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#Studio Paolo Ferrari
noconcessions · 7 months
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mysteelecreek · 1 year
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Studio Paolo Ferrari
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archivisionary · 7 months
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Daphne-Toronto
Designed by Studio Paolo Ferrari- Daphnne is truly an atypical space, each room represents different cinematic styles. Every detail is taken care of, the light is integrated with the specific room's expierence, the furniture is customed. It's an inspiring addition of gastronomy and design.
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scienza-magia · 2 years
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Giordano Bruno: le intuizioni scientifiche di un frate scomodo
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La rivoluzione scientifica di Giordano Bruno. Il 17 febbraio 1600 moriva sul rogo Giordano Bruno, il frate-filosofo che cercò la verità a costo di scontrarsi con l'autorità della Chiesa. Ancora oggi è il simbolo della libertà di pensiero. "Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza che io nell'ascoltarla". È così che Giordano Bruno, il frate-filosofo che con le sue opinioni aveva osato sfidare la Chiesa, accolse la condanna a morte inflittagli dal tribunale dell'Inquisizione. Pochi giorni dopo il tragico verdetto, il 17 febbraio 1600, quel pensatore "libero e ostinato" sarebbe stato condotto al rogo in Campo de' Fiori, a Roma. Proprio là dove oggi sorge il monumento in sua memoria, che lo ritrae imponente e fiero, con lo sguardo cupo rivolto al Vaticano. Scopriamo la sua storia attraverso l'articolo "Sfida fatale" di Federica Campanelli, tratto dagli archivi di Focus Storia.
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Il monumento dedicato a Giordano Bruno, in Campo de’ Fiori, a Roma, nel luogo dove il filosofo venne arso vivo. La statua è dello scultore Ettore Ferrari e venne inaugurata nel 1889. Pyty / Shutterstock Un secolo difficile Giordano Bruno, all'anagrafe Filippo, era nato nel 1548 a Nola, vicino a Napoli, nel mezzo di un secolo cruciale nella storia della Chiesa: spaccata in due dalla Riforma luterana, era seguita la Controriforma cattolica lanciata dal Concilio di Trento iniziato nel 1545. Due anni prima, Paolo III aveva istituito l'Inquisizione romana (o Santo Uffizio) e nel 1559 Paolo IV creò l'Indice dei libri proibiti. Il papato si dotò così di due strumenti persecutori di cui Bruno, suo malgrado, farà presto conoscenza. La carriera monastica di Giordano Bruno iniziò nel convento di San Domenico a Napoli, dove entrò a 17 anni. Rivoluzionario Giovane dall'animo irrequieto, fu investito dalla prima denuncia quando era ancora novizio, reo di aver tolto dalla propria cella le immagini dei santi. Più avanti, nel 1576, un confratello lo accusò di eresia per aver espresso dei dubbi sulla dottrina della Trinità. «L'accusa era difficile da provare, ma in un eventuale processo si sarebbe sommata alla precedente denuncia, che rimarcava il poco rispetto che Bruno aveva del culto dei santi», racconta Anna Foa, docente di Storia moderna alla Sapienza di Roma e autrice del saggio Giordano Bruno (il Mulino). Vagabondo Il rischio di una condanna era dunque consistente, e così Bruno lasciò Napoli riparando a Roma. Dovette però fuggire anche da lì, perché fu accusato ingiustamente dell'omicidio di un frate. Iniziò quindi un periodo di peregrinazioni in tutta Europa, dove, spogliatosi degli abiti domenicani, vagabondò di città in città avvicinandosi a ogni confessione cristiana, desideroso di allargare i propri orizzonti di studio e le proprie riflessioni filosofiche. A Ginevra aderì al calvinismo, in Germania entrò in contatto con i luterani e in Inghilterra con gli anglicani, distinguendosi tra l'altro per una serie di lezioni poco gradite sulla teoria eliocentrica di Copernico, di cui era sostenitore. Questa e altre sue convinzioni irritarono le varie gerarchie ecclesiastiche e Bruno si ritrovò così scomunicato praticamente da tutte le Chiese cristiane europee, cattoliche