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#almeno Meloni dice di essere di destra
ross-nekochan · 7 months
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Giappone, grande paese all'avanguardia in cui:
- per paura che ad Halloween succedesse come a Seoul (dove per la troppa gente, molte persone sono morte soffocate dalla calca) quest'anno avevano deciso: PROIBITO OGNI FESTEGGIAMENTO DI HALLOWEEN a Shibuya (risultato? La gente se n'è sbattuta il cazzo e ha festeggiato lo stesso).
- muore un bambino di 8 mesi in macchina? PROIBITO LASCIARE DA SOLO QUALSIASI BAMBINO FINO A 8 ANNI (per inciso: la gente fatica e i bambini qui vanno da soli a scuola dalla 1 elementare + stanno spesso fuori a giocare come qualsiasi bambino della loro età). Risultato? Petizione di genitori contro sta cacata.
- Film Oppenheimer sulla bomba atomica? Assolutamente non si può vedere in Giappone perché non sia mai i 90enni si pigliano collera per la bomba che hanno vissuto + non sia mai che i giapponesi si fanno una cultura storica e si fanno una cazzo di opinione (che non hanno quasi mai) su un fatto che li riguarda così tanto.
Vietare is the new solution a tutto, amici, non lo sapevate? Imparate da questo paese che (cito i reels su IG) "vive nel 2050!"!
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noneun · 2 years
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La cosa divertente
È che, seppur non applicata, esiste una legge sul silenzio elettorale. C'è chi sostiene che non venga applicata perché internet non è assimilabile ad un luogo pubblico come è una piazza. E chi invece sostiene che sarebbe impossibile perseguire tutti - su internet e non-, quindi semplicemente si fa finta di niente.
Il punto però è il principio per cui esiste il silenzio elettorale: dare ai cittadini almeno un giorno per riflettere in tranquillità su chi votare. Per cui si tratta, prima di tutto, di una forma di rispetto nei confronti dell'elettore.
Quindi cosa significa il fatto che sistematicamente i leader della destra italiana (che io ricordi da Berlusconi in poi, quindi da trent'anni), violino questo silenzio elettorale? Berlusconi in passato ad ogni elezione faceva almeno un mini-comizio davanti alle urne e oggi lo ha fatto anche Salvini. Il comma 2 della legge recita: "nei giorni destinati alla votazione è vietata ogni forma di propaganda entro il raggio di 200 metri dall'ingresso delle sezioni elettorali.
Quindi non si tratta di interpretazioni. Non è aggrapparsi alla fesseria che fare propaganda su Twitter, come ha fatto oggi Meloni, non è come parlare in piazza, anche se ovviamente su Twitter c'è più gente che in una piazza.
È fregarsene delle regole, proprio mentre in campagna elettorale ci si mostra come gli unici che possano difendere la legalità. Comportamento molto fascista, effettivamente.
E anche se non ci fosse una legge, sarebbe comunque una forma becera di mancanza di rispetto.
Come se, mentre sei in treno e stai cercando di leggere un buon libro, uno si metta a masticare rumorosamente accanto al tuo orecchio. A bocca aperta. Ridendo di quello che stai leggendo e sputandoti sulle pagine.
E dice pure di essere il controllore.
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gcorvetti · 2 years
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Tutto già scritto?
Allora, non so proprio da dove cominciare... Partiamo dall'elezione della destra, molti lo avevano previsto giustamente dopo anni che i fascisti, perché quello sono, fomentavano odio contro chiunque molti si sono convinti che la colpa è di chi arriva col barcone, d'altronde l'idiota guarda il dito quando indichi la luna, quindi molti si sono spostati a destra, tanti non hanno neanche votato e anche grazie a loro che la destra è salita, qualcuno ha detto ma se andavano a votare magari il voto lo davano a destra, è questo è anche vero. Mi dispiace per tutti quelli che non li hanno votati e che speravano in un risultato diverso, me compreso, ma si sa che alcune cose accadono ciclicamente, nessuno però pensava così presto. Cosa succederà ora? Intanto i fascisti italiani, che sono molti a quanto pare, puliranno dalla polvere il manganello e apriranno le scatole di olio di ricino pronti a versarne litri su litri in bocca a chi non la pensa come loro, perché non c'è bisogno di essere di colore per essere attaccati anche fisicamente, il che porterà il paese ad una sorta di guerra civile, un pò come negli USA ma senza armi alla mano infatti gli yankee si sono dichiarati contentissimi del risultato dei voti, tutto va come loro hanno pianificato, poi però sono i russi a mettere il becco negli affari della politica eh? Ursula ancora prima del risultato ha dichiarato che se sale la destra l'UE ha già le armi pronte per contrastarli, armi? Alla comunità non piace che proprio l'Italia, che è uno dei paesi fondatori della nuova Europa, sia di destra, nelle testate estere si addita la Meloni come estremista di destra, viste anche le amicizie in giro per il continente. Quindi cosa succede ora? Facciamo un salto all'indietro tipo salto della morte, Draghi è stato messo al governo per amministrare quei soldoni che la comunità ha dato, non solo al nostro paese, questa è la versione che sanno tutti, io la penso in modo diverso, lo hanno messo al governo, proprio lui, per chiudere i conti e preparare il default, infatti penso, anche se spero che non accada, che il governo che verrà è un capro espiatorio, bisogna dare la colpa a qualcuno no?, attraverso le loro mosse lo stivale cadrà entro un paio di anni, se non prima, e farà la stessa fine della Grecia, visto che il debito pubblico è il secondo in Europa dopo quello Ellenico. Con questa mossa si fanno fuori due piccioni con una fava, i fascisti si spera definitivamente e il mondo antico del pensiero, almeno uno dei simboli forti di quel passato lento e pensante, semplicemente perché pensare non è produttivo, esempio se sto alla catena di montaggio e mi fermo a pensare un paio di minuti blocco la catena (Chaplin docet). A chi interessa che un paese così importante per l'arte e la cultura vada in fallimento? Innanzitutto ai nostri amici serpenti yankee così potranno comprare a poco parte del territorio e piazzarci le loro armi e poi a tutti quelli che nelle varie classifiche di vendita di prodotti (vino in testa) sono subito sotto, guarda quanto rodono i Francesi che ogni anno li superiamo appunto nei vini, eh si, si tratta solo di economia, di miliardi, e poi dopo anni di berlusconismo e di impoverimento intellettuale del popolo a chi fa piacere avere ancora dei pecoroni che fanno la voce grossa su svariati campi?
Mi dispiace per voi, ma chi è causa del suo male pianga se stesso. Doc Spock dice che è una situazione irreversibile, parlando del fatto che gli yankee hanno lobotomizzato parte del pianeta convincendo tutti che sono i buoni, direi il lupo travestito da agnellino, ma non è tanto convincere le persone del contrario ma avere una classe politica che non si piega più ai loro capricci, ti ricordo lettore che è colpa loro se è scoppiata questa guerra, anzi sono stati proprio loro a fomentarla, come tante altre in giro per il mondo recenti e passate, sempre per una questione di soldoni vendere le proprie armi non importa a chi e dove, chi muore e chi ne paga le conseguenze, tanto loro sono lontani dall'Europa, che gli frega. Vorrei un politico che dicesse : aspettate un attimo, così ci perdiamo noi, che quel noi sta per noi cittadini dei paesi europei, e chi ci guadagna è solo un partner avido e senza scrupoli che ci manda al macello solo per un suo tornaconto, adesso basta, chiudendo di fatto il patto atlantico e mandando gli yankee a casa. Certo per fare questo c'è bisogno di palle e di tempo, non è come disinstallare un software. Tu dirai e chi ci difende poi dal cattivone dell'est? Sono convinto che se gli americani non armavano i nazi ucraini per massacrare i russi delle regioni al confine l'orso non avrebbe mai attaccato; in questa era moderna conviene stare buoni e accaparrarsi più soldoni possibili, commerciamo con la Russia da secoli, da anni ci da il gas e altre risorse che hanno in grande quantità, che interesse avrebbero di invadere l'Europa se già ci straguadagnano? Ci è stato insegnato che il vicino è un possibile nemico, ma questo non è vero, se così fosse tutti sarebbero potenziali nemici, anche appunto il tuo vicino di casa, tranne se si chiamano Bazzi ma questo è un altro discorso :D. La verità è che fa comodo che le persone abbiano paura di tutto e di tutti, che abbiamo il timore che qualcuno gli faccia del male, è indotto, allora arriva come nei film holliwoodiani il buono che ti aiuta e chi è il buono? Bisogna iniziare a smantellare questo sistema e per farlo c'è bisogno di tutti gli artisti, intellettuali, comici, anche i massmedia dovrebbero smettere di mandare i film violenti quelli con i militari, sempre americani, che con la violenza risolvono tutto, non si risolve niente con la violenza, genera solo altra violenza, esempio cosa succede al 98% alle donne in quei film? Vengono uccise, violentate, picchiate, abusate in ogni come, sempre sotto il cattivo di turno, ecco questo ha generato negli anni tutti quei femminicidi, le violenze fisiche e psicologiche e tutte quelle belle cose che fanno quei bravi ragazzi vestiti bene che si vantano di essere bravi, la realtà è diventata una brutta copia della finzione, diciamo basta.
