Tumgik
#codice appalti
superfuji · 1 year
Quote
“Le nuove mafie – spiega Musacchio – puntano da qualche tempo sugli appalti pubblici. I Comuni sono la parte più vulnerabile e quella più facile da infiltrare. Sfrondare il codice degli appalti in questo modo significa imbandire la tavola dove siederanno i mafiosi per lucrare e lo faranno persino legalmente. L’ultima relazione semestrale presentata dalla DIA al Parlamento ha illustrato come le organizzazioni criminali guardino agli appalti pubblici come una risorsa economica per incrementare i loro guadagni. Ben vengano le semplificazioni per aiutare amministrazioni pubbliche e imprese private, ma ben altro significa affidare direttamente, senza gara, i lavori fino a 500mila euro. In questo modo il sistema non solo non funzionerà meglio, ma si farà un regalo alle mafie favorendo anche la corruzione. Aggiungendo a ciò i subappalti liberi, il disastro sarà totale”.
Le mafie ringraziano. C’è da stupirsi?
10 notes · View notes
noneun · 1 year
Text
La Lega contro Giuseppe Busia, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac), che ha chiesto al governo di correggere il nuovo Codice degli appalti mostrando perplessità sulla "deregulation" celebrata dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini. "Gravi, inqualificabili e disinformate dichiarazioni del presidente Busia sul Codice Salvini: se parla così di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti, non può stare più in quel ruolo - dichiara Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali della Lega - Busia ha dei compiti di controllo, invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile".
In un'intervista a Repubblica Busia commentando il nuovo Codice degli appalti spiega: "Concentrarsi solo sulla velocità rischia di andare a discapito di trasparenza, concorrenza, tutele dei lavoratori e in definitiva della qualità delle opere pubbliche". Puntualizza sulla riflessione di Salvini che il Codice porterà più velocità, più cantieri, più lavoro. "È giusta l'enfasi sui tempi - troppo lunghi - ma procedere per affidamento diretto non è la strada: rischia di escludere le imprese migliori, danneggiando la Pubblica amministrazione, le aziende e i cittadini", risponde Busia.
All'attacco del presidente dell'Anac anche i deputati leghisti in Commissione ambiente Gianpiero Zinzi, Alessandro Benvenuto, Gianangelo Bof, Elisa Montemagni e Graziano Pizzimenti. "La Lega ha piena fiducia negli amministratori locali, a differenza del presidente di Anac che li considera evidentemente corrotti e corruttibili. Busia prima di sparare a zero sui sindaci e sul codice Salvini dovrebbe ragionare su quale sia il futuro che vuole per l'Italia. Noi vogliamo efficienza e sburocratizzazione per un paese veloce, non ci sono dubbi".
I parlamentari del Carroccio si riferiscono alle dichiarazioni di Busia sui rischi nell'assegnazioni dei lavori: "Potrebbero essere chiamate le persone più vicine al dirigente, al sindaco o all'assessore. E ridurre la trasparenza aumenta i rischi corruttivi, specie ora che le risorse sono tante".
Chi può chiedere in questo modo la rimozione del presidente dell'Anac se non un manipolo di corrotti?
7 notes · View notes
umbriasud · 1 year
Text
Sinistra Italiana: per i balneari niente gara d'appalto, per le associazioni ternane sì
Il centro sociale di via Carrara: porte chiuse E’ notizia di questi giorni che il governo stia intervenendo sul codice degli appalti per eliminare forme di gara che garantiscano imparzialità e trasparenza su affidamenti di grande valore economico che prevedono l’utilizzo di fondi pubblici, privilegiando l’affidamento diretto. Tutto ciò senza vietare, limitare o regolamentare i subappalti che…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
benzinazero · 1 year
Text
Tumblr media
0 notes
forzaitaliatoscana · 1 year
Link
0 notes
ilpianistasultetto · 4 months
Text
Certi politici fanno vomitare solo a sentirli parlare. Dopo il grave incidente di Firenze dove cinque operai sono morti, esponenti del governo si sono vestiti con pelle di coccodrillo e hanno mostrato le loro lacrime al Paese. Peccato che appena sei mesi fa questi stessi coccodrilli hanno approvato la nuova legge sugli appalti. Sub-appalti a cascata e senza troppe storie. Il coccodrillone Salvini e' stato il piu' contento: "Il nuovo Codice degli appalti è una rivoluzione: snellisce, accelera, semplifica. Uno strumento rivoluzionario in mano agli imprenditori". Certe persone, piu' che politici, sono delle miserie umane..
