Tumgik
#Trenitalia sempre una garanzia
goolden · 6 months
Text
una ragazza che sta sul treno con me (che ha saltato la bellezza di 2 corse, ma quella è un'altra storia) sta giocando a Temple Run e mi ha sbloccato un ricordo
19 notes · View notes
harshugs · 1 year
Text
trenitalia sempre una garanzia
5 notes · View notes
paoloxl · 3 years
Text
Continua la persecuzione giudiziaria nei confronti di Eddi. La Cassazione rigetta il ricorso contro la sorveglianza speciale - Osservatorio Repressione
Tumblr media
Proprio pochi giorno dopo la denuncia della Digos contro Maria Edgarda Marcucci, Eddi, per aver osato prendere pubblicamente la parola a Pordenone, il 25 settembre la Cassazione ha rigettato il suo ricorso contro il provvedimento del Tribunale di Torino che le ha inflitto la Sorveglianza speciale.
Così, dopo la sconfitta in appello nel 2020, anche l’ultimo tassello della giustizia italiana si chiude decretando la “pericolosità sociale” di una delle persone che più hanno ispirato approvazione e ammirazione in Italia negli ultimi anni.
La Cassazione ha affermato che Eddi è pericolosa perché dedita ad attività illecite in Italia, riferendosi a episodi come apericene per chiedere il pagamento dei salari ai lavoratori della ristorazione o verbali di Trenitalia su biglietti non pagati e proteste verso i controllori. Eddi è incensurata.
Anche per questo l’avvocato Claudio Novaro aveva eccepito che se si usano sospetti o ipotesi di reato, magari confezionate dalla polizia politica, per definire la pericolosità della persona, la stessa garanzia di una divisione dei poteri sembra negata.
La Cassazione, come già il Tribunale di Torino, ha riaffermato che invece le regole del “giusto processo” non valgono quando il procedimento pertiene alla sezione speciale che ogni tribunale italiano ha, a settant’anni dalla fine del fascismo: la sezione per le “misure di prevenzione” istituite da Mussolini (1931) ed emendate nelle epoche di Scelba (1956) e Berlusconi (2011).
Ogni anno in Italia migliaia di persone vengono sottoposte a sorveglianza speciale e privati del diritto di muoversi, riunirsi e parlare in pubblico senza accuse e senza processo, sulla base del pronostico che polizia e magistratura formulano sulla loro futura condotta (sulla base di una descrizione della loro “personalità”).
Questa misura viene spesso applicata a persone che vivono nella marginalità sociale e, sempre più spesso, ad attivisti politici. Non mi risultano applicazioni a figure ben note e potenti che hanno già collezionato sentenze e accumulato responsabilità gravissime contro l’intera società, o verso ben noti militanti di estrema destra, o verso ex poliziotti sindaci della Lega che sparano alla gente per strada.
Io credo che i giudici non stiano perdonando a Eddi di aver portato questa norma alla luce del sole, di averla pubblicamente sfidata e rifiutata e di aver mostrato con le parole e con i suoi atti – dalle manifestazioni No Tav e di Non un di Meno in Italia fino ai mesi passati nell’esercito femminile curdo delle Ypj, impegnato contro i jihadisti siriani ed Erdogan – di aver mostrato, dicevo, che per lo stato può essere pericoloso ciò che a chiunque appare ammirevole, giusto e segno di speranza.
Questa storia era iniziata con cinque persone proposte per questa misura perché impegnate nella rivoluzione confederale siriana (quella che ha edificato un’autonomia democratica alternativa ad Assad sconfiggendo l’Isis) tra il 2016 e il 2018. Proprio quando il procedimento è iniziato, nel 2019, il martirio di Lorenzo Orsetti con la stessa uniforme di Eddi aveva condotto l’opinione pubblica dalla nostra parte, mettendo in grave difficoltà la procura di Torino.
I giudici hanno infine deciso di infierire su una sola persona – l’unica donna tra i proposti – affermando che la sua pericolosità non è tanto dovuta all’aver usato le armi in Siria ma all’aver usato la propria voce nelle strade e nelle piazze in Italia. Le sue attività qui, sempre critiche e pacifiche, sono bollate come pura violenza nelle carte dei giudici; i quali naturalmente mentono snaturando pensiero e linguaggio, oppure non sanno in alcun modo di cosa parlano.
Anche ora che si è confermata la volontà repressiva verso la vita di questa donna italiana – verso questa amica; anche ora che la polizia comincia ad imbastire contro di lei ulteriori processi per aver rotto le limitazioni alla libertà di espressione che le sono scandalosamente imposte in base a una norma fascista; ebbene anche ora l’arroganza dello stato contro la voce, la figura e la storia di Eddi è sintomo di una specie di paura.
Non perché sia violenta, ma perché non si è piegata; non perché sia pericolosa per la società – ovvero per tutt* noi! – ma perché denuncia il pericolo di restare in silenzio; non perché sia una criminale, ma perché afferma che non si deve restare passivi – a costo di pagare un prezzo – di fronte ai crimini veri, reali e gravissimi del nostro tempo.
Ora più che mai Eddi non deve essere lasciata sola da chi in questo paese ama la libertà.
Davide Grasso
6 notes · View notes
Text
[Skam Italia] Fic: Monologhi interiori
I’m really not planning to translate this into English, since there is already @skamsnake‘s fic delving into this concept beautifully, with her “Deserters of the balcony” ... But I haven’t seen one in Italian yet, so... Una cosetta veramente senza alcuna pretesa, scritta perché mi andava dopo aver visto questo post di @silenzio-assenzio​ ( http://silenzio-assenzio.tumblr.com/post/181808805604/un-penny-per-il-monologo-interiore-di-nico-durante ) Sospensione dell’incredulità sul fatto che questi monologhi siano in italiano, okay ;D ?  Un giorno riuscirò a scrivere qualcosa di un po’ meno breve... Ma non è questo il giorno.
