Tumgik
#caviale
dandyshoecare · 1 year
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Before and after.
Patina “Caviar-D.K.Edition” by Alexander Nurulaeff in exclusive for our client from Czech Republic: Mr. D.K.
The same Patina photographed in evening light.
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Poco caviale e foie gras: a Natale più piatti italiani, e il mondo è goloso di made in Italy Meno prelibatezze estere e più piatti della grande tradizione nostrana: è questo il trend che si sta affermando nel panorama culinario italiano, dove ...
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ilmangiatorcortese · 1 year
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Spaghettoni Fracasso al sugo di cipollotto rosso, triglia in ceviche, caviale affumicato
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1900cucina · 1 year
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bicheco · 25 days
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Giorgia & C.*
In epoca di internet e di social, censurare qualcosa o qualcuno in TV è come darsi la zappa sui piedi: Scurati infatti non è mai stato così popolare come adesso.
Immagino lui e il suo editore che stanno brindando a champagne e caviale.
Questi autocrati nostrani neanche le dittature sanno fare, proprio dei dilettanti allo sbaraglio. Mussolini e Hitler da lassù, o da laggiù, stanno scuotendo la testa sconsolati.
* C. sta per coglioni.
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fashionbooksmilano · 3 days
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100 bauli da leggenda Louis Vuitton
Perre Léonforte, Eric Pujalet-Plaà - prefazione di Patrick-Louis Vuitton
L'Ippocampo, Milano 2010, 24,5x31,5cm, 496 pagine, ISBN 9788896968155
euro 100,00
email if you want to buy [email protected]
Dal 1854 Louis Vuitton propone moderni bauli che uniscono il pragmatismo all’eleganza, perfettamente adattati ai nuovi mezzi di trasporto e ai cambiamenti di vita che questi comportano. La Maison è altrettanto esperta nell’equipaggiare esploratori e avventurieri che nell’accompagnare i grandi di questo mondo: principi, dandy, signore eleganti, artisti o gente del tutto anonima. Il Maharagià di Baroda, Savorgnan di Brazzà, Douglas Fairbanks, Ernest Hemingway, ma anche Damien Hirst e Sharon Stone hanno viaggiato con Louis Vuitton. Quest’opera, preceduta da una prefazione di Patrick-Louis Vuitton, riunisce le più belle creazioni della Maison attraverso oltre 800 documenti. Baule-letto, baule-armadio, tea-case, nécessaire da toilette, baule da circo, baule-biblioteca o scatola per caviale: altrettanti pezzi incredibili dietro ai quali s’indovinano le appassionanti avventure dei loro proprietari. Un completo inventario tecnico, bibbia dell’artigiano-valigiaio, svela anche tutti i segreti di fabbricazione di un baule Louis Vuitton. Questo libro-compendio dimostra come, dai primissimi bauli bombati fino a quelli ideati oggigiorno negli ateliers di Asnières, lo spirito della Maison sia sempre rimasto improntato alla medesima volontà: perpetuare l’eccellenza di un savoir-faire e fare dell’arte del viaggio una vera e propria arte del vivere.
12/05/24
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the-italian-food · 1 year
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Spaghetti al nero di seppia con caviale di trota
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canesenzafissadimora · 10 months
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I poveri erano così tanto poveri
che presero la loro fame
e la misero in bottiglia e se la andarono a vendere.
Se la comprarono i ricchi,
i ricchi che nella vita avevano mangiato di tutto,
dal caviale ripieno all'ossobuco di culo di cane allo spiedo.
Però la fame dei poveri in bocca non l'avevano assaggiata mai,
così i ricchi se la comprarono.
La pagarono bene e i poveri furono contenti
e per un po'... per un po' tirarono avanti.
Poi i poveri tornarono ad essere poveri,
così allora i poveri presero la loro sete
e la misero in bottiglia e se la andarono a vendere.
Se la comprarono i ricchi,
i ricchi che nella vita avevano bevuto di tutto,
avevano bevuto dal Brunello al Tavernello,
però la sete dei poveri in bocca non gli era passata mai.
Così allora i ricchi se la comprarono e la pagarono bene
e i poveri ne furono felici.
Per un po' tirarono avanti.
Ma poi i poveri tornarono ad essere poveri, più poveri di prima.
Così allora i poveri presero la loro rabbia,
che i poveri di rabbia ce ne avevano assai, ce ne avevano.
Allora i poveri presero la loro rabbia
la misero in bottiglia e se la andarono a vendere.
Se la comprarono i ricchi.
I ricchi che... sì, pure i ricchi un po' nella vita erano stati arrabbiati,
mica no!
Ma erano piccole cose, conflitti generazionali,
roba da ormoni, rodimenti di culo, insomma.
