Tumgik
#Palazzo Taverna
marcogiovenale · 2 years
Text
"antropologica", di ferruccio de filippi @ "territori della performance"
“antropologica”, di ferruccio de filippi @ “territori della performance”
«Antropologica» di Ferruccio De Filippi (1970, Torre Astura, galleria La salita), l’azione di gettare in mare il calco del proprio corpo, è fra le opere comprese nella mostra-archivio «Territori della performance – percorsi e pratiche in Italia (1967-1982)», basilare e impegnativa ricerca storica di documenti a cui la fugacità è congenita, a cura di Lara Conte e Francesca Gallo, che si inaugura…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
luigifurone · 6 months
Text
40. (L'orizzonte)
Wedler entra nella sala del trono. Le gambe faticano a sostenerlo, ma nel suo portamento c’è tutta la pratica della nobiltà. E poi è un principe. Il trono e il baldacchino, col tendaggio chiuso sul davanti,  appaiono lontani, in tutto il loro splendore. Ora Wedler saprà. Quel re un po’ strano che lo aspetta non sa che farsene della stirpe, dell’oro. Darà sua figlia e il regno a chi troverà qualcosa. E ancora non si sa che.
Il re si chiama Yom. Anche se tutti sanno che è lui che comanda, è un personaggio leggendario. Nessuno può dire di averlo visto, ma tutti ne sperimentano la potenza. Chi si ribella viene punito. E nessuno è mai riuscito a sfuggire dai confini del regno. Di lui si dice che è giusto. Ma non tutti lo considerano tale. Non esce mai da quel baldacchino, almeno alla vista di qualche suddito.
Wedler ora è lì, a cinque passi, come prevede il cerimoniale. È tra i pochi ad esserci arrivato. Ha già superato molte prove, alcune con forza, altre con fortuna. Ora si inchina e fa la sua richiesta. Con tono alto. Il tendaggio che copre il trono non si muove, non arriva voce. Poi Wedler quasi per caso si accorge di un foglio stropicciato per terra, accanto ai suoi piedi. Nessuno dei presenti gli dice nulla, continuano solo a guardarlo. Lui prende il foglio, spinto non si sa come a farlo. E legge.
“Se vuoi mia figlia devi trovare l’orizzonte”. Wedler respira. E' stanco di duelli. Vorrebbe solo i capelli profumati di Adeline. Ma un enigma può andare. Almeno all’inizio. Ora bisogna però fare qualcosa. È indubbio che questa richiesta non può essere ignorata. Wedler rifà l’inchino ed esce. Va da Frerick, l’alchimista.
Frerick lo accoglie come un figlio. Comincia a pensare. Lui dice di non temere Yom, lo grida  spesso per le strade del regno. Ma non è mai scappato. Yom gli consente di cercare e di gridare e basta. Fuggire no. Il venerando mago cerca nei papiri più vecchi, e in alcune pergamene appena arrivate dalle terre del Tramonto. Non trova nulla, al momento, e prega Wedler di restare, prima o poi si troverà qualcosa. Ma Wedler non può aspettare. Sa che Frerick può aspettare l’eternità. Adeline no.
Così si incammina, qualcuno o qualcosa troverà. Appena uscito dal palazzo vede un contadino che raccoglie rape. Si avvicina e, temendone lo scherno, lo apostrofa con superiorità: “Ehi, tu, che raccogli rape, dimmi, sapresti trovare l’orizzonte?” Il contadino lo guarda stupito. Si piega leggermente in avanti. E risponde: “Il signore vuole scherzare. Come si fa trovare l’orizzonte?” Wedler è tentato di ascoltarlo, ma tira le redini e trotta via.
Che ne sa un contadino? Lui è un principe, la domanda è di Yom, deve esserci qualcosa sotto. Se non la si vede è perché non si ha guardato abbastanza. Sarebbe troppo facile. Sarebbe troppo poco guerresco. Bisogna cercare ancora. C’è una taverna con dei cavalli bardati, con delle insegne sconosciute.
Il camino lancia una luce rossastra sui volti dei cavalieri. Il vino che hanno bevuto anche. Pare di vedere anche le loro lame rosse di sangue. Sui loro denti il sorriso della belva, sulle gambe le donne del piacere. E sul tavolo cibo mangiato fino a dimenticarsi del resto. Non lo guardano. E quando Wedler, forte della forza della stanchezza, forte come mai prima, si avvicina al capo dei cavalieri  e lo interroga, il cavaliere ride. Ride come un folle. Gli prende un braccio, lo tira su una panca e gli offre da bere. E si arrabbia col taverniere, vuole altre donne per il suo nuovo amico.
Wedler ora conosce la paura. Cerca il cavallo più veloce, ma non trova l’orizzonte. Percorre tutte le terre conosciute fino ai limiti, ma l’orizzonte è ancora lontano. Pensa di impazzire, sente il suo corpo invecchiare. Chissà Adeline, ma non gli importa più tanto, ormai è consacrato. Deve trovare l’orizzonte. E per uno strano caso, a forza di girare e girare si ritrova alle porte del castello di Yom. Così entra, ritrova la sala del trono. Ci sono nuovi personaggi, ma il baldacchino è sempre chiuso.
Wedler si avanza, deciso a morire o a uccidere. Fosse pure Yom. Una lama di luce filtra dalla finestre e lo costringere a guardare. Vede il sole che muore, che in un attimo scompare. E vede l’orizzonte. E cade in ginocchio, come fulminato. “Ecco, l’orizzonte. È sempre stato qui. È sempre stato ovunque io fossi. L’ho avuto sempre intorno, e sempre l‘ho rinnegato. Orizzonte è il mio sguardo.”