17 Settembre 2018 - Ore 07:59 Quest’anno andrà meglio. Esagerazione. Quest’anno farà meno schifo dello scorso. Ce può sta’, sì. Quest’anno dobbiamo soltanto arrivare alla matura senza troppe assenze, tenere una media alta che se no mamma ce sta ancora più addosso ed evitare drammi. Non siamo qui per farci amici. Socializzare, okay. Evitare che ci sparlino dietro, pure. Più di così, si vedrà. Vorranno sapere che è successo al Virgilio, ma non mi va di parlarne. Non mi andava nemmeno di uscire dal letto, in verità, ma se avessi mancato il primo giorno so che avrei dovuto mettermi a ridiscutere la scelta di non andare ad una scuola privata con i miei. Okay, Niccolò, vediamo di che morte dobbiamo morire.
8 Ottobre 2018 - Ore 13:04 Che palle. Altri 8 mesi e mezzo così no. Cioè, son circondato da gente tollerabile - fatta eccezione per Covitti, a cui probabilmente brucia il culo di non essere più la star della classe? bo’, davvero, non capisco quale sia il suo problema - ed i prof non sono né più né meno pesanti rispetto a quelli che c’avevo ma... Altre occasioni per conoscerli meglio? O per liberarmi di ‘ste cazzo di ore di alternanza? In cui magari, per una botta di culo, trovo anche il ragazzo pieno di lentiggini che ho intravisto nei corridoi? Quello che c’ha un amico che non butteresti via manco lui - il fascino dell’occhio azzurro - esatto.  Seh. Vabbé. Sogna, Niccolò. Sogna.  C’avrà di meglio da fare, sicuro. A parte il gruppo di teatro, il nulla cosmico. Interpreto già la parte di un sano di mente tutti i giorni, quindi grazie ma anche no grazie.
“Ehi, ciao! Avete mai pensato di avere di un vostro programma in radio?” No, non ci hai mai pensato. Chi cazzo l’ascolta, poi, una radio scolastica? Nessuno. Ma è un modo come un altro per far passare il tempo. Per far sembrare le giornate meno monotone e tutte uguali. E poi te lo chiede Sana. Glielo devi, dopo che l’hai tagliata fuori dalla tua vita per storie tue con suo fratello... no? Sempre meglio che andare a pulire i cessi al McDonalds, di sicuro. O stare a sentire Maddi e le sue interessantissime cronache delle giornate all'università. In cui non ribadisce mai, figuriamoci, che se fossi stato più attento a seguire la terapia ed i suoi consigli magari a quest’ora il diploma ce l’avrei. Non lo fa apposta. Non lo dice apertamente. Lo fa intuire.  Quand'è che ci decidiamo a mollarla, comunque?  Nell'anno del mai, perché poi con chi c’andiamo a lamentare quando stiamo uno schifo? Chi è che c’è sempre stato? Ecco, già abbiamo la risposta.  Bravo Niccolò, bravo. 11 Ottobre 2018  - 17:43 C’è. C’è!  Okay. Piano d’azione al volo: non voltiamoci, non lo guardiamo, facciamo finta che non esista e di non sentire che ci sta fissando. Lui mica lo sa che c’abbiamo ‘sta paranoia che la gente non c’abbia di meglio da fare che starci con gli occhi addosso e che abbiamo sì imparato a fregarcene... Ma fatto sta che se entro in una stanza io do per scontato che la gente mi stia ad osservare.  Incluso lui.  Ma se mi volto e lo guardo poi magari finisce che mi strozzo con la torta, o m’inciampo nel banco. No. Un minimo di dignità, ora che abbiamo un pubblico. Salutiamo le ragazze. Studiamo con grande interesse il piatto di plastica e voltiamoci verso la lavagna. No, Nico, non distogliere lo sguardo neanche per un attimo. Mantieni questa tua aria misteriosa e distaccata, finché puoi. Magari lo stani... Ehi. No. Stop. Dove stai andando, tizio carino di cui non so manco il nome? Non te l’aspetti che io ti segua, eh? Che io me ne stia seduto oltre il vetro, a luce spenta, a sentirti cazzeggiare con il microfono della radio? Che esattamente la ragione per cui lo farò, metti mai che succeda qualcosa di elettrizzante. Qualcosa che non so manco io che vorrei che fosse, ma che non m’aspettavo sarebbe stato il trovare qualcuno con cui non pesano i silenzi.  Con cui mi escono sorrisi che non sono falsi, con cui parlare senza starmi a chiedere cosa potrei mai dire per far colpo e rendere memorabile la conversazione.  E non mi era mai successo prima, perciò mi raccomando Niccolò: non mandare tutto a puttane come tuo solito immaginando cose che non ci sono. Cerchiamo di conoscerlo meglio, prima, e di vedere se questo suo interesse è soltanto qualcosa di vago - un ‘non t’ho mai visto prima, da dove esci fuori?’ con aggiunta di ‘uao, mi ha rivolto la parola uno di quinto’ che non è mai da sottovalutare - o se c’è qualcosa su cui possiamo lavorare. Lavorare per portare dove? C’è Maddalena, te la ricordi? Sì, ora non corriamo. Nessuno sta partendo con film in cui te stai a pacca’ sto ragazzo - che ancora non sai come si chiama: ma ce la fai a chiedergli il suo nome, Colino? - sul terrazzo della scuola. Nei bagni. Nella sala di registrazione della radio. Nessuno. Zero film proprio. Stiamo a scambiarci sguardi, passandoci il fumo, e va bene così. Ovvio che deve arrivare ‘sta tipa. Che io non sono da antipatie a pelle, di solito, ma ‘sta qui m’irrita già solo dalla confidenza che dà al mio compagno disertore. Vi conoscete? State insieme? Non sono cazzi miei? Posso tollerarti giusto perché mi dai l’occasione di presentarmi, anche se lui ancora non lo fa. Però, ecco, potresti cogliere quando ti si ‘sta sottilmente invitando a sloggiare che qui si vorrebbe rimanere soli un altro po’.  