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José Jiménez Aranda, La schiava in vendita, 1897
Una giovane schiava, completamente nuda, siede su un tappeto. Il cartello che porta al collo reca un'iscrizione greca ( Rosa, 18 anni, in vendita a 800 monete ) che la offre come merce in un mercato orientale. China castamente la testa per nascondere la sua vergogna. Dietro di lei sono visibili i piedi dei suoi possibili acquirenti che la circondano per osservare la sua nudità indifesa. Si tratta di uno dei dipinti più emblematici di Jiménez Aranda, nonché uno dei nudi femminili più interessanti della pittura spagnola del XIX secolo. Si tratta inoltre di un dipinto davvero unico nell'opera dell'artista sivigliano, che comprende una selezione sorprendentemente scarsa di nudi femminili e pochissime ambientazioni orientali, nonostante tali opere fossero diventate molto di moda alcuni decenni prima sul mercato internazionale.
La concezione di questo nudo rivela invece una visione pienamente naturalista del corpo femminile, con una definizione corporea che potrebbe essere collegata al largo utilizzo della fotografia in quel periodo come elemento di studio e analisi del corpo umano nell'ambito delle discipline artistiche. Qui Jiménez Aranda conferisce alla postura casta della giovane donna una sensualità suggestiva che scaturisce da un'interpretazione immediata e vibrante della sua nudità in chiave assolutamente naturalista.
L'artista giustifica questa splendida raffigurazione accademica di un nudo di donna collocandola in un ambiente orientale che ricorda le scene di schiavi e odalische diventate di moda in Francia grazie alle opere di grandi maestri della pittura orientalista come Jean-Léon Gérome (1824 -1904). L'enorme successo di quelle opere sul mercato internazionale qualche decennio prima consolidò un linguaggio pittorico che Jiménez Aranda utilizzò fino alla sua morte, sebbene lo reinterpretasse con una concezione nuova e pienamente naturalista nel trattamento del soggetto.
Colpisce molto la modernità dell'angolo di visione ripido verso il basso, che pone lo spettatore notevolmente più in alto rispetto alla giovane donna, suggerendo perfettamente il punto di vista dell'anello di uomini che hanno circondato lascivamente la giovane umiliata. Dipingendo solo i piedi, senza ampliare il campo visivo, si concentra sulla sensazione degradante e vergognosa prodotta dagli sguardi dei possibili acquirenti attorno alla schiava, conferendo così un grande effetto narrativo alla composizione.
José Jiménez Aranda è stato pittore e illustratore, nato a Siviglia il 7 febbraio 1837, morto ivi il 6 marzo 1903. Fu discepolo di Eduardo Cano nella Scuola di belle arti di detta città. Concorse fin da giovanissimo alle esposizioni di Madrid. Visse successivamente a Jerez de la Frontera, a Madrid e a Roma, dove fu protetto dal Fortuny. Ritornato in Spagna, vi rimase fino al 1881, quando si trasferì a Parigi, dove i suoi quadri di genere ebbero larghissimo successo. Nel 1893 fece ritorno nella città natale. Eseguì anche illustrazioni per opere di Cervantes, Zorrilla e Daudet.
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fashionbooksmilano · 2 years
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Bellissime
modi di essere della bellezza femminile a Roma nella fotografia del’900
da un’idea di Vittoria Carli e Natalia Paganelli
Testi di Federico Fellini, Massimo Di Forti, Antonio Mancinelli, Natalia Paganelli
Idea Books, Milano 1989, 40 pagine, 20 foto b/n, brossura, in 8°, ISBN 978-8870170696
euro 15,00
email if you want to buy :[email protected]
Mostra promossa dal Consorzio Moda Roma - Fiera di Roma Dal 4 al 23 aprile 1989
Questo libro presenta dei ritratti in bianco e nero di figure femminili che sono passate da Roma nel grande periodo degli studi di Cinecittà : da Lina Cavalieri a Ornella Muti, passando da Gina Lollobrigida, Ava Gardner, Anita Ekberg, Silvana Pampanini, o anche Anna Magnani, Isabella Rossellini, Allegra Caracciolo, Domitilla Ruspoli , tra le altre.
20/01/23
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carmenvicinanza · 3 months
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Isabella Rossellini
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Buon compleanno, Isabella Rossellini!
Isabella Rossellini è modella, attrice, scrittrice, produttrice, regista, etologa e fiera fondatrice della fattoria organica MAMA Farm.
Una vita intensa in cui ha saputo costruirsi e ricostruirsi seguendo le proprie attitudini.
Figlia d’arte di due figure iconiche del mondo del cinema, l’attrice svedese Ingrid Bergman e il regista italiano Roberto Rossellini, è nata il 18 giugno 1952 a Roma.
Fin da piccola ha frequentato i set cinematografici, anche se il suo più grande interesse era per i costumi, più che per la recitazione. Ha studiato all’Accademia di costume e di moda della capitale e iniziato a lavorare come assistente costumista per alcuni film del padre. Ha debuttato sul grande schermo nel 1976, nel cast di Nina, accanto a sua madre, diretta da Vincente Minnelli.
Ha recitato in cast internazionali con registi del calibro dei fratelli Taviani, David Lynch, Nikita Mikhalkov, Abel Ferrara, Peter Greenaway, per citarne alcuni.
Nel 1979 si è trasferita negli Stati Uniti dove ha iniziato a lavorare come modella. Fotografata da artisti come Bruce Weber, Richard Avedon, Helmut Newton, Annie Leibovitz e Robert Mapplethorpe, è comparsa sulle copertine delle maggiori riviste femminili come Vogue, Marie Claire, Harper’s Bazaar, Vanity Fair e Elle.
Nel marzo 1988 le è stata dedicata una mostra fotografica, chiamata Ritratto di donna, presso il Museo d’Arte Moderna di Parigi.
