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#amicizie incredibili
syntonylife · 3 months
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jamessixx · 1 year
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After party per il mio nuovo mood dopo aver visto il concerto dì YungBlud. In questa foto mi sento della consistenza della marmellata! Difatti, continuo a passare gli ultimi giorni a riprendermi nella fase post concerto. La live di YungBlud è l’apoteosi delle nuove influenze punk e emo. Soprattutto, perché questo ragazzo riesce ad emergere con grande facilità e con delle canzoni incredibili. Le canzoni che aveva cantato e suonato in live sono molto incisive e piene di grinta. Poiché, il ragazzo che si veste di nero fa emergere il suo spirito adolescenziale e la sua idea di depressione. Le tematiche delle canzoni sono estremamente penetranti e riescono a coinvolgere le nuove generazioni.
After party in una sola foto per racchiudere la mia stanchezza. L’esperienza milanese mi riserva delle nuove ed interessanti vedute. Perché ricordo di essermi dedicato a tutte le esperienze del post concerto e prima del concerto. Pertanto, le visite ai musei sono fenomenali, la conoscenza di alcune amicizie si rivelano interessanti, le vibes erano molto interessanti. Insomma, la mia nuova esperienza a Milano è una nuova tappa verso le bellezze esperienza li dei viaggi. Quindi, dopo la pandemia i viaggi sono molto più intenso ed interessanti. La forza che riesco a trovare è quello che mi serve per iniziare e concludere un viaggio. Le nuove esperienze mi consentono di imparare a vivere il mondo e di connettermi con esso.
Post precedente.
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spring-mornings · 2 years
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...ma io sono destinata a cose più grandi, amori incredibili, storie avventurose, danze sotto la pioggia, viaggi lontani, amicizie sincere, baci eterni.
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lucastreamingita · 3 years
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Luca film streaming ita completo gratis
Luca Guardare - https://luca-ita.blogspot.com/
La trama sarà incentrata su due amici che si incontrano sulla Riviera Ligure. Andrebbe tutto bene, ma in realtà sono creature marine, in cui si trasformano sotto l'influenza dell'acqua. Si divertono, ma allo stesso tempo cercano di mantenere il loro segreto agli altri.
Il film è diretto da Enrico Casarosa (La Luna) e co-scritto da Jesse Andrews (Earl and the Dying Girl and me) e Mike Jones (Soul). Il film è interpretato dai doppiatori di Jacob Tremblay (Good Boys), Jack Dylan Grazer (Shazam), Sacha Baron Cohen (Borat), Maya Rudolph (Bridesmaids), Giacomo Gianniotti (Grey's Anatomy), Jim Gaffigan (Troop Zero). e il nuovo arrivato. Emma Berman. Luca è, in sostanza, un film sull'amicizia, un'amicizia che tutti vorremmo prima o poi. Qualcuno con cui pianificare grandi avventure, che non rida dei nostri sogni stravaganti e qualcuno che ci porti fuori dalla nostra zona di comfort. Alcuni di noi sono abbastanza fortunati da averne uno, figuriamoci tutti e tre. L'amicizia di Luca e Alberto è affascinante e innocente. Certo, non è perfetto, e perché dovrebbe esserlo? La loro amicizia è uno dei motivi per cui questo film funziona così bene. È l'infanzia. Sono due ragazzini che hanno la migliore estate della loro vita. La loro amicizia sprigiona una nostalgia che avvolge l'intero film. Luca e Alberto mettono in luce non solo il tema dell'amicizia, ma anche quello dell'appartenenza. I due rappresentano tutti i bambini che hanno mai sentito di non appartenere, i bambini che sono nel loro mondo perché quello in cui vivono non li accetta per quello che sono. Quando trovi quella persona che ti afferra ed è strana con te, è eccitante. Luca, Alberto e anche la loro nuova amica Giulia, che compare più avanti nel film, sono consapevoli della loro esteriorità al punto da darsi un nome e imparare quanto sia importante restare uniti. In così giovane età, Luca e Alberto capiscono cosa significa essere un vero amico e volere il meglio per qualcuno, anche se significa stare lontani per un po'. Luca ci porta in un'avventura selvaggia in una piccola città della Riviera italiana. Nella vita reale, sono socialmente distante e sono seduto sul mio divano. Ma, nella mia mente, sto mangiando il gelato accanto a una Vespa. L'insetto del viaggio ha colpito, e ha colpito duramente dopo aver visto Luca. L'attenzione ai dettagli era incredibile. Dai colori accesi, dal paesaggio, dal cibo, dalle piccole frasi italiane incastonate nel dialogo, è stata riconosciuta e aggiornata l'identità culturale del popolo italiano. Il regista Casarosa si è proposto di includere quanta più autenticità possibile, e si vede. Mentre c'erano molte cose incredibili in questo film, c'erano alcune cose che avrebbero potuto essere gestite meglio. Per prima cosa, c'è stato un momento più pesante nel film che non è mai stato completamente aggiornato. Sebbene il film si intitoli Luca, impariamo molto su Alberto e su come la sua amicizia con Luca cambi la sua vita. Vorrei che avessimo potuto approfondire il passato di Alberto. Abbiamo una piccola apertura al passato dove ci rendiamo conto da dove viene il “Bruno” di Alberto. Bruno è quella voce che ci dice che non possiamo fare qualcosa o che abbiamo paura. Il Bruno di Alberto si è sviluppato quando suo padre se n'è andato. È molto più commovente di quando Luca si è accorto che “Bruno” era venuto per lui mentre si preparava a infrangere le regole. Avrebbe dato più dimensione al film. Ma come tale, Luca è ancora un film puramente positivo. Luca è un'esperienza calda e familiare che ci ricorda a cosa servono gli amici (come la ballata di Dionne Warwick). Il film è pieno di positività, ottimismo e determinazione, tutte cose fantastiche che lo rendono un fantastico film Pixar. Luca è il personaggio che rappresenta tutti, a qualsiasi età, che vogliono uscire dalla loro zona di comfort e conoscere altre persone, conoscere altre culture e fare nuove amicizie lungo la strada.
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nonleggerlo · 4 years
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#fotodipolitici - Speciale accostamenti incredibili. Non sappiamo se le voci riguardanti la dipartita di #KimJongun corrispondano al vero, al momento nessuna conferma ufficiale, ma questa potrebbe essere l'occasione giusta per rievocare i contorni di una delle amicizie più improbabili ed interessanti nella storia dei regimi totalitari. Leggiamo da @giocopulito.it: "Kim Jong-un, il leader supremo della #CoreadelNord ha una grandissima passione per la pallacanestro. È il più giovane capo di stato del pianeta ed ha studiato, sotto mentite spoglie, in un collegio in Svizzera. Ci sono testimonianze, e foto, di Kim che con la maglia di Rodman gioca a basket tra le Alpi e forse nemmeno lui avrebbe mai pensato che un giorno, avrebbe fraternizzato con The Worm. Ma come nasce questo rapporto tra il miglior rimbalzista che la pallacanestro abbia mai avuto, con quello che ad oggi è il leader politico più discusso e controverso del mondo?". Ne parla lo stesso Rodman, ai microfoni di @bleacherreport: “Come sono finito in Corea? Mi chiesero di partecipare all’interno di una partita degli #HarlemGlobetrotters. Chiesero a #Jordan per primo, ma rispose negativamente all’invito. Poi hanno chiesto a me e io ho accettato. Non mi rendevo conto che stavo andando in un paese che alla gente non piaceva. Mi consigliarono di non andare, ma dissi: ‘No, io vado. Sarà un’avventura diversa. Qualcosa di diverso’. Tutto quello che ho visto lì è che mi trattavano come se fossi sul red carpet con la gente che batteva le mani e mi sorrideva. Poi mi hanno chiesto di vedere Kim, non sapevo nemmeno chi fosse lui. Non Non sapevo nulla di questo ragazzo. Mi sono seduto accanto a lui e abbiamo legato subito. Abbiamo parlato di basket. Abbiamo sciato, abbiamo nuotato, abbiamo fatto tutto come fanno le persone normali. Non gli ho mai parlato di politica. Gli piaceva il fatto che non ero lì solo per politica. Gli piaceva che gli parlassi solo di sport, vita e cose normali. Mi ha detto che posso tornare quando voglio. Ecco perché ci torno. La porta è aperta, e l'ho aperta io". "Ho detto a Kim: hai trovato un amico per la vita" - #NorthKorea #Nba #politiciepallone https://www.instagram.com/p/B_cfCFPFLK0/?igshid=7d6avt05q4j2
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loafhub8 · 2 years
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49 Migliore Giochi Per Nintendo Switch Nel 2021 In Base A 80 Recensioni
Abbiamo già elencato i nostri prodotti consigliati sopra, tuttavia, se tu sei ancora confuso – non preoccuparti, ti prendiamo totalmente! Dal momento che il Web è invaso da così tante recensioni e informazioni, a volte può essere travolgente. Quindi, come diversivo, ti consigliamo di leggere la guida agli acquisti qui sotto e vedere come scegliere migliore giochi per nintendo switch. Grazie alla miriade di modalità di gioco, veicoli e acrobazie in pista disponibili, l'iconico titolo Nintendo dedicato alle corse arcade è uno dei migliori giochi multiplayer in circolazione. Le missioni sono raggruppate in quattro isole diverse che cercano di seguire un unico filo narrativo, in cui lo scopo del gioco è proteggere le risorse più che abbattere i nemici. Quanto alla grafica, il gioco vanta un’ottima pixel art soprattutto per i mech che lo rende un must-buy per gli appassionati dei giochi di strategia. Una console da gioco è assolutamente inutile senza giochi, e per quel che riguarda Nintendo Switch la scelta è senz’altro variegata e abbondante. Questo articolo vi aiuterà quindi con i primi passi per avere una ludoteca ragguardevole in breve tempo. Il marchio ha anche avuto un impatto maggiore sull’acquisto finale di una Giochi Nintendo Switchperfetta. Se vuoi ottenere il miglior rapporto qualità-prezzo, ti suggerirei solo di andare sempre con un marchio noto. Entrambi i giochi fanno inoltre riferimento ai classici Pokémon Rosso, Blu, Verde e Giallo, usciti in origine su GameBoy. Imperdibili per i fan e da provare per gli amanti del genere soprattutto grazie anche alla modalità due giocatori che permette di vivere l’avventura principale in multiplayer. Doveroso includere nella lista dei migliori giochi di ruolo per Switch il titolo che negli ultimi anni ha omaggiato meglio di molti altri i classici RPG di vecchia scuola 16 bit. Un titolo che riprende le meccaniche dei più classici Final Fantasy con battaglie a turni, aggiungendo una veste grafica retrò, artwork affascinanti e un’avventura trascinante e sorprendente. Rimanendo in tema RPG, impossibile non citare la versione rimasterizzata e ottimizzata dell’originale primo capitolo della saga Dark Souls.
Infatti anche se alcuni giochi sono “single player” ovvero giocabili da un giocatore alla volta, ce ne sono molti altri pensati proprio per unire le persone e i membri della famiglia.
Happy Home Paradise, un contenuto scaricabile a pagamento che fa la felicità degli amanti del design, con nuove e raffinate opzioni di personalizzazione, come pareti divisorie, banconi, nuove illuminazioni e tanto altro.
