Tumgik
#arricchire
ragazzoarcano · 1 year
Text
“Amare non vuol dire impossessarsi di un altro per arricchire se stesso, bensì donarsi ad un altro per arricchirlo.”
— Padre Michel Quoist
68 notes · View notes
Text
Devo ancora recuperare film singoli, duologie, trilogie, saghe e compagnia bella, non inizierò mai uffa
4 notes · View notes
ilpianistasultetto · 9 months
Text
Ieri c'era una buona notizia per tg, giornali e talk-tv: " Il Presidente ucraino Zelensky, a maggio 2023 ha acquistato una villa in una zona turistica esclusiva in Egitto alla modica cifra di 4milioni di euro. Notizia riportata da un giornalista d'inchiesta egiziano. Viene riportato anche che l'acquisto sia stato fatto distraendo fondi inviati dai paesi occidentali per aiutare il popolo ucraino e tutto con prove documentali. Qualcuno ha sentito i tg italiani darne notiza? E un trafiletto sui giornali? Macche'! Stamattina in prima pagina i soliti titoli amici: "l'esercito ucraino e' avanzato di 99cm dentro le linee russe".. 👍 La notizia segnala anche che non solo Zelensky ha comprato la villa ma anche diversi altri gerarchi ucraini hanno fatto qualcosa di simile. Pensate che fara' questa gente quando arriveranno valanghe di miliardi dall'occidente per la ricostruzione di quel Paese. Soldi tolti alle nostre scuole, alle nostre sanita', alle nostre pensioni e stipendi che andranno ad arricchire i potenti e la mafia ucraina. Capolavoro!.. @ilpianistasultetto
74 notes · View notes
gregor-samsung · 15 days
Text
" Educare all'ozio significa insegnare a scegliere un film, uno spettacolo teatrale, un libro. Insegnare a sbrigare le attività domestiche e a far da sé molte cose che fin qui abbiamo comprato. Insegnare la convivialità, l'introspezione, il gioco. Anche la pedagogia dell'ozio ha una sua etica, una sua estetica, una sua dinamica, delle sue tecniche. E tutto questo va insegnato. L'ozio richiede luoghi adatti per riposarsi, per distrarsi, per divertirsi. Ai giovani perciò bisogna insegnare a districarsi non solo nei meandri del lavoro, ma anche nei meandri delle varie offerte di loisirs. Significa educare a fare il genitore e a fare il coniuge, ai rapporti con l'altro sesso, al volontariato, cioè ad attività socialmente utili da svolgere nel tempo libero che avremo in abbondanza. Ce n'è da insegnare! La massa della gente non sa scegliere neppure un luogo di vacanze: va in un'agenzia e si fa rifilare quello che capita. La massa della gente non sa come distrarsi e come riposarsi. Bisogna educare alla notte: la nostra cultura è tutta diurna, vede la notte come uno spazio privatissimo, peccaminoso. E poi bisogna educare alla cultura post-moderna: molte espressioni della nostra cultura non sono godibili immediatamente com'era per la pittura classica o per la musica tradizionale. Siano architettura, scultura o design, spesso possiamo apprezzarle solo se ne conosciamo storia, senso e scopo. Posso rimanere istantaneamente colpito di fronte alla Gioconda o a una statua di Canova, ma per capire Mondrian devo sapere cos'è stato il movimento De Stijl, e per ammirare davvero Van Gogh devo sapere cos'è stato l'Impressionismo. Educare significa insegnare ad arricchire le cose di significato, come diceva Dewey. Più educato sei, più significati cogli nelle cose e conferisci alle cose. "
Domenico De Masi, Ozio creativo. Conversazione con Maria Serena Palieri, Ediesse (collana Interventi), Roma, 1997¹; pp. 141-142.