Anche la pop star Madonna ne ha celebrato la bellezza inserendola prima nel videoclip Erotica e nel libro fotografico Sex.
L’industria cinematografica statunitense, all’inizio, diffidava di lei, la sua fortuna è stata quella di aver lavorato per produzioni indipendenti o europee grazie alle quali non è stata etichettata in alcun modo.
Protagonista di diversi documentari, nel 2023 è stata diretta da Alice Rohrwacher in La chimera, presentato in concorso al Festival di Cannes. Nello stesso anno ha ricevuto il premio alla carriera ai David di Donatello e alla Festa del Cinema di Roma.
Insignita di altri prestigiosi premi, ha ricevuto un Independent Spirit Awards come migliore attrice protagonista per la sua parte in Velluto blu, una nomination ai Golden Globe come migliore attrice in una miniserie per la tv per il suo ruolo in Crime of the Century ed una nomination agli Emmy Award come guest star nella serie drammatica Chicago Hope.
È consigliera del Wildlife Conservation Network e direttrice della Howard Gilman Foundation, istituzione impegnata nella salvaguardia della natura e nella conservazione dell’arte, della fotografia e della danza. Ha anche collaborato con il Central Park Conservancy e sostiene varie associazioni per l’addestramento di cani-guida per persone cieche. È stata anche amministratrice della George Eastman House che le ha conferito un premio onorario per il sostegno alla conservazione dei film.
Ha scritto diversi libri tra cui l’autobiografia, Some of me, nel 1997; Looking at Me (on pictures and photographers) nel 2002 e In the name of the Father, the Daughter and the Holy Spirits: Remembering Roberto Rossellini, nel 2006, che è stato accompagnato dal cortometraggio di Guy Maddin Mio padre ha 100 anni in cui ha interpretato quasi tutti i ruoli, maschili e femminili. In My Chickens and I, del 2018, documenta la sua esperienza e ricerca sull’allevamento di galline di razze antiche.
Il coraggio di sperimentarsi l’ha portata a diventare regista a cinquant’anni e il grande amore per gli animali a conseguire una laurea in etologia a sessanta.
La prima parte della sua vita è stata definita dalla fama di altre persone, in primis i celebri genitori e poi i suoi celebri compagni come Martin Scorsese, Gary Oldman e David Linch.
Nella seconda è prevalsa la passione per gli animali e la natura.
Trascorre gran parte del suo tempo al MAMA Farm, azienda agricola incentrata sulla biodiversità che ha fondato nel 2013 sulla costa sud di Long Island, nello stato di New York.
Attenta alla sostenibilità e alla moda etica, per cui ha condotto numerose campagne, ha istituito un fondo che eroga borse di studio che premiano studenti e studentesse di moda che integrano la lana di pecore di razza antica e filiera certificata nelle loro collezioni.
Ha anche sviluppato una capsule collection utilizzando i filati provenienti dalla sua fattoria.
Regista di deliziosi film educativi sugli animali in cui si traveste da verme, mosca, lumaca.
Isabella Rossellini, libera, originale, ironica, intelligente, impegnata, sul suo profilo Instagram, in cui è molto attiva, si definisce: attrice, film maker e contadina.
Accetta con disinvoltura il passare degli anni, ama le sue rughe e continua a sfoggiare il suo bellissimo sorriso, lanciando messaggi di consapevolezza e libertà femminile, insistendo sulla cultura della cura dell’ambiente e di ogni specie animale.
Ritiene l’arte di invecchiare un oscillare tra ottimismo e incoscienza, tra inseguire i sogni e farsi sopraffare dai problemi, gettarsi in nuove sfide, come un corso di ornitologia, e non considerare mai di essere nell’ultimo atto della propria vita.
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lamilanomagazine · 5 months
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Protocollo d'intesa tra MiC, Regione Puglia e il Comune di Taranto per la gestione della "Biennale italiana del Mediterraneo"
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Protocollo d'intesa tra MiC, Regione Puglia e il Comune di Taranto per la gestione della "Biennale italiana del Mediterraneo" È stato firmato il 24 aprile, a Roma, al Ministero della Cultura, un protocollo d’intesa tra il MiC, la Regione Puglia e il Comune di Taranto per l’organizzazione e la gestione stabile della rassegna artistica culturale internazionale “Biennale italiana del Mediterraneo”, che si terrà nel capoluogo tarantino. Al centro dell’intesa la promozione e la valorizzazione strutturata della città di Taranto attraverso la cooperazione interistituzionale e il superamento della frammentarietà delle iniziative in ambito culturale. Il protocollo è stato firmato dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dal Sindaco del Comune di Taranto, Rinaldo Melucci e dalla delegata per la Regione Puglia, Bianca Bellino. In video-collegamento il Presidente della Regione, Michele Emiliano. Presenti, tra gli altri, il Capo di Gabinetto del MiC, Francesco Gilioli; il Direttore generale Creatività Contemporanea del MiC, Angelo Piero Cappello e la direttrice del museo MarTa di Taranto, Stella Falzone. Nell’accordo si evince il rapporto della città di Taranto con il mare e la propria identità derivante dalla posizione baricentrica nel bacino del Mediterraneo. Il Ministero della Cultura, con la Regione e l’Amministrazione comunale riconoscono così l’interesse comune a intercettare e promuovere attività stabili, manifestazioni, nonché progettualità innovative nel campo delle arti e degli altri linguaggi della creatività contemporanea legati al mar Mediterraneo. Tra gli obiettivi dichiarati anche la valorizzazione delle regioni italiane che si affacciano sul Mediterraneo, esaltando i profondi legami interculturali, interreligiosi, economici e commerciali con gli altri Paesi e le altre regioni dell’area, nonché il potenziamento e la promozione della ricerca, sostenendo i talenti e le eccellenze italiane nel campo dell’arte, dell’architettura, della fotografia, del design e della moda. “Il progetto della Biennale del Mediterraneo è fondamentale per le nostre politiche culturali perché noi pensiamo che la cultura debba essere diffusa su tutto il territorio e che il Mezzogiorno d’Italia possa rappresentare una straordinaria occasione di sviluppo socio-economico. Taranto è una città che ha una grande storia nel suo dna e una vocazione innata alla cultura. Si tratta solo di organizzare infrastrutture culturali moderne ed efficaci. La Biennale del Mediterraneo si candida ad essere un grande attrattore capace di guardare a tutta l’area del Mediterraneo e all’Africa. Da parte mia ci sarà il massimo impegno e impulso su questo progetto”, ha affermato il Ministro Sangiuliano. “La Biennale del Mediterraneo - ha dichiarato il presidente Emiliano - sarà una pietra miliare della rinascita di Taranto. Il progetto era pronto da tempo, ma senza il contributo del ministro Sangiuliano non lo avremmo attualizzato così rapidamente. Grazie