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#book fotografici roma
fashionbooksmilano · 9 months
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Roloff Beny Persia
Un Ponte di Turchese
a cura di Seyyed Hossein Nasr, note storiche Mitchell Crites
Arnoldo Mondadori, Verona 1976, 368 pagine, 26x31,3cm, 267 tavole a colori e in bianco e nero
euro 50,00
email if you want to buy [email protected]
Over two hundred color plates and extensive text depict the people and landscape of Persia. Includes an essay by Seyyed Hossein Nasr. A beautiful book showing the many natural, cultural, sacred, historic, artistic, personal, and other aspects of Persia/Iran prior to the 1979 Revolution. Roloff Beny  (1924–1984) was a Canadian photographer who spent the better part of his life in Rome and on his photographic travels throughout the world.
Corposo saggio antologico, corredato di imponente corpus iconografico composto di capolavori artistici ed evocazioni poetiche, saggio introduttivo e antologia di Seyyed Hossein Nasr, note storiche relative alle tavole di M. Crites.
Oltre duecento tavole a colori mostrano il popolo e il paesaggio della Persia. Un bellissimo libro che mostra i molti naturali, culturali, sacri, storici, artistici, personali e altri aspetti della Persia/Iran prima della rivoluzione del 1979, Roloff Beny è stato un fotografo canadese che passò la miglior parte della sua vita a Roma e nei suoi viaggi fotografici nel mondo.
16/12/23
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luminasenseartlab · 7 years
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Backstage servizio fotografico ritratto realizzato presso studio fotografico limbo cyclorama sala posa Lumina Sense art lab da Lumi e Senso
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simonemorano · 4 years
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@laurafiorentino.pstar 🔝🔝🔝 ▪️ Foto: Simone Morano ▪️ X info Book fotografici in direct😉📸 _________________________________________ #simonemoranofoto #portraits #portrait #portraits_ig #pixel_ig #portraiture #expofilm3k #portrait_perfection #portraitstyles_gf #snowisblack #portraits_universe #featurepalette #bleachmyfilm #portraitmood #featurepalette #rsa_portraits #makeportraits #profile_vision #top_portraits #life_portraits #postthepeople #quietthechaos (presso Roma, Italy) https://www.instagram.com/p/CGzbJYdlH-m/?igshid=1mxkyktqpu822
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Backstage sala posa limbo cyclorama Roma studio fotografico Lumina Sense art lab
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Servizio fotografico fashion realizzato presso studio fotografico limbo cyclorama sala posa Lumina Sense art lab da Lumi e Senso
Title: Sugar Girl
Photo: Lumi + Senso/Lumina Sense art lab
Stylist: Alex Crystal
Make-up: Yulia Nicotra
Model: Lara Goracci
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foroimage · 3 years
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La fotografia prende forma, arriva CHARTA : a Photo book Festival.
Nel mondo della fotografia, sparsi per il mondo, ci sono diversi festival fotografici, nel 2019 FORO imàge aveva riportato una visita, l’esplorazione di una giornata al  Photo London Fair.
Alcuni Festival li conoscete già; oggi un nuovo nome va menzionato ed il blog FORO imàge è lieta di farlo, è quello di Charta : a Photo book Festival.
Come suggerisce già il nome è un festival volto all’indagine del libro fotografico e dell’editoria indipendente. Dove? Molti penseranno che è qualcosa che potrà avvenire solo all’estero. Invece è molto più vicino di quanto voi crediate. È un Festival italiano ma con un approccio internazionale, lo stesso approccio che ha già dimostrato il suo direttore artistico Francesco Rombaldi, con Yogurt Magazine, piattaforma curatoriale che esplora i nuovi linguaggi della fotografia contemporanea e mediante la quale sta realizzando e promuovendo tale Festival.
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Charta sarà condivisione, formazione, approfondimento. Nel tentativo di offrire una mappatura di un’industria culturale attualmente in forte mutamento. E con l’intento di riportare a Roma un festival di fotografia contemporanea dal respiro internazionale. 
L’obiettivo (anche in termini di fotografia) è quello di creare un itinerario espositivo in diversi spazi nel cuore di San Lorenzo, l’art district di Roma. 
Il tema di questa prima edizione, “Demons” si propone di indagare tutte le declinazioni più oscure della condizione umana, dalle problematiche territoriali a quelle socioculturali, o più finemente psicologiche. Offrendo un punto di vista trasversale sulle criticità del contemporaneo. 
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Alle esposizioni di libri è accostato un ricco palinsesto di eventi: anteprime editoriali, workshops, installazioni, mostre. Letture portfolio con alcune tra le più importanti realtà editoriali del panorama internazionale (Mack, Overlapse, Postcart, Materia, Witty Books, Phmuseum, etc.) e un bookshop in cui saranno ospitate librerie fotografiche italiane ed europee, che promuoveranno i propri prodotti editoriali. 
