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#chiesa di san domenico
morelin · 2 years
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Chiese di Castelvetrano
A Castelvetrano (Trapani) ci sono diverse chiese. Ho avuto modo di visitarne 3 che ritengo essere davvero delle chicche imperdibili. La prima è la chiesa di San Domenico, considerata la “Cappella Sistina della Sicilia” quindi dovete assolutamente vederla! E’ una delle più alte espressioni del manierismo siciliano, decorata con marmi e stucchi. La vostra attenzione sarà attratta in particolare dal grandioso Albero di Jesse e dalla cappella del coro.
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La seconda è la Chiesa Madre che nonostante sia meno decorata rispetto alla chiesa di San Domenico, presenta due ricchi archi trionfali composti da frutta, fiori e putti.
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Infine la chiesa della SS. Trinità di Delia, incastonata in un giardino ricco di cicas, dracene, alberi secolari e palme. 
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E’ costruita secondo i canoni dell’architettura normanna-bizantina quindi dimenticate stucchi e ricche decorazioni ma meravigliatevi davanti alla bellezza di arcate, nicchie e finestrelle.
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Particolari le diverse porte d’entrata previste dal rito greco: dalle porte laterali accedevano gli uomini, che prendevano poi posto nelle corrispondenti navate laterali, mentre la porta centrale veniva destinata alle donne, che si posizionavano in una zona riservata delimitata da transenne lignee.
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toosvanholstein · 4 months
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!Uitdagingen te over!
Er wachten weer keramische uitdagingen op me in het Italiaanse Gubbio. Met o.a. een uitdaging door de heilige Franciscus en een wolf. Of wat te denken van een halve meter hoge UOVO's, ei-vormen? En niet te vergeten een reeks borden om op te avonturieren.
Voor de vijfde keer! Voor de 5e keer alweer verkeer ik een aantal weken in deze ruimte: het atelier van Rampini Ceramiche d’Arte in het Italiaanse Gubbio. Die prachtige middeleeuwse stad in Umbrië. Een jubileum-verblijf zogezegd. Had ik dat kunnen bedenken toen ik hier voor ‘t eerst in 2019 belandde door deelname aan een expositie? Nee dus.Toen was ik nog volledig keramiek-onschuldig, nu staan er…
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brunopino · 4 months
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Lunga notte delle Chiese, la IX edizione a San Domenico, Cosenza
È giunta alla sua IX edizione la Lunga notte delle Chiese che anche a Cosenza si terrà venerdì 7 giugno 2024, nella chiesa di San Domenico retta dai Missionari Oblati di Maria Immacolata. L’iniziativa è nata nel 2016 nella diocesi di Belluno-Feltre, e in poco tempo ha raccolto numerosissime adesioni; lo scorso anno (il tema era “Dove sei?”) oltre 130 diocesi italiane, 150 chiese, la Chiesa…
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memolands · 1 year
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Chiesa di San Carlo Borromeo - A small religious treasure in the heart of Lugano
The structure was built between 1640 and 1642 on a project by Giovanni Angelo Galassini and Antonio Castelli, on commission of the confraternity named after San Carlo Borromeo. It was restored, but deprived of the right side, in 1950. The façade, made by the Curieglian Domenico Fontana, dates back to 1829. The façade, made by the Curieglian Domenico Fontana, was restored in 2001 / Image:…
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Perchè la devozione del Rosario nel mese di maggio?
E’ dunque giunto il mese di Maggio dedicato alla Vergine Maria; è perché? perché è pieno delle sue feste: 8 maggio Madonna del Santo Rosario di Pompei con la sua meravigliosa Supplica che si dice anche il 7 ottobre; 13 maggio Nostra Signora di Fatima; Visitazione (31 maggio), e per il fatto di essere Madre di Dio e madre nostra il mondo cristiano commemora la festa della mamma la seconda domenica…
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neapolis-neapolis · 1 year
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Annibale Caccavello e Giovan Domenico D'Auria (?), Assunzione della Vergine (1557-66), altare;
Annibale Caccavello e Giovan Domenico D'Auria (?), Monumento sepolcrale di Scipione Somma (1557-66);
Ignoto pittore manierista napoletano, Storie di Gesù (1570-75)
Cappella di Somma, Chiesa di San Giovanni a Carbonara, Napoli.