ai tanti progetti realizzati in questi anni, la città ha cominciato a riscrivere la propria storia e molto presto riusciremo a parlarne non più come di una città con problemi ambientali e di lavoro, ma anche e soprattutto come di una delle capitali culturali ed economiche del Mezzogiorno, dell’Italia e del Mediterraneo. Del resto, questo destino è impresso nella storia prestigiosa della città. Taranto è il simbolo della perseveranza e di una Puglia che non molla mai”. Per il sindaco Melucci: “In continuità con il nostro programma di riconversione economica, di rigenerazione urbana e di valorizzazione delle nostre antiche radici, abbiamo gettato le basi per promuovere nell’area del Mediterraneo il ruolo di Taranto quale polo culturale, poiché riteniamo che proprio la cultura possa essere una leva importante per il cambiamento economico. Desideriamo dare della nostra città, che sta vivendo un fermento positivo in più campi, un'immagine diversa, emancipata dalla monocultura industriale, non solo attraverso interventi di recupero e promozione del prezioso patrimonio storico-artistico posseduto, ma anche attraverso il supporto ad iniziative di ricerca e sviluppo nel campo delle arti, dei linguaggi della creatività contemporanea e delle nascenti industrie innovative che la città ospita. La rassegna avrà tra i suoi obiettivi, non solo quello di esaltare i profondi legami interculturali, interreligiosi, economici e commerciali con gli altri Paesi dell’area, ma anche intercettare, elaborare, valorizzare e diffondere le nuove tendenze della creatività contemporanea nel Mediterraneo di tutte le forme di arte: da quella performativa alla fotografia; dalla moda all’architettura; dal cinema al design”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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matmatto1 · 7 months
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ITSLIQUID Group , piattaforma di comunicazione per l'arte contemporanea, l'architettura e il design, è orgogliosa di presentare ITSLIQUID International Contest - 16a edizione . Il concorso è una grande opportunità per globalizzare il linguaggio dell'arte, connettere artisti che lavorano in tutto il mondo, per esporre opere d'arte nelle città più influenti. Partecipa al Contest ITSLIQUID e vinci la partecipazione a mostre d'arte contemporanea in tutto il mondo , l'opportunità di esporre le tue opere a Venezia durante la Biennale, a Roma e a Londra, interviste e articoli di approfondimento condivisi con un pubblico di oltre 250.000 iscritti. ITSLIQUID Contest è sviluppato in collaborazione con una giuria professionale composta da rinomati curatori, galleristi, architetti, stilisti, esperti di alto livello e importanti professionisti del mondo dell'Arte, dell'Architettura, del Design e della Moda. Il Concorso ITSLIQUID è composto da dieci categorie: pittura, fotografia, video arte, scultura e installazione, arte performativa, architettura, product design, fashion design, computer grafica, illustrazione e disegno . La scadenza per la registrazione è il 21 aprile 2024. REGISTRATI ORA ! I vincitori saranno annunciati il ​​10 maggio 2024. //www.itsliquid.com/contest/wp-content/uploads/2023/11/banner_home_awards.jpg PREMI //www.itsliquid.com/contest/wp-content/uploads/2023/11/awards-home-small.jpg Artisti, architetti, designer e stilisti hanno la possibilità di vincere 100.000,00 euro in premi:
Il vincitore del primo premio verrà premiato con un anno di mostre d'arte contemporanea a Venezia (durante la Biennale di Venezia), a Roma e Londra durante il programma ITSLIQUID Exhibitions 2024
5 partecipanti saranno premiati con una mostra a Venezia
5 partecipanti saranno premiati premiati con una Mostra a Roma
5 partecipanti premiati con una Mostra a Londra
10 articoli in evidenza sulla Piattaforma ITSLIQUID Per maggiori informazioni sugli eventi ITSLIQUID clicca qui
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agrpress-blog · 9 months
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Sabato 13 gennaio alle ore 12.00 sarà inaugurata a Roma, nella sala polifunzionale del Museo di Arte Contemporanea Crocetti, in Via Cassia 492, dedicato alle opere dello scultore italiano Venanzo Crocetti, famoso anche per la realizzazione della Porta dei Sacramenti nella Basilica di San Pietro, l’esposizione di alcune opere pittoriche su carta e tela, ispirate al mondo della moda e al costume, realizzate dagli artisti Emanuela Di Filippo e Irakli Mekvabishvili diplomati presso l’Accademia di Belle Arti di Roma da oltre tre lustri, raccolte sotto il titolo “Moda & Costume nelle Arti Visive”. L’esposizione è stata idealmente programmata per essere allestita all’interno di un “Fashion pop up store”, per raccontare il rapporto e l’unione tra il mondo dell’arte e quella del fashion. che, come documenta la storia della Moda, si sviluppa già durante il Modernismo dall’Art Nouveau, nelle Avanguardie agli anni Quaranta, Cinquanta fino a raggiungere la massima espansione negli anni Sessanta in poi.. Emanuela Di Filippo espone una selezione delle sue opere (oltre 200 illustrazioni) eseguite tra il 2014 e il 2023 durante la sua residenza tra Londra, Bristol e Roma: disegni di figure acefale dagli esili tratti e colli slanciati, ispirate alla storia della moda a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta ed in particolare per l’iconico Brand Britannico Biba. Le opere, di varie dimensioni, sono realizzate su carta e tela, in tecnica mista, con campiture vivaci dai colori caldi e freddi, con il fondo rappresentato da una superficie colorata. Attualmente la sua indagine continua a guardare la storia della moda in relazione all'arte, interpretando e schizzando su carta abiti, accessori di Brand Italiani e internazionali inseriti nella piramide della moda. La mostra sarà anche occasione per una breve presentazione di una vasta gamma di corsi di “Fashion Culture”, di “The language of Fashion” e di “The language of Italian Art” che Emanuela offre individualmente durante tutto l'anno. L’artista Georgiano, Irakli Mekvabishvili, in arte Mekira, si ispira ad immagini scenografiche senza tempo, poetiche, classiche e vernacolari, elementi, questi, visivamente incapsulati nella sua serie di lavori nati dieci anni fa che si evolvono fino ad oggi. Un termine appropriato per queste opere sarebbe “Collage Paintings” poiché il collage è una parte importante nel processo della creazione dell’artista. Il progetto nasce dall'idea di ricreare ambienti, scene e personaggi immaginari, enigmatici e surreali. Queste opere attestano la continua ispirazione dell'artista dai testi, il fascino per il teatro, il cinema, la fotografia e Moda. La mostra, patrocinata dall'Ambasciata di Georgia presso la Santa Sede, resta aperta fino al 18 gennaio negli orari di apertura del Museo: dal lunedì al venerdì dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 e il sabato dalle 11.00 alle 19.00.