19 notes · View notes
fridagentileschi · 5 months
Text
Tumblr media
La maggior parte dei giovani che segue questi satanici e nemmeno si vergogna di arricchire la feccia... dovrebbero aprire gli occhi ma non li apriranno...e come possono? Sono cresciuti senza valori, senza dignità, senza usare mai un neurone...non sia mai!!! E tutto per la gioia di un sistema che li vuole drogati e addormentati per mettere in pratica un presente nefasto e un futuro ancora più mostruoso...e dal cantiere di giovani anestetizzati dal merdaio di falsi miti non hanno di che preoccuparsi. Non capiranno mai che sono strumenti di satana. Perché Dio è scomodo e poi ...Dio? Ma dai...non esiste...ma satana si...e i giovani di satana sono certi. Lo ha detto la Ferragni Fedez Vasco Zozzi Achille Lauro Tiziano Ferro Checca Pavone...e tutta l' immondizia che seguono con attenzione..i deficenters che gli garantiscono la laurea in homo insapiens nella facoltosa università di Schwab che da Harvard sta portando il demonio ovunque col suo carico di orrori.... conclusione: magari ci fosse il patriarcato!!!...guardate che mostri ha prodotto la sua scomparsa....
42 notes · View notes
blogitalianissimo · 3 months
Note
i pittura freska andarono a sanremo a fine anni novanta (?) con una canzone in veneto, quindi non sono rappresentate solo canzoni dal sud (com'è giusto che sia)
Ma spero pure che aumenti questo trend, considero le canzoni in dialetto/lingue minoritarie come le canzoni in lingua originale all'eur*vision, secondo me andrebbero solo ad arricchire la competizione
23 notes · View notes
moonyvali · 11 months
Text
"Ricordate l’espressione: «fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza?»
Dante le fa dire ad Ulisse. Sono forse le parole più celebri dell’intera Divina Commedia. Ma cosa significano? Che cosa vi sta dicendo Ulisse? Ecco è molto semplice: vivere per mangiare, respirare, soddisfare i bisogni primari della vita, significa vivere come animali. Non essere niente di più. In tanti scelgono questa sorta di vita: non pensano, fanno ciò che tutti fanno, non hanno curiosità, non hanno passione, si limitano a sopravvivere, capite? Dante invece vi sta dicendo: non vivete come bruti, perché non siete nati soltanto per questo!
Ricordate le parole di Kant: abbi il coraggio di servirti della tua intelligenza? Più di duemila anni prima invece un altro grande filosofo diceva: conosci te stesso. Il conosci te stesso di Socrate, il Sapere aude di Orazio (osa sapere!) vi stanno dicendo la stessa identica cosa. La vostra missione su questa terra è di arricchire il vostro bagaglio di conoscenze e di esperienze. Siate curiosi, pensate, indagate, ponetevi continui domande, esercitate e mettete in pratica la vostra intelligenza, perché è il pensare che vi rende umani!
Oggi invece c’è la televisione, ci sono i giornali, gli influencer: tutte queste persone fanno una cosa, una cosa soltanto: vi distraggono! Vi esortano a non pensare. Pensare non va più di moda. Non scegliete in questi nidi di mediocrità e conformismo i vostri modelli. Pensate ad Ulisse invece. Ulisse è il simbolo della curiosità, è l’eroe che per il l’instancabile desiderio di sapere non ha esitato a spingersi oltre i limiti del mondo conosciuto. Dante, Foscolo, Tennyson, D’Annunzio… generazioni di poeti e scrittori hanno parlato di Ulisse, per ricordarvi questo: vivere e sopravvivere non sono affatto la stessa cosa!"
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X
#letteratura #filosofia #dante #scuola #istruzione #cultura
68 notes · View notes
ars-solitudine · 11 months
Text
La vita ha un modo tutto suo di arricchire. Ti priva.
49 notes · View notes
blacklotus-bloog · 12 days
Text
Tumblr media
No donna, non siamo tutti uguali!. Non siamo tutti "Donnaioli", egoisti e vogliosi di arricchire lo scaffale di trofei, noi Uomini lo scaffale dei trofei non lo abbiamo! Non siamo tutti pronti a giurarti amore per "possederti" e poi gettarti! No.. Non è così! Ci sono anche Uomini che ancora ci provano a conquistare una Donna, ma anche per noi credetemi c'è rimasto ben poco da conquistare. Ci siamo ancora, ma nascosti e delusi esattamente come molte di voi. Proviamo a difenderci da femmine che non sanno offrirci più di una notte di passione e a volte anche scadente. C'è ancora qualcuno di noi che cerca una Donna che non sappia solo eccitarci il corpo, ma soprattutto la mente. Qualcuna che possa coccolarci e magari ascoltarci, con la quale confrontarci e non scontrarci, la vita in due non è un campo di battaglia, ma un patto di sangue con il quale ci impegnamo a proteggerci. Provate a osservare più a fondo chi non parla anziché chi vi lusinga. Provate a guardare oltre un bel fisico e oltre una bella macchina... Molte di voi si perdono proprio guardando cose sbagliate, cose che poi alla fine non riempiono il cuore e non appagano l'anima. Stare bene dentro per quelli come Noi è più importante che stare bene materialmente. Provate a guardare anche dove non avreste mai pensato di guardare e chissà vi accorgerete che la differenza la fa chi scegli...