Parallelamente il festival offre la possibilità di partecipare al Charta Dummy Award, concorso indirizzato a chiunque voglia inviare un libro fotografico inedito. Tra i dummies ricevuti verrà selezionata una shortlist che verrà esposta al festival. Il vincitore del Charta Dummy Award vedrà il proprio progetto sviluppato e pubblicato con una tiratura del valore di 5000 euro. 
Inoltre Charta : a photo-book festival è il vincitore di Strategia Fotografia 2020, intervento sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. 
Le date che vedranno l’attività di questo festival saranno dal 17 al 25 Luglio 2021, Roma.
Dunque non rimane che segnarci tutto su agenda e/o su una foto se volete.
di Roberta Guarnera
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heisenberg84 · 4 years
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Book Cinema 🎬 Attore: @alessandromessina8 • • • Il caro Messina è un amico fraterno e attore sopraffino. La sua voce prestata al doppiaggio non la si dimentica. Di sicuro ve la ricorderete 😉. Questo book cinema fu uno dei miei primissimi lavori fotografici, quando ancora avevo bisogno di fare pratica. Vi dico solo che con Messina tutto terminò in una manciata di minuti perché quando uno è bravo ti sa dare quelle espressioni e quel vissuto preciso e giusto. Io ricordo che cazzeggiammo molto e a fine lavoro non ci accorgemmo di aver portato a casa una bella mole di lavoro. A distanza di anni io e il Messina siamo ancora più amici ancora più uniti. Sei un fratello Messi 😉. Preparati che tocca rinnovare le foto • • • #fabriziostefan #photographer #photography #alessandromessina #dubbing #doppiaggio #attore #attoreitaliano #portrait #portraitphotography #cinema #cinematic #brotherhood #friendship (presso ROMA - città eterna) https://www.instagram.com/p/CFzRuu7AdYo/?igshid=1m5vvauevmo12
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lavororomafan · 5 years
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Lavoro Roma Realizzo book fotografici in TF per modelle o cosplayer ( Roma )
Sono un giovane romano offro la mia esperienza di fotografia e di fotoritocco per realizzare book fotografici gratuitame Pubblica subito annunci cerco offro lavoro Roma
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fotopadova · 6 years
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L'arte fotografica di Mario Giacomelli a Palazzo Merulana
di Licia Maione
--- Giovedì 29 novembre, in via Merulana 121, a Roma, presso la splendida cornice dell’imponente struttura in stile umbertino di Palazzo Merulana, si è tenuto, nella Sala delle Sculture, il primo del ciclo di incontri, dal titolo Sfizi fotografici, promossi dell’Associazione Faro Fotografia, in collaborazione con il Palazzo Merulana.
  La giovane Associazione Faro Fotografia, la quale gestirà anche l’organizzazione del Mese della Fotografia a Roma, che si terrà durante tutto il marzo 2019 e durante il quale la fotografia verrà analizzata in tutti i suoi aspetti, con mostre, talk, photowalk, laboratori, è un’associazione senza scopo di lucro, che riunisce professionisti della fotografia, associazioni, circoli, gallerie, stampatori, docenti, scuole, spazi espositivi, librerie, negozi di fotografia e amatori, operanti sul territorio di Roma, con lo scopo di fare rete per promuovere e divulgare una nuova cultura fotografica attraverso un lavoro quotidiano sul campo.
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                                                                           © Licia Maione, 2018
  Per l’apertura delle serate fotografiche è stato scelto uno dei più grandi maestri della fotografia italiana: Mario Giacomelli, in una “lezione” dal titolo:  Mario Giacomelli. La figura nera aspetta il bianco (già titolo della mostra inaugurata a Palazzo Braschi, a Roma, nel 2016 e dell’omonimo libro, a cura di Alessandra Mauro, edito nel 2008 da Contrasto Editore), condotta dal fotografo romano Gilberto Maltinti, che ha esordito con le seguenti parole: «Ho scelto Mario Giacomelli, perché quando mi sono accostato per la prima volta alla fotografia, allorché avevo trent’anni, ho cominciato proprio da lui. È da lui che inizia tutto». L’incontro cade, quindi, a pochi giorni dall’anniversario della scomparsa del fotografo di Senigallia, avvenuta il 25 novembre del 2000 e da poco celebrata, nell’ambito dell’evento commemorativo, organizzato dalla nipote dell’artista e curatrice dell’Archivio Mario Giacomelli – Rita Giacomelli, Katiuscia Biondi, svoltosi ad Ascoli Piceno, il 25 novembre 2018, nell’auditorium del Polo Sant’Agostino, presso la Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini, dove il 15 settembre era stata inaugurata la mostra Mario Giacomelli. Nell’infinito, dentro la materia, visitabile fino al 6 gennaio 2019. Nell’evento sono stati proiettati il video di Antonio Rossi (intervista a Mario Giacomelli, in occasione della mostra Bando, XVII Biennale d’arte contemporanea di Alatri, 1999), e il film-documentario Mi ricordo Mario Giacomelli del regista Lorenzo Cicconi Massi, edito da Contrasto.