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blogexperiences · 11 months
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Roma, Spazio all’Arte di Capitolium Art: "MODA e REPORTAGE. Fotografie di Stefano Massimo"
Moda e ReportageFotografie di Stefano Massimo Il 16 novembre l’opening a Roma 16.11.2023: da segnare in agenda l’appuntamento romano con la Fotografia nell’interpretazione che ne dà Stefano Massimo. Il Vernissage della sua mostra “Moda e Reportage” a Roma, a Spazio all’Arte di Capitolium Art, giovedì 16 novembre dalle 18,00, nel progetto curato da Willy Zuco. Tredici gli scatti selezionati,…
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jacopocioni · 1 year
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I caffè storici fiorentini.
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I caffè storici di Firenze, alcuni dei quali ancora oggi aperti al pubblico, sono stati fin dalla metà del 1800 luoghi di ritrovo dell’intellighenzia cittadina, ambienti dove la discussione culturale e politica era di casa. Nei caffè di piazza della Repubblica, di via De’ Tornabuoni, di piazza della Signoria e di tutto il centro storico di Firenze si crogiolavano in serrate discussioni e spesso acerrime litigate intellettuali, poeti, letterati o aspiranti tali, che dalle rive dell’Arno hanno segnato la storia culturale della città e dell’Italia intera. Tra i tavolini dei caffè fiorentini si sono confrontati Giovanni Papini, Gaetano Salvemini, Giuseppe Prezzolini, Gabriele D’Annunzio, i futuristi milanesi di Tommaso Marinetti contrapposti agli intellettuali fiorentini che facevano capo alla rivista La Voce, gli artisti Boccioni e Carrà, le avanguardie culturali come quella dei Macchiaioli. Bohémien e veri intellettuali che tra un aperitivo e un caffè, spesso a scrocco, hanno qui trovato l’ispirazione e la gloria, ma anche il coraggio per proseguire in una vita difficile e che solo postuma ha dato loro fama e onore. I caffè storici di Firenze sono uno dei fiori all’occhiello della nostra splendida città. Numerosi di questi antichi locali hanno chiuso i battenti nel corso degli ultimi decenni, altri si sono trasformati in nuovi spazi commerciali, ma molti sono quelli ancora aperti al pubblico e che si offrono ai turisti con il loro carico di storia e di passione.
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Alcuni dei più famosi caffè storici di Firenze si trovano in piazza della Repubblica. Il Caffè Gilli ad esempio, uno dei più antichi della città. Creato nel 1733 si trasferisce nell’attuale sede negli Anni Venti e oggi è l’unico rappresentante di caffetteria in stile Belle Époque di Firenze. I suoi locali raffinati sono ancora ricchi di affreschi e vetrate, oggetti d’epoca, lampadari in vetro di Murano: qui si gustano il cappuccino più cremoso della città, ma anche i deliziosi pasticcini e nella sala wine bar vini e liquori pregiati. Posto all’incrocio tra via Roma e Piazza della Repubblica, il Caffè Gilli è famoso anche per una celebre fotografia di Ruth Orkin.
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La storica immagine, datata 1951, intitolata American girl in Italy, riprende una giovane donna che passa davanti al bar con viso altero e incedere incalzante sotto lo sguardo ‘lusinghiero’ di giovani fiorentini sfaccendati, poggiati al muro del locale o a bordo di una vespa.
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Sempre in piazza della Repubblica ogni mattina fin dal 1846 apre le saracinesche il Caffè Paszkowski. Nato come birreria, diventa nel tempo un Caffè Concerto conosciuto in tutta Europa come luogo di incontro di artisti e intellettuali. Tra la ‘fin’ e il ‘début’ du siècle, tra i tavolini posti su splendidi pavimenti in mosaico, nelle sale decorate in Art Decò con le pareti ricoperte di legno pregiato del Caffè Paszkowski, si confrontano poeti e intellettuali del calibro di Giovanni Papini e Gaetano Salvemini, si tengono serate musicali e dibattiti di altissimo spessore culturale. Dal 1991 il caffè è diventato Monumento nazionale, ma fin dal 1988 è assurto all’onore della cronaca grazie a Francesco Nuti che si è ispirato al nome del locale per il film Caruso Pascoski di padre polacco. Le splendide sale sono oggi utilizzate anche per incontri e sfilate di moda, mentre il wine bar è famoso per la selezione di vini italiani, francesi, australiani e californiani.
