamente ad iscrivervi,  per il bene dell'Italia. Fino ad oggi 21 settembre 2019 hanno aderito,  confermando le iscrizioni precedenti ed includendo nuovi iscritti, 40 persone.
- ┊☆┊★ “Figlia Mia amatissima, Il tempo si sta muovendo velocemente ora. Ho preparato tutti voi ormai da tempo. Voi, Miei seguaci, sapete cosa dovete fare. La vostra propria confessione è importante e dovete cercare di farla una volta ogni settimana d’ora in poi..” (Gesù, Libro della Verità, 17 Luglio 2012,  qua )
- Gruppi della crociata di preghiera Cari fratelli queste parole sono rivolte proprio a noi, forza ci impegniamo a costituire i gruppi Gesù all’umanità, accogliamo questo appello urgente del nostro Signore Gesù, raddoppiamo gli sforzi che ognuno si metta in contatto con le persone della sua Diocesi: "MOLTO PRESTO UNA DIVISIONE SI VERIFICHERÀ IN EUROPA, OGNUNA DELLE QUALI È COLLEGATA ALL’UNIONE EUROPEA E AL PAESE IN CUI SI TROVA LA CATTEDRA DI PIETRO. CIÒ SI TRADURRÀ IN UNA GUERRA, CHE SARÀ DI TIPO DIVERSO DALLE ALTRE GUERRE. MA SARÀ VIOLENTA. LA GENTE SI LEVERÀ L’UNO CONTRO L’ALTRO IN GERMANIA, ITALIA E FRANCIA. DOVETE PREGARE CHE I MIEI SEGUACI RIMANGANO FORTI E GARANTISCANO CHE I GRUPPI DI PREGHIERA DI GESÙ PER L’UMANITÀ SIANO COSTITUITI RAPIDAMENTE IN QUESTI PAESI ( Gesù, Libro della Verità, 26 febbraio 2013)",   qua  e  qua .
- ♥♫ Cerchiamo di formare il nostro gruppo della crociata di preghiera, anche solo di due persone FIDATE ( per ragioni di sicurezza le persone devono essere FIDATE),  qua
-  ▀ Linee Guida per i Gruppi della Crociata di Preghiera   qua e qua 
-   ▀ ●̮̑ Importanza dei Gruppi della Crociata di preghiera e come crearne uno,  qua
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kon-igi · 4 years
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IN CULO ALL’INCUBO DELL’INCUBAZIONE
Nella foga di trasformarmi nello splendido ed eroico condottiero di popoli stremati che vi guida fuori dall’orrore biologico di questi tempi contaminati verso una terra sterile e priva di qualsiasi parassita infettato da un micete infettato da un batterio infettato da un virus infettato da un prione che al mercato nero del dark web mio padre comprò, dicevo, nella foga di divulgare duro sono stato impreciso nel trasmettervi il concetto di 
PERIODO DI INCUBAZIONE DEL CORONAVIRUS
Dunque, per farvi capire cosa sia il periodo di incubazione (dal latino in+cubo, essere disteso dentro) di un determinato patogeno - parassita, fungo, batterio o virus - vi faccio un esempio della conosciuta quotidiana vita di ogni essere vivente.
Gianfoibo esce di casa in una fredda mattina d’inverno e nella fretta di salire sulla sua macchina e non fare tardi a lavoro pesta un enorme stronzo di cane mezzo congelato dalle rigide temperature notturne, appartenente a un alano a cui il padrone ha dato il nome di Enola Gay, in onore del cacciabombardiere B-29 Superfortress che il 6 Agosto del 1945 sganciò la bomba atomica su Hiroshima. Gianfoibo non si è accorto che il carraramato della suola dei suoi scarponi ha sguisciato un mazzo di guizzanti tagliolini marroni sul risvolto dei suoi pantaloni bianchi e quindi sale in macchina, infreddolito nel corpo e nell’anima. La prima cosa che fa dopo aver avviato il motore è sparare dell’aria calda sul parabrezza per disappannarlo e subito dopo immettersi nel traffico cittadino. Qualche neurone in fondo all’area piriforme della corteccia olfattiva vorrebbe avvertire ippocampo e amigdala che forse qualcosa non sta andando per il verso giusto ma Gianfoibo sta pensando alle tette di Scoliandra, la tizia che lavora in amministrazione, e quindi con un sorrisetto tra l’ebete e il salivoso devia il flusso dell’aria calda dal parabrezza ai piedi mezzi congelati. Gianfoibo si trova così a 10 secondi circa dallo scordarsi delle tette di Scoliandra e dal passare tre ore a bestemmiare in un autolavaggio per cercare di togliere la merda di cane spalmata su pedali e tappetini.
Avrete capito che la merda di cane è il patogeno infettivo e il periodo di incubazione è il tempo che intercorre tra il momento in cui esso vi si infila dentro ai calzini penetra nel vostro organismo e quello in cui si manifesta con un tanfo annichilente sintomi patologici.
ORA STATE MOLTO BENE ATTENTI 
perché a fronte di un vostro giusto desiderio smodato di informazioni precise, sicure e scientifiche che ognuno di voi esige dagli addetti ai lavori, questi ultimi per essere puntigliosi ed esaustivi devono aspettare di avere
TEMPO CONGRUO DI OSSERVAZIONE
NUMERI GRANDI DA ANALIZZARE
Le giuste critiche che sono state mosse a Burioni sono che lui, tecnicamente, ha fornito dati e previsioni esatti ma estrapolati da un contesto temporale troppo breve e limitato.
Se 10 ballerini novantenni di liscio vanno a mangiare il pesce in una trattoria romagnola, si beccano l’epatite A e muoiono in 9, tecnicamente è corretto dire che c’è stata una mortalità del 90% ma non è corretto dire che l’Epatite A ha una mortalità del 90% perché per potere estrapolare il dato avremmo dovuto far mangiare il pesce guasto a migliaia di uomini e donne, con età e patologie differenti e poi fare un confronto con il numero di morti di persone simili ma che non avevano mangiato il pesce guasto.
Questo è il motivo per cui non ha senso chiedere il tasso di mortalità, anzi, di letalità del Covid-19 a soli due mesi dall’inizio dell’epidemia, come non ha senso fare il paragone col tasso di letalità dell’influenza comune stagionale, poiché i dati precisi su quest’ultima li avremo, forse, a Maggio/Giugno.
Ritornando al PERIODO DI INCUBAZIONE DEL CORONAVIRUS - importantissimo per capire quando una persona comincia a diventare contagiosa - anche qua dovete tenere conto che dobbiamo fare una media tra 
Le narrazioni sui presunti primi contatti cioè quando una persona crede di aver preso il virus da qualcun’altro. Mica facile.
Le rilevazioni della concentrazione di virus nel rino-oro-faringe tramite tampone sulla persona infettata (10% di falso positivo, 20-30% falso negativo)
Differenziazione tra sindrome prodromica (sintomi e segni leggeri) e sintomatologia schietta (febbre e tosse)
Siccome i pazienti sono stati solo 80.000, di cui pochissimi esaminati accuratamente e secondo tutti i crismi, in linea di massima la persona può essere infetta dopo
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dal primo contatto, con un periodo medio di incubazione di 5,2 giorni (intervallo di confidenza al 95% da 4,1 a 7,0) con il 95° percentile della distribuzione a 12,5 giorni.
Anche se poi, leggendo i dati, vi renderete conto che sono numeri di massima che devono essere confermati con più precisione a livello statistico, discernendo i pazienti per inoculo di agente infettivo, via di inoculazione, tasso di replicazione dell'agente, suscettibilità dell'ospite, età, patologie pregresse o attive e risposta immunitaria. E per questo ci vuole tempo... mesi... ANNI, se si vuole essere seri.
Il PERIODO FINESTRA non è ancora chiaro, quindi non si sa dopo quanti giorni dal contagio il tampone faringeo può rilevare le concentrazioni di virus ma è ovvio che l’augurio migliore che ci possiamo fare è che quella forbice 2-14 possa diventare più precisa e fornire quindi una strategia di contenimento epidemico più efficace... visto che tanto gli italiani nessuno riesce a tenerli in casa per più di due giorni senza che debbano per forza uscire di nascosto a giocare la schedina.
Ora tornate pure a cancellare i messaggi che vi hanno inoltrato su whatsapp in cui vi spiegano come fare prove di respirazione per testare l’elasticità dei vostri polmoni e sapere se siete viruscoronati, il metodo per costruire mascherine di emergenza con carta igienica usata e come non prendere il virus dall’alluminio cancerogeno del deodorante ascellare che vi lascia in eredità il principe Nigeriano amico di donna russa calda vogliosa vicino a voi.
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On air: "Il mondo prima" Tre Allegri Ragazzi Morti
Siamo in primavera inoltrata e vista dalla finestra Milano sta dando il meglio di sé in queste giornate di sole. Con la bella stagione che avanza cresce anche la voglia di nuovi ingredienti, un esempio? Il pomodoro. Già, perché io durante l’inverno praticamente non lo compro e sarà ancora così almeno fino a fine maggio.
Però il basilico inizia a esserci, quindi anche un buon pelato con abbondante basilico può tirar fuori un sugo degno di questo nome.
Resta da capirci cosa condirci con questo sugo. Questa volta ho deciso per gli gnocchi. Gli gnocchi sono quel piatto che secondo me più sa di casa, perché sono morbidi, si sciolgono in bocca e ti mettono l’anima in pace.
Oggi vi insegno a farli con il mio metodo, io infatti le patate non le lesso in acqua ma le cucino in forno, con tutta la buccia. In questo modo infatti risultano più asciutte e assorbono sicuramente meno farina e meno farina c’è e più lo gnocco sarà buono.
Ingredienti per 4 persone:
Per gli gnocchi:
1 kg di patate
300 g di semola di grano duro
1 uovo
Sale
Per il sugo:
400 g di pelati
1 spicchio d’aglio
Olio d’oliva extravergine
Basilico
Sale
Per gli gnocchi:
1.     Lava le patate, bucale con una forchetta, salale leggermente e poi infornale in forno già caldo a 160°C per un’ora/un’ora e mezza o fin quando una forchetta non entra facilmente; 2.     schiaccia le patate da calde e falle raffreddare leggermente; 3.     aggiungi l’uovo, un pizzico di sale e parte della farina e inizia ad impastare; 4.     stacca un pezzettino di pasta e fallo cuocere in acqua, se non si disfa puoi smettere di aggiungere farina; 5.     forma gli gnocchi facendo dei cordoncini di pasta e tagliando dei pezzetti di circa un centimetro. Puoi lasciarli lisci o farli rigati; 6.     disponili su un vassoio infarinato.