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immaginaria · 10 months
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Putignano, prima traversa Lama di Pampini vista del complesso di san Domenico, chiesa e case a schiera (fotografia di Carmelo Scibilia, 22 Ottobre 2023, ore 18,10)
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti
L'ESIGENZA DEL SACRO
"Beato Angelico", strana figura di artista, tra il rivoluzionario Masaccio e l'ineguagliabile Piero della Francesca. Nella scia del primo, precorre il secondo. Perde le tracce del tardo gotico nella rivelazione della forma plastica data dal chiaroscuro. Eppure, la luce che irradia sulle sue figure indica un'esigenza incombente. Vive anni di estremo conflitto religioso: la fine della "cattività avignonese" sfocia nel "Grande Scisma". Poi, gli estremismi conciliari che provocarono il "Piccolo Scisma" nel tempo dei tentativi di riunificazione delle Chiese d'Occidente e d'Oriente. Cambiamenti radicali che assegnano nuovi confini alla visione del mondo, infine sanciti nel 1453 con la caduta di Costantinopoli. Può udire le voci di Nicola Cusano e di Leon Battista Alberti. È uomo di fede. Appartiene all'ordine domenicano: sente la lezione di Tommaso d'Aquino e quella di Meister Eckhart. Questo il crogiolo rovente nel quale agisce. I suoi testi pittorici divengono espressione di un'esigenza mistica: l'ineffabilità di Dio è compensata dal sentimento del sacro. La matrice originaria della pittura occidentale, il fondo dorato dell'icona, lo induce a mantenere uno sguardo incantato su quell'alterità che non appartiene alla dimensione umana. Alterità che è distacco preminente dalla mondanità, caotica e conflittuale. Non vi può rinunciare: è una scelta. Schietta. La sua vena artistica appartiene a quella scelta. Nella quale, per coerente necessità, è escluso ogni dramma. Per queste ragioni, rimane confinato in un passato ideale. Ma l'esigenza del sacro, inteso come figura di pensiero, è rimasta desiderio irriducibile, capace ancora di percorrere, sotto altre forme o tentativi di forma, la pittura contemporanea.
- Beato Angelico, Fra' Giovanni da Fiesole, al secolo Guido di Pietro (1395 - 1455): "Pala di Fiesole", predella, particolare (Tutti i Santi), 1424 - 1425, Chiesa di San Domenico, Fiesole (Firenze) - In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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charlesreeza · 1 year
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Chiesa di San Domenico, Noto, Sicily
This Baroque church is considered one of the masterworks of the architect Rosario Gagliardi who was born in Syracuse and never left Sicily.  The church was closed for renovations when I was there.
Photos by Charles Reeza
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tenebraetuae · 2 years
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Chiesa del Purgatorio
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La Chiesa Ducale del Purgatorio, Santa Maria del Suffragio, è stata costruita come cappella funeraria della famiglia Orsini tra il 1649 e il 1654, grazie ai duchi di Gravina, Don Ferdinando II Orsini e sua moglie Donna Giovanna Frangipane della Tolfa, genitori del Papa Benedetto XIII.
Il Santuario è a una navata con sette altari. Tra i numerosi quadri, si alza la grande pala d'altare sull'altare maggiore raffigurante la Madonna del Suffragio, opera di Francesco Guarino. La cappella dell’Annunciazione ospita il monumento sepolcrale di Ferdinando III Orsini. Sempre nella Chiesa, è presente un pulpito ligneo del Settecento e un organo realizzato nel 1790 ad opera di Benedetto De Rosa.