Dal suo cuore si alza un masso pesante di secoli. Si solleva. Sorride. Non teme più Yom. Va al baldacchino, nessuno lo ferma. Il foglio con la scritta gli cade dalle mani, e svolazza poco più in là. Spalanca le tende. Non c’è nessuno. Sul trono vede una corona con su scritto il suo nome. Dietro al trono, una porta. E un regno.
0 notes
discoatnine · 9 months
Link
Check out this listing I just added to my Poshmark closet: Lilly Pulitzer Bright Navy Taverna Tile Print Bal Harbour Palazzo Pant.
0 notes
Text
Turismo: a Roma l'Ecoluxury Fair, focus su lusso e sostenibilità
Le nuove frontiere del turismo di alta gamma passano oggi attraverso due parole chiave: sostenibilità e innovazione. Se ne parla a Roma in occasione dell’Ecoluxury Fair 2023, la VI edizione della fiera internazionale sul mondo del lusso e della sostenibilità, presieduta da Enrico Ducrot, ceo di Ecoluxury e Viaggi dell’Elefante, a Palazzo Taverna. Momento clou della kermesse romana il ‘Forum su…
View On WordPress
0 notes
lamilanomagazine · 1 year
Text
Sassari: una serata di musica, divertimento e buon cibo, con la Grabiglia d’Oro
Tumblr media
Sassari: una serata di musica, divertimento e buon cibo, con la Grabiglia d’Oro. Zimino, salsiccione, melanzane, capocollo, peperoni e molto altro, rigorosamente arrosto, il tutto accompagnato da buon vino, musica folck e divertimento per i più piccoli. Sono gli ingredienti di "La grabiglia d'oro", l’evento che si terrà sabato 29 luglio, a partire dalle 20, in piazzale Segni. Tutti i particolari sono stati presentati oggi, 21 luglio, a Palazzo Ducale, durante una conferenza stampa a cui hanno partecipato il sindaco Nanni Campus, il presidente del Consiglio comunale Maurilio Murru, l'assessora alla Cultura Laura Useri, una delegazione dei circoli partecipanti e degli sponsor. L’appuntamento è stato organizzato da alcuni circoli sassaresi, con il supporto del Comune di Sassari, e possono contare su alcuni sponsor che forniranno parte dei prodotti che saranno venduti la sera: Conad, Coldiretti, Cantina Sorso Sennori, Cesaraccio e Oleificio Silki. Tutti i circoli somministreranno cibi e bevande agli stessi prezzi, molto economici. L’idea nasce dal Circolo San Cristoforo che, in collaborazione con i circoli Il Raggio d’oro, da Jhon, santa Maria Bambina, Copacabana, Circolo Acli, Renzo Laconi, La rosa dei venti, Bankok, Culleziu, La Lucciola, Taverna Marsiglia, Concordia, Mangio da Nonna, Il Monte e Alba, ha organizzato la manifestazione. I circoli partecipanti attrezzeranno l’area a loro dedicata all’interno di piazzale Segni con graticole e cibo da arrostire (tra cui carne, zimino, melanzane). Durante la serata, una giuria, composta da membri dell’Amministrazione e da “esperti”, girerà per le graticole decidendo il circolo vincitore dell’edizione 2023. Serena Schintu, Zeppara e Ammenti Passaddi si esibiranno fino a mezzanotte, allietando con la loro musica tutta la serata.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
jacopocioni · 1 year
Text
La Chiesa di Santa Margherita dei Cerchi e la curiosa storia dello zabaione
Tumblr media Tumblr media
Percorrendo il Corso, da Via del Proconsolo verso Via Calzaiuoli, sulla sinistra, vicino al mitico “Cucciolo” e alla sua cascata di bomboloni, si trova un arco, che immette in Via Santa Margherita, una piccola stretta stradina che però nasconde una piccola perla: la chiesa di Santa Margherita dei Cerchi. Una chiesina piccola, quasi sempre chiusa, che non si noterebbe neanche, se non fosse per quella piccola, deliziosa tettoia che sovrasta il portale di ingresso.
Tumblr media
E’ una chiesa antichissima, di cui si hanno ricordanze fino dal 1032, che nel corso dei secoli è stata più volte rimaneggiata e di cui hanno avuto il patronato, dal 1353, i Cerchi, i Donati e gli Adimari. La chiesa non è tanto famosa per le opere che racchiude, quanto per essere la famosa “chiesa di Dante”. Molti ritengono che qui Dante abbia sposato Gemma Donati, ma in realtà il matrimonio tra i due venne celebrato a poca distanza da qui, nella chiesa di San Martino al Vescovo.
Tumblr media
Tuttavia il legame con Dante è molto stretto, in quanto la chiesa di Santa Margherita era la chiesa in cui ogni mattina si recava a messa Beatrice Portinari, che abitava il Palazzo Portinari, nel Corso, proprio di fronte all’arco. Dante invece abitava (più o meno) in Piazza San Martino, a qualche decina di metri nella direzione opposta, ed ogni mattina si affacciava sulla via per vedere Beatrice entrare ed uscire dalla chiesa. Da questo nacque il più grande, osannato amore platonico di tutti i tempi: ed erano soltanto due bambini, si narra che Beatrice avesse soltanto nove anni e Dante poco più. I due non ebbero mai un contatto diretto, forse per questo Beatrice è la “donna angelicata”.