@ilpianistasultetto
92 notes · View notes
vintagebiker43 · 6 months
Text
Tumblr media
Vi siete mai chiesti perchè Salvini abbia voluto fortissimamente un nuovo codice degli appalti con il quale saranno affidati senza gara il 98% dei Lavori Pubblici?
Magari la risposta ve la può dare la famiglia Verdini.
56 notes · View notes
lavoripubblici · 5 days
Text
📌 Avvalimento Solo Premiale: vale solo per il Nuovo Codice Appalti
🎖 Se l'Operatore Economico (OE) possiede già i requisiti, può usare l'avvalimento premiale per migliorare il punteggio solo per gare ai sensi del d.Lgs. n. 36/2023
👨⚖️ Il Consiglio di Stato conferma quindi l'inapplicabilità retroattiva per gare precedenti al nuovo Codice.
0 notes
realnews20 · 18 days
Text
Un vero e proprio grido d’allarme per i pericoli dovuti all’abrogazione dell’abuso d’ufficio. È quello lanciato ieri dal presidente dell’Anac, Giuseppe Busìa, a margine della presentazione della relazione annuale al Parlamento. “L’abrogazione dell’abuso d’ufficio sicuramente lascerà dei vuoti nel nostro ordinamento. Quindi occorre che, se la via che il Governo e il Parlamento intendono assumere è questa, siano rafforzati i poteri e le sanzioni che possono essere date, e che riguardano il conflitto d’interessi”, ha detto Busìa. Che ha spiegato: “Esistono dei vuoti che erano stati evidenziati. Ad esempio nell’affidamento diretto di un contratto soprasoglia non si ha, secondo una interpretazione garantistica del codice, una turbativa d’asta e quindi non scatta un secondo reato. In caso di abrogazione si avrebbe la non punibilità di comportamenti che sono gravi”.  Ma è l’intera relazione del capo dell’Anac ad essere un documento a tratti inquietante, se letta con un occhio all’attualità (cioè alla tangentopoli di Genova). Il boom degli affidamenti diretti Per Busìa, nel 2023 abbiamo assistito a un boom degli affidamenti diretti, che hanno superato la soglia del 90% del numero totale degli appalti. Ma l’autorità anticorruzione stigmatizza anche l’ingiustificato ricorso ai subappalti, “anche quando non servono lavorazioni particolari”. E ancora, Anac sottolinea la necessità “di procedere con la direttiva europea Anticorruzione (stoppata in Italia)” e, sulla scorta dei fatti di Genova, la stringente necessità di una legge che regolamenti le lobby e i rapporti tra player economici e decisori politici. Per Anac è necessaria una legge sulle lobby “Nonostante i solleciti, nel nostro Paese manca ancora una disciplina organica sulle lobby”, ha spiegato il presidente, “Una normativa che si ponga l’obiettivo di garantire piena trasparenza sull’attività dei portatori di interesse, (…) Spetterà poi al decisore pubblico scegliere, assumendosi davanti a tutti la responsabilità di aver favorito una opzione invece che un’altra”. Non solo, per Busìa “occorrerà inoltre assicurare, con specifici obblighi dichiarativi, assoluta trasparenza su ogni eventuale beneficio, diretto o indiretto, anche non finanziario, che il decisore pubblico o le persone a lui vicine possano ricevere dai soggetti a vario titolo interessati alle sue decisioni, fissando ovviamente anche limiti, divieti e adeguate sanzioni”. Un passaggio che forse sarà arrivato fino a casa-Toti… Lo scandalo della Diga Foranea di Genova: costi esplosi e lavori a rischio Busìa ha poi voluto dedicare un capitolo alla questione Diga Foranea di Genova, l’appalto più ingente previsto da Pnrr. E non è stato un accenno positivo, ma l’esempio del paradosso italiano… “In Italia sono state introdotte disposizioni che, oltre a limitare il grado di controllabilità delle procedure, se non adeguatamente presidiate, rischiano di provocare significativi aumenti dei costi dei