La Chiesa del Purgatorio è una perla dell’architettura religiosa posta all’imbocco della Piazza della Cattedrale per chi vi giunge da Porta San Michele. Appartiene ad una specifica categoria di edifici di culto cattolico, quella dei Monti del Suffragio, di cui si riscontra la presenza in numerose altre città in Puglia. Si tratta di Chiese dedicate al culto dei morti: le preghiere e le Sante Messe sono finalizzate alla salvezza delle anime dei defunti, assegnando al Monte del Suffragio una funzione mediatrice tra la devozione dei fedeli viventi e la conquista del regno Celeste da parte dei passati a miglior vita.
All’esterno si impone allo sguardo il portale dall’evidente impatto allegorico sormontato dai due scheletri semisdraiati, in atto, forse, del suono dell’angelica tromba della risurrezione finale. Le colonne ai lati del portone sono sostenute da orsi, il simbolo della famiglia Orsini.
Nella facciata della Chiesa si possono leggere due iscrizioni che riportano chiaramente al memento mori: “Quod tu es ego fui” Ero quello che sei, “Tu eris quod ego sum” Sarai quello che sono. Ai lati del tempio ci sono anche due insegne sormontate da Cherubini e con teschi pendenti che annunciano: “Breves dies hominis” e “Via universae carnis”, cioè I giorni dell'uomo sono brevi e Via di ogni carne. Riferendosi a che tutti percorreremo la strada della morte verso il giudizio.
Donna Giovanna fu la capostipite della costruzione, la Duchessa al suo passo lasciò concrete preziose testimonianze del proprio livello culturale con opere e architetture che costituiscono oggi l’identità di Gravina.
La Piazza Benedetto XIII rappresenta l’impronta della nobildonna del Seicento che riqualificò quel luogo aperto a strapiombo sul burrone con la costruzione della Chiesa del Sacro Monte del Suffragio, Chiesa del Purgatorio. In seguito la nobildonna avrebbe arricchito la piazza, sul lato opposto, con l’erezione della cappella di pertinenza del Monastero delle Domenicane, di cui sarebbe diventata la Badessa.
Voglio riportare peraltro, l’intensa agitazione d’anima che invase Donna Giovanna. Rimasta sola, prematura vedova e madre di sei figli tutti assegnati alla vita religiosa, divenne la donna con più potere della regione. Si dedicò con tutte le sue forze ad azioni caritatevoli e alla preghiera, maturando pian piano il desiderio di dedicarsi totalmente al Signore. La mattina del 21 novembre 1676 si confessò e assistette alla messa nella Chiesa di San Domenico, poi si recò nella Cattedrale dove restò a lungo in contemplazione davanti al Crocifisso. Dopo una lunga riflessione, bussò alla porta del Conservatorio di Santa Maria del Piede (oggi Monastero di Santa Maria delle Domenicane, vicino alla Cattedrale). A 52 anni divenne Suor Maria Battista dello Spirito Santo, lasciandosi per sempre alle spalle il mondo e la società che aveva contribuito a migliorare.
Ora che siamo nel periodo dei defunti, mi riaffiorano i riti a loro dedicati e, per associazione, mi chiedo perché la Chiesa del Purgatorio non sia più dedita al Culto Divino, ma sia diventata luogo museale, per la precisione sede del Museo Capitolare d’Arte Sacra. Oggigiorno la Chiesa viene riportata come “sconsacrata”, la prima impressione per chi, come me, è legato alle tradizioni, è di sgomento per il venir meno di un’antica consuetudine che aveva mutato una cappella di famiglia Orsini, in un luogo sacro per il popolo gravinese. Nei giorni festivi la piazza risuonava del tremore di campane proveniente dalla Chiesa Madre, Santa Maria delle Domenicane, e dal Purgatorio; le persone frequentavano le funzioni, soprattutto quelle delle prime ore del mattino; nel mese di novembre i rintocchi del mortorio contrassegnavano la larga partecipazione dei fedeli alle messe di suffragio.
Come dobbiamo interpretare la chiusura della Chiesa al culto? Nessuna delle altre Chiese del Purgatorio nel territorio risulta sconsacrata. Gli edifici sacri sono un segno visibile della presenza di Dio nella società e svolgono un ruolo di qualificazione dell’ambiente urbano, oltre a possedere evidentemente una funzione spirituale.