Per il sugo:
1.     Versa un filo d’olio in padella e fallo scaldare; 2.     aggiungi uno spicchio d’aglio e fallo soffriggere; 3.     unisci i pelati, schiacciali e allunga il tutto con un po’ d’acqua; 4.     unisci abbondante basilico spezzato a mano e sala; 5.     fai cuocere per 20/25 minuti.
1.     Cuoci gli gnocchi in acqua bollente e salata; 2.     condiscili con il sugo di pomodoro.
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perfettamentechic · 2 years
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6 maggio … ricordiamo …
6 maggio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2019: Max Azria, stilista francese.  (n. 1949) 2018: Paolo Ferrari, attore, doppiatore e conduttore televisivo italiano.  (n. 1929) 2014: Virginia Belmont, attrice statunitense, recinta in molti western. (n. 1921) 2013: Arnaldo Ninchi, attore italiano come il padre Annibale, lo zio Carlo e come pure la loro cugina Ave.  (n. 1935) 2012: George Lindsey, attore e doppiatore statunitense.  (n.…
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paoloxl · 4 years
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Milano 12 dicembre 1969 - Piazza Fontana, Strage di Stato - Osservatorio Repressione
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A Milano il 12 dicembre 1969 una bomba esplode nella Banca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana, provocando 17 morti e 88 feriti. La Strage è fascista e di Stato e, nel pieno dei movimenti di massa di studenti e operai del biennio 68-69 che mettevano seriamente in discussione – in tutto il Paese – lo stato di cose presenti, inaugura la “Strategia della tensione”. Nello stesso orario a Roma scoppiarono altre bombe. Infine, nella banca Commerciale di Milano venne trovata una borsa contenente una bomba che venne fatta esplodere in tutta fretta, eliminando una prova preziosa per le indagini.
Immediatamente – a dimostrazione di un disegno preordinato – le indagini, pur senza alcun indizio, seguirono la pista anarchica che allo stesso tempo venne subito gettata in pasto alla stampa e all’opinione pubblica. Il commissario Luigi Calabresi, alle 19,30 (3 ore dopo la strage) fermò alcuni anarchici davanti al circolo di via Scaldasole. Nella notte vennero illegalmente fermate circa 84 persone, tra cui Giuseppe Pinelli. La sera del 15, dopo 3 giorni di continui interrogatori, il militante anarchico Giuseppe Pinelli morì volando dal 4° piano della Questura (i verbali della Polizia parleranno di “malore attivo”).
Le inchieste dal basso dei movimenti studenteschi e operai di quel periodo, e solo successivamente il processo giudiziario (che comunque non porterà mai alla condanna dei reali responsabili), stabilirono quello che era chiaro a tutti da subito: dietro la strage c’era la mano dei militanti neofascisti di Ordine Nuovo.
Abbiamo parlato della Strage fascista e di Stato di piazza Fontana con Elia Rosati, docente a contratto di Storia Contemporanea all’Università Statale di Milano e autore, insieme ad Aldo Giannuli, del libro “Storia di Ordine Nuovo” (ed. Mimesis). Ascolta o scarica.
https://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2018/12/elia-rosati-piazza-fontana.mp3
A Milano movimenti e realtà in piazza per ricordare la strage fascista e di stato di 49 anni fa, quella di Piazza Fontana e della bomba scoppiata alla Banca Nazionale dell’agricoltura il 12 dicembre 1969. Ci parla dell’iniziativa Walter Boscarello di Memoria Antifascista  Ascolta o scarica
https://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2018/12/Walter-Boscarello-piazza-fontana.mp3
da Radio Onda d’Urto
la cronologia
12 dicembre 1969 Alle 16 e 37 esplode una bomba nella Banca dell’Agricoltura di piazza Fontana, a Milano: alla fine si conteranno17 morti e 88 feriti;
15 dicembre 1969 Fermato subito dopo la strage, l’anarchico Giuseppe Pinelli precipita dal quarto piano della questura di Milano, della quale il commissario Calabresi è vice capo dell’Ufficio politico;
16 dicembre 1969 Vengono arrestati gli anarchici Pietro Valpreda e Mario Merlino (che poi si scoprirà essere un neofascista infiltrato);
23 febbraio 1972 A Roma si apre il processo sulla Strage. Successivamente verrà trasferito a Milano e poi, per motivi di ordine pubblico, a Catanzaro;
3 marzo 1972 Vengono arrestati i neofascisti Franco Freda, Giovanni Ventura e Pino Rauti. Le indagini evidenziano legami tra l’estrema destra eversiva e i servizi segreti italiani;
7 maggio 1972 Elezioni anticipate. Il neofascista Rauti viene eletto in parlamento con l’Msi. Il manifesto candida Valpreda, che non viene eletto;
17 maggio 1972 Il commissario Luigi Calabresi viene ucciso a Milano;
29 dicembre 1972 Valpreda viene scarcerato; 27 ottobre 1975 Il giudice D’Ambrosio chiude le indagini sulla morte di Pinelli. Tutti prosciolti gli agenti della polizia. La caduta dalla finestra della questura sarebbe avvenuta per un «malore attivo»;
18 gennaio 1977 Si apre a Catanzaro il processo per la Strage. Andreotti depone sul coinvolgimento dei servizi segreti e, davanti ai giudici, dice per trentatré volte «non ricordo»;
4 ottobre 1978 La polizia accerta la scomparsa di Freda; 16 gennaio 1979 Ventura fugge all’estero;
23 febbraio 1979 Sentenza di Catanzaro: ergastolo per Freda, Ventura e per l’altro neofascista Giannettini; 4 anni e 6 mesi per Valpreda e Merlino, condannati per associazione a delinquere. Pene minori per alcuni membri dei servizi segreti;
12 agosto 1979 A Buenos Aires viene arrestato Ventura; 23 agosto 1979 Freda viene arrestato in Costa Rica; 22 maggio 1980 A Catanzaro comincia il processo d’Appello;
20 marzo 1981 Sentenza del processo d’appello: tutti assolti per la strage di Piazza Fontana. Freda e Ventura condannati a 15 anni per le bombe di Padova e Milano del 1969. Confermate le condanne per Valpreda e Merlino;
19 giugno 1982 La Cassazione annulla la sentenza d’Appello di Catanzaro; 23 dicembre 1982 Nell’ambito di una nuova indagine sulla strage, la procura di Catanzaro ordina l’arresto del neofascista Stefano Delle Chiaie; 13 dicembre 1984 a Bari comincia il nuovo processo d’Appello;
1 agosto 1985 Tutti assolti nel processo di Bari. Condanne per reati minori per esponenti dei servizi segreti; 27 marzo 1987 A Caracas viene arrestato Delle Chiaie; 26 ottobre 1987 A Catanzaro comincia un nuovo processo. Imputati i neofascisti Massimiliano Fachini e Delle Chiaie; 20 febbraio 1989 Tutti assolti a Catanzaro. La procura aveva chiesto l’ergastolo per gli imputati; il 5 luglio 1991 La Cassazione conferma la sentenza di Catanzaro;
Primavera/estate 1995 Il giudice Guido Salvini indaga sul mondo della destra neofascistia A luglio Delfo Zorzi e Carlo Maria Maggi vengono indagati per la strage; 14 giugno 1997 Ordine di carcerazione per Zorzi e Maggi;
8 giugno 1999 Viene disposto il processo per Zorzi, Maggi e altri neofascisti; 30 giugno 2001 Zorzi e Maggi vengono condannati all’ergastolo;
6 luglio 2002 A 69 anni muore Pietro Valpreda;
12 marzo 2004 La Corte d’Appello di Milano assolve Zorzi, Maggi e gli altri neofascisti; 3 maggio 2005 La Cassazione conferma la sentenza. I familiari delle vittime della strage dovranno pagare le spese processuali.
(Mario Di Vito da il manifesto)
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corallorosso · 4 years
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Oddio. Matteo Salvini è rinsavito. E’ quello che ho pensato quando ho ascoltato le sue parole sul caso dei camici che la Regione Lombardia guidata da Attilio Fontana (Lega) ha comprato per 513mila euro dalla società del cognato e della moglie dello stesso Attilio Fontana. Senza uno straccio di gara. “Da italiano e da lombardo - ha tuonato Salvini con parole cariche di indignazione - sono stufo. E chiedo rispetto per i nostri medici, i nostri morti, le nostre istituzioni e i nostri ospedali”. Bravo Matteo. Chiediamo tutti rispetto per i lombardi che, mentre morivano e i medici pativano in ospedali straripanti, vedevano i loro soldi usati dalla Regione di Attilio Fontana per avere una fornitura da 513mila euro dal cognato dello stesso Fontana. Bravo. Poi però ho sentito il resto: “Sono indagini che puzzano di vecchio. La giustizia alla Palamara non è ciò di cui hanno bisogno la Lombardia e l’Italia. Ho totale fiducia in Attilio Fontana, nei sindaci e nei medici lombardi”. Per Salvini, quindi, la vergogna è che dei magistrati stiano indagando su questa “opaca” operazione che lui definisce "un regalo". Ora, dal momento che questa sarà la difesa di Salvini nelle prossime interviste in tv, chiedo ai giornalisti che gli reggeranno il microfono se almeno questa volta, tra un monologo e un elenco con le dita, avranno voglia di fargli anche qualche domanda. Così, per fare qualcosa di diverso. Tipo: 1 -️ Senatore, lei ha detto che questa inchiesta è un attacco a tutta la Lombardia, ai medici, ai sindaci, verso i quali rinnova fiducia. Esattamente, che cazzo c’entrano sindaci e medici? Perché a noi risulta che a essere indagati siano Fontana e suo cognato, non medici o sindaci. 2 -️ Senatore, lei dice che Fontana è indagato perché suo cognato ha voluto regalare dei camici alla Lombardia. Ma il cognato di Fontana per quella fornitura da 513mila euro ottenuta il 16 aprile, ha emesso fattura il 30 aprile. Se era una donazione, perché è stato prima negoziato l’acquisto e poi due settimane dopo emessa pure fattura? 3 - Senatore, il cognato di Fontana ha trasformato la vendita di quei camici in “donazione” solo il 20 maggio, cioè più di un mese dopo la fornitura e pochi giorni prima dell’inchiesta di Report. Diceva che i suoi collaboratori si erano sbagliati. Solo che c’è una lettera firmata di suo pugno ad Aria s.p.a. dallo stesso cognato di Fontana in cui è lui a parlare di forniture e di prezzi. Cos’è, sdoppiamento della personalità? 4 - Senatore (la prego senatore la smetta di contare con le dita, ha una certa età) se quello del cognato di Fontana era un regalo, perché il cognato ha scritto solo il 20 maggio alla Regione per trasformare quell’acquisto in regalo e perché le note di credito per lo storno dalla fattura è stato fatto solo il 22 e il 28 maggio e ammonta a 360mila euro? I restanti 123 mila euro se li tiene l’azienda? Ma non era un regalo? 5 - E perché il cognato di Fontana non ha fornito gli ultimi 25mila camici e ha cercato di rivenderli altrove? 6 - Senatore, perché Fontana il 19 maggio ha cercato di fare un bonifico da 250mila euro a suo cognato per “ristorare” (parole del suo avvocato) il mancato pagamento della fornitura? Ma non era un regalo senatore? 7 -️ Senatore, Fontana ha cercato di prende questi 250mila euro da un suo conto in Svizzera su cui aveva fatto nel settembre 2015 uno “scudo fiscale” (per capitali illecitamente detenuti all’estero) per 5,3 milioni detenuti fino ad allora da due “trust” creati alle Bahamas nel 2005. Alla luce di tutto questo Senatore, ha davvero ancora la faccia tosta di dire che i magistrati stanno indagando su un regalo allo scopo di attaccare la Lombardia? Crede davvero che siamo tutti come i suoi elettori? Emilio Mola
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Nuovo post su https://is.gd/osQ723
Il soldato ruffanese Rocco Gnoni e le fucilazioni sommarie nella Prima Guerra Mondiale
  di Paolo Vincenti*
  Giovani soldati che verranno cancellati dal tempo
e dimenticati come cenere dispersa nel vento
figli di una terra che non vuole più tenerseli  accanto 
cosa rimane dopo un sacrificio inutile
di questa vita già finita in un istante soltanto il mio onore
il bene più importante
(Enrico Ruggeri, Il mio onore)
  Una dolorosa pagina di storia nazionale, una delle più inquietanti della Prima Guerra Mondiale, è quella delle fucilazioni sommarie, che vide alcune centinaia di soldati morti per repressione interna, ovvero uccisi sul fronte dallo stesso esercito italiano per episodi di insubordinazione o resistenza agli ordini, diserzione o altro ancora. Nella Prima Guerra Mondiale non si moriva solo di fame, di freddo, di stenti, di malattie contratte nelle trincee, o sotto i colpi dell’esercito nemico.