  Da Ascoli a Roma, Giacomelli continua a stregare il suo pubblico che, accorso in massa anche a Palazzo Merulana, immerso nel fascino delle sculture e dell’opere d’arte del luogo, ha potuto godere della visione dei suoi celebri scatti in bianco e nero e delle appassionate spiegazioni fornite in merito, da Gilberto Maltinti. Il pubblico, neofita o esperto che fosse, è stato condotto in un viaggio, iniziato con i primissimi scatti di Giacomelli, tra cui la prima fotografia in assoluto, intitolata L’approdo, scattata il giorno della vigilia di Natale del 1953 con la sua prima macchina fotografica Comet Bencini, nonché i primi ritratti ai familiari: alla madre, alla moglie Anna, fatti mettere in posa, come attori e che ricordano per il realismo ritrattistico certe foto di Edward Weston, Henry Cartier Bresson e Tina Modotti, i nudi, le nature morte, dall’evidente influenza pittorica che rimanda a Morandi, Casorati, Monet e Modigliani e Cézanne.
  Il percorso è poi continuato con l’analisi delle varie raccolte fotografiche, scelte secondo il gusto di Maltinti, senza la ricerca di una necessaria successione cronologica, ma semmai tematica; con un po’ di timore, per la crudezza delle immagini, sono stati mostrati gli scatti della serie Vita d’Ospizio (1954/56) (foto scattate presso l’ospizio Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia, dove lavorava da giovane la madre dell’artista, rimasta vedova). Serie successivamente ripresa, con una seconda visita all’ospizio nel 1966/68 da cui nasce Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, da una poesia di Pavese, lavoro servito a Giacomelli per esorcizzare la sua paura della morte, della vecchiaia, del decadimento.
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     Mario Giacomelli, da Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, 1966/1968 (© Eredi Mario Giacomelli)
  Maltinti ha poi proseguito con altri “malati”: quelli di Lourdes, per i quali Giacomelli ricevette un vero e proprio incarico che, tuttavia, non riuscì a portare a termine, scattando solo tre rullini (sono i famosi lettini che salgono verso l’infinito o la distesa di malati che aspettano la benedizione). Il dolore di questi giovani, ancora pieni di speranza, sconvolse l’autore a tal punto da impedirgli di proseguire a fotografare il loro dolore sicché Giacomelli decise di andarsene, restituendo il compenso anticipatogli (ma ritornerà in seguito, riuscendo, finalmente ad avvicinarsi alla sofferenza e scattando dei primi piani di ammalati in carrozzella).  
  Maltinti ha sottolineato in questo lavoro la scelta dell’autore, poi spesso ripetuta, di utilizzare bianchi bruciati e neri bucati, un contrasto esasperato di vita e di morte, che ha reso Giacomelli così caratteristico. Questa tecnica, infatti, si fa particolarmente evidente nelle due sue serie più celebri: Scanno e Io non ho mani che accarezzino il volto, meglio nota, ai più, come Pretini.
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   Mario Giacomelli, da Io non ho mani che mi accarezzino il volto, 1961/1963 (© Eredi Mario Giacomelli)
  Dopo essersi soffermato sui colpi di flash che Giacomelli dà sui suoi soggetti e sulla scelta di tempi lenti, per creare l’effetto del mosso e fare entrare la luce ambiente, nonché sull’ardua e affascinante tecnica della doppia esposizione, Maltinti ha sottolineato come, a quest’altezza, si assista alla consacrazione della fama di Giacomelli, dato che nel 1964 l’allora direttore del dipartimento di fotografia del MoMa di New York, Jhon Szarkowosky acquisì l’intera serie dedicata a Scanno e alcune foto dei Pretini e organizzò una mostra The photographer’s Eye, da cui nacque il volume Looking at photographs, sui cento fotografi più importanti nel mondo, tra cui appunto anche Mario Giacomelli. Il contrasto delle vesti nere dei pretini e la neve bianca, così come quello delle vecchiette abruzzesi vestite di nero che camminano per strade inesistenti, come fasci di luce, o del famoso bambino di Scanno avvolto da una sorta di aura, sono destinate ad entrare nel patrimonio collettivo di ognuno di noi.