Ma la rabbia, proprio la rabbia dei poveri
i ricchi non l'avevano provata mai.
Così allora se la comprarono e la pagarono anche bene.
I poveri furono felici e per un po' tirarono avanti.
Ma poi i poveri tornarono ad essere poveri.
Allora i poveri si vendettero tutto,
la coscienza di classe, la violenza, l'insubordinazione,
la cultura, la musica, le parole,
la letteratura, la memoria,
tutto si vendettero i poveri, tutto.
E i ricchi accumulavano.
Nelle loro cantine i ricchi
ormai avevano migliaia, milioni di bottiglie
e accanto ai baroli muffiti, muffati, passiti, moscati
ci stavano bottiglie e in quelle bottiglie
ci stava tutta la cultura dei poveri, ci stava la rabbia dei poveri
dai sanculotti fino ai braccianti di Di Vittorio nel foggiano,
fino ai nuovi braccianti, i pummarò nell'Agropontino
piuttosto che i braccianti rumeni,
quelli che vanno a lavorare e a morire nei cantieri
per dieci euro al giorno.
In quelle bottiglie, in mezzo alle altre bottiglie,
nella cantina dei ricchi,
ci stavano bottiglie piene dell'orgoglio dei poveri,
dell'orgoglio dell'aristocrazia operaia
che aveva fermato i tedeschi nel '42, nel '43, nel '44 e nel '45,
l'aristocrazia operaia che aveva conquistato lo Statuto dei Lavoratori
nel 1970, il superamento del cottimo,
fino all'orgoglio dei lavoratori precari,
che erano precari, però pure loro l'orgoglio ce l'avevano.
In quelle bottiglie c'era di tutto,
c'era lo stupore, la meraviglia dei poveri,
degli zapatisti che proprio in questi giorni,
a marzo, però di sette anni fa,
entrarono chi a cavallo, chi col somaro,
la maggior parte a piedi a Città del Messico.
In quelle bottiglie c'era tutta la cultura dei poveri,
tutto dei poveri.
I poveri tutto si erano venduti.
E alla fine i poveri diventarono così tanto poveri
che presero pure la loro povertà,
la misero in bottiglia e se la vendettero.
La comprarono i ricchi.
I ricchi che nella vita tutto erano stati, fuorché poveri.
E adesso volevano essere così tanto ricchi
da possedere pure la miseria dei miseri.
Allora quando i poveri diventarono così tanto poveri
da non possedere più nemmeno la loro povertà,
i poveri si armarono e non di coltello e forchetta
bensì di fucili e pistole,
perché la rivoluzione non è un pranzo di gala,
la rivoluzione è un atto di violenza.
Allora i poveri armati andarono fino al palazzo
arrivarono al palazzo e lì c'era il podestà
affacciato al balcone, alla finestra,
il podestà serio che li guardava.
I poveri erano armati ma rimasero fermi, immobili.
Non fecero niente.
Perché senza la rabbia, senza la fame,
senza la sete, senza l'orgoglio,
senza la coscienza di classe non si fa la rivoluzione.
Così allora il podestà scese in cantina
e tra le tante bottiglie che aveva comprato dai poveri
ne prese una, una soltanto,
era la libertà, quella loro, dei poveri,
che si era comprato tanto tempo prima.
La prese e la riconsegnò ai poveri.
E i poveri stapparono la bottiglia.
E adesso con quella libertà
i poveri potevano farci un partito, per dire.
Potevano farci un circolo,
potevano farci una bandiera,
un inno, una canzonetta.
Però ci fecero poco e niente,
perché la libertà da sola non serve a niente.
Così allora il podestà si cercò nelle tasche
e trovò un pacchetto di caramelle alla menta.
Lo prese e regalò quelle caramelle ai poveri
e i poveri da quel giorno tornarono ad essere liberi,
liberi di succhiare mentine.
