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#ZOO APERTO
bones39 · 2 months
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I gufi - I gufi non possono muovere gli occhi, quindi girano la testa fino a 270 gradi per vedere intorno a loro.
Le piante carnivore - Le piante carnivore digeriscono gli insetti per ottenere nutrienti dal loro ambiente povero di sostanze nutritive.
I camaleonti - I camaleonti cambiano colore non solo per mimetizzarsi, ma anche per comunicare e regolare la loro temperatura.
I pipistrelli - I pipistrelli sono gli unici mammiferi capaci di volo continuo.
Le piante - Alcune piante possono sopravvivere senza luce solare diretta, utilizzando solo la luce riflessa.
I canguri - I canguri femmina hanno tre vagine.
Le montagne - Le montagne crescono e si restringono. L’Everest, ad esempio, si alza di circa 4 mm all’anno.
I fulmini - Un fulmine può riscaldare l’aria circostante fino a 30.000 gradi Celsius.
I ghepardi - I ghepardi possono accelerare da 0 a 100 km/h in soli 3 secondi.
Le piante - Le piante ‘sentono’ il dolore e possono reagire a stimoli fisici.
I fiori - Alcuni fiori sbocciano solo di notte.
I coralli - I coralli sono animali, non piante.
Le api - Le api comunicano tra loro ballando.
I vulcani - Ci sono vulcani che possono eruttare ghiaccio anziché lava.
I salmoni - I salmoni compiono migliaia di chilometri per tornare al luogo di nascita e riprodursi.
I funghi - I funghi creano reti sotterranee chiamate micorrize, che li aiutano a scambiare nutrienti con le piante.
Le tartarughe marine - Le tartarughe marine possono vivere oltre 100 anni.
I delfini - I delfini dormono con un occhio aperto.
I serpenti - Alcuni serpenti possono volare, planando da un albero all’altro.
I pesci - Alcuni pesci possono camminare sulla terraferma.
Le piante - Alcune piante possono sopravvivere in condizioni estreme, come il muschio antartico che cresce in uno dei climi più freddi della Terra.
Il sole - Se il sole esplodesse, ci accorgeremmo della sua scomparsa solo dopo 8 minuti.
Gli elefanti - Gli elefantini negli zoo si stringono la coda per confortarsi, come farebbero in branco.
Le farfalle - Le farfalle assaporano con i piedi.
I gatti - I gatti hanno cinque dita sulle zampe anteriori, ma solo quattro sulle posteriori.
Le stelle marine - Le stelle marine non hanno cervello né sangue.
I pinguini - I pinguini hanno un “terzo occhio” che li aiuta a regolare il ciclo di luce e buio.
Le formiche - Le formiche possono sollevare fino a 50 volte il loro peso corporeo.
I cavallucci marini - I cavallucci marini sono gli unici animali in cui il maschio partorisce.
Le banane - Le banane sono bacche, mentre le fragole no.
Il miele - Il miele è l’unico alimento che non va a male; può durare migliaia di anni.
Le lumache - Le lumache possono dormire per tre anni senza mangiare.
I koala - I koala dormono fino a 22 ore al giorno.
I corvi - I corvi possono riconoscere i volti umani e ricordarli per anni.
Le meduse - Le meduse sono composte per il 95% di acqua.
I delfini - I delfini chiamano gli altri per nome.
Il tuono - Il tuono è causato dall’espansione rapida dell’aria riscaldata dal fulmine.
Le piante - Alcune piante possono comunicare tra loro e con gli insetti.
I girasoli - I girasoli seguono il sole durante il giorno e si riposizionano di notte.
Le zanzare - Le zanzare hanno 47 denti.
I cammelli - I cammelli hanno tre palpebre per proteggersi dalla sabbia.
Le tartarughe - Le tartarughe possono respirare attraverso il sedere.
I polpi - I polpi hanno tre cuori.
Le orchidee - Alcune orchidee possono vivere fino a 100 anni.
I ragni - I ragni possono produrre fino a sette tipi diversi di seta.
I serpenti - I serpenti possono prevedere i terremoti.
Le api - Le api possono riconoscere i volti umani.
I cactus - I cactus possono immagazzinare fino a 1.000 litri d’acqua.
I lupi - I lupi possono percorrere fino a 50 miglia in un giorno.
I gufi - I gufi non possono muovere gli occhi, quindi girano la testa fino a 270 gradi per vedere intorno a loro.
Le piante carnivore - Le piante carnivore digeriscono gli insetti per ottenere nutrienti dal loro ambiente povero di sostanze nutritive.
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luigifurone · 3 months
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26. (Lo zoo)
Il gorilla era stanco. Poggiava le chiappe sul cemento. Forse cercava il fresco. In generale non era un granché, lo zoo. Lo avevo visitato qualche volta quando ero piccolo, e poi basta. Ad una certa età mi aveva messo malinconia. La stessa cosa mi era successa con il circo. La tromba di pierrot, lo sguardo annacquato dell’elefante. Allo zoo ci ero tornato solo oggi, in attesa dell’orario di apertura dell’ufficio. Al circo c’ero andato un’altra volta qualche tempo prima, ma ogni speranza era crollata sull’esibizione di un acrobata di mezza età, insostenibilmente pingue, che avrebbe potuto essere mio padre.
Più che altro, qui, erano gli odori a darmi fastidio. Il mio olfatto non è molto acuto, ma mi da una serie di stimoli da non credere. Il profumo dei capelli di una donna: è subito una storia. Il marcio da un bidone della spazzatura e rivivo i pomeriggi afosi del servizio militare. E così via.
Ero appena uscito dal rettilario trattenendo il respiro. Un ambiente chiuso e piccolo e sicuramente non molto ben tenuto. Tra l’altro mi sono sempre chiesto se ai serpenti ed ai gechi bastino, come dimensione vitale, quei parallelepipedi di vetro. C’è il fatto che i rettili non si lamentano, non sentiamo voci, urla, gemiti. Se ci fossero, queste cose, potrebbero avere il loro effetto. Se un gorilla mugugna continuamente, o peggio, strazia coi suoi versi, di sicuro gli cambiano posto, o fanno qualcos’altro. Il pubblico si muove, si emoziona. Il geco invece soffre come meglio può.
Il gorilla si rinfrescava le terga. E io uscivo dallo zoo per respirare un po’ d’aria fresca.
Al bar avevano il solito caffè freddo. Io avrei voluto la granita, di caffè. Anche questo era un ricordo dell’infanzia, quando potevo mangiare la panna, sì, ma il caffè mi era concesso a gocce. Era nero, quel caffè, aveva tutto l’aspetto di una cosa abbastanza tabù, e a me dava l’impressione di una droga cui i grandi erano quasi costretti. Ma con un certo piacere.