No, okay, forse ho parlato troppo presto quando t’ho definita più simpatica di tuo fratello. Covitti. Un cognome, una garanzia. 16 Ottobre 2018 - 11:55  Andiamo a fumare? Sì, perché no? Diamo casualmente al nostro nuovo amico - uno di quei pochi con cui hai vagamente legato, in questa scuola di merda - appuntamento sul quel balcone. Quello che ti permette di buttare l’occhio in IVB e magari beccare Marti di sfuggita.  Marti che sarebbe Martino Rametta, da quanto hai letto sui fogli di entrata/uscita della radio, ma che sei liberissimo di chiamare come ti pare nella tua testa. Fatti valere, Niccolò.  Che magari c’è Marti, lì dentro, che te sta’ a spogliare con gli occhi. Te piacerebbe. Può darsi benissimo che non sia così, certo, ma può darsi anche che sì, okay? Infatti: guarda un po’ chi c’è?  Indoviniamo pure chi s’è appena dato una sigaretta sui denti, troppo distratto da ‘Sono o non sono l’uomo dei tuoi sogni, eh? Eh? Guardami ancora, Martino, guardami!!’ per avere pure idea di dove stessi ficcando quella cazzo di sigaretta? Avrebbe potuto andare peggio, avrei potuto mettermela su per il naso. E l’ho fatto pure sorridere. Adoro farlo sorridere.  Magari posso invitarlo a casa mia uno di questi giorni, e farlo sorridere ancor di più?
Maddalena! Ci sta sempre Maddalena, Niccolò! Perché non ti preoccupi di far sorridere lei, piuttosto? Ultimamente c’ha sempre ‘sta aria da martire, che è anche comprensibile dopo tutto quello che le ho fatto passare in ‘sti 3 anni... e okay, diciamole che ci vediamo venerdì sera per andare al cinema che è tipo un secolo che non usciamo - ma non da soli, che me sale l’angoscia solo a pensare di star solo con lei e forse questo dovrebbe dirmi qualcosa ma... ma BLABLABLA vaffanculo, come direbbe il Vate - e torniamo ad occuparci di Martino. Distratto da Sana, non ci siamo! Che crede che tu stia qui ad aspettare i suoi comodi?  Ritirata, soldato Fares! Torneremo all'attacco un altro giorno.  E vediamo di liberarci di quella fastidiosa vocina che fa  “S'informano i signori viaggiatori che Niccolò Fares sta sotto tutta Trenitalia ed Italo per Martino Rametta, ci scusiamo per il disagio.” ogni volta che incroci il suo sguardo, già che ci siamo. 19 Ottobre 2018 - 14:22 Martino? Che ci fa qui? Non mi pare che prenda ‘sto autobus per andare a casa.  Di sicuro non è per seguire me, che manco m’ha notato. Che ‘sta a guardare su quel cellulare? Messaggi della Covitti? I cazzi miei mai, no. Quelli non sono interessanti, m’hanno rotto. Facciamo le persone educate e salutiamo, non facciamoci distrarre né dai suoi occhi né dalle sue labbra - impresa difficile ma non impossibile - e sbirciamo. Sana. Che non sembra avergli dato la risposta che sperava. Magari posso aiutare, chiedere non costa nulla. E mi stai forse dando la scusa perfetta per invitarti da me, Marti? E ti pare che io non ne approfitti? Quando mi ricapita di sapere che musica ascolti, che libri leggi, guardarti e pensare a quanto vorrei sdraiarti sul divano o inginocchiarmi ai tuoi piedi e... No. Quelle fantasie teniamocele per noi, Nico. Non facciamolo scappare a gambe levate già da subito. Godiamoci questo venerdì pomeriggio insieme, sentendoci il cuore scoppiare per come anche solo stare a meno di un metro da Martino ci faccia sentire vivi come prima d’ora.  Maddalena chi? 19 Ottobre 2018 - 19:30 Maddalena. Maddalena, sì. Me la ricordo, vagamente. Gliene volevo parlare, a Martino, ma non mica potevo uscirmene di punto in bianco con un ‘Ah, ci starebbe ‘sta tipa con cui esco da 3 anni ma niente di serio. Te dimmi che ce stai ed io la mollo, giuro.’ Un conto sarebbe se ce stessa a prova’, ma non me pare. Cioè, forse sì. Più che provarci ci sta, ma ancora non sono sicuro fino a che punto. Metti che ora mi alzo e lo baci, dopo essermi tolto il sapore di ‘sta merda - e ne vado pure orgoglioso di averla cucinata, perché Marti pareva davvero colpito dal mio estro gastronomico, eh! -  dalla bocca con un sorso di birra, posso essere sicuro al 100% che non mi ficchi la faccia nel piatto e se ne vada? No. E allora perché parlargli di Maddalena? Non c’è motivo. Troverò il momento per dirgli di lei. Be’, ora che m’ha scritto ci si vede stasera per il cinema, e tra pochissimo passa da me con Matteo ed Elisa pare che l’abbia trovato Maddi, il momento. Perché ti pare che mi so’ ricordato di averla invitata io fuori, quando c’ho Marti in casa. Che continua a scherzare e sorridere, facendomi quasi sperare che sia io a metterlo di buon umore. E so che è da infame baciarla così, davanti a Martino. Senza nemmeno avergli menzionato prima la sua esistenza. Ma ‘sti cazzi. Non sono esattamente una bella persona, non creiamogli false illusioni. Piuttosto, teniamo d’occhio la sua reazione oggi e nei prossimi giorni. Chissà che non ci possa dire qualcosa.