Qualche mese fa ho deciso di comprare una console per giocare insieme a mio figlio, che ha cinque anni.
Vi basterà dare un’occhiata a questo elenco di giochi off-limit e decidere di conseguenza se procedere con l’acquisto o meno.
Per questa tecnica si prevede l’effettivo utilizzo di tecniche di disegno tradizionali, che vengono poi trasferite nel mondo digitale per creare effetti completamente nuovi nel mondo del gaming. I giochi di simulazione ricreano la vita reale in un ambiente virtuale. Si potrà dunque controllare un personaggio senza abilità fantastiche o improbabili, farlo crescere, lavorare, cucinare, portarlo a stringere amicizie o relazioni di coppia. Anche in questo caso la possibilità di utilizzare le funzioni multiplayer ha permesso un nuovo interesse in un genere le cui dinamiche non si sono innovate in modo particolare negli ultimi anni. In New Pokémon snap, i giocatori metteranno alla prova le proprie abilità nell'arte della fotografia. Il malvagio dr Eggman ha costruito un gigantesco parco divertimenti interstellare pieno di giostre incredibili, ma lo sta alimentando con una razza aliena catturata chiamata "Wisps". Lo scopo principale di avviare il portale è educare le persone e fornire loro notizie pertinenti relative alle startup e alla tecnologia. Attualmente, ci sono pochissimi siti Web che pubblicano devotamente articoli di notizie di qualità relativi a startup e tecnologia.
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Altri giochi di azione-avventura in stile platform per due sono quelli appartenenti alla serie di Trine, mentre per chi ama i classici dell’orrore, Resident Evil è disponibile in modalità co-op anche per Switch con il capitolo Revelations 2. Se invece vuoi rivivere i vecchi titoli di Mario, Nintendo ha una vasta selezione anche su questo fronte. Oltre al multiplayer online, che prevede diverse sfide party, questa nuova versione include l’inedito capitolo Bowser’s Fury con nuovi scenari e una versione gigantesca e mostruosa di Bowser. Mentre attraversi i diversi livelli di gioco 3D, puoi anche divertirti a collezionare gli oggetti cult dei supereroi Marvel! https://www.top50-solar.de/newsclick.php?id=161364&link=https://miglioriopinioni.com/
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Versione migliorata e potenziata del gioco uscito su Wii U, questo titolo vede Mario e compagniaffrontarsi in corse di go-kart assolutamente fuori di testa, tra scenari antigravità, potenziamenti e armi da raccogliere e un sacco di veicoli diversi. E se ci si stanca delle gare ci sono molte modalità extra, con cui cercare di eliminare avversari o giocare a minigiochi speciali. Vasto e adrenalinico, è uno dei giochi per bambini Nintendo Switch perfetti sia per giocare con amici che per fare i tornei in giocatore singolo. Quelli che stimolano creatività, intuizione e ragionamento fuori dagli schemi. PORTA GIOCHI – Custodia protettiva portagiochi per Switch con 16 scompartimenti giochi e 16 schede SD rende la custodia ideale e indispensabile per proteggere le schede da acqua e polvere, urti durante il trasporto oppure mentre non vengono utilizzate. DIMENSIONI – Porta schede giochi per Switch con le dimensioni compatte di 12 x 9 x 1,6 cm la custodia può essere trasportata sia a mano che nello zaino portando i giochi in totale protezione e comodamente. Il malvagio dr Eggman ha costruito un gigantesco parco divertimenti interstellare pieno di giostre incredibili, ma lo sta alimentando con una razza aliena catturata chiamata “Wisps”. STREETRAPITALIA, vuole essere il più grande editore indipendente di news e prodotti premium in Italia.
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Inoltre, l’app Switch Parental Controls può limitare la condivisione sui social e altre interazioni online. In generale, tuttavia, i genitori dovrebbero essere consapevoli di ciò che i giovani giocatori stanno facendo online e, soprattutto, con chi stanno avendo contatti. Disponibile anche la versione online di Animal Crossing New Horizon durante la quale puoi visitare le isole di amici e degli altri giocatori presenti in tutto il mondo. Ovviamente – e non ci stancheremo mai di ripeterlo – i genitori dovrebbero sempre supervisionare le interazioni online dei bambini piccoli, anche se i membri della comunità di Animal Crossing sono generalmente molto positivi e disponibili l’uno con l’altro. 25 anni dopo il lancio del primo gioco, la “frebbe” dei Pokémon è più forte che mai. La formula proposta è la solita dei predecessori e, a quanto abbiamo visto, non sono presenti particolari novità. Definire l'ultimo titolo dedicato alle avventure di Link semplicemente un GDR è davvero riduttivo in quanto include così tante sfumature differenti da rendere l'esperienza di gioco davvero sfaccettata. Il gioco ha come sfondo la rivoluzione americana e ripercorre, come al solito, le vicissitudini e gli scontri tra l'ordine degli assassini e quello dei templari. La grafica è stata decisamente migliorata e adattata alla console portatile per garantirvi un'esperienza totalmente immersiva. Tutti titoli che come potrete immaginare non hanno mancato di fare la gioia per i fan più nostalgici delle vecchie glorie del passato.
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thecancerianworld · 6 years
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Mi presento
Ciao a tutti, sono un ragazzo di 22 anni che vive in provincia di una meravigliosa città chiamata Napoli.
Ho aperto questo blog prendendo ispirazione da un film che mi ha dato delle emozioni incredibili. Sto parlando di "Tuo, Simon". Che spettacolo ragazzi..!
Beh, chi ha visto il film e sta leggendo questo post sa sicuramente che il tema principale è l'omosessualità.... Proprio quello che sto vivendo.
Il mio obbiettivo è quello di raccontare attraverso questo blog tutte le emozioni e le esperienze che vivrò in questi anni.. Voglio condividere con voi sentimenti, sensazioni e, magari, anche fare tante nuove amicizie.. Di ragazzi come me ne è pieno il mondo ed è bello sapere di non essere soli..!
Benvenuti nel mio mondo amici, spero che questo viaggio vi piaccia!
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libriselvaggi · 3 years
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La vita bugiarda degli adulti
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Italiano: Sono una grande ammiratrice della scrittura di Elena Ferrante o chiunque sia siccome scrive sotto uno pseudonimo. Credo davvero che Ferrante sia Domenico Starnone che finge di essere donna per giustificare la forte prospettiva femminile di tutti i libri di Ferrante. Vorrei approfondire questa mia teoria quando colloco il mio posto su Via Gemito di Starnone. 
Dopo aver consumato la collana di libri napoletana, un libro dopo l’altro ho studiato il vocabolario dialettale e ricercato delle pagine, ho visto la serie tv intitolata “la mia amica geniale” come il primo libro della collana e comunque sono rimasta con il desiderio di leggere di più da questa scrittrice. Ho comprato  La vita bugiarda degli adulti quando ho scoperto che il libro sarà sviluppato in un film su Netflix. Quindi pensavo che questo libro meritasse un film e non vedevo l’ora di leggerlo. 
Finora Ferrante è sempre riuscita a svolgere incredibili personaggi napoletani con una trama che mi stupisce e commuove. Mi chiedo sempre: come mai non è una storia vera? Proprio questo mi ha ispirato non solo a leggere ma anche a scrivere. Mi piace tanto l’idea di mescolare una realtà che conosco con un mio mondo immaginato. Perché questo La vita bugiarda degli adulti non realizza quello che hanno fatto gli altri sui libri? Abbiamo ancora una protagonista giovane con un rapporto complesso con i genitori, i parenti gli amici e ragazzi che sopravvive a stento la vita napoletana. Non mi ha impressionato, bensì turbato. Mi mancava questo libro l’approfondimento degli argomenti principali come il rapporto con i genitori, il sesso e la morte dell’adolescenza. I genitori sta per lasciarsi per colpa di tradimento, ciò che rompe in un certo senso il legame che Giovanna aveva ai suoi. Come sempre Ferrante esplora le amicizie femminili (come l’amicizia traballante tra Elena e Lila negli anni 50) e come cambiano con l’amore crescente di Giovanna per Roberto, il fidanzato di una sua compagna. Questa relazione non si manifesta. Sembra che qualcosa possa succedere tra loro alle fine, ma non si realizza in un amore. L’amore non ricambiato e il tradimento dalla parte dei genitori spingono la protagonista a cominciare un rapporto sessuale con un giovane nel rione. Questa semplificazione della complessità delle ragazze mi ha deluso. Le relazione tra i nostri genitori non ci definiscono. Come ho interpretato la trama, pare che Ferrante suggerisca così.  La mia amica geniale mostra protagoniste che oltrepassano in un modo le confine del rione, invece Giovanna che sembra più moderna, più privilegiata di Elena e Lila rimane intrappolata a Napoli, destinata alla stessa sorte di sua zia: innamorarsi di quello di un’altra. Avrei voluto conoscere di più la “strega” zia, con quella bruttezza dentro di sé che imbruttisce la sua bellezza esteriore. Immagino con un secondo libro Ferrante sviluppi il rapporto parentale tra zia e nipote e le relazioni amorose della protagonista.  
Mi colpisce tanto l’idea di bellezza in questo libro con le descrizioni dei personaggi, del bracciale e della bellezza interiore: <<Quel nesso tra preoccupazione e bruttezza inaspettatamente mi consolò>>. (p.22). Questa citazione cattura benissimo il sentimento di ribrezzo che proviamo quando l’amore rimane senza speranza; è una mistura di preoccupazione, bruttezza e un’autostima in rovina. 
Ho trovato me stessa nel personaggio di Giovanna, ciò che mi ha anche ripugnato. Sono la figlia di una famiglia rovesciata dal tradimento. Alla fine non volevo vedermi più in Giovanna. È questo destino una parte inevitabile di una tale adolescenza? Mi aspetto che Ferrante publichi un altro libro, non per una spiegazione della sorte di Giovanna, almeno per approfondirla. Oppure voleva Ferrante che facessimo l’introspezione e rimanessimo con questo ribrezzo? 
English: I have admired Elena Ferrante’s novels over the past few years. Her work is published under a pseudonym and many speculate whether she is actually a woman at all. I agree with the emerging theory that Domenico Starnone is behind the famous Neapolitan novels and is writing under a female name to justify and authenticate the strong feminine themes. I will discuss this theory in more depth when I post a review of Starnone’s Via Gemito. 
After quickly consuming Ferrante’s four Neapolitan novels, I marveled at the intensity of her vocabulary and the dialectal cadences so eloquently written. I then watched the HBO series “My Brilliant Friend”, but I was still left with wanting more from this author. I had been reading some of her other books throughout the summer (reviews pending!) and came across La vita bugiarda degli adulti (The Lying Life of Adults) when I heard it was going to be made into a Netflix movie. Because of that news, I was expecting a book with the same degree of intricacy and and exhilaration as My Brilliant Friend. Ferrante has always successfully developed incredible characters carefully knitted together with Neapolitan life. The plots of her stories always astound and move me and left me asking: how is this not a true story? Her work has inspired me to not only want to read more but also to write. I am attracted to this idea of taking pieces of my own reality and placing them in a world of my imagination. 