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                                Mario Giacomelli, da Scanno, 1957/1959 (© Eredi Mario Giacomelli)
  Maltinti ha poi passato in rassegna tante altre serie: i credenti che passano la notte nel Santuario di Loreto in attesa dell’apparizione della Madonna; gli animali scannati di Mattatoio con i loro urli di dolore; Un uomo, una donna, un amore, che ritrae i momenti felici di una coppia di giovani che vivono spensierati il loro amore nel contesto agreste della campagna marchigiana; l’indagine sulla Puglia, con gli scatti quasi reportagistici, che risentono dell’influenza sociologica di Crocenzi e che, non per nulla, gli valse la richiesta di Vittorini del celebre scatto Gente del sud per l’edizione inglese di Conversazione in Sicilia per le edizioni Penguin Book; La buona terra, frutto dell’esperienza vissuta a contatto per tre anni con una famiglia allargata di contadini marchigiana, della quale ritrasse i momenti più salienti: il raccolto, la semina, la vendemmia, persino un matrimonio; i paesaggi marchigiani, sempre inerenti al rapporto con la terra, dapprima intitolati Storie di Terra o solo Paesaggi e solo successivamente Metamorfosi della terra e Presenza di coscienza sulla natura, sui cambiamenti avvenuti nella gestione della terra, non più caratterizzata dalla sistema di rotazione delle colture, ma dallo sfruttamento intensivo, in cui  i paesaggi, scattati da una collina all’altra, come possibile per la verticalità della collina marchigiana, o dall’ aereo di un suo amico, divengono via via più astratti (Giacomelli giunse a chiedere ai contadini di arare in modo da creare determinati disegni e linee, allo scopo di raffigurare quasi dei graffi, impressi sulla superficie, ossia le ferite della Madre-Terra, violentata per mano dell’uomo.
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                      Mario Giacomelli, Metamorfosi della terra, anni ’70 (© Eredi Mario Giacomelli)
  Si tratta di un intervento che, per certi versi, è stato considerato simile a quello della moderna Land Art). La serie dei paesaggi è poi proseguita, spostandosi dalle colline al mare, con Il mare dei miei racconti, con fotografie aeree che immortalano i bagnanti sulla spiaggia, schiacciandoli fino a farli diventare delle semplici masse, con quella veste grafica e pittorica tipica dell’autore. Maltinti ha concluso l’incontro parlando delle serie L’infinito e A Silvia, espliciti omaggi all’amato poeta marchigiano, suo conterraneo, Giacomo Leopardi e ricordando che la serie A Silvia, che comprende fotografie scattate presso Casa Leopardi e in parte all’orfanatrofio di Senigallia, gli era stata commissionata con una vera e propria sceneggiatura da Crocenzi per la Rai, per il programma Telescuola.
  Per tutto l’incontro, Maltinti ha accompagnato la visione delle fotografie con la lettura di brevi passi, molti dei quali tratti dalla fedele trascrizione che Simona Guerra ha fatto e poi raccolto nel libro La mia vita intera, della lunga registrazione audio (più di sette ore di conversazione), nella quale Giacomelli ripercorre la propria vita, raccontandosi, in occasione di quella che doveva essere la sua più grande mostra: quella a Palazzo delle Esposizioni, a Roma, tenutasi il 7 febbraio del 2001, all’indomani della sua morte: è stato come ascoltare direttamente la voce calda e i pensieri sognanti di Giacomelli.
  In conclusione il relatore, pur non avendo ovviamente potuto approfondire l’intera produzione di Giacomelli, per la quale non basterebbero, forse, neppure i tre incontri successivi di questo ciclo di lezioni, è riuscito a cogliere e trasmettere al pubblico l’aspetto più importante dell’Autore, quello di un uomo semplice e singolare allo stesso tempo, che sfugge a qualsiasi etichetta: fotografo, artigiano, tipografo, pittore, poeta, contadino, in una parola, artista, con tutta la sua sensibilità e la capacità di riuscire a trasmettere le proprie emozioni come ebbe chiaramente a dire: «Per me è importante raccontare le cose che mi hanno dato un’emozione e che camminano parallele alla poesia, quelle che ho provato, quelle che ho sentito…Io non documento, ma racconto; non voglio documentare niente, tant’è vero che non mi interessa che le mie foto vengano capite, mi preme che vengano interpretate!…».
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                                                                        © Licia Maione, 2018
  L’iniziativa di questo ciclo di lezioni fotografiche si inserisce nel più ampio progetto culturale, avviato in seguito alla recente riapertura di Palazzo Merulana, ex-Ufficio di Igiene, avvenuta lo scorso 11 maggio 2018, dopo un vuoto urbano di quasi vent’anni, grazie alla sinergia di forze e comunione di intenti tra la Fondazione Elena e Claudio Cerasi e CoopCulture. L’idea è quella di concepire il Palazzo, non solo come un semplice luogo espositivo, dove poter ammirare, nelle due sale poste al secondo e al terzo piano, i capolavori di De Chirico, Depero, Mafai, Donghi, Capogrossi, Balla, Sironi, Schifano, Scipione, Antonietta Rahaël e Fausto Pirandello, ma uno luogo, fucina di arte, in cui trovino spazio varie tipologie di eventi culturali, come: letture, presentazioni di libri, spettacoli, incontri con autori e scrittori, grandi personalità dell’arte contemporanea, mostre fotografiche ecc., momenti di formazione e di rivalorizzazione di un patrimonio artistico comune, che diventi occasione di incontro e dialogo tra i cittadini, da gustare, magari in compagnia di un buon caffè o, per gli amanti degli aperitivi, di frizzanti bollicine. Al quarto piano del Palazzo si trova, infatti, l’Attico, uno spazio che verrà deputato proprio a tali scopi, mentre all’ultimo vi è una terrazza panoramica.