---------------- A/N: Non so voi, ma quando parlo tra me e me a volte mi do del ‘tu’, a volte parlo al plurale “noi” e butto là qualche osservazione in prima persona, ma non uso MAI esclusivamente quest’ultima. Magari è soltanto qualcosa che faccio io, ma mi andava di dare questa impostazione anche a Nico... 
17 notes · View notes
latinabiz · 4 years
Text
L'ordinanza della regione Lazio per il trasporto pubblico
Tumblr media
Autobus E' stata emanata una ordinanza per stabilire i criteri da adottare a partire dal prossimo 4 maggio per ilservizio di trasporto pubblico locale. L'ordinanza della Regione Lazio ha lo scopo di tutelare cittadini e trasportatori in questa prima fase di ripartenza delle attività economiche. Nel testo, che è il frutto del confronto con parti sociali, aziende dei trasporti, pendolari ed enti locali, si stabiliscono precise  prescrizioni relative al distanziamento sociale e all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, ma si prevede anche che i Comuni programmino gli orari dei servizi urbani in modo da non favorire flussi troppo elevati negli orari di punta e che aziende e amministrazioni applichino il massimo ricorso allo smart working e la rimodulazione degli orari lavorativi, sempre per non favorire assembramenti negli orari di entrata e uscita dai luoghi di lavoro. La chiusura delle attività commerciali è stata fissata non oltre le 21:30, con l'eccezione di farmacie, parafarmacie, aree di servizio e pubblici esercizi per attività di asporto. Per garantire la misura di sicurezza del distanziamento sociale e al contempo un servizio efficiente per i cittadini, da lunedì 4 maggio saranno potenziati i collegamenti Cotral, Trenitalia e Atac, con la chiusura dei servizi posticipata alle 23,30. Di seguito il testo dell’ordinanza. Riprogrammazione di orari e servizi L’adozione da parte dei Comuni di provvedimenti per la programmazione degli orari dei servizi urbani e delle attività commerciali allo scopo di coordinare e armonizzare i flussi di carico del trasporto pubblico e decongestionare i picchi di utilizzonei cosiddetti orari di punta, con previsione di chiusura delle attività commerciali non oltre le ore 21:30, fatta esclusione delle farmacie, parafarmacie, aree di servizio e pubblici esercizi per attività di asportoL’adozione da parte delle aziende e delle amministrazioni, anche attraverso la figura del mobility manager, dei seguenti protocolli e regolamentazioni finalizzati al contenimento del contagio mitigando i picchi nell’utilizzo del trasporto pubblico:articolazione del lavoro con orari differenziati che favoriscano il distanziamento fisico riducendo il numero di presenze in contemporanea nel luogo di lavoro e impedendo assembramenti all’entrata e all’uscita con flessibilità di orari; prolungamento dell’orario di apertura degli uffici e dei servizi al pubblico ovvero con rimodulazione dell’orario di lavoro, anche in termini di maggiori flessibilità giornaliera e settimanale, compatibili con l’utilizzabilità del servizio di trasporto pubblico locale o con altre forme di utilizzo di mezzi privati; massimo ricorso allo smart working, con programmazione settimanali degli eventuali turni di presenza fisica presso le sedi di lavoro in modo che il personale di ciascuna azienda distribuisca le giornate di rientro in modo omogeneo sull’intera settimana, evitando la concentrazione su singole giornate.L’adozione delle seguenti modalità organizzative dell’offerta di servizio da parte delle aziende di trasporto pubblico di linea:prolungamento orario di servizio alle 23:30;integrazione offerta di servizio da parte delle aziende di trasporto, con la gradualità necessaria a consentire l’adeguamento del sistema tecnico/manutentivo e l’organizzazione del personale. Tale integrazione deve essere effettuata assicurando particolare attenzione alle fasce pendolari;garanzia di mezzi di rinforzo sulle principali direttrici, pronti ad essere utilizzati in caso di necessità;rafforzamento dei sistemi di controllo e vigilanza sui mezzi, al fine di assicurare il rispetto delle disposizioni a tutela della salute dei passeggeri;adeguamento della frequenza dei mezzi nelle ore considerate ad alto flusso di passeggeri, nei limiti delle risorse disponibili. Mascherine obbligatorie per passeggeri e personale L’adozione delle seguenti misure sui mezzi di trasporto pubblico di linea:  utilizzo obbligatorio delle protezioni individuali delle vie respiratorie (mascherine) da parte di passeggeri, fermo restando l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per il personale delle aziende di trasporto pubblico di linea; igienizzazione e disinfezione su base quotidiana e sanificazione periodica dei mezzi di trasporto; posizionamento di segnaletica nei posti che non possono essere occupati, in modo da consentire il rispetto della distanza fisica di un metro tra i passeggeri; tenuto conto dell’obbligo di utilizzo delle mascherine, qualora non sia possibile garantire continuativamente il distanziamento fisico all’interno dei mezzi, ai sensi dell’art. 3, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 aprile 2020, il servizio deve comunque osservare un carico massimo non superiore al cinquanta per cento della capacità di trasporto del mezzo desumibile dalla carta di circolazione; con riferimento ad autobus e tram, il conducente che rileva il raggiungimento della misura massima consentita ai sensi del richiamato art. 3, comma 2 del DPCM 26 aprile 2020, stabilita nella misura del 50% della capacità di trasporto del mezzo, non effettua la fermata successiva in assenza di prenotazione della “richiesta di fermata” da parte del passeggero a bordo; implementazione sistemi elettronici di bordo, finalizzati a rendere efficace il monitoraggio delle frequentazioni sui mezzi di trasporto (in particolare il conta passeggeri); al fine di tutelare l’autista, adozione di misure di delimitazione della distanza, o barriere, fra la postazione di guida e l’area di utilizzo dei passeggeri. Ove ciò non sia possibile, va inibito l’uso della porta anteriore. Il passeggero non può occupare il posto disponibile vicino al conducente; installazione su ciascun mezzo di trasporto a lunga percorrenza di