Why does La vita bugiarda degli adulti not achieve what Ferrante’s other books have managed to do? Even with a young protagonist with a complicated relationship with her parents, relatives, friends and romantic interests, surviving life in Naples, much like the plot of My Brilliant Friend, I was not impressed, but rather disturbed. The book lacked a deeper development of main themes like parental relationships, sex, and the death of adolescence. The main character’s parents are about to leave each other as a result of an affair, which breaks the bonds of Giovanna’s relationship to her parents. As in her earlier books, Ferrante explores female friendships (like the rocky relationship between Elena and Lila in the 50′s) and how they change with the growing love Giovanna has for Robert, the boyfriend of one of her friends. However, this relationship never manifests. The unrequited love and the her parents’ affair drive the protagonist to begin a sexual relationship with a boy in the neighborhood. I found this to be an oversimplification of the complexity of young girls and was disappointed because I expected Ferrante’s work to showcase strong women or at least women who do not succumb to clichés. The relationships of our parents don’t define us and according to my interpretation of the plot, Ferrante is suggesting that we do conform to these stereotypes. My Brilliant Friend shows protagonists that are able to leave the confines of Naples to a certain extent, while Giovanna who appears to be more modern and privileged, is trapped in Naples, destined to the same fate as her aunt: to be in love with the man of another woman. I would have liked to get to know this “witch-like” aunt better. She has a magnificent ugliness inside of her that degraders her exterior beauty. I would think that in a second book that Ferrante would further develop this relationship between aunt and niece, as well as Giovanna’s romantic relationships. 
Although I experienced a lot of disturbance and disillusionment from this novel, I liked how the idea of beauty came across in the character descriptions, the bracelet and inner beauty: “The connection between worry and ugliness unexpectedly consoled me” (p. 22/my translation). This quote wonderfully captures the feeling of disgust we feel when our love seems hopeless. That feeling is a poisonous concoction of worry, ugliness and a crumbling sense of self-esteem that is all somehow comforting. 
 I saw myself in Giovanna’s character, which troubled me. Is this fate an inevitable part of an adolescence marked by parental adultery? I am awaiting another book, not for an explanation of Giovanna’s story, but rather for a deeper understanding of what Ferrante is trying to say about parental relationships, love, and adolescence. Or does Ferrante want us to introspect and be left at the final page with this sense of disgust for ourselves? 
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len-scrive · 6 years
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Sei chi frequenti - Parte 4 - Finale
Nell’estate tra la fine delle medie e l’inizio delle superiori il rapporto tra me e il mio storico amico d’infanzia si rianimò e cominciammo a vederci per scambiarci opinioni su cose più serie dell’ultima puntata di Holly e Benji.
Ciò non toglieva il fatto che eravamo due cazzoni inarrivabili e il livello di cagate dette e fatte è a tutt’oggi incalcolabile. Anche se l’amicizia non c’è più.
Ahimè, io vado d’accordissimo coi maschi, sono sempre stati i miei migliori amici, ma quella è un’amicizia destinata a finire. Perché è giusto così, alle mogli e alle fidanzate non piacciono le amiche, ed io non amo le situazioni meno che idilliache.
Io e il mio amico avevamo la capacità di influenzarci a vicenda e così accadeva sempre che gli interessi di uno finivano per toccare l’altra e viceversa; così, data la grande passione del mio amico per le arti marziali, ci vedemmo insieme tutti i film di Van Damme.
Ed io mi innamorai all’istante.
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Che poi, anche lì, penso fosse esaltazione comune per me portata all’estremo, perché Jean-Claude non è il mio tipo; oppure erano i suoi personaggi, tutti uno più fesso dell’altro, con la verve recitativa di un lombrico e il senso dell’umorismo di mio nonno. Però che risate.
Sì, perché eravamo esaltati ma non stupidi. Adoravamo Van Damme e andava bene, ma lo prendevamo anche per il culo. Io prendo sempre per il culo ciò che amo, questo anche nella vita di tutti i giorni.
E mi fa piacere che chi mi vuole bene mi prenda altrettanto in giro, chiaro.
Van Damme non fu l’unica vittima dell’idiozia che ci scambiavamo vicendevolmente. Appena il mio amico beccò Crying Freeman in film (lui che amava il fumetto) lo sottopose alla mia attenzione e fu così che mi innamorai di Mark Dacascos.
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Mark sancì l’inizio di un rituale specifico nato tra me e il mio amico; che era quello di propinare all’altro le porcate più porcate di film mai prodotte per farlo soffrire e ridere alle sue spalle. Tralasciando il fatto che se l’avevi visto una volta e ti aveva fatto schifo, il film, rivedertelo una seconda volta per fare dispetto al tuo amico non era proprio dimostrazione di genialità.
Così nacque anche il mio amore per i film di serie Z. Quelli che guardi, massacri, insulti, sputtani, ma intanto che ridere nel mentre.
Mark produsse così una delle prime serate della nostra amicizia guardando film del cazzo (a parte quelli di Van Damme, chiaro): il film fu DNA comprato, attenzione bene, comprato solo perché c’era lui. Non ho idea di che argomento trattasse e non ricordo nulla della trama: ci sarà un motivo.
Poi tutta da sola scoprii My Own Private Idaho. Apriti cielo. Non solo questo portò alla folle passione per Keanu Reeves, ma confermò anche il fatto che tutte le storie a tematica omosessuale mi sono sempre piaciute, da che leggevo Wilde a tutto ciò che è arrivato dopo.
Keanu durò un bel po’, e il bello era che al tempo non se lo cagava nessuno e nessuno ne parlava.
Non appena me ne innamorai io accadde una cosa interessante, uscì Little Buddha e fu il delirio. Si parlava solo di lui e di quanto era bravo.
Tra me e me pensavo: gli ho portato ben fortuna, eccheccavolo.
Ah, ho portato fortuna anche a DiCaprio, sappiatelo.
Guardando Growing Pains arrivò anche la famosa puntata in cui Luke vuota le bottiglie di vino nel lavandino e papà Seaver pensa che se le sia bevute lui; secondo me in quell’occasione Leo dà una prova d’attore notevole, nonostante il telefilm non necessitasse di incredibili prestazioni.
Ecco, io l’ho pensato subito: questo diventa un mostro.
Ero piccolina, ma avevo ragione. Sono molto fiera di me per questo, lo racconto anche in giro, ci faccio su delle conferenze stampa.
Poi accadde l’inevitabile, come in ogni ciclo della mia vita. Arrivò la serie tv dell’epoca che attendeva solo il momento buono per sconvolgermi la vita. Cominciò Young riders (I ragazzi della prateria in Italia, sempre per il nostro buon gusto in fatto di titoli rivisti e corretti)
E mi innamorai di Stephen Baldwin.
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Eh, non mi sono fatta mancare nulla. La signora e il signor Baldwin hanno prodotto begli esemplari, via.
Adesso, siate sinceri, Young Riders era un gran bel telefilm. Al di là dell’ambientazione che io amo, era proprio ricco di bei personaggi, delineati bene, di certo non proprio corretti dal punto di vista storico, visto che erano tutti degli eroi senza onta, giusti, leali e coraggiosi, però le avventure erano appassionanti e gli attori bravi.
Per questo telefilm mi macchiai di dimostrazioni di cattivo gusto come neanche con Matrix e i Take That riuscii mai più a produrmi. Sono stata capace di andare in giro con una stella da sceriffo appuntata addosso e con gilet con le frange…
E in quel periodo anche altro occupò la mia mente, perché iniziai a seguire il wrestling. E anche se amavo un po’ tutti i personaggi, in realtà Tatanka e la sua danza di presentazione erano i miei preferiti. Probabilmente per restare in tema “ragazzi della prateria”.
E alla fine successe.
Successe anche a me di appassionarmi a qualcosa a cui mezzo mondo si era appassionato.
Ero stata una bambina e una ragazzina idiotissima, ma ero stata sempre piuttosto originale nelle mie scelte. Ma poi arrivarono loro e, sebbene sia stata una mia scelta anche quella, non posso dire di essere stata una delle poche.
Ebbene sì, i Take That nacquero ed io folleggiai per Howard Donald per i successivi tre anni.
Tre anni.
Un record.
Sì, dovetti arrivare ai diciassette anni per ricordarmi di avere un cervello e usarlo meglio di come stavo facendo.
No, va beh, scherzo.
Adesso, come ho già detto più volte, sono severa su queste cose, nel senso che mi guardo indietro e di tutte le passioni che ho avuto quella per i Take That è l’unica che mi sta sulle palle, ma penso di sapere perché.
L’esasperazione che ho visto allora e di cui, discolpandomi un po’, posso dire di aver fatto parte non completamente, mi ha mostrato un modo di essere appassionata a qualcosa che non è sano.
Io ricordo le giornate trascorse con le mie amiche a sparare cazzate e ascoltare le loro canzoni e di quei ricordi vado fiera, vado meno fiera delle dimostrazioni di idiozia che forse sono d’obbligo a quindici anni, ma non tolgono il fatto che poi ti guardi indietro e dici “Ma che rincoglionita”.
Si dice che se certe cose non le fai ad una certa età non le puoi più fare e riguardo questa particolare cosa non c’è dubbio. Fuori, di fronte ai cancelli di Buona Domenica, ad aspettare cosa ancora adesso devo capirlo, non ci andrei mai più nemmeno se dentro agli studi ci fosse Stephen King.
Con la passione un po’ idiota per i Take credo di essermi educata da sola alla mia avversione per la ricerca della vicinanza con gli artisti.
Ancora oggi tutto il mio mondo gira intorno al cinema e alla televisione ben fatti, per i quali nutro amore smodato e di cui non potrei fare a meno, ma tendo a separare così tanto l’attore da ciò che interpreta che magari certe volte esagero pure in senso contrario.
Twitter avvicina molto agli artisti in quanto persone, ma molti di loro non possono essere loro stessi per ovvie ragioni. Tenderò sempre a considerare qualsiasi cosa detta da una persona popolare, qualcosa di relativamente artefatto e detto per una qualche ragione. Nessuno con uno stuolo di proseliti può prendersi il diritto di dire qualsiasi cosa gli passi per la testa, perciò il fatto di pensare che internet mostri la vera natura  degli artisti penso sia abbastanza ingenuo.
Però è comunque divertente l’idea che sia il tizio che lavora al supermercato sotto casa, sia Kevin Smith si mettano a postare cagate magari nello stesso momento. Ti dà un senso di “tutto il mondo è paese” più ampio di quello che potevi avere un po’ di anni fa.
Dicevo che Howard non mi ha portato ad organizzare manifestazioni contro le fan di altri gruppi musicali e non mi ha portato a picchiare le altre fan di Howard perché lui era mio (sì, succedeva, buon dio, succedeva anche nella mia scuola), però ho detto e fatto cazzate che ancora oggi penso ai miei genitori che erano costretti a farsi vedere in giro con me e mi convinco di aver fatto loro purgare la decisione di avere una figlia.
Sicuramente la loro musica era meglio di tante porcate che ci sono in giro adesso, comunque.
Hanno pagato caro l’essere dei bei ragazzi e l’aver attirato un pubblico prettamente femminile di ragazzine urlanti e imbecilli, altrimenti avrebbero fatto più strada di quella fatta.
Del resto Robbie ha ben dimostrato di saper fare quello che fa, anche se veramente non so quanti artisti come lui non si guardano indietro dicendo “Ho buttato via la mia giovinezza”. Ma questo è un altro discorso.