Tumblr media
Nella chiesa venne sicuramente sepolto Folco Portinari, il padre di Beatrice, e Monna Tessa, la nutrice della ragazza; oggi la lastra tombale di Monna Tessa è visibile nell’atrio dell’Ospedale di Santa Maria Nuova. E Beatrice…? No, non è sicuramente sepolta qui, nonostante vi sia una lapide che lo indica. La ragazza si sposò con un Bardi e la sua tomba verosimilmente dovrebbe trovarsi nella tomba della famiglia Bardi, in Santa Croce.
Tumblr media
Il potere della leggenda e del romanticismo sono però grandi e, per questo motivo, in Santa Margherita si trova “la tomba” di Beatrice, con vicino un cestino. Una piccola leggenda metropolitana vuole che Beatrice lenisca magicamente le pene d’amore di chi viene a chiedere il suo aiuto, lasciando nel cestino messaggi personali, di ogni tipo, dal saluto, al desiderio amoroso da soddisfare, alla poesia… spesso si trovano anche delle rose deposte lì.
Tumblr media
C’è una lapide seminascosta nella chiesa di Santa Margherita dei Cerchi, dedicata ai fratelli della Venerabile Compagnia dei Quochi. Un nome particolare, per via di quella curiosa lettera “Q” che ci trasporta direttamente all’epoca della sua fondazione, al Cinquecento fiorentino. Qui si ritrovavano artisti, letterati, e anche scienziati dell’epoca. La Compagnia nacque proprio da un ristretto cenacolo formato da alcuni di loro, come senso di appartenenza a una comunità che amava discutere di arte e filosofia, di cultura, ma in presenza di buon cibo. Usavano ritrovarsi a tavola, per proporre ciascuno la propria ricetta. E’ risaputo che molti di loro erano appassionati di cucina.
Tumblr media
Tra di loro c’era anche Mariotto Albertinelli, artista cresciuto nella bottega di Cosimo Rosselli, che ad un certo punto della propria vita appese il pennello al chiodo e diede sfogo alla passione gastronomica aprendo addirittura, come ricorda il Vasari, una osteria fuori della porta di San Gallo e un’altra taverna al Ponte Vecchio, al Drago. Fu forse qui che la Confraternita cominciò a riunirsi, per sposare l’arte della cucina (che si nutriva della vita), a quelle altre più nobili arti che però, secondo Albertinelli, la vita la imitavano soltanto. Nata laica, la Venerabile Compagnia dei Quochi trovò poi come protettore e nume tutelare San Pasquale Baylon, considerato il santo protettore universale dei cuochi. Nella chiesa in cui sopravvive un’immagine del santo, cioè San Salvatore in Ognissanti, se ne trova un riferimento. A due secoli più avanti, nel 1764, corrisponde una bolla del vescovo di Firenze, che attribuisce alla Compagnia l’uso della chiesa di Santa Margherita dei Cerchi, dove si cela appunto il sepolcro. Tra gli scopi principali, vi è in particolare la ricerca sulle fonti storiche relative alle origini della Compagnia e in generale lo studio e la salvaguardia della cultura alimentare tradizionale. Attualmente gli scopi si sono ampliati, contemplando la tutela del patrimonio enogastronomico italiano, la cultura del mangiar sano e la lotta agli sprechi alimentari.
Tumblr media
A san Pasquale è attribuita l'invenzione dello zabaione. La più antica ricetta di questa dolce delizia è questa: “Per fare quatro taze de Zabaglone, piglia XII rossi de ova frasca, tre onze de zucaro, meza onza de canella bona, uno bucale de vino bono dolce, fallo cocere tanto che sia preso como uno brodeto…” Recentemente è tornato un po’ in auge, dopo tempi bui, ma una volta era una prima colazione o una merenda da leccarsi i baffi: ”lo zabaione”, semplicemente uovo sbattuto e zucchero. Tutto a crudo, in barba alle moderne tecniche di pastorizzazione. Ci sono due versioni diverse, una che attribuisce l’invenzione dello zabaione a San Pasquale, l’altra che invece riconduce lo zabaione ad un capitano di ventura. Nel 1471 il capitano di ventura Giovanni Baglioni, arrivò alle porte di Reggio Emilia e si accampò. A corto di viveri, spedì alcuni soldati a far razzia in zona ma trovarono solamente uova, zucchero, qualche fiasca di vino e delle erbe aromatiche. Il Baglioni ordinò ai cucinieri di mescolare il tutto e di distribuirlo ai soldati… fu un successo! Giovanni Baglioni in dialetto emiliano diventava “Zvàn Bajòun” e il nome di quella crema diventò “zambajoun”, italianizzato poi in zabajone e infine zabaione. Grazie alla genuinità dei suoi ingredienti, una bevanda simile sembra fosse servita fredda alla corte de’ Medici, e Caterina portò la ricetta a Parigi. La versione che riguarda Pasquale de Baylon invece, fa nascere lo zabaione a Torino, a fine Cinquecento; il francescano Fra’ Pasquale de Baylon, alle donne non soddisfatte del marito, consigliava una bevanda a base di tuorli d’uovo, zucchero e vino, capace di rinvigorire i loro uomini. Le donne cominciarono a scambiarsi la ricetta decantando le sue virtù e quando il frate fu canonizzato Santo (Sanbajon in dialetto torinese), la crema di Sanbajon divenne famosa e San Baylon, fu eletto protettore dei pasticceri.