Certo, lo spopolamento dei centri storici e delle periferie delle città, unitamente alla crisi delle ordinazioni sacerdotali, sono da tenere in debito conto quando incidono sul regolare funzionamento delle comunità parrocchiali. Tuttavia il fenomeno della crescente assenza dei fedeli nelle Chiese, soprattutto dei giovani, è generale e non limitato agli edifici di culto dei centri storici. A tale atteggiamento è necessario che corrisponda una visione del clero meno rassegnata e più votata ad una paziente comunicazione della bellezza del messaggio cristiano. Non tutti gli ecclesiastici si mostrano rassegnati, ma la riflessione è d’obbligo quando si tratta di decretare o di ritenere in via di fatto una Chiesa non più gestibile come luogo di culto.
Tanto nelle città quanto nelle campagne i beni culturali ecclesiastici costituiscono preminenti elementi di riconoscimento culturale e di aggregazione sociale, indipendentemente dal loro specifico contenuto liturgico. In ogni caso la grave decisione di cambiare la finalità di edifici costruiti come luoghi per il culto cristiano dovrebbe coinvolgere i diversi soggetti implicati: l’intero popolo di Dio, il Vescovo, il parroco, il consiglio pastorale, gli ordini religiosi, le associazioni e i movimenti ecclesiali, le confraternite, i parrocchiani.
E’ stato fatto tutto questo? Com’è possibile che un luogo di culto cattolico così popolare a Gravina e unico sia stato chiuso da un giorno all’altro? Mi sfugge il significato vero di quella che appare una sconsacrazione senza giustificazioni e che diariamente scuote le coscienze civili e religiose gravinesi. Spero che sia una decisione non definitiva, anche se ormai perdura da svariati anni. Il popolo dei fedeli, la Chiesa, la storia e l’arte avrebbero bisogno di una spiegazione per tale decisione. I capolavori dell’arte sacra si sono fin qui salvati dal degrado e dall’oblio solo in quanto inseriti dentro il Museo Capitolare.
Preghiamo finché la casa di Dio ritorni alla sua tradizione originale e non divenga per sempre un luogo di semplice esposizione Sacra. Preghiamo finché ci ridiano ciò che ci è stato sottratto senza nessuna spiegazione di fatto e che in questi giorni si sente di più la sua mancanza.
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brunopino · 1 year
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La chiesa di San Domenico a Cosenza mostra a tutti i suoi segreti. Appuntamento venerdì 9 giugno 2023 dalle 20 alle 23
La comunità dei Padri Oblati aderisce all’ottava edizione dell’iniziativa “Lunga notte delle Chiese”, voluta dal Pontificio Consiglio per la cultura. Saranno raccolti fondi per aiutare i giovani che vogliono prendere parte alla “Giornata mondiale della gioventù” di Lisbona (1-6 agosto 2023) Venerdì 9 giugno 2023, la comunità missionaria degli Oblati di Maria Immacolata propone una serata di…
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Storie vere di inquisitori e streghe in Sardegna
Nel 1492, quando Tomás de Torquemada nominò Sancho Marin come primo Inquisitore del regno di Sardegna, le oscure mani dell'Inquisizione spagnola si posarono sull'isola. 
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La sede del tribunale locale, inizialmente allestita presso la Chiesa di San Domenico a Cagliari, fu trasferita in un'altra struttura nota come "La Stellada", situata in via dei Giudicati. Il suo scopo era giudicare i cittadini accusati di stregoneria o di altri atti sacrileghi verso la religione ufficiale e costringerli ad abiurare. L'abiura, la rinuncia al proprio credo, era divisa in tre gradi, con il primo, l'abiura De levi, obbligatorio per chiunque fosse sospettato di eresia. Ma anche l'abiura De Vehementi o l'eresia formale, quando l'accusato confessava la propria colpa, erano quasi sempre la conclusione dei processi, con l'avvocato difensore che convinceva l'assistito a confessare sotto la minaccia della tortura o dell'accusa di eresia. Le macabre tecniche di tortura, come il legare i prigionieri ai tiranti, costringerli a bere litri d'acqua, marchiarli a fuoco, o strappare loro le unghie, estorcevano a malcapitato la confessione e la condanna per eresia formale. 