Un caffè normale, allora. Mi sono seduto al tavolino rotondo a guardare la fauna che c’era lì fuori. Qualcuno odorava peggio che allo zoo e forse erano anche più stronzi. Mancava un quarto d’ora. L’ufficio era aperto al pomeriggio per due ore. Mi ero deciso ad andarci, ma non è che stessi così male.
“Ufficio persone smarrite”- III° piano. Strano. Mi era capitato più di una volta di trovare gli uffici che cercavo al terzo piano dei palazzi. Chissà perché. Qualcosa di cabalistico. Avevo finito di leggere da poco “La donna della domenica” e così andavo fantasticando se in quegli uffici non stessero succedendo cose strane. Se ci fossero investigatori gay o complici involontari di un omicidio.
I pensieri che si stavano tingendo di rosso si sciolsero arrivando davanti alla porta. Sulla panchina del corridoio lunga tipo ospedale c’era una ragazza dall’aria persa, non una tossica. Almeno non lo avrei detto, ben vestita, senza cerchi blu, solo lo sguardo con qualcosa di indefinito, come se fosse altrove. Mi sono seduto, l’ho ignorata. Appena seduto per fortuna s’è affacciata una signora dalla voce acuta, cordiale, chiedendo di chi fosse il turno, la ragazza è entrata, il prossimo sarei stato io. Meno male. Ciondolavo le gambe nell’attesa, ma non dovetti aspettare molto. La porta si aprì di nuovo, toccava a me.
“Buongiorno!”- fece la donna. “Buongiorno.” “In che cosa posso esserle utile?” “Veramente non so se sono nel posto adatto. Questo è l’ufficio persone smarrite, giusto?” “E-sat-ta-men-te!!! E mi dica, chi cerca, lei?”
La signora era occhialuta. Una leggera montatura rossa. Bionda, sulla quarantina. Grassoccia, ma piacente. Sembrava che la vita non le desse fastidio. Avrei voluto farmi invitare a cena da lei, sembrava una col gusto del mangiare. Prima di darmi il tempo di rispondere si alzò. Prese da un piccolo frigorifero una bibita e la versò in un bicchiere di plastica.
“Ne vuole? Fa così caldo!” “No, grazie.” “Allora mi scusi. Ne bevo solo un sorso. Lei arriva in un momento di calma, ma sapesse che traffico c’è, qui, di solito. Adesso con le vacanze un po’ meno, ma quando ricomincia il tran tran è uno spettacolo. Da non credere, le dico. Tipi di tutti i tipi, non so se mi spiego. Il nostro ufficio serve a tutti!”
Che entusiasmo. Mi domandavo come mai potesse lavorare ed essere così brillante. La bibita è drogata, ecco. O ci deve essere qualcos’altro.
“Immagino cosa stia pensando. Lei è venuto qui col suo cruccio e si chiede perché io me la rida. Credo sia l’abitudine, sa? Un po’ come capita alle infermiere. Se non si anestetizzano un po’, non potrebbero reggere al dolore che incontrano. Per carità, qui è molto meglio, ma insomma, se uno sta lì a pensarci, ecco la tristezza che ti rotola addosso come un’onda, sembra piccola, e poi … ti travolge. E’ già successo, sa? Molti miei colleghi hanno mollato. Io ancora no. Deve solo farmi bere un po’ di succo di frutta, tutto qui.”
Cominciava a starmi sui nervi, ma la sua parlantina mi aveva temporaneamente azzerato. Le lasciai bere il succo giallastro. Quasi quasi m’era venuta voglia anche a me.
“Ecco fatto, mi dica.” “Beh, ecco … la persona che sto cercando … sono io. Credo di essermi smarrito.” “Sì.” “E’ un problema?” “Per carità! Non mi permetterei mai, sono qui per fare il mio lavoro, come le dicevo, e quindi lei ha ogni diritto di cercare chi vuole. D’altronde lei è capitato nel posto giusto. Per fortuna - credo non l’abbia letto sulla porta - questa è la sezione B, proprio quella che cerca lei. La sezione A, che è due porte più in là, si occupa per l’appunto di coloro che cercano altre persone che non siano se stesse. Che so, una donna, il nonno, il cognato. Le cognate veramente non le cerca nessuno! ... Era una battuta, mi scusi. Ci sono anche le sezioni per gli animali e gli oggetti … ma non divaghiamo. In realtà è molto semplice. Vede la porta alle mie spalle? Deve solo entrarci ed il resto è fatto. Poco fa ci è entrata la ragazza che era qui prima di lei.” “Cioè, mi sta dicendo che dovrei solo entrare là dietro e.. potrei ritrovarmi?” “Beh, veramente non proprio. Quella è la porta per le persone che vengono qui perché non si trovano più. Mi pare sia il suo caso, vero? Di sicuro non si muore, là dentro, se è questo che la preoccupa. Oddio, potrebbe succedere, ma d’altronde potrebbe succedere anche se restasse qui. E poi, mi scusi, ma il mio lavoro non si svolge oltre quella porta. Io lo faccio da questa parte. Pensi che una volta avrei voluto diventare una cantante lirica, ma tant’è, il lavoro è lavoro. Canto ancora qualche volta … a casa mia, si intende. Ad essere sincera domani ho le prove per un coro, sono emozionatissima!!! Speriamo che mi prendano. Quindi, le dicevo, se lei ritiene che la sua vita sia smarrita, non ha che da entrare.”
Beh, era un discorso strano, ma mi piaceva. Finalmente un posto dove andare, e poi, era chiaro, era proprio il posto per me. Non sarei morto. Forse. Di sicuro c’era almeno una ragazza e forse tanti altri, a quanto pareva. Le scorte dell’inverno. Quello che mi interessava più di tutto era entrarci e smetterla di aggirarmi come un grumo di fango senza aver trovato qualche sapore nei miei giorni. La mia vita non mi piaceva, era sciapa come una zuppa riuscita male, di quelle che preferisci mettere da parte piuttosto che ingoiare.
“Ha ragione.” – le dissi – “E’inutile che le faccia perdere tempo. Buongiorno.” “Arrivederla.”
