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#collana Isola
marcogiovenale · 11 months
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nuovo post sul blog 'esiste la ricerca': due testi di june scialpi e un'immagine di majid bita
https://www.mtmteatro.it/due-testi-di-june-scialpi/  
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gregor-samsung · 3 months
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" Ho spesso notato che le teorie rivoluzionarie per natura, che possono realizzarsi solo con un mutamento completo e talvolta subitaneo della proprietà e delle persone, godono infinitamente meno favore negli Stati Uniti che nelle grandi monarchie d'Europa. Anche se alcuni le professano, la massa le respinge con orrore istintivo. Non esito a dire che la maggior parte delle massime che in Francia si usano chiamare democratiche, sarebbero vietate dalla democrazia americana. Ciò si comprende chiaramente. In America vi sono idee e passioni democratiche, in Europa abbiamo ancora passioni e idee rivoluzionarie. Se l'America avrà mai grandi rivoluzioni, queste saranno provocate dalla presenza dei negri nel territorio degli Stati Uniti: vale a dire non sarà l'eguaglianza delle condizioni, ma la diseguaglianza che le farà sorgere. Quando le condizioni sono eguali, ognuno si isola volentieri in se stesso e dimentica il pubblico. Se i legislatori dei popoli democratici non cercano di correggere questa funesta tendenza o la favoriscono, con l'idea che essa allontani i cittadini dalla politica e, quindi, anche dalle rivoluzioni, può darsi che finiscano essi stessi per produrre il male che vogliono evitare e che venga un momento in cui le passioni disordinate di qualche uomo, appoggiandosi all'egoismo stupido e alla pusillanimità della maggioranza, riescano a far subire alla società strane vicissitudini. Nelle società democratiche solo piccole minoranze desiderano le rivoluzioni, ma le minoranze possono talvolta farle. "
Alexis de Tocqueville, La democrazia in America, a cura di Giorgio Candeloro, Biblioteca Universale Rizzoli (collana B.U.R. Saggi), 2005⁶ [1982], p. 671.
[ Edizione originale: De la démocratie en Amérique I-II, Librairie de Charles Gosselin, Paris; 1835, 1840 ]
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gammm-org · 1 year
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l'idea della catastrofe / carlo bordini. 2020
da L’idea della catastrofe, collana Isola, 2020. Testi di Carlo Bordini, illustrazioni di Silvia Rocchi
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lacollanaisola-blog · 7 years
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“Elegia” su Librobreve
Albero Cellotto recensisce "Elegia" di Lev Rubinštejn con le illustrazioni di Stefano Ricci, sul sito Librobreve.
Qui l’articolo.
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ilmondodiwit · 4 years
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Ma dé...... #isoladelba #isoladelbaapp #isola #isolabella #isoladelgiglio #acquamarina #estate2020 #estate #collana #gioielliargento #gioielli (presso Isola d'Elba) https://www.instagram.com/p/CClgWXtDsU4/?igshid=r4h4sju1ho7r
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vefa321 · 3 years
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Una parola sola non fa un solitario, ma una frase diventa una collana preziosa...
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Lo so che le distanze sono spazi senza una vera dimensione, uno strato di nuvole nel cielo terso delle relazioni.
Ma qui tutto svanisce, dietro le tende di ogni casa, dietro le porte, fuori le finestre, dentro i cuori...
Perché oggi, in questo posto che non esiste, su questa isola che non c'è da nessuna parte, voglio farli auguri con il cuore, con le mie semplici parole, come non sono capace di fare diversamente.
E se oggi scrivo è perché non so né disegnare né cantare.
Ma un Buon compleanno, fatto di sorrisi, di caffè, di parole che si vogliono abbracci, tanti quanti tutte quelle non ancora scritte.
Auguri @blackmammaaa .🎉🎉🎉
@vefa321
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liviaserpieri · 3 years
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“E presomi per mano, con un sorriso importante, misterioso, mi trasse con sé nella casupola. Qua, sotto i miei occhi, per prima cosa finì accuratamente di lavarsi i piedi; quindi si sfilò la collana di coralli, che depose sul tavolino vicino al letto; e poi si sciolse dalle forcinelle la sua chioma ben divisa e liscia (pareva come si slacciasse i nastri d’una cuffietta corvina). Così, quel giorno, io ebbi la mia prima amante. Nel corso di tale ora famosa, ogni tanto, per caso i miei occhi andavano sui coralli della collana deposta là presso il letto; e in seguito, la vista dei coralli ha sempre richiamato alla mia mente la prima impressione dell’amore, con un sapore di violenza cieca e festante, d’estate precoce. Non importa, se quel primo sapore io l’ho imparato  con una che non amavo. Lo stesso, m’è piaciuto, e mi piace assai; e ogni tanto, la notte, risogno i coralli.”