Tumblr media
Gabriella Bazzani Read the full article
1 note · View note
vinotv · 2 years
Photo
Tumblr media
#arteasanleonardo @sanleonardo_ presenta questo progetto, fortemente voluto da @anselmo_guerrieri_gonzaga e sua moglie Ilaria Tronchetti Provera, per mettere in dialogo la storia e l’identità della cantina con i linguaggi dell’arte contemporanea. Per farlo ogni anno un artista differente viene immerso nella vita della Tenuta, per osservarla e respirarne l’atmosfera, comprendere i diversi momenti che scandiscono il duro lavoro del produttore, in vigna e in cantina, e leggerne l’anima, l’identità e le peculiarità che maggiormente la caratterizzano. L’obiettivo è la creazione di un libro che riprenda il processo produttivo della produzione di un vino come accade con la nascita di un opera d’arte. Viene inoltre disegnata un'etichetta d'artista che veste un numero molto limitato di bottiglie del San Leonardo. Per questa primissima edizione di Arte a San Leonardo è stato scelto l’artista #simoneberti , classe 1966 , che ha vissuto con loro per tutto il 2022, creando un libro d’artista in 120 copie e un’etichetta per sole 999 bottiglie dell’annata 2018, una delle migliori che abbia assaggiato. Il tema che racchiude il suo pensiero è “L’attesa non è tempo sprecato", una riflessione sul ruolo del tempo e delle sue diverse manifestazioni nella vita dell'uomo e in quella della natura, nell'evoluzione di un'idea artistica e in quella di un prodotto come il vino. Nelle 34 immagini che compongono il libro, l’elemento dominante è la natura, con la sua evoluzione lenta e maestosa, ma capace di creare incredibili capolavori mettendosi in connessione con l’uomo. La stessa forza della Natura si ritrova nell’etichetta d’artista che veste il vino iconico della storica cantina trentina, prodotto con Cabernet Sauvignon, Carmenère e Merlot, e rappresenta l’immagine di un albero radicato al terreno, che si fonde con un calice, simbolo di vino e di vita. La presentazione avvenuta a #palazzotaverna a Roma non poteva che essere in grande stile ed eleganza, caratteristiche immancabili della famiglia #guerrierigonzaga . Cosa ne pensate di questo ambizioso progetto? Vi piace la sua prima etichetta? ———————————————— #followmywinepassion #vinotv #chiaragiannotti (presso Palazzo Taverna) https://www.instagram.com/p/CpSRf_2tbUB/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
Photo
Tumblr media
LIBERI DALLE BARRIERE
Mostra collettiva d’arte contemporanea a favore delle persone con disabilità
24 novembre – 3 dicembre 2022
SPAZIO BIG SANTA MARTA - Via Santa Marta, 10 - 20123 Milano
Curatela Artistica: Marco Eugenio Di Giandomenico
Curatela Organizzativa: Giovanna Repossi
Testimonial Evento: Alberto Amodeo
Closing
3 dicembre 2022, dalle ore 17:00 alle ore 18:30
 ************************
COMUNICATO STAMPA
Sabato 3 dicembre 2022, ore 17:00-18:30, presso lo Spazio BIG Santa Marta, in via Santa Marta n. 10 a Milano, avviene l’evento di chiusura della mostra d’arte contemporanea LIBERI DALLE BARRIERE, con curatela artistica di Marco Eugenio Di Giandomenico e curatela organizzativa di Giovanna Repossi.
Dopo la conferenza stampa di presentazione svoltasi a Palazzo Reale il 15 novembre 2022, moderata dalla giornalista SKY TV Valentina Clemente, e l’inaugurazione della mostra presso lo Spazio BIG Santa Marta avvenuta il 24 novembre 2022, con la partecipazione di varie personalità del mondo delle istituzioni, della cultura, dell’arte, delle professioni e delle imprese, il 3 dicembre 2022 si conclude un percorso espositivo e mediatico di grande successo, soprattutto per la positiva risposta contributiva da parte del pubblico intervenuto.
Buona parte delle 25 opere donate dagli artisti saranno omaggiate ai visitatori che hanno contribuito finanziariamente alla migliore riuscita delle progettualità a favore dei disabili portate avanti dalla Fondazione Ariel e dalla Cooperativa Il Balzo Onlus selezionate da 1 Caffe Onlus.
All’evento di closing, oltre ai rappresentanti degli enti organizzatori (Stelio Campanale per il Centro Sudi Orange Table, Francesco Fabbiani e Raffaele Caccavo per F&C Studio Legale Tributario) e dei relativi partners/sponsors (Riccardo Taverna per WeGlad e Silvia Meacci per 1 Caffè Onlus), Interverrà Fernando Nazaro, Vice Presidente della Sezione Turismo di Confindustria Lecce. Tale partecipazione è dettata dalla circostanza che LIBERI DALLE BARRIERE, proprio per il suo approaching vincente, sia in termini di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla tematica del miglioramento della qualità della vita dei disabili nei centri urbani, sia per la sua capacità di raccogliere fondi da devolvere su tale tematica, sia per la promozione di una soluzione operativa per le amministrazioni pubbliche, quale quella proposta dalla piattaforma WeGlad, diventa un format mediatico, che sta recependo un notevole interesse di sviluppo/riproposizione soprattutto da parte di imprenditori operanti in vari territori italiani.
All’evento di chiusura, che vede anche la partecipazione del campione paralimpico Alberto Amodeo, testimonial dell’iniziativa, verrà proiettato il cortometraggio dal titolo “Game (Is Not) Over”, per la regia di Riccardo Romani, prodotto da Robusto Films nel 2022 (produttori esecutivi: Giovanna Repossi e Francesco Fabbiani). Verrà inoltre presentata la monografia LIBERI DALLE BARRIERE, a cura del critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico, edita da Ethicando Editore (2022), con contributi editoriali anche di Lamberto Bertolé (Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano), Tommaso Sacchi (Assessore alla Cultura del Comune di Milano), Giovanna Repossi, Stelio Campanale, Francesco Fabbiani.