contratti. Si pensi, oltre che ai mancati risparmi derivanti dalla compressione della concorrenza, alle disposizioni che, in caso di annullamento degli affidamenti finanziati dal Pnrr, non prevedono la caducazione del contratto affidato illegittimamente, ma riconoscono il diritto al risarcimento agli operatori pretermessi, col risultato che la stazione appaltante finisce per dover remunerare entrambi. È quanto rischia di accadere per la Diga Foranea di Genova, sulla quale l’Autorità è recentemente intervenuta”. Capitolo Affidamenti diretti: nel 2023, gli affidamenti diretti hanno rappresentato, per numero, oltre il 90% del totale (78% se si escludono i contratti sotto i 40.000 euro). La percentuale sale oltre il 95% se si considerano anche le procedure negoziate. Per il presidente Anac, “il nuovo Codice, oltre a non prevedere l’obbligo di avvisi o bandi per i lavori fino a 5 milioni di euro, consente di acquistare beni o affidare servizi fino a 140.000 euro senza neanche il vincolo di richiedere più preventivi. In sede di discussione della
normativa, avevamo evidenziato il conseguente rischio di affidamenti agli operatori più vicini e collegati, invece che a quelli più meritevoli, con un prevedibile aumento dei costi. Auspichiamo che tale orientamento trovi adesso riconoscimento normativo”. Per l’Anac troppi i subappalti a cascata ingiustificati E circa i subappalti “risulta cruciale una vigilanza rigorosa, posto che i rischi appaiono crescenti man mano che si scende lungo la catena degli affidamenti e dei sub-affidamenti. Quando non vi è una giustificazione legata a lavorazioni o funzioni particolari, nei subappalti a cascata a perdere qualcosa sono spesso sia i lavoratori, sia le imprese subappaltatrici, sia la stessa stazione appaltante. Sforzi ulteriori nel corretto dimensionamento degli affidamenti sono possibili e doverosi”. [ad_2] Source link
0 notes
lamilanomagazine · 2 months
Text
Strage Suviana, i sommozzatori hanno trovato i corpi di due dispersi
Tumblr media
Strage Suviana, i sommozzatori hanno trovato i corpi di due dispersi. I sommozzatori dei vigili del fuoco hanno individuato i corpi di due dei quattro dispersi a causa dell’esplosione nella centrale idroelettrica Enel di Suviana. Il bilancio sale così a cinque vittime. Alla centrale idroelettrica di Bargi «la prima priorità è la ricerca dei dispersi. Non ci siamo fermati un attimo e non ci fermeremo». Lo ha detto il capo della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio. «Lo scenario è molto complesso, è una di quelle situazioni che ha richiesto l'attivazione di tutti i livelli di protezione civile. È uno scenario insolito con l'esplosione e i solai compromessi e le macerie. Questo ha richiesto la necessità di attivare tutto il sistema ma è un momento di condivisione con tutte le strutture operative», ha aggiunto. I soccorritori hanno riportato scenari da incubo: «Uno degli interventi più difficili che sia stato chiamato a gestire nella mia carriera», ha affermato Giuseppe Petrone, responsabile nazionale del servizio sommozzatori dei Vigili del fuoco e che coordina tutte le squadre di soccorso. I suoi uomini procedono sott'acqua e al buio. «Ci sono accertamenti in corso sugli appalti e i subappalti, abbiamo dato una delega per questo. Non è che il subappalto di per se stesso è un problema, è una figura giuridica prevista dal codice civile a cui tradizionalmente si ricorre per avere personalità specifiche. Non deve essere vista in ottica pregiudizialmente negativa, lo sguardo verso le competenze non deve essere ideologico. Qui noi valuteremo le condizioni delle ditte e se dal punto di vista normativo, di prevenzione e infortunistica è stato fatto tutto». Lo ha detto il procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato, nel corso di un punto stampa sulla strage di Suviana. «Non c'è nessuna catena di subappalti. Le aziende hanno scelto in autonomia. Non meritiamo questo tipo di affermazioni». Lo ha detto l'amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, durante il punto stampa.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Il nuovo Codice degli appalti: guida al testo e alle scadenze