.
.
.
UN UOMO
10 notes · View notes
elorenz · 5 months
Text
Il tempo condiviso è un coltello che ognuno di noi tiene in mano.
La sua percezione muta a seconda dei virtuosismi intellettuali che la persona regala all'uditore. In quel momento il coltello scintilla e la sua lama, nei riflessi, rende ipnotico il tempo. Non vi è sentore di pericolo poiché la sensazione del suo trascorrere svanisce e la ricchezza di una conoscenza inestinguibile viene diffusa come un aroma attraverso la voce. Ciò accade raramente purtroppo. Dall'altra parte capita - succede spesso - che l'intrattenimento proposto sia sconclusionato e noioso, certe volte menzognero e vada ad ingigantire situazioni che nella verità sono comuni per arricchire la storia proposta ed ingigantire la persona che la propone. Il coltello a quel punto diventa un arma e più uno prova a svincolarsi, meno riesce nell'intento. Il tempo iniza a farsi pericoloso dilungandosi come un oceano a perdita d'occhio. Ogni ticchettio è una ferita, ogni sillaba, ogni consonante sputata fuori da quella bocca è un colpo che viene assestato con ferocia. La noia divarica le gambe facendo incampare ogni prova di intromissione al discorso - con certe persone non è possibile deviare l'argomento - e si rimane intrappolati dalla pericolosità del coltello che l'altra persona impugna nel vicolo della convivialità.
16 notes · View notes
ama-la-mente · 1 year
Text
In Sicilia quando non sei proprio convinto dici “ora poi lo facciamo...” oppure ad una domanda rispondi contemporaneamente “sì, no...”
Noi siciliani abbiamo una percezione del tempo molto particolare, ad esempio quello che hai fatto il giorno prima diventa passato remoto, come fossero trascorsi secoli... oppure quando stai uscendo di casa, rassicuri tutti affermando “sto tornando”, anche se il tuo rientro sarà dopo un paio d'ore.
Per noi il condizionale è quasi inutile, infatti lo sostituiamo direttamente con il congiuntivo, tipo “se putissi, u facissi”. Abbiamo anche il “potere” di far diventare transitivi i verbi intransitivi, infatti noi usciamo la macchina, saliamo la spesa, usciamo i soldi... Poi a noi piace molto utilizzare gli spostamenti “salire e scendere” in modi molto fantasiosi, infatti noi “scendiamo giù a Natale” e “saliamo dopo le feste”, anche il caffè “è salito” e la pasta si cala.
Qui, in Sicilia, le macchine camminano come avessero gambe, e non vengono guidate ma “portate”.
Spesso utilizziamo una sola parola per indicare più oggetti, ad esempio non c'è differenza tra tovaglia, asciugamano, tovaglietta, strofinaccio, per noi è solo tovaglia, e basta. Se vogliamo dire ad un amico di venire a trovarci, gli diciamo di “avvicinare”, che è meno formale e più amichevole.
Riusciamo anche a trasformare un luogo in un modo di fare, ad esempio il cortile diventa curtigghiu, ovvero spettegolare, anche se quest'ultimo non rende molto l'idea.
Se parliamo in questo modo non vuol dire che siamo ignoranti e arretrati, dietro ogni parola o espressione che utilizziamo si nascondono le nostre origini, la nostra storia. Ad esempio "tumazzu, carusu, cammisa", sono parole greche (vedi tumassu, kouros, poucamiso); "carrubo" deriva dall'arabo “harrub”, così come le parole "cassata e giuggiulena". "Accattari", deriva dal normanno “acater” (da cui il francese “acheter”), oppure "arrieri" (da darriere). Dal catalano abbiamo preso in prestito le parole “abbuccari” (da abocar),"accupari" (da acubar), "cascia" (da caixa) ecc... Questi sono solo alcuni esempi, in realtà sono migliaia i vocaboli presi in prestito dalle altre lingue.