  Non resta che aspettare i prossimi appuntamenti a Palazzo Merulana che si svolgeranno ogni giovedì del mese dal 29 novembre 2018 al 7 febbraio 2019, dalle ore 18.00 alle 21, con il seguente calendario: il 20 dicembre Alex Mezzenga, con Fotoreportage e Street Photography, Differenze e similitudini, il 17 gennaio Maria Gianni Pinnizzotto, con L’architettura di un reportage - Come pensare, ideare e realizzare un reportage fotografico, il 7 febbraio Cristiana Valeri con Gordon Parks - Eve Arnold.
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misargen-blog · 6 years
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Agenzia modelle bologna
Agenzia modelle corretta: come sceglierla
Aspirare ad essere una modella - e, in special modo negli ultimi anni, il modello - e’ un desiderio che tutti i bambini hanno avuto nella loro vita. D’altronde i bei vestiti, l’ambiente fashion e lussuoso, la chance di viaggiare spesso in posti stupendi, sono tutte ambizioni a cui chiunque gradirebbe aspirare. Per maggiori informazioni su agenzie di moda roma visita il nostro sito.
Un’altra realta’, pero’, riguarda chi crede e spera di fare la modella o il modello perché puramente attratto dai facili guadagni, senza sapere che la strada per sfondare in questo mestiere e’ assolutamente difficile e disseminata di possibili imbrogli.
Per questo motivo la prima cosa che devi fare se desideri lavorare in questo campo e’ decidere l’agenzia modelle giusta. Come puoi immaginare, però, si tratta di una scelta difficile e, farsi illudere da false promesse, a maggior ragione se cominci a muovere i primi passi, è assolutamente facile.
Quello che voglio fare, percio’, qui, e’ replicare alle domande di chi desidera approcciarsi nella maniera giusta a questo campo, senza incorrere in uno dei tanti squali che, ogni giorno, distruggono i sogni di tanti giovani ragazze e ragazzi.? Ecco come scegliere l’agenzia di modelle giusta
Scegliere l’agenzia modelle giusta e’ il primo passo da fare per chi vuole diventare una modella o un modello. Su internet e in tantissime pubblicità, quotidianamente, si possono leggere dei trafiletti che riguardano la selezione di modelle e modelli e, in generale, di persone da assumere nel mondo del fashion.
L’agenzia di modelle e modelli e’ importantissima per chi vuole lavorare in questo mondo, perché sara’ proprio questa compagnia a rappresentare i suoi interessi: purtroppo devo ammettere che molte agenzie piu’ che rappresentare i propri modelli e modelle spesso rappresentano solo loro stesse.
E allora ti stai chiedendo: “Ma come faccio a scegliere l’agenzia di modelle giusta?”.
Prima di tutto bisogna capire le proprie potenzialità. Non tutti ad esempio possono fare il modello o la modella. Prima di tutto, percio’, e’ importante impegnarsi su se’ stessi e capire il proprio reale potenziale, in maniera completamente imparziale. Lo so, cio’ può essere sfidante, ma e’ fondamentale.
Poi e’ necessario non misurare l’agenzia modelle in base alla sua “grandezza” o al nome. Alcune agenzie sono rilevanti e conosciute e rappresentano benissimo il cliente, altre, invece, meno note lo rappresentano perfino meglio. Cosa sto dicendo? Sto dicendo che molte volte il grande nome rende molto difficile entrare, se non impossibile, e poi non e’ sempre una garanzia di successo. Una piccola agenzia, invece, sovente punta sul singolo modello o sulla singola modella, e lo fa perche’ ci crede.
Agenzie modelle: come evitare di essere truffati
E’ importante comprendere come evitare di essere raggirati. Parecchie agenzie di modelle, infatti, non solo polverizzano i sogni delle ragazze e dei ragazzi, ma riescono anche a sottrargli moltissimo denaro. Insomma, il rischio maggiore e’ che, oltre al danno, si accompagni anche una sfacciata beffa.
Conoscere quali sono le agenzie di moda che vendono fumo ai loro clienti e’ spesso arduo per chi si trova da poco in questo mondo. Ci sono, pero’, dei campanelli d’allarme che devono far accendere a tutti una lampadina.
Una prima cosa che ti accende una spia di allarme e, conseguentemente, dovrebbe farti andare via di corsa, e’ di sicuro la proposta di entrare in agenzia dopo il versamento di una “tassa di entrata” a cui non corrispondono servizi veri e propri. Così sono operative certe agenzie poco serie: fuggi via più lontano possibile, perche’ in te non intravedono una grande star ma un salvadanaio ambulante. Percio’ il primo consiglio che posso darti, e’ quello di stare alla larga dalle agenzie che ti chiedono soldi per rappresentarti.
Un altro possibile campanello d’allarme riguardo la serietà di una agenzia, sono i costi. Se ti chiedono di rifarti il book perche’ un po’ antiquato, e’ di sicuro una richiesta coerente, pero’, prima di acconsentire, chiedi in giro il costo per un book nella tua città. Se il costo finale supera di molto i preventivi che ti hanno fatto, forse, stanno cercando di guadagnare anche sul tuo book: chi ti garantisce che non lo faranno anche dopo su altro, mettendo da parte i tuoi interessi?