o riformate che fossero. Con questo curriculum, nel 1592 fece ritorno in Italia. L'inizio del calvario Nel marzo 1592 si stabilì a Venezia, chiamato da tal Giovanni Mocenigo, un nobile ansioso di apprenderne le cosiddette "arti magiche" e in particolare la mnemotecnica, un efficace metodo di memorizzazione che lo stesso Bruno aveva ideato, rimarcando però come tale tecnica derivasse "non dalla magia, ma dalla scienza". Ma quel soggiorno veneziano fu l'inizio della sua fine. Quando infatti il filosofo riferì l'intenzione di riprendere i suoi viaggi, Mocenigo, irritato, corse a denunciarlo per eresia. Risultato: Bruno fu arrestato la sera del 23 maggio 1592, e tre giorni dopo mandato a processo. Processo sommario Ma quali erano i capi d'accusa? Mocenigo aveva sostenuto, tra le altre cose, che Bruno fosse una specie di stregone, che non credesse nella verginità di Maria, che fosse un lussurioso e che volesse fondare una nuova setta. Dalle accuse emerse poi uno degli elementi centrali del pensiero di Bruno: la presenza di un universo infinito e di infiniti mondi, idea inaccettabile per l'epoca, che andava persino oltre la teoria copernicana. «Le accuse, per quanto gravi, provenivano tuttavia dal solo Mocenigo ed erano piuttosto confuse, motivo per cui il processo veneziano poteva anche finire con un'assoluzione o una condanna lieve», spiega l'esperta. A quel punto giunse però una richiesta di estradizione da Roma, dove Bruno fu trasferito il 27 febbraio 1593. Alle accuse del Mocenigo si erano intanto aggiunte quelle di fra' Celestino da Verona, che con Bruno aveva condiviso la detenzione veneziana. «I nuovi capi d'accusa, simili a quelli del Mocenigo, furono avallati da altri quattro compagni di cella di Bruno, e alla fine emerse l'immagine distorta di un uomo senza religione, pronto a burlarsi di ogni credenza», continua la storica. Giudizio romano Della fase romana del processo non è sopravvissuto alcun verbale, ma esiste un Sommario compilato tra il 1597 e il 1598. Questo documento, basato sugli atti veneziani e su quelli romani, è stato scoperto nel 1940 e reso pubblico solo pochi decenni fa. Quel che sappiamo è che il tribunale raccolse un totale di 31 capi d'imputazione, che ricoprivano praticamente ogni aspetto della vita di Bruno, dalla sua condotta morale, alle credenze teologiche e filosofiche. L'iter processuale si protrasse in ogni caso per anni, tra interrogatori, sospensioni e, forse, un episodio di tortura nel 1597. Fu infine l'intervento del cardinale gesuita Roberto Bellarmino, pezzo grosso del Santo Uffizio, implicato anche nel caso Galileo, a sbloccare la situazione. L'imputato non ritratta Bellarmino sottopose a Bruno otto proposizioni da abiurare, poiché eretiche. «L'abiura era un elemento fondamentale nei processi di tal genere: se un eretico rinnegava le proprie opinioni, otteneva infatti un trattamento mite, ma per Bruno rinunciare alle sue verità significava sottomettersi a un'autorità, quella dei giudici e dei teologi dell'Inquisizione, che lui non riconosceva», commenta Foa. La posizione dell'imputato si fece sempre più seria, e il 21 dicembre 1599, nell'ultimo interrogatorio, dichiarò di non aver nulla da ritrattare. In sostanza, Bruno rigettò l'accusa di eresia in quanto non si considerava un teologo, bensì un filosofo che andava, semplicemente, alla ricerca della verità. Ma agli occhi della Chiesa, negando l'abiura, confermava di essere un "eretico impenitente, pertinace e ostinato", come recitava la sentenza di condanna espressa l'8 febbraio 1600. Il 17 dello stesso mese, quel pensatore fuori dal comune fu zittito per sempre, avvolto dalle fiamme. Anticipatore L'impatto di Giordano Bruno sulle posizioni della Chiesa, specie in ambito scientifico, fu sconvolgente, ma tuttora la Santa Sede, pur avendo espresso "profondo rammarico" per la sua morte, non ne ha riabilitato il pensiero. Eppure Giordano Bruno, figlio di un'era ancora "prescientifica" (ossia precedente l'introduzione del metodo sperimentale di Galileo Galilei), è stato capace di intuizioni straordinarie. Nello scritto La cena de le ceneri (1584) espresse per esempio il principio di relatività del moto, anticipando lo stesso Galileo. Inoltre, con la sua teoria sulla presenza di "mondi innumerevoli e innumerabili", cioè immaginando che l'universo ospiti un numero infinito di stelle-soli, Bruno ipotizzò l'esistenza di pianeti extrasolari (confermata solo nel 1995) anticipando persino la teoria del multiverso. Complesse teorie scientifiche a parte, Giordano Bruno sarà ricordato per sempre, grazie a quel processo, come simbolo universale della libertà di pensiero. Da difendere anche a costo della vita. Fotogallery Le leggende nere della Chiesa Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years