In migliaia di processi sommari a discapito di soldati italiani, mandati alla sbarra per futili motivi, molti di questi soldati con estrema superficialità vennero condannati. Soldati innocenti, con un banale pretesto, venivano accusati di gravi misfatti e passati alle armi, assolvendo alla funzione di capro espiatorio, secondo la più classica concezione di derivazione ebraica.
E anzi se la guerra stessa, secondo l’interpretazione antropologica abbondantemente sviluppata da Renè Girard della violenza fondatrice della nazione, sta alla base della odierna società[1], a maggior ragione, il sacrificio di un drappello di soldati, per giunta giovani, si presenta come una specie di macabra sineddoche, pars pro toto, cioè, della guerra, che è essa stessa sacrificio di massa, secondo Roger Caillois[2].  Le motivazioni spesso addotte dai tribunali erano del seguente tenore: «il tribunale non ritiene di dover concedere le attenuanti generiche nell’interesse della disciplina militare per la necessità che un salutare esempio neutralizzi i frutti della propaganda demoralizzatrice».  Ossia, le condanne venivano comminate anche «in chiave di ammonimento e di prevenzione generale», fedelmente al motto di Mao Zedong  “colpirne uno per educarne cento”, poi fatto proprio dalle Brigate Rosse italiane negli anni del terrorismo. L’arroganza del Generale Cadorna, il senso di sfiducia e di sospetto da parte del Comando Supremo nei confronti dei soldati, generato dalla consapevolezza della palese impreparazione del nostro esercito rispetto alle forze nemiche, portarono alle sanguinose repressioni di militari sui militari. Queste repressioni avvenivano per i più svariati motivi, quali diserzione, comportamenti indisciplinati, atti di autolesionismo. Quello che è peggio è che questi severi provvedimenti venivano lasciati all’arbitrio degli ufficiali sul campo, i quali erano costretti ad assumere delle decisioni fatali senza il giusto discernimento, turbati dalla grave tensione del momento o dal timore di essere essi stessi oggetto di provvedimenti disciplinari per mancato decisionismo. Il tragico conto finale delle fucilazioni è di 750 soldati con processi dei tribunali militari e oltre 300 vittime di giustizia sommaria, come approfondiremo in questa trattazione.
Il problema era anche dovuto alla vetustà della normativa militare italiana in vigore nella Prima Guerra Mondiale. Infatti, il codice penale militare risaliva al 15 febbraio 1870 e questo, a sua volta, riproduceva, con solo lievi modifiche, quello dell’esercito sardo dell’ottobre 1859. Dobbiamo le notizie che riportiamo in questo saggio a due libri fondamentali: Plotone di esecuzione. I processi della prima guerra mondiale, di Enzo Forcella e Alberto Montico ne[3], e Le fucilazioni sommarie nella prima guerra mondiale, di Marco Pluviano e Irene Guerrini[4].
«L’edizione del 1914 del codice penale per l’Esercito del Regno d’Italia prevedeva la pena di morte per un’ampia casistica di reati commessi in tempo di guerra, quali lo sbandamento o l’abbandono di posto in combattimento, il tradimento, la diserzione, lo spionaggio, la rivolta, le vie di fatto contro un superiore, l’insubordinazione in faccia al nemico, la mancata consegna o l’abbandono di posto da parte di vedetta o di sentinella di fronte al nemico; la sollevazione di grida allo scopo di obbligare il comandante a non impegnare un combattimento, a cessare da esso, a retrocedere o arrendersi; inoltre lo spargimento di notizie, lancio di urla per incutere spavento o provocare il disordine nelle truppe, nel principio o nel corso del combattimento. La pena capitale era riservata anche ai comandanti, per reati particolarmente gravi, quali ad esempio la resa di una fortezza senza aver esauriti gli estremi mezzi di difesa e l’abbandono di comando in faccia al nemico»[5].
E l’Italia non era nemmeno la nazione ad avere il codice penale più obsoleto, in quanto, «ad esempio, l’esercito tedesco impiegò nella Grande Guerra il codice penale militare del 20 giugno 1872, mentre quello austro-ungarico risaliva al 1868 (modificato nel 1869 e nel 1873)»[6]. Agli ufficiali era conferito il potere di emanare dei bandi, in base all’articolo 251 del codice penale militare, ai quali tutti dovevano rigidamente attenersi. Tali bandi prevedevano delle norme di comportamento draconiane e delle pene durissime per i trasgressori. Queste pene, poi, data l’ampia facoltà discrezionale dei comminatori, si potevano trasformare in definitive, capitali. Gli inferiori erano tenuti ad ubbidire senza pensare, a dimostrarsi forti, coraggiosi, sprezzanti del pericolo in ogni circostanza.
Si può capire come questi episodi contribuiscano a smontare del tutto i luoghi comuni sulla “guerra gloriosa” che l’enfasi patriottarda ha stratificato per anni nell’immaginario collettivo che sempre si alimenta di esempi edificanti quanto edulcorati. La guerra perde così qualsiasi aura di “guerra giusta”, perde ogni legame con l’aggettivo “grande”, che la pubblicistica le ha cucito addosso, per rivelarsi ai nostri occhi per quello che essa è, cioè guerra, anzi «Guerra! Guerra!», come grida la Norma di Bellini (“guerra, strage, sterminio”), maledetta, come tutte le guerre.
La dura repressione partì da una Circolare del Generale Cadorna che nel maggio 2015 stabiliva: «Il Comando Supremo vuole che, in ogni contingenza di luogo e di tempo, regni sovrana in tutto l’esercito una ferrea disciplina». Per mantenerla, era scritto, «si prevenga con oculatezza e si reprima con inflessibile vigore»[7]. Nel settembre di quell’anno, venne emanata un’altra Circolare, col n. 3525, secondo la quale, al verificarsi di atti di «indisciplina individuale o collettiva nei reparti al fronte», bisognava rispondere con un immediato intervento di repressione, che prevedeva anche la fucilazione, come giustizia sul campo, sommaria, se i sintomi di tale insubordinazione fossero stati gravi[8]. Si lasciava cioè ai militari superiori, ufficiali e Regi Carabinieri, una enorme discrezionalità nelle decisioni da adottare e, in buona sostanza, il diritto di vita e di morte sui loro sottoposti. Se poi non fosse stato il caso di intervenire immediatamente con la condanna capitale, questi atti di insubordinazione sarebbero stati giudicati dai tribunali militari e ad essi deferiti i soldati che se ne fossero resi colpevoli.  «Il superiore ha il sacro diritto e dovere di passare immediatamente per le armi i recalcitranti e i vigliacchi. Per chiunque riuscisse a sfuggire a questa salutare giustizia sommaria, subentrerà inesorabile quella dei tribunali militari. Ad infamia dei colpevoli e ad esempio per gli altri, le pene capitali verranno eseguite alla presenza di adeguate rappresentanze dei corpi. Anche per chi, vigliaccamente arrendendosi, riuscisse a cader vivo nelle mani del nemico, seguirà immediato il processo in contumacia e la pena di morte avrà esecuzione a guerra finita»: così il testo della Circolare[9].