ServizioFocus del Sole 24 Ore Tutte le novità su progettazione, affidamenti, subappalti, concessioni, partenariati e ambiente in edicola il 23 aprile 14 aprile 2023 Ascolta la versione audio dell’articolo Le novità su progettazione, affidamenti, subappalti, concessioni, partenariati e ambiente. Con il calendario completo delle date di entrata in vigore delle varie parti della riforma (sono…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
luigidigrazia · 6 months
Text
𝐀𝐏𝐏𝐀𝐋𝐓𝐈, 𝐥𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐠𝐢𝐮𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐀𝐍𝐀𝐂 𝐞 𝐌𝐈𝐓 𝐬𝐮𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐝𝐢𝐠𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐠𝐫𝐚𝐥𝐞
🌐 Dall’1 gennaio 2024 la digitalizzazione integrale del ciclo degli appalti acquisirà piena efficacia, come previsto dal nuovo Codice degli Appalti e dagli impegni presi con il PNRR. Verranno meno i regimi transitori di pubblicità legale nei contratti pubblici, le attività riguardanti il ciclo di vita dei contratti pubblici e rientranti nell’ecosistema di approvvigionamento digitale e l’utilizzo…
View On WordPress
0 notes
giancarlonicoli · 6 months
Text
19 dic 2023 08:18
CROSETTO SUL TETTO CHE SCOTTA – “IL FATTO QUOTIDIANO” SGANCIA UN SILURO SUL MINISTRO DELLA DIFESA: DA QUATTRO MESI ABITA GRATIS IN UNA CASA DI 220 METRI QUADRATI, VICINO AL VATICANO, CONCESSA IN USO DA UN SUO AMICO, L’IMPRENDITORE DELLA CYBER-SECURITY CARMINE SALADINO. CROSETTO SOSTIENE CHE NON C’È NULLA DI MALE, E CHE NON STA PAGANDO IL CANONE SOLO PERCHÉ CI SONO ANCORA I LAVORI NELL’ABITAZIONE. MA LA SOCIETÀ DI SALADINO, LA “MATICMIND”, NEL CUI AZIONARIATO C'È ANCHE CDP, OPERA CON PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI, COMPRESO IL MINISTERO DELLA DIFESA - LA VERSIONE DI CROSETTO: "PAGHERÒ 5MILA EURO AL MESE MA ANCORA NON HO FATTO BONIFICI. LI FARÒ QUANDO..."
1. IL MINISTRO A CASA GRATIS DELL’AMICO IMPRENDITORE
Estratto dell’articolo di Marco Lillo e Valeria Pacelli per “il Fatto quotidiano”
La casa è molto bella. Attico e superattico per 220 metri quadrati al quinto e sesto piano di un comprensorio chiuso e vigilato in zona Aurelia, a due passi dal Vaticano. Da quattro mesi ci abita il ministro Guido Crosetto con la moglie Graziana Saponaro, detta Gaia, e con i figli.
La casa è stata concessa in uso a Crosetto da un suo amico, l’imprenditore del settore cyber-security Carmine Saladino. Mentre era in corso la ristrutturazione dell’appartamento i Crosetto hanno potuto disporre e alloggiare lì senza il pagamento di un canone mensile grazie a una scrittura privata.
Crosetto sostiene (vedi intervista) che non c’è nulla di male e che lui è quasi una vittima del suo amico Saladino perché i lavori di ristrutturazione si sono protratti troppo. Così il ministro ha dovuto pagare l’affitto della vecchia casa fino a ottobre scorso. Quindi non ci ha guadagnato nulla. C’era un contratto di “possesso e legittima detenzione” e lui non ha versato un solo mese di canone a Saladino semplicemente perché la colpa dei suoi disagi è del locatore. I Crosetto hanno ancora gli scatoloni in giro e non avrebbero pagato nella stessa situazione nessuno.