Ricordo che i ragazzi non avrebbero ammesso di apprezzare una canzone dei Take That manco sotto tortura e non credo fosse perché le canzoni non erano belle. Era solo che dire “Mi piacciono i Take That” era come dire “Sono una ragazzina urlante”.
Tra concerti e viaggi vari in giro per l’Italia a San Remo, Milano e via dicendo ho trascorso tre anni a fare esperienze e amicizie nuove, a divertirmi e a fare cose (tipo dormire dentro al Teatro Ariston grazie al buon cuore di una guardia che non ha lasciato le ragazzine idiote fuori al freddo a congelare) che oggi non si possono più fare. Posso dire che la passione per Howard tutto è stata tranne che inutile. E non è stata deleteria, solo molto idiota.
Ma sono idiota anche ora perciò non è che possa stupirmi.
E passò anche quello. Una volta separati i Take That (e non mi sono strappata i capelli, credetemi, nonostante quello che si diceva in giro di noi folli fans) piano piano sono tornata alla mia passione per il cinema e la tv, e poi sono anche cresciuta, smettendo di appassionarmi alle cose grazie agli attori.
Le ultime passioni sono legate più che altro al quarto anno di superiori e al mio ritorno alle serie televisive.
Mi ricordo che un giorno mi fissai a guardare un telefilm che sul subito presi per il culo brutalmente, che ancora oggi prendo per il culo brutalmente, ma che alla fine ho guardato con gioia e che considero decisamente un buon prodotto nonostante gli effetti speciali infami, le trame pittoresche e la recitazione un po’ da capre belanti.
Trattasi di Hercules The Legendary Journeys e potevo mai invaghirmi del protagonista io? Ma figuriamoci.
No, io stravedevo per Iolaus e per tutta la sua idiozia così felicemente ostentata.
Ci tengo a dire una cosa.
Al di là della stupidità di questi post, che mi pare ovvia e voluta, del resto mi piace prendermi per il culo e mi piace che si sappia che si può essere idioti in modi diversi, non per forza solo deleteri e crudeli, quello che emerge è che al tempo la televisione univa le persone. Almeno io la ricordo così.
Attraversando questo lungo sentiero fatto di nomi, facce e titoli che hanno segnato la mia vita, io rileggo soprattutto di una famiglia che si metteva davanti alla tele e condivideva pensieri e sentimenti che saranno stati anche basati su cazzate, ma intanto hanno prodotto ricordi.
Le mie ultime passioni prima di diventare più orsa e meno capace di esternare sono stati due telefilm che hanno letteralmente unito la famiglia di fronte allo schermo per decine decine e decine di serate.
E chi se ne frega se erano di fronte allo schermo, alla fine ero insieme alla mia famiglia a discutere e divertirmi; capita così di rado ormai, praticamente più, che non posso non avere un bel ricordo di quei tempi.
X-Files è stato, per lungo tempo, letteralmente la colla che ci teneva attaccati alla tv.
Io ero una psicopatica della possessione, perciò registrare su vhs tutto ciò che mi piaceva era obbligo imperativo categorico.
I miei si rassegnavano all’idea che per noi avere un videoregistratore non significava poter vedere un programma mentre se ne registrava un altro, fine ultimo di un video, ma vedere un programma mentre si registrava QUEL programma.
Io toglievo la pubblicità, eh beh, che vi credete? e gli ignobili insulti che mi partivano ogni volta che riattaccavo la registrazione in ritardo erano coloriti e svariati. Poi stavo mezz’ora a lamentarmi di questa cosa coi miei familiari che avrebbero gradito vedersi in santa pace il resto del telefilm, invece.
E no, non ero innamorata di Mulder, anche se tra lui e Scully, per affinità di pensieri, preferivo lui. Io ero impazzita per Krycek (Nicholas Lea) nonostante non fosse proprio un personaggio simpatico.
In onore del fatto che le mie passioni mi hanno sempre spinto a fare cose utili nella mia vita, posso dire di aver seguito con entusiasmo un corso di russo dopo aver sentito Krycek, in Tunguska, sparare insulti a ripetizione contro Mulder. Gli aveva anche sputato dietro, in quella puntata, ma io mi sono limitata ad imparare un po’ di russo.
Altra cosa che nella mia vita è servita a farmi amici nuovi, per un po’, non per sempre, e nuove esperienze.
Sempre per Nicholas affittai cose improponibili e le propinai al mio amico, com’era ancora d’uso tra di noi. Una sera lo costrinsi a vedere Xtro II: The Second Encounter (non abbiamo mai capito quale fosse stato il primo, di incontro) una cosa che non è possibile classificare come film, davvero. Una scena in particolare produsse risate isteriche.
C’era questo alieno che ammazzava i protagonisti uno ad uno. E ad un certo punto uno di questi tizi veniva massacrato al ritmo di una colonna sonora raccapricciante che tu ricordavi bene proprio perché faceva schifo.
Quando i protagonisti decidevano di riguardarsi la stessa scena che tu avevi appena visto grazie alla telecamera di sicurezza della base, tu rivedevi la stessa scena con in sottofondo anche la stessa colonna sonora.
Quanto ridere.
Altra colpa di cui mi macchiai per Nicholas fu causata dalla mia fissa di registrare tutto su vhs.
Una mattina alle cinque mi alzai e in tele davano Once A Thief. Io non sapevo nulla di questo telefilm ma appena vidi Nicholas afferrai la prima vhs che trovai per registrarci sopra. Era protetta (per chi non è di quell’epoca la protezione era togliere la linguetta di plastica a lato in modo da non registrarci più su) ma mica me ne fregò qualcosa.
Se era protetta, uno dice, ci sarà stato un motivo.
No, io ci appiccicai sopra il classico pezzo di scotch (sempre a portata di mano accanto alla televisione) e ci registrai su per una mezz’ora buona prima di accorgermi che:
Era una vhs originale, perciò aveva un buon motivo per essere protetta.
Era Legends of the Fall. Non proprio l’ultimo dei film.
Non era nostro, era stato prestato da terzi.
Mi sentii profondamente in colpa. Le vhs originali erano sacre per me, terribile errore.   
  E per ultimi ci sono il buon Tobias Moretti e il suo sostituto Gedeon Burkhard ne Il Commissario Rex.
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Questo telefilm è stato l’ultimo a tenere la famiglia incollata al televisore.
Avevamo anche noi un pastore tedesco all’epoca, mio grande amore ancora oggi ricordato e di cui ancora oggi sento la mancanza.
Le avventure di Rex e del suo amico umano erano uno spettacolo. Anche lì, niente di eccezionale nella recitazione, il più bravo era proprio Rex, niente di che come trame, ma i personaggi e il modo in cui ti diventavano familiari sono stati la sua forza.
La tristezza quando Tobias ha lasciato il serial si è fatta sentire per lungo tempo, in particolare il pensiero che Rex avesse perso il suo amico in un brutto modo mi aveva toccato profondamente, poi è arrivato Gedeon e devo dire che si è inserito perfettamente facendo sentire poco la differenza tra una serie e l’altra.
Dopo di lui però ho smesso di guardarlo perché era diventato un coacervo di attori incapaci e brutte trame. Mi pare che ultimamente ci si era infilata pure l’Italia dentro e questo per me è sempre stato un deterrente per guardare qualsiasi cosa.
Comunque un applauso a Tarantino che guardando Rex avrà pensato “Perché non chiamare Gedeon e Christoph per Inglourious Basterds”? Bravo. Beh, magari non è proprio guardando Rex che l’ha pensato, ma due da un telefilm solo sono un bel numero.
La puntata con Christoph, tra l’altro, è stata l’unica in cui si vedeva recitare qualcuno. Così, tanto per dirlo.
Com’era carino, nonostante lì interpretasse sempre la parte dello psicopatico.
  Ecco ho concluso, più o meno.
Nel senso che ricordarsi tutto non è impresa adatta alla mia povera mente che non ha memoria eidetica come quella di Spencer Reid. Tuttavia credo di aver fatto un buon lavoro.
Ci sono cose che non si devono dimenticare e ricordarsi di quando si era bambini, di cosa si provava e per che cosa si era felici è sempre importante.
Anche per merito di cose futili, penso sia stato un bene lo stesso.