Poi, un’agenzia di modelle seria deve offrirti chiarezza: i tuoi servizi fotografici dove andranno a finire? Certe informazioni, un’azienda seria le sa gia’ prima di farti fare un servizio e, assolutamente, non cambia discorso se glielo chiedi. Essere ben introdotti vuol dire individuare persone competenti e che da molto tempo si interfacciano con questo mondo e che sanno quali sono le persone giuste per permetterti di emergere e raggiungere i risultati che ambivi, perche’ l’agenzia seria cerca solo ragazze e ragazzi su cui vuole davvero investire il proprio tempo in prima persona, ed è solo da questo che ne derivano guadagni. Vuoi saperne di più agenzia modelle Firenze? visita il nostro sito.
Chi desidera entrare nel mondo del fashion,quindi, prima di incaricare una qualsiasi agenzia modelle, deve prendersi l’opportuno tempo, riflettere sulla scelta, contattare piu’ agenzie e sicuramente non affidarsi chiunque: il treno della moda e della bellezza passa una volta sola nella vita, se lo perdi rischi di perdere per sempre anche il tuo sogno.
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nani45-blog1 · 6 years
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agenzia modelle milano
Come scegliere l'agenzia modelle correttamente
Fare la modella - e, soprattutto negli ultimi anni, il modello - e’ un sogno che tutti i bambini hanno avuto nella loro vita. A pensarci bene infatti i bei vestiti, l’ambiente e lussuoso, la chance di viaggiare spesso in posti bellissimi, sono tutti sogni a cui chiunque desidererebbe ambire.
L’altra faccia della medaglia, pero’, riguarda chi crede e spera di fare la modella o il modello perché esclusivamente richiamato dai facili guadagni, senza avere idea del fatto che la via per riuscire in questo mestiere e’ davvero ardua e costellata di possibili trappole.
Per questo motivo la prima cosa che devi fare se desideri lavorare in questo settore e’ decidere l’agenzia modelle giusta. Come puoi immaginare, però, si tratta di una scelta ardua e, farsi raggirare da false aspettative, a maggior ragione se cominci a muovere i primi passi, è veramente facile.
Quello che voglio fare, percio’, in questo articolo, e’ replicare alle domande di chi ha desiderio approcciarsi nella misura più corretta a questo mondo, senza incorrere in uno dei tanti squali che, ogni giorno, distruggono i sogni di tanti giovani ragazze e ragazzi.? L’Agenzia di modelle giusta: ecco come sceglierla
Scegliere l’agenzia modelle giusta e’ il primo passo da fare per chi vuole diventare una modella o un modello. Sul web, In rete, Online e in tantissime pubblicità, quotidianamente, si possono leggere dei trafiletti riguardanti la ricerca di modelle e modelli e, in generale, di persone da inserire nel mondo del fashion. Per maggiori informazioni su agenzie modelli roma visita il nostro sito.
L’agenzia di modelle e modelli e’ importantissima per chi vuole lavorare in questo mondo, perché sara’ proprio questa azienda a rappresentare i suoi interessi: purtroppo devo ammettere che diverse agenzie piu’ che rappresentare i propri modelli e modelle spesso rappresentano solo loro stesse.
E allora ti starai chiedendo: “Ma come faccio a scegliere l’agenzia di modelle giusta?”.
La prima cosa da fare e’ comprendere le proprie potenzialità. Non tutti ad esempio possono fare il modello o la modella. Prima di tutto, percio’, e’ molto importante impegnarsi su se’ stessi e capire il proprio reale potenziale, in maniera assolutamente imparziale. Lo so, e’ complicato, ma e’ fondamentale.
La seconda cosa e’ non misurare l’agenzia modelle in base alla sua “grandezza” o al nome. Talune agenzie sono rilevanti e molto note e rappresentano benissimo il proprio cliente, altre, invece, molto meno conosciute lo rappresentano addirittura meglio. Cosa sto dicendo? Dico che molte volte il grande nome rende molto difficile entrare, se non impossibile, e poi non e’ sempre una garanzia di successo. Una piccola agenzia, invece, sovente punta sul singolo modello o sulla singola modella, e lo fa perche’ vuole crederci.
Agenzie modelle: come evitare di essere truffati
E’ importante capire come evitare di essere imbrogliati. Tante agenzie di modelle, infatti, non solo distruggono i le ambizioni delle ragazze e dei ragazzi, ma riescono anche a togliergli tanto denaro. Insomma, il rischio maggiore e’ che, oltre al danno, ci sia anche una bella beffa.
Conoscere quali sono le agenzie di moda che vendono fumo ai loro clienti non è facile per chi si trova da poco in questo mondo. Ci sono, pero’, dei campanelli d’allarme da non sottovalutare.