La porta si aprì su una superficie sconfinata. Era come essere entrati in un gigantesco hangar. L’aria era leggera, non odorava di nulla. C’era tantissima gente, come in una fiera di paese, ma parlavano tutti a bassa voce. E tutti si muovevano in cerchio, lentamente, anche se forse era una mia impressione. C’erano persone di tutti i tipi e di tutte le età. Anche qualche bambino. Non ci avrei giurato, ma l’aria sembrava opaca. Le persone più lontane, infatti, camminavano in un velo lattiginoso. Non c’era altro da fare e mi misi a camminare in cerchio anch’io. Una domenica mattina. La passeggiata al centro. Una certa indifferenza. Sì. La cosa mi colpì. Questa gente non era felice. Ma nemmeno infelice. Era …  eh, già. Era smarrita. I discorsi che si facevano erano uguali a quelli che si sentivano fuori, tanto che dopo un po’ m’ero quasi dimenticato di arrivare da un ufficio, da un altro mondo. E quel fatto di camminare così sommessamente, che, devo dire, non dava capogiri, alla fin fine era pur sempre qualcosa.
Poi mi venne un prurito al naso ed ebbi la sensazione di essere dentro ad un qualche inganno, senza poter dire di più. Mi girai allarmato. La porta da cui era entrato si distingueva appena. Avevo camminato abbastanza, in così poco tempo, da averla già quasi persa di vista? Non volevo più restare lì. Beh, era un posto orribile. L’aria non odorava di nulla, ma non era fresca. Non mi andava bene. Non mi andava ancora bene. Provai a correre, ma facevo fatica. Sì. Si faceva fatica a muoversi velocemente, in quel posto, specialmente al contrario. Era come risalire una scala mobile nel verso opposto, con la folla premuta addosso. Comunque mi misi a correre, spaventato. Corsi anzi come un pazzo, per quanto possibile. La porta era ancora lì. Nessuno mi fermò.
“Oh, bentornato!!!” – m’accolse lei. “Gra.. .grazie.” “Come è andata? Qualcuno ritorna, sa? Dicono che non è male, ma insomma …” “Già …”
Ci fu un silenzio fermo, d’attesa, lei mi fissava come se io avessi da dire ancora qualcosa. E infatti:
“Mi dica … perché c’è quella porta?” “Uh, che domanda. L’importante è che ne sia uscito, non trova? Vuole un po’ d’acqua?”
Lo zoo era ancora aperto. Avevo i sensi spalancati, non so perché. Dovetti farmi forza per non aprire tutte le gabbie.
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Panda e oranghi scartano i regali di Natale nello zoo di Beauval
Gli animali hanno aperto scatole di regali contenenti dolcettisource
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7ostinthedream · 6 months
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Io e Redacted decidiamo di andare in Giappone... in macchina. Quindi carichiamo tutto, prendiamo Coco e partiamo ma sulla strada ci fermiamo a Mirabilandia perché hanno aperto un pop-up store/cafè a tema One Piece. Entriamo in questo area che sembra uno zoo alla Zoo Tycon e ad accoglierci c'è questo guardaboschi (ieri ho guardato X-Files) che si scopre essere un amico di Redacted, perciò ci fa vedere gli animali strani che girano a zonzo, tutti provenienti dall'universo di One Piece. Arriviamo davanti ad una casina in legno che è il cafè vero e proprio e loro due entrano per prendere un caffé e mi lasciano fuori da sola, a quel punto inizio a sentire dei guaiti e noto che Coco sta cercando di scappare da questo struzzo enorme, più grande di una giraffa, cerco di prenderla in braccio ma lo struzzo la afferra tra il becco ed inizia a scuoterla e schiacciarla, io cerco di dargli dei pugni ma non arrivo alla testa dell'animale e non posso far altro che continuare a guardare la scena.
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lamilanomagazine · 8 months
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Luciano Ligabue in concerto, martedì 24 ottobre, al Brixia Forum di Brescia
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Luciano Ligabue in concerto, martedì 24 ottobre, al Brixia Forum di Brescia, nell'ambito del nuovo tour nei principali palasport italiani. Una scaletta diversa per ogni concerto, in cui oltre ad alcuni brani contenuti nel nuovo album "DEDICATO A NOI", non mancheranno le hit più amate dal pubblico e tante sorprese che renderanno ogni concerto unico. Sul palco Luciano Ligabue sarà accompagnato da "IL GRUPPO": Fede Poggipollini (chitarra), Niccolò Bossini (chitarra), Max Cottafavi (chitarra), Luciano Luisi (tastiere), Ivano Zanotti (batteria) e Davide Pezzin (basso). Di seguito le prossime tappe del tour, prodotto e organizzato da Friends&Partners e Riservarossa: 20 ottobre 2023: BOLOGNA – UNIPOL ARENA 24 ottobre 2023: BRESCIA – BRIXIA FORUM 27 ottobre 2023: PADOVA – ARENA SPETTACOLI PADOVA FIERE PAD. 7 28 ottobre 2023: PADOVA – ARENA SPETTACOLI PADOVA FIERE PAD. 7 30 ottobre 2023: RIMINI – STADIUM 3 novembre 2023: ANCONA – PALA PROMETEO 4 novembre 2023: ANCONA – PALA PROMETEO 6 novembre 2023: PERUGIA – PALA BARTON 7 novembre 2023: PERUGIA – PALA BARTON 10 novembre 2023: MILANO – MEDIOLANUM FORUM 11 novembre 2023: MILANO – MEDIOLANUM FORUM 13 novembre 2023: GENOVA – STADIUM 14 novembre 2023: GENOVA – STADIUM 16 novembre 2023: LIVORNO – MODIGLIANI FORUM 18 novembre 2023: ROMA – PALAZZO DELLO SPORT 19 novembre 2023: ROMA – PALAZZO DELLO SPORT 21 novembre 2023: EBOLI – PALA SELE 22 novembre 2023: EBOLI – PALA SELE 24 novembre 2023: BARI – PALA FLORIO 25 novembre 2023: BARI – PALA FLORIO 27 novembre 2023: REGGIO CALABRIA – PALASPORT 28 novembre 2023: REGGIO CALABRIA – PALASPORT 30 novembre 2023: MESSINA – PALARESCIFINA 1 dicembre 2023: MESSINA – PALARESCIFINA I biglietti sono disponibili su Ticketone.it e nelle prevendite abituali. Per info: www.friendsandpartners.it / barmario.ligabue.com RTL 102.5 è media partner del tour di Ligabue. "DEDICATO A NOI" (Warner Music Italy), il nuovo album di inediti di LUCIANO LIGABUE, ad una settimana dall'uscita, è entrato direttamente al primo posto della classifica ufficiale FIMI/GfK degli ALBUM e dei VINILI più venduti. "DEDICATO A NOI" (https://ligabue.lnk.to/dedicatoanoi) è il quattordicesimo album di inediti e la venticinquesima uscita discografica della sua carriera ultra-trentennale. È disponibile in digitale e nei formati fisici CD, CD deluxe, vinile, box numerato (in esclusiva per Warner Music Italy Shop), doppio vinile blu (in esclusiva per Amazon.it), doppio vinile giallo (in esclusiva per la Discoteca Laziale), doppio vinile rosso (in esclusiva per Feltrinelli) e doppio vinile verde (esclusiva Indie). Le versioni doppio vinile colorato contengono la bonus track "Non cambierei questa vita con nessun'altra", brano pubblicato a maggio 2022 con cui Luciano Ligabue ha aperto l'evento "30 ANNI IN UN GIORNO" tenutosi il 4 giugno 2022 all'RCF Arena di Reggio Emilia (Campovolo). Come per tutti i suoi dischi, Luciano Ligabue ha firmato testi e musiche di "DEDICATO A NOI", album prodotto da Luciano e Fabrizio Barbacci, coprodotto da Niccolò Bossini, con la produzione esecutiva di Claudio Maioli per Zoo Aperto. Oltre ai due singoli che hanno anticipato l'uscita dell'album: "Riderai" (online il video lyric del brano, con la regia di Arnaldo Catinari e il montaggio curato da Riccardo Guernieri).  "Una canzone senza tempo" (online il videoclip, per la regia di Bendo - Lorenzo Silvestri & Andrea Santaterra) "DEDICATO A NOI" contiene "Così come sei", brano presentato in anteprima live a luglio in occasione dei concerti allo Stadio San Siro di Milano e allo Stadio Olimpico di Roma. Questa la tracklist di "DEDICATO A NOI": "Così come sei", "La parola 'amore'", "La metà della mela", "Dedicato a noi", "Musica e parole", "Una canzone senza tempo", "Quel tanto che basta", "Niente piano B", "Chissà se Dio si sente solo", "Stanotte più che mai" e "Riderai". Registrato e mixato da Paolo Alberta presso Zoo Studio a Correggio (Reggio Emilia) con registrazioni e missaggi addizionali a cura di Guglielmo Ridolfo Gagliano e masterizzato da Greg Calbi e Steve Fallone presso Sterling Sound a New York City, l'album "DEDICATO A NOI" è stato suonato da Luciano Ligabue (chitarre e tastiere), Lenny Ligabue (batteria e cori), Niccolò Bossini (chitarre, basso e cori), Guglielmo Ridolfo Gagliano (basso, tastiere, pianoforte e cori), Fabrizio Barbacci (chitarra acustica e cori) e Paolo Alberta (percussioni) a cui si sono aggiunti per alcuni brani Max Cottafavi (chitarre in "Così come sei", "La parola 'amore'", "Musica e parole", "Una canzone senza tempo", "Stanotte più che mai" e "Non cambierei questa vita con nessun'altra"), Fede Poggipollini (chitarre in "La metà della mela" e "Niente piano B") e Luciano Luisi (pianoforte in "La metà della mela", "Dedicato a noi", "Musica e parole", "Quel tanto che basta", "Chissà se Dio si sente solo", "Stanotte più che mai" e "Riderai", tastiere in "Chissà se Dio si sente solo" e cori in "Dedicato a noi"). Dopo aver suonato in "Taca banda" ("Arrivederci, mostro!", 2010) e sul finale de "La cattiva compagnia" ("Start", 2019), per la prima volta Lenny Ligabue, il primogenito di Luciano, ha suonato la batteria in tutti i brani di un album del Liga. Per "DEDICATO A NOI" è stato anche assistente alle registrazioni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 11 months
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Lumen Light Fest 2023 a Convensano
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Tra 150 paralumi vintage, 60 lanterne artistiche, 15 designer per 10 installazioni è da non perdere la seconda edizione del Lumen Light Fest nel centro storico di Convensano, in Puglia, dove, fino al 31 agosto il percorso artistico a cielo aperto consentirà ai visitatori di godere di suggestivi scorci del borgo illuminati nel cuore della notte. L’evento è stato ideato dei rappresentanti istituzionali del Comune di Conversano con il vice sindaco Roberto Berardi e l’assessore al turismo e alla cultura Katia Sportelli; per la BCC di Conversano, main sponsor dell’evento, il presidente Tonino Laruccia, e i rappresentanti dell’Associazione Fatti di China, organizzatrice dell’evento con tutti gli artisti coinvolti. Le dieci  installazioni sono anche visioni diverse di interpretare l’arte e la luce, dando significato e invitando anche alla riflessione. Partendo da Arco Carelli il visitatore incontra i paralumi vintage di Local Frames e poi i secchi colorati di Pino Incredix pronti a ricreare un cielo colorato per far divertire ma anche per far riflettere sull’importanza dell’acqua. Ci sono poi le grandi lanterne fatte di luminarie e una grande coda da pavone che aspetta il visitatore, permettendo ai passanti di portare, con una foto, la bellezza delle luci di Francesco Laruccia. Infine, passando da via Marcucci e giunti in villa Garibaldi, l’arte luminosa che si fa imponente con una serie di opere, Luigi Console e Mariangela Distante, reduci dal successo al Light Festival di Amsterdam,  che presentano Diachroic Diamonds, due diamanti realizzati con vetri colorati e materiale dicroico per creare un’esperienza visiva unica, dove un diamante si trova sulla fontana monumentale e l’altro in una nicchia della torre Sante Simone, mentre combina luce, colore e cartapesta invece l’installazione Aria,  firmata da Paolo Mastrangelo, maestro cartapestaio di Putignano, che propone un viaggio nella vita con i suoi alti e bassi, stelle e nubi e per godere dell’esperienza il visitatore è invitato a posizionarsi al centro dell’opera. Dopo il successo dello zoo luminoso dello scorso anno, i creatori di Officina Chiodo Fisso hanno realizzato un elefante di luci alto 8 metri che domina, al centro, Villa Garibaldi, quasi trasparente di giorno, che si accende al calar del sole di una luce che invita a riflettere sulla maestosità della natura e dei suoi abitanti, della sacralità di ogni specie, di vita e solennità. Ogni installazione è accompagnata da un QR Code che permette al visitatore di approfondire l’opera. Read the full article
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circusfans-italia · 1 year
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GLI ELEFANTI DEL CIRCO ORLANDO ORFEI (Argentina, 1992): Il Video
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GLI ELEFANTI DEL CIRCO ORLANDO ORFEI (Argentina, 1992): Il Video Un video risalente al 1992 ci mostra gli elefanti del Circo Orlando Orfei nel programma tv "Pan Y Mantecas" durante la permanenza a Cordoba in Argentina. Lo stesso programma trasmise anche l'ultimo numero di leonesse di Orlando Orfei (GUARDA IL VIDEO) e il numero degli orsi polari presentato da Jorge Marzer (GUARDA IL VIDEO). GUARDA IL VIDEO Come ricordato in occasione delle precedenti pubblicazioni e ricostruito anche grazie alle preziose testimonianze del figlio Alberto, il Circo Orlando Orfei si trasferì in Brasile alla fine di marzo 1968 portando con sé inizialmente i leoni di Orlando, orsi, e altri animali minori, la plastica dello chapiteau e un gruppo di artisti, con l’idea di una tournée che sarebbe dovuta durare solo qualche mese.