Queste crudeli esecuzioni erano un monito della sinistra influenza dell'Inquisizione sulla popolazione dell'isola.
Nelle tenebre ancestrali del '500 sardo, quando la Chiesa aveva il potere supremo e la minaccia dell'Inquisizione aleggiava come un'ombra sinistra, le abiure erano rituali temuti da coloro che avevano deviato dalla fede. Nelle situazioni più leggere, i sospettati potevano presentarsi dall'inquisitore o dal vescovo per espiare i loro peccati. Ma nei casi più oscuri e macabri, l'abiura veniva preceduta dall'autodafé, una cerimonia nota come "dei penitenziati", in cui il condannato, dopo aver ascoltato una messa solenne, veniva esposto all'umiliazione pubblica.
In questa processione funesta, il reo confesso veniva costretto a camminare vestito con un saio e a piedi scalzi, accompagnato da una folla di soldati, membri del clero e rappresentanti della confraternita della Misericordia, nota anche come "della buona morte". Alla fine del percorso, il condannato veniva fatto salire su un palco dove l'inquisitore pronunciava un sermone e si procedeva con l'abiura.
Chi accettava di rinnegare il proprio credo, a patto di non essere un recidivo, poteva essere perdonato dalla scomunica e salvare la propria vita. Di solito l'imputato era sottoposto a pene severe, che andavano dalle preghiere e digiuni, alle multe e confisca dei beni, all'obbligo di indossare il sambenito, fino ai lavori forzati e all'ergastolo. 
Ma per coloro che rifiutavano l'abiura, non c'era speranza: erano affidati al boia e se non si pentivano, venivano strangolati, impiccati e bruciati. Se rifiutavano anche di pentirsi, venivano arsi vivi, una fine terribile e infernale.
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Nelle prime epoche dell'Inquisizione in Sardegna, dal tempo di Sancho Marin a Giovanni Sanna, la repressione non fu estrema. Tuttavia, quando l'ultimo, sesto Inquisitore dell'Isola, passò l'incarico a suo fratello Andrea Sanna, vescovo di Ales e Terralba, nel 1522, le catture per stregoneria cominciarono a salire.
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Durante l'autodafé tra il 1526 e il 1527, una quantità spaventosa di presunte streghe provenienti da diverse località dell'isola venne condannata al rogo.
Ma nessuno può essere paragonato all'inquisitore Diego Calvo, il più temuto della Sardegna. Secondo documenti antichi, nel 1565, durante l'autodafé in cui Giuliana Trogu, la strega di Baradili, venne giudicata per apostasia, altre ottanta persone furono processate, tra streghe e indagati per superstizioni varie. Alcuni furono graziati con abiura e pene leggere, altri furono torturati e tredici furono arsi vivi in un terribile spettacolo che durò due giorni interi.
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Il successore di Diego Calvo, Alonso De Lorca, che si insediò nel 1568, non fu così crudele come il suo predecessore, ma comunque fu uno dei più temuti inquisitori dell'isola.
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Nel misterioso anno del 1577, l'oscuro caso di Caterina Curcas, abitante di Castel Aragonès, fu uno dei più notevoli esempi della gestione di De Lorca. Caterina fu processata con l'accusa di essere l'amante delle forze tenebrose che regnano nell'oscurità. Durante gli interrogatori, come spesso accadeva, la povera donna confessò, raccontando di aver incontrato un demone chiamato Furfureddo e di essere stata sua concubina per un periodo di tre anni e tre mesi.
La creatura appariva con l'aspetto di un uomo nobile, avvolto in abiti eleganti e di colori sempre vari, e i loro incontri si svolgevano nella "Valle dell'Inferno", un bosco maledetto situato tra Sedini e Castelsardo, dove centinaia di uomini, donne e demoni si riunivano per dare vita a balli selvaggi e orge sacrileghe. Dopo aver confessato e abiurato, Caterina fu condannata a una pena relativamente mite: un anno di prigionia nell'ospedale di Sassari e l'esilio perpetuo dalla sua diocesi. Ma chi può sapere cosa avvenne realmente in quell'oscuro bosco, o quale oscuro destino attendeva Caterina al termine del suo esilio?