Facendosi più cruente le fasi della guerra, anche l’autorità statale diventava più stringente e pervasiva; di pari passo con i poteri speciali del Comandante di Stato Maggiore Cadorna, aumentava la severità delle sue disposizioni, mentre veniva quasi esautorato il ruolo del Parlamento. Tutte le funzioni ricaddero progressivamente nella competenza dei tribunali militari e le pratiche autoritarie imposte dalla legislazione di guerra si facevano aberranti. «Al culmine dello sforzo bellico funzionavano complessivamente 117 tribunali militari in Zona di Guerra, marittimi, nel Paese e in Colonia»[10]. Tutto ciò, oltre ad indebolire lo stato democratico, «era funzionale alle sempre più forti pulsioni autoritarie che percorrevano la nazione. Queste, sostenute da larga parte della stampa e in particolare dal Corriere della Sera trovavano nel Generale Cadorna uno dei punti di riferimento più autorevoli»[11]. E non solo gli ufficiali che dovevano mantenere la disciplina venivano costretti ad essere inflessibili con i loro sottoposti, ma anche i giudici dei tribunali militari erano continuamente richiamati ad una maggiore severità nella comminazione delle condanne; il Generale Cadorna riteneva che molti di essi fossero troppo teneri e che la procedura concedesse troppe garanzie ai processati[12]. Al tempo stesso, se gli atti di insubordinazione si erano resi così frequenti, Cadorna era convinto che ciò fosse dipeso proprio dalla debolezza degli ufficiali superiori e poi dei giudici e propose di istituire un maggior numero di tribunali militari con una distribuzione capillare sul territorio, sicché essi, come si può capire, finirono con l’avocare a sé anche le competenze di quelli civili. In pratica, nulla di minimamente rilevante, sia civilmente che penalmente, in Italia, soprattutto nelle zone di guerra, poteva sfuggire alla giustizia militare[13]. Per l’effetto contrario di ogni inasprimento legislativo, però, i reati che si volevano colpire aumentavano. «Dall’analisi di Giorgio Mortara sull’operato della giustizia militare risultò che i reati più frequenti furono: diserzione volontaria per 162.563 casi, indisciplina per 24.601, cupidigia per 16.522, mutilazione volontaria per 15.636, resa o sbandamento per 5.325 e violenza per 3.510»[14].
Anche Bruna Bianchi, nel suo libro La follia e la guerra, riporta i dati dell’Ufficio Statistico del Ministero della Guerra pubblicati da Giorgio Mortara nel 1927, dai quali si evince che «le denunce per renitenza dal 24 maggio 1915 al 2 settembre 1919 furono 470.000 (di cui 370.000 italiani residenti all’estero); le denunce per diserzione furono 189.425», ma indica che «nell’arco del conflitto si conclusero 162.563 processi e furono emesse 101.685 condanne»[15].
Leggere la pubblicistica sulla materia ci fa capire come ai concetti alla base dei reati sopradetti fosse data dai tribunali militari una interpretazione estensiva, su sollecitazione del Generale Cadorna, in modo da colpire quanti più soldati possibile.
Pluviano e Guerrini spiegano come, fra le carte d’archivio, sia avvenuto il fortunoso ritrovamento della Relazione sulle fucilazioni sommarie durante la Prima Guerra Mondiale, redatta nel 1919 dall’Avvocato Generale Militare Donato Antonio Tommasi, sulla quale torneremo. Questa relazione, insieme agli Allegati, ritrovati da Giorgio Rochat (che firma la Prefazione del loro libro) il quale li ha messi a disposizione, hanno costituito la base del volume[16]. Nel mentre gli autori proseguivano nell’indefesso lavoro di ricerca negli archivi, essi hanno presentato una prima ricognizione del loro studio nella relazione Il memoriale Tommasi. Decimazioni ed esecuzioni sommarie durante la Grande Guerra[17]. Prima di questi lavori, le cifre sui fucilati di guerra erano piuttosto vaghe, certamente discordanti. Gli studiosi si barcamenavano fra le cifre fornite dalla politica che indicavano le vittime della giustizia sommaria in poche centinaia e quelle fornite dal giornale socialista «L’Avanti» che parlava di più di 1000 morti. Pluviano e Guerrini si sono invece basati sulla Relazione del Generale Tommasi, integrandola con le risultanze della istituita Commissione d’inchiesta parlamentare del 1919[18], e poi con molte altre fonti emerse durante il lavoro di ricerca, fra queste anche le dichiarazioni dei parlamentari durante i lavori della Commissione.
Fra le varie fonti dirette, una delle più accreditate «è la relazione “Dati di statistica giudiziaria militare” del giugno 1925. Si tratta della statistica delle sentenze e dei procedimenti penali dei tribunali militari presso l’esercito operante e di quelli territoriali fuori e dentro la zona di guerra. Secondo questa relazione, furono comminate nel corso del conflitto 4.028 condanne a morte, delle quali 2.967 in contumacia, 311 non eseguite e 750 eseguite. Di queste ultime, 391 riguardarono il reato di diserzione, 5 la mutilazione volontaria, 164 la resa o sbandamento, 154 atti di indisciplina, 2 la cupidigia, 16 per violenza, 1 per reati sessuali, le rimanenti per reati diversi. Un’altra fonte importante ai fini della quantificazione è una tabella del Reparto disciplina, avanzamento e giustizia militare del Comando Supremo dal titolo “Specchio dei giudizi durante la campagna” datata 24 dicembre 1917 e relativa al periodo giugno 1915 – settembre 1917, conservata presso l’archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. Tale tabella è importante perché è l’unica a contenere anche il dato dei giudizi sommari: 112, che coincidono in buona parte con quelli riportati da Forcella e Monticone, fino all’agosto 1917. Nel settembre 1919 il ministro della guerra Generale Albricci, in sede parlamentare, ammise 729 condanne a morte eseguite durante tutta la guerra, mentre “le tristi esecuzioni sommarie superano di poco il centinaio”»[19]. Nel maggio-giugno 1916, a seguito dell’offensiva austro-ungarica, il regime disciplinare fu inasprito con l’ordine di ricorrere alle fucilazioni sommarie con ampia libertà, fino a colpire anche gli ufficiali. Dopo lo sfondamento austro-ungarico della nostra resistenza, il Comando Supremo ordinò al comandante delle truppe operanti sull’altopiano di Asiago di prendere le più energiche ed estreme misure: «faccia fucilare, se occorre, immediatamente e senza alcun procedimento, i colpevoli di così enormi scandali, a qualunque grado appartengano. […] L’altopiano di Asiago va mantenuto a qualunque prezzo. Si deve resistere o morire sul posto»[20].  Inoltre, di fronte «alle diserzioni, che sempre più numerose si manifestavano sia presso i reparti schierati in zona di guerra che all’interno, nel dicembre 1916 il Ministero della guerra decise di togliere il sussidio economico ai famigliari dei colpevoli del grave reato, i cui nomi furono pubblicati nei loro comuni natii»[21]. La pena capitale, specie per i soldati che si erano macchiati del reato più grave, la diserzione, avveniva con fucilazione alla schiena. «Altre norme legislative emanate durante la permanenza di Cadorna alla carica di capo di Stato Maggiore dell’Esercito furono il bando del 28 luglio 1915 del Comando Supremo contro la diffusione di notizie sulla guerra e la denigrazione dell’esercito o della guerra stessa ed il decreto luogotenenziale del 19 ottobre 1916 n. 1417 per la repressione dell’autolesionismo»[22].
Di fronte al numero spropositato di esecuzioni, si avvertì l’esigenza di istituire una commissione interna che vagliasse le tante condanne comminate ed i metodi usati nella spregiudicata gestione Cadorna. Questa commissione venne affidata all’Avvocato Generale dello Stato Donato Tommasi, sul modello della già costituita “Commissione d’inchiesta sugli avvenimenti militari che hanno determinato il ripiegamento al Piave”, comunemente definita “Commissione d’inchiesta su Caporetto”, di nomina regia, istituita nel 1918, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, che era nata in seguito all’ondata di paura e malcontento generatasi dopo la clamorosa sconfitta di Caporetto[23]. Già dalla Commissione d’inchiesta «il ricorso alla decimazione[24] fu stigmatizzato … e definito “provvedimento selvaggio, che nulla può giustificare” tra l’altro per via della pena di morte così ingiustamente comminata a numerosi innocenti»[25].
Il Generale Tommasi[26] stilò una Relazione, in base alla quale i fatti vennero così suddivisi: Esecuzioni sommarie che appaiono giustificate; esecuzioni sommarie che appaiono ingiustificate; esecuzioni sommarie per le quali l’azione penale è improcedibile; esecuzioni sommarie per le quali manca nei rapporti ogni elemento di giudizio[27]. Dei vari tipi, riportiamo alcuni esempi.
Per le esecuzioni sommarie giustificate: Brigata Messina, 93°reggimento, 30 giugno 1915, numero imprecisato di vittime, diserzione in complotto al nemico; Brigata Verona, 85° reggimento, 31 ottobre 1915. 1 fucilato. Abbandono del posto in faccia al nemico; Brigata Acqui, 18° reggimento, 22 aprile 1916. 3 fucilati, rivolta; Brigata Ancona, 69° reggimento, 13 giugno 1916. 3 fucilati. Sbandamento e mancata possibile difesa: Brigata Pavia, 27° reggimento, 11 novembre 1916. 1 fucilato. Insubordinazione e omicidio; Brigata Verona, 85° reggimento, 6 agosto 1916. 1 fucilato. Abbandono del posto e rifiuto di obbedienza in presenza del nemico: Brigata Catanzaro, 141° e 142° reggimento, 16 luglio 1917, 28 fucilati, rivolta. Per le esecuzioni sommarie ingiustificate: Brigata Ravenna, 38° reggimento, 21- 22 marzo 1917, 7 fucilati, rivolta. Per le esecuzioni sommarie per le quali l’azione penale è improcedibile: Brigata Salerno, 89° reggimento, 2 luglio 1916, numero imprecisato di morti. Diserzione al nemico, 3 luglio 1916, 8 fucilati, istigazione alla diserzione. Per le esecuzioni sommarie per le quali manca ogni elemento di giudizio nei rapporti e documenti esaminati: Brigata Catanzaro, 141°reggimento, 27 maggio 1916, Altipiano d’Asiago, 12 fucilati, sbandamento di fronte al nemico; Brigata Lazio, 131° reggimento, 15 giugno 1916, basso Isonzo, 1 fucilato, minacce e vie di fatto o rifiuto di obbedienza; 14° reggimento Bersaglieri, XL battaglione,16 giugno 1916, Altipiano d’Asiago, 4 fucilati, sbandamento; 5° reggimento Genio, 31°compagnia minatori, 26 luglio 1916, luogo imprecisato, 1 fucilato, vie di fatto a mano armata contro superiore;  XLVII battaglione Bersaglieri, 5 agosto 1916, quota 85 Monfalcone, 3 fucilati, diserzione; Brigata Regina, 9° e 10° reggimento, 13 maggio 1917, vallone di Doberdò, 6 fucilazioni non confermate, diserzione; Brigata Toscana, 77° reggimento, 23 giugno 1917, retrovie di Monfalcone, 2 fucilati, rivolta. Alla fine, “caddero vittime della giustizia sommaria 262.481 soldati e di essi 170.064, cioè il 62%, subirono una condanna. Furono comminati 15.345 ergastoli, dei quali 15.096 per diserzione. Le percentuali sono impressionanti: il 6% dei mobilitati fu rinviato a giudizio e quasi il 4% subì una condanna penale. Dei 262.481 processati, 177.648 passarono dai tribunali dell’esercito operante, mentre gli altri 84.883 furono giudicati dai tribunali territoriali. Sebbene i primi fossero più severi (ritennero colpevole il 66,3% dei processati), anche i tribunali territoriali condannarono il 61,8% dei giudicati”[28].