Dall’altro lato Saladino con Il Fatto si atteggia come il padrone di casa che tutti vorremmo avere: “Sono ancora in fase di ultimazione i lavori nell’immobile. Motivo per cui il ministro ha avuto possesso e detenzione dello stesso al fine di poter definire e seguire quanto necessario. E la cosa […] mi pesa molto”. […]
[…] Saladino e Crosetto in coro invitano Il Fatto a guardare la condizione dell’appartamento. “Basta vederlo per capire”, giura Saladino. E Crosetto, con massima trasparenza e gentilezza, ci invia le foto degli scatoloni che effettivamente ingombrano il suo box e una porzione della casa. Il locatore […] spiega: “Il contratto è stato fatto a novembre con la speranza di finire i lavori a fine anno. Purtroppo i tempi si sono notevolmente allungati e sto creando un disagio a un amico, cosa che mi disturba e dispiace molto”.
Quando gli facciamo notare che Crosetto è un ministro che occupa da mesi la sua casa di grande valore senza pagare il canone e che Maticmind opera con pubbliche amministrazioni, compreso il Ministero della Difesa e quindi si pone un problema di opportunità, Saladino replica: “Lei fa voli pindarici. Maticmind è un’azienda nazionale che lavora da oltre 30 anni con successo e professionalità. Non ha bisogno di niente per competere in un mercato dove si agisce con gare pubbliche e regolate dal codice degli appalti.
Ad ogni modo da giugno hanno iniziato a portare le loro cose in un garage della mia proprietà. Loro sono arrivati a settembre ma si sono dovuti accampare perché c’erano ancora i lavori. E mi risulta che abbiano pagato (dello stesso valore di casa mia) – cioé un canone di 5mila euro al mese, ndr – per la sua vecchia casa fino a novembre. Quindi non ha risparmiato nulla. Mi sembrano illazioni pretestuose e abbiamo una cospicua caparra che i signori mi hanno consegnato quando hanno avuto il possesso e detenzione della casa”.
LA STORIA della casa rischia di creare imbarazzo a Crosetto perché Carmine Saladino non è solo un amico di Crosetto ma è anche socio e presidente del consiglio di amministrazione di Maticmind, un gruppo da 409 milioni di fatturato nel 2022 che gestisce appalti con molte pubbliche amministrazioni, compresi quelli vinti in passato anche con il Ministero della Difesa.
Appalti che, come ricorda Saldino, sono stati ottenuti tempo addietro e senza relazione alcuna con la storia dei rapporti con Crosetto, certo per l’esperienza e la competenza indubbia. Però tutto ciò non toglie che si pone una questione di opportunità. Maticmind è un gruppo ‘di sistema’ e non a caso nel suo azionariato spicca lo Stato attraverso CDP e un super-fondo americano. Come si legge sul sito: “A novembre 2022 il Fondo CVC, uno dei principali fondi di private equity a livello mondiale, credendo fortemente in questo progetto, assume la quota di controllo di Maticmind.
Contestualmente anche CDP Equity, diretta emanazione del Ministero dell’economia, decide di investire in Maticmind con una significativa quota di partecipazione. Il Presidente, Carmine Saladino, alla guida del gruppo, mantiene la restante parte delle azioni della società”. […] Nell’ultimo bilancio approvato nel maggio 2023 c’è un paragrafo dedicato alle opportunità che Maticmind potrebbe cogliere in questa stagione grazie ai fondi del PNRR.
Il Fatto si è già occupato dei rapporti tra la famiglia Saladino e il ministro Crosetto il 22 settembre […]. In alcune conversazioni intercettate tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 dai Carabinieri e poi depositate dai pm romani a disposizione degli avvocati (dunque pubbliche) nel corso di un’indagine (che lo ribadiamo non riguardava Crosetto né Saladino o Maticmind) un avvocato indagato per una presunta corruzione su altri fatti, Pierfrancesco Sicco, citava “Matic” e Crosetto.