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superfuji · 2 years
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Le differenza tra Le Pen e Meloni e i valori di una “società decente”
La strategia di opporre l’élite europea al popolo o trovare un capro espiatorio conquisterà il Paese che soffre. Una «società decente» non si crea dividendo i cittadini di Serie A e Serie B, lo dice anche il Vangelo che citano
MICHELA MARZANO
Vi ricordate di quando, solo pochi mesi fa, si giocava a farsi paura evocando la possibilità che Marine Le Pen vincesse le elezioni francesi? Vi ricordate di quando, a chi mi chiedeva sconsolato: ma che sta succedendo alla Francia dei Lumi? Rispondevo serena: non vi preoccupate, Le Pen (che pure è meno estremista di Giorgia Meloni) è troppo connotata a destra (e troppo poco preparata) per poter anche solo sperare di vincere? Vi ricordate di quando, però, spiegavo pure che il sempre maggior consenso che riscuoteva Marine doveva servire di monito per il nostro Paese? L’errore del Presidente Macron era stato quello di non prendere sul serio i problemi reali della gente, i salari bassi – nonostante in Francia esista da tempo il salario minimo – e la disoccupazione crescente tra i giovani, la perdita di senso e le fratture identitarie. Con la conseguenza di regalare voti all’estrema destra, per fortuna arginata poi da una sinistra che, riappropriandosi del tema dei diritti sociali, era tornata nelle periferie. A pochi mesi di distanza, l’Italia si trova a dover anche lei fare i conti con una situazione delicata e con la possibilità – ben più concreta di quanto non lo fosse in Francia – di un trionfo elettorale di Meloni e Salvini. Tramontata l’idea di un centro-destra moderato, in tanti sembrano attratti dai loro slogan. Ma è davvero pronta a governare questa destra? Che idea incarna del nostro Paese?
Partiamo dai delusi e da coloro che stanno male, che oggi in Italia sono tanti. Partiamo da chi ha deciso che “basta”, non ha più voglia di votare, tanto le cose non cambiano, neanche i grillini che urlavano “vaffa” ce l’hanno fatto, prima sono andati con la Lega, poi con il PD, poi non si sa più bene dove. Partiamo da chi deve pagare bollette sempre più care e che, se proprio deve andare a votare, a questo punto è meglio la Meloni, lei almeno è coerente, al Governo non c’è mai andata. Per non parlare di chi ha i figli in casa, sebbene siano ormai grandi, ma se non trovano lavoro mica è colpa loro, no? Ché poi che senso ha rompersi la schiena, con un salario da miseria, quando si è buttato il sangue per prendersi la laurea e, magari, arrivano quelli che non sono italiani e gli passano davanti? Partiamo da tutte queste persone, “les oubliés de la République” (le persone abbandonate dalla Repubblica) come si è detto in Francia, che chiedono di essere viste, ascoltate, riconosciute. E che non si sentono più rappresentate dalla sinistra. I conti si fanno facilmente, è facile impelagarsi negli slogan: opporre l’élite al popolo (soprattutto quando, per definizione, l’élite è quella della finanza internazionale o di Bruxelles) o trovare un capro espiatorio (soprattutto se diverso, straniero, profugo). La vera difficoltà sta nel tenere assieme l’ascolto della sofferenza e la chiarezza degli obiettivi. Sebbene le persone sfiduciate esistono e la sinistra dovrebbe ricominciare a metterle davvero al centro della propria agenda. E non basta attivare quella che Meloni chiama la “macchina del fango” – anche se nessuno getta fango su nessuno, c’è solo chi ricorda legami mai del tutto smentiti col passato – per combattere i populismi. Uno dei compiti della politica è occuparsi di chi sta male. Su questo non c’è alcun dubbio. Ma all’interno di quale cornice valoriale? Qual è l’idea di persona che promuove la destra italiana? Che tipo di Paese vuole costruire?
Quando Giorgia Meloni, in Andalusia, afferma: «o si dice sì o si dice no», ha chiaramente in testa le parole del Vangelo di Matteo. Poi, però, le declina a modo suo. E dietro il “sì” ci mette la famiglia naturale, i confini sicuri, la sovranità del popolo e la nostra civiltà, mentre il “no” va alle persone LGBT, all’immigrazione, alla grande finanza e ai burocrati. Tutto di seguito e tutto insieme. Includendo ed escludendo via via secondo una visione rigida e fluida al tempo stesso: alcune persone si trovano escluse in ragione di ciò che sono, altre incluse automaticamente; alcune devono meritare il rispetto, altre lo hanno per definizione; alcune appartengono alla categoria: “cittadini di serie A”, altri alla categoria: “cittadini di serie B”. E se è evidente che la burocrazia e la grande finanza hanno grandi responsabilità nello stato disastrato dell’economia occidentale, meno evidente, anzi inaccettabile, è l’esclusione dei gay, delle lesbiche, delle famiglie arcobaleno, delle persone trans, degli stranieri, soprattutto di chi, nato e cresciuto in Italia, ha solo il colore della pelle diverso da un italiano. Che fine fa allora, all’interno dell’orizzonte valoriale di Meloni, l’universalità della croce che lei, ma anche Salvini, non fanno altro che invocare?  
Proprio nel Vangelo di ieri si parlava della forza inclusiva della fede cristiana. Quando Gesù insegna a pregare e dice al Padre: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano», non dice: «dammi il mio pane, e non darlo agli altri»; Gesù non dice: «dallo a noi che siamo eterosessuali e italiani, non a chi è straniero in casa nostra o appartiene alla comunità LGBT». Gesù, sempre nel Vangelo, anche se non era quello di ieri, dice al contrario: «Venite, benedetti del Padre mio, perché ero straniero e mi avete accolto».  
Non ho formule esatte per qualificare la destra italiana, e forse non è nemmeno necessario farlo, anzi, credo sia del tutto inutile cercare slogan da contrapporre ai loro. Penso sia sufficiente mettere in fila ciò che Meloni e Salvini dicono, per muovere qualche dubbio all’idea che hanno della civiltà di cui tanto parlano. Se il nostro Paese si fonda sui valori costituzionali della dignità, dell’uguaglianza, della libertà e del lavoro, è a questi valori che ci si dovrebbe sempre richiamare per smetterla di umiliare le persone e costruire davvero, come scrive il filosofo ebreo Avishai Margalit, una “società decente”.
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corallorosso · 2 years
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In Italia ci sono due destre: per me la sinistra dovrebbe difendere gli ultimi, non i mercati di Pietro Francesco Maria De Sarlo Ci sono due destre in Italia. La prima che non si vergogna di esserlo, e la seconda che se ne vergogna e si fa chiamare sinistra. Del primo gruppo fanno parte Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Del secondo Enrico Letta, Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi. Ennio Flaiano diceva che in ogni minoranza intelligente c’è una maggioranza di imbecilli. Perdonatemi se faccio parte di questi ultimi, ma continuo a ritenere che liberismo, con o senza turbo, e sinistra siano un ossimoro e che tra i compiti della sinistra ci sia la difesa della democrazia e degli ultimi e non dei mercati. Non capisco cosa c’entri Mario Draghi con sinistra e democrazia, eppure Bersani ci spiega in tv, da Floris il 13 u.s., che farebbe gola sia alla destra sia alla sinistra averlo come capo politico. Su questa intercambiabilità, confesso, vacillo. Non capisco neanche Enrico Letta che, come unica proposta politica per le presidenziali, dice che sarebbe felice di avere Sergio Mattarella ancora al Colle e che occorre salvaguardare la figura di Mario Draghi. Mi pareva che la sinistra dovesse salvaguardare ben altri ceti e persone. Insomma, Letta propone il congelamento brezneviano del sistema. Fino a quando? Usque ad mortem et ultra a quanto pare! Visto che, oltre ad affidarsi all’uomo del destino, amato da tutte le cancellerie europee e non, non sembra in grado di formulare alcuna proposta politica e di visione del futuro riducendo tutto a mera “execution” di piani dettati oltralpe. Io mi chiedo invece quale esercito sceglierebbe uno strategòs suggerito dal nemico. Sono il solo a pensare che, ad oggi, l’Europa non sia altro che una continua negoziazione tra divergenti interessi nazionali? Nella lettera di Draghi al governo Berlusconi del 2011 ci fu un elenco di prescrizioni: dalla precarizzazione del lavoro e la riduzione di diritti e pensioni ai tagli al pubblico impiego, oltre che alla liberalizzazione di monopoli naturali, come l’acqua. Tutte cose notoriamente di sinistra, vero? Misure che ci sono costate miliardi di euro di Pil e milioni di poveri e che ci sono state imposte non certo per l’interesse nazionale. Sarà per il mio trinariciuto attaccamento ai valori della democrazia che non riesco ad apprezzare il “whatever it takes”? Ha salvato l’euro e le banche, ma il prezzo lo hanno pagato i greci e i poveri dell’Europa del sud. È stato di sicuro protagonista della più cupa pagina della storia europea dal dopoguerra e interprete di una concezione di Europa basata sulla fehde (faida) e sul guidrigildo più che sul rispetto e la fratellanza tra i popoli. Non capisco come la sinistra possa aver accettato, e accettare, quello che fu fatto alla Grecia e come non si interroghi sul significato stesso di democrazia in Europa quando le politiche economiche, invece di essere in capo ai governi, sono in capo a organismi sovranazionali come la Bce o il Mes e non sono frutto di scelte dell’elettorato. L’appartenenza all’Europa implica cessione di sovranità, ma quello che contesto è che avvenga a favore di istituzioni prive di responsabilità politica e non sottoposte alla giurisdizione di organi elettivi come il Parlamento Europeo. Tradotto, per chi fa finta di non capire: cosa votiamo a fare se la funzione del governo è fare da cinghia di trasmissione di politiche economiche della destra liberista dettate da funzionari della Bce e del Mes? Quindi l’uomo della provvidenza da mantra della destra più becera diventa faro luminoso della sinistra. Decide tutto lui. Per esempio la legge di bilancio, approvata senza il parere della commissione finanza e senza che i deputati abbiano avuto il tempo di leggerla. Perché avere ancora un parlamento? A completare il quadro c’è la macchiettistica opera buffa interpretata da Matteo Renzi e l’ossessiva ricerca della salvaguardia del proprio scranno del M5S almeno fino al 2023, e poi chissà? Avendo Draghi dobbiamo votare per forza? Ogni bussola è rotta, è solo per questo che rischiamo di trovarci Berlusconi al Colle.