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Modena, "Cantautori su Marte" e il resto: una settimana dedicata alla musica
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Modena, "Cantautori su Marte" e il resto: una settimana dedicata alla musica. È la musica, tra riflessioni e interpretazioni, il filo conduttore della programmazione settimanale della Tenda, dove prosegue con quattro appuntamenti la rassegna culturale inserita nell’ambito delle attività proposte dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Modena. Le iniziative, tutte con inizio alle ore 21, sono a ingresso gratuito. Il calendario completo di tutte le iniziative e le modalità di prenotazione sono consultabili sui canali social e sul sito web de La Tenda all’indirizzo www.comune.modena.it/latenda. Per informazioni: mail [email protected], telefono 059 2034810. Protagonisti del panorama artistico italiano Si comincia giovedì 2 febbraio con l’incontro con Roberta Sammarelli, bassista del gruppo alternative rock Verdena, per il secondo appuntamento di “Cantautori su Marte. Incontri senza gravità sulla canzone d’autore”, la rassegna promossa dal Centro musica di Modena, che propone un format fatto di incontri di parole e note per approfondire i temi, appunto, della canzone d’autore. I protagonisti del panorama artistico italiano intervengono, infatti, dal palco della sala di viale Monte Kosica per riflettere sull’attuale situazione musicale anche in relazione alle nuove frontiere digitali costituite dal web e dai social network; a intervistare gli ospiti è lo speaker radiofonico e giornalista Francesco Locane. Dopo il primo incontro con Niccolò Fabi a gennaio, ora è il turno di Sammarelli, appunto, a cui farà seguito il 2 marzo la cantautrice elettronica Whitemary, ovvero Biancamaria Scoccia. Roberta Sammarelli Sammarelli, autrice e bassista dei Verdena, ha fondato il gruppo nel 1995 assieme ai fratelli Alberto e Luca Ferrari; la formazione di recente ha pubblicato il proprio ottavo album di studio “Volevo magia” ed è stata inserita nella cinquina dei candidati ai David di Donatello 2022 nella categoria “Miglior colonna sonora” per “America Latina – music inspired by the film”, una raccolta di brani strumentali composti e orchestrati per la colonna sonora dell’omonimo film dei fratelli D’Innocenzo. Ore d’aria festival Proseguendo con la programmazione, venerdì 3 si svolge “Ore d’aria festival”, la rassegna diffusa curato dall’omonima associazione che porta sul palco Donna Ginevra e le Stazioni lunari, un trio composto da Ginevra Di Marco (voce), Francesco Magnelli (piano e magnellophoni) e Andrea Salvadori (chitarre, tzouras, mandolino ed electronics). Di Marco è una delle più raffinate interpreti del panorama italiano, con un’esperienza che spazia dalle sonorità trasversali e ricercate dei Csi fino alla world music e alla rilettura di alcuni nomi del cantautorato, come nel suo ultimo lavoro “ Quello che conta. Ginevra canta Luigi Tenco”. Magnelli è pianista, compositore e arrangiatore per gruppi come Litfiba, Cccp e Csi, ma anche ideatore di “Stazioni lunari”, spettacolo musicale itinerante a cui prendono parte autori e musicisti sempre diversi e che interagiscono tra di loro in una fusione musicale che travalica stili e generi. Salvadori, artista trasversale, lavora con Di Marco e Magnelli in qualità di musicista, arrangiatore e coproduttore. Il ricordo di Luigi Bertolini La serata di sabato 4 è dedicata alla memoria di Luigi “Gigi” Bertolini, noto batterista rock e animatore culturale della scena cittadina che fra gli anni ‘80 e ‘90 ruotava attorno