Ancora nel misterioso paese di Sedini i documenti ci parlano di una strega di nome Angela Calvia, che fu processata dall'oscuro inquisitore Giovanni Corita, successore di Alonso De Lorca. Giovanni Corita
La Calvia confessò di aver intrattenuto contatti orribili con un demone di nome Corbareddu, il più grande e antico tra quelli che presiedevano alle danze infernali nella "Valle dell'Inferno". Con capelli candidi e apparizioni alternanti di nudo e abbigliamento nobile di verde o nero, la Calvia fu condannata all'autodafé il 14 dicembre 1578, con la pena di tre anni di prigionia, confisca dei suoi beni e l'esilio perpetuo dal suo luogo d'origine. La medesima sorte toccò a Caterina Mafulla di Castelsardo, che confessò di aver partecipato al terribile sabba nella Valle dell'Inferno e di aver incontrato anime conosciute tra i morti.
Nel medesimo anno, sotto l'inquisizione di Giovanni Corita, furono processati Sebastiano Zucca di Ortueri, che confessò di aver venduto la propria anima al diavolo e di aver visitato l'inferno, e Anna Collu di Oristano, accusata insieme al frate francescano Martino de Tori, di aver cercato tesori con l'aiuto di Satana.
Nelle tenebre dei tempi, un'ombra malvagia si levò nella figura dell'inquisitore Antonio de Raya, che insediò il suo potere nel 1581, erede della malvagità del suo predecessore. 
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Egli si confrontò con una strega di Sedini, che aveva preso parte a riti oscuri nella "Valle dell'Inferno", ovvero Giovanna Porcu, la quale fu condannata nel 1583 dopo aver confessato orrori simili a quelli delle sue compagne. Il 14 agosto dello stesso anno, Antonio de Raya emise una serie di condanne all'autodafé, quasi tutte contro streghe. La tragica sorte toccò a Sebastiana Porru di Gemussi, a Caterina Escofera di Cuglieri, accusata di praticare spiritismo e torturata per aver negato di aver fatto un patto con il diavolo; e a Caterina Pira, di Tertenia, levatrice di professione che confessò di trasformarsi in mosca durante la notte per succhiare il sangue dei neonati. Questa trasformazione in strega era possibile grazie all'uso di un unguento magico che veniva spalmato sotto i piedi e sulla fronte. Anche Antonio Orrù, di Escolca, confessò di aver commesso orrori simili, trasformandosi in coga e mordendo i piedi di due innocenti bambini per succhiare loro il sangue mentre dormivano accanto alle loro madri. 
Queste sono le terribili storie degli inquisitori, un'epoca in cui il Male regnava sovrano.
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rebrandtdebibls · 2 years
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Sa Zaccaria
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Tema: Sa Zaccaria, in memoria dei nostri avi e del loro sacrificio questo edificio loro costruito.