LIBERI DALLE BARRIERE ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’annosa tematica delle barriere architettoniche per la mobilità di persone affette da disabilità nei centri urbani e promuovere una raccolta di fondi a favore delle progettualità di riferimento portate avanti da organizzazioni non profit operanti nel settore di riferimento: a fronte di una contribuzione volontaria i visitatori possonoentrare in possesso di una o più opere.
Condividendo il charity leitmotiv dell’evento, contribuiscono con loro opere d’arte gli artisti: Mauro Balletti, Crissi Campanale, Manuela Carrano, Silvia Ciaccio, Flavio Di Renzo, Chiara Dynys, Ottavio Fabbri, Piero Figura, Francesco Fornasieri, Letizia Fornasieri, Marco Lodola, Milo Lombardo, Marco Marezza, Giorgio Piccaia, Giorgio Restelli (Giores), Gigi Rigamonti, Riccardo Romani, Marcos Domingo Sánchez, Francesco Santosuosso, Davide Scutece, Riccardo Stellini, Carla Tolomeo, Tsuchida  Yasuhiko.
L’evento, che sarà replicato in altre realtà territoriali italiane ed estere, è promosso dalla piattaforma di comunicazione internazionale Betting On Italy (BOI), da sempre sensibile a sostenere mediaticamente le migliori iniziative di arte sostenibile.
https://us21.campaign-archive.com/?e=__test_email__&u=09ac4a058a012f4c585f3280a&id=42e8ffc0db
1 note · View note
astrovian · 3 years
Text
Behind the scenes walk-through of the La Piel Del Tambor/The Man from Rome set at Palazzo Taverna in Rome (ft. a sneaky 'working lunch' from Richard Armitage) - 25/11/22
10 notes · View notes
marcogiovenale · 2 years
Text
15 settembre: mostra (e due libri) di ferruccio de filippi
15 settembre: mostra (e due libri) di ferruccio de filippi
cliccare per ingrandire Ferruccio De Filippi Primo esemplare assoluto autonomo A Palazzo Taverna, via di Monte Giordano 36, Roma giovedì 15 settembre 2022, ore 18:30 – a cura di Diletta Borromeo e Pasquale Polidori – La mostra si compone di due nuclei di opere— comprese tra il 1970 e il 1972 da un lato, e tra il 1977 e il 1980 dall’altro — le quali aprono e chiudono una fase fondamentale della…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
shipisnotaboat · 3 years
Text
1. Capitano Vasco. Ferite aperte.
Tumblr media
<Tempesta…?> Una domanda che al capitano morì in gola nell’esatto istante in cui mise piede nella grotta sacra agli isolani.
Nell’aria poteva ancora percepire l’atmosfera opprimente dello scontro appena concluso, il peso delle scelte effettuate ed una sorta di respiro di En ol mit Frichtimen: non era solo il gigantesco albero di fronte a lui, la terra stessa sembrava pulsare sotto ai suoi piedi, in un riposo ferito.
Aveva nelle orecchie le ovazioni e le grida di gioia dei combattenti che erano sopravvissuti alla battaglia, fuori si festeggiava, un entusiasmo che si infranse come un’onda contro uno scoglio, non appena avvertì quel singhiozzo soffocato.
Lei era seduta a terra, accanto al corpo di suo cugino, il sangue ancora fresco: l’odore metallico appestava le narici ed imbrattava la scena mentre lei, Célie De Sardet, Legato della Congregazione dei Mercanti, Nauta, la sua Tempesta, colei che aveva riunito Teer Fradee e che aveva salvato l’isola ed il Vecchio Continente, piangeva in silenzio come una bambina, spezzata. Non avrebbe mai dovuto lasciarla proseguire da sola.
Con pochi passi le si portò a fianco e si piegò sulle ginocchia, lei nemmeno si accorse della sua presenza finchè lui non le prese una spalla ed il mento e la rivolse verso di sè.
<È finita, Tempesta mia. È tutto finito.> Cacciò fuori le parole a fatica, si sentiva stupido.
Cosa avrebbe potuto dirle? Aveva appena compiuto la peggiore scelta della sua vita; aveva sopportato cospirazioni, attacchi, tradimenti e pesanti rivelazioni; uccidere Costantin era stato il sacrificio finale.
In preda ad una strana agitazione, le tolse i guanti, sfilandoli con una mano sola, con un affetto quasi paterno, desiderava solo toglierle di dosso il sangue del cugino e distogliere il suo sguardo da quel cadavere. Le tenne il volto contro la propria spalla, accarezzandole la nuca, insinuando le dita tra i capelli ormai spettinati. De Sardet si lasciò manipolare come una bambola di pezza, ci mise qualche secondo a percepirlo del tutto ed a stringergli le braccia intorno al busto, eppure continuò a soffocare ogni rumore, a cercare di trattenere le lacrime e serrare i denti.
Lo chiamò per nome, un sussurro debole, con la voce spezzata, Vasco potè avvertire lo stomaco stringersi mentre dentro di sè ringraziava ogni divinità: lei era viva. Distrutta, a pezzi, ma viva.
<Ti porto via di qui> le promise mentre le accarezzava il viso <ma… tra poco.> La strinse a sè, lasciando che finalmente sfogasse quanto stava continuando a soffocare.