Fra le vittime della giustizia sommaria, anche un soldato salentino. E veniamo così all’oggetto della nostra trattazione.
Rocco Gnoni, questo il suo nome, era nato a Torrepaduli, frazione di Ruffano, il 6 agosto 1888. Figlio di contadini, Rocco aveva sposato una sua compaesana di nome Giovanna Crudo; il matrimonio fu celebrato l’11 gennaio 1915. Pochi mesi dopo, il 29 maggio 1915, Rocco partì per la guerra, come riportato sul suo foglio matricolare n.31904. Dal foglio matricolare apprendiamo che Rocco Gnoni, di professione contadino, già ritenuto «rivedibile» a causa della «debole costituzione fisica», viene poi arruolato nell’11 Compagnia di Sanità (44° Divisione Sanità) e viene considerato «disperso nel fatto d’armi dell’ottobre 1917»[29].
Dopo quasi due anni di servizio al fronte, Rocco ottenne con ogni probabilità una licenza, durante la quale lui e sua moglie concepirono l’unico figlio, Donato, che venne alla luce il 19 novembre 1917. Gnoni però non poté mai conoscere il bambino, perché morì pochi giorni prima della sua nascita.
Pluviano-Guerrini riportano nel Capitolo «La Relazione Tommasi. Esecuzioni sommarie per le quali manca ogni elemento di giudizio nei rapporti e documenti esaminati»[30], un corpus molto più consistente di esempi. Fra questi, oltre a quelli sopra elencati: Brigata Ivrea, 162° reggimento, 21 febbraio 1917. 2 fucilati. Diserzione; Brigata Palermo, battaglione complementare, 20 maggio 1917. 3 fucilati. Rivolta; e poi 44° sezione di sanità, 4 novembre 1917. 1 fucilato. Accusa sconosciuta. Quest’ultima è quella che a noi interessa, perché il soldato fucilato per motivi sconosciuti è Rocco Gnoni, «un ventinovenne nato a Ruffano, provincia di Lecce. L’ordine di fucilazione fu impartito dal comando della 2°armata il 3 novembre 1917, mentre la ritirata era ancora in corso. L’esecuzione sommaria avvenne presso il Cimitero di Porcia, nel Pordenonese, alle 6.15 del 4 novembre 1917, quando i reparti italiani si apprestavano ad abbandonare la zona. Il plotone di esecuzione era composto da dodici carabinieri della 128° sezione, addetta al comando della 2° armata. La scheda compilata da Tommasi e i documenti allegati non riportano la ragione della condanna, e questo è un fatto di particolare gravità perché la fucilazione avvenne per ordine di un comando d’armata»[31]. Gli autori inoltre riportano in nota che nell’Allegato 40 sono contenute «la lettera di trasmissione del comandante dei carabinieri dell’armata al comando della 2°armata, il processo verbale dell’esecuzione sommaria, a firma del tenente dei carabinieri Nicola Crocesi, comandante del plotone di esecuzione, e l’atto di morte del soldato Gnoni, redatto dal capitano medico Ario Airaghi, sempre il 4 novembre 1917»[32].  Si apre allora una incongruenza nella ricostruzione della vita di Gnoni. L’Albo d’Oro dei caduti della Grande Guerra, infatti, dice di lui che fu disperso in battaglia il 30 ottobre, «nel ripiegamento al Piave», dopo la tragica sconfitta di Caporetto[33].  E anche il foglio matricolare, come già detto, annota «disperso» e «rilasciata dichiarazione di irreperibilità»[34]. Come tale viene ricordato nella targa commemorativa del Monumento ai Caduti del suo paese, la piccola frazione di Torrepaduli. In realtà, egli fu fucilato, come dimostrano inconfutabilmente Pluviano e Guerrini sulla base dei documenti ufficiali. Fu vittima della repressione interna, uno di quei capri espiatori, di cui si diceva all’inizio.
La storia ci insegna che la guerra, come evento straordinario, che sconvolge cioè il regolare procedere del tempo ordinario, frange prassi, codici, norme di comportamento e garanzie. Ogni guerra porta esecuzioni sommarie, decimazioni, pene di morte, e non solo scombina le regole del vivere civile ma sovente calpesta la stessa etica militare. La Prima Guerra Mondiale non fa eccezione: questa fu la grande delusione che già nel 1916 si impossessò dei ragazzi che con entusiasmo e fiducia erano partiti per il fronte.  Nihil novi sub sole è il motto tragicamente fatalistico che si potrebbe trarre. E non meno che appropriato ci appare l’aggettivo fatalistico, se pensiamo che ad una vera e propria roulette russa era affidata la vita di questi soldati, nelle parole del Generale Cadorna: «non vi è altro mezzo idoneo a reprimere reato collettivo che quello della immediata fucilazione dei maggiori responsabili, allorché l’accertamento dei responsabili non è possibile, rimane il diritto e il dovere ai comandanti di estrarre a sorte tra gli indiziati alcuni militari e punirli con la pena di morte»[35].
Subito dopo la guerra, ci fu molta confusione sul numero esatto delle vittime di esecuzioni sommarie. Questo numero oscillava fra 109, indicato dall’On. Vito Luciano alla Camera dei Deputati il 19 settembre 1919[36], 152, il numero avanzato dall’Avvocatura generale militare, e più di 1000, come sosteneva il giornale del Partito Socialista «L’Avanti».  Come già detto, Pluviano e Guerrini, utilizzando le due fonti di segno opposto, ossia quella ufficiale della Relazione sulle esecuzioni sommarie del Generale Tommasi e quella non ufficiale e antimilitarista dell’Avanti, integrandole con i tanti documenti rinvenuti nell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito (USSME) e dalla memorialistica e dai resoconti di guerra, hanno calcolato questo numero in 750 fucilati[37].
Dopo il conflitto, la Relazione del Generale Tommasi restava la fonte più credibile sui fucilati di guerra, anche se il numero che presenta è in difetto e tende a colpevolizzare esclusivamente il Generale Cadorna facendo credere che col Generale Diaz la situazione fosse cambiata e le esecuzioni del tutto cessate (è invece dimostrato che vi fossero ancora dei casi), ma queste erano le pressioni che Tommasi aveva ricevuto dall’alto. In effetti, il Generale Cadorna nel frattempo era stato sostituito da Diaz.
Tuttavia, il destino della Commissione fu di essere insabbiata, analogamente a quella su Caporetto. Le sue risultanze vennero dimenticate e nessuno degli ufficiali colpevoli fu processato per i delitti commessi.
La linea del Parlamento italiano divenne quella di elogiare e ringraziare l’esercito e i suoi vertici per l’alto eroismo (dando avvio alla magniloquenza propagandistica che caratterizzerà tutto il dopoguerra fascista) e sostanzialmente perdonare i responsabili della carneficina, considerando quanto avvenuto come un male necessario, nonostante l’unica voce dissonante in Parlamento, quella del Partito Socialista, si alzasse contro simile conclusione. Di conseguenza, siffatti crimini contro l’umanità rimasero impuniti e un velo di oblio cadde sulla triste vicenda fino quasi ai giorni nostri[38]. Bisognerà attendere la pubblicazione dei libri di Forcella e Monticone del 1968[39] e di Procacci del 1993[40], basati sull’inchiesta del Generale Tommasi del 1919 fino ad allora segretata, per avere chiarezza. Queste ricerche hanno permesso anche di venire a conoscenza della vera fine del soldato Rocco Gnoni.
Nel 2016 è stato anche organizzato dall’Istituto Comprensivo Statale di Ruffano un incontro dal titolo    “I fucilati per mano amica nella Grande Guerra: verità e riabilitazione. La storia del soldato ruffanese Rocco Gnoni”.  Gli organizzatori di quell’incontro, in primis il prof. Roberto Molentino, referente del progetto “Cento anni fa… la Grande Guerra”, ed i docenti coinvolti, hanno voluto far luce sulle vere cause della morte di questo concittadino. Hanno ricercato il Verbale di esecuzione sommaria del soldato Gnoni Rocco, dal quale risulta che «detto militare venne fucilato il 3 novembre 1917 in Porcia per ordine del Comando della 2° Armata. Non vi è alcun accenno ai fatti che determinarono detto giudizio sommario e pertanto occorrerebbero nuove indagini per poter esaminare se l’ordine del detto Comando fu conforme alla legge». La fucilazione dunque avvenne nei pressi del cimitero di Porcia, paesino in provincia di Pordenone.          «Al soldato Rocco Gnoni furono sparati in due riprese complessivamente 12 colpi di moschetto M.1891, che lo resero all’istante cadavere»[41].  Sempre secondo il verbale, il cadavere del soldato fu seppellito all’interno del Cimitero di Porcia.
Per saperne di più, gli studenti del progetto scolastico coordinati da Molentino hanno intervistato il nipote del soldato, Gino Gnoni, il quale ha detto di essere a conoscenza del fatto, anche se non in grado di provarlo.
Gino ha sostenuto che suo padre, Donato, non voleva ricordare e non parlava mai di ciò che era accaduto a Rocco, anche se provò per tutta la vita sentimenti ostili nei confronti dell’arma dei Carabinieri[42]. Nonna Giovanna, vedova di Rocco, raccontava invece che un reduce le aveva riferito quanto accaduto al marito: sembra che mentre si trovava in un’osteria a rifocillarsi dopo le dure battaglie delle settimane precedenti, fosse stato redarguito da un superiore a cui, forse, rispose in modo irrispettoso. Questo segnò il suo destino.