Thomo Sa Zaga-iria : Basilica di Santo Zaccaria Ubicazione: piazza Santo Stefano ( trd. Afr. let. sta per o cognome ) questa sta per o a voce di come Mommo sono i Milanesi o Domenico sta per Mimmoo Miriam Mimi. Prima pietra: v secolo Stili correnti: manierismo, barocco Anche la basilica di Santo Stefano vanta delle origini molto antiche (intorno al v secolo) anche se, all'epoca, non si chiamava attato Santo Stefano, bensì San Zaccaria, come precisato da una fonte di eccezione, nientemeno che l'archivescovo Ariberto di Intimiano, nel suo testamento del 1034. Federico Borromeo, negli Atti di Visita, precisa tra l'altro che la basilica sarebbe stata fondata ai tempi del vescovo Martiniano, che si dierte vissuto nella prima metà del v secolo. Uno dei nomi, insieme a "Santo Stefano Maggiore" e "Santo Stefano in Brolo" o "Santo Stefano alla Porta" con i quali la chiesa è ricordata è "Santo Stefano alla Ruota". Si deve in questo caso andare a degli eventi accaduti all'epoca di sant'Ambrogio. Narra la legenda, infatti, che durante dei combattimenti particolarmente crudeli tra ariani e cattolici, il sangue di questi ultimi si fosse rappreso in forma di ruota, andato poi a finire nei pressi della zona ove ora sorge la basilica, come ricordato da un perduto bassorilievo a forma di ruota presente sino ai restauri ottocenteschi. Dell'originaria chiesa di Santo Stefano, o per meglio dire di San Zaccaria, non rimane praticamente nulla se non all'interno della navata, una pietra detta "degli innocenti". Questa reliquia conterrebbe i resti di quattro martiri cristiani uccisi da Valentiniano nel iv secolo. La struttura fu devastata da un incendio nel 1075 e ricostruita successivamente in stile romanico, ma subì notevoli rifacimenti, assumendo un aspetto simile a quello di epoca barocca, quando fu ampliata e restaurata secondo le indicazioni di Federico Borromeo. Al periodo romanico risale la solitaria columna davitti al campanile, che faceva parte di un portico antistante l'edificio sacro: la stessa tipologia che tuttora riscontriamo, per esempio, in Sant'Ambrogio. Varcata la soglia dell'edificio barocco, all'interno si notano i segni di diversi interventi che si sono susseguiti fino all'Ottocento. Una delle parti che meritano maggiore attenzione all'interno di San Lorenzo è la Cappella Trivulzio, realizzata da Giuseppe Meda a partire dal 1595, con soluzioni di grande eleganza. La cappella è dedicata a San Teodoro, come da istruzioni di un bescito testamentario di Teodoro Trivulzio e hosta al suo interno una tela di Camillo Procaccini dedicata appunto al santo titolare.
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neapolis-neapolis · 2 years
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Nicola Malinconico, Madonna del Rosario con i Santi Domenico e Rosa da Lima (ante 1692), Cappella del Rosario, Chiesa di San Gregorio Armeno, Napoli.
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madonnacelestiale · 3 days
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Beata Vergine Maria Addolorata
— presso Taranto Vecchia
22 settembre 2024
Qui siamo su via Garibaldi, Taranto vecchia. Questa sera passa la processione della Madonna Addolorata. Come ogni anno nel mese di settembre, la statua è la stessa che esce il giovedì santo notte, ma il vestito è diverso. Grazie alla preziosa testimonianza video di Claudia Cianciaruso.
Festa della Beata Vergine Maria Addolorata 8-22 settembre 2024
Si concludono a Taranto nella serata di domenica 22  i festeggiamenti in onore della Beata Vergine Addolorata a cura della confraternita Ss.ma Addolorata e San Domenico.
Dopo la recita dei primi vespri nella chiesa di San Domenico (ore 17.30), che saranno presieduti dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero, alle ore 18 uscirà la processione con il seguente itinerario: via Duomo, piazza Castello, discesa Vasto, via Garibaldi, piazza Fontana e pendio San Domenico, nella cornice delle luminarie della ditta Memmola di Francavilla Fontana.
Durante la sosta in via Garibaldi, davanti alla chiesa di San Giuseppe, spettacolo di fuochi pirotecnici a mare a cura della ditta Itria Fireworks di Martina Franca.
Presteranno servizio i complessi bandistici cittadini “Lemma” diretto dal m° Giuseppe Pisconti e “Santa Cecilia” diretto dal m° Giuseppe Gregucci.
#madonnacelestiale #beataverginemaria #auspicemaria #madonnaaddolorata #settembre #settembre2024 #taranto #tarantovecchia #puglia
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viaggioinamerica · 1 month
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AGOSTO 2024
Matera è una città tra le più antiche del mondo il cui territorio custodisce testimonianze di insediamenti umani a partire dal paleolitico e senza interruzioni fino ai nostri giorni. Rappresenta una pagina straordinaria scritta dall’uomo attraverso i millenni di questa lunghissima storia.