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Un altro dei locali storici di Firenze affacciato su piazza della Repubblica è il Caffè Le Giubbe Rosse. Fondato nel 1897 da birrai tedeschi, i fratelli Reininghaus, prende il nome dalla divisa dei camerieri dell’epoca, una giubba rossa in perfetto stile austro-ungarico. Poco prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale presso Le Giubbe Rosse si trovavano a disquisire i Futuristi fiorentini e milanesi, con discussioni che spesso finivano in rissa: Ardengo Soffici e Tommaso Marinetti erano tra i più famosi antagonisti delle scuole locali e milanesi. Sono le pareti de Le Giubbe Rosse a raccontare la storia del locale, letteralmente ricoperte di foto d’epoca, disegni, scritti e memorie di quel tempo andato. Il caffè è ancora oggi un luogo d’eleganza, con personale selezionato, ambienti deliziosi dove si svolgono presentazioni e concorsi letterari. L’altro polo della tradizione dei caffè storici di Firenze è via de’ Tornabuoni, il salotto buono della città. I primi locali da citare di questo bellissimo angolo di Firenze sono però spazi commerciali che hanno chiuso i battenti.
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Nel 2001 ha chiuso il Caffè Giacosa, sostituito da un negozio di alta moda. Il caffè è famoso per la storia centenaria e la sua prerogativa ad accogliere nei primi decenni del XX secolo i figli più eccentrici, anticonformisti e gli spiriti liberi delle famiglie nobili fiorentine. Uno di questi, il Conte Negroni, negli Anni Venti era solito far aggiungere una dose di Gin all’Americano, dando così i natali al Negroni. Un altro locale storico ormai chiuso di via de’ Tornabuoni è il Gran Caffè Doney, stupenda sala da tè e pasticceria fondata dal nobile e ufficiale francese Gasparo Doney esiliato dalla famiglia dopo le sconfitte napoleoniche. Essendo nei pressi del consolato britannico, il bar era diventato il punto di incontro preferito della comunità e dei turisti inglesi in visita alla città, oltreché dalla buona borghesia fiorentina. In via de’ Tornabuoni vive e prospera ancora uno dei più intriganti locali storici cittadini, un wine-bar-gastronomia il Procacci. Fondato nel 1885 dalla famiglia Procacci, il locale diventa in breve tempo uno dei più rinomati della città per i piatti e la gastronomia a base di tartufo. E’ una delle più antiche gastronomie fiorentine, ma la sua fama ha varcato i confini nazionali e tra il 2006 e il 2010 sono stati aperti due Procacci Bar, a Vienna e a Singapore.
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Il novero dei caffè storici di Firenze non può prescindere da un passaggio tra i tavolini del Caffè Michelangiolo in via Cavour al numero 21. Quando sorseggiate una bibita o un aperitivo al Michelangiolo ricordate che qui hanno posto le basi della propria arte i Macchiaioli, giovani artisti che a metà del 1800 avevano fondato un movimento pittorico di grandissimo valore, naturalmente misconosciuto all’epoca. I Macchiaioli utilizzavano la tecnica della ‘macchia’ per dipingere la vita rurale e l’attività lavorativa, con forti contrasti cromatici e pochi dettagli, considerati inutili a rappresentare la vita. Del gruppo dei Macchiaioli, raccolti intorno al critico Diego Martelli, facevano parte tra gli altri Serafino De Tivoli, Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Odoardo Borrani e Niccolò Cannicci. A due passi dal Caffè Michelangiolo, in piazza Duomo, si trova un ristorante self-service il Bottegone che ha recuperato il nome da un antico locale molto famoso nella prima metà del 1900. Il Bottegone era un ottimo bar-pasticceria sull’angolo tra Via de’ Martelli e Piazza del Duomo, uno dei luoghi più classici di ritrovo per i fiorentini perché era l’ultimo a chiudere a notte fonda. Nel 1962 il locale è diventato uno spazio della Motta e solo in tempi recenti ha ripreso l’antica denominazione. Alle spalle di piazza Duomo, in via degli Alfani al numero 39, c’è un locale aperto nel 1920 come latteria dove fin dal 1840 si trovava una macelleria di cui rimangono alcune testimonianze come i ganci dove venivano appese le carne macellate.
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Il caffè Latteria Caffellatte, un secolo dopo l’apertura, ha ripreso a servire le colazioni come un tempo, il latte nelle ciotole, i vassoi di legno con pane, burro, marmellate e dolci preparati direttamente nel retrobottega. Da sempre il caffè-latteria è frequentato da studenti e professori della vicina Facoltà di Lettere e quindi è intriso da un profondo spirito umanista. Poco distante da via degli Alfani, in via dei Servi al numero 112, si apre la Pasticceria Robiglio, storico locale fin dal 1928. Da tre generazioni la pasticceria allieta il palato dei fiorentini con ottime torte fatte in casa e diventate un marchio di fabbrica, come la Torta Campagnola o la Fruttudoro. Il cavaliere Pietro Robiglio venne dal Piemonte per aprire il locale, poi ereditato dal figlio Pier Luigi ed è oggi gestito dal nipote Edoardo. L’alluvione del 1966 ha rovinato parte degli arredi che per volere dei titolari sono stati ricostruiti come gli originali. La premiata ditta Robiglio ha aperto nel corso del tempo altri locali, in via Tosinghi e in viale S. Lavagnini.