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3nding · 3 years
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La povera e sensibilissima Giorgia Meloni si dice scioccata.
Non riesce proprio a credere che in Italia, qualcuno le dia veramente ascolto quando dice che approvare la legge Zan sull'omotransfobia sia un atto liberticida. Una cosa inutile, visto che in Italia gli omosessuali non sono discriminati. Parole sue.
“Il vero obiettivo della proposta di legge Zan sull’omofobia è quello di introdurre un reato di opinione. Reprimere idee e punti di vista diversi che non hanno argomenti per affrontare, è un antico vizio di qualcuno e non vuol dire costruire la modernità. Si chiama regime e noi lo combattiamo".
Il regime, avete letto bene. E loro lo combattono. Riservandosi però di dissociarsi da tutti quei pavidi cavalieri come l'aggressore della stazione a Roma, che forse quel "combattiamo" lo ha preso veramente troppo sul serio.
Giorgia Meloni ha davvero associato a un disegno di legge contro quei calci e quei pugni che sono stati dati a questo giovane ragazzo, un atto liberticida nei confronti di tutti quelli che non si piegano al "pensiero unico". Come se i calci e i pugni di un eterosessuale omofobo, fossero una visione del mondo da proteggere e tutelare.
Però poi solidarietà. Perché noi siamo omofobi, e questo è certo, ma omofobi light. Omofobi moderni. Non abbiamo bisogno di picchiare nessuno. Quello era prima. Non siamo selvaggi che vanno in giro a pestare i ragazzini in stazione. Secondo la destra italiana si può continuare a mantenere intatta la propria omofobia senza scadere nell'orrido. Perché una cosa e la violenza verbale, e un'altra quella fisica. Che è brutta. E non si fa, eh.
La destra parlamentare omofoba peggiore è proprio questa. Quella che normalizza l'omofobia ma ne condanna le derive violente, cercando di persuadere la gente a credere che si possa continuare ad odiare e discriminare la comunità Queer, senza essere messe al bando dalla società. Ripuliscono l'omofobia, gli comprano un vestito pulito, e quando un omofobo esagera si apprestano a dimostrare che al di là delle parole d'odio, esiste un codice etico che non deve essere infranto. Quello della solidarietà. Una solidarietà falsa che serve a darsi un tono e a non farsi prendere a calci, ma questa volta, per le giuste motivazioni.
Queste forme di odio che si insinuano in una cornice di normalità, sono le più violente e spaventose e Giorgia Meloni ne è la prova lampante.
Nel 2021, dichiarazioni di solidarietà come queste, sono i nuovi tombini sotto i quali si nascondo gli scarafaggi, quando arriva il tempo della disinfestazione e sai che dovrai nasconderti, per riemergere con più forza domani.
Non so se è peggio lei o i commentatori sotto il suo post che le dicono bravissima Giorgia. Servirebbe più magnesio agli italiani per ricordare le cose. Capisco che è difficile stare appresso alle stro*nzate che ci raccontano ogni giorno. Ma almeno lo sforzo, il gesto. Vi prego. Fatelo. - Djarah Kan, Fb
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toscanoirriverente · 3 years
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Senatore Renzi, ha vinto Conte?
«In che senso, scusi?».
Resterà al governo con i responsabili.
«Che cos'è, una profezia che si auto-avvera? Non mi pare che abbia i numeri. Ma se li avrà, auguri. È la democrazia. E la democrazia è sacra. Resta un fatto, però: se non prende 161 voti, tocca a un governo senza Conte».
Li prenderà grazie a qualcuno dei suoi che sta per salutarla.
«Non sarei così sicuro. Forse qualcuno lascerà, ma se fossi nel governo, almeno per scaramanzia, aspetterei martedì per vedere come va a finire. E resta il fatto che io ho posto una serie di questioni di merito su vaccini, sanità e investimenti, mentre loro rispondono con una manciata di responsabili. Magari avranno la vittoria numerica, ma io ho scelto una strada politica, Conte ha scelto l' azzardo. Governare mettendo assieme Mastella e la De Petris di Leu non sarà facile».
 Lei vota contro?
«No. Io mi astengo».
Le dico la cosa più gentile che hanno scritto (e detto) su di lei in queste ore: sleale, ma tanto si sapeva.
«Sleale è chi davanti a ottantamila morti di Covid non prende il Mes. Non chi lascia due poltrone».
C'è di peggio: è matto.
«Matto è chi pensa che si possano spendere 200 miliardi europei senza neanche leggere il documento. Non chi legge quel documento e lo fa cambiare».
Quindi è normale aprire una crisi a pandemia in corso?
«No. Sono sei mesi che chiedo di discutere in Parlamento di queste cose. Sono sei mesi che rinviano su tutto. Vogliono continuare a rinviare? Ok, ma lo facciano senza che noi diventiamo complici del più grande spreco di risorse della storia repubblicana».
I giornali stranieri la chiamano di nuovo Demolition Man.
«Lo fanno da anni. Vuole dire rottamatore. Parola non necessariamente negativa».
Neanche lo spread che sale è negativo? Il ministro Gualtieri ha spiegato che un solo giorno di crisi ci è costato nove milioni di euro.
«Parliamo dello stesso Gualtieri che si è dimenticato di leggere il Recovery Plan? Se lo avesse fatto un mese fa lo spread non sarebbe salito per niente».
Zingaretti è furibondo.
«Curioso. Ho utilizzato verso Conte parole molto più gentili di quelle che usava Zingaretti su di lui nei nostri colloqui privati. Evidentemente ha cambiato idea. Capita a tutti».
Dice che lei è inaffidabile.
«Quando Zingaretti parla non rispondo mai alla prima dichiarazione. Se avessi ascoltato Nicola alla prima dichiarazione - nell' agosto del 2019 - oggi avremmo un Governo Salvini-Meloni».
Con la sponda del Pd avrebbe vinto lei?
«Sì. Mi è mancato un pezzo».
Senatore, perché detesta Conte?
«Se l' avessi detestato non sarebbe mai nato il Conte Bis contro i pieni poteri a Salvini. Un po' di realismo. Abbiamo fatto delle richieste, dai soldi sulla sanità fino alla riapertura delle scuole: ci possono ascoltare o tutto deve essere ridotto a rapporto personale e alla categoria simpatia/antipatia?».
Forse non è una questione simpatia/antipatia, ma a parte l'omicidio di Kennedy, lo ha accusato di tutto.
«La mia ricostruzione è diversa: gli ho dato una mano, gli ho evitato di fare un errore clamoroso sul Recovery e lui mi ha attaccato».
Sul Recovery ha avuto ragione. Perché andarsene nel momento in cui si comincia a raccogliere e a pesare?
«Io non voglio pesare: voglio aiutare a cambiare il Paese. Se le nostre idee servono, ci siamo. Se non servono, ci dimettiamo. Non siamo strani noi: sono strani quelli che pensano alla politica come sistemazione di poltrone e non scambio di idee».
Insisto. Recovery, scostamenti, ristori. Italia Viva dirà sì a tutto. Come fa a negare che il problema è Conte?
«Diciamo sì a ciò che serve al Paese in questa fase. Sul Recovery ci siamo astenuti perché molte cose devono cambiare, dalla parte sulla giustizia a quella sul turismo. E servono i soldi europei per la sanità. Non diciamo sì a tutto. Per esempio abbiamo detto no a chi voleva comprarci con qualche sottosegretariato».
Non ha risposto su Conte.
«Ho risposto. Due volte».
Non le piace neppure Casalino.
«Casalino è bravissimo a fare il suo mestiere. Inventa campagne online, cura i social e i media, è fedele interprete del pensiero del suo capo. Quello che fa lui per me è un grande reality show permanente in cui si può geolocalizzare il bunker di Bengasi o trasformare in show le passeggiate in centro, dando la linea ai TG e scrivendo risposte a domande preparate in anticipo. Per me la politica è studio, confronto, passione. Mi interessano le statistiche dei disoccupati, non i sondaggi sul consenso».
Senatore, chi dovrebbe gestire i fondi europei?
«Dei ministri capaci con i loro uffici. E per le unità speciali alcuni commissari».
Un superministero per Mario Draghi, era questo il suo obiettivo?