Da poco era stato approvato uno stanziamento da 500 milioni di euro da parte del ministero della transizione ecologica guidato da Roberto Cingolani e l’avvocato Sicco, parlandone con il collega Federico Tedeschini mentre era intercettato discuteva di come poter favorire l’ascesa in carriera di due dirigenti per gestire i fondi del PNRR.
Crosetto era allora presidente dell’associazione di imprese del settore difesa, AIAD, a cui Maticmind è associata.
Nei progetti di Sicco proprio Crosetto avrebbe potuto raccomandare all’allora ministro Cingolani le due dirigenti. Crosetto e Cingolani al Fatto hanno negato qualsiasi sponsorizzazioni delle due dirigenti, e Crosetto non ricorda di aver conosciuto Sicco e nega di averne parlato con Saladino.
[…] Comunque i pm e i Carabinieri non hanno dato nessun peso a quelle parole e anche i soggetti tirati in ballo [...] non hanno cambiato affatto i loro rapporti.
[…] Proprio a novembre, quindi dopo l’articolo del Fatto sulle intercettazioni che tiravano in ballo a sproposito Crosetto e “Matic”, ecco che Saladino e il ministro firmano il contratto di affitto. L’appartamento di 220 metri quadrati con box soffitte e cantine è stato preso da Carmine Saladino con un contratto preliminare del settembre 2021 con la formula “per persona da nominare”.
Poi è stato comprato con contratto definitivo dal figlio dell'imprenditore, appena 18enne, previo atto di nomina del padre, nel settembre del 2022. I Saladino hanno tirato fuori ben 2 milioni e 255 mila euro più Iva, dei quali 2 milioni e 85 mila euro più Iva (pari a 83 mila euro) riferibili, stando all’atto registrato in Conservatoria, all’appartamento e altri 100 mila euro più Iva sono riferibili al box, mentre i restanti 70mila più Iva sono riferibili a due soffitte e a due cantine.
In quella casa principesca però la famiglia Saladino non ha mai abitato. Ci vive il ministro della Difesa Crosetto con la sua famiglia da qualche mese. Senza aver pagato un solo mese di affitto, finora.
Come Il Fatto ha ricostruito anche grazie al ministro stesso, che ci ha fornito con gentilezza la sua versione sul punto, Crosetto inizierà a pagare l’affitto a gennaio 2024. Pur avendo avuto le chiavi dell’appartamento […] per iniziare il suo trasloco […] già in estate e pur avendo trasferito l’intera famiglia lì da settembre 2023, finora Crosetto ha versato solo una caparra in ottobre […]. Al Fatto, dopo aver mostrato le foto degli scatoloni nel box e a casa, con i lavori in corso, chiede: “Secondo voi dovrei pagare?”. La risposta ai lettori.
2. “MACCHÉ FAVORITISMO: NON PAGO SOLO PERCHÉ CI SONO LAVORI IN CORSO”
Estratto dell'articolo di Marco Lillo per “il Fatto quotidiano”
Ministro Crosetto, lei viveva in un appartamento in zona Parioli, a Roma. Si è poi trasferito in un altro appartamento in zona Vaticano di proprietà del figlio dell’imprenditore Carmine Saladino. Lei ci aveva detto di essersi trasferito due mesi fa e di avere un contratto registrato da 5mila euro al mese. Però nel vecchio condominio ci dicono che lei si è trasferito a giugno...
Facciamo chiarezza. Ho iniziato il trasloco a giugno ma fino a ottobre ho pagato l’affitto al proprietario del precedente appartamento. Il trasloco è ancora in corso, se vuole le faccio vedere le foto degli scatoloni e dei lavori, ho gli operai in casa (le foto poi ci sono state spedite, Ndr).
Ma lei ha da giugno la disponibilità della casa per la quale non paga?
La disponibilità per il trasloco, nel senso che ho cominciato a portare le cose nel garage, non nell’alloggio.
Quando ha registrato il contratto di affitto nel nuovo appartamento?
