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#Umanamente uomo: il sogno
donnabisestile · 1 year
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Il carretto passava e quell’uomo gridava: “Gelati!” Al ventuno del mese i nostri soldi erano già finiti Io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti Il più bello era nero e coi fiori non ancora appassiti
All’uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri Io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli Poi sconfitto tornavo a giocar con la mente e i suoi tarli E la sera al telefono tu mi chiedevi: “Perché non parli?”
Che anno è, che giorno è? Questo è il tempo di vivere con te Le mie mani come vedi non tremano più E ho nell’anima, in fondo all’anima Cieli immensi e immenso amore E poi ancora, ancora amore, amor per te Fiumi azzurri e colline e praterie Dove corrono dolcissime le mie malinconie L’universo trova spazio dentro me Ma il coraggio di vivere, quello, ancora non c’è
I giardini di marzo si vestono di nuovi colori E le giovani donne in quel mese vivono nuovi amori Camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti: “Tu muori” Se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori Ma non una parola chiarì i miei pensieri Continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri
Che anno è, che giorno è? Questo è il tempo di vivere con te Le mie mani come vedi non tremano più E ho nell’anima, in fondo all’anima Cieli immensi e immenso amore E poi ancora, ancora amore, amor per te Fiumi azzurri e colline e praterie Dove corrono dolcissime le mie malinconie L’universo trova spazio dentro me Ma il coraggio di vivere, quello, ancora non c’è
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#UnDiscoPerLaPausaPranzo - #1269 - 24 Agosto 2022 - Lucio Battisti - Umanamente uomo: il sogno - 1972
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falcemartello · 1 year
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Lucio Battisti - Umanamente uomo: il sogno
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Ma il sogno continua...
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jojobegood1 · 1 year
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Regardez "Lucio Battisti - Umanamente uomo: il sogno (con testo)" sur YouTube
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🇮🇹💔 SPLENDIDO LUCIO
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dracula61 · 1 year
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Lucio Battisti - Umanamente uomo: il sogno (con testo)
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clacclo · 5 years
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I giardini di marzo
Il carretto passava e quell'uomo gridava “gelati!”
Al ventuno del mese i nostri soldi erano già finiti
Io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti
Il più bello era nero, coi fiori non ancora appassiti
All'uscita di scuola, i ragazzi vendevano i libri
Io restavo a guardarli, cercando il coraggio per imitarli
Poi, sconfitto, tornavo a giocar con la mente e i suoi tarli
E la sera al telefono tu mi chiedevi: "Perché non parli?"
Che anno è? Che giorno è?
Questo è il tempo di vivere con te
Le mie mani, come vedi, non tremano più
E ho nell'anima, in fondo all'anima
Cieli immensi e immenso amore
E poi ancora, ancora amore, amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L'universo trova spazio dentro me
Ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è
I giardini di marzo si vestono di nuovi colori
E le giovani donne in quel mese vivono nuovi amori
Camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti: "Tu muori"
Se mi aiuti son certa che io ne verro fuori!
Ma non una parola chiarì i miei pensieri
Continuai a camminare, lasciandoti attrice di ieri
Che anno è? Che giorno è?
Questo è il tempo di vivere con te
Le mie mani, come vedi, non tremano più
E ho nell'anima, in fondo all'anima
Cieli immensi e immenso amore
E poi ancora, ancora amore, amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L'universo trova spazio dentro me
Ma il coraggio di vivere, quello ancora non c'è
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justalineinasong0 · 5 years
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Requested by Anon
Lucio Battisti - I Giardini Di Marzo
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sr-helvetica · 3 years
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I Giardini Di Marzo - Lucio Battisti
I Giardini Di Marzo – Lucio Battisti
“El carrito pasaba y el hombre gritaba: ¡Helados! / El 21 del mes ya se nos había acabado el dinero…” Publicada en 1972 e incluida en el quinto largo de los publicados por Lucio Battisti, “I Giardini Di Marzo” se convirtió de forma casi automática en uno de los sencillos más fructíferos de los producidos por la asociación entre el músico romano y el poeta y letrista Giulio “Mogol” Rapetti. La…
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abbracciamiebasta · 3 years
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푸른밤 : 140203
«Blue night, I am Jonghyun
One day someone asked a really well known photographer: «To take good pictures, what should i do first?» The photographer answered with no hesitation: «If you want to take good pictures, you start by taking the lens’ cover off first, right? First of all open the lens’ cover. I think those are certainly the words I need right now. In those words that can’t be easily imagine I keep having only one thought: will I do well? What if I make mistakes? What can I do to do well? I kept only thinking of the outcome like that, only worrying about the outcome and, since I was only focused on the result, I couldn’t come up with answers. That’s why, from now on, I will only think like that: just try it for now, face it and we’ll see.» 