«Mi sembrerebbe bellissimo ma riduttivo».
Ma lei ha mai parlato con Draghi?
«Quando ero premier spesso. I suoi consigli mi erano preziosi».
Intendevo recentemente.
«Non tiri Draghi per la giacchetta».
Secondo Massimo Cacciari anche lei ha vissuto il suo momento Papeete. Il professore sostiene che lei e Salvini abbiate caratteri simili, che siate due da «o la va o la spacca».
«Al Papeete Salvini ha chiesto i pieni poteri. Io in Parlamento ho chiesto di non dare i pieni poteri a Conte. Mi pare che ci sia una differenza chiara non solo per i grandi filosofi ma per chiunque sia in buona fede. E per come conosco Massimo, sono certo che sia in buona fede».
Senatore, tornerebbe in maggioranza con Pd e 5 Stelle se il governo fosse guidato da Marta Cartabia?
«Torneremmo in maggioranza se ci fosse il Mes, se si sbloccassero i cantieri, se si aumentassero i soldi per sanità e scuola, se si accelerasse sull' alta velocità».
E se a guidare il governo fosse Luigi Di Maio?
«Per favore, non scherziamo».
Di Maio dice che con lei non lavorerà più.
«A Di Maio rispondo che dovrebbe lavorare sulla Libia, dove sono arrivati i turchi, sulla Cina, dove la Merkel ci ha scavalcato, e magari dovrebbe chiarire se dopo essere stato tanto vicino a Trump finalmente sta con Biden».
Lei ha detto: mai con la destra. E con Berlusconi? Ha nostalgia del Nazareno?
«Ho detto che non faremo ribaltoni e inciuci con le forze antieuropeiste e sovraniste, lo confermo. Il Nazareno era un patto istituzionale, non un Governo insieme. Ma l' occasione è buona per mandare un grande in bocca al lupo a Berlusconi dopo il ricovero di ieri».
L'uomo più impopolare d' Italia non può fare cadere quello più popolare. La frase di Massimo D' Alema ha contribuito ad accelerare la sua scelta? Bei tempi quando le regalava la maglia di Totti.
«La frase di D' Alema dimostra che una certa sinistra considera i sondaggi più importanti delle idee. Come se la simpatia fosse più importante della competenza. Stupisce che D' Alema approvi questo metodo ma l' idea di sostituire i valori democratici con gli indici di popolarità come vediamo fa breccia anche in queste ore».
Senatore, e se questa storia finisse con il voto anticipato?
«Non esiste».
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gherardimauro1 · 3 years
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EDIZIONE DEL 2 LUGLIO 2021
DONA IL 2XMILLE A FRATELLI D'ITALIA
NELLA TUA DICHIARAZIONE DEI REDDITI SCRIVI C12.
A TE NON COSTA NULLA!
LIBERI, COERENTI, PATRIOTI 
FRATELLI D’ITALIA È IL PRIMO PARTITO NEI SONDAGGI
 LEGGI L'ARTICOLO DE IL TEMPO 
GIORGIA MELONI AL CORRIERE DELLA SERA: SIAMO IL MOVIMENTO DEI PATRIOTI ITALIANI
 
La risposta di Giorgia Meloni all’articolo pubblicato sul Corriere della Sera “La Lezione che offre la Francia” di Ernesto Galli della Loggia. Fratelli d’Italia non ha bisogno di esami del sangue, siamo il movimento dei patrioti italiani.
 
 LEGGI LA RISPOSTA DI GIORGIA SUL CORRIERE DELLA SERA 
PER GRILLO CONTE NON E' ADATTO A GUIDARE IL M5S MA IL GOVERNO SÌ
Grillo dice che Giuseppe Conte non ha “né visione politica, né capacità manageriali, né esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione” e si augura anche che le persone lo abbiano capito. Praticamente Conte non va bene per guidare il partito di Grillo, però gli hanno dato in mano le sorti una Nazione in piena emergenza con tutti i disastri derivati. Tranquillo Beppe, non solo gli italiani hanno capito tutto, ma hai appena confermato loro che il vostro unico interesse sono le poltrone. 
LA NORMA CONTRO IL 'TRASFORMISMO' PROPOSTA DA PD VALE ANCHE PER I PARTITI CHE IN CAMPAGNA ELETTORALE DICONO UNA COSA E POI NE FANNO UN’ALTRA?
Il segretario del PD vorrebbe proporre una norma contro il “trasformismo”. La domanda è: vale anche per i partiti che in campagna elettorale dicono una cosa e poi ne fanno un’altra? Perché anche quella è transumanza, anche quello è privilegiare l’interesse personale rispetto a quello dei cittadini. Anzi, forse è soprattutto quello…
GIORGIA MELONI FIRMA L’APPELLO SUL FUTURO DELL’EUROPA
 LEGGI IL TESTO DELL'INTERVENTO 
FITTO-FIDANZA: BENE APPELLO PER L’EUROPA, FDI LAVORA PER ACCRESCERE CENTRALITÀ ECR
 
“La firma dell’Appello per il futuro dell’Europa da parte di Giorgia Meloni e di altri leader è un importante contributo ad un dibattito che deve prevedere una pluralità di voci e non un monologo delle forze federaliste che vogliono una sempre maggiore cessione di sovranità dagli Stati nazionali a Bruxelles. Come da tempo va ripetendo la nostra leader, non esiste un solo modo di essere europeisti, perché l’idea di Europa confederale, di Europa delle Patrie, ha avuto, ha e dovrà avere piena cittadinanza nel dibattito sul futuro dell’Ue”.  È quanto dichiarano in una nota il Co-Presidente del gruppo ECR al Parlamento Europeo, Raffaele Fitto, e il Capodelegazione di Fratelli d’Italia-ECR, Carlo Fidanza.
 
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MELONI: AZIONE UNIVERSITARIA È UNA PALESTRA DI CLASSE DIRIGENTE
 
"Sono molto fiera di partecipare alla conferenza stampa di presentazione del secondo congresso di Azione Universitaria, che si svolgerà a Bologna il 2 e il 3 luglio. Azione Universitaria è la storica organizzazione studentesca universitaria della destra, che anche in anni complessi ha continuato ad essere presente e a dare continuità a una tradizione. Azione Universitaria è una di quelle realtà che è rimasta in piedi in questi decenni e ha continuato a fare il proprio lavoro con risultati eccellenti grazie alla costanza, alla concretezza e alla presenza competente sul diritto allo studio e sui temi dell’università." 
 
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ASCOLTA DI NUOVO GIORGIA MELONI A SKYTG24
 
LA PRESENTAZIONE DI "IO SONO GIORGIA" A PERUGIA.
GUARDA L'INTERVISTA AL LEADER FDI DI FRANCO BECHIS
 
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Il libro del Presidente Giorgia Meloni è acquistabile in tutte le librerie. Una buona occasione per sostenere il commercio e i negozi di vicinato, in grande difficoltà per la crisi e che Fratelli d'Italia sostiene fin dall'inizio della pandemia. Il libro è acquistabile anche su tutte le piattaforme online:
Amazon - Amazon.it: Io sono Giorgia. Le mie radici le mie idee - Meloni, Giorgia - Libri
Feltrinelli - Libro Io sono Giorgia - G. Meloni - Rizzoli - Saggi italiani | LaFeltrinelli
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FISCO: ENNESIMA OCCASIONE PERSA PER DIMINUIRE PRESSIONE
"Gli italiani vedono svanire l'ennesima occasione di diminuire la pressione fiscale su aziende e famiglie! Ci siamo impegnati - durante i sei mesi di lavoro sulla Riforma fiscale - in commissione in modo serio e costruttivo, abbiamo proposto di ridurre le aliquote verso il ceto medio, di diminuire il costo del lavoro, di andare verso una Flat tax almeno sui redditi incrementali, di inserire il quoziente familiare, di evitare ulteriori patrimoniali, di riequilibrare la tassazione su aziende in difficoltà e - soprattutto - elevare in modo chiaro e netto a rango costituzionale lo Statuto del Contribuente in modo da non renderlo ancora suddito dello fisco ma tutto ciò è stato inutile". Lo dichiarano i componenti di Fratelli d'Italia nelle commissioni Finanze di Camera e Senato sulla votazione del documento finale sulla Riforma fiscale.
 
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LA SOSPENSIONE DEL CASHBACK E' UNA VITTORIA DI FDI
ORA CI È ARRIVATO ANCHE IL GOVERNO DRAGHI
Il Cashback sarà “sospeso” dal 1° luglio. Fratelli d’Italia è stata l’unica forza politica a dire chiaramente da subito che Cashback e lotteria degli scontrini sono una idiozia che ci costa 4 miliardi. Un tentativo di controllare gli italiani in cambio di una elemosina. Ora ci è arrivato anche il governo Draghi. I quasi 2 miliardi risparmiati siano ora destinati ad attività e lavoratori colpiti dalla crisi e dalle chiusure, come avevo chiesto di fare al premier in una lettera inviata il 3 marzo scorso. Come sarebbe dovuto essere in una Nazione normale.