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Spettacolo del Circo Orlando Orfei nel carcere Frei Caneca di Rio de Janeiro nel 1971 (Foto Alberto Orfei) I piani cambiarono con la rivolta civile e la fuga dei soci di Orlando con gli incassi. Orlando fu costretto a rimanere in Brasile e a costruire un circo quasi da zero. Resosi conto del mercato che gli si stava aprendo in America Latina, dove le sue competenze e il suo carisma lo stavano rendendo una star e un imprenditore avanti rispetto a tutti quelli già presenti in sud America, rinunciò a tornare in Italia dove nel frattempo i circhi dei nipoti Liana, Nando, Rinaldo e Moira erano cresciuti molto, Miranda aveva aperto un proprio complesso con i figli Daniele e Massimo, e avevano iniziato a proliferare i circhi con l’insegna Orfei. Per un mercato italiano che si chiudeva, dunque, se ne apriva uno molto più appetibile in America Latina.
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Theo Jostmann negli anni Ottanta presenta gli elefanti del Circo Orlando Orfei Così decise di completare il trasferimento in Brasile. Si fece raggiungere dal resto della famiglia rimasta in Italia e nel 1971 fece portare in Brasile anche gli elefanti che nel frattempo aveva riaffidato a Eire Klant-Hagenbeck (che li fece lavorare in altri circhi sotto la guida dei coniugi Ingrid e Andrée Beilfuss), commerciante di animali, addestratore e proprietario della scuola di addestramento nonché zoo aperto al pubblico a Cauberg in Valkenburg nei pressi di Maastricht (Olanda). Klant fu sin dagli anni Sassanta fino alla sua scomparsa collaboratore e anche socio di Orlando in alcune imprese e affari. Gli elefanti Semba, Aida, Taruca, Nelly arrivarono dunque nel 1971 a Santos (nello stato di San Paolo) al seguito degli addestratori tedeschi Bernard e Theo Jostmann, collaboratori di Klant, che rimasero per tanti anni con Orlando. I gemelli Jostmann avevano in carico anche i cavalli.
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Gli elefanti di Orlando Orfei durante una delle tappe dell'attraversata della Foresta Amazzonica raccontata da Alberto Orfei ne "Il Grande Viaggio" (Foto A. Orfei) Successivamente alla chiusura del Parco di Cauberg in Valkenburg Klant portò in Brasile altri 3 elefanti più giovani, addestrati sempre dai Jostmann, Bambi, Jenny e il maschio Sandro (che nel 1982 sarà fermato allo zoo Sorocaba).
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Orlando, la moglie Herta, Mario, Federico, Isabella, Gabriella e Viviana Orfei con i 4 elefanti Bernard Jostmann rientrò in Europa dopo qualche anno e tra la fine degli anni Settanta e la seconda metà degli anni Ottanta lo troviamo al Circo Moira Orfei dove addestra cavalli e presenta la libertà. Theo con la famiglia, invece, rimase in Sud America, lavorando per Orlando.
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Il Circo Orlando Orfei nel 1992 a La Plata (Argentina) Negli anni Novanta è ancora Theo Jostmann a occuparsi degli elefanti di Orlando Orfei. Nel 1992 anno a cui si riferisce il video che vi proponiamo in questa pagina, messoci gentilmente a disposizione dall’amico e corrispondete messicano Juan Pablo de la Cruz, vediamo gli elefanti Bambi, Aida, Semba e Jenny accompagnati nello studio di Pan Y Mantecas da Theo Jostmann, il figlio Alejandro (oggi addestratore di cani barboni, dopo la lunga permanenza negli anni Duemila al Circo Moira Orfei) e da Jorge Marzer che presenterà gli ultimi elefanti fino alla chiusura del Circo Orlando Orfei intorno al 2003.
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Mario Orfei con gli ultimi due elefanti Aida e Bambi nei primi anni Duemila Degli elefanti che abbiamo menzionato in apertura, Taruca sarà lasciata nel 1991 allo zoo di Cordoba in Argentina e morirà nel 2013. Semba sarà ceduta al Circo brasiliano Torricelli; Aida muore nel 2000 a 62 anni. Alla chiusura del Circo Orlando Orfei Bambi (1967) viene rilevata dal Circo Magico Moscou e poi viene fermata allo zoo Zooparque Itatiba dove risulta essere ancora in vita all’età di 56 anni.
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Riguardando il video proviamo una certa emozione a rivivere l’euforia che trasmettono i conduttori. Se pensiamo oggi agli studi televisivi, piccoli e con un’altezza che sovente impedisce anche a un verticalista di esibirsi sembra davvero impressionante portare 4 elefanti davanti alle telecamere e a un pubblico vociante e numeroso. Si capisce davvero l’evento di quel momento e anche l’eco mediatica di quella partecipazione volta a promuovere la permanenza del Circo Orlando Orfei a Cordoba.