(cr.) @fyjjong​ 
«I usually don’t sleep at night. Until dawn I keep browsing the internet, writing songs and lyrics, listening to songs and watching movies. During this time there’s some songs I have found. I always listen to these songs alone at night but now, thinking of how I can listen to them with you all, I feel nice. You know when you like something you do it together with other people and ache with your whole body for them to like it as much as you do? I hope in the future we can do that everyday.» 
(cr.) @Bluenight0525 - on twitter
"Also, the conclusion I came up with is that I want it to be a broadcast that’s like laying on a warm bed that has a hot mat laying and turned on top of it. I think it’d be nice if it’s a broadcast that you can comfortable listen while warmly laying on your bed with your eyes closed. I’m actually using a hot mat on my bed to sleep these days. It’s warm and really comfortable!" 
(cr.) @Bluenight0525 - on twitter
"I think it’ll be so nice if I can be your comfort of the day.." 
(cr.) @Bluenight0525 - on twitter
"I’m getting a lot of questions about what kind of songs I like and I have to say, honestly, it’s pop music. I like pop music in a way that I can understand the lyrics and you can understand the feelings behind it at the same moment you’re listening." 
(cr.) @Bluenight0525 - on twitter
"When I listen to songs I tend to listen very closely to the lyrics. For me, I think, music is in daily life. I’m someone who tends to find a lot of lyrics in my daily life." 
(cr.) @Bluenight0525 - on twitter
"Seems like all my nervousness has been conveyed to you...I’m happy that I can convey my emotions to you all. Thank you for feeling a lot of things through my voice like this. So you can understand my emotions!!" 
(cr.) @Bluenight0525 - on twitter
"If you look at it, whether it’s the gaming world or the world outside gaming, the fundamental attributes are similar. I’d wish I had grown up more than yesterday and wish that I can let the people surrounding me know about that growth. And that today would be a better day than yesterday." 
(cr.) @Bluenight0525 - on twitter
"I will make one promise to you, everyone: if it’s possible I'd like to stay on this chair for a long time. While crying and laughing I’d like to treasure your stories and your daily life together, forever. Piling up every day into becoming a life time …, I will make a precious time with blue night’s family. <.....> Until now it has been blue night. I am Jonghyun." 
(cr.) @fyjjong​ 
Playlist:
https://www.youtube.com/watch?v=mtAi5vFgtK8&list=PLKl0KJ7mGLDOjJDt2DEVTbM7N0q6WP3js
1. Heaven — Shazz
2. Cosmic Girl — Jamiroquai
3. 솔직히 (Secretly) — 이승열 (Yi Sung Yol)
4. Tear Drop — Okano Hiroki
5. 너에게 하고 싶은 얘기 — 장필순 (Jang Pilsoon)
6. 가지마 가지마 — 브라운 아이즈 (Brown Eyes)
7. 날아가다 (Fly Away) — 휘성 (Wheesung)
8. 두 사람 — 성시경 (Sung Si Kyung)
9. 거꾸로 걷는다 (Walk Backwards) — 어반 자카파 (Urban Zakapa)
10. Dear — Mad Soul Child
11. Fly To The Moon — add_P
12. TV를 봤네 (I Watched TV) — 장기하와 얼굴들 (Kiha & The Faces)
13. 가로수 그늘 아래 서면 — 이문세 (Lee Moon Sae)
14. Call You Mine — Jeff Bernat
15. 별빛이 내린다 (Star Shower) — 안녕바다 (Annyeongbada)
16. 밤 (Night) — 버스커버스커 (Busker Busker)
17. Umanamente Uomo: Il Sogno — Lucio Battisti
18. 퇴근길 — 신치림 (SHINCHIREEM)
(cr.) @bluenightonight - on twitter
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Non so con chi adesso sei
Non so che cosa fai
Ma so di certo a cosa stai pensando
È troppo grande la città
Per due che come noi
Non sperano però si stan cercando, cercando
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trattengo-ilfiato · 3 years
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Sono al buio e penso a te
Chiudo gli occhi e penso a te
Io non dormo e penso a te
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cosmojjong · 4 years