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A sud di Piazza Duomo, in piena Piazza della Signoria, si affaccia uno dei locali storici più famosi di Firenze, il Rivoire. Il locale è stato aperto nel 1872 al pian terreno del Palazzo delle Assicurazioni Generali e da allora è famoso per la cioccolata. Dai tavolini del Rivoire si ammirano Palazzo Vecchio e la Fontana di Nettuno, gli Uffizi e la Loggia dei Lanzi. Fondato da Enrico di Savoia, cioccolataio della famiglia reale, il caffè Rivoire E’ un locale molto raffinato che predilige una clientela ben vestita e meno globetrotter possibile. Da Piazza della Signoria, parallela al Lungarno, scorre via dei Neri dove al numero 76 si trova la Pasticceria Bar Ruggini. E’ lì fin al 1914 quando venne aperta da Giuseppe Ruggini che iniziò a sformare per la delizia di cittadini e turisti splendidi pasticcini e biscotti. Giunto anche questo alla terza generazione, è ancora uno dei migliori locali di Firenze, sempre ottimamente frequentato dalle signore della buona borghesia cittadina e da turisti amanti delle antiche specialità locali.
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Gabriella Bazzani Read the full article
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personal-reporter · 1 year
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I mondi di Gina Lollobrigida a Roma
L’Istituto Centrale per la Grafica – Palazzo Poli a Roma ospita, fino all’8 ottobre,  la mostra che celebra la vita e il talento di Gina Lollobrigida promossa dal Ministero della Cultura con Archivio Luce Cinecittà. Star del cinema internazionale, fotografa, disegnatrice, scultrice e cantante, Gina Lollobrigida è stata una vera donna dall’incredibile vena creativa che, in un’intervista, affermo che “vorrei essere ricordata soprattutto come artista e, perché no, anche come attrice”. Ideata e curata da Lucia Borgonzoni, Sottosegretario del MIC, e da Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà, I mondi di Gina  trasporta nello straordinario universo dell’attrice, musa di grandi registi e icona di moda con i suoi inconfondibili abiti ispirati allo stile impero. Il percorso espositivo si snoda in 120 fotografie, provenienti dall’Archivio Luce Cinecittà, dal Centro Sperimentale di Cinematografia e dal MuFoCo – Museo di Fotografia Contemporanea - e da altri archivi, filmati inediti di momenti privati, per gentile concessione di Andrea Milko Skofic, e pubblici. Nella mostra ci sono  anche due abiti da sera originali realizzati da Gattinoni e due costumi di scena dei film Venere Imperiale e La donna più bella del mondo, creati da Costumi d’Arte, oltre ad alcuni gioielli Bulgari, come i magnifici orecchini con smeraldi, provenienti dall’Archivio Storico della Maison e parte della collezione personale della diva. L'Istituto Centrale per la Grafica si trova  nel complesso monumentale della fontana di Trevi e comprende Palazzo Poli e il Palazzo della Calcografia costruito nel 1837 dall'architetto Giuseppe Valadier per ospitare la Calcografia camerale, di cui fu direttore per decenni, con il compito di conservare, tutelare e promuovere un patrimonio di opere che documentano l'arte grafica in tutte le sue forme. Palazzo Poli fu commissionato da Lelio dell’Anguillara duca di Ceri che, nel 1566, aveva acquistato palazzo Del Monte ed è il risultato di diverse fasi costruttive. I lavori furono eseguiti su progetto dell’architetto Martino Longhi il Vecchio nel 1573 e alla sua morte, da Ottaviano Mascherino. Dal 1834 il palazzo divenne la residenza della principessa Zenaide Wolkonsky, che nel suo salotto letterario, ospitò il poeta romanesco Belli e il romanziere russo Nikolaj Vasil'evič Gogol’.  Il luogo più bello del Palazzo è la Sala Dante, nota per le sue grandi dimensioni,  dove si svolgono eventi, convegni, concerti, seminari; mentre al primo piano vi sono gli spazi espositivi che ospitano mostre ed esposizioni di grafica storica e contemporanea. Read the full article
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fashionluxuryinfo · 1 year
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Dal 28 giugno in mostra al Museo di Roma a Palazzo Braschi VIS-À-VIS. Tenerani Spina. Dialogo in immagini
Fino al 12 novembre 2023 in esposizione venticinque sculture di Pietro Tenerani, alcune esposte per la prima volta, rilette attraverso le suggestive fotografie di Luigi Spina, per un dialogo a distanza tra scultura e fotografia
La mostra VIS-À-VIS. Tenerani Spina. Dialogo in immagini presenta venticinque ritratti in gesso di Pietro Tenerani, uno dei più significativi scultori dell’Ottocento italiano, riletti da Luigi Spina.