Sei chi frequenti - Parte 1
Sei chi frequenti - Parte 2
Sei chi frequenti - Parte 3
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freedomtripitaly · 5 years
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La crociera è, senza dubbio, uno dei modi migliori per trascorrere una vacanza a due: unisce le comodità e il comfort di un resort all-inclusive con l’avventura e l’ebbrezza di scoprire, quasi ogni giorno, una meta diversa e distante migliaia di chilometri l’una dall’altra. Organizzare una crociera è fattibile per tutti, esistono pacchetti adatti a tutte le tasche, alle differenti esigenze, a ogni stile di vita e i tour proposti permettono di scoprire molteplici località in Italia, Europa e nel resto del mondo. Di fronte alle infinite possibilità che si possono vagliare quando si decide di partire per una crociera, spesso si rimane dubbiosi e si teme di non saper scegliere la soluzione più congeniale. Niente paura, oggi vi spieghiamo quali sono le domande che dovete porvi per individuare la crociera perfetta per la vostra coppia in base alle esigenze, il budget e le aspettative. Il budget Partiamo dalla domanda principale: il budget a disposizione. Innanzitutto, prima di organizzare la crociera dei vostri sogni, dovete capire quanto denaro avete a disposizione, sia per il viaggio in sé che per tutti gli eventuali extra. Sulla nave avete la possibilità di avere i pasti inclusi, chiedetevi però se vorrete provare locali e ristoranti tipici delle varie tappe che andrete a visitare e se avrete piacere di acquistare souvenir per voi e per i vostri cari. Infine, chiedetevi se a bordo desiderate un trattamento all-inclusive e cosa include (ad esempio, i trattamenti benessere spesso sono da pagare a parte). Crociera solo per adulti Questo aspetto potrebbe non interessare a tutti, però, se state cercando un’esperienza davvero romantica, potreste prendere in considerazione l’idea di prenotare una crociera riservata soltanto agli adulti. In questo caso, nulla potrà disturbare la vostra coppia, non ci saranno urla, grida e corse di bambini che, giocando, talvolta possono interferire con l’intenzione di rilassarsi degli adulti. Per quanto i bambini possano essere adorabili, una crociera adult-only vi permetterà di godere pienamente del relax a bordo (senza contare che le navi per soli adulti dispongono di più spazio per locali alla moda, ristoranti e SPA). Le tappe Chiedetevi se desiderate godervi l’esperienza a bordo della nave o se preferite una crociera con tappe quasi giornaliere per andare alla scoperta di nuove località. Se per voi la crociera significa vivere l’atmosfera di bordo, potete optare per una crociera dove la nave, i servizi e il lusso sono la priorità; se, invece, amate l’avventura e volete visitare nuovi luoghi, allora date importanza alla rotta e alle tappe previste. La vostra priorità Ovviamente, la vostra priorità è trascorrere momenti incredibili con il partner a bordo di una splendida nave che vi conduce in luoghi da sogno. Tuttavia, nell’organizzare una crociera, domandatevi anche a cosa siete più interessati: a un’esperienza gourmet? Alla palestra e alla forma fisica? Scoprite su cosa volete puntare e scegliete, di conseguenza, la tipologia di nave che può venire incontro ai vostri desideri. Le dimensioni della nave Alcune navi sono delle vere e proprie città galleggianti, altre sono piuttosto piccole e intime. Voi come immaginate la vostra crociera? A bordo di una nave dove perdervi e provare un’infinità di ristoranti e locali, oppure in una dimensione più contenuta? Se pensate di annoiarvi facilmente, una grande nave potrebbe essere la soluzione; tuttavia, tenete presente che spesso non possono attraccare in molti porti per cui se desiderate scoprire nuovi luoghi, vi conviene optare per una nave più piccola. Crociere a tema Desiderate provare un’esperienza davvero speciale? Allora, la soluzione perfetta per voi potrebbe essere una crociera a tema. Ad esempio, che ne direste di lasciarvi incantare dall’atmosfera di una crociera a tema Disney? A primo impatto potrebbe sembrare poco adatta a una coppia, invece molte crociere Disney sono dedicate a soli adulti e regalano un’esperienza davvero romantica. Ancora, se amate la cultura, potete partecipare a una crociera ricca di eventi culturali, convegni e conferenze. Tipologia dell’itinerario Siete il tipo di coppia che desidera trascorrere le giornate a bordo in relax, senza vincoli e orari? Oppure preferite una crociera curata nel dettaglio, con animazione e attività programmate? Alcune crociere sono più orientate ad attività ed eventi organizzati, altre lasciano l’ospite libero di organizzare la permanenza come desidera. La scelta dipende dalla vostre esigenze. Incontrare altre coppie Oltre a considerare se volete un itinerario dettagliato o meno, chiedetevi se siete interessati a socializzare con altre coppie e fare nuove amicizie oppure preferite dedicare il tempo soltanto a voi due. Alcune crociere sono orientate a eventi di gruppo, a favorire nuove conoscenze mentre altre lasciano alle coppie il loro spazio. Crociere stagionali Non esistono soltanto le crociere “da spiaggia” dove si trascorre il tempo a bordo piscina tra cocktail, tuffi e soste nelle isole. Molti sono gli itinerari dedicati, ad esempio, a tour in Alaska o in Europa che prevedono soste in pittoresche cittadine di mare e numerose sono le crociere previste durante il periodo natalizio, un modo davvero romantico di trascorrere le vacanze. Considerazioni finali Infine, dovete capire quanto tempo avete a disposizione per la vostra vacanza, da quale porto vi è più comodo imbarcarvi, la lingua parlata a bordo e gli adempimenti burocratici necessari. Una volta che avrete risposto a tutte queste domande, staccate la spina e non pensate a nulla se non a godervi la vostra prima entusiasmante crociera di coppia! https://ift.tt/2ZKh7NT Prima crociera in coppia? Ecco come scegliere quella migliore La crociera è, senza dubbio, uno dei modi migliori per trascorrere una vacanza a due: unisce le comodità e il comfort di un resort all-inclusive con l’avventura e l’ebbrezza di scoprire, quasi ogni giorno, una meta diversa e distante migliaia di chilometri l’una dall’altra. Organizzare una crociera è fattibile per tutti, esistono pacchetti adatti a tutte le tasche, alle differenti esigenze, a ogni stile di vita e i tour proposti permettono di scoprire molteplici località in Italia, Europa e nel resto del mondo. Di fronte alle infinite possibilità che si possono vagliare quando si decide di partire per una crociera, spesso si rimane dubbiosi e si teme di non saper scegliere la soluzione più congeniale. Niente paura, oggi vi spieghiamo quali sono le domande che dovete porvi per individuare la crociera perfetta per la vostra coppia in base alle esigenze, il budget e le aspettative. Il budget Partiamo dalla domanda principale: il budget a disposizione. Innanzitutto, prima di organizzare la crociera dei vostri sogni, dovete capire quanto denaro avete a disposizione, sia per il viaggio in sé che per tutti gli eventuali extra. Sulla nave avete la possibilità di avere i pasti inclusi, chiedetevi però se vorrete provare locali e ristoranti tipici delle varie tappe che andrete a visitare e se avrete piacere di acquistare souvenir per voi e per i vostri cari. Infine, chiedetevi se a bordo desiderate un trattamento all-inclusive e cosa include (ad esempio, i trattamenti benessere spesso sono da pagare a parte). Crociera solo per adulti Questo aspetto potrebbe non interessare a tutti, però, se state cercando un’esperienza davvero romantica, potreste prendere in considerazione l’idea di prenotare una crociera riservata soltanto agli adulti. In questo caso, nulla potrà disturbare la vostra coppia, non ci saranno urla, grida e corse di bambini che, giocando, talvolta possono interferire con l’intenzione di rilassarsi degli adulti. Per quanto i bambini possano essere adorabili, una crociera adult-only vi permetterà di godere pienamente del relax a bordo (senza contare che le navi per soli adulti dispongono di più spazio per locali alla moda, ristoranti e SPA). Le tappe Chiedetevi se desiderate godervi l’esperienza a bordo della nave o se preferite una crociera con tappe quasi giornaliere per andare alla scoperta di nuove località. Se per voi la crociera significa vivere l’atmosfera di bordo, potete optare per una crociera dove la nave, i servizi e il lusso sono la priorità; se, invece, amate l’avventura e volete visitare nuovi luoghi, allora date importanza alla rotta e alle tappe previste. La vostra priorità Ovviamente, la vostra priorità è trascorrere momenti incredibili con il partner a bordo di una splendida nave che vi conduce in luoghi da sogno. Tuttavia, nell’organizzare una crociera, domandatevi anche a cosa siete più interessati: a un’esperienza gourmet? Alla palestra e alla forma fisica? Scoprite su cosa volete puntare e scegliete, di conseguenza, la tipologia di nave che può venire incontro ai vostri desideri. Le dimensioni della nave Alcune navi sono delle vere e proprie città galleggianti, altre sono piuttosto piccole e intime. Voi come immaginate la vostra crociera? A bordo di una nave dove perdervi e provare un’infinità di ristoranti e locali, oppure in una dimensione più contenuta? Se pensate di annoiarvi facilmente, una grande nave potrebbe essere la soluzione; tuttavia, tenete presente che spesso non possono attraccare in molti porti per cui se desiderate scoprire nuovi luoghi, vi conviene optare per una nave più piccola. Crociere a tema Desiderate provare un’esperienza davvero speciale? Allora, la soluzione perfetta per voi potrebbe essere una crociera a tema. Ad esempio, che ne direste di lasciarvi incantare dall’atmosfera di una crociera a tema Disney? A primo impatto potrebbe sembrare poco adatta a una coppia, invece molte crociere Disney sono dedicate a soli adulti e regalano un’esperienza davvero romantica. Ancora, se amate la cultura, potete partecipare a una crociera ricca di eventi culturali, convegni e conferenze. Tipologia dell’itinerario Siete il tipo di coppia che desidera trascorrere le giornate a bordo in relax, senza vincoli e orari? Oppure preferite una crociera curata nel dettaglio, con animazione e attività programmate? Alcune crociere sono più orientate ad attività ed eventi organizzati, altre lasciano l’ospite libero di organizzare la permanenza come desidera. La scelta dipende dalla vostre esigenze. Incontrare altre coppie Oltre a considerare se volete un itinerario dettagliato o meno, chiedetevi se siete interessati a socializzare con altre coppie e fare nuove amicizie oppure preferite dedicare il tempo soltanto a voi due. Alcune crociere sono orientate a eventi di gruppo, a favorire nuove conoscenze mentre altre lasciano alle coppie il loro spazio. Crociere stagionali Non esistono soltanto le crociere “da spiaggia” dove si trascorre il tempo a bordo piscina tra cocktail, tuffi e soste nelle isole. Molti sono gli itinerari dedicati, ad esempio, a tour in Alaska o in Europa che prevedono soste in pittoresche cittadine di mare e numerose sono le crociere previste durante il periodo natalizio, un modo davvero romantico di trascorrere le vacanze. Considerazioni finali Infine, dovete capire quanto tempo avete a disposizione per la vostra vacanza, da quale porto vi è più comodo imbarcarvi, la lingua parlata a bordo e gli adempimenti burocratici necessari. Una volta che avrete risposto a tutte queste domande, staccate la spina e non pensate a nulla se non a godervi la vostra prima entusiasmante crociera di coppia! Ecco tutte le domande che dovete provi per organizzare al meglio la vostra prima crociera di coppia
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genitoriefigli-blog · 5 years
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Le difficoltà di essere madre
Essere genitori oggi non è semplice, tanto meno essere madri. Spesso diventare mamma fa affiorare sentimenti di inadeguatezza e fallimento, un senso d’angoscia e di smarrimento che si traduce in tristezza e nei casi peggiori in depressione, che non dipendono solo ed esclusivamente dalle notti insonni. Oggi le mamme si trovano a gestire lavoro, casa e figli da crescere, la mancanza di tempo si trasforma a lungo andare in senso di colpa per non potersi dedicare ai propri bambini come si desidera.
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Le madri oggi sono spesso stanche, una stanchezza generata dalla responsabilità di crescere un altro essere umano al meglio, che dipende da loro in tutto e per tutto. Generata dalla mancanza di sonno, dall’infinita pazienza e non solo, dai giudizi degli altri, dall’obbligo di occuparsi di se stesse, di amare, di alimentare passioni, interessi, amicizie. Di mantenersi in salute e in forma, di non trascurare il proprio benessere, per non mollare, perché quando hai un figlio non si può buttare tutto all’aria e scappare, ovunque vai sarai sempre una madre, un sentimento che non si può nascondere o ignorare.  
Quando si scopre di aspettare un bambino o perché voluto o capitato non si è ben consapevoli di quello che avverrà, anche se i sacrifici di una madre cominciano già in gravidanza, quando ci si trova di fronte al cambiamento, perché il corpo cambia e non tutte sono sempre pronte ad accettarlo. Sacrificare se stesse e il proprio corpo è per le donne necessario per provare un amore mai sentito prima, quello per un figlio, una creatura che hai fatto tu. Molti purtroppo però non comprendono quando una donna si fa travolgere da questi continui cambiamenti spesso senza riuscire a reagire ma facendosi trasportare da sensazioni e stati d’animo difficili da gestire da sole. Proprio quando ti senti inadeguata e credi di non poter essere una buona madre, perché impotente di fronte ad un mal di pancia o un pianto incessante, quando non sai cosa fare e il tuo bambino ha bisogno di te.
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Questo è uno dei tanti aspetti che si affrontano quando si diventa madri, anzi uno dei primi, a cui si susseguono tantissime incredibili emozioni ad altrettanti stati di ansia e difficoltà. Essere madri non è sempre tutto sorrisi e gioie, essere madri significa diventare molto più forti di quanto ci si immagina, una forza che sembra venire fuori quando per la prima volta guardi negli occhi la tua creatura.