al circolo Wienna di Via Camatta e, più di recente, elemento del gruppo musicale Radio Luxemburg. A pochi mesi dalla scomparsa, in questo appuntamento Bertolini viene ricordato attraverso alcuni dei brani a lui più cari: sul palco della Tenda intervengono, quindi, Amos Amaranti, Max Baldaccini, Enrico Benassi, Jacopo Bondi, Stefano Cappa, Beppe Cavani, Matteo Domenicali, Alessandra Ferrari, Alberto Girgenti, Johnny La Rosa E anche Paolo Lisoni, Giorgio Masi, Niky Milazzo, Adriano Molinari, Cristina Montanari, Roberto Pellati, Stefano Picca Piccagliani, Mel Previte, Antonio Rigo Righetti, Thomas Romano, Gianni Salvatori, Renato Tabarroni, Camilla e Tommaso Ternelli, Maurizio Toffanetti e Wilko. Generi musicali e formazioni differenti, ma accomunati dall’obiettivo di divertirsi insieme. Presenta Sandro Casini, alias “il Kata”. L’iniziativa segue l’intitolazione, lo scorso ottobre, di una delle sale prova del Centro musica al musicista: una struttura, quella di via Morandi 71, che Bertolini ha visto “nascere” nel 2002 e ha frequentato in diverse circostanze. L’omaggio, voluto dall’Amministrazione comunale, si era collocato all’interno delle celebrazioni per il ventennale di questi spazi aperti alla comunità. RedEmma Infine, domenica 5 si esibisce il trio RedEmma, presentando nell’occasione il nuovo album “To keep clouds company”, realizzato col contributo del progetto EncodEr promosso dal Centro musica. I RedEmma nascono nel 2019 dalla collaborazione tra il chitarrista Michele Paccagnella e il trombettista Matteo Pontegavelli, a cui si aggiunge, successivamente, la partecipazione del batterista Giacomo Ganzerli. Il gruppo non si pone limiti di repertorio, attingendo dal repertorio jazz tradizionale e non, accogliendo contaminazioni rock, soul e funk e combinandole in un flusso improvvisativo libero ed estemporaneo. Read the full article
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Per i 100 anni di Pier Paolo Pasolini
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Per i 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, che cadono in questo 2022, continuano omaggi e contributi. In merito è da portare a conoscenza anche l’impegno della “Scuola di Arti e Mestieri – F. Bertazzoni” di Suzzara (MN), presieduta da Giovanni Marani, che ogni anno bandisce il concorso “Arti in Arti e Mestieri”, giunto al 22° appuntamento per artisti under 40, selezionati da una apposita commissione formata da Mauro Carrera (curatore di Arti in Arti e Mestieri), Alberto Ferrari (direttore della Scuola di Arti e Mestieri), Chiara Gallo (membro della citata scuola) e giudicati da Fabrizio Binacchi (giornalista), Daniela Fonti (presidente della Fondazione “Carlo Levi” di Roma), il già citato Giovanni Marani, Ivan Ongari (sindaco del Comune di Suzzara) e Stefano Roffi (curatore). Ma non è questo che ci interessa in quest’articolo, ma per la cronaca il primo Premio “Enzo Lionello Natilli” è stato assegnato al libro d’artista Tevere di Emanuela Alexandra Sandu (Romania, 1998, laureata in Grafica d’Arte presso l’ABA di Roma) «per l’intensità poetica e la perizia grafica nella realizzazione del leporello» (Mauro Carrera, Arte in Arti e Mestieri XX+II. 100% Pasolini, in 100% Pasolini, 2022, p. 19); a Giulia Bozzetti (Vizzolo Predabissi-MI, 1994, specializzata in Grafica d’Arte all’ABA di Urbino), con l’opera Senza titolo, il Premio “Nebbia Gialla”, mentre il premio alla carriera, destinato a personalità che si distinguono per meriti artistici e culturali, è stato assegnato all’artista romano Luca Maria Patella. Tornando a Pasolini, la XXII edizione della rassegna è proprio dedicata al poliedrico intellettuale di Casarsa col titolo 100% Pasolini (da cui è stato pubblicato l’omonimo volume-catalogo), inaugurata il 4 settembre e aperta al pubblico fino al 2 ottobre. Sotto la cura di Mauro Carrera sono stati invitati alcuni poeti con i quali si apre il volume che raccoglie gli omaggi pasoliniani, «a guisa d’epigrafe: si va dagli acrobatici Anagrammi per Pier Paolo Pasolini di Franco Carrera alle dicotomie illuminanti de El ingenioso hidalgo… de Casa Arsa de la Delicia di Mauro Carrera, dall’intimo conflitto contemporaneo de lo