Una prima cosa che ti deve far accendere la lampadina e, conseguentemente, deve farti allontanare di corsa, e’ di sicuro la proposta di fare il tuo ingresso in agenzia a seguito del versamento di una “tassa di entrata” a cui non fanno eco servizi veri e propri. Così sono operative certe agenzie poco raccomandabili: scappa via più lontano possibile, perche’ in te non vedono una grande star ma un borsellino ambulante. Quindi il primo consiglio che posso darti, e’ quello di stare alla larga dalle agenzie che ti chiedono soldi per rappresentarti.
Un altro probabile campanello d’allarme riguardo la serietà di una agenzia, sono i costi. Se ti chiedono di rifarti il book perche’ vecchio, e’ sicuramente una richiesta adeguata, pero’, prima di accettare, trova in giro il costo per un book nella tua città. Se il costo finale supera di molto i preventivi che ti hanno fatto, probabilmente, stanno cercando di guadagnare anche sul tuo book: chi ti dice che non lo faranno anche dopo su altro, mettendo da parte i tuoi interessi?
Poi, un’agenzia di modelle seria deve essere sempre chiara: che fine faranno i tuoi servizi fotografici? Certe informazioni, un’azienda seria le sa gia’ prima di farti fare un servizio e, sicuramente, non perde tempo a parlartene. Essere rappresentati bene vuol dire scegliere persone competenti e che da tanto si interfacciano con questo mondo e che sanno quali sono le persone giuste per farti emergere e raggiungere i risultati sperati, perche’ l’agenzia seria sceglie solo ragazze e ragazzi su cui vuole investire il proprio tempo in prima persona, ed è solo da cio’ che ne derivano guadagni. Vuoi saperne di più casting modelli? visita il nostro sito.
Chi desidera entrare nel mondo della moda,quindi, prima di affidarsi a una qualsiasi agenzia modelle, necessita di prendersi il tempo necessario, riflettere sulla scelta, contattare diverse agenzie e non affidarsi ai primi che capitano: questo treno passa una volta sola nella vita, perdendolo rischi di far svanire per sempre anche il tuo sogno.
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fashionbooksmilano · 3 years
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Elena Bracciolini
“Secoli a concerto per una corte incantata”
Dipinti, costumi, gioielli e giochi fotografici cristallizzati nel grembo della storia
Edizioni Abete, Città di Castello 1986, 54 pagine, 30x23,5cm.,  cartonato editoriale con illustrazione a colori e b/n, ISBN 2560731652189 
euro 20,00
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Mostra Palazzo Venezia, Roma 1986
11/11/21
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womanfemale · 6 years
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Backstage servizio fotografico Lumina Sense art lab/Lumi e Senso per Daniele Nicoli presso limbo cyclorama nero Roma studio fotografico sala posa Lumina Sense art lab
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Servizio fotografico fashion realizzato presso studio fotografico limbo cyclorama sala posa Lumina Sense art lab da Lumi e Senso
Title: Sugar Girl
Photo: Lumi + Senso/Lumina Sense art lab
Stylist: Alex Crystal
Make-up: Yulia Nicotra
Model: Lara Goracci
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retegenova · 6 years
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“MANTUA, CUBA”
Progetto fotografico composta da 24 opere di Paolo Simonazzi
Dal 13 luglio all’8 settembre, Saletta dell’Arte, Galata Museo del Mare
Inaugurazione giovedì 12 ore 18, ingresso libero
  Da venerdì 13 luglio a sabato 8 settembre al Galata Museo del Mare, presso la Saletta dell’Arte al 1° piano, sarà allestita la mostra fotografica “Mantua, Cuba”: 24 opere di Paolo Simonazzi, una ricerca sentimentale che ha come luogo d’indagine una cittadina di provincia ai confini dell’isola di Cuba, nata per raccontare una storia o forse leggenda fra un’origine forse italiana della piccola cittadina caraibica e un brigantino genovese affondato nell’oceano, a poca distanza dalle coste su cui sarebbe sorta Mantua.  Il progetto Mantua, Cuba (Greta’s Books, 2016) prima di approdare al Galata Museo del Mare è stato presentato per la prima volta nell’autunno 2016 a Parma (BAG Gallery) e successivamente a L’Avana (Galeria Casa de Carmen Montilla), nell’ambito della XIX Settimana della Cultura Italiana in Cuba, è stato esposto di recente a Reggio Emilia (Vicolo Folletto Art Factories).
All’inaugurazione, giovedì 12 luglio alle ore 18 ad ingresso libero, saranno presenti oltre al fotografo Nicoletta Viziano Presidente Mu.MA, Maurizio Daccà e Anna Dentoni per l’Associazione Promotori Musei del Mare e Orietta Bay,Andrea Tinterri, Davide Barilli, Silvano Ghinolfi, Paolo Dolci, Luca Vecchi. La mostra è organizzata da ABC (Associazione Bondeno Cultura) e conta il patrocinio della Fondazione Casa America. Di prossima presentazione,  il libro fotografico Mantua, Cuba (Greta Edizioni, 2016).