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tergestin · 7 years
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“Ho lottato, dal primo giorno in cui mi sono reso conto di cosa era successo. Ho scelto di tornare sul campo contro le raccomandazioni dei chirurghi. Mi hanno assecondato e ho iniziato questo percorso pazzesco, recuperando la forma fisica al di là di tutte le previsioni, grazie all’aiuto ed al sostegno che ho ricevuto. La mia società Mogliano Rugby, i Lyons Piacenza, la Federazione, i miei amici, lo staff, la dirigenza, sono stati fantastici fin dal primo giorno. Nicolò Pagotto e Marcella Bounous mi sono stati vicini quando serviva, senza di loro non avrei potuto fare niente. Giorgio Da Lozzo, con il quale ho fatto dei passi incredibili. La sua professionalità, le sue competenze e la sua amicizia, sono stati le miei armi per continuare a lottare contro le sofferenze che provavo. Ho conosciuto quotidianamente dei dolori che mai avrei potuto immaginare. Ho ricevuto messaggi da tutta l’Italia, tutte sollecitazioni che mi hanno dato la spinta e la carica necessaria per superare positivamente ogni secondo delle mie giornate. Proprio come su un campo da Rugby, dove da solo non sei nulla, insieme agli altri puoi realizzare qualsiasi cosa, quindi mi sono fatto aiutare e ci ho creduto dal primo all’ultimo giorno. Ma adesso qualcosa è cambiato. Da tre mesi ho visto il mio corpo non accettare più lo sforzo fisico e inviarmi segnali negativi, troppi. Ho 28 anni, il mio corpo è a dir poco distrutto. Due mesi fa mi hanno diagnosticato ulteriori problemi causati dalle cure effettuate per tenermi in vita. Con tutti gli altri danni fisici subiti, non sono cose che posso trascurare ed ho iniziato ad aver paura per la mia vita. Tornando a giocare rischio oggettivamente la morte, e morire in campo, davanti ai miei amici e a chi mi vuole bene non mi sembra assolutamente una buona idea. Volevo arrivare fino in fondo, raggiungere l’obiettivo che pensavo fosse tornare quello di prima, ma evidentemente non mi ero reso conto di quanto fosse realisticamente impossibile. Ho lottato con tutte le mie forze e sono vivo, spaccato, distrutto, ma ancora in piedi ben saldo sulle mie gambe. Il rugby mi ha salvato la vita, l’idea di tornare a giocare mi ha salvato la vita. Mi ha tenuto lontano anche dall’incubo della follia. Però adesso devo ascoltare quello che il mio corpo mi sta dicendo da tempo, sono arrivato al limite e non intendo più oltrepassarlo. Mi sono chiesto spesso cos’è davvero il coraggio, se insistere su questa strada sfidando la morte, oppure avere la forza e la lucidità per rinunciare ad inseguire un sogno troppo grande ed irraggiungibile. Non ho una risposta e non la voglio nemmeno trovare, semplicemente mi fermo qui, ma a testa alta. Sono felice per aver vinto l’ultima partita della mia carriera alla presenza di mio papà, di aver messo tra i pali il mio ultimo calcio. Ho dato il massimo superando qualsiasi aspettativa dei medici. Lo stesso ha fatto anche mia sorella, che in quanto a determinazione mi assomiglia moltissimo. Non avrò rimpianti per non averci provato ed è questa la cosa che mi sembra più importante. Adesso ho bisogno di continuare a curarmi, nel corpo e nella testa. Sono stato in “battaglia” dal primo giorno, da quando mi sono svegliato più morto che vivo. Ho bisogno di tempo, ed ho voluto scrivere queste righe perché in questo momento non voglio rilasciare altre interviste e parlare ancora di queste cose. Voglio staccare con tutto, anche con il Rugby. Tornerò, sicuramente tornerò, perché questo sport è la mia vita, ma lo farò quando starò davvero bene e potrò dare il meglio di me stesso per gli altri. Penso che un domani potrò essere utile a quelli che rappresenteranno il futuro di questo sport. Amo il rugby e amo la gente che lo vive con passione. L’Italia mi ha dato tantissimo e un giorno vorrei poter restituire quello che ho ricevuto. Sono stati 4 anni durante i quali sono cresciuto diventando l’uomo che volevo essere. Ho costruito delle amicizie che dureranno per la vita, e una parte di me rimarrà italiana per sempre. Non potrò mai ringraziare abbastanza tutti quelli che mi hanno aiutato e sostenuto, forse il modo migliore è quello di promettervi di non mollare mai e di continuare a vivere con forza e determinazione, tenendo sempre ben stretto nel profondo del mio cuore quanto mi avete dato. Ciao a tutti.” Aristide
http://www.onrugby.it/2017/04/27/aristide-barraud-si-ritira-giocare-e-troppo-rischioso/
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iosonoiltrionfo · 7 years
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Dialogo tra la Sfiga e la sottoscritta
Questi sono gli avvenimenti: cammino per la strada in un nebbioso lunedì di Ottobre: ore 7:45. L’Autunno ha lasciato sull’asfalto del marciapiede una coperta di foglie scrocchianti come pizza appena sfornata e il mattino, con il suo oro in bocca, canta attraverso il vento, gli uccellini e il rumore delle marmitte difettose delle macchine che passano al mio fianco. Zaino in spalla, petto gonfio, schiena dritta. E’ lunedì; sì, è lunedì, ma ciò non significa solo terribile rodimento d’animo, non è solo desiderio di starsene dentro il letto fino al venerdì successivo; lunedì significa ricominciare da zero! Nuove possibilità, nuovo desiderio di riscatto, e perché no… magari, se sarò capace e degna, questa potrebbe essere la mia settimana! Animata da questi pensieri anche fin troppo ottimisti, riesco a strappare un sorriso ad un passante un po’ musone che porta al guinzaglio un barboncino vanitoso dal lucido pelo color pece. Ma ad un certo punto, ecco scatenarsi il peggio. Il cielo si incupisce,si annuvola, si spegne. Inizia a piovere a dirotto, e le gocce di pioggia lasciano il posto a pezzi di grandine che arrivano a spaccare vetri e finestre. Un buio profondo cala. Sento un suono secco, metallico, seguito da un rumore estremamente fastidioso di clacson. Mi volto, e ciò che vedo è un frontale, tra due macchine che quel giorno non hanno avuto grande fortuna. Di fronte a me alcune foglie secche iniziano a svolazzare dapprima lentamente, in moti circolari, poi con gran foga, generando un tornado senza eguali. Sembra la fine del mondo, ma io non mi faccio prendere dal panico, non subito almeno, perché so cosa sta per succedere, dato che non è la prima volta che mi capita. Vorrei scappare, urlare, scappare urlando, ma so che sarebbe completamente inutile. Questo è il modo in cui Lei si presenta a me. In maniera caotica, disastrosa, apocalittica. IO: Oh ma grazie, grazie di cuore, Carissima! Hai sempre l’accortezza di preannunciarti con questi effetti scenici così teatrali, di modo che nessuno al mondo arrivi impreparato alle tue domande senza risposta, e alle tue risposte senza domande! Avanti, rivelati! Dove sei? Almeno vieni fuori, così la smettiamo con queste recite! Non sapevo bene dove guardare. In genere la Sfiga si presentava in svariate forme: una volta era stata rospo, una volta una bellissima donna, una volta si presentò nelle vesti dell’uomo che amavo e poi decise di trasformarne il volto in quello di un maiale… non fu un bel momento; E’ un’entità dispettosa e infantile, annoiata e sola. Nei modi ricorda un poltergeist, uno di quegli spiritelli molesti e rumorosi, ma almeno dieci volte più invasiva. Vidi sbucare tra due alberi, sradicati dal forte vento, un piccione, fare un paio di giri intorno a me, e poi appollaiarsi sulla mia spalla destra. Indubbiamente era lei. LA SFIGA: Buongiorno Dolcezza! Ti piace il mio nuovo aspetto? Ho deciso di trasformarmi in qualcosa di piccolo e fastidioso, di modo che non desti troppo l’attenzione degli altri, ma che ti ricordi che io sono qui,  a premere con i miei artigli sulla tua pelle, e a beccarti le orecchie quando cercherai di ignorarmi! Sono stata clemente in questi giorni, ho deciso di venirti a trovare solo oggi perché potessi godere dell’ubriacatura del sabato e del conseguente riposo domenicale! IO: Non dovevi scomodarti, assolutamente. Io e il corso degli eventi ce la saremmo cavata tranquillamente anche senza di te! Ma dopotutto, so bene quanto tu ami farti gli affari degli altri. Però, accidenti, ma non potevi rimanertene a casa, per una volta, una santissima volta in cui tutto scorreva liscio come l’olio? La mia vita è stata attraversata da un fascio di luce così dolce e tenue in questi giorni, e tu devi venirmi a rovinare l’esistenza con i tuoi scherzetti puerili? Per una volta, una volta sola in cui vi era equilibrio tra la famiglia, le amicizie, l’amore, la salute- sicuramente ormai compromessa da questa pioggia torrenziale, grazie di cuore!- , e addirittura i soldi (e quelli non vanno mai bene)! L’oroscopo me l’aveva rivelato, “un cambio di rotta avverrà poiché Marte si allineerà con Plutone; porta con te un ombrello, temporali improvvisi”. LA SFIGA: Va bene, va bene tutto, non credo fosse necessario leggere l’oroscopo. Ma guarda, dovresti vederti mentre parli di queste cose che ti rendono felice, con la consapevolezza che, a causa mia, ne perderai una parte, se non tutte. Hai una tale frustrazione nello sguardo, un’aria di ineffabile sconforto, che mi fa morire dalle risate! Ridicolo! Voi umani siete così noiosi quando siete felici, e siete anche estremamente manipolabili: vi si può dire qualunque cosa, e voi ci credete. E siete anche tanto ingenui… tanto più siete felici, quanto più siete ingenui: credete che tutta la felicità che in quel momento vi è stata riservata possa durare per sempre, quando in realtà, chiariamoci, non è possibile. Esiste un uomo in tutto l’universo che abbia sperimentato una felicità che sia durata più di un anno, o due? Per essere positivi, oltretutto, poiché io conosco uomini che a malapena sono stati felici per una settimana! Per poi dover scontare un periodo di ribaltamento totale, in cui l’intero cosmo sembrava essere adirato con lui, tacciato dalla terribile colpa di aver provato gioia di vivere! Ma, anche se sembra la cosa più ovvia da fare, non per questo devi pensare a me come una sporca e dispettosa punitrice; non badare al mio essere così insopportabilmente egocentrica e ironica! Non pensare di me che io sia infantile, puntigliosa, vecchia e sola, poiché io svolgo un compito molto importante, oserei dire Fondamentale. Io sono colei che risveglia l’Umanità dall’idea che si possa vivere lieti in eterno. Sono il Brutto Evento che ti ha sussurrato all’orecchio che l’unico sorriso di cui fidarsi è quello di una madre, trasformandoti da bambina che eri in ragazza; Sono il Lutto che per la prima volta ha toccato corde della tua sensibilità dove nessuno aveva mai posto le proprie radici, e ti messo davanti l’idea che la morte esiste, e che, prima o poi, rapisce tutti; Sono il Rifiuto da parte di colui che ami, il suo tenebroso silenzio che ti fa diventare matta, ma che ti pone di fronte l’idea che forse lasciarsi travolgere dalle eccessive emozioni  è sbagliato. Sono il Numero che ti fa perdere alla Lotteria. Sono la Delusione delle tue aspettative, lo Sgambetto