A distanza di pochi giorni dalla battaglia della grotta di En ol mit Frichtimen, le cose sembravano essere tornate normali a New Sérène, la gente aveva ripreso le proprie attività e solo il vuoto di potere creato dalla morte di Costantin aveva lasciato un segno sulla colonia. Per fortuna i rapporti intessuti da De Sardet con i Soli di Thélème e con i Leoni di Hikmet avevano impedito rispettivamente agli Illuminati ed all’Alleanza del Ponte di avanzare pretese in risposta al tradimento di Costantin.
Dama Morange aveva riassunto il ruolo di Governatrice provvisoria, assistita da De Courcillon e dal Ministro agli affari diplomatici, ma tutti erano certi che dal Vecchio Continente sarebbero arrivate presto le direttive del Principe d’Orsay ed il titolo ufficiale di Governatrice per De Sardet.
L’attesa, chiusa in uno scottante silenzio, era anche per le notizie riguardo alla Malicore, sebbene non tutti credessero davvero che i nuovi alleati Isolani, e la loro divinità, potessero portare a dei miglioramenti, o addirittura ad una soluzione del problema, gli eventi dei giorni precedenti erano stati troppo eclatanti perchè fossero del tutto ignorati. Di certo a Teer Fradee si respirava finalmente aria di pace e… di benessere.
Il capitano aveva mantenuto la sua promessa, per quanto possibile non si era mai allontanato da lei, sebbene non avessero avuto molte occasioni di dialogo.
De Sardet aveva passato giorni assorbita da questioni politiche, amministrative e, non ultime, dalle officianze legate ai funerali di Costantin. Da giorni non riusciva a mettere il naso fuori dal Palazzo, e forse era meglio così, non avrebbe sopportato le voci per le strade.
C’è un motivo per cui è buona creanza non parlare mai di politica a tavola, ed una dimostrazione il capitano la ebbe una sera, in mezzo a quella sorta di bonaccia di eventi.
Era tardi per cenare, ma solo a quell’ora riusciva a divincolarsi e riunirsi con alcuni dei “vecchi” compagni di avventure, quella sera fu il turno di Aphra.
La discussione nacque dal nulla, tra un paio di mercanti a cui probabilmente finì tra le mani una bottiglia di troppo, l’attenzione del capitano fu rivolta al duetto solo quando il più alto iniziò a dichiarare a gran voce di non vedere l’ora di poter pisciare sulla tomba del traditore.
La mano scese alla pistola con effetto immediato e mentre l’indice già si insinuava tra grilletto e ponticello, Aphra si alzò e cambiò posto, andando ad accomodarsi accanto a Vasco, in modo da occultargli la vista dei due avventori e poter posare la propria mano su quella del capitano, bloccandola prima che estraesse la pistola.
<Facendoti sbattere in cella non la farai stare meglio.>
Il giovanissimo lupo di mare puntò lo sguardo in quello dell’amica e risolse con un suono sbuffato fuori dalle labbra arricciate, ma ritirò la mano.
<Non puoi sparare a tutti e lo sai capitano.> insistette Aphra con voce bassa e tono fermo <E non puoi nemmeno biasimarli, avrebbe potuto ucciderci tutti.>
<Lo so, ma Célie sostiene la sua innocenza, dice che è stato vittima di una situazione più grande di lui.> Il nauto osservò il contenuto del proprio boccale con un moto di crescente disprezzo e l'espressione via via più tesa <Un'altra dannata vittima delle cospirazioni e dei giochi di potere di qualche nobile.>
Aphra si mise comoda, allungò sotto al tavolo le lunghe gambe ed appoggiò la schiena al muro, rassegnata. Vasco si era dimostrato troppo spesso un idealista, più volte lei lo aveva rimbeccato a proposito.
Vasco approfittò della pausa per bere un lungo sorso, poi riprese a parlare, cercando con lo sguardo gli occhi color ambra della donna.
<Ho avuto quel ragazzo per mesi sulla mia nave, non ha smesso un solo istante di entusiasmarsi, come un bambino, per qualunque cosa.>
Perse mordente, forse a causa del vino, dei ricordi o semplicemente di una stanchezza frutto di quei giorni passati a dannarsi l'anima per scontare quella sua personalissima colpa <Andava fermato si, ma nonostante tutto Costantin non si merita questo, e soprattutto non se lo merita Célie.> accompagnò le sue parole con una pessima occhiata verso i due mercanti, ormai quietati e tornati a godersi discorsi di altra natura, l'attenzione di Aphra tuttavia rimase sul volto del capitano, studiando in quel suo modo fin troppo scientifico l'accenno di barba incolta che sporcava le scure linee di quel dedalo di tatuaggi che ricopriva quasi per intero il volto del nauto.
<Da quanto non dormi?> Lo chiese a bruciapelo, un solo colpo ma dritta al punto più critico con precisione chirurgica, come era abituata a fare con il suo fucile.
Vasco non fece in tempo a rispondere, né ad accantonare la domanda, Kurt entrò in quel momento in taverna e il capitano non perse tempo a metterlo sotto processo <perché non sei con lei?>.
Kurt passò oltre, cercando di ignorare quel primo colpo, borbottò un saluto per Aphra e prese posto. Anche l’ex mercenario, guardia del corpo e amico di De Sardet appariva esausto come non mai, i segni e le cicatrici sul suo volto risultavano infiammati per via della pessima abitudine di cercare di sfogare lo stress stuzzicando la pelle con le dita.