stomaco in fermento fomenta disordini di Oronzo Liuzzi all’eloquente Acrostico per Pier Paolo Pasolini di Gian Ruggero Manzoni, dall’altro suggestivo acrostico Poesia non consolatoria di Giorgio Moio fino alla sincera e contraddittoria Identità di Gian Paolo Roffi, seguiti da interventi di due maestri dell’area verbovisuale: Luca Maria Patella (Cari Taglia!, con Rosa Foschi, introdotto con un breve scritto, L’umanesimo sperimentale di Luca Maria Patella, da Mauro Carrera)  e Lamberto Pignotti con Intervento invisibile. Seguono alcuni scritti letterari (del curatore ‒ Nomen omen ‒, dello scrittore spagnolo Carlos Martín ‒ Pasolini visto dalla Luna ‒ e di Tito Pioli ‒ Gli occhiali di Pasolini ‒» (Mauro Carrera, Arte in Arti e Mestieri XX+II. 100% Pasolini, ivi, p. 14). La parte più corposa, dopo alcuni saggi a firma di Guido Andrea Pautasso (Pasolini “incontra” Fantozzi: galeotto fu il calcio…), Francesco Tuscano (Guttuso, il realismo socialista l’Astrattismo. Pittura e rivoluzione in “La Rabbia”), Alessandro Zontini (Pasolini, l’arte, il cinema e Dante), è rappresentata dalla carrellata di opere in mostra (Bruno Aller, Bruno Ceccobelli, Omar Galliani, Giovanni Tommasi Ferroni, Fausto Beretti, Maria Cristina Crespo, Gianantonio Cristalli, Angelo Bianchi, Gruppo Sinestetico, Benedetta Bonichi, Marco Rigamonti, Sergio Borrini, Anna Boschi, Dario Brevi, Pietro Dente, Silvano De Pietri, Paolo Collini, Ruggero Maggi, Nadia Nava, Nero Corsa, Giovanni Fontana, Gian Paolo Roffi, Fernanda Fedi, Barbara Grossato, Valdi Spagnulo, Gino Gini, Maurizio Osti, Andrea Pellicani); dal progetto P.P.P. (Progetto Portatile Pasolini). «Il progetto nasce sui Navigli a Milano, una bella domenica mattina di primavera nello studio degli amici Fernanda Fedi e Gino Gini per i quali stavo lavorando ad una importante esposizione al Collegio Cairoli di Pavia. La ricorrenza del centenario dalla nascita di Pasolini e l’esigenza di avere una mostra pronta per partire verso qualsiasi destinazione ci si offrisse all’orizzonte mi ha spinto a concepire con loro questo piccolo progetto portatile a cui partecipano 39 artisti invitati (40 – Gino Gini)» (Carrera, ivi, p. 100). Citiamoli tutti, non altro per il valore di questo progetto espositivo che annovera alcune importanti personalità del panorama artistico italiano, scusandoci se l’elenco potrebbe sembrare come un lungo elenco della spesa: Gabriele Albanesi, Franco Ballabeni, Milena Barberis, Fausto Beretti, Carla Bertola, Angelo Bianchi, Adalberto Borioli, Claudio Calzavacca, Angelo Caruso, Giorgio Celon, Andrea Cesari, Luca Compiani, Nero Corsa, Gianantonio Cristalli, Renzo Dall’Asta, Antonio De Marchi-Gherini, Fernanda Fedi, Mavi Ferrando, Kiki Franceschi, Nunzio Garulli, Pino Lia, Nadia Magnabosco, Marilde Magni, Annalisa Mitrano, Giorgio Moio, Daniela Nenciulescu, Giacomo Nuzzo, Alvaro Occhipinti, Antonella Ortelli, Andrea Pellicani, Antonella Prota Giurleo, Carlo Alberto Rastelli, Gian Paolo Roffi, Filippo Soddu, Stefano Soddu, Antonio Sormani, Tommasina Bianca Squadrito, Alessandro Traina, Alberto Vitacchio. Il volume-catalogo si conclude con le opere che hanno partecipato al Premio riservato, come già detto, agli artisti Under 40 che quest’anno è stato intitolato all’artista Enzo Lionello Natilli, «invitato alla passata edizione della Rassegna e scomparso recentemente. nelle intenzioni della Fondazione “F. Bertazzoni” e del curatore ricordare in questa occasione l’artista e l’uomo, che ha lasciato un segno indelebile nella memoria della Rassegna e di coloro che lo hanno conosciuto» (Carrera, ivi, pp. 18-19). A conclusione di questo scritto va sottolineato che la scelta di questo omaggio pasoliniano (in sostanza di un poeta), anche con lavori artistici, dalla poesia visuale alla pittura, da parte del curatore, non già con alcune poesie o perché il curatore è un critico d’arte, non è casuale. Si ricordi che Pasolini, oltre che poeta, critico letterario, scrittore, regista e drammaturgo, si dedicò con discreti risultati anche alla pittura che, in modo particolare, soprattutto lungo gli anni sessanta-settanta, ebbe una significativa evoluzione. C’è da dire che la sua attività pittorica (più di