Essere orgogliosi delle proprie radici però non significa chiudersi e rifiutarsi di conoscere la grammatica italiana, ritenendo snob "quelli del nord" quando ci correggono. Anzi, utilizzare il proprio dialetto (più che dialetto è una lingua a tutti gli effetti) con consapevolezza, può soltanto arricchire.
Andrea Camilleri
#collettivo culturale tuttotondo, Facebook
Tumblr media
37 notes · View notes
diceriadelluntore · 4 months
Text
Tumblr media
Storia Di Musica #312 - The xx, The xx, 2009
Il mese dei dischi dallo stesso titolo dei propri autori si chiude con una scelta più recente, e spero creativa. La musica degli ultimi anni ha bisogno di sedimentarsi, per tutta una serie di ragioni (il modo in cui se ne fruisce, lo scenario generale in cui nasce, lo stesso ruolo della musica che è cambiato in pochi anni) al netto della qualità che rappresenta: sebbene la patente di “classico” nella musica si dà con una certa facilità e spesso anche secondi criteri più discutibili del solito, ci sono stati artisti negli ultimi anni che hanno dato contribuito eccellenti alla storia della musica popolare occidentale (che è quella che maggiormente rappresento qua, solo per questo l’ho specificato). E la sensazione a volte che non si era sbagliato la si ha dopo un po’ di tempo, nemmeno poi tanto, basta un riascolto dopo pochi anni per arricchire le sensazioni che si provavano al primo ascolto a caldo (o per cambiarle in maniera diametralmente negativa, può benissimo succedere così). Il disco di oggi ci porta a Londra nella prima metà degli anni 2000, ad un gruppo di ragazzi che frequenta la Elliot School di Putney: questa è una cosiddetta sixth form college, una scuola di potenziamento pre-universitario dove i ragazzi dai 16 ai 19 anni studiano a livello più avanzato alcune discipline. Qui si incontrano 4 studenti: Romy Madley Croft, cantante e chitarrista, Oliver Sim, bassista e cantante, Jamie Smith, tastiere e ritmica elettronica e la tastierista Baria Qureshi. Tutto inizia su Myspace, leggendario social network fondato nel 2003 da Tom Anderson, dove la musica dei quattro con i testi di Crof e Sim è condivisa con dei primi demo, embrioni delle canzoni che arriveranno di lì a poco. Scelgono un nome interessante (siamo nel 2005): The xx, perché avevano tutti appena compiuto venti anni (e XX è venti in numeri romani), perché in inglese si pronuncia come “excess” e poi perché le due “x” richiamano alla mente le tre che caratterizzano i prodotti pornografici. Nel giro di qualche anno, si fanno un nome nei piccoli club per la loro musica intrigante, un mix elegante e misterioso di elettronica, con guizzi romantici e di atmosfera, dovuti alle due bellissime voci di Croft e Sim, che si completano a meraviglia; nel frattempo Jamie Smith sceglie il nome d’arte di Jamie xx. Alcuni loro demo arrivano ad una piccola etichetta indipendente, la Young Turks Record, che li affida alle cure di un giovane produttore scozzese, Rodaidh McDonald, che proprio con gli XX inizierà una proficua carriera come produttore di musica di qualità.