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Backhaus, in mostra racconti fotografici oltre la moda
(ANSA) – ROMA, 29 MAR – Ritratti che parlano del mondo della moda e del design, ma non solo. La natura e la gente comune immortalate da un occhio fotografico femminile che guarda oltre l’obiettivo. “Maria Vittoria Backhaus – I miei racconti di fotografia oltre la moda” è il titolo della mostra, allestita dal 31 marzo nelle sale Chagall del Castello di Casale Monferrato (Alessandria), a cura di…
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designme2011 · 2 years
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•👄 La Piramide Cestia è l’unico monumento superstite di una serie presente a Roma nel I sec. a.C. quando l'edilizia funeraria fu interessata dalla moda sorta dopo la conquista dell’Egitto nel 31 a.C. Caio Cestio, uomo politico romano, membro del collegio sacerdotale degli epuloni, dispose nel testamento che la costruzione del proprio sepolcro, in forma di piramide, avvenisse in 330 giorni. La tomba fu innalzata lungo la Via Ostiense, nel periodo tra il 18 e il 12 a.C. cioè tra l’anno di promulgazione della legge contro l’ostentazione del lusso che impedì di porre all’interno della cella alcuni pregiati arazzi, e quello della morte di Agrippa, genero di Augusto, menzionato tra i beneficiari del testamento. La Piramide fu successivamente inglobata nella cinta muraria costruita tra il 272 e il 279 su iniziativa dell’imperatore Aureliano. La struttura, alta 36,40 metri con una base quadrata di 29,50 metri di lato, è composta da un nucleo di opera cementizia con cortina di mattoni; il rivestimento esterno è costituito da lastre in marmo lunense. La camera sepolcrale, di circa 23 mq, con volta a botte, fu murata al momento della sepoltura, secondo l’usanza egiziana. Al Medioevo risale probabilmente la prima violazione della tomba, attraverso un cunicolo scavato sul lato settentrionale, che ha determinato la perdita dell’urna cineraria e di porzioni notevoli della decorazione. CONTINUA NEI COMMENTI 📍Roma, Via Raffaele Persichetti s.n.c Come arrivare Metro: Linea Linea B fermata Piramide Bus: Linea 23, 75, 280 e 716 Tram: Linee 3, 8 • • • #designme #minuzzerie #tipsminuzforminuz #amofarefoto #amo_scattare #fotografia #roma #welcometolazio #urbanromantix #lovingrome #rome #wheninrome #igersroma #igroma #ig_roma #romanity #visitrome #romacapitale #volgoroma #yallersroma #romacittaeterna #noidiroma #riprendiamociroma #buongiornoroma #instaroma #cittaeterna #romacaputmundi #lagrandebellezza #architecture #ancientrome (presso Piramide Cestia) https://www.instagram.com/p/CpICWyLM9_1/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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fashionbooksmilano · 9 months
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Alchimie
Fotografie di Sarah Moon
Testo di José Chidlovsky
Contrasto Due, Roma 2014, 72 pagine, 50 fotografie a colori e b/n, 20x25cm, brossura, ISBN 9788869655302
euro 24,90
Contrasto pubblica Alchimie, il libro che raccoglie il nuovo lavoro di Sarah Moon. La maggior parte delle immagini è stata realizzata al Museo di Storia Naturale di Parigi nell’estate del 2013. Qui Sarah Moon, ispirata dalle sue passeggiate tranquille, ha catturato le sue scoperte e rivelazioni in una serie di scatti in cui esprime la sua visione delle varie forme di vita: vegetale, minerale, animale. Attraverso una cinquantina di fotografie nel libro si dimostra la fragile temporalità della vita. Le creature che cattura Sarah Moon sono in gabbia, confinate entro le vetrate degli edifici storici del museo, intrappolate e senza vita. Quando non ci sono evidenti barriere fisiche, Sarah Moon le crea attraverso la sua lente. A prima vista, le fotografie sembrano essere dei raggi X, per la loro natura granulare e oscura. La sua collezione esplora figure solitarie, come nel caso dell’unica cicogna con la schiena rivolta allo spettatore. L’uso del colore è magistrale: sfumature profonde di smeraldo e turchese, con forti tinte di cremisi. Le fotografie evidenziano un interessante assortimento di pappagalli e fiori, iniettando una dose di vivacità  nella collezione.
Fotografa di moda dal 1970, Sarah Moon sviluppa un lavoro più intimo e personale a partire dal 1985. Le sue fotografie sono apparse su numerose riviste e sono state il soggetto di diversi libri: Souvenirs improbables, Le Petit Chaperon rouge, Vrais Semblants, Coïncidences (l’edizione italiana è stata pubblicata da Contrasto), Circuss, L’Effraie, Le Fil rouge, La Sirène d’Auderville, Le Chaperon Noir. Nel 2008 il libro 1.2.3.4.5 (pubblicato in Italia da Contraso) riceve il Prix Nadar. Da diversi anni Sarah Moon costruisce e arricchisce un universo personale incentrato in particolar modo su tre temi: l’evanescenza della bellezza, l’incerto e lo scorrere del tempo. Nel 2003 la Maison européenne de la photographie presenta una grande esposizione dei suoi ultimi lavori che fa in seguito tappa a Kyoto, Mosca, Shanghai e Pechino. Nel 2008 1.2.3.4.5 è stato presentato a Londra al Royal College of Art e alla Michael Hoppen Gallery, a Parigi a Camera Obscura a Parigi e a New York alla Howard Greenberg Gallery. Nel 2013, invitata dal Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi, ha presentato, con l’esibizione Alchimies, il suo lavoro sul mondo animale, vegetale e minerale. Sarah Moon ha anche realizzato numerosi film, fra cui un lungometraggio, Mississipi One, e alcuni film dedicati alla fotografia e ai fotografi, in particolare a Henri Cartier-Bresson e Lillian Bassman. Ha lavorato a due cortometraggi ispirati ai racconti di Hans Christian Andersen e a Charles Perrault: Circuss, L’Effraie, Le Fil rouge, La Sirène d’Auderville e Le Chaperon Noir. Nel 2012 ha scritto e realizzato un mediometraggio di fantasia, 5h-5.
13/12/23
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carmenvicinanza · 10 months
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Alina Marazzi
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Alina Marazzi, regista e produttrice, pone al centro della sua ricerca la soggettività femminile e il lavoro sulle immagini della memoria. 
Nata a Milano, il 5 novembre 1964, è figlia di Antonio Marazzi e di Liseli Hoepli che, afflitta da una grave depressione, si è suicidata quando lei aveva sette anni. Ha studiato cinema a Londra negli anni ottanta.
Alternando la regia di documentari per la televisione, il lavoro di aiuto regista per il cinema, ha collaborato con realtà artistiche come Studio Azzurro e Fabrica. In ambito socio culturale, ha diretto laboratori audiovisivi in carcere.
Ha ricevuto l’attenzione della critica e del pubblico internazionale nel 2002 con Un’ora sola ti vorrei, il suo primo film-documentario d’autore, fondativo della sua poetica, realizzato interamente con filmati di famiglia. L’opera, che traccia che un ritratto della madre persa prematuramente, ha ottenuto la menzione speciale della giuria al Festival del cinema di Locarno e il premio per il miglior documentario al Torino film festival.