duecento dipinti e disegni che partono però dai primi anni quaranta, in quel di Casarsa, dove il giovane Pasolini creò parallelamente alle prime poesie in friulano, che dal 14 ottobre fino al 16 aprile 2023, saranno esposti alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, a cura di Graziella Chiarcossi, Silvana Cirillo, Claudio Crescentini e Federica Pirani), spesso fu trascurata dalla critica, ma forse anche perché rimase nell’oblio, ai limiti e oscurata dalle altre attività intellettuali di Pasolini con più cassa di risonanza nell’ambiente culturale del tempo. «… ritratti, nature morte e paesaggi dal sapore fortemente intimista e familiare, fino alla serie di giovani ragazzi ritratti seduti, sdraiati o con fiori che documentano da altro punto di vista l’eccezionale sperimentazione artistica del giovane Pasolini. Un focus è dedicato all’ambiente creativo bolognese de Il Setaccio, mensile della GIL, (Gioventù Italiana del Littorio) di Bologna, tra novembre 1942 e maggio 1943), dove troviamo in particolare i disegni di Pasolini e Fabio Mauri realizzati per la rivista, a testimonianza di una forte amicizia, che fu anche frutto di continui scambi di idee, e allo stesso tempo della crescente passione di Pasolini per la storia dell’arte» (da L’iter artistico di Pier Paolo Pasolini. Una mostra alla GAM di Roma nell’autunno 2022, in «RAI-Cultura», s.d.). Read the full article
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spatula · 2 years
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Studio Paolo Ferrari.
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80sdeco · 4 years
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https://www.sightunseen.com/2019/01/toronto-up-and-coming-designer-studio-paolo-ferrari/
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sixteensaltines · 3 years
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Uno schizzo a matita. Un incrocio di intuizioni tra due giganti del design che non si incontrarono mai. Un best seller che attingendo dai colori del loro mondo viene presentato in una nuova edizione. La storia di Parentesi, che compie 50 anni, è fatta di curiosità, ingegno, un pizzico di magia e tanto rispetto
Product: Parentesi 50 Designers Achille Castiglioni & Pio Manzù Photography Alecio Ferrari Set Design STUDIO TESTO Text Laura Traldi, Paolo Brambilla (Flos for Planet) From Flos Stories Issue 4
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noconcessions · 7 months
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mysteelecreek · 2 years
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Studio Paolo Ferrari 
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enspiro · 4 years
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Studio Paolo Ferrari
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alchemycanna · 3 years
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Alchemy 15% off Cannabis Edibles Sale! 
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We’re obsessive in our pursuit of flavours you can crave without compromise.
We make edibles that taste great, because deliciousness can be a trip all on its own.
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EDITION THREE — STUDIO PAOLO FERRARI 
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Warm weather and park strolling is here! Why not magnify the experience with a high intensity THC cannabis quickest digesting refreshing beverage! Alchemy by Studio Paolo Ferrari presents refrigerated XMG drinks and others! Alchemycannaco.com 416 787 8420 for info.
These drinks taste great and get cannabis into your system quickly. Canada 🍁: Did you know it’s okay to walk around Canada smoking and drinking cannabis products in most public places where doing the same with Alchol is not? Check the rules depending on specific places. @studiopaoloferrari @trussbeverages @alchemy.cannaco
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1jour1container · 4 years
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Studio Paolo Ferrari turns shipping containers into boutique-like salesroom in Ottawa https://ift.tt/2YjFAr1
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