Le registrazioni furono effettuate in un piccolo garage adibito a studio nella zona di Ladbroke Grove, a Londra, nel 2008, quasi sempre di sera e di notte, anche con idee un po’ strane: le linee di basso di Sim furono registrate dal bassista nel corridoio adiacente, per avere un suono più ovattato, e la caratteristica di musica “notturna” pervade tutto il disco. The xx esce a maggio del 2009 ed è un disco d’esordio che non passa inosservato. In piena “mania” di definizioni musicali, il loro è un album che ha molteplici influenze (tracce di post-punk, dream pop, dubstep, indie pop e R&B compaiono a impulsi qua e là) ma si concentrano in canzoni tanto semplici quanto uniche e misteriose, eleganti, ma che vibrano di emozioni e hanno degli arrangiamenti che spiazzano per la loro impeccabile luminosità. I battiti pulsano anziché schiantarsi; le chitarre sono pizzicate e pizzicate ad arte; e la voce raramente supera un sospiro malinconico, considerazione che quasi stride non solo con la musica che all’epoca li circondava (il nu metal, il nuovo r&b, il primo grande dilagare del rap) ma con la stessa irruenza che solitamente le giovani band propongono nei primi lavori. Anche i titoli delle loro canzoni sono il mix perfetto di conciso ed evocativo. Tra le gemme la strumentale Intro, che verrà saccheggiata in decine di programmi tv, serie, pubblicità, ma ha la sua consacrazione durante le Olimpiadi Invernali di Vancouver nel 2010 dove veniva usata come colonna sonora dei momenti precedenti le premiazioni degli atleti. Le chitarre innocenti di VCR suggeriscono la passione della band per l'indie pop radicalmente semplice degli Young Marble Giants; Crystalised, magnifica, è uno dei meravigliosi duetti tra Croft e Sim, che qui sono capaci di portare l’impressione che sia una conversazione tra innamorati, riaffermando cosa significa veramente "cuore a cuore". Il lato più sensuale dello stesso concetto c’è invece nella ritmica Islands (Underneath and unexplored\Islands and cities I have looked\Here I saw\Something I couldn't over look\I am yours now\So now I don't ever have to leave\I've been found out\So now I'll never explore). C’è Infinity che si appoggia più sulle radici post-punk (ed è stupenda, anche nell’interpretazione di Croft), e Heart Skips A Beat ha una ritmica intrigante e complessa. Croft e Sim cantano anche da soli bene nei loro turni solisti (Sim brilla in particolare nella spaziosa Fantasy), ma insieme sono davvero ispirati: Basic Space ne è la prova che c’è chimica tra Croft e Sim, in un brano che sa di anni passati e di meraviglie pop, ma che è comunque ricca di dettagli sottilmente affascinanti (il drum beat e la chitarra un po’ sudamericana).
Tutte le riviste del settore ne sono stregati: il New Musical Express lo inserisce subito nella lista dei 500 dischi migliori di tutti i tempi, Rolling Stone nei 100 migliori album di debutto di sempre, il disco otterrà numerose certificazioni di vendite e proietta i quattro nei festival più famosi del mondo, spesso in apertura a grandi artisti (tra le loro performance più belle, quelle in apertura ai concerti di Florence + The Machine). Ma non tutto va bene: Baria Qureshi, in contrasto con gli altri tre, abbandona il gruppo. Ma la magia non si interrompe: Coexist del 2012 riprende da dove The xx finisce, stavolta in un trio che continuerà ad ammaliare sussurrando le proprie canzoni, come se fosse proibito alzare la voce.
14 notes · View notes
ilpianistasultetto · 1 year
Text
In un Paese come l'Ucraina (tra i piu'corrotti al mondo), almeno dieci, tra ministri, vice e alti papaveri si sono dimessi per presunta corruzione. Auto di lusso, costi spropositati dei pasti ai militari e altre cento malefatte. Mentre soldati e cittadini inermi muoiono sotto le bombe, i potenti godono privilegi e si permettono anche di rubare. Vampiri insaziabili!
Le guerre servono a questo: ad arricchire pochi, rendere poveri tanti e farne morire tantissimi..
Tra qualche giorno dovremo sentirci anche la predica dal Capo ucraino durante il festival di Sanremo. Possano essere fulminati all'istante tutti quelli che si arricchiscono sui morti e le tragedie.. @ilpianistasultetto
114 notes · View notes
ragazzoarcano · 11 months
Text
“Vivere per davvero significa vivere per gli altri.”
Il modo più appagante di vivere è aiutare e arricchire la vita degli altri.
Non chiuderti in te stesso e nei tuoi desideri, donati invece al prossimo e la tua vita risplenderà di felicità.
— Bruce Lee
23 notes · View notes
missviolet1847 · 1 year
Text
Tumblr media
# I partigiani che fermarono la colonna tedesca sul Lago di Como
Docufilm – Potenti in fuga
L’arresto di Mussolini a Dongo e la resa della Colonna tedesca della Flak a Morbegno raccontati attraverso immagini, luoghi e testimonianze.