dispenser contenenti soluzioni disinfettanti ad uso dei passeggeri; sospensione dell’attività di bigliettazione a bordo da parte degli autisti. In caso di momentanea impossibilità di attuare tale misura, l’azienda di trasporto deve adottare tutte le misure idonee a tutelare la sicurezza dell’autista; evitare a bordo del mezzo, per quanto possibile, i contatti tra personale e viaggiatori e, comunque, mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro; divieto di attivazione della funzione ricircolo dei sistemi di condizionamento dell’aria. Le misure adottate nelle stazioni, fermate e banchine L’adozione delle seguenti misure su stazioni, banchine portuali, luoghi di lavoro e fermate: utilizzo obbligatorio delle protezioni individuali delle vie respiratorie (mascherine) da parte di passeggeri prima di effettuare l’accesso in stazioni, banchine portuali e in prossimità delle fermate; igienizzazione e disinfezione su base quotidiana e sanificazione periodica dei locali, con particolare riguardo alle parti frequentate da viaggiatori e/o lavoratori; installazione nelle stazioni ferroviarie e metropolitane, negli aeroporti e nei porti di dispenser contenenti soluzioni disinfettanti ad uso dei passeggeri. Tali dispenser vanno altresì installati in prossimità di pulsantiere, ad esempio in presenza di biglietteria elettronica; adozione di interventi, ove necessari, per il contingentamento degli accessi alle stazioni, alle banchine portuali, agli aeroporti e ai porti al fine di evitare affollamenti e ogni possibile occasione di contatto, garantendo il rispetto della distanza interpersonale minima di un metro, prevedendo altresì l’utilizzo dei sistemi di videosorveglianza e/o telecamere intelligenti per monitorare i flussi ed evitare assembramenti, eventualmente con la possibilità di diffusione di messaggi sonori/vocali/scritti; con particolare riguardo alle stazioni della metropolitana, vanno previsti differenti flussi di entrata e di uscita, garantendo ai passeggeri adeguata informazione per l’individuazione delle banchine e dell’uscita e il corretto distanziamento sulle banchine e sulle scale mobili anche prima del superamento dei varchi. Vanno altresì predisposti idonei sistemi atti a segnalare il raggiungimento dei livelli di saturazione stabiliti; salita e discesa dei passeggeri dal mezzo deve avvenire secondo flussi separati. Negli autobus e nei tram, ove applicabile, prevedere la salita da una porta e la discesa dall’altra porta. Utilizzare idonei tempi di attesa al fine di evitare contatto tra chi scende e chi sale, anche eventualmente con un’apertura differenziata delle porte; regolamentazione nell’utilizzo di scale e tappeti mobili, garantendo sempre un adeguato distanziamento; consentire e agevolare l’accesso in sicurezza alle persone con diverse abilità, in gravidanza e anziani; evitare, per quanto possibile, i contatti tra personale e viaggiatori e, comunque, mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro; utilizzo modalità di vendita dei titoli di viaggio che consentano il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro tra i passeggeri e, ove ciò non sia possibile, obbligo da parte dei passeggeri di essere muniti di apposite protezioni individuali. L’acquisto dei biglietti deve essere previsto con modalità automatizzate o dematerializzate, possibilmente prevedendo biglietteria elettronica. Il trasporto pubblico non di linea (taxi, ncc) L’adozione delle seguenti misure con riferimento al trasporto pubblico non di linea: il passeggero non può occupare il posto disponibile vicino al conducente; sui sedili posteriori nelle ordinarie vetture, al fine di rispettare le distanze di sicurezza, non potranno essere trasportati, distanziati il più possibile, più di due passeggeri qualora muniti di idonei dispositivi individuali di sicurezza. In mancanza di dispositivi potrà essere trasportato un solo passeggero; nelle vetture omologate per il trasporto di sei o più passeggeri dovranno essere replicati modelli che non prevedano la presenza di più di due passeggeri per ogni fila di sedili, fermo restando l’uso di mascherine; è preferibile dotare le vetture di paratie divisorie; il conducente deve indossare dispositivi di protezione individuali;igienizzazione e disinfezione su base quotidiana e sanificazione periodica dei mezzi adibiti a trasporto. Modalità di informazione agli utenti dei trasporti L’adozione delle seguenti modalità di informazione e comunicazione da parte delle aziende di trasporto: adozione di sistemi di informazione e di divulgazione, nei luoghi di transito dell’utenza, relativi al corretto uso dei dispositivi di protezione individuale, nonché sui comportamenti che la stessa utenza è obbligata a tenere all’interno delle stazioni, degli aeroporti, dei porti e dei luoghi di attesa, nella fase di salita e discesa dal mezzo di trasporto e durante il trasporto medesimo; indicazioni e opportuna informativa ai passeggeri tramite il proprio personale o mediante display o altra modalità di informazione:per evitare contatti ravvicinati del personale con la clientela, ad eccezione di quelli indispensabili in ragione di circostanze emergenziali e comunque con le previste precauzioni dei dispositivi individuali;per mantenere il distanziamento di almeno un metro tra i passeggeri;per assicurare una efficace comunicazione in ciascuna stazione o fermata del numero di passeggeri presenti sul mezzo in transito. Tale intervento è necessario per prevenire il rischio di superamento della massima capacità di trasporto del mezzo stabilita con la presente ordinanza. Con specifico riguardo al settore del trasporto aereo si rinvia alle disposizioni emanate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in materia di misure di contenimento, che riguardano il corretto utilizzo delle aerostazioni e degli aeromobili, dirette a gestori, operatori aeroportuali, vettori e passeggeri. Read the full article
0 notes
bronson81blog · 5 years
Photo
Tumblr media
98....forza forza vogliamo quota 100!!!! #trenitalia sempre una garanzia...non delude mai (presso Montaguto) https://www.instagram.com/p/BydN0OnifQj/?igshid=1pxgccemdia7d
0 notes
yesiamdrowning · 8 years
Text
sanremo bloody sanremo.