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every time i listen to this, i get so nostalgic because it makes me think of how it’d play in a segment of blue night, just a little before the end. how jjong was about to finish his broadcast and say goodbye for the day. it got me a little pouty. the whistling makes it all melancholic, but warm at the same time. what makes it even ‘better’ is how i grew up listening to this artist and how happy i was to see that music really trascended barriers for jonghyun and how he’d embrace it in whatever form or language it was. ahhh, what a gift he is. if you have never gotten to listen, i recommend doing so. the title translates to “humanly human: the dream” and the whole album has the same kind of vibe. it is so him. ;_; 
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anamn3si · 3 years
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orotrasparente · 5 years
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all'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
poi sconfitto tornavo a giocar con la mente e i suoi tarli
e la sera al telefono tu mi chiedevi perché non parli?
che anno, che giorno è?
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani, come vedi, non tremano più
e ho nell'anima,
in fondo all'anima,
cieli immensi e immenso amore
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goodbearblind · 5 years
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"Frecciabianca, all’altezza di Campiglia, una tranquilla serata di luglio.
Delle urla forti e indistinte irrompono nel tuo vagone. È difficile capire a chi appartengono e a chi sono rivolte. Poi alzi lo sguardo, metti a fuoco e vedi un uomo sulla quarantina portata male, occhiali dalla montatura spessa e indosso la pettorina del servizio di pulizia. Man mano che si avvicina, anche la voce si fa più nitida. Ora capisci cosa dice: “Negra di m... Tornatene al tuo paese”. “Devi levarti da qui, schifosa, lascia il posto a chi paga il biglietto.” Di fronte a lui - ora la vedi bene - c’è una ragazza di 23 anni del Mali. Una splendida ragazza, in evidente stato di choc. Prova a difendersi, gli urla con una strana mescolanza di accenti, tra italiano, francese e toscano stretto: “Razzista!” “Fascista!” E l’uomo - se così volete chiamarlo - l’uomo esplode: “Ma quale fascista. Zitta, negra, che c’avete tre strade e le abbiamo costruite noi nel ‘39”.
Già. Lui che “fascista” non è.
A quel punto è impossibile far finta di niente, anche perché nessuno si è mosso di un millimetro: ognuno seduto sulle proprie poltroncine con un Ipad in mano, un paio di cuffie nelle orecchie e uno sguardo di compiaciuta indifferenza, come se quella cosa, in fondo, non li riguardasse. E che, tutto sommato, finalmente c’è qualcuno che dice le cose come stanno e difende “gli italiani onesti e perbene.”
Ti alzi in piedi e corri verso l’uomo, che nel frattempo ha alzato persino la voce ed è a un centimetro dalla ragazza. Pensi che possa addirittura metterle le mani addosso, allora ti metti in mezzo, lo allontani, lo guardi negli occhi. E dentro vedi qualcosa che non avresti mai immaginato. Vedi il vuoto. Non c’è nulla in quello sguardo, solo rabbia cieca, senza un senso né una direzione, caricata da chissà quante migliaia di voci sentite, commenti letti, discorsi fatti, dichiarazioni ascoltate sui social o in tv ed esplose di colpo in un pomeriggio di mezza estate. C’è il vuoto in quegli occhi. E fa paura.
“E lei che cosa vuole?” chiede
“Voglio, anzi pretendo, che non si permetta mai più di rivolgersi così a questa ragazza - rispondi - Lei ha una divisa, rappresenta il treno, le ferrovie italiane, questo paese. Si vergogni e chieda scusa.”
“Lei mi ha dato del fascista” dice indicando la ragazza.
“E ha fatto bene - rispondi - È esattamente quello che sta dimostrando di essere.”