Il documentario realizzato dal ricercatore storico Pierfranco Mastalli, con riprese e montaggio del giornalista Andrea Brivio, è dedicato agli eventi legati al passaggio sul Lario della colonna della contraerea nazista Flak partita da Senago a Ovest di Milano fermata a Musso il 27 aprile e perquisita a Dongo da parte dalla 52^Brigata Clerici.
Nascosto tra i soldati tedeschi, i partigiani troveranno e arresteranno Benito Mussolini, la cui colonna di militi e gerarchi si era unita a quella tedesca con la speranza di raggiungere un territorio dove organizzare la resa. All’indomani, il 28 aprile, sul lungolago di Dongo saranno fucilati 15 dei fascisti catturati e lo stesso giorno i tedeschi firmeranno la resa della colonna a Morbegno e potranno proseguire, disarmati, verso la Valchiavenna.
Il gruppo di 178 soldati tedeschi, con alcuni italiani nascosti, transiteranno in Bregaglia attraverso la dogana di Castasegna il 29 aprile 1945, il giorno dopo l’uccisione di Benito Mussolini a Giulino di Mezzegra e il giorno precedente il suicidio di Adolf Hitler a Berlino.
Da ragazzo, Pierfranco Mastalli aveva seguito con i propri occhi il passaggio della colonna nazista a Gravedona, dove abitava con la sua famiglia. Questo ricordo non lo ha abbandonato. Lo ha portato, nel corso degli anni, a raccogliere testimonianze che hanno contribuito ad arricchire il preciso resoconto della vicenda ben descritta da Marino Viganò.
Ripercorrendo la storia, come ricercatore, ha incontrato e intervistato molti testimoni degli eventi, in particolare Federigo Giordano “Gek” vicecommissario della 55a brigata “fratelli Rosselli” e commissario della II divisione “Valtellina”, uno dei firmatari della resa della colonna Flak a Morbegno con il suo comandante, l’Oberleutnant Willy Flammiger.
# 25 aprile # 27 aprile
# arresto Mussolini
# A.N.P.I
36 notes · View notes
telefonamitra20anni · 23 days
Text
Tumblr media
Attore, ma d'istinto.
Nella sua testa era ben chiaro che essere attore era un privilegio assoluto, vivere mille volte, raccontando la propria storia, senza la pretesa di imporre, ma di poter guardare un nuovo punto di vista, una prospettiva focalizzate da arricchire, da adoperare. Nel suo cuore, conosceva l'amore consolidato per questo mestiere, la fedeltà da riservare, il sacrificio a cui non poter dare questo nome, perché chi fa il mestiere d'attore, del resto, non ha il "privilegio" di aver qualcosa da sacrificare veramente, e tuttavia non è proprio così, nonostante si continui a "giocare". Marcello attore instancabile, lasciava spazio alla più profonda intelligibilità emotiva, accoglieva il suo personaggio come si accoglierebbe un nuovo amico a cui raccontare una storia da vivere insieme. Portava vita, inevitabilmente. Ogni parola, ogni gesto in scena raccontavano il suo istinto, la sua emotività, elementi fragili e potentissimi. Ogni vita narrata, su pellicola, attraverso i suoi occhi, celava qualcosa di sé e vibrava di un sentire, vitale, reale, empatizzante, vissuto, compreso, così vicino da essere percepito. La sua istintività recitativa si manifestava in modo naturale e autentico, ogni parola pronunciata e ogni movimento erano sostenuti, guidati, dall'essenza stessa del personaggio che interpretava, a cui lui dava un nome, una nuova casa da abitare. Lui, attore volitivo, uomo dalla sensibilità acuta e intelligente, era capace di entrare con naturalezza, nelle profondità psicologiche dei suoi personaggi, ne abbracciava gioie, paure e desideri, portando in vita sfumature emotive e complessità umane. Senza artificiosi tecnicismi, incarnava il concetto stesso di versatilità, raccontando ogni colore di quelle vite vissute, attraverso la sua innata elasticità emotiva e coscienza attoriale permeate da una predominante d'istinto che non si imponeva, ma che lasciava solo vita a quel darsi, al concedersi, per meglio raccontarsi.
Tumblr media
6 notes · View notes