Quando ho saputo che la statuetta del vincitore di Sanremo era stata consegnata al pupillo di Massimo Giletti che già lo aveva aiutato a vincere l’anno scorso, tra i giovani, smascherando presunti brogli nel televoto dei quali, però, non si è mai capita né la natura né l’effettiva veridicità piuttosto che una imperitura voglia televisiva di suspence e colpi di scena in egual misura, ero di ritorno dalle mie consuete ventiquattro ore d’inferno in balia di Trenitalia che sono diventate il mio pane (quasi) quotidiano da quando ho deciso di seguire anche artisti che nella Tv di Stato non andranno mai - e men che mai per ricevere un premio. Se la kermesse festivaliera non fosse l’ennesimo teatrino montato ad arte per sollazzare il pubblico teleonnivoro, che non è affatto detto coincida con quello che poi bazzica assiduamente i concerti, qualcuno noterebbe la dualità tra vita sanremese e mondo reale. Ho fatto le mie ricerche per questo mio commento mentre cercavo di non vomitare il mio tramezzino maionese e qualcosa gentilmente offertomi dai distributori della stazione di Ferrara, nonostante la sensazione che le mie interiora venissero stravolte dai freddi arpioni dell’ineguaglianza sociale - o, più realisticamente parlando, da un pericoloso mix con un caffè in cialda di dubbia provenienza. Mi dispiace se è una descrizione che dà il voltastomaco anche a chi legge. Ma è ancora più fastidioso quando ti trovi a rischio cagotto su un Regionale Veloce - praticamente un ossimoro - tra una e un’altra data di due tra le migliaia di band e solisti che suonano ogni mese senza sosta apparente e senza neanche ipotizzarlo solo di provare a fare il botto con un solo brano e l’aiutino di qualche amico socialista nell’anima e brizzolato nella chioma. Il punto è proprio questo. Non potremmo mai parlare di Festival della Canzone Italiana senza trattare quella scelta dolorosa e complicata che, secondo molti, gli artisti dovrebbero affrontare per proprio conto o farebbero bene a farlo. Essere o apparire (in Tv). La storia del Festival è costellata di amicizie e parentele delle quali si sono sempre ignorati gli “effetti collaterali” a lungo termine. La prima che ricordo è quella palesata tra l’ingenua Rosalinda Celentano e uno sfacciatissimo Johnny Dorelli nel 199O. Da un lato la sprovveduta figlia d’arte convinta di poter cancellare con un colpo di spugna gli ingombranti genitori depennando il cognome dalla propria ragione sociale; dall’altro l’italianissimo Dorelli che le dice di salutargli con affetto la mamma e il papà, non prima di aver commentato presunte somiglianze somatiche e le sue assidue visite in casa Calentano. Lo spannung: lui che le chiede di dirlo lei e lei che gli risponde svampitissima “Che cosa canterò?”. Il risultato: una carrettata di prole meravigliosamente stonata come una campana che ad anni alterni si esibisce con canzoni Intramontabili come la sua L’Età dell’Oro. Questi sono sempre stati i siparietti, più o meno malcelati, che il pubblico in sala e quello a casa hanno preso ad accettare come spaccato di un’italia canterina dove ad avere visibilità sono quelli più ammanicati (”Insomma avete capito? Questa è la figlia di Celentano!”) e con le amicizie giuste (”Mi fa veramente molto piacere presentarti!”). D’altro canto, a quanto si dice, nessuno degli artisti che ascoltiamo noi si sottoporrebbe allo stress e al calvario mediatico di una settimana di festival - che invece è il non plus ultra per quanti ci basano poi spesso un’intera carriera.