insensato,  il Rovesciamento delle parti, L’Antimeritocrazia, ma ti faccio crescere, e ti faccio comprendere che il mondo non è sempre giusto. IO: Non hai mai pensato che se non ci fossi tu, forse sarebbe molto più semplice destreggiarsi con certi eventi? La gente impiegherebbe il proprio tempo non a piangere sull’insensatezza del Caso, sul “perché a me”, sul “proprio adesso che”, bensì riuscirebbe a rimboccarsi le maniche, ad affrontare il dolore subito, con meno fatica, con più coscienziosità! Tu dici di ridestare le menti umane ottenebrate dall’ebbrezza della gioia: ma dorme forse, chi è felice? Forse. Ma perché non lasciarlo addormentato nel suo meraviglioso mare di sogni, anziché scaraventarlo nella realtà e nell’incubo di un risveglio improvviso, come un lampo che interrompe l’oscurità della notte con la sua luce accecante? LA SFIGA: Il sognatore vive con l’illusione. Beata forse, ma pur sempre di illusione si tratta. Bisogna svegliare chi dorme. IO: Il paradosso più grande è che tu riporti alla ragione, questo te lo concedo, ma lo fai in maniera del tutto insensata, come fossi matta, senza ordine, senza leggi. Quali regole segui? Perché sei arrivata proprio oggi, proprio in questo determinato momento, e soprattutto, proprio da me? LA SFIGA: Io seguo regole che tu non potresti minimamente comprendere, secondo l’algoritmo della casualità, che è sempre diverso, poiché cambia le carte in tavola ma anche quelle nel mazzo. Ma non è il dove, o il quando, o il come arrivo che deve interessarti, perché non è e non sarà mai di tua competenza. Fatti, piuttosto, delle domande sul “perché”. IO: Sì, sì, sì, ma me l’hai già detto: mi insegni a vivere, mi rendi consapevole, mi rendi realista, e tutte cose incredibili per cui l’Umanità ti ringrazia di cuore! Però in tutto ciò c’è un problema. Mi rendi infelice, fai sì che il mio desiderio di uscire di casa diminuisca giorno dopo giorno, fai sì che mi abbandoni la fame e il sonno… mi togli tutte le speranze, e lo fai anche solo parlandomi dei motivi per cui mi sei così assolutamente utile – se non,addirittura,indispensabile! Dicendomi che è impossibile essere felici per più di una settimana, non fai altro che deprimermi. Dimmi a cos’altro servi, oltre che a questo. LA SFIGA Quando viene a mancare una persona importante, ti rendi conto di quanto tu l’abbia effettivamente amata, e su questo non puoi dissentire. Allo stesso modo, paradossalmente, io vi faccio amare le cose belle quando non le avete più, e venerare la terra sotto che avete sotto ai piedi, nel momento in cui ve la tolgo! Perché voi esseri umani vi siete scordati di tutto. Vi siete scordati della bellezza del mondo, e ciò si palesa anche quando non riuscite a guardare un tramonto con il lume del romanticismo negli occhi, o quando sbuffate di fronte a una pioggia torrenziale- proprio come hai fatto tu poco fa- vedendone solo il lato catastrofico, e non badando affatto alla Natura, così affascintante e selvaggia, che si rende più viva che mai per uno spettacolo unico! O, ancora, è facile dedurre che non sappiate più cosa vuol dire ammirare, perché scegliete sempre la strada più corta, e mai quella più bella alla vista, presi come dai vostri maledettissimi impegni, ammorbati dalla vostra frenetica routine, imbottigliati nella monotonia della vostra corsa al successo. Siete degli ineccepibili ingrati, perché non sapete cosa farvene del respiro del mondo. Non lo apprezzate. Ed è a questo che servo: vi faccio patire le pene dell’inferno, per farvi bramare ciò che prima ignoravate del tutto! Farvelo sfiorare con le dita, e ridurlo in brandelli tra le vostre mani, come grigia cenere… Detto ciò, arrivati a questi grandi sproloqui, sono perfettamente conscia del fatto che,come al solito, vorrà avere l’ultima parola nella discussione. Non vi è mai stato un dialogo con Lei che finisse con un saluto, un commiato. Nello stesso modo in cui arrivava, generalmente andava via, lasciandosi dietro un finimondo appresso all’altro. Intanto, la conversazione si è spenta, e ovviamente, lei pensa di aver avuto la meglio, e con aria soddisfatta, si guarda intorno, osservando quasi deliziata il caos immenso che ha creato attorno a noi. Io invece, penso con impazienza al momento in cui sparirà e riprenderò in mano la mia vita. Finalmente vedo quell’antipatico e pulcioso volatile farmi un cenno con la testa, e sghignazzare (anche se mi domando come possa esserne in grado un piccione).  La guardo smaterializzarsi, dissolversi nell’aria come una fiamma che si spegne e di sé lascia solo il calore. E d’un tratto, la mia spalla è privata di quel piccolo grande peso, insieme a tutto il resto del corpo. Tiro un sospiro di sollievo. Raccolgo il mio zaino, finito dall’altra parte della strada, e mi strizzo i capelli bagnati di pioggia. Guardo l’orologio: sono in ritardo. Naturalmente. Ma decido di non correre; cammino lentamente, e osservo il panorama surreale creatosi intorno a me. Nonostante tutto, sembra che nessuno abbia notato nulla. Tutto ha ripreso a vivere instancabilmente. Il mio respiro si è fatto meno affannoso, ed il mio cuore ha ripreso a battere normalmente, seguendo il movimento del vento che soffia calmo sulle chiome degli alberi. Vado avanti, per quella strada da cui poco prima si erano snodati pensieri positivi oltre ogni aspettativa. E mentre il mio flusso di coscienza continua, d’un tratto mi trovo con la faccia rigorosamente a terra. Non capisco come possa essere successo, mi vortica la testa velocissimo. Faccio per guardare dietro di me, tramortita, ancora seduta, e individuo una buccia di banana in terra. Sento, da una zona non ben definita, ma non troppo lontana, una risata sghignazzante. E poi di nuovo quella voce. “Teatrale, non è vero?” Ed è a questo punto che capisco che non è ancora finita. Sarà una lunga,lunghissima settimana.
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italianaradio · 4 years
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Yesterday: in home video la commedia di Danny Boyle
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Yesterday: in home video la commedia di Danny Boyle
Yesterday: in home video la commedia di Danny Boyle
Yesterday: in home video la commedia di Danny Boyle
Per cominciare al meglio l’anno del 55° anniversario di Yesterday, riunite famigliari ed amici con la musica dei Beatles grazie al film, che sarà disponibile dal 21 gennaio 2020 in Dvd, Blu-ray e Digital HD con Universal Pictures Home Entertainment Italia.  
La vita di Jack cambia per sempre quando scopre che è l’unica persona al mondo a ricordare la musica dei Beatles, e deve decidere se vuole davvero la fama o se ciò di cui ha bisogno in realtà è l’amore. Ricco di tenerezza e comicità dall’inizio alla fine, le edizioni home video di Yesterday arrivano a casa vostra ricchissime di incredibili contenuti speciali, tra cui scene eliminate ed estese, performance musicali dal vivo realizzate presso gli iconici Abbey Road Studios, un inizio ed un finale alternativo del film e numerosi dietro le quinte con il cast e la troupe che porteranno i fan sempre più a fondo in questa avvincente storia.
Divertente, originale, commovente – Yesterday è una commedia rock-n-roll sulla musica, i sogni, le amicizie e sulla tortuosa strada che porta all’amore della propria vita. Passate una divertente serata casalinga all’insegna dei Beatles e delle loro canzoni per celebrare il 55° anniversario della canzone iconica che dà il titolo a questa indimenticabile commedia.
Yesterday: la trama
Jack Malik era solo uno dei tanti cantautori che faticano ad emergere… ma poi tutto cambia. Dopo un misterioso blackout, Jack (Himesch Patel) scopre di essere l’unica persona al mondo a ricordare i Beatles. L’uomo utilizza quindi le loro più celebri canzoni per raggiungere il successo, rischiando però nel mentre di perdere Ellie (Lily James), la persona che l’ha sempre amato e ha sempre creduto in lui sin dall’inizio. Kate McKinnon e Ed Sheeran partecipano al film rubando la scena, diretti dal regista premio Oscar Danny Boyle (The Millionaire, Trainspotting) con la sceneggiatura del premio Oscar Richard Curtis (Quattro matrimoni e un funerale, Love actually – L’amore davvero).
CONTENUTI SPECIALI ESCLUSIVI NEL FORMATO BLU-RAY:
Finale alternativo
Scene tagliate
Performance musicali
Ed Sheeran: dagli Stadi al Grande Schermo
Maga della Commedia: Kate McKinnon
Live agli Abbey Road Studios
E molto altro! 
CONTENUTI SPECIALI NEL FORMATO DVD:
Finale alternativo
Scene tagliate
Performance musicali
Commento del Regista Danny Boyle e dello Sceneggiatore Richard Curtis
Live agli Abbey Road Studios
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Yesterday: in home video la commedia di Danny Boyle
Per cominciare al meglio l’anno del 55° anniversario di Yesterday, riunite famigliari ed amici con la musica dei Beatles grazie al film, che sarà disponibile dal 21 gennaio 2020 in Dvd, Blu-ray e Digital HD con Universal Pictures Home Entertainment Italia.   La vita di Jack cambia per sempre quando scopre che è l’unica persona […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Redazione
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tmnotizie · 5 years
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SAN BENEDETTO – “Torna il pensiero a uno splendido pomeriggio, coinvolgente ed emozionante, tra onde di colori e sano fragore di bambini. Ancora un plauso a tutto lo staff: Dirigente, insegnanti, genitori e a quanti hanno reso possibile questo evento.Grazie per  il calore e per avermi dato il privilegio di vivere una esperienza che arricchisce l’anima”.
Queste le parole dell’artista prof. Edoardo Vecchiola a commento della manifestazione realizzata dagli alunni delle sei classi della Scuola Primaria Ragnola. All’aperto poco dietro la scuola, dei volenterosi e fantastici genitori, hanno creato la struttura di un vero e proprio villaggio dell’arte, formato da gazebo, gentilmente offerti dalla Banca Picena.
Una simpatica marcetta ha introdotto i piccoli protagonisti che hanno animato i vari laboratori: tra argilla, carta riciclata, pittura in estemporanea, icone russe, i numerosi presenti hanno potuto sperimentare, attraverso le spiegazioni e l’operosità dei bambini, come “il bello” possa prendere svariate forme, suscitando stupore, gioia e infinite emozioni!
Le stesse mani laboriose, che durante tutto l’anno scolastico si cono cimentate in produzioni artistiche molto belle e particolari, ora davano vita a una danza di colori e suoni incredibili. Infatti, oltre ai laboratori e al mercatino dei manufatti, le classi hanno espresso con i canti le tematiche legate al progetto del PTOF: ” Alla ricerca della bellezza nascosta”.
Grande commozione, infine, per il saluto degli alunni della classe quinta, di quello dei genitori e di tutta la comunità scolare di Ragnola a Marisa, la collaboratrice che andrà in pensione: è stata per 25 anni il punto di riferimento di tanti bambini e altrettanti genitori, che, tra lacrime e palloncini in volo, l’hanno ringraziata sulle note di “Come un pittore”.