<Stai calmo marinaio, c’è il Vecchio Affabulatore con Sangue Verde.>
Aphra sorrise nel sentire il guerriero riferirsi ancora con quell’assurdo ed irrispettoso nomignolo all’ormai cardinale Petrus.
<Tu piuttosto…> continuò Kurt, rivolgendosi direttamente a Vasco. Si allungò verso il centro del tavolo, afferrò la bottiglia che i due commensali avevano condiviso sino a quel momento e ne trasse un paio di sorsi, l’intenzione di proseguire la frase morì per lui sul conforto provvisorio dell’alcool.
<...Io piuttosto?> lo esortò Vasco, con un cenno della mano. Kurt posò la bottiglia sulla superficie di legno e riprese a parlare smorfieggiando mentre grattava il volto.
<Dovresti passare al porto, l’ammiraglio Cabral ha mandato uno dei suoi a chiedere di te.>
<Strano, le ho parlato questa mattina e non mi ha detto nulla.>
Il cinismo del capitano era evidente ma Kurt risolse con il suo solito atteggiamento apparentemente disinteressato ed una scrollata di spalle. <Non ne ho idea, magari ci sono delle novità dal Vecchio Continente.>
Uno scacco al nauto quasi perfetto, Vasco non potè opporre alcuna obiezione, aveva intuito che qualcosa in quella richiesta non era così nitida come poteva apparire, ma fu ugualmente costretto ad alzarsi dalla panca che occupava, lasciandosi dietro i due compagni.
Il silenzio scese al tavolo, ma fu breve, Aphra fece di nuovo sentire la sua voce.
<Kurt, se non la smetti ti sparo.> Le sue minacce non erano mai del tutto reali, questo Kurt ormai lo sapeva, ma la ragazza riusciva comunque a seminare un certo dubbio ogni volta.
<Sei già brutto, con quegli artigli da Vaileg finirai per sfregiarti del tutto. In ogni caso, non credevo che avrebbe funzionato.> Specificò con un cenno, indicando la porta della taverna in chiaro riferimento al nauto. <Dici che l’ammiraglio riuscirà a farlo ragionare?>
<Il Vecchio Affabulatore ci ha parlato questo pomeriggio, sembrava certa di poterlo aiutare.>
Una risposta, quella del Capitano della Guardia, che spinse Aphra a sollevare gli occhi al cielo, i lineamenti d’ebano furono contratti in uno sbuffo scocciato: nonostante avesse imparato ad apprezzare l’ex-rivale, il cardinale Petrus sembrava non riuscire a fare a meno dei suoi sotterfugi. <Quell’uomo…> chiese con retorica nel tono <...riuscirà mai a non manipolare le persone?>
Kurt emise un sospiro rassegnato, malinconico, ma piuttosto che parlare scelse di portare al fondo la bottiglia. Aphra rimase con lui, pronta a recuperarne i resti ed aiutarlo a trascinarsi all’esterno a notte ormai fonda.
Tumblr media
4 notes · View notes
botallo · 3 years
Photo
Tumblr media
Mattia Preti (Taverna 1613-Malta, La Valletta 1699), Abramo e i tre angeli - olio su tela, cm 132 x 157,5 - Provenienza: Museo della Regia Università, Collezione del marchese Jacob Joseph Haus Fonte: Catalogo Dalla Pinacoteca della Regia Università di Palermo alla Galleria di Palazzo Abatellis a cura di Gioacchino Barbera e Maria Concetta Di Natale - Premessa di Fabrizio Micari - Palermo, Steri, Sala delle Armi 21 giugno - 25 luglio 2016 - Palermo University Press
4 notes · View notes
adrianomaini · 3 years
Photo
Tumblr media
Mattia Preti (Taverna 1613-Malta, La Valletta 1699), Abramo e i tre angeli - olio su tela, cm 132 x 157,5 - Provenienza: Museo della Regia Università, Collezione del marchese Jacob Joseph Haus Fonte: Catalogo Dalla Pinacoteca della Regia Università di Palermo alla Galleria di Palazzo Abatellis a cura di Gioacchino Barbera e Maria Concetta Di Natale - Premessa di Fabrizio Micari - Palermo, Steri, Sala delle Armi 21 giugno - 25 luglio 2016 - Palermo University Press
1 note · View note
neapolis-neapolis · 4 years
Text
Tumblr media
Vincenzo Migliaro, Taverna a Posillipo (1886), Gallerie d'Italia - Palazzo Zevallos Stigliano, Napoli.