Ma è priprio così? Qui la questione si fa interessante. In realtà solo il venti per cento delle persone con cui ho parlato dello spinoso argomento si tirerebbe indietro, per così dire, a prescindere. L’8O% ha dichiarato che se potesse, in un contesto equo e responsabile, in futuro non avrebbe alcun problema ad andare a Sanremo. Lo O,2% lo considererebbe pure divertente e stimolante. Opinione neanche contestabile per partitito preso, trattandosi del festival della canzone italiana, e non dei talent, del pop, del melodico, whatever, e basta. E’ questo il punto: nessuno ce l’ha con Francesco Gabbani (ce n’era sul serio bisogno?) per avere vinto il Festival, ma con la sbruffonaggine con cui lui e con lui tutti gli altri ci si presentano ogni anno. Hanno decisco che la vittoria al Festival sia il giusto compenso per la commercializzazione che hanno dato alle loro vite oltre che alle loro carrirere in un simile contesto e con questo spirito o, se preferite, queste facce da sberle affrontano le telecamere. E vale per tutti, indistintamente, mica solo per Anna Tatangelo. Vale anche per tutti gli intellettualini a noi cari, consapevoli di accaparrarsi senza troppo sbattimento un Premio della Critica - magari come surrogato di un Tenco che ancora fatica ad arrivare - in una sfida con Povia come rivale. Vale per Afterhours, Morgan, Perturbazione, Marlene Kuntz, Subsonica, Moltheni o fate un po’ voi chi. Sulle ragioni di un simile passo si possono solo fare mille ipotesi. La morale della favola è che un Ermal Meta fintanto che era la voce dei La Fame di Camilla, bazzicava quelli del MEI al posto di Cologno Monzese, s’affidava a John Davis piuttosto che alle fiction Rai, non era papabile per il festival, anche se era già disposto a farlo - venendo scartato nella sezione Nuova Generazione nel 2O1O. Ora che dispensa canzononi e pacche sul culo a x-factorame vario ed eventual invece sì. Il fatto che il suo brano sia una cazzatella retorica alla Moro (Fabrizio non Aldo, ovviamente) è il male minore. Tanto più che a votarlo c’è Alba Parietti mica Helena Velena - e infatti indovinate a chi è andato il premio della critica? Purtroppo c’è una forte resistenza culturale all’idea che là fuori volendo c’è la possibilità di creare uno dei festival più interessanti del mondo, altro che Eurovision. Da almeno dieci anni saremmo in grado di fornire a Sanremo canzoni e cantanti non preimpostati per Sanremo, ma manca la volonà - ancora prima della conoscenza. Dobbiamo ancora una volta rassegnarci al fatto che l’etica, l’onestà (più o meno) intellettuale ancora prima del talento, e tutti i difficili, dolorosi e complicati aspetti della vita sul campo spettino ad anonimi non invitati al ballo. Che sia considerato assurdo chiedere a un festival che ingolfa le nostre vite per una settimana l’anno da 7O anni di prendere in considerazione anche solo uno di questi aspetti. Esagerato, persino indecoroso per qualcuno. L’unico diritto inalienabile concesso dal Festival è di farsi qualche altro amico e farsene vanto. Magari utilizzarlo per reinventarsi giudice televisivo. L’unica garanzia è che una volta venduta l’anima a Sanremo, Sanremo se gli torni utile non t’abbandona mai. Ne sa qualcosa Paolo Vallesi, ospite-riempitivo dell’ultima puntata. Ne sanno qualcosa Ron, Gigi D’Alessio e Albano, usati per creare un po’ di hype anche nella nonna Concetta che di chi sia Clementino probabilmente non ne ha la minima idea. Ne sa qualcosa il vincitore di quest’anno, che non si sapeva chi fosse l’anno scorso, non si sa chi è ora, e nel mezzo il grosso che ha fatto pare essere un brano per la colonna sonora di un film di Fausto Brizzi - beh, allora mecoglioni. Finché non sarà già Sanremo 2O18 e dopo Amen e Occidentali’s Karma vedremo su quali culti si butterà il nostro negli secoli dei secoli a venire. Così, mentre Red Ronnie da incallito raccomandatore qual’è (Nina Zilli è roba sua) si bea pubblicamente delle schiere di raccomandabili che “si piazzano per una settimana fuori dall’Ariston nella speranza che qualcuno li noti, gli dia un numero di telefono o gli offra un contratto”, mentre Paolo Giordano del Giornale  paragona Francesco Gabbani a Franco Battiato (per via della morte di Giusto Pio, in pieno stile con i titoli di prima del posto in cui scrive) senza che nessuno gli lanci un’accetta in piena fronte all’istante, mentre Greta Menchi, youtuber 21enne nella giuria di qualità, dichiara nelle interviste di sperne a pacchi visto che “da bambina cantavo nel coro della chiesa”, l’idea che l’esercito di quelli che ascoltiamo noi possano avere voglia di avere a che fare coi presentatori in frac, le vallette, i comici e tutto il resto del cucuzzaro senza rinunciare a qualcosa - o peggio, che possano essere portatori sani di buone idee - è troppo minacciosa per potere essere anche solo contemplata. Molto meglio tenersi docili cavalli ammaestrati per essere convinti e bidonabili che basti correre una sola gara per essere dei novelli Varenne. Nel suo piccolo, anche questa è una resistenza collettiva al progredire culturale di un’intera nazione. Certo, non siamo ai livelli d’ignoranza che ancora circola quando si parla di contraccettivi maschili, ma la mamma insomma è la stessa. Paura eh?
5 notes · View notes
italianaradio · 5 years
Text
Brescia, macchinisti ubriachi: soppresso Frecciarossa diretto a Napoli
Nuovo post su italianaradio http://www.italianaradio.it/index.php/brescia-macchinisti-ubriachi-soppresso-frecciarossa-diretto-a-napoli/
Brescia, macchinisti ubriachi: soppresso Frecciarossa diretto a Napoli
Brescia, macchinisti ubriachi: soppresso Frecciarossa diretto a Napoli
Avrebbero dovuto condurre il  Frecciarossa 9604  delle 5.17 da  Brescia  fino a  Napoli  , ma erano  ubriachi  e sono stati fermati in tempo su segnalazione del capotreno. A rendere noto l’episodio è stata la Polfer intervenuta insieme alla Polstrada per effettuare il test dell’etilometro. Uno dei due è risultato positivo, mentre il secondo ha chiesto l’intervento dei medici del 118 e il treno è stato fermato in stazione. I 67 passeggeri sono stati trasferiti in treno alla stazione Milano Centrale per poi proseguire su un altro Frecciarossa per il capoluogo campano. Le indagini sull’accaduto, aggiunge la Polfer di Brescia, sono in corso.