CIRIANI: ORA SOLDI CASHBACK E LOTTERIA SCONTRINI A FAMIGLIE E IMPRESE
"La cancellazione del cashback e della lotteria degli scontrini è una vittoria di FdI. Da mesi chiedevamo l'abrogazione di quella norma, inutile e anche dannosa come ha riconosciuto persino il Presidente del Consiglio Draghi. Ora, quei soldi siano destinati subito alle famiglie, alle imprese e ai commercianti che hanno subito mesi e mesi di gravissima crisi economica." A dirlo il capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato, Luca Ciriani.
RAMPELLI: RETROMARCIA GOVERNO CONFERMA CHE AVEVAMO RAGIONE. UTILIZZARE MLD RISPARMIATI PER SOSTEGNO IMPRESE
"Da subito avevamo bollato come inutili il cashback - acquisto con bancomat e carte di credito - e la lotteria degli scontrini, provvedimenti poco virtuosi per i cittadini e molto fruttuosi invece per gli istituti bancari e per quelle società che gestiscono la moneta elettronica. La notizia del Governo che vuole sospendere il cashback dal 30 giugno certifica il fallimento di questo meccanismo voluto dall’ex premier Conte". E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di FdI.
Cinque anni fa, nove italiani venivano barbaramente uccisi a Dacca dalla violenza islamista. Noi non dimentichiamo.
 
STRAGE DI USTICA: PRIORITARIA LA DESECRETAZIONE DI TUTTI GLI ATTI E DEI DOCUMENTI
 
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DA CAMERA E SENATO
LOLLOBRIGIDA: PARTITO UNICO NON HA SENSO, CENTRODESTRA E’ DIVISO TRA MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE 
La risposta di Fratelli d'Italia all'idea di un partito unico del centrodestra è decisa e negativa. In un'intervista al Corriere della Sera, il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida, spiega che parlare di partito unico quando il "centrodestra è diviso tra maggioranza e opposizione" non ha senso. "I problemi degli italiani - spiega - sono altri".
 LEGGI L'ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA 
ROTELLI: MAGGIORANZA SPACCATA SU MIO EMENDAMENTO PER PONTE SULLO STRETTO, MA ODG PASSA LO STESSO
"Sul mio ordine del giorno che chiedeva al governo di individuare le risorse necessarie alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina dalla maggioranza minestrone arriva un altro brutto segnale. Italia Viva non ha partecipato al voto, Leu ha votato contro e il M5S è andato in ordine sparso: partiti che provano ad affossare la realizzazione di grandi opere non dovrebbero sedere sui banchi di un governo che a parole dice di voler risollevare la Nazione". Così in una nota il deputato di Fratelli d'Italia, Mauro Rotelli, componente della commissione Trasporti e primo firmatario di un ordine del giorno al Fondo complementare al PNRR approvato oggi alla Camera.
 LEGGI IL COMUNICATO STAMPA 
PRISCO: SOLIDARIETA' FDI AD AGENTE INDAGATO PER SPARI A TERMINI
"Investire sui nostri uomini e le nostre donne in divisa, potenziando l'organico, la strumentazione e assicurando loro anche adeguate tutele legali, deve essere una priorità del governo". Così il deputato di Fratelli d'Italia Emanuele Prisco, capogruppo in commissione Affari Costituzionali della Camera, partecipando alla manifestazione organizzata dal Sap alla stazione Termini a favore del poliziotto che la settimana scorsa ha sparato contro l'immigrato clandestino che minacciava dei cittadini e gli agenti con un'arma da taglio e che ora è indagato ''per eccesso colposo dell'uso legittimo delle armi''.
 LEGGI IL COMUNICATO STAMPA 
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giancarlonicoli · 4 years
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1 giu 2020 09:29 “CONTE NON E’ LA PERSONA GIUSTA, AL GOVERNO MEGLIO UN CONTADINO CHE HA FATTO IL CLASSICO” - LA DURISSIMA INTERVISTA A LUCA RICOLFI: “TEMO CHE L’ITALIA FALLIRÀ. QUESTO GOVERNO STA PRENDENDO SOLDI CHE NON HA, E PRIMA O POI I MERCATI CI CHIEDERANNO IL CONTO - QUANDO LA PAURA SPARIRÀ, ESPLODERÀ LA RABBIA SOCIALE - BISOGNA FARE COME IN IRLANDA: NIENTE BUROCRAZIA E IMPOSTA SOCIETARIA NON OLTRE IL 12.5% - SALVINI HA DIMOSTRATO DI NON AVERE LINGUAGGIO E L'ORGANIZZAZIONE MENTALE PER FARE IL PREMIER - SE AVESSERO FATTO GESTIRE L'EPIDEMIA AD ANDREA CRISANTI AVREMMO AVUTO DIECIMILA MORTI IN MENO - LA LOMBARDIA HA FATTO ERRORI ENORMI”
Pietro Senaldi per “Libero quotidiano”
È tutto sbagliato, è tutto da rifare. Il copyright della frase è di Gino Bartali, naso triste da italiano in gita, come lo definì in una bellissima canzone Paolo Conte. Il concetto però è sovrapponibile al pensiero di Luca Ricolfi, naso molto sensibile di italiano alquanto perplesso. Editorialista per svariati quotidiani, attualmente in forza al Messaggero, il professore torinese ha fondato l'osservatorio del Nord-Ovest ed è ora responsabile scientifico della fondazione David Hume, che ha creato con il vecchio direttore del Corriere della Sera, Piero Ostellino.
In parole semplici, Ricolfi è il più grande sociologo italiano. Nessuno come lui sa annusare gli umori della nostra società, della quale ha una visione lucida e imparziale. In questa intervista dispensa mazzate per tutti, destra e sinistra.
Crocifigge il governo per la gestione dell' emergenza Covid-19 e per l' assenza di preparazione della ripartenza. Bastona Conte e i suoi governi gialloverde e giallorosso per la loro politica esclusivamente assistenzialista. Suggerisce nella ricetta ultraliberista e di defiscalizzazione selvaggia l' unica via di salvezza per il Paese. E ne ha pure per gli italiani, che si sono fatti rubare la democrazia senza reagire.
Professor Ricolfi, Conte compie due anni a Palazzo Chigi: com' è cambiata l' Italia sotto l' avvocato?
«La cultura politica dell' Italia era già da avvocati prima: attenzione ossessiva alle procedure e pochissima concretezza. Non so se Conte abbia peggiorato la situazione, certo non è la persona giusta per imprimere una svolta. Dipendesse da me, vedrei bene a capo del governo un contadino che ha fatto il classico».
Come valuta i due anni di governo grillino, che è poi la grande novità della politica?
«Valuto male entrambi i governi, perché la cifra di entrambi è stata l' assistenzialismo. Salvini ha un bel dire che è stato costretto a digerire il reddito di cittadinanza, visto che quota 100 è stata la sua bandiera. Quanto alla politica fiscale del governo gialloverde, l'intervento sulle partire Iva è stato di entità irrisoria (meno di un miliardo), e l' ennesimo condono fiscale non è certo ciò di cui l' economia aveva bisogno».
Che futuro vede per M5S?
«Non ne ho la minima idea. Se solo esistesse un' alternativa credibile, lo vedrei spacciato; ma se l' alternativa sono le forze attualmente in campo, forse il Movimento può pensare di sopravvivere a tutte le sciocchezze che ci infligge».
Pd-M5S: sono nozze fattibili?
«Certo. Anche nella vita reale i matrimoni sono spesso di interesse. In politica il matrimonio d'amore è l'eccezione, non la regola».
Cosa sta accadendo nel centrodestra?
«Nulla. Mi pare la risposta più adeguata. Ed è questo il problema del nostro sistema politico: la sinistra rinasce continuamente proprio perché è un camaleonte senza vergogna di sé, la destra resta al palo perché non riesce a cambiare».
Il calo di Salvini nei sondaggi è temporaneo?
«Penso che il calo di Salvini sia difficilmente reversibile, perché ha dimostrato di non avere né il linguaggio né l' organizzazione mentale necessari al ruolo di premier».
E la crescita della Meloni la stupisce?
«Io la vedevo veleggiare verso il 20% già quando era ancora sotto il 10%. La Meloni è una politica di razza, se fosse un uomo sarebbe già da un pezzo alla guida del centro-destra».
Il Covid-19 che Italia lascia?
«Di per sé, il Covid ci avrebbe lasciato più poveri di prima. Il Covid in salsa giallorossa però ci lascerà molto più poveri di prima, e soprattutto sempre più lontani dagli altri paesi avanzati».
Ha allargato le differenze tra Nord e Sud?
«No, direi che per certi versi potrebbe anche finire per accorciarle. Per la sua composizione, il Pil del Nord è più vulnerabile al tracollo degli scambi di quanto possa esserlo quello del Sud, specie nel caso in cui i flussi turistici dovessero riprendere o essere sostituiti dal turismo interno. C'è poi un aspetto molto importante: la società parassita di massa che ci stanno accuratamente predisponendo. Quando la base industriale del Paese si sarà ridotta del 20-25%, la domanda di sussidi e di assistenza del Sud non potrà che esplodere, accentuando il modello "sussidi + lavoro nero" già molto diffuso oggi».
Perché la pandemia ci ha trovato impreparati?