48 notes · View notes
corallorosso · 4 years
Photo
Tumblr media
Salvini cambia idea e lancia un grottesco attacco a Giorgia Meloni “Come si risolvono i problemi? Non andando a manifestare per un quarto d’ora in piazza, lo dico, con massimo rispetto alla politica”. Il leader della Lega Matteo Salvini ha criticato indirettamente in una diretta Facebook il flash mob di Fratelli d’Italia guidato dall’alleata di centrodestra Giorgia Meloni. Il riferimento è alla manifestazione che si è tenuta ieri davanti Palazzo Chigi, dove i parlamentari e i consiglieri regionali del Lazio di Fdi si sono schierati a distanza di due metri l’uno dall’altro, con mascherine tricolori e cartelli con la scritta “Il silenzio degli innocenti” ... “​​Da questa settimana i parlamentari della Lega porteranno la vostra voce su alcuni punti precisi”, ha detto, annunciando nuove proposte in Parlamento. “L’obiettivo è uscire. Servirà stare giorno e notte in Parlamento? Staremo giorno e notte in Parlamento a nome vostro”. Dopo la dichiarazione di Salvini è intervenuta Paola Taverna, vicepresidente del Senato ed esponente M5s, che ha scritto su Facebook un post intitolato “Il Salvini e Meloni Muppet Show”. “È davvero uno spettacolo triste quello che offrono Salvini e Meloni che, mentre il Paese vive questa emergenza, fanno caciara e si azzuffano tra loro per trovare un posto sotto ai riflettori. Invece di offrire collaborazione, abbassare i toni, offrire soluzioni fanno esattamente l’opposto: si dedicano alla propaganda, cercano di aizzare i cittadini e creare spaccature. Oggi i due si sono persino beccati sul chi manifesta meglio”. “Ieri Salvini ne sparava una delle sue proponendo di uscire e manifestare, magari davanti a un supermercato con un cartello in mano. Oggi la Meloni è passata alla pratica, schierando i suoi davanti a palazzo Chigi come soldatini di piombo. Non c’è che dire: un bell’esempio nei confronti di tutti gli italiani che da settimane stanno affrontando sacrifici” ricorda Taverna. “La cosa non è piaciuta a Salvini, che si è visto scavalcare sul piano dell’avanspettacolo dalla leader di Fratelli d’Italia affermando che ‘i problemi non si risolvono andando a manifestare per un quarto d’ora in piazza’. Insomma, tra tutti e due, voglia di lavorare non pervenuta”. (TPI)
12 notes · View notes
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
LIBERI DALLE BARRIERE
Mostra collettiva d’arte contemporanea a favore delle persone con disabilità
24 novembre – 3 dicembre 2022
SPAZIO BIG SANTA MARTA - Via Santa Marta, 10 - 20123 Milano
Curatela Artistica: Marco Eugenio Di Giandomenico
Curatela Organizzativa: Giovanna Repossi
Testimonial Evento: Alberto Amodeo
Conferenza stampa
15 novembre 2022, dalle ore 11.00 alle ore 13.00
Sala Conferenze di PALAZZO REALE – Piazza Duomo, 12 - 20121 Milano
Moderatrice Conferenza Stampa: Valentina Clemente
****************************
Martedì 15 novembre 2022, presso la Sala Conferenze di Palazzo Reale, in piazza Duomo n. 12 a Milano, si è svolta con successo la conferenza stampa di presentazione dell’evento LIBERI DA BARRIERE, curato artisticamente da Marco Eugenio Di Giandomenico e a livello organizzativo da Giovanna Repossi.
All’evento di presentazione, moderato dalla giornalista Valentina Clemente, hanno partecipato Stelio Campanale (Centro Studi Orange Table), Francesco Fabbiani (F&C Studio Legale Tributario), Silvia Meacci (1 Caffè Onlus), Riccardo Taverna (WeGlad), gli artisti Marco Marezza, Flavio di Renzo, Davide Scutece, Gigi Rigamonti, Emanuela Carrano, Riccardo Stellini, Giorgio Piccaia, Milo Lombardo e Giorgio Restelli (in arte Giores). E’ intervenuto anche il campione paralimpico Alberto Amodeo, testimonial dell’iniziativa. E’ stato proiettato in anteprima il cortometraggio dal titolo “Game (Is Not) Over”, per la regia di Riccardo Romani, prodotto da Robusto Films nel 2022 (produttori esecutivi: Giovanna Repossi e Francesco Fabbiani).
LIBERI DALLE BARRIERE è un’iniziativa organizzata dall’Associazione Centro Studi Orange Table, in collaborazione con l’Associazione 1 Caffè Onlus e il supporto tecnologico della piattaforma WeGlad, e consiste nell’esposizione di N. 25 opere d’arte, donate da artisti contemporanei, presso lo Spazio BIG SANTA MARTA, in via Santa Marta n. 10 a Milano, dal 24 novembre al 3 dicembre 2022.
Con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’annosa tematica delle barriere architettoniche per la mobilità di persone affette da disabilità nei centri urbani e promuovere una raccolta di fondi a favore di organizzazioni non profit operanti nel settore di riferimento (Fondazione Ariel e Il Balzo Onlus), a fronte di una contribuzione volontaria i visitatori potranno entrare in possesso di una o più opere.
Condividendo il charity leitmotiv dell’evento, contribuiscono con loro opere d’arte gli artisti Mauro Balletti, Crissi Campanale, Manuela Carrano, Silvia Ciaccio, Flavio Di Renzo, Chiara Dynys, Ottavio Fabbri, Piero Figura, Francesco Fornasieri, Letizia   Fornasieri, Marco Lodola, Milo Lombardo, Marco Marezza, Giorgio Piccaia, Giorgio Restelli (Giores), Gigi Rigamonti, Riccardo Romani, Marcos Domingo Sánchez, Francesco Santosuosso, Davide Scutece, Riccardo Stellini, Carla Tolomeo, Tsuchida  Yasuhiko.
Durante l’evento è proiettato il cortometraggio “Game (is not) over” di Riccardo Romani (produzione Robusto Films, produttori esecutivi: Giovanna Repossi e Francesco Fabbiani).
L’evento, che gode del patrocinio del Comune di Milano e di Palazzo Reale, nonché del supporto di varie realtà imprenditoriali per lo più operanti nel mondo dell’arte, è inaugurato giovedì 24 novembre 2022, ore 18:00-21:00, presso lo spazio BIG SANTA MARTA.
È promosso dalla piattaforma di comunicazione internazionale Betting On Italy (BOI), da sempre sensibile a sostenere mediaticamente le migliori iniziative di arte sostenibile.
0 notes