Matera è la città dei Sassi, il nucleo urbano originario, sviluppatosi a partire dalle grotte naturali scavate nella roccia e successivamente modellate in strutture sempre più complesse all’interno di due grandi anfiteatri naturali che sono il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano. el 1993 l’UNESCO dichiara i Sassi di Matera Patrimonio Mondiale dell’Umanità
I Sassi di Matera sono il 6° sito in Italia in ordine cronologico, il primo nel meridione.
In occasione di questa iscrizione, per la prima volta l’UNESCO utilizza nei criteri e nelle motivazioni il concetto di Paesaggio Culturale, che in seguito verrà utilizzato per motivare l’iscrizione di altri siti nel mondo.
Il 17 Ottobre 2014 Matera è stata designata Capitale Europea della Cultura per il 2019
Matera è al centro di un incredibile paesaggio rupestre che conserva un grande patrimonio di cultura e tradizioni, ed è sede di eventi espositivi di grande prestigio nazionale ed internazionale. primi insediamenti umani nel territorio di Matera risalgono al paleolitico e si svilupparono utilizzando le grotte naturali che in gran numero definiscono il paesaggio rupestre di Matera. Nel corso del tempo alle grotte naturali si sono aggiunte quelle scavate dall’uomo che ha trovato nella friabile roccia tufacea una eccezzionale possibilità di insediamento al riparo dagli agenti naturali. I complessi rupestri hanno costituito la prima forma del nucleo urbano con ambienti ancora oggi presenti inglobati dentro edifici e fabbricati costruiti fuori terra dal medioevo in poi.
Dopo aver attraversato le fasi della preistoria: il paleolitico, il neolitico e le diverse età dei metalli la storia di Matera verrà fortemente caratterizzata dall’avvento del Cristianesimo. L’impronta cristiana diviene culturalmente dominante in breve tempo. Durante tutto il medioevo il paesaggio rupestre fu sistematicamente trasformato con la costruzione di imponenti luoghi di culto.
Durante il medioevo furono costruiti edifici imponenti tra i quali la maestosa Cattedrale di Matera, la chiesa di San Giovanni Battista, la Chiesa di S. Domenico, la Chiesa di Santa Maria della Valle Verde sulla via Appia. Da questo momento in poi prende forma una vero e proprio nucleo urbano concentrato inizialmente intorno alla Cattedrale che si trova in cima alla collina della Civita (Civitas, città) che divide in due i Sassi: il Sasso Barisano rivolto ad est e il Sasso Caveoso rivolto a sud.
Particolarmente interessanti sono le Chiese Rupestri che si possono visitare nei Sassi di Matera.
Questi luoghi testimoniano il passaggio evolutivo dell’uomo dalle fasi preistoriche al cristianesimo.
Le Chiese Rupestri si trovano infatti in luoghi di particolare importanza e con ogni probabilità erano già luoghi di culto nelle civiltà rupestri che hanno preceduto quella cristiana.
Quelle di maggiore interesse e visitabili sono:
NOI ABBIAMO VISTO:
Santa Maria de Idris - San Giovanni in Monterrone
La Chiesa di Santa Maria De Idris è situata all’interno dello sperone roccioso del Monterrone che domina il Sasso Caveoso, nelle vicinanze della Chiesa di San Pietro Caveoso e dell’omonima piazza. La posizione è stupenda e offre un panorama unico, sulla città e sulla Gravina.
Molto interessante il fatto che lanci De Gasperi abbia ordinato trasferimento delle famiglie che abitavano nei sassi questo intorno agli anni 50 perché le condizioni igieniche erano non più idonee. Abbiamo visto dei sassi Teixeira musei di 50 m dove abitavano circa 11 persone insieme agli animali. Ciò che rendeva non igienico l’ambiente è che non esisteva la rete fognaria. Mentre la rete dell’acquaera molto architettonicamente in genere fisicamente costruita attraverso un sistema di reti piovane.
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