«Per un mucchio di motivi, ma i più importanti mi paiono due. Il primo è che la politica ha deciso di costituire comitati tecnico-scientifici scegliendo in base al livello della carica ricoperta (manager e burocrati della sanità) e non in base alla competenza; se avessero fatto gestire l'epidemia ad Andrea Crisanti, la chiusura totale sarebbe partita due settimane prima, il modello veneto (tamponi di massa) sarebbe stato incoraggiato anziché stigmatizzato, e avremmo avuto (almeno) diecimila morti in meno. Il secondo motivo è che nei passaggi cruciali (fine febbraio e fine aprile) destra e sinistra, salvo modeste eccezioni, si sono ritrovate dalla medesima parte della barricata, schierate con il partito della riapertura, che poi fondamentalmente è il partito del Pil».
Quali sono state le maggiori criticità?
«In ordine di importanza: due mesi di ostilità ai tamponi di massa, un ritardo incredibile nell' indagine sierologica nazionale e nel tracciamento, le oscillazioni sull' utilità delle mascherine».
La sensazione è che il governo non ci abbia preparato alla ripartenza, lei cosa ne pensa?
«Lei la chiama una sensazione? A me pare un' evidenza».
Quali pericoli ravvisa?
«Nessuno ci informa su quali misure si stiano prendendo per neutralizzare i rischi dell' aria condizionata, dei treni e degli aerei. E nessuno ci dice con chiarezza se riapriamo perché l' epidemia è sconfitta o per ragioni economiche. La mancanza di trasparenza e verità ha un grande prezzo, perché le persone restano incoscienti dei reali pericoli. C' è stata ideologia all' inizio, nel non voler mettere in quarantena chi arrivava dalla Cina, e c' è oggi, nel riaprire tutti insieme in condizioni diverse».
Pensa che saremmo pronti ad affrontare una seconda ondata?
«No, non lo penso».
Lo Stato centrale ha avuto molti problemi nei rapporti con le Regioni, che sono diventate nel bene e nel male le protagoniste della lotta al Covid-19: come mai è successo?
«Credo sia stata una ammuina utile al ceto di governo, non saprei dirle se intenzionale o no. Alla fine, quando arriverà la magistratura e saranno istituite le solite commissioni di inchiesta, lo scaricabarile reciproco sarà un gioco da ragazzi».
Ritiene che le Regioni e le spinte autonomiste escano rafforzate da questa esperienza?
«Non ne ho la minima idea, perché davvero non saprei se - in generale - abbiano fatto peggio lo Stato centrale o le Regioni. Quel che posso dire è che alcune Regioni (innanzitutto quelle del Triveneto, che sono le più autonomiste), si sono comportate meglio di altre. Fossi veneto mi batterei per l' autonomia; essendo piemontese, e avendo visto da vicino che cosa (non) ha fatto la Regione Piemonte in questi mesi, ne avrei il terrore».
Perché si è levato un attacco così duro contro la Lombardia?
«Perché ha fatto errori enormi, a partire dallo scoraggiamento dei tamponi e dalle scelte in materia di assistenza domiciliare».
Tutti temono l' esplosione della rabbia sociale: anche lei?
«Sì, perché quando la paura sparirà, o ci saremo abituati a tollerarla, molti si troveranno senza lavoro, con poco reddito, bassi consumi, molta disperazione».
Il danno economico è enorme: l' Italia rischia di fallire?
«Sì, lo temo. Questo governo sta prendendo con molta allegria soldi che non ha, e prima o poi i mercati, ancor più delle autorità europee, ci chiederanno il conto».
Ha una ricetta da suggerire per uscirne?
«Fare come in Irlanda: niente burocrazia e imposta societaria non oltre il 12.5%. E magari restituirci il voto, così almeno potremo incolpare noi stessi quando sceglieremo l' ennesimo governo di mediocri».
La ricetta irlandese è ultraliberista, ma la sensazione è che il governo applichi per lo più ricette di sinistra: cosa ne pensa?
«Più che ricette di sinistra, il governo sta usando ricette irresponsabili. È quel che succede quando la sinistra, che ha anche una componente riformista e responsabile, per amore del potere si allea con le forze più demagogiche e anti-mercato. Che poi questa piroetta parlamentare sia orchestrata dalla sinistra riformista stessa (Renzi), dice solo a che cosa si è ridotta la sinistra. Per uno come me, che negli anni '70 ha lavorato con la mitica FLM (Federazione dei Lavoratori Metalmeccanici), e ha potuto vedere tutta la parabola che da Lama e Berlinguer ci ha portati all' attuale ceto politico progressista, lo spettacolo odierno è un film dell' orrore».
L'Europa è intervenuta con lentezza e pochi soldi: non si poteva fare di meglio, non ha capito o che altro?
«L' Europa è quel che è, una macchina burocratica lenta, guidata da un' oligarchia priva di ogni slancio ideale».
Giustizia e istruzione, i due ambiti del pubblico, non ripartono, le aziende sì: come se lo spiega?
«Scuola e giustizia non stanno sul mercato. Non hanno la necessità di riaprire per sopravvivere».
Perché il governo non si è preoccupato della scuola, davvero conta così poco?
«Qualcosa è stato fatto, in realtà, ma in direzione assistenziale: nuove assunzioni, tanto per cambiare, in una situazione in cui le statistiche internazionali ci dicono che abbiamo troppo personale, e accurate ricerche nazionali documentano la vergogna dell' edilizia scolastica».
Lo scandalo delle intercettazioni della magistratura è destinato ad avere effetti o si spegnerà?
«Non mi sembra che il grande pubblico se ne curi, tendo a pensare che metteranno qualche toppa e la gente penserà presto ad altro».
Tutti dicevano che dopo il Covid-19 ogni cosa cambierà in meglio: una favola o condivide, e cosa muterà?
«Molto cambierà, ma che cosa e quanto dipenderà dal fatto che l' arrivo autunnale di virus micidiali diventi una costante oppure no».
Nel bene e nel male, che giudizio dà degli italiani durante la quarantena?
«Gli italiani mi hanno sorpreso per la loro docilità e il loro scarso amore per libertà e democrazia. Abbiamo bevuto tutto ciò che le autorità ci dicevano, senza pretendere l' unica cosa che dovevamo pretendere: serietà e trasparenza. Possiamo lamentarci fin che vogliamo del governo Conte e della sua "acostituzionalità" (così lo ha qualificato un giurista eminente come Sabino Cassese), ma resta il fatto che lo abbiamo digerito più che bene, come cittadini e come mass media: in democrazia, ogni popolo ha i governanti (e i giornalisti) che si merita».
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paoloxl · 7 years
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Sullo ius soli tutti parlano, ma pochi conoscono. È uno di quegli argomenti apparentemente semplici, su cui ognuno si sente autorizzato a rigurgitare un giudizio sommario senza aver mai letto nulla. E così, da destra, arriva il solito tsunami di sciocchezze figlie dell’ignoranza.  A ingenerare l’equivoco sono stati soprattutto Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che a più riprese hanno parlato di “cittadinanza automatica agli immigrati”, nel tentativo di fomentare la paura degli elettori. Il ragionamento è elementare: se facciamo diventare immediatamente italiano chiunque nasca in Italia spalanchiamo le porte agli immigrati di mezzo mondo, che non vedranno l’ora di portare le proprie donne a partorire nei nostri confini per assicurarsi un lasciapassare valido in tutta l’Unione europea. Non fa una piega, vero? Sbagliato: è una colossale falsità.  Chi sostiene questo punto di vista può appartenere solo a tre categorie: 1) quelli che parlano in mala fede, per portare acqua al proprio mulino elettorale; 2) quelli che parlano senza nemmeno aver letto la legge; 3) quelli che parlano dopo aver letto la legge, ma senza averla capita.  Il testo in discussione al Senato, infatti, non prevede di distribuire passaporti a casaccio, ma introduce due nuovi modi per diventare italiani. Entrambi, peraltro, più ragionevoli di quello attualmente in vigore, che concede la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri solo al compimento dei 18 anni.  Il primo è lo ius soli temperato. L’aggettivo è cruciale: significa che per far diventare italiani i propri bambini agli stranieri non basta farli nascere in Italia, magari “appena sbarcati”, come recita la vulgata fascistoide. Tutt’altro: almeno uno dei genitori deve avere un permesso di soggiorno Ue di lungo periodo. Si tratta di un documento dalla durata illimitata, che non dev’essere rinnovato e che viene rilasciato solo ad alcune condizioni: lo straniero dev’essere residente legalmente in Italia da almeno cinque anni (senza interruzioni significative), deve superare un test di conoscenza della lingua italiana, avere un’abitazione idonea in base a requisiti previsti dalla legge e un reddito annuo non inferiore all’importo dell’assegno sociale Inps (che nel 2017 ammonta a 5.824,91 euro).  Quindi i figli degli immigrati irregolari (a proposito: non si dice “clandestini”) non diventeranno affatto italiani automaticamente. E nemmeno i bambini degli immigrati regolari ma con un permesso di soggiorno temporaneo. E neanche quelli con un permesso di soggiorno illimitato ma che si sono stabiliti in Italia da meno di cinque anni. Quindi chi usa toni da crociato per scagliarsi contro l’invasione dei saraceni racconta un mucchio di balle.  La seconda novità è invece lo ius culturae. In questo caso il minore straniero nato in Italia – o che vi ha fatto ingresso entro il 12esimo anno di età – diventa italiano se ha frequentato regolarmente uno o più cicli scolastici o di formazione professionale nel territorio nazionale e per almeno cinque anni.  Ius soli e ius culturae, inoltre, non prevedono nulla di automatico: per ottenere la cittadinanza servirà una dichiarazione di volontà in tal senso espressa da uno dei genitori entro il 18esimo compleanno del figlio. In alternativa, è il diretto interessato a poter chiedere la cittadinanza entro due anni dal momento in cui diventa maggiorenne.  Infine, un’altra variante dello ius culturae prevede che possa diventare italiano lo straniero che soddisfi alcuni requisiti: aver fatto ingresso nel territorio nazionale prima di aver compiuto 18 anni, essere legalmente residente in Italia da almeno sei anni e aver frequentato un ciclo scolastico o di formazione professionale con il conseguimento del titolo conclusivo.  Insomma, affermare che l’Italia stia per adottare lo ius soli puro, sul modello di quello in vigore negli Stati Uniti, è gravemente scorretto. Antonio Rei - altrenotizie