Quanto scoperto trova un riscontro anche nel libro Nel vortice della grande guerra. Porcia nell’anno dell’invasione di Sergio Bigatton e Angelo Tonizzo, pubblicato dal Comune di Porcia nel 2010[43]. Il volume, incentrato sulla partecipazione della cittadina del Pordenonese alla Prima Guerra Mondiale, riporta nella seconda parte il Discorso pronunciato dal generale Umberto Pastore a Palse per l’inaugurazione del mausoleo ai Caduti in guerra, l’opera di don Francesco Cum Le memorie di un parroco dell’anno dell’invasione, e gli scritti di Antonio Forniz La prima guerra mondiale nei piccoli ricordi di un friulano adolescente. Sono riprodotti inoltre alcuni passi del diario del pittore futurista e scrittore Ardengo Soffici, scritti dal Castello di Porcia, dove soggiornò durante la ritirata di Caporetto. Infine, alcune memorie di Pietro Masutti e di Luigi Del Ben. In Appendice, sono riportati i nomi dei caduti di Porcia. Fra questi caduti non figura Rocco Gnoni, ma gli autori riferiscono un episodio che a Porcia era ben conosciuto e che ci fa chiaramente pensare al Nostro. Parlano della storia-leggenda di un povero soldato giustiziato di cui a Porcia girava insistente la voce, un «soldato italiano fucilato dai suoi al cimitero di Porcia durante la ritirata», individuato dagli autori grazie al ritrovamento di una planimetria del cimitero dove, fra i morti sepolti, viene ricordato anche un «Italiano fucilato»[44]. Ne parla con un fugace cenno il religioso Don Francesco Cum nel suo discorso (stampato a Udine nel 1920), che gli autori riportano nella seconda parte del libro[45].  Uno degli autori, Sergio Bigatton, contattato dagli organizzatori della manifestazione ruffanese, ha affermato che il soldato cui si accenna nel libro è senz’altro Rocco Gnoni. A maggior conferma, l’episodio dell’uccisione di Gnoni si potrebbe ricavare da un’altra fonte, che è il libro di Ardengo Soffici, La ritirata del Friuli. Note di un ufficiale della Seconda Armata[46], in cui il pittore e poeta futurista narra la sua esperienza nella prima guerra mondiale. Nella notte fra il 3 e il 4 novembre, scrive che, mentre era uscito con alcuni compagni a fare due passi nel paese, nel buio più fitto, avvertì dei rumori nei pressi del cimitero e fu attirato dalla luce di una lanterna. Incontrò alcuni uomini, dei carabinieri, e ai loro piedi un uomo morto, che Soffici ed i compagni scambiarono per una donna, in quanto l’uomo era acconciato in abiti femminili, probabilmente per sfuggire ai suoi assalitori. I carabinieri riferirono a Soffici e compagni che il loro superiore aveva ordinato di ammazzare sul posto quell’uomo, e loro avevano eseguito immantinente l’ordine, fucilando il malcapitato. Si trattava di una punizione esemplare. Anche se Soffici non fa il nome di Gnoni, è facile supporre che si tratti di lui[47].
Non sorprenderebbe che il soldato ruffanese si trovasse in un’osteria a sbronzarsi. Il vino e la prostituzione erano fin dall’inizio della guerra i soli due svaghi consentiti ai soldati nella terribilità del momento. Si trattava di svaghi autorizzati o meglio “istituzionalizzati” dalle autorità[48]. Il vino in trincea era un farmaco potentissimo, ne parla anche Emilio Lussu in Un anno sull’altopiano[49]. Utilizzato in quantità massicce dai soldati per fare fronte alla drammaticità della situazione, esso dava loro sollievo, potenziandone l’audacia e la bellicosità in alcuni casi, fungendo da oppiaceo e quindi anestetizzando la paura e il dolore in altri. Comunque, sia che lo usassero come coadiuvante per darsi forza e coraggio, sia come tranquillante per attutire nei fumi dell’alcol lo shock di un impatto emotivo devastante, tutti i soldati ne diventavano dipendenti. Tanto vero che anche nelle cosiddette Case del soldato[50], circoli ricreativi religiosi, creati dalla chiesa per contrastare le case di tolleranza (e fu una battaglia persa fin dall’inizio di fronte al proliferare delle case chiuse e al massiccio ricorso dei militari al sesso a pagamento), i soldati bevevano[51]. Anzi, una delle voci di spesa più alte negli acquisti delle Case del soldato era proprio quella per il vino, poiché i preti ritenevano che un consumo, sia pure moderato, della bevanda alcolica dovesse comunque essere permesso, anche per contrastare il ricorso alla prostituzione: come dire, si sceglieva il male minore[52]. Mons. Giuseppe Pellizzo, Vescovo di Padova, in una lettera affermava che avevano come unico pensiero quello di svuotare le cantine nei paesi abbandonati ed erano talmente attaccati alla bottiglia che se le montagne fossero state damigiane i soldati le avrebbero custodite meglio, essendo sempre aggrappati ad esse[53]. Questo scritto è anche più importante per quanto il prelato sostiene dopo[54], cioè che proprio a causa dell’ubriachezza, alcuni giorni prima un battaglione aveva rifiutato di andare avanti ed era stata sorteggiata una compagnia e decimata. Importante dappiù, questa lettera di Mons. Pellizzo, per la data in cui viene inviata, ossia il 31 maggio 1916, in un periodo in cui nessuno dei soldati dal fronte osava confessare tale pratica aberrante. L’alcol, dunque, veniva largamente usato nelle trincee e finanche incoraggiato dal Comando supremo. Esso costituiva proprio la benzina dei soldati, come dice Emilio Lussu.Ma poi, fuori dalle trincee, per somma incoerenza, specie con la gestione Cadorna, esso veniva proscritto, quasi demonizzato nelle Circolari del Generale che imponevano ai soldati, negli ambienti civili, assoluta sobrietà ed un severo contegno in ogni circostanza. Gnoni pagò con la vita la sua mancanza di contegno.
Nel 2015, gli Onorevoli Giorgio Zanin e Gian Piero Scanu hanno voluto proporre una legge sulla riabilitazione di questi caduti della prima guerra mondiale. In effetti, nel 2014, nell’ambito delle celebrazioni in occasione del centenario della Grande Guerra, si segnalava l’iniziativa di un gruppo di 50 intellettuali che inviavano un appello al Presidente della Repubblica per la riabilitazione dei soldati fucilati. Essi si costituirono in un Comitato nell’ambito del Ministero della Difesa. All’iniziativa di questo Comitato si unirono i deputati Gian Piero Scanu e Giorgio Zanin, rispettivamente primo firmatario e relatore alla Camera dei Deputati della proposta di legge n. 2741 finalizzata «ad attivare il procedimento per la riabilitazione dei soldati italiani condannati alla pena capitale nel triennio 1915-18, nonché per restituire l’onore militare e riconoscere la dignità di vittime di guerra a quanti furono passati per le armi senza processo con la brutale pratica della decimazione o per esecuzione immediata e diretta da parte dei superiori. Verrà così restituito l’onore militare e la dignità di vittime della guerra a quanti vennero fucilati. Infatti, una volta approvata la legge verranno inseriti nell’Albo d’oro del Commissariato generale per le onoranze I caduti»[55]. Giorgio Zanin venne anche invitato a Ruffano nel già citato Convegno del 2016 e in quell’occasione si è soffermato su questa triste vicenda e ha sottolineato l’alto dovere morale e civile di riaprire una delle pagine più nere della storia d’Italia.
Nella maggior parte dei casi, i sospetti e le accuse di delazione, spionaggio, intelligenza col nemico, diserzione, di cui erano fatti oggetto taluni soldati, rimasero tali, solo frutto di menti paranoiche o soggiogate. Le fucilazioni che ne seguirono furono invece reali, come molta memorialistica conferma e certa stampa dell’epoca andava denunciando. Soprattutto nelle interviste ai reduci, nelle testimonianze orali e in tanti diari pubblicati dopo la guerra, molto vivi e brucianti i ricordi delle esecuzioni sommarie[56]. Non così invece nelle lettere, quelle inviate dal fronte, che erano sottoposte a censura[57].
Alle esecuzioni dei militari, bisogna aggiungere quelle dei civili. Le fonti dimostrano che fin dai primi giorni del conflitto il nostro esercito si macchiò di vari delitti perpetrati a danno delle popolazioni di confine, uccidendo tantissimi abitanti dei territori occupati, con esecuzioni sommarie[58].
Una certa pubblicistica antimilitarista sostiene senza indugio che i veri eroi furono proprio questi, i disertori, i ribelli, i fuoriusciti. Questa pubblicistica porta a sostegno della propria posizione un abolito articolo della Costituzione, per l’esattezza l’articolo 50, poi divenuto articolo 54 che, al secondo comma, poi cassato, recitava: «Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino»[59]. Ma al di là delle posizioni di un certo pacifismo radicale, tutto l’orientamento dell’opinione pubblica in questi ultimi anni in Italia è stato quello di riabilitare non solo i fucilati di guerra ma anche i renitenti e i disertori, considerati anch’essi vittime della sofferenza procurata dalla guerra. Un articolo pubblicato su «La Repubblica» nel 2014 dà voce al Vescovo Santo Marcianò, Ordinario Militare, il quale parla delle diserzioni come di «un fenomeno che coinvolse tutte le forze in campo, alimentato non tanto dalla paura quanto dalla nostalgia per la famiglia e odio per l’ingiustizia delle autorità militari. Le condanne furono circa centomila. Impossibile sapere con esattezza i fucilati, almeno un migliaio»[60].
Come non vedere, in questi soldati ingiustamente massacrati, come Rocco Gnoni di Ruffano, dei martiri laici? Eroi minori di una beffarda tragicommedia.
Per concludere con le parole di Ardengo Soffici: «sono forse costoro dei vinti, dei disertori, dei rivoltosi, dei traditori? O sono, diciamo la parola, dei vigliacchi? No. Basta vederli. Basta lasciare entrare la loro anima nella nostra. Sono delle vittime. Sono degli incoscienti. Sono degli illusi – e il male non è qui. … il male è nelle radici – il male è laggiù sotto di noi: nell’ignominia di chi divide, di chi baratta, di chi mente, di chi mercanteggia. Di chi abbandona. Il male è dappertutto; ma non è qui. Qui si soffre soltanto. Non è la via dell’infamia, qui. È la via della croce»[61].
* Società di Storia Patria per la Puglia, [email protected]
  Vivamente ringrazio gli amici Francesco Frisullo, che per primo ha fatto luce sulla storia del soldato Rocco Gnoni, e Roberto Molentino, che mi ha messo a disposizione alcune fonti documentarie.
  Note 
[1] R. Girard, La violenza e il sacro, Milano, Adelphi, 1980.
[2] R. Caillois, L’uomo e il sacro, Torino, Bollati-Boringhieri, 2001.
  [3] E. Forcella – A. Monticone, Plotone di esecuzione. I processi della prima guerra mondiale, Bari, Laterza,1968, 2° ed. , 2014.
[4] M. Pluviano – I. Guerrini, Le fucilazioni sommarie nella prima guerra mondiale, Udine, Gaspari, 2004, p.12.