I saluti e complimenti dell’assessore Emanuela Carboni, della dirigente, prof.ssa Laura D’Ignazi, del prof. Edoardo Vecchiola, dell’artista Patrizio Moscardelli hanno scandito il commiato finale.
Il neurologo Eric Kandel, premio Nobel per la medicina nel 2001, ha detto: “L’arte, ci permette di esplorare […] nella fantasia un gran numero di esperienze ed emozioni diverse.” E sono state proprio le emozioni a raccontare in questo Art village speciale, storie di mare, di stagioni fatate, di pensieri e sorrisi, di giochi e belle amicizie!
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tiposcrivere · 6 years
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PALLA, PALLINA, DOVE SEI STATA?...
«Allora non mi ero sbagliato», pensò il grosso Albert, aprendo la zanzariera ed uscendo sul balcone, «c’è davvero un pallone qui fuori». La sagometta che aveva intravisto dalla penombra del cucinino era proprio una palla di gomma, ferma vicino alle sue pantofole; la prese in mano: quella sferetta blu cerchiata di rosso pareva un visino che lo fissava sorridente. La vecchia guardia notturna non si domandò neppure da dove venisse, associò mentalmente il giocattolo alle due pesti dell’appartamento accanto, al loro sorriso ghignante quando facevano esplodere palloncini ad acqua, alle strida acute che lanciavano mentre giocavano alle tre del pomeriggio e gli venne voglia di sequestrare l’intruso, ma il suo braccio destro non parve d’accordo con i pensieri di un cervello destatosi di malumore in pieno pomeriggio, conscio di avere di fronte a sé ore di concentrazione e fatica in un’occupazione che non gli piaceva; così gettò la palla oltre il parapetto, nel terrazzino dei vicini e si grattò il mento. Subito dopo Albert rientrò in casa sbadigliando.
La signora Lucia, una ruga verticale e profonda in mezzo agli occhi per le troppe arrabbiature e delusioni prese dalla vita, uscì a stendere l’ultimo carico di lavatrice. Mentre sbatacchiava una camicia ben strizzata, notò un pallone acquattato sotto ai gerani. «Siamo alle solite», pensò. Terminò l’operazione, poi afferrò la palla, la mise nel catino e si diresse nella camera dei bambini.
– Allora, voi due – esordì – quante volte vi ho detto che non si lasciano i giochi in giro? Per poco non mi ci ammazzavo. To’! – e lanciò il giocattolo in faccia al figlio più vicino.
– Dove l’hai trovato? – le domandò il piccolo, respingendo quella cosa umidiccia al fratello.
– Mi è finito tra i piedi mentre stendevo la roba là fuori. Mettetelo via.
– Ma non è nostro! – si difesero i due all’unisono.
– Ancora meglio! – La signora Lucia si puntò un pugno sul fianco. – Vi siete presi una cosa che non vi appartiene. Restituitelo subito!
– Ma non sappiamo di chi è...
– Anche bugiardi siete adesso... – continuando a rimbrottarli, la donna si allontanò e le sue parole si confusero tra gli echi della tromba delle scale e il rumore delle lavatrici in lavanderia. I due bambini attraversarono la casa e s’immaginarono sadicamente la madre in mezzo ad un mare di schiuma bianca, sopraffatta dalla sua stessa biancheria, che le infilava la testa nella macchina stiratrice...
– Sta’ a guardare. – Disse il fratello maggiore all’altro. Ridendo corse sul balcone, si guardò rapidamente intorno e poi con una pedata la scagliò oltre la rete del cortile, nella casa più vicina.
 Una vecchietta cotonata lasciò la casa color limone della cara signora Saccavino, sua cugina, dopo aver preso il tè con lei. Ad ogni scalino l’anziana donna si voltava verso la parente, perché si ricordava di qualcuno che doveva ancora salutare o di qualcosa per la quale la doveva ringraziare e, intanto, allungava titubante un piede verso il gradino successivo. Il cagnolino che si portava appresso era ben più deciso a lasciare l’amena compagnia; di volata aveva raggiunto il portoncino e dopo aver cercato inutilmente di spingerlo rizzandosi sulle zampe, si fermò ad annusare una palla blu che sbucava da sotto un ficus. Accertatosi che il giocattolo non aveva intenzioni ostili, si mise a farle le feste, saltandole intorno e dandole teneri colpetti di muso; l’oggetto pareva reagire allegramente, rotolando ora da un lato, ora da un altro. La padrona del cucciolo si accorse della faccenda e dimostrò subito diffidenza nei confronti del nuovo arrivato:
– Giorgie, cosa fai?! Lascia stare quella roba! Non si capisce neppure cos’è...
– Ma è un pallone! – le fece notare la cugina. – Deve averlo tirato qui per sbaglio qualche bambino, che poi non ha avuto il coraggio di venire a riprenderselo. – Si guardò intorno, come per trovare conferma alle sue parole, mentre l’altra vecchia cercava di dissuadere Giorgie dallo stringere amicizie poco igieniche con una sfera di gomma:
– Lascia, Giorgie, da bravo, chissà dov’è stata quella sozzeria, prima. Magari è stata pure messa in bocca...
La signora Saccavino convinse la cugina a portare con sé il balocco; il cane pareva essersi affezionato a quella cosetta blu e, se qualcuno l’avesse reclamato, ne avrebbe comperato un altro. La donna parve acconsentire e sorridendo s’infilò nell’auto che l’attendeva davanti al marciapiede.
Forse non era vero che Giorgie si fosse affezionato al giocattolo o forse, preso dall’entusiasmo, l’aveva lanciato con troppa foga, fatto sta che, mentre l’auto procedeva su un cavalcavia, la palla volò fuori da un finestrino, rimbalzò sul telone d’un camion di passaggio nella via sottostante e piombò su un castello di sabbia nel giardinetto delle Rose. Il bimbo di tre anni che orgogliosamente s’accingeva a distruggere quella costruzione, eretta da uno dei bambini più grandi, si vide all’improvviso privato della sua fonte di divertimento e, sentendosi vittima d’una superiore ingiustizia, attaccò a strillare. La sua tata accorse e se lo portò via, lasciando il pallone sulla sabbia.
 L’ultimo bambino del campo giochi, passando per l’ennesima volta in bicicletta accanto ad un’invitante palla blu insabbiata, decise di cedere alla tentazione: buttò la bici di traverso sulla pista e iniziò a calciare la sfera fino al campetto di calcetto e là mise in piedi l’ultima finale di coppa del mondo, interpretandone tutti i protagonisti. Quando si fu stancato per bene, inforcò nuovamente la bici e col pallone sotto braccio corse a casa.
L’aria tersa del pomeriggio iniziava appena ad assumere le sfumature d’ambra del tramonto; pedalando col sole negli occhi verso le collinette della periferia, lungo la statale attorniata dalle fabbriche, il piccolo continuava a sorridere immaginandosi incredibili avventure nel mondo delineato dalle brune sagome che si stagliavano all’orizzonte. Il vento che gli sferzava il viso si faceva sempre più freddo e gli pareva di andare ancora più veloce; prima come un motociclista serrava i pugni attorno al manubrio per accelerare, poi eguagliava le auto che gli sfrecciavano accanto, quindi era un aereo lanciato in looping. Infine, quando raggiunse la sommità dell’ultima altura, oltre la quale si stendevano le infinite villette dei pendolari, dove la vista spaziava per tutta la pianura incendiata dal disco del sole morente, dove la vita della città si riversava a riposare, dove era casa sua, si calò un inesistente casco sulla testa, si assicurò la palla sotto l’ascella e partì in missione con la sua astronave. Evitò gli insidiosissimi lampioni, scansò i proiettili vaganti dei passanti e sfuggì per miracolo alle trappole tese dai cagnolini al guinzaglio. Infilò il vialetto di casa e finalmente tirò fiato: nella sua fervida immaginazione era riuscito a portare alla base la preziosissima sonda sfuggita alla distruzione della città alleata. Le informazioni che conteneva avrebbero permesso di sconfiggere i tiranni della galassia. La bici, appoggiata frettolosamente alla parete, scivolò piano a terra come un destriero sfinito dalla cavalcata. Il bambino stava considerando tra sé, se gli convenisse tenere la palla per giocarci a calcio o se non fosse meglio aprirla per ricavarne le informazioni necessarie e a tal proposito si domandò se il temperino acquistato nell’ultima gita scolastica fosse adatto a squartare il giocattolo. Aveva appena raggiunto lo zerbino d’ingresso, quando si accorse che la figlia dei vicini, in piedi presso la rete che separava le due proprietà, lo stava fissando e, per la prima volta, senza aria di disprezzo. Il biondo visino triste della bimbetta di poco più piccola di lui aveva appena smesso di piangere e lo guardava con serietà.
– Che hai? – domandò sinceramente incuriosito.
– Parto. – fu la risposta, corredata da un rapido battito di ciglia.
– E dove vai? – s’aggrappò ad un paio di maglie della rete.
– Non so. Dove il papà va a lavorare. – questa volta fu il suo labbruzzo inferiore a tremolare.
– Cosa?! Ma vai via?!
La piccola annuì e si rimise a piangere. Non si scambiarono frasi del tipo: “Tornerai?... mi mancherai... scrivimi” o altro; il ragazzino era indignato più che altro perché era rimasto all’oscuro di tutto fino all’ultimo momento.
– Non lo sapevo. I grandi non mi dicono mai niente. – fu il suo commento.
La biondina annuì nuovamente asciugandosi un occhio. Il compagno ebbe un’illuminazione improvvisa e sacrificò la galassia in favore d’una bimbetta in lacrime.
– Tieni– le disse e le passò il pallone al di sopra della rete, graffiandosi un gomito. – Te lo regalo, così avrai qualcosa con cui giocare nella nuova casa.
– Grazie, ma ho già le mie bambole. – la bimba pareva diffidente.
– Ma questa è la mia palla preferita – mentì – Ti ricorderà la mia amicizia.
– Non è “imbottita”? – chiese lei con improvvisa voce dura.
– Dimentica quella faccenda.
Difficile dimenticare un orso di pezza ripieno di vermi, regalo precedente dell’amabile vicino.
Invece, se ne dimenticò e accettò il presente, ma si scordò presto anche del bambino; di tanto in tanto di lui riaffioravano alla mente i contorni sfocati nella luce d’un pomeriggio e il sorriso maligno nell’atto di regalare un ripugnante orsacchiotto. Neanche la palla tornò più in mente. A nessuno dei due. La famiglia della bambina triste si era trasferita all’estero e durante i controlli alla dogana, il balocco era caduto da una cesta ed era finito in un fosso lungo la strada sul confine.
Passeggiando nella terra di nessuno, degli zingari trovarono un pallone blu, soffocato dal ciarpame ai bordi della strada transnazionale, buttato dalle auto dei turisti di passaggio; pensarono subito che fosse un dono gradito e non se ne liberarono più. Il giocattolo passò di carovana in carovana, sopravvivendo ai suoi stessi proprietari, di continente in continente, rotolando da un accampamento all’altro, senza mai perdere il suo colorito e senza che nessuno potesse intaccare il suo lieve sorriso, come uno strumento del fato in attesa che qualcuno giungesse a metterlo in azione.
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