Direi novembre. Prima abbiamo solo cominciato a portare la roba. Le cose sono andate così: a luglio mia moglie ha firmato una scrittura privata di possesso e detenzione, è un atto scritto dagli avvocati.  Vuol dire che puoi tenere l’alloggio finché non finiscono i lavori. A questo atto ha fatto seguito, a novembre, quello di affitto.
La sua famiglia a luglio dove dormiva?
Loro sono andati in Puglia. Io sarò andato la prima volta lì mi pare a luglio.
La nuova casa è di Francesco Saladino, figlio di Carmine. Dei rapporti leciti tra lei e Carmine Saladino avevamo parlato in un articolo sul Fatto pubblicato il 22 settembre. Non è che ha fatto il contratto di affitto a novembre per questo?
Non c’entra nulla. Ne avevano già parlato molto prima altri giornali dei nostri rapporti. Io ho ancora la casa sottosopra, abbiamo la parete con il cartongesso dove non possiamo entrare, abiti appesi in salone, roba in garage. E io come ministro ho diritto pure a un alloggio della Difesa, capito?
[…] Quanto ha pagato finora di affitto?
Pagherò 5 mila euro al mese ma ancora non ho fatto alcun bonifico. Lo farò quando finiranno i lavori, ossia da gennaio 2024 come da contratto.
Nel frattempo lei quindi non paga?
Ma non ho la casa.
Ma se dorme lì come fa a dire che non ha la casa?
Ci dormo da metà settembre. Ma mi stanno facendo i lavori. […] Un conto è averla, un conto è usarla
[…] A quanto ammonta la caparra?
Sono fatti miei. Saladino comunque ha anche le fideiussioni, 60 mila euro di affitto l’anno, non poco. […]
0 notes
notiziariofinanziario · 7 months
Text
Come cambia la logistica nel centro storico di Bologna
Entro pochi mesi cambierà il sistema delle consegne di pacchi nel centro storico di Bologna. «Tutta la mobilità in futuro dovrà cambiare», spiega Andrea Franceschelli, vicepresidente di Due Torri, azienda di logistica che nel 2024 festeggerà 50 anni.  Come nasce l’azienda? «È un’azienda familiare controllata da me e dai miei genitori, con capitale tutto bolognese. L’ha fondata mio nonno Bruno nel 1974, l’ha portata avanti mio padre e io sono entrato nel 2016, con la missione di renderla più manageriale. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato anche un servizio di consulenza operativa e di gestione dei documenti e delle pratiche doganali». Come sta andando? «Seguiamo il trend del mercato, quando il Pil cresce cresciamo anche noi, ora che l’industria rallenta anche noi rallentiamo. Quest’anno rispetto al grande rilancio post Covid saremo un po’ più bassi, ma stiamo facendo nuove assunzioni. Però negli ultimi tre anni siamo cresciuti, adesso siamo attorno ai 18 milioni di ricavi per il 2023». Quali figure cercate da assumere? «Al momento ne cerchiamo 6-7: ingegneri gestionali per la ricerca, per la consulenza ed esperti di import ed export per il mondo doganale, oltre che personale per la gestione dei clienti. Fino agli anni Duemila avevamo anche operatori di magazzino, poi ci siamo concentrati sulla gestione del cliente, appoggiandoci ad aziende specializzate».  È un contesto complicato quello degli appalti nei magazzini, con coop spurie, proteste, sfruttamento. «Ci siamo voluti focalizzare sul cliente, ma vogliamo un partner serio e stabile. Non nego quindi che stiamo valutando anche altri modelli, come una re-internalizzazione o le agenzie per il lavoro. Il problema ce l’hanno sia le grandi multinazionali che le piccole imprese: ci stiamo rendendo conto che le aziende appaltatrici hanno poche competenze e fanno fatica nella gestione delle persone e della produttività».  A quali progetti lavorate? «A un progetto dell’Unione europea per cui siamo stati selezionati due anni fa, il progetto “URBANE”: prevede che dai nostri magazzini porteremo le spedizioni destinate al centro di Bologna sui viali e che invece di andare direttamente dal consumatore finale, nel nostro caso i locali, ristoranti o bar, depositeremo i pacchi in tre armadi locker sui viali, dove andranno a prenderli mezzi elettrici o cargo bike di altri partner per la distribuzione nell’ultimo miglio».  