L’ isola di Arturo
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rossanataormina · 5 years
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Sabato 14 settembre, alle 19.00, Studio Pilar ospiterà "Isola", la collana di libriccini di poesia e disegni. Durante la serata i curatori e fondatori della collana Andrea Bruno e Mariagiorgia Ulbar, insieme ad Alessio Trabacchini,  leggeranno testi tratti dalle Isole, e sarà possibile visitare la mostra delle illustrazioni degli artisti che, negli anni, hanno collaborato ai libriccini. 
Tra questi: Andrea Bruno, Alice Milani, MP5, Cristina Portolano, Michelangelo Setola, Rossana Taormina, Rebecca Ricci, Luca Genovese, Guido Volpi, Giulia Tudori, Davide Catania, Paolo Parisi, Tiziana Percoco, Marco Corona, Maicol e Mirco.
Studio Pilar, Via Panfilo Castaldi, 16, 00153 Roma RM, Italia
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foxpapa · 5 years
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Procida ispira gioielli e parole 
Ci sono gli orecchini Corricella, "la terra dai mille colori, dove il tempo scorre lento e il vento del mare diffonde tra i viali la sua pazienza, le case sono di colore pastello, le strade di ciottoli e, a camminarci, ci si sente come pesci che nuotano tra meravigliosi coralli". E c'è la collana "Casa Vascello": perché "tra i viali di questa terra si resta leggeri lungo il cammino e le domande si disperdono tra i vicoli, i gradini e le ripide salite di una terra che è casa, da ovunque tu venga, e nave, per ovunque tu voglia andare". Parole e bellezza, un inno a Procida da indossare e, perché no, sussurrare: Teresa Di Vaia si ispira all'isola per creare "gioielli illustrati", come ama definirli. Un hobby che traduce talento e passione innata per l'arte e per il disegno. Così, le cartoline dei luoghi più incantati di Procida diventano collane e orecchini, piccoli tasselli di un mosaico chiamato isola. I gioielli sono interamente fatti a mano: dalla lavorazione del legno alla fase di pittura, alla realizzazione delle piccole cartoline che li accompagnano, partendo da uno schizzo su carta che poi rielabora digitalmente. Le location sono suggestioni riconoscibilissime. Napoletana, trentatrè anni, Teresa è del resto legata a Procida da un sottile filo rosso, complice l'amica Rossella: "Ero in un periodo nero e mi disse: 'Vieni qui, qui c'è il mare e a volte, a fine giornata, ti basta guardarlo per alleggerire i pensieri pesanti'. Aveva ragione". Una storia di rinascite ed estro artistico: "Volevo che da qui le persone potessero portare con sé un pezzo di storia, un'emozione plasmata tanto da poterla toccare e, in questo caso, indossare. Ho iniziato ad immaginare questi gioielli in legno che custodivano un racconto, ognuno il suo pezzettino come se fossero pagine di un libro. Procida è un'isola capace di farti sentire a casa fin dal primo giorno ed è un trionfo di colori ovunque ti giri, e i colori, proprio quelli, non dovevano mancare nella collezione alla quale stavo pensando. Non potevo non partire da qui". I gioielli sono in esposizione fino al 15 settembre da "Artemisia", una boutique a due passi da Marina Grande e dalla suggestiva Corricella. Portano la firma Divat: "Ma questo - spiega Teresa - è solo un hobby, produco ancora pochi pezzi e poche volte all'anno, anche se questo in realtà contribuisce a renderli unici. Mi piacerebbe, però, potermici dedicare come se fosse un vero e proprio lavoro, certo la burocrazia italiana e le spese necessarie per partire sono tante. Con un'agenzia di Roma, grazie al progetto 'Generazioni', sto iniziando a pensare di dare una forma diversa a questo hobby, per trasformarlo in qualcosa di concreto". Un sogno che ha i colori di Procida: realizzarlo è un attimo
di PASQUALE RAICALDO
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barbaraspinozzi · 3 years