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purpleavenuecupcake · 4 years
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Ratificato con Qatar accordo bilaterale per insegnamento lingua araba in Italia
Così il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, sul proprio profilo Facebook: "Il Parlamento italiano apre le porte alla propaganda dell’integralismo islamico in Italia. È stato ratificato ieri un accordo bilaterale con il Qatar che consente all’emirato fondamentalista di finanziare università, borse di studio, attività culturali, interscambi di studenti e l’insegnamento della lingua araba nelle scuole italiane. Non abbiamo nulla in contrario a fare accordi commerciali o di collaborazione con qualsiasi Stato del mondo, Qatar compreso, ma qui si tratta di ben altro argomento. Con questo accordo consentiamo a uno Stato integralista che fa apertamente proselitismo in Europa, anche attraverso i “fratelli musulmani”, di diffondere la sua visione fondamentalista dell’Islam a casa nostra. Una follia che non capiamo e alla quale solo Fratelli d’Italia ha provato a opporsi votando contro in Parlamento. Questo accordo segna una brutta sconfitta per chi, come noi, si oppone al processo di islamizzazione dell’Italia e dell’Europa. Ma continueremo a batterci con tutte le nostre forze per difendere le nostre radici classiche e cristiane e i valori di libertà, uguaglianza e democrazia che ne derivano". Sul sito swissinfo.ch è pubblicata l'inchiesta intitolata "Qatar papers - Come l'emirato finanzia l'islam in Francia e in Europa", fatta dai giornalisti Christian Chesnot e Georges Malbrunot. Vengono descritti gli scopi e il potere finanziario dell'associazione di mutuo aiuto Qatar Charity, in particolare in Svizzera. Non è detto che sia in atto una strategia analoga anche in Italia come del resto in tutto il mondo occidentale. Per svolgere le loro ricerche, Christian Chesnot e Georges Malbrunot si sono basati su una fuga di documenti interni, avvenuta circa due anni fa, di una ONG finanziata dalla famiglia reale qatariota, la Qatar Charity. Questo soft power religioso è nel frattempo rallentato dalla guerra velata che gli Stati del Golfo hanno avviato contro il loro piccolo vicino. L'inchiesta dedica un capitolo alla Svizzera, dove l'ONG avrebbe investito oltre 4 milioni di franchi tra il 2011 e il 2014 in cinque progetti di organizzazioni musulmane a Prilly (canton Vaud), Bienne (Berna), La Chaux-de-Fonds (Neuchâtel) e Lugano. Swiss.ch ha intervistato il giornalista Malbrunot, uno dei due autori dell'inchiesta. Cosa pensa delle prime reazioni dopo la pubblicazione della vostra inchiesta? Non è possibile evitare il recupero politico da parte di diversi ambienti. Al momento è in corso una guerra latente tra il Qatar e i suoi vicini. Questi ultimi approfittano dell'inchiesta visto che conferma, secondo loro, le paure e le accuse mosse contro il Qatar. I simpatizzanti dei Fratelli musulmani, invece, negano o minimizzano i fatti che abbiamo riportato. Ma noi non entriamo in questo tipo di dibattito. Il nostro non è un libro contro l'islam. Non dice che le associazioni islamiche sono centri di jihadisti. Né dice che i finanziamenti messi in luce siano illegali. Esponiamo i fatti. La nostra inchiesta mette in guardia sui pericoli rappresentatati da questo proselitismo legato ai Fratelli musulmani in Europa tramite le vie della Qatar Charity. L'obiettivo di questo movimento è di adattare il diritto comune al suo principio di un islam politico. In ultima analisi, ciò promuove il comunitarismo. Il Qatar agisce diversamente dall'Arabia Saudita nella volontà di influenzare l'Europa? Messa sotto pressione dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, l'Arabia Saudita ha mantenuto un basso profilo e compiuto sforzi. Il regno collabora su questi temi con i paesi occidentali. Ma i finanziamenti per moschee o altro continuano, anche se ufficialmente si tratta di iniziative private. Il Qatar ha approfittato del suo relativo disimpegno per acquisire influenza e diventare un operatore importante del mercato islamico in Europa. Lo fa con la Turchia, che è il suo alleato e l'ultimo operatore arrivato sul mercato islamico europeo.  In Svizzera, infatti, i musulmani sono principalmente di origine turca o dei Balcani… Sarà interessante osservare sul campo se e in che modo sono stabiliti legami alimentati dai fondi qatarioti che potrebbero essere implementati dal personale turco. Anche se la Turchia di Erdogan è vicina ai Fratelli musulmani, la pratica turca dell'islam è specifica, diversa da quella del Qatar e dei paesi arabi.  Il proselitismo del Qatar fa dunque parte della lotta per la leadership per l'islam sunnita? È infatti uno dei fattori nella lotta per l'influenza tra Arabia Saudita e Qatar in Europa e altrove, in Africa e in Asia. Il vantaggio del Qatar, almeno in Europa, è che si collega alle reti dei Fratelli musulmani, che sono molto ben organizzate. Questa situazione consente al Qatar di monitorare i suoi finanziamenti e di controllare l'utilizzo dei fondi. Contrariamente alle reti salafite sostenute a suo tempo dall'Arabia Saudita.  Secondo lei, questa rete qatariota mira a creare le basi per l'istituzione di micro società nei paesi europei. Per davvero? Sì e ci ha colpiti. È una costante come lo dimostrano i documenti interni. Uno degli obiettivi della Qatar Charity, espresso nel programma Al-Ghaith diretto dallo sceicco Ahmad Al-Hamadi, è di garantire la diffusione dell'identità islamica in Europa e nel mondo. Si tratta di costruire moschee concepite come centri vitali con, se possibile, scuole, centri commerciali, asili nido, centri funebri, servizi medici, sociali e residenziali. L'individuo musulmano è dunque accompagnato dalla nascita fino alla morte nel quadro dell'islam globale promosso dai Fratelli musulmani. Senza dubbio queste sono contro-società che favoriscono il comunitarismo. Nel medio termine, potrebbe diventare pericoloso. La vostra inchiesta dà l'impressione che i governatori europei arranchino nel trovare risposte a questo proselitismo, a prescindere dal loro rapporto con il laicismo… Con un'eccezione: il Regno Unito favorisce questo tipo di comunitarismo. Per questa ragione, la Qatar Charity aveva stabilito la sua sede generale a Londra. Nei documenti che abbiamo ottenuto, la Qatar Charity deplora le difficoltà riscontrate in Germania per aprire scuole musulmane sotto contratto con lo stato. In Italia, il governo ha risposto con l'8 per mille, una tassa sulle imposte per le associazioni. La Francia è impegnata in un dibattito sulla riforma delle religioni, con l'obiettivo di tagliare questi finanziamenti esterni e garantire la trasparenza dei fondi. È vero, però, che ogni paese sembra un po' sconcertato. Nessuno stato è a conoscenza delle politiche seguite dai vicini. E in ognuno di questi paesi, ci sono sindaci che a volte si impegnano in politiche elettorali o cercano di evitare problemi accettando progetti sostenuti dalla Qatar Charity o rifiutando di interessarsi troppo a queste complesse questioni.   In Svizzera le reazioni sono diverse? In Svizzera, le associazioni hanno uno statuto che le protegge fortemente. Non è dunque possibile sapere chi sono i donatori dei fondi, salvo in caso di un'inchiesta specifica. Così tutte le associazioni sono protette e possono ricevere fondi da destra e manca. Dopo la pubblicazione del libro di Christian Chesnot e Georges Malbrunot, la Qatar Charity ha deciso di porre un freno ai finanziamenti ad istituzioni religiose in Europa. Il provvedimento potrebbe avere conseguenze dirette su un progetto immobiliare di 22 milioni di franchi che dovrebbe sorgere accanto al Museo delle civilizzazioni dell'Islam di La Chaux-de-Fonds. Il servizio della RSI: Dall'11 settembre alcuni governi come la Francia e la Svizzera esigono che i musulmani si organizzino per designare dei rappresentanti. Non si favorisce così lo slancio proselita del Qatar e dei Fratelli musulmani che avevano già un'organizzazione per assumere questo ruolo?  