Ma sono sicuri? «Certo, il software sviluppato dal Politecnico di Milano invia un codice alle aziende che solo con quello potranno aprire i depositi».  Quando parte il nuovo sistema? «Verranno installati a gennaio 2024 e la nuova distribuzione partirà a febbraio. Grazie alle altre aziende partner del progetto tutte le consegne per il centro città verranno fatte con mezzi sostenibili. Mentre per il resto della provincia continueremo coi nostri mezzi».  La mobilità in centro è di stretta attualità, vedi Garisenda e Città 30. Che contributo darete? «Noi sulla mobilità sostenibile siamo già partiti, ma pensiamo che così come ci siamo mossi noi nella distribuzione delle merci si deve muovere anche la mobilità privata. Tutta la mobilità deve cambiare».  Queste politiche non complicano il lavoro in centro? «In città dovranno andare sempre più mezzi sostenibili, dev’essere il futuro e ci dobbiamo adeguare, sia privati che aziende. Stiamo anche collaborando con la Città Metropolitana su un gemello virtuale dell’Interporto per studiare il flusso dei mezzi e delle 6 mila persone che ci lavorano, per ottimizzare le tratte e ridurre l’impatto ambientale».  Cosa chiedete alle istituzioni? «A livello nazionale bisogna che vengano chiarite le regole del settore. Adesso ci stanno dicendo che il modello dell’appalto non va bene ma non la direzione e i tempi per adeguarci ad altri modelli futuri. Finora hanno sempre permesso il sistema delle coop, ora stanno facendo multe agli operatori perché considerano quegli appalti non genuini: non possono farlo da un giorno all’altro, con sanzioni sul passato, tante multinazionali stanno pensando di lasciare l’Italia. Noi non siamo stati multati, ma questo è un grave problema per tante aziende».  Non può negare che molti si siano comportati in modo scorretto. «Chi si è comportato male è giusto che sia multato, ma non si può dire adesso per il passato che il settore ha sbagliato modello organizzativo». Read the full article
0 notes
paoloferrario · 8 months
Text
Le quattro figure cardine degli appalti pubblici nel nuovo Codice dei contratti (D.Lgs. 36/2023), Maggioli editore
Le quattro figure cardine degli appalti pubblici nel nuovo Codice dei contratti (D.Lgs. 36/2023) | Maggioli…
View On WordPress
0 notes
enzopizzolo · 11 months
Text
Giorgione (UIL FPL FOGGIA): “Rimodulazione PNRR, si tengano in considerazione anche le Province”
“Una parte delle risorse che deriveranno dalla rimodulazione del PNRR deve essere destinata alle Province per gli investimenti sulla transizione digitale, considerato che queste istituzioni sono state sostanzialmente escluse dalle opportunità di innovazione tecnologica e digitale per la PA previste dal Piano”. A dichiararlo è Gino Giorgione, Segretario Generale UIL FPL FOGGIA.
“In un’ottica di rassegnazione di risorse finanziare e umane e di competenze specifiche agli enti intermedi, è giusto ragionare anche di PNRR e di innovazione tecnologica e digitale”, spiega Giorgione che prosegue: “allo stato attuale, le Province già ricoprono funzioni di stazioni appaltanti e di raccolta e in un’ottica di riforma, si potrebbe pensare anche ad un potenziamento delle funzioni che gli enti intermedi svolgono a supporto di comuni di piccole e medie dimensioni. Basti pensare, giusto a titolo di esempio, al codice degli appalti: c’è bisogno di aggiornare le piattaforme per digitalizzare le procedure di gara. Un percorso che ha bisogno di investimenti mirati che, come è stato previsto per tutte le altre amministrazioni pubbliche nazionali e locali, devono correttamente essere individuate anche per le Province nel PNRR”.
Tumblr media
0 notes