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Jorge Marzer presenta gli ultimi elefanti al Circo Orlando Orfei
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Testo Dario Duranti Video Juan Pablo de la Cruz
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GUARDA IL NUMERO DI LEONI DI ORLANDO GUARDA IL NUMERO DI ORSI POLARI GLI ELEFANTI DEL CIRCO ORLANDO ORFEI (Argentina, 1992): Il Video   Se questo articolo ti è piaciuto condividilo sui tuoi social utilizzando i bottoni che trovi qui sotto Read the full article
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lozoodisimona · 1 year
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Sembrerebbe una foto normale questa, ma non lo è. Non si riesce neanche a definire quante cose contiene del mio piccolo mondo antico: l’amicizia ed il bene e la continua collaborazione con @calzuolilab, i progetti e le visioni (e la mania per i pattern), come sono arrivata ai tessuti grazie a @umbriazest, la poltrona vintage riscattata da un gruppo Facebook, tenuta per anni in un angolo e poi riportata a nuova vita, CiccioValentino il Premio San Valentino dell’anno scorso intitolato a Marco Collazzoni e tutte le volte che oramai creiamo “Unconventional Presepi” con @francoprofili 🤦‍♀️ Il piccolo trono con i corni rossi fatto, totalmente di sua sponte, dal mitico Zio Ezio, perché oramai, a casa mia, non devo chiedere niente e tutto si colora di Zoo improvvisamente 😻 Goldrake e Maradona, con l’antica tecnica della cartapesta del 1500 e Leonardo, uno degli ultimi in città che ancora persegue questa tradizione facendola vivere accanto ai miei quadri. Il murales di fondo, l’uso del verde, delle resine, il fatto di aver progettato un nuovo bar automatico, e @venturi_vending che ti permette di usare il suo shop, fintanto che non è aperto, come rimessa per Gli Edicolarti. La foto improvvisa di @laurapriami a ricordarti quanta strada hai fatto negli ultimi 12 anni, da sola ma mai sola. Gli amici. Il senso della sopravvivenza. Mia figlia. 🫀 (Ci vediamo alle 18 a Piazza Dalmazia con la presentazione del libro di @alessandro_eiaculazio “Viaggiando mi sento a casa”, e con la tromba di @toni.micori (presso Piazza Dalmazia) https://www.instagram.com/p/CmYS04fN6pE/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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rebeldream-yeah · 7 years
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astronomy-passion · 3 years
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E’ stato appena aperto un nuovo parco zoologico a detta di molti paragonabile al Jurassic Park! 
Qua in allegato potete vedere l’enormi dimensioni del parco dotato ben di 1,947 milioni di creature!
ecco qui il link dove potrete leggere tutte le informazioni riguardanti lo zoo: https://portale.regione.calabria.it/website/governo/
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de-preoundis · 3 years
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Alice was beginning to get very tired of sitting
Ok ok ok ok questo blog è stato aperto per caso in un momento di noia a caso e dubito che sarà mai letto da qualcuno ma non importa, voglio scrivere merlate MIO DIO già incominciamo male con il correttore automatico che cambia "merdate" con "merlate"; che c'è google, hai problemi con parole poco simpatiche?  Non banni un simpaticone con un cappello da ritardato che riprende un uomo impaccato in una foresta ma modifichi le parolacce portandomi alla soglia delle bestemmie? Ok ok ok ok.Comunqueeeeee stavo dicendo che voglio lanciare golose manate di merda nello spazio freddo e blu come le profondità dell'acqua del mio cesso quando mia madre lo inonda di sostanze chimiche sconosciute che prima o poi, quando sarò adulto (brrrrr che paura), mi toccherà imparare ad usare. Non sapevo neanche cosa fosse Blogger, questa roba è più vecchia di me, ma l'ho trovato ruzzolandomi a bocca spalancata nel fango infinito di internet, e mi è sembrato fantastico da subito! Un meccanismo semplice quanto una corda ed un tutorial su YouTube su come fare un cappio che mi permetterà di raccontare le mie storie oleosamente autistiche e di farle leggere a qualsiasi anima dannata che si troverà qua. Skkkkkk skaaaaaa skkkkkyyyyyy prova prova siamo sintonizzati? OK Computer, fammi scrivere che in questa storiella c'è una certa discrepanza temporale, ho incominciato a scrivere questo blog mentre ero così ubriaco di noia da vomitare inedia tra la testiera del mio laptop, precisamente, non ho idea che momento fosse, per quanto mi possa sforzare di stuprare con la lente di ingradimento il blocco di ambra in cui siamo tutti intrappolati, il  non afferrano proprio che giorno ora secondo fosse: la mia corteccia destra dorsolaterale é in vacanza a quanto sembra. So, o almeno intuisco, che ci sia il modo di smanettare un po' e capire quando ho messo piede per la prima vola in questo poligono di tiro virtuale incominciando a sparare colpi di inchiostro virtuale nelle vostre cervella virtuoreali, ma sono pigro. Lo dicevano sempre i professori a scuola, ma non ci credevo, non ci credo, mai creduto, lo giuro; mi piace dire che ero poco stimolato, come un prigioniero della CIA che viene inchiodato al muro della sua cella e costretto a cagarsi addosso in un pannolone di fortuna fatto con scotch da pacchi industriale ma che si ostina comunque a non parlare: poco stimolato. Brancolo nel buio, mi rotolo a bocconi sulle pareti delle mie tempie e stiro le braccia avanti in cerca di fortuna, effettivamente trovo qualcosa: posso diro con la sicurezza di un'ubriaco alla guida di un bolide che incominciai a scrivere prima della maturità.Ah, la maturità, divertente gioco di prestige della cultura italiana: come rendere una visita dal dentista l'evento più importante nella vita di migliaia di persone. Un' incombenza burocratica fine a se stessa, completamente inutile, che non avrà nessuna ripercussione sul futuro, eppure sembra questa grande serata di gala, ne parlano persino i TG.  Pasolini sarebbe divertito da un simile giochetto: una mano ti inganna con le carte, l'altra ti stupra il carattere. Comunque munque unque que ue eeeeeeeeeee........................ Un animale allo zoo, sì, ecco un animale allo zoo, questo volevo dire, questo non volevo essere: ero lì davanti la commissione seduta tutta in cerchio ed io al centro, un bukkake intellettuale, e incomincio a sciorinare la mia tesina scritta in fretta e furia in un giorno di cui non vado molto fiero, mi riferisco alla tesina, ma anche di quel giorno non sono particolarmente fiero a dire il vero. Invece di studiare mi ero fissato con una roba alquanto inquietante e alquanto da stalker, ma ne è valsa la pena, è stato divertente, ed ha inspirato una delle storie che ho in mente di scrivere. O forse è solo quello che mi voglio ripetere per giustificare il tempo perso e quel mio agrodolce comportamento da maniaco... Continuo a pensare che ne sia valsa la pena. Alla fine faccio quello che dovevo fare, i prof mi fanno sentire a disagio per il mio essere un allein Mensch perché non avevo portato alcun testimone (a dire il vero non ci avevo neanche pensato con il retro del mio cervello, ho realizzato di averne bisogno 5 minuti prima dell'inizio dell'esame) e insomma, entro, spaccano il mio Es, ciao.Torna a casa, raffica di domande dai miei, slalom tra i proiettili, mi strappo la puzza di dosso facendomi una doccia, mi vesto in maniera fantastica come faccio (quasi) sempre, e mi vedo con i miei amici di scout. C'è un tipo che amo (in senso etero, naturalmente) che se ne andato in Trentino e torna in questa fogna ogni tanto, ed ogni volta ci becchiamo con gioia, cioè con l'alcol. Quello era il giorno della gioia. Allora ci vediamo, ci incontriamo a subaugusta, prima ci sediamo sulle panchine lgbt lì vicino finché non arriva Polentone (il mio bro dal trentino) e quindi eravamo in 5: Io, Ste, Polentone, Giulia e Greta. I nomi sono fittizi, naturalmente: voglio mettere dei nomi, ma non so se sia legale scrivere i loro veri nomi senza il loro consenso, quindi nomi falsi nel dubbio (anche se questa roba non verrà letta da nessuno, probabilmente).La polenta è pronta e allora andiamo dentro al centro commerciale, CinecittàDue, il tempio del natale: quando addobbano l'alberone natalizio nel mezzo del centro commerciale, può dire che il natale è giunto a Roma. Ma non era Natale purtroppo (Inverno, ti amerò sempre), era estate e quindi siamo andati al baratto con terrazza all'ultimo piano di CinecittàDue e prendiamo da bere. Non preoccupatevi: 4 coca-cole e una Sprite, tutte rigorosamente annaffiate con cubettini di ghiaccio mordente.Parliamo del più, del meno, di nuovo del più e Polentone ci dice che a settembre ci sarà il suo 18esimo io e Ste proferiamo subito la fatidica domanda: "E le ragazze?".Allora ci sciorina i profili instagram e le foto delle tipe che saranno alla festa e analizziamo il tutto con rigore galileiano; un po' eravamo goliardici, un po' eravamo seri, come possono essere seri dei lupi davanti a dei cartonati a forma di pecore.Insomma, niente male, specialmente una di cui chiedo maggiori informazioni per motivazioni scientifiche e ottengo informazioni interessanti: alla tipa piace l'indie, non Phil Elverum (male) ma Calcutta (malissimo), e piace il black humor, così tanto che ha fatto un cosplay di Stefano Cucchi. Una personcina frizzante .
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tarditardi · 4 years
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Paolo Noise fa scatenare il Bowling Seventies - Cerasolo (RN)... e si entra gratis!
Sabato 8 febbraio 2020 al Bowling Seventies di Cerasolo - Rimini, arriva un personaggio davvero divertente e conosciuto in ogni parte d'Italia grazie ad un'esperienza radiofonica decennale: Paolo Noise. Dalle 22 uno dei personaggi simbolo di Radio 105 e del celeberrimo programma Zoo di 105 (insieme a Marco Mazzoli) regala infatti la sua energia e il suo buonumore agli ospiti dell'entertainment multicentre di Cerasolo.
La serata è a ingresso libero e c'è come sempre la possibilità di cenare al Bowling Seventies scegliendo tra tante appetitose proposte.
Dietro al microfono alla radio e in console Paolo Noise è un vulcano di energia e capacità di far scatenare il pubblico. Ecco come si racconta sui social: "faccio il dj alla radio da 20 anni, faccio il dj in discoteca da 25, faccio la tv da 18, faccio il cinema da 4, faccio il produttore di musica dance da 20, ho lavorato in Rai, in Mediaset, a Radio Deejay, a Radio 105. E faccio lo Zoo di 105…". Poi Paolo, che sa sempre essere spiritoso, si lascia andare ad una parola un po' forte, che suona meglio urlata che scritta... Ma chi lo conosce sa che in fondo, dietro tanta ironia tagliente, c'è un vero professionista del divertimento.
Altri eventi in questo periodo in programma al Bowling Seventies?
6/2 Giovedì Latino con Romoletto e l'animazione Gran Caribe...
7/2 Venerdì Zebra e Pois dal vivo Le più belle canzoni di sempre, gli intramontabili successi di Mina, Rita Pavone, Caterina Caselli, Patty Pravo, Nada, Gianni Morandi, Adriano Celentano, Massimo Ranieri e altri ancora, uno show unico e coinvolgente.
Bowling Seventies
Via Ausa, 101 – 47852 Cerasolo (RN) Aperto ogni giorno dalle 17 alle 1 (dal giovedì al sabato fino alle 2:30) Sala slot aperta già dalle 8:30 www.bowlingseventies.com, [email protected] info e prenotazioni 0541.759376, 328.0236222 https://www.facebook.com/BowlingSeventiesCerasolo/ https://www.instagram.com/bowling_seventies/
Cos'è Bowling Seventies
A Rimini, il Bowling Seventies di Cerasolo è uno dei più grandi e completi centri di divertimento. E' il luogo ideale per divertirsi con gli amici  o in famiglia con feste, compleanni, eventi e cene aziendali, cene scolastiche, dopocena e aperitivi fra amici. Aperto ogni giorno dalle 17 alle 1 (dal giovedì al sabato fino alle 2:30), ha un ampio parcheggio ed è un ambiente accogliente per adulti e bambini. A disposizione degli ospiti bowling, short bowling, carambole, sala slot machine, sala giochi, video games e un favoloso Play Park. Le 9 piste da bowling  in legno luccicano come quelle americane, grazie alla lavorazione del legno. Grazie poi ad un grande maxischermo multimediale e alle piste lunghe ben 18 metri, dotate di sponde per bambini, il divertimento è assicurato, per tutti. Bowling Seventies è poi anche pizzeria, ristorante e paninoteca con menù per tutti i gusti e tutte le età. Tra i fornitori di Bowling Seventies ci sono molti produttori di eccellenze romagnole, mentre il primo pizzaiolo è Felice Di Maggio, più volte sul podio al 18esimo Campionato mondiale di pizza piccante svoltosi a Scalea (CS) con la partecipazione di oltre 300 concorrenti provenienti da tutto il mondo. E per i più piccoli? Non mancano truccabimbi, baby dance, spettacoli e animazione. Bowling Seventies organizza pure feste di compleanno e pensa anche alla torta.
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Tokyo, strage di scoiattoli. Lo zoo apre un'inchiesta interna
AGI – Trentuno scoiattoli morti in breve tempo. Uno zoo di Tokyo ha aperto una inchiesta interna per accertare le cause della morte dei roditori. Il sospetto è che gli esemplari siano stati uccisi dai trattamenti usati per combattere i parassiti. Il 4 dicembre, infatti, come precauzione sanitaria, i custodi dello zoo del parco Inokashira hanno iniettato agli animali medicinali antiparassitari,…
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aikerbicosyudu · 5 years
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non dormire
Sto troppo male 
Nella testa c’è un lampo, un pensiero; “scrivi” 
Lo sto facendo ma non sembra abbastanza.
A me non sembra mai niente abbastanza. 
Più droga, più cibo, alza il volume, dammi un’altro bacio, dammi più , andiamo lì, è più bello.