Il progetto
Mantua, Cuba è un progetto che nasce da un’esigenza intima e primaria: quella di ricordare l’amico scomparso Velmore Davoli, che aveva visitato quei luoghi nel 1999, all’interno di un programma di cooperazione internazionale.
Il progetto, nella sua complessa e lunga evoluzione, si è arricchito del contributo fondamentale di Davide Barilli, che conosce bene Cuba, spesso protagonista dei suoi romanzi e dei suoi racconti.
Proprio sulla base di queste sollecitazioni nascono uno studio e una ricerca che rivelano un’interferenza tra storia e leggenda, fra un’origine forse italiana della piccola cittadina caraibica e un brigantino genovese affondato nell’oceano, a poca distanza dalle coste su cui sarebbe sorta Mantua.  Alcune testimonianze sembrano confermare l’avventurosa origine, ma poco importa la veridicità della Storia. La leggenda basta e avanza per costruire una narrazione e per cercare affinità elettive, apparentemente improbabili, tra la provincia padana e quella cubana, tra oggetti, simboli e dettagli sospesi in un “mondo piccolo”, che protegge la propria viscerale identità. Simonazzi fotografa ciò in cui ritrova un senso di appartenenza, indipendentemente dalle latitudini geografiche, ovvero l’idea stessa di provincia: una nebula afosa, dove i muri possono essere testimoni di pezzi di storia, di fede, di sincretismo magico.  E proprio dalla visione di una scritta ritrovata su un edificio in abbandono, Bar del olvido, tutto ha avuto inizio. Una scritta che diventa il sentimento intorno al quale ruota l’intero progetto, la dimenticanza come filo rosso tra Mantua, la sua bizzarra italica leggenda e la capacità intrinseca dei luoghi remoti di ovattare la Storia, di trasformarla e farla danzare su un teatrino in cartapesta. Tutto questo è filtrato da una cultura fotografica ben definita, che individua i propri modelli in quell’importante esperienza che dalla via Emilia arriva a toccare l’asfalto americano: da Luigi Ghirri ai New Topographers, passando attraverso il cromatismo di William Eggleston. Una cultura che Simonazzi rivendica e attualizza nella consapevolezza di raccontare una leggenda, qualcosa che forse è già scomparso anche se ancora davanti agli occhi. Qualcosa che va comunque protetto, anche solo per provare il piacere di potersi rifugiare, qualche volta, nelle illusioni. 
  Paolo Simonazzi
Reggio Emilia, 1961. Divide la propria vita tra l’attività di medico e quella di fotografo, a cui si dedica con passione.
Nella primavera 2016 espone presso la Collezione Maramotti, all’interno dell’XI edizione del festival Fotografia Europea, dedicato alla via Emilia. Il progetto che propone, So near, so far (Danilo Montanari, 2018), è un’originale rilettura dei suoi progetti principali che guardano alla propria terra d’origine con uno sguardo complice, affettuoso ed ironico al tempo stesso.
Nel 2015 presenta a Torino, in occasione di The Others Art Fair, il progetto inedito Icons of Liscio, relativo alle icone del ballo liscio in Emilia-Romagna.
Nel 2015 espone a Rimini (Museo della Città) Cose ritrovate, mostra realizzata e presentata nel 2014 per la IX edizione di Fotografia Europea: un viaggio visionario ispirato ai testi letterari di Ermanno Cavazzoni e di Raffaello Baldini (Marsilio, 2014).
Il progetto Bell’Italia (Silvana Editoriale, 2014), con i tre colori della bandiera italiana come un pretesto per un viaggio sentimentale nella Penisola, è stato presentato in anteprima a Fotografia Europea 2011, successivamente è approdato a Sydney, Melbourne (2012), Tokyo (2014) e Mosca (2016).
Dal 2006 al 2010 si è dedicato a Mondo piccolo, un lavoro alla riscoperta delle terre care a Guareschi, luoghi dell’anima più che della geografia (Umberto Allemandi, 2010), con tappe in varie città italiane.
Tra la Via Emilia e il West (Baldini Castoldi Dalai, 2007) è un progetto che illustra la pacifica penetrazione dell’iconografia americana nel paesaggio culturale ed architettonico della regione Emilia-Romagna, esposto in anteprima a Villa delle Rose – MAMbo, Bologna (2007), e, a seguire, in altre sedi italiane ed estere, tra cui New York e San Francisco.
Nel 2006 si è avvicinato al tema del disagio sociale con il progetto La casa degli angeli, presentato alla I edizione di Fotografia Europea e successivamente alla VI edizione di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma (2007).
Circo Bidone, uno dei suoi primi progetti fotografici, racconta di un piccolo circo sopravvissuto all’epoca della multimedialità e degli effetti speciali (Zoolibri, 2003).
  Per informazioni sulla mostra  E-mail: [email protected]; tel 3356150448 
  Eleonora Errico
Ufficio stampa COSTA EDUTAINMENT SPA
www.galatamuseodelmare; www.costaedutainment.it
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