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Ascanio Celestini
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donaruz · 10 months
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Guarda "Pane quotidiano - Alberto Camerini" su YouTube
youtube
E se penso all'allegria che mi da un
Amica mia, con i suoi vestiti bianchi
I suoi sorrisi colorati
Quando dice di volere un
Corpo bello, equilibrato
Mangia solo cibo naturale con amore preparato
Ma se cerchi di andare al di là
Dei suoi vestiti a fiori e seta
Dei suoi giochi dei suoi soldi
Per l'equilibrio del pianeta
Lei si alza sorridendo e dice
"ciao" e poi va via
Dicendo "scusa ognuno ha il suo karma
In fondo non e' colpa mia"
Insalata di riso bianco come
Il sorriso che la
Crema del latte da allo yogurt di frutta
Bianca come la chiara dell'uovo sbattuto
Come la panna montata con lo zucchero sopra
Come il fior di farina che lei ha in cucina
Bianca come lo yogurt anche se non fa rima
Bianca come dovrebbe essere la
Sua coscienza che si
Scioglie come il pane e burro ogni mattina
E c'è chi ha il pane dolce
La sua fetta di torta
C'è chi il pane lo ruba e
Il pane cresce di prezzo
C'è chi lo lavora, c'è chi fa fatica
E c'è il sapore amaro del suo pane quotidiano
Un amico mio, un compagno, un
Bravo rivoluzionario, un tipo serio
Intelligente e preparato
Troppo preso dai problemi della
Crisi dello stato, di sé stesso e del suo
Corpo sembrava essersi scordato
Ma il fegato dimostra ogni giorno
Quel contrasto tra i suoi nervi tesi e quel
Sorriso suo mai rilassato
O è il veleno che non ben
Ha digerito dopo il pasto
Ma il colore del suo viso
Che sembra essersi ingiallito
Uova plastificate, liofilizzate
Gente mineralizzata biodegradata
Carne inscatolata gelatinizzata
Deproteinizzata, supermarketizzata
Mangia verde artificiale
Devitalizzato, clorifilizzato
Superindustrializzato
Frutta sciroppata supercolorata, dolce
Gomma artificiale, bilancia sbilanciata
C'è chi ha il pane dolce
La sua fetta di torta
C'è chi il pane lo ruba e
Il pane scende di prezzo
C'è chi lo lavora c'è chi fa fatica
E c'è il sapore amaro del suo pane quotidiano
Io se mangio quando mangio se
Sono solo con me stesso
Garantito che non sono un bravo
Cuoco ma fa lo stesso
Ce la metto tutta ma in
Cucina sai non sempre basta
Poi finisce che non vado quasi
Mai oltre la pasta
Certo che in ogni caso devo fare economia
È che a volte se sei solo poi
Ti accorgi l'appetito se ne va via
E molto meglio cucinare l'ho
Scoperto in compagnia
Pronto in tavola e qualcuno
Per scoprirne la magia
Ma da quando vivo solo ho dimenticato gli
Stufati succulenti le patate al forno
I risotti le scaloppe la verdura intorno
Le ricette di torta appena pasticciate
Il patè di fegato il salmone rosso lo
Champagne le aragoste il ricco caviale
Non ricordo nemmeno che sapore hanno
Forse ho dimenticato come si fa a mangiare
C'è chi ha il pane dolce
La sua fetta di torta
C'è chi il pane lo ruba e
Il pane scende di prezzo
C'è chi lo lavora c'è chi fa fatica
E c'è il sapore amaro del suo pane quotidiano
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roxan-world · 2 months
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Il gas da cucina è
aumentato così tanto,
che la sera conviene più
una cena fredda con ostriche
e caviale, che prepararsi
un brodino caldo!
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dandyshoecare · 1 year
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Patina “Caviar-D.K.Edition” by Alexander Nurulaeff in exclusive for our client from Czech Republic: Mr. D.K.
Every Patina created by me is a painting 🖼️ that you can meet in London, in New York, Tokyo, Paris, or many other cities around the world. What I'm trying to do is to distribute as much beauty as possible around the world. You can help me with this! You can order my artwork or simply share this post with as many people as possible. Beauty will save the world!
www.dandyshoecare.it
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Poco caviale e foie gras: a Natale più piatti italiani, e il mondo è goloso di made in Italy Meno prelibatezze estere e più piatti della grande tradizione nostrana: è questo il trend che si sta affermando nel panorama culinario italiano, dove ...
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italian-satoshi · 3 months
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facciamo il bagno nel caviale guardando il bosco verticale
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1900cucina · 2 years
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myborderland · 2 years
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1. Eliminare i sensi di colpa.
2. Non fare della sofferenza un culto.
3. Vivere nel presente (o almeno nell'immediato futuro).
4. Fare sempre le cose di cui si ha più paura; il coraggio è una cosa che s'impara a gustare col tempo, come il caviale.
5. Fidarsi della gioia.
6. Se il malocchio ti fissa, guarda da un'altra parte.
7. Prepararsi ad avere ottantasette anni.
— Erica Jong
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ladolcespezia · 1 year
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Ci si può sempre provare. L'ultima direi che è ok.
1. Eliminare i sensi di colpa. 2 Non fare della sofferenza un culto. 3 Vivere nel presente (o almeno nell’immediato futuro).4 Fare sempre le cose di cui si ha più paura; il coraggio è una cosa che s’impara a gustare col tempo, come il caviale. 5 Fidarsi della gioia.6 . Prepararsi ad avere ottantasette anni. ( con mente e corpo sani , se possibile)
7.mandare più spesso a fanculo!!!
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