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❤🧡💛💚💙💖 Anche la bellissima e affascinante @esther.casagrande ha scelto per il suo look la stampa più desiderata ed iconica dell'estate griffata Dolce & Gabbana: stiamo parlando della stampa #DGCarretto che inonda la sua magnifica gonna longuette a ruota realizzata in seta. Il pattern scelto dalla splendida Esther descrive il clima di assoluta festa dell'estate evocativo più che mai della Sicilia: i motivi del carretto e dei pupi richiamano le tradizioni folkloristiche siciliane e sono rappresentati in un'esplosione di colori vivaci tipici di questa favolosa isola. Quanto agli abbinamenti Esther li sceglie decisamente chic come le calzature e la borsa Devotion, la trendy micro bag sempre più tendenza fashion ed infine la favolosa collana con l'iniziale del suo nome della collezione #DGAlphabetCollection. Per l'incantevole Esther un'allure elegante, portatrice di buonumore, vitalità, davvero affascinante. Bellissima. Per maggiori informazioni potete rivolgervi alle Boutique Dolce & Gabbana; potete verificare la disponibilità dei capi e degli accessori consultando lo store.dolcegabbana.com ➡️ link in bio. #DGSS21 #DGWomen #DGCarretto #DGCarrettoSiciliano #DGLovesSicily #DGSicilyIsMyLove #DGSkirt #DGKnitwear #DGPumps #DGBag #DGDevotionBag #DGMicroBag #DGAmoreBag #DGBijoux #DGNecklace #DGAlphabetCollection #lamodaèbellezza #lamoreèbellezza #DGStyle #DGFamily #DolceGabbana #DolceGabbanaCommunity @dolcegabbana @dolcegabbana_man @dolcegabbana.fanpage @official_dolcegabbana @dolceegabbana___ @dolcegabbana_love @dolcegabbanaworld @dolcegabbanacz @crisvegasdg @zh.olga.5862 @joanna.dglasvegas @fdc_isp7300 @dolce.qatar @dolcegabbana.archive @lamore_e_bellezza_ @ciao_dolcegabbana_lv @spaziodg_com @dg.joburg @vale_201801 @ria_mercury @dolceandgabbanaclub #DomenicoDolce #StefanoGabbana @stefanogabbana.01 @siqueiragui #Repost @esther.casagrande ... Está belíssima a nova Coleção Carretto na Dolcegabbana do Pátio Batel ! Obrigada pelo convite @dolcegabbana @pri_tiemann @bettobassi @rodrigotineu foi muito especial ! Sucesso ! #dgcarretto #carrettocollection #carrettosiciliano 🤩👏 ❤🧡💛💚💙💖 https://www.instagram.com/p/CRyFHrKhlYo/?utm_medium=tumblr
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marcogiovenale · 1 year
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"condotta del simbionte", di june scialpi, oggi in prima presentazione @ festa della collana 'isola'
volentieri rilancio, qui di seguito, questo post su fb NOVITÀ nella collana ISOLA: Condotta del simbionte di June Scialpi e Majid Bita L’incontro con la scrittura di June Scialpi è avvenuto con Golem, libro d’esordio con cui mostra che la strada che ha scelto di percorrere con la sua lingua poetica non assomiglia ad altre, non imita, ma si afferma nella sua singolarità. Majid Bita fa lo stesso…
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gregor-samsung · 3 years
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“ La serie televisiva brasiliana 3% è una meravigliosa trasposizione fantascientifica della logica del Wasteocene. In un futuro non troppo lontano, la società brasiliana appare divisa fra un «entroterra» povero e devastato e una utopica e quasi paradisiaca isola, chiamata nella serie l’«off-shore». La tecnologia è il principale fattore divisivo tra i due mondi: mentre l’off-shore è pieno di qualunque tipo di gadget futuristici, l’entroterra ha l’aspetto di una gigantesca favela, dove le persone sopravvivono di avanzi. 3% rappresenta il contrasto tra pulito e moderno da una parte e sporco e obsoleto dall’altra. Se il principio guida dell’off-shore è la scienza, il bricolage sembra essere il sapere piú importante nell’entroterra: riuscire a riusare/reinventare ciò che è stato scartato è un’abilità cruciale per coloro che sono costretti a vivere in una discarica sociale e materiale. Fin qui, la serie non è troppo diversa da altri racconti post-apocalittici; forse è soltanto piú esplicita nella sua rappresentazione delle relazioni socio-ecologiche fondate sullo scarto. 3% diventa piú unica e interessante quando spiega le procedure che selezionano coloro che possono trasferirsi sull’isola. Usando la fantascienza per descrivere il credo neoliberista della concorrenza e della meritocrazia, gli autori immaginano che ogni anno tutti i cittadini che compiono vent’anni possano partecipare a una complessa e manipolatoria serie di test – «il Processo» – tramite la quale alcuni verranno selezionati e spostati nell’off-shore. Nella prospettiva del Wasteocene, il Processo è un dispositivo chiave, perché illustra in maniera creativa – per quanto abbastanza realistica – l’interiorizzazione delle wasting relationships che riproducono le persone e i luoghi di scarto. In questa distopia