E, in quel momento succede un’altra cosa che non avevi previsto. Accade che abbassa lo sguardo, di colpo sembra aver cambiato atteggiamento.
“Ok, tutto a posto - dice - Non è successo nulla.”
“Nulla è a posto. Mi hai dato della negra di m...” interviene lei alle tue spalle.
“E tu stai zitta, non vedi che sto parlando con lui!” Il tono ora è di nuovo alto, e “lui”. “Lui” - nel suo delirio - significa italiano. Connazionale. Uno dei nostri. Probabilmente anche maschio ed etero. Ecco quello che tu sei per lui.
E, mentre li fissi entrambi, per qualche secondo, non riesci a non sentirti umanamente, moralmente, mentalmente, con ogni muscolo o nervo del tuo corpo, infinitamente più vicino a lei che a lui. In quel momento, su quel vagone in corsa da qualche parte per la campagna toscana, per la prima volta forse nella tua vita ti senti straniero in Italia. Se lui è l’italiano e lei la straniera, allora sei straniero anche tu. E mai, prima d’ora, è stato così disperatamente chiaro.
L’uomo a quel punto si placa, ma è tardi. Il controllore è stato richiamato dalle urla e ha allertato il capotreno. Pretendi che non finisca lì. E sei fortunato, perché il capotreno è un uomo perbene. Ha lo sguardo di chi ne ha viste tante, troppe, ma non è tipo disposto a tollerare. Lo obbliga a scusarsi. A suo nome e a nome del treno. In un mondo normale non finirebbe qui, ma basta uno sguardo tra te e il capotreno per capire che è meglio per lei se tutto quanto resta lì. Con tante scuse e nessun rapporto o segnalazione. Perché è probabile che, tra i due, una volta che si va a scavare, sia lei quella che ha più da perdere. Non è giusto, ma è meglio così.
Lei ti ringrazia, ti abbraccia, ti dice che non sa come sdebitarsi, e che, anche volendo, non saprebbe come fare. Ed è strano, perché sei tu che in quel momento vorresti scusarti con lei per quello che ha subìto, per quella violenza inaudita, per il silenzio complice di decine di persone, di italiani, che hanno assistito alla scena senza muovere un muscolo. Vorresti chiederle scusa per essere ospite di un paese che la tratta come una criminale perché è donna e perché è nera. Vorresti chiederle scusa, come italiano,
e dirle che questa non è l’Italia, anche se non ne sei più così convinto.
Ti accorgi che è da un’ora che la conosci, ma non sai nulla di lei. C’è appena il tempo per scambiarsi i nomi, un frammento della sua storia, tra la Toscana e Parigi, tra il sogno di diventare una parrucchiera di successo e la realtà di sfruttamento, lavori neri, precari e malpagati, ogni settimana uno diverso. Si chiama Mailuna, il nome è di fantasia, ma la violenza di quelle parole, la sensazione di essere stata violata nel proprio intimo, nell’indifferenza generale, quella è reale, viva, e non se ne andrà con un bicchier d’acqua al vagone ristorante.
L’ultima cosa che vedi di lei, prima che scenda dal treno, è un sorriso. E ti sembra impossibile che sia della stessa ragazza che fino a mezz’ora prima stava per scoppiare in lacrime. E allora capisci che ne vale ancora la pena. Di restare umani. Di alzarsi in piedi e andare a occupare fisicamente quel posto dalla parte giusta della storia che decine di passeggeri e milioni di italiani hanno rinunciato a prendere.
Fai in tempo a chiederti dove sarà ora Mailuna, cosa farà stasera, quello che deve aver passato fino ad oggi, chi diventerà, dove la porterà la vita tra cinque, dieci, vent’anni. E, per un attimo, le auguri che sia ovunque ma non in Italia. È un attimo, già, solo un attimo. Perché, tra i due, tra Mailuna e quell’uomo sulla quarantina dalla montatura spessa, lo straniero non è e non sarà mai lei. Vorresti urlarglielo, ma è troppo tardi. È tardi per un sacco di cose.
È accaduto oggi, poco fa, su un Frecciabianca, da qualche parte in Toscana, Italia, pianeta Terra, 2019.
Resistere! Resistere! Resistere!"
-Lorenzo Tosa-
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