In effetti, l'abbiamo visto in Francia con Nicolas Sarkozy che ha aperto le porte ai Fratelli musulmani con l'UOIF (Union des Organisations Islamiques de France). In Italia, è l’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia (UCOII) a svolgere questo ruolo. Mentre in Germania, è l'IGD, la filiale tedesca dei Fratelli musulmani. Non tutte le persone che si recano in queste moschee per pregare sono Fratelli musulmani. Ma tramite i fondi delle associazioni, il discorso politico dei Fratelli musulmani continua a farsi sentire, anche se discretamente.  I dati che avete raccolto arrivano fino a inizio 2017. Le dinamiche osservate continuano? No, si sono piuttosto fermate dopo il giugno del 2017, da quando è stato imposto l'embargo al Qatar dai suoi vicini del Golfo che chiedono, tra le altre cose, la chiusura della Qatar Charity. Il Qatar ha dunque dovuto ridurre i suoi investimenti. Ha fatto uno sforzo, ma a volte ha semplicemente trovato sotterfugi. Per esempio, la Qatar Charity di Londra è stata chiusa per aprire velocemente Nectar Trust, in realtà una filiale di Qatar Charity. Gli investimenti sono diminuiti, ma non sospesi del tutto. E sempre più banche, specialmente quelle francesi, non accettano più i fondi di Qatar Charity. In Qatar è l'ufficio dell'emiro che oramai controlla e gestisce i flussi finanziari delle ONG del paese. Il problema con i paesi del Golfo è che si deve esercitare molta pressione per ottenere anche solo l'inizio di un'azione. La prima espansione della confraternita I Fratelli musulmani furono fondati nel 1928 a Ismailia, in Egitto, da Hassan al-Banna, insegnante e professore di teologia. L'obiettivo di Hassan al-Banna era duplice: esprimere la sua opposizione alla presenza britannica in Egitto e Palestina e ri-islamizzare la società egiziana e il resto del Medio Oriente attraverso la creazione della Sharia (legge islamica). Il suo obiettivo di diffondere i valori dell'islam non lo colloca nel campo del nazionalismo arabo. La confraternita istituisce strutture sociali e associative, con l'obiettivo di educare le giovani generazioni. Il movimento si diffonde rapidamente oltre i confini egiziani e si sviluppa in Medio Oriente, in particolare in Siria, Palestina e Giordania. Nel 1954, l'organizzazione fu bandita da Nasser e molti Fratelli musulmani si rifugiarono in Arabia Saudita. Saïd Ramadan, genero ed erede spirituale del fondatore della fratellanza Hassan el-Banna, si stabilì a Ginevra nell'agosto 1958. Nel 1961 fondò il Centro Islamico di Ginevra, il primo d'Europa dedicato alla diffusione dell'islam. Il centro costituisce anche il primo passo per l'apertura di altri centri islamici nelle principali capitali europee. Saïd Ramadan è stato sospettato di essere l'autore del documento "Il Progetto", un piano del 1982 per l'islamizzazione dell'Europa, scoperto nel 2001 dai servizi segreti svizzeri nella casa di Youssef Moustafa Nada a Campione d'Italia. Read the full article
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corallorosso · 3 years
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"Se la signora Morani tenesse la bocca tappata con qualcosa di lungo e duro forse non direbbe tutte le str***ate che dice e un po’ di carne fresca riuscirebbe a farla rinsavire". Queste sono le parole di un esponente pesarese di Fratelli d’Italia, Fabiano #Arcangeli, un ultrà con bandiere e logo del partito ovunque, rivolte contro Alessia #Morani, del Partito Democratico. Non solo. Visto che il fenomeno "aveva finito gli insulti" (parole sue), ha pensato bene di chiamare a raccolta, sui social, amici e sodali per riempirla di altre volgarità e offese pesanti sulla falsa riga del suo "bel" commento. Perché, poverino, il tizio "aveva finito gli insulti" (parole testuali) e aveva bisogno di aiuto. E così ieri la Morani è stata letteralmente sommersa di insulti. Vergognoso. Adesso, che la Meloni abbia espresso solidarietà e abbia preso i "dovuti provvedimenti" nei confronti di un suo adepto (fonte #Adnkronos), a me, come sempre, suona tanto di pura ipocrisia. Quell'ipocrisia da "donna, madre, martire, cattolica, postina, falegname, etc" per continuare la perenne campagna elettorale di Fratelli d'Italia. Anche perché non si è limitata a dire questo, ma ha aggiunto: "Io non uso mezze parole per condannare questi metodi, troppo spesso tollerati in altri contesti politici". Quindi da un lato solidarizza e dall'altra rincara la dose incolpando gli altri. E allora, giusto indignarsi per le frasi violente rivolte alla Meloni qualche settimana fa, ma fino a un certo punto. Il confine è molto sottile e dipende da chi arrivano gli insulti. Possiamo essere d'accordo sul fatto che bisogna abbassare i toni del dibattito politico, ma è anche innegabile che una certa parte politica, da almeno dieci anni, ha fomentato odio ovunque, dai social alle tv. Sgarbi in primis, Salvini in secundis e la stessa Meloni hanno insultato, chi più chi meno, la Boldrini, l'Azzolina, la Raggi, l'Appendino, la Segre, etc. La stampa, con Libero in testa, non è stata da meno. Soprattutto #Sgarbi, ha spesso pronunciato parole ignobili, nei confronti della Raggi e dell'Azzolina, non si tratta del primo hater che passa dai social armato di molta ignoranza e pochissimi strumenti. No, si tratta di un deputato del Parlamento italiano, che tra l'altro si professa intellettuale e critico d'arte, uno che dovrebbe elevare il dibattito e invece lo inquina e lo intossica con il più vieto e intollerabile sessismo. E dovrebbe essere cacciato via dal Parlamento, ma non da ora, da tempo. E #Salvini con l'Azzolina non ha usato mai toni fraterni e la #Meloni ha tacciato Conte di aver avuto persino "un atteggiamento criminale" durante il suo governo, riferendosi ai Dpcm e alle chiusure (mentre Draghi, che fa copia e incolla, è Dio). Vorrei ricordare inoltre, che nel caso di Conte è un'offesa gratuita da parte della Meloni: non c'entra il sessismo e sarebbe dovuta intervenire la giustizia immediatamente, perché l'offesa è stata di una gravità inaudita, scagliata con violenza e senza logica in Tv (La 7, dalla Merlino) da una rappresentante delle istituzioni a un Presidente del Consiglio in carica. Le rappresentanti delle istituzioni citate poc'anzi, non sono state attaccate in quanto politiche, ma solo ed esclusivamente in quanto donne. E, come tale, secondo molti trogloditi, meritevoli dei peggiori insulti e delle più volgari offese. Neanche qui c’entra la destra o la sinistra, con le nostre idee o quelle della Raggi o della Boldrini, che continuerò in ogni caso a sostenere con la stessa forza e detrminazione. Qui andiamo oltre, con la concezione della donna nella società, col maschilismo che non conosce limiti, che si insinua sottopelle come un virus e contagia anche chi si crede immune. Eppure a queste donne non è mai arrivato né un messaggio né una telefonata di solidarietà ufficiale da parte del Capo dello Stato Mattarella. E da parte della Stampa italiana in generale, non si è mai visto (o raramente) un trafiletto in prima pagina, anche minuscolo, di indignazione nei confronti di Salvini, Meloni o di Sgarbi quando hanno usato toni verbali irricevibili contro l'interlocutore o l'interlocutrice di turno aggredito/a. No perché io ribadisco e martello sempre sullo stesso punto. E soprattutto non dimentico: - La Raggi, la sindaca della Capitale, niente. Silenzio. Sgarbi l'ha umiliata tante volte. - La Boldrini, forse qualcuno della stampa l'ha difesa, ma niente di che. - L'Azzolina, laureata e da sempre nell'ambito dell'Istruzione, bombardata da quel minchione col diploma di Salvini, anche sull'aspetto fisico. Nessuna solidarietà. - Conte tacciato di aver avuto un "atteggiamento criminale" dalla Meloni e preso per il culo dalla stessa e da Salvini per mesi, dal nome "Giuseppi" alla sua professione "l'avvocato". Nonché da Sallusti, Belpietro, Senaldi, Porro, Del Debbio e Giordano sempre sulle stesse cose. Da Renzi definito "vulnus della democrazia". Nessuna solidarietà. E neanche due pedate nel culo a questi haters giornalisti e politicanti. - Casalino, poverazzo si porta sul groppone la partecipazione al GF da un decennio e probabilmente ancora se la porterà, ma è laureato in ingegneria con Master e una persona sensibile, deriso spesso da Salvini, dalla Maglie e da mezza stampa italiana. Nessuna solidarietà. - DiMaio bombardato da Sgarbi che gli faceva le dirette dal bagno con la sua immagine nello sfondo del cellulare e chiamato "bibitaro" da lui e dai suoi seguaci un giorno sì e due pure. Nessuna solidarietà. - LilianaSegre e la #Morani ieri. Continuo? Mi fermo dai, per manifesta superiorità in materia di sviste solidali. Nella vita la solidarietà si esprime a chi ha fatto del bene e semina felicità, onestà, cultura, non ai furbetti. O si esprime sempre o non serve a niente, sono solo azioni e frasi di circostanza e di convenienza. E un Presidente della Repubblica deve farsi valere con tutti i rappresentanti dei partiti, non apparire alle celebrazioni degli eventi importanti e basta. E deve tutelare il popolo italiano. Svegliamoci ogni tanto. Chiudiamola qua che è meglio va. Salvatore Granata
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