[5] F. Cappellano, Cadorna e le fucilazioni nell’esercito italiano (1915-1917), p.1, in  www.museodellaguerra.it/wp-content/…/09/annali_23_Cadorna-e-le-fucilazioni.pdf. L’autore si rifà al libro di Forcella e Monticone, Plotone di esecuzione cit.
[6] Ivi, p.36.
[7] Circolare n. 1 Disciplina di Guerra in data 24 maggio 1915, conservato presso l’archivio dell’USSME (Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito), repertorio L3, b. 141, fasc. 3, riportato in M. Pluviano e I. Guerrini, Le fucilazioni sommarie cit., p.36.
[8] Circolare n. 3525 in data 28 settembre 1915, Disciplina di guerra, USSME, Ivi, p.36.
[9] Ibidem.
[10] Ivi, p.14.
[11] Ivi, p.15.
[12] Ivi, p.20.
[13] Ivi, p.21.
[14] Ivi, p.23.
[15] Ministero della Guerra, Ufficio Statistico, Statistica dello sforzo militare italiano nella guerra mondiale. Dati sulla giustizia e disciplina militare, a cura di G. Mortara, Roma, 1927, in B. Bianchi, La follia e la fuga. Nevrosi di guerra, diserzione e disobbedienza nell’esercito italiano 1915-1918, Roma, Bulzoni, 2001,
[16] Ivi, pp.1-6. Sulla copertina del libro è raffigurata un’immagine tratta dal film di Francesco Rosi Uomini contro, del 1970, ispirato al romanzo di Emilio Lussu, Un anno sull’Altipiano.
[17] Letta al convegno “Scampare la guerra”, tenuto a Fogliano  Redipuglia nel 1990. Questa relazione è poi confluita nel libro con cui si pubblicarono gli atti: 1914-1918 scampare la guerra : renitenza, autolesionismo, comportamenti individuali e collettivi di fuga e la giustizia militare nella Grande Guerra, a cura di L. Fabi, Ronchi dei Legionari, Centro culturale pubblico polivalente, 1994, pp.63-75. Guerrini – Pluviano sono anche autori di La giustizia militare, in Dizionario storico della Prima Guerra Mondiale, a cura di N. Labanca, Roma-Bari, Laterza, 2014, pp. 137-146.
[18] Commissione d’inchiesta Dall’Isonzo al Piave. 24 ottobre-9 novembre 1917, Roma, Stabilimenti tipografici per l’amministrazione della guerra, 1919. Istituita con R.D.12 gennaio 1918, n.35.
[19] Atti parlamentari, Camera dei Deputati, legislatura XXIV, 1ª sessione, discussioni, tornata del 12 settembre 1919, in                         F. Cappellano, Cadorna e le fucilazioni nell’esercito italiano cit., p.12.
[20] Lettera in data 26 maggio 1916 del capo di Stato Maggiore dell’Esercito al Generale Clemente Lequio – USSME, in Filippo Cappellano, op. cit., p.6.
[21] Circolare n. 32800 in data 28 dicembre 1916, Conseguenze del reato di diserzione, Comando 3ª Armata. Altre conseguenze di legge del reato di diserzione erano: interdizione perpetua dei pubblici uffici, interdizione legale con la perdita di amministrazione dei propri beni, patria podestà, autorità maritale e capacità di fare testamento: fonte USSME, in F. Cappellano, op. cit., p.7.
[22] Ivi, p.11.
[23] M. Pluviano – I. Guerrini, Le fucilazioni sommarie cit., p.41.
[24] La decimazione, che consisteva nel tirare a sorte il nome dei fucilati,come esempio di estrema disciplina militare inflitta ai soldati era una pratica già conosciuta dai Romani ma fu nella Prima Guerra Mondiale che se ne fece largo uso.
[25] Relazione della Commissione d’inchiesta, Dall’Isonzo al Piave 24 ottobre – 9 novembre 1917, vol. II, Le cause e le responsabilità degli avvenimenti, 1919, in F. Cappellano, op. cit., p.7.
[26] Il giurista Donato Antonio Tommasi (1867-1949), tarantino di nascita, era leccese. Stimato magistrato, durante la guerra ricoprì il ruolo di Avvocato Generale presso il Tribunale supremo di Guerra e di Marina e poi dell’Esercito. Fu parlamentare, eletto nelle file del Partito Popolare, negli anni Venti. Strenuo oppositore del Fascismo, in occasione della Marcia su Roma, redasse il decreto per lo stato d’assedio per conto del Presidente del Consiglio Luigi Facta che venne respinto dal Re Vittorio Emanuele III. Per questo, fu ostracizzato dal regime. Partecipò alla Seconda Guerra Mondiale e venne ferito dallo scoppio di una bomba lanciata sul centro militare clandestino che dirigeva a Roma, e fu onorato della medaglia d’argento al valor militare: M. Pluviano – I. Guerrini, Le fucilazioni sommarie cit., p.48.
[27] Ivi, Le fucilazioni sommarie cit., p.47.
[28] Ivi, p.19.
[29]Archivio di Stato di Lecce, Vol. 194, Ruoli matricolari soldati appartenenti alla classe 1890.
[30] M. Pluviano – I. Guerrini, Le fucilazioni sommarie cit., pp.113-130.
[31] Ivi,p.125.
[32]Ivi, p.129.
[33] Albo d’Oro, Volume XVIII, Puglie, N. 902. Nell’Albo d’Oro, giusta circolare del Ministero della Guerra, 8 giugno 1926, sono inclusi tutti i militari del R. Esercito, della R. Marina, della R. Guardia di Finanza, il cui decesso o scomparsa sia avvenuta per causa di guerra dal 24 maggio 1915 al 20 ottobre 1920, data di pubblicazione della pace.
[34] Archivio di Stato di Lecce Vol. 194, Ruoli matricolari soldati appartenenti alla classe 1890. La dichiarazione di irreperibilità veniva rilasciata dal CIFAG (Centro interministeriale per la formazione degli atti giuridici) di Roma, ora soppresso.
[35] Telegramma circolare nr. 2910 del 1 novembre 1916 del Comando Supremo, in Filippo Cappellano, op.cit., p.7.
[36] M. Pluviano – I. Guerrini, Le fucilazioni sommarie cit., p.2.
[37] Ivi, pp.2-3.
[38] Ivi,pp.5-6.
[39] E. Forcella- A. Monticone, Plotone di esecuzione. I processi della prima guerra mondiale, Bari, Laterza, 1968 (poi 2014).
[40] G. Procacci, Soldati e prigionieri italiani nella Grande Guerra, Roma, Editori Riuniti, 1993. Sulle punizioni esemplari e le fucilazioni anche: A. Cazzullo, La guerra dei nostri nonni, Milano, Mondadori, 2014, p. 24.
[41] Si veda il Verbale della fucilazione allegato.
[42] Sul ruolo dei Regi Carabinieri: F. Angeletti, Il ruolo dell’arma dei carabinieri durante il primo conflitto mondiale: il fronte interno, in  «Eunomia. Rivista semestrale di Storia e Politica Internazionali», a. IV, n. 2, 2015, pp.371-386.
[43] Nel vortice della grande guerra. Porcia nell’anno dell’invasione. Documenti e memorie sulla prima Guerra mondiale, a cura di S. Bigatton e A. Tonizzo, Pordenone, Sage Print, 2010.
[44] Ivi, pp.39-40.
[45] Ivi, pp.81-107.
[46] A. Soffici, La ritirata del Friuli. Note di un ufficiale della Seconda Armata, Firenze, Vallecchi, 1919.
[47]Ivi, pp.192-193.
[48] Sulle case di tolleranza, si veda E. Franzina, I casini di guerra, Udine, Gaspari, 1999.
[49] E. Lussu, Un anno sull’altopiano,Torino, Einaudi, 1964.
[50] Don G. Minozzi, Ricordi di guerra, Amatrice, Vol. I, 1956.
[51] E. Franzina, I casini di guerra cit., p. 192. Sull’argomento, anche P. Vincenti, Tra vergogna e onore: le prostitute di guerra, in L’officina del sentimento. Voci gesti segni femminili in Terra d’Otranto davanti alla Grande Guerra (1915-1924), a cura di G. Caramuscio, in corso di stampa.
[52] M. Pluviano, Le case del soldato, in «Notiziario dell’Istituto Storico della Resistenza in Cuneo e provincia», n.36, dicembre 1989, pp.5-88.
[53]I vescovi veneti e la Santa Sede nella guerra 1915-1918, a cura di A. Sciottà, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1991, p.73. Mons. Pellizzo, fondatore del giornale cattolico «La difesa del popolo», scrive tra il 1915 e il 1918 ben centocinquantasei lettere a Papa Benedetto XV per informarlo sul drammatico andamento della prima guerra mondiale.
[54] Pubblicato da I. Guerrini – M. Pluviano, in Il memoriale Tommasi. Decimazioni ed esecuzioni sommarie durante la grande guerra, in 1914-1918 scampare la guerra cit., pp.63-75.
[55] Disposizioni concernenti i militari italiani ai quali è stata irrogata la pena capitale durante la Prima guerra mondiale https://www.camera.it › leg18
[56] M. Pluviano – I. Guerrini, Le fucilazioni sommarie cit., p. 239.
[57]Ivi, p. 240. Le lettere dal fronte avevano degli speciali censori che erano spesso gli ufficiali austriaci e tedeschi, incaricati di leggerle, allo scopo di emendarle da eventuali informazioni poco opportune e pericolose. Fra questi ufficiali, Leo Spitzer, il filologo austriaco al quale si deve il primo studio organico di carattere linguistico sulle lettere dei soldati dal fronte. Leo Spitzer, Lettere di prigionieri di guerra italiani: 1915–1918, a cura di L. Renzi, Torino 1976, nuova ed., Milano 2016. Si veda anche D. Octavian Cepraga, Scritture contadine e censori d’eccezione: le lettere versificate dei soldati romeni della Grande Guerra, in Memorialistica e letteratura della Grande Guerra. Parallelismi e dissonanze Atti del Convegno di studi italo-romeno Padova–Venezia, 8–9 ottobre 2015,a cura di D. Octavian Cepraga, R. Dinu e A. Firţa, Quaderni della Casa Romena di Venezia, XI-2016, Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, 2016, p.189.
[58] Ivi, pp. 196 -197.
[59] https://www.nascitacostituzione.it/02p1/04t4/054/art054-011.htm
[60] P. Gallori, Grande guerra, l’ordinario Militare: “Riabilitare i disertori come Caduti”, in «La Repubblica», 6 novembre 2014
[61] A. Soffici, op. cit.,p.202.