fantascientifica, esiste addirittura una sorta di culto religioso del Processo, che rende tutti gli individui dell’entroterra completamente «governamentalizzati» e obbedienti alla logica dell’ingiustizia che separa coloro che meritano di piú da coloro che vengono scartati. All’inizio della terza stagione, Michele, una dei leader della ribellione contro il sistema, dichiara apertamente che per i ricchi che vivono off-shore il resto della popolazione è semplice scarto. La repressione violenta è uno strumento fondamentale in 3% cosí come lo è nel Wasteocene: le persone non accettano facilmente di essere trattate alla stregua di rifiuti e obbligate a vivere in discariche socio-ecologiche. Ciò nonostante, anche la repressione epistemica e culturale è uno strumento importante per mantenere in funzione il sistema. In questo senso, l’idea del Processo è estremamente potente, perché coinvolge tutto l’armamentario delle menzogne neoliberiste sul meritarsi «una vita migliore» grazie alle proprie capacità e al duro lavoro. Come sosteneva Bauman (2008, p. 158), questo discorso dei meriti presuppone che coloro che vivono nella discarica socio-ecologica globale non siano vittime di ingiustizia ma della loro stessa incapacità di costruirsi una vita migliore. Il Wasteocene non riguarda tanto le macerie dell’entroterra – per seguire 3% – quanto piuttosto la misura in cui le macerie sono il prodotto collaterale di relazioni socio-ecologiche ingiuste ma normalizzate da una celebrazione quasi religiosa. A un certo punto della serie, diventa chiaro che la devastazione dell’entroterra è la diretta conseguenza della prosperità dell’off-shore. Del resto, ogni paradiso necessita talmente di un inferno che si crea il suo. “
Marco Armiero, L’era degli scarti. Cronache dal Wasteocene, la discarica globale, traduzione di Maria Lorenza Chiesara, Einaudi (collana Passaggi), 2021. [Libro elettronico] [Edizione originale: Wasteocene. Stories from the global dump, Cambridge University Press, 2021]
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morenamacrame · 4 years
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Al centro del girocollo c'è un semplice disegno geometrico abbinato alle perline nella stessa tonalità del marrone. L'ispirazione in stile etnico bohemien mi ha sempre accompagnata nel corso degli anni ed i miei gusti si riflettono nelle mie creazioni. Il set collana ed orecchini (che vi mostrerò a breve) sono inseriti nel libro pubblicato dalla casa editrice #stackpolebooks Connecticut USA. Il libro dal titolo "Knotted & Beaded Macramè Jewelry" uscirà ad Aprile al momento è in pre-vendita su Amazon, bookdepository ed altri siti 🌿LINK IN BIO🌿 Tanti altri dettagli e foto li trovate nel mio Etsy Shop link 🍀IN BIO🍀 Foto 1-2 @francesco_piccolo_director @cocoproduzioni Filato usato 🍀 @linhasita #ethnicjewellery #morenapirri #weddingjewellery #ethnicnecklace #chokernecklace #designerjewelry #macramenecklace #stylingjewellery #womanentrepreneur #macramelovers #macramejewelry #handcraftedjewelry #handmadejewellery #bohemianstyle #jewelrylover #chokerstyle #gypsyjewelry #jewelrytrends #jewelrygram #tribaljewelry #bohojewelry #bohofanatic #jewelrydesigner #linhasita #bohonecklace #handmadenecklace #jewelryart #necklaceoftheday #artisanjewelry (presso Isola di Vulcano) https://www.instagram.com/p/CMO72cUhtQS/?igshid=1chcf7r2kqso8
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lacollanaisola-blog · 8 years
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Lev Rubinštejn, Stefano Ricci. Elegia
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Febbraio 2017, 10x15, 32 pagine
Traduzione di Alessandro Niero
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freedomtripitaly · 5 years
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La Thailandia è un posto meraviglioso e uno dei luoghi in cui è più facile viaggiare, in particolar modo da soli. Le persone sono molto cordiali, è un paese sicuro e i trasporti e gli alloggi sono di facile accesso per tutti. In tutti i miei anni di travel coaching ho sempre suggerito la Thailandia come prima meta per un viaggio in solitaria per chi magari stesse cercando un luogo tropicale e con una discreta vita sociale. La Thailandia è un paese con più anime, rispetto alla prima volta in cui ci sono andata, nel 2