La sua indagine sul femminile è proseguita con Per sempre del 2005, documentario sulla clausura che ha vinto il Bellaria Film Festival e con Vogliamo anche le rose, del 2007 che mostra quindici anni di lotte per l’emancipazione sociale della donna, intrecciando il piano privato con la storia collettiva attraverso l’uso di filmati di repertorio e frammenti di diari. Il film è stato candidato ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento per il miglior documentario.
Tutto parla di te, sul tema del lato oscuro della maternità le è valso il premio Tao Due Camera d’Oro come miglior regista emergente al Festival di Roma 2012. Un film di finzione interpretato da Charlotte Rampling e Elena Radonicich, che intreccia linguaggi artistici come danza, animazione e fotografia d’autore, con filmati d’archivio.
Nel 2014 ha realizzato Confini, cortometraggio con filmati d’archivio dell’Istituto Luce sulla Grande guerra e versi poetici di Mariangela Gualtieri, inserito nel film collettivo 9×10 novanta che ha ricevuto la menzione speciale ai Nastri d’Argento.
Ha anche curato la drammaturgia video multicanale di due opere liriche contemporanee di Mauro Montalbetti: Il sogno di una cosae Hayè, le parole la notte.
Dopo Anna Piaggi, una visionaria nella moda, ha realizzato tre brevi ritratti di donne milanesi per Gucci su commissione della rivista Vanity Fair.
To cut is to think, cortometraggio sull’artista Lucia Marcucci, ha aperto lo streaming live della sfilata Dior collezione primavera-estate 20/21.
I suoi film hanno ricevuto premi e riconoscimenti a festival internazionali, sono stati trasmessi in tv in Italia e all’estero, distribuiti in sala, e proiettati in musei e gallerie d’arte in tutto il paese.
È nel Cda della Fondazione Cineteca di Bologna e nel Comitato Artistico Teatro dell’Arte Triennale Milano. Tiene lezioni e seminari in scuole e università in Italia e all’estero.
Ha scritto Baby Blues, pubblicato nell’antologia Tu sei lei del 2008 e Sentimento, nell’antologia Parola di Donna – Ponte alle Grazie, del 2011. E ancora introduzioni a libri, articoli per quotidiani e riviste. È l’autrice della voce “madre” nel dizionario Zingarelli 2015.
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lamilanomagazine · 7 months
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Mantova: apre la mostra fotografica “Ukraine. Chronicles of war” di Andrea Carrubba, a cura di Sandro Iovine al Baratta
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Mantova: apre la mostra fotografica “Ukraine. Chronicles of war” di Andrea Carrubba, a cura di Sandro Iovine al Baratta. A due anni dalla invasione russa dell’Ucraina, la Biblioteca Baratts propone una mostra fotografica per riportare l’attenzione sul conflitto. Sabato 24 febbraio, alle 18, presso la sala Peppino Impastato della Biblioteca Baratta a Mantova in corso Garibaldi 88 si inaugura la mostra “Ukraine. Chronicles of war”. Gli scatti di Andrea Carrubba, ripresi nei territori occupati e martoriati dagli eserciti russi, riportano la testimonianza delle terribili conseguenze della guerra che si sta svolgendo ai margini dell’Europa. Carrubba è un fotografo documentarista indipendente e giornalista visivo con un interesse principale per le questioni sociali e umanitarie. Dopo l'Università ha studiato alla John Kaverdash Academy di Milano e si è laureato in Fotografia Professionale. Ha inoltre frequentato il War Reporting Training Camp, una formazione Hefat specializzata per reporter che lavorano in aree di crisi. Freelance dal 2012, ha pubblicato le foto tra gli altri su Time, Washington Post, The Guardian, The Times, El Pais, Cnn, Los Angeles Times, Der Spiegel, The Telegraph, Vanity Fair, Die Zeit, The Atlantic, L'Obs, Al Jazeera Internazionale, Vice e Rolling Stone. Attualmente sta lavorando per elaborare storie di reportage in Italia e all'estero. La mostra è curata da Sandro Iovine, giornalista, critico fotografico, nato nel 1961 a Roma dove, dopo il liceo classico, ha studiato Scienze Politiche con indirizzo Internazionale e lingua e cultura giapponese. Dal 1989 al 1998 è stato redattore presso la Editrice Reflex, prima di trasferirsi a Milano dove, dal 1999 al 2014 ha diretto la rivista “Il fotografo”. Ha insegnato Storia della fotografia a Roma presso l’ISFCI e dal 2003 al 2014 Fotogiornalismo e Comunicazione visiva a Milano. Ha tenuto Master presso il Mifav- Università di Tor Vergata (di cui ha codiretto l’organo di stampa F&D) le Università di Bologna, Insubria, Palermo, Pavia, Perugia e Siena. Ha collaborato con Rai Radio 1, Rai-Radio 3, Radio 24 e Radio Svizzera Italiana, Paese Sera, Avvenimenti, Il Giornale di Napoli e Il Manifesto. Ha curato numerosi libri fotografici come da riferimento nella sezione Pubblicazioni. Nel 2011 è stato curatore della sezione fotografia di Roma Provincia Creativa e fa parte del comitato di valutazione all’interno del progetto Eyes in Progress. Nel 2014 ha fondato la rivista di cultura dell’immagine FPmag (www.fpmagazine.eu) che attualmente dirige. A Milano dirige anche la scuola di fotografia FPschool (www.fpschool.it). Dal 2015 al 2017 è stato Ceo dell’agenzia fotogiornalistia Echo Photojournalism. L’esposizione è realizzata grazie alla collaborazione con Renzo Boatelli, architetto che ha vissuto e lavorato in Ucraina, e Nazzareno Trufelli, architetto e docente presso il Liceo Artistico Giulio Romano di Mantova. Il percorso fotografico sarà visitabile, gratuitamente, dal 24 febbraio al 24 marzo negli orari di apertura del Baratta.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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elbokehdealex · 2 years
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