La cancellazione del treno 9604 in partenza da Brescia “è stata disposta da Trenitalia dopo aver accertato la non idoneità dell’equipaggio alla conduzione del treno”, comunica in una nota la stessa Trenitalia, precisando che “verificherà eventuali violazioni da parte dei macchinisti degli obblighi contrattuali e della deontologia professionale” e che “si riserva di adottare tutti i provvedimenti del caso”. Secondo l’azienda, il sistema di controlli predisposto “a garanzia della sicurezza dell’esercizio e dei propri passeggeri, che prevede anche controlli preventivi e a sorpresa sui propri equipaggi, si è rivelato pienamente efficace“. Un episodio simile, sempre secondo Trenitalia, non si era mai verificato.
Avrebbero dovuto condurre il  Frecciarossa 9604  delle 5.17 da  Brescia  fino a  Napoli  , ma erano  ubriachi  e sono stati fermati in tempo su segnalazione del capotreno. A rendere noto l’episodio è stata la Polfer intervenuta insieme alla Polstrada per effet…
Luisa Ginetti
0 notes
lamilanomagazine · 7 months
Text
Bologna: sicurezza sui trasporti pubblici. 30 capitreno di Trenitalia Tper indosseranno bodycam per per contrastare le minacce e le aggressioni sui treni
Tumblr media
Bologna: sicurezza sui trasporti pubblici. 30 capitreno di Trenitalia Tper indosseranno bodycam per per contrastare le minacce e le aggressioni sui treni. Una videocamera appuntata al petto che il capitreno terrà sempre accesa per vigilare sulla sicurezza nel treno. È l'ultima novità per contrastare le minacce e le aggressioni sui treni che dal 1^ marzo viene sperimentata per la prima volta in Emilia-Romagna. Trenta capitreno di Trenitalia Tper su base volontaria, indosseranno la bodycam per testare per circa sei mesi l'efficacia e la facilità di utilizzo della nuova strumentazione, sui treni in cui saranno di turno. La piccola videocamera sarà sempre accesa e la registrazione verrà attivata dal lavoratore in caso di minaccia, di aggressione o di comportamenti violenti. Lo strumento, adottato in accordo con i sindacati, risponde comunque a precise prescrizioni a tutela della privacy dei viaggiatori. Le immagini registrate verranno consegnate alle Forze dell'Ordine, uniche in possesso del sistema di decriptazione, per gli accertamenti e il seguito sarà attuato a norma di legge. I passeggeri del treno saranno inoltre informati della possibile presenza di personale con bodycam a bordo. "Vogliamo che i passeggeri e il personale possano viaggiare e lavorare sempre di più in condizioni di sicurezza sui treni regionali- commenta l'assessore regionale alla Mobilità e Trasporti, Andrea Corsini-. Le bodycam possono funzionare da deterrente soprattutto a difesa del personale di bordo e rappresentano uno strumento aggiuntivo alle misure di sicurezza già realizzate, visto che tutti i nuovi treni regionali sono già dotati di un sistema di videosorveglianza attivo". "La Regione ha investito molto sul rinnovamento della flotta, tra le più giovani d'Italia, e sull'elettrificazione delle linee per avere un sistema di trasporti efficiente e all'altezza delle nuove sfide per un trasporto sempre più sostenibile, e questo impegno deve essere accompagnato dalla sicurezza degli utenti e dei lavoratori, affinché il trasporto su ferro diventi sempre di più la scelta prioritaria per muoversi nel nostro territorio". "Mi auguro quindi- conclude Corsini- che la sperimentazione possa essere utile e nel caso diventare effettiva a breve, a garanzia dell'incolumità di tutti". La videosorveglianza attiva sui treni è in grado di mostrare sui monitor di bordo e in tempo reale le varie sezioni del treno, garantendo al capotreno una visione costante anche delle zone più lontane, e in caso di necessità la possibilità di contattare direttamente la Polizia Ferroviaria per l'intervento immediato. Se i risultati della sperimentazione saranno positivi, le bodycam saranno disponibili per tutti i capitreno e il personale di assistenza alla clientela di Trenitalia Tper (circa 480 persone) che ne faranno richiesta. Le bodycam sono potenzialmente in grado di effettuare anche registrazioni sonore e trasmettere immagini in tempo reale alle sale operative. Queste ulteriori funzioni saranno però oggetto di futuri confronti fra azienda e lavoratori. A seguire la sperimentazione saranno FS Security, Security Provider per le società del Gruppo FS Italiane e la struttura operativa di Trenitalia Tper, con il coinvolgimento della Polizia Ferroviaria. Il personale di FS Security svolge servizi di sicurezza con scorte mirate a bordo dei treni, compresi i regionali di Trenitalia Tper e nelle stazioni, in stretta collaborazione con gli agenti della Polizia Ferroviaria. Anche il personale di assistenza alla clientela di Trenitalia Tper, una squadra di circa 50 operatori, può supportare il personale di bordo con attività di controllo dei biglietti, contribuendo a contrastare il fenomeno dell'evasione, prima causa di innesco di situazioni critiche.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes