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#aiuole
arturo1951stuff · 9 days
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La bella Addormentata nel parco Illusioni per una rinascita di Ville in fiore di Adelio Gaviraghi Pagine 88, 212 immagini a colori @amazon Dopo la presentazione 31 descrizioni di magici parchi e giardini. Chi è la bella addormentata nel parco? Chi è causa del proprio destino?
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benzinazero · 1 year
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Tagliare troppo l'erba alle aiuole è costoso e anche dannoso
Immagine da Wikimedia Commons. Tagliare l’erba nelle aiuole e nei parchi è dannoso per gli ecosistemi e, nel suo piccolo, favorisce anche il riscaldamento globale. Spesso è anche inutilmente costoso per i comuni, oltre che inquinante per i macchinari utilizzati. L’erba alta mantiene il terreno a circa 19°C (aria condizionata naturale, grazie all’ombra) L’erba tagliata a 10 cm mantiene la…
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designmiss · 8 years
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Creare bordi alle aiuole: 7 idee per 7 stili! https://www.design-miss.com/creare-bordi-alle-aiuole-7-idee-per-7-stili/ #Giardino fai da te: 7 modi per creare i bordi delle aiuole
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arturobooks · 4 months
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Photinia - Pittosporo - Idesia
Piante ornamentali adatte al clima mediterraneo
per giardino, arredo urbano e fronda recisa
di Enrico Farina - Timoteo Paterniani - Carla Dalla Guda
Note sulla produzione e utilizzo per professionisti e amatori
urly.it/3rxzt
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themhac · 1 year
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allora io non ho capito ca passat il smm del napoli ma sono piena rasa delle sue storie
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Sogniamo tutti giardini incantati al di là dell’orizzonte, invece di goderci la vista delle aiuole in fiore sotto le nostre finestre.
Quinto Orazio Flacco
Buongiorno!
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ma-pi-ma · 3 months
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Ho un bosco. Un grande bosco che non ho
e le più belle aiuole
che crescono di foglie fiori cose
parlanti. Colori di farfalle
vanno danzando e si posano alle rose
con applausi. Ai piedi ho un mare bianco
di giochi e di criniere, in alto il cielo
che hanno tutti con lune e con soli
e luoghi di nuvole e tuoni
lampi socchiusi e doppi arcobaleni
Daria Menicanti, da Ferragosto, Lunarionuovo, 1986
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canesenzafissadimora · 5 months
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Una delle peggiori tragedie dell’umanità è quella di rimandare il momento di cominciare a vivere. Sogniamo tutti giardini incantati al di là dell’orizzonte, invece di goderci la vista delle aiuole in fiore sotto le nostre finestre.
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Orazio
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der-papero · 11 months
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Quando ero ragazzo avevo un cane, si chiamava Tommy.
Ne avevo avuti altri nella mia vita, ma ero troppo bimbo per averne ricordi, Tommy invece l'ho visto nascere e abbiamo fatto un pezzo di vita insieme. La cagna di mia zia fece la cucciolata, e diede ad amici e parenti un cucciolo, e me ne capitò uno. Era tipo una pallina quando lo portai a casa.
Avevamo una casa gigantesca con un cortile enorme, con tanto di giardino, alberi e aiuole, quindi aveva spazio per fare buche, cagare ovunque, in piena libertà. Non ha mai avuto un collare, né l'abbiamo mai attaccato con una catena, non gli abbiamo mai fatto mancare nulla, colazione, pranzo, cena, un tetto sulla testa, non l'abbiamo fatto castrare, è cresciuto come la mamma l'ha messo al mondo. Nonostante tutto questo, non abbiamo mai mostrato un amore costante e duraturo nei suoi confronti, non gli abbiamo mai torto un capello, sia chiaro, ma non lo tenevamo davanti ad un camino per dargli i biscotti, per intenderci.
Altro elemento è che, nei primi anni '90, nel mio comune c'era un forte problema di randagismo, le strade erano piene di cani senza padrone che vagavano in cerca di cibo, e si erano formati diversi branchi. Questo comportò che quando Tommy raggiunse l'età "adulta", iniziò ad unirsi ad uno di questi branchi, che lo aspettava ogni mattina fuori al mio cancello, e tornava la sera a casa solo per mangiare e stare al coperto.
Passa sì e no un anno, e un giorno Tommy decide di non tornare più a casa. Inizio a cercarlo per i quartieri, e lo trovo, nel suo branco, intento a fare cose da cani. Un po' cagato addosso, temendo una reazione del branco, lo prendo per riportarlo a casa, si lascia prendere ma si vedeva che non aveva voglia di tornare. Il giorno dopo scappa di nuovo col branco, esco per cercarlo ma stavolta niente, sparito, per sempre.
La morale di questa storia è: potete scegliere di non voler bene a qualcuno o a nessuno, questi sono affari vostri, ma quando poi venite abbandonati, siete pregati di non rompere il cazzo.
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lunamagicablu · 1 year
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Sogniamo tutti giardini incantati al di là dell’orizzonte, invece di goderci la vista delle aiuole in fiore sotto le nostre finestre». Orazio ********************** We all dream of enchanted gardens beyond the horizon, instead of enjoying the view of the flower beds under our windows». Horace
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arturo1951stuff · 2 months
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La bella Addormentata nel parco
Illusioni per una rinascita di Ville in fiore
Adelio Gaviraghi
Possono i fiori far rinascere la voglia di creare e ridare luce a Ville spente?
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blogitalianissimo · 2 years
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Ma pure tu che prendi a calci le aiuole nella città dei fiorai
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designmiss · 8 years
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Creare bordi alle aiuole: 7 idee per 7 stili! https://www.design-miss.com/creare-bordi-alle-aiuole-7-idee-per-7-stili/ #Giardino fai da te: 7 modi per creare i bordi delle aiuole
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arturobooks · 5 months
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Photinia - Pittosporo - Idesia
Piante ornamentali adatte al clima mediterraneo
per giardino, arredo urbano e fronda recisa
di Enrico Farina - Timoteo Paterniani - Carla Dalla Guda
Note sulla produzione e utilizzo per professionisti e amatori
urly.it/3rxzt
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dinonfissatoaffetto · 6 months
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Per quanto gli uomini, riuniti a centinaia di migliaia in un piccolo spazio, cercassero di deturpare la terra su cui si accalcavano, per quanto la soffocassero di pietre, perché nulla vi crescesse, per quanto estirpassero qualsiasi filo d’erba che riusciva a spuntare, per quanto esalassero fiumi di carbon fossile e petrolio, per quanto abbattessero gli alberi e scacciassero tutti gli animali e gli uccelli, la primavera era la primavera anche in città, il sole scaldava, l’erba, riprendendo vita, cresceva e rinverdiva ovunque non fosse strappata, non solo nelle aiuole dei viali, ma anche fra le lastre di pietra , e betulle, pioppi, ciliegi selvatici schiudevano le loro foglie vischiose e profumate, i tigli gonfiavano i germogli fino a farli scoppiare; le cornacchie, i passeri e i colombi con la festosità della primavera già preparavano nidi, e le mosche ronzavano vicino ai muri, scaldate dal sole. Allegre erano le piante, e gli uccelli, e gli insetti, e i bambini. Ma gli uomini, i grandi, gli adulti, non smettevano di ingannare e tormentare se stessi e gli altri. Gli uomini ritenevano che sacro e importante non fosse quel mattino di primavera, non quella bellezza del mondo di Dio, data per il bene di tutte le creature, la bellezza che dispone alla pace, alla concordia e all’amore, ma sacro e importante fosse quello che loro stessi avevano inventato per dominarsi gli uni sugli altri.
- Lev Tolstoj
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superfuji · 2 months
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Così, trovandomi in viaggio in Giappone, non ho potuto fare a meno di recarmi al Memoriale della Pace di Hiroshima. E’ un parco pubblico, molto essenziale nell’architettura, come a voler dare il senso dello spazio che si apre, a superare e trascendere quel trauma. Ma al contempo, in modalità perfettamente giapponese, dà estrema cura ai particolari, dalle aiuole ai simboli di pace, agli origami delle gru per Sadoku, piccole teche trasparenti dove si possono lasciare origami, ma anche messaggi. Io uno l’ho scritto e l’ho lasciato lì: MAI PIU’ BOMBE NUCLEARI, DISARMO E PACE, in italiano e in sardo. Forse un piccolo atto dal sapore rituale, ma sentivo di farlo. Sadoku è la bambina simbolo di Hiroshima che per salvarsi aveva giurato di fare gli origami di mille gru, per la pace nel mondo. Morì prima di completare la sua opera, ma tutte le persone possono ancora, stringendosi accanto al monumento per i bambini, esprimere un pensiero, o solo meditare in silenzio. Visitando il Museo del Memoriale della Pace di Hiroshima, si torna indietro nel tempo e ci si ritrova immersi in quell’immane tragedia. L’esplosione dell’atomica trasformò in pochi istanti la città in un vero e proprio inferno. Un inferno descritto dalle poche fotografie esistenti, dai disegni e dai dipinti dei testimoni oculari, dai racconti dei sopravvissuti. La temperatura al suolo divenne così alta da incendiare non solo gli alberi, le case e le strutture in legno e in cemento, ma da staccare la pelle delle persone, scioglier loro gli occhi, squagliare gli organi interni. I cavalli, che guidavano le carrozze nei viali, impazzirono e si tuffarono nei fiumi, per annegar lì. Anche molte persone si gettavano nel fiume, per spegnere le fiamme che le avevano avvolte, o cercare di trovare ristoro all’enorme calore. Chi non era morto sul colpo si trascinava ferito ed ustionato, con la pelle a brandelli, con le carni che bruciavano dentro, alla ricerca d’acqua per spegnere quel fuoco. Quell’acqua stessa, che ne avrebbe solo accelerato la morte. Così come la pioggia che cadde nei giorni successivi, descritta dai testimoni come “la pioggia nera”, altamente radioattiva. 
Ricordare Hiroshima per prevenire la catastrofe
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