Ringrazio gli amici Francesco Frisullo, che per primo ha fatto luce sulla storia del soldato Rocco Gnoni, e Roberto Molentino che ha messo a disposizione alcune fonti documentarie.
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noneun · 4 years
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“Dei 1444 tamponi positivi rilevati oggi, la maggior parte sono in Lombardia, con 764 nuovi positivi (il 52,9% dei nuovi contagi).”
Non è normale che la Lombardia continui con questi numeri ed è invece normale pensare che forse il lockdown non l’hanno fatto proprio bene bene. Qualunque sia la ragione, non ha il minimo senso immaginare una riapertura come nel resto d’Italia.
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newsintheshell · 3 years
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J-POP Manga, tutti gli annunci per il 15° anniversario della casa editrice
Fra i titoli in arrivo nei prossimi mesi ci sono 86, Shadows House, Kusuriya no Hitorigoto e il webtoon BJ Alex!
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J-POP Manga festeggia i suoi primi 15 anni debuttando su Twitch, la nuova casa digitale di Edizioni BD e J-POP Manga. Durante il corso della ”Quinceanera” Marco Schiavone, Georgia Cocchi Pontalti e Jacopo Costa Buranelli hanno fatto gli onori di casa, accogliendo amici e collaboratori della casa editrice e “regalando” a sorpresa 10 nuovi titoli che usciranno nel 2021.
MISSION: YOZAKURA FAMILY di Hitsuji Gondaira
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Il nuovo shonen targato Shueisha! Taiyo Asano è uno studente liceale molto timido e l'unica persona con cui riesce a parlare è la sua amica d'infanzia, Mutsumi Yozakura, la ragazza più popolare della scuola. Il rapporto tra i due procede normalmente fino al giorno in cui Taiyo scopre la verità sulla famiglia di Mutsumi. La casata Yozakura è infatti una famiglia composta dalle migliori spie del mondo! Senza contare che il capo famiglia, il fratello maggiore Kyoichiro, ha sviluppato un ossessivo istinto protettivo nei confronti della sorella e considera il ragazzo come una minaccia per l’incolumità di Mutsumi. Fin dove si spingerà Taiyo per salvare la sua migliore amica dalle folli missioni che la sua famiglia svolge quotidianamente?! Azione adrenalinica, commedia familiare e molto altro: la missione ha inizio!
6 volumi - In corso - Uscita prevista: autunno
86 – EIGHTY-SIX di Asato Asato e Motoki Yoshihara
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La Repubblica di San Magnolia è una nazione unita sotto una bandiera dai cinque colori, con un governo solido e dedito al mantenimento del benessere dei suoi orgogliosi cittadini. Da 9 anni questo paese è in guerra con il suo vicino, l'Impero Giad, che dispone di un’avanzata tecnologia bellica consistente in una serie di droidi militari auto-guidati chiamati Legion. In risposta alla minaccia, la Repubblica innalza un muro difensivo attorno ai suoi 85 distretti e respinge l'attacco nemico utilizzando i Juggernaut, comandati a distanza dagli Handler, strateghi militari localizzati nel centro di comando della capitale. Ufficialmente la Repubblica ottiene vittorie senza perdite ma la verità è ben diversa... ogni Juggernaut è infatti pilotato dai cittadini abbandonati nell’86esimo distretto: i Colorata, una minoranza discriminata e perseguitata dal governo in mano alla maggioranza Alba. Abbandonati fuori dalle mura e obbligati a battersi per la difesa della Repubblica che non li considera neanche umani, Shin “The Undertaker” e i suoi compagni d’arme dovranno affidarsi alla guida della giovane Handler, Lena Milìzé, appartenente ad una casata nobiliare degli Alba. Riusciranno i due comandanti a cambiare le sorti della guerra e a far cessare le discriminazioni del governo di San Magnolia?!
2 volumi - In corso - Uscita prevista: maggio
PORNOGRAPHIC PICTURES di Osamu Tezuka
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Uno dei manga autobiografici di Osamu Tezuka, sullo sfondo della società giapponese dalla fine della seconda guerra mondiale al suo dopoguerra. In questa raccolta sono raccontate le vicende di alcuni uomini di Osaka, devastata dopo il conflitto, che  resistono imperterriti alla disperazione di quei giorni funesti. Un orfano in cerca di vendetta, un ladro di alimentari, un uomo d’affari che approfitta della crisi nazionale per fare soldi e molti altri. Lo stesso Tezuka si fa protagonista della sua opera attraverso il personaggio di Osamu Takatsuka.  
Volume unico - Uscita prevista: estate
YAKEPPACHI NO MARIA di Osamu Tezuka
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Yakeno Yahachi, un vivace ragazzino noto come "Yakeppachi" dà origine a una bella ragazza di nome Maria mentre è in trance; la sua personalità è identica a Yakeppachi. Maria in realtà, è l’ "ectoplasma" di Yakeppachi, una sostanza filamentosa e simile alla nebbia che viene generata dal mezzo spirituale durante una seduta spiritica, chiamata anche "corpo astrale". Prendendo la forma di una bambola donatale dal padre di Yakeno, Maria inizia ad andare a scuola con il ragazzo, portando caos e bizzarrie all’interno dell’istituto. Riusciranno i due a convivere e a superare la marea di problemi che la loro relazione causerà? Un bizzarro manga di educazione sessuale creato dal “Dio del Manga” appartenente al periodo dell’Ero Guru Nonsense (fine anni ‘60 e inizio anni ‘70), in cui gli autori di manga cominciavano ad abbattere i tabù dell’epoca per dimostrare una volta per tutte che il manga poteva dimostrarsi molto più che semplice fumetto per ragazzi.
Volume unico - Uscita prevista: estate
LE ROSE DI VERSAILLES EXTRA di Ryoko Ikeda
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La mitica avventura di Oscar e degli altri protagonisti della Versailles di Riyoko Ikeda continua e si completa in questo nuovo indispensabile cofanetto della Lady Oscar Collection! Dopo aver concluso nel 1973 la saga portante, dal 1984 al 2018 la Ikeda è tornata in più occasioni a narrare nuove storie delle "Rose di Versailles", in una lunga sequenza di racconti che approfondiscono e proseguono le vicende della serie originale: "La Duchessa in nero", "Le Storie Gotiche" e gli "Episodes". Anche per questi splendidi extra arriva finalmente l'edizione definitiva, con pagine a colori, in Italia!
Box - Uscita prevista: estate
DAISY JEALOUSY di Ogeretsu Tanaka
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Una nuova opera dalla Dea dello yaoi, Ogeretsu Tanaka (Yarichin Bitch Club, Neon Sing Amber, Escape Journey) che con il suo stile di disegno inconfondibile continua a esplorare le sfaccettature dell’amore, senza mai dimenticarsi una buona dose di erotismo. Misaki, che ama i videogiochi fin dall'infanzia, aspira a far parte della società Gold Games e per questa ragione si iscrive a una scuola di design. Lì incontra Kaname, talentuoso designer emergente, un rivale su cui vuole prevalere; la frustrazione generata dalla sua differenza di abilità cresce in Misaki fino a quando non esplode di gelosia... Kaname si sta solo prendendo gioco di Misaki o non percepisce i suoi veri sentimenti? 
Volume unico - Uscita prevista: estate
KAORI NO KEISHOU – THE INHERITANCE OF AROMA di Hyuuga Natsu,  Ikki Nanao e Nekokurage
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Maomao, ragazza addestrata dal padre nell'arte delle erbe medicinali, viene rapita e venduta come serva nel palazzo interno dell’Imperatore. Decisa a ogni costo a non farsi notare più del necessario, nasconde la sua intelligenza e le sue competenze, non riuscendo però a ingannare il capo eunuco Jinshi, che la osserva svelare la "maledizione" dietro alle misteriose morti dei neonati eredi imperiali. Viene così promossa ad assistente assaggiatore del cibo destinato alle nobili consorti dell'imperatore, e i suoi giorni tranquilli sono destinati a finire…
7 volumi - In corso - Uscita prevista: estate
KUSURIYA NO HITORIGOTO – THE PHARMACISTS’S MONOLOGUE di Hyuuga Natsu, Ikki Nanao e Nekokurage
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Maomao, ragazza addestrata dal padre nell'arte delle erbe medicinali, viene rapita e venduta come serva nel palazzo interno dell’Imperatore. Decisa a ogni costo a non farsi notare più del necessario, nasconde la sua intelligenza e le sue competenze, non riuscendo però a ingannare il capo eunuco Jinshi, che la osserva svelare la "maledizione" dietro alle misteriose morti dei neonati eredi imperiali. Viene così promossa ad assistente assaggiatore del cibo destinato alle nobili consorti dell'imperatore, e i suoi giorni tranquilli sono destinati a finire…
7 volumi - In corso - Uscita prevista: estate
SHADOWS HOUSE di Somato
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Emilico è una giovane e allegra bambola vivente, assistente personale della nobile Kate Shadow. Quest’ultima è una delle regali ombre senza volto che vivono in una vasta villa, in cui le bambole viventi, come Emilico, trascorrono gran parte del loro tempo a ripulire la fuliggine emessa all'infinito dai loro misteriosi padroni. Quali pericoli e oscuri segreti incontreranno lei e Kate, mentre diventano profondamente coinvolte nei meccanismi interni della società delle ombre? 
6 volumi - In corso - Uscita prevista: aprile
BJ ALEX di Mingwa
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Dopo Killing Stalking e Blood Bank, arriva il nuovo BL targato Lezhin che ha fatto impazzire il mondo! Ogni sera alle 22.00, Dong Gyun si chiude nella sua stanza e guarda uno spettacolo di Cam Boy dal vivo condotto dal suo BJ (Broadcast Jokey) preferito: Alex. Alex, con indosso una maschera a proteggere la sua privacy, si spoglia in cambio di donazioni sfoggiando il suo fisico scultoreo e molto altro... causando tumulti nel cuore del timido Dong Gyun, che si ritrova vittima di un'inevitabile cotta per un ragazzo di cui non conosce né il volto, né l'identità. Una sera, Dong Gyun beve troppo a un ritrovo con i colleghi dell'università, e quando si risveglia, con lui c'è un bellissimo ragazzo senza maglietta che somiglia molto al suo Alex...
Uscita prevista: autunno
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Autore: SilenziO)))  - Twitter @s1lenzi0​
[COMUNICATO STAMPA]
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