Ho lasciato fare al mio istinto, al mio modo di essere, ero completamente dentro me stesso e allo stesso tempo attento a quello che avveniva intorno a me, le persone, prima la scuola, poi le giornate fuori dall’edificio per la città, mi sono riversato in mille piazze, ho stretto mille mani e anche più, ascoltato i ricchi, i poveri, i pazzi, gli psicopatici, quelli simpatici e quelli spocchiosi, mi sono sempre fidato di quello che avrei pensato di fare, la conclusione è che ho fatto bene. 
Sono coraggioso e testardo, voglio la luna, Caligola senza impero. 
Ho vissuto una vita piena, mia madre dice che ho spezzato la catena che legava lei e mia nonna, ho detto no, faccio come voglio io. 
Oggi mio padre se n’è andato, come in un film. 
Oggi ho continuato la mia decisione di non andare a forcella, ero a pezzi, male alle ginocchia, irrequietezza, le gambe che ballavano impossessate, le lenzuola troppo calde, poi troppo fredde, sudare come maiali che stanno per essere squartati, c’era Linda però, è la prima volta che mi salvano così, ha mantenuto la promessa, mi ha stretto a se, il suboxone mi ha salvato, senza che cazzo avrei fatto? Che giornata, tutto dietro l’altro, alle diciannove ecco qua, esco dalla stanzetta, acqua, cena e nel salotto è cambiato tutto, valigie, valigie piene, qualche scarpa, zainetto Invicta, è esplosa una bomba in un bagaglio? L’armadio ha vomitato? No, tuo padre se ne sta andando e non vi ha detto un cazzo, non ho realizzato subito, non diceva niente, non ha detto niente finché mia sorella non ha sbottato dicendo di essere incredula, si è chiusa in camera hanno parlato, prima ci ha chiamati in camera dove dormiva con mia madre, ero di spalle, non volevo guardarlo 
“ la situazione è insostenibile ragazzi” L’avete creata voi 
“ Non posso più restare” Vaffanculo, avvisa 
Parla di quello che è successo lunedì e mercoledì, lo odio ma è mio padre .
Lo aiutiamo a portare le mille valigie all’automobile, in ascensore ci abbracciamo, pensavo che sarebbe stato meglio se mia sorella fosse scesa con lui, però non è stato così lei si rivolta verso le scale e prima di sillabare era già lì sulla rampa, lui mi stringe, io ho le braccia molli, le gambe molli, il cervello sciolto:
“ Vado a prendere l’auto” 
Rimaniamo nell’androne, un’attesa infinta come quando aspetti notizie dalla sala operatoria.
Scende qualcuno col cane, altri con la valigia, mia sorella ed io, uniti ma distanti nel nostro pudore, nella nostra poltrona di dolore personale, usciamo e via sgrallelli è più buia e umida del solito, l’auto dove partivamo per le vacanze con gli abbaglianti gelidi puntati sulla strada, il portabagagli aperto, una valigia, due, tre, è finita Iago, è finita, mi ripeto, ci abbracciamo tutti e tre, stretti, poi lui e mia sorella, ci abbracciamo di nuovo, ll’odio non ha ancora consumato tutto l’amore della procreazione
“Non aver paura papà” 
“Scrivetemi una lettera” dice 
“Se ti scrivessi una lettera ci sarebbero solo parolacce”
Ridiamo, una risata amara che sa di ferro stantio.
“Sabato ci vediamo, andiamo dove volete” 
“Facciamo un picnic” dico e ci credo, ma ora le parole si cancellano come se non avessero nessun valore. 
La macchina si mette in moto, papà se n’è andato.
Quando tornava da lavoro ed ero piccolo nel momento in cui varcava la soglia della porta io ero già lì: “è arrivato papà” 
La domenica, guardavo su rai tre, è domenica papà e sognavo anch’io di saltare sulla pancia di papà e di essere scorrazzato allo zoo o chissà dove, ma non potevo saltargli sulla pancia perché papà se lo tocchi mentre dorme, salta in aria, si spaventa e non ha voglia di scorrazzarmi, gli piacciono le passeggiate per il Vomero, i compromessi tra me e lui.
Quando varcavo io la soglia a quattordici anni in netto ritardo, mi aspettava per le mazzate. 
A sedici anni era semplicemente non mi rompere il cazzo e quei ricordi schifosi. 
A diciannove non ci parliamo, vomito sangue e rabbia, mi fa schifo, come può mentire così, trattare la mamma così, a diciannove anni lascia la barca papà.
Io non piango davanti a mamma e a Lauretta, le assecondo le tranquillizzo, ci confidiamo con la mamma:
“Mamma vado al sert” 
“Sono fiera di te, mi hai sempre dimostrato di potercela fare, voglio solo che tu sia sereno, non preoccuparti per i soldi ce la facciamo” 
Ce la faremo mamma, promesso, dammi il tempo.
La mia vita è cambiata.
Non sono più un ragazzino, non posso più esserlo. 
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blogmusic-it-blog · 6 years
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Il docufilm di Luciano Ligabue in onda su Rai Uno
LUCIANO LIGABUE “UN ANNO DA NON DIMENTICARE” DOMANI ALLE 23.10 SU RAI UNO
Lo ha definito “un 2017 sulle montagne russe” e sarà Luciano stesso a raccontarlo in un docufilm intitolato“UN ANNO DA NON DIMENTICARE”che andrà in onda su Rai Uno stasera, sabato 13 gennaio, alle ore 23.10.
Nello speciale tv un Ligabue come non lo avete mai visto, on the road, che parlerà a ruota libera del tour,…
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foxpapa · 5 years
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Eugène Delacroix, Tiger (c.1830)
Nell'anno in cui ha prodotto il suo capolavoro più noto, La libertà che guida il popolo, l'artista francese ha anche rivoluzionato, con questo acquerello, l'immagine della tigre. Prima degli scritti di Darwin - in particolare Sulle origini della specie del 1859, questo grande felino era ritenuto perennenemente assetato di sangue, in particolare di carne umana. Si pensava, inoltre, che le tigri fossero così superbe da poter essere distratte con uno specchio: la credenza popolare voleva che l'immagine riflessa di una tigre sarebbe stata in gradopo, volendo, di allontanarla addirittura dai suoi cuccioli. Basandosi sulle sue osservazioni allo zoo Jardin des Plantes di Parigi, Delacroix ha restituito invece l'immagine di un animale placido, apparentemente innocuo e in pace nel suo habitat. Lo sfondo scelto dall'artsita, infatti, è in aperto contrasto con la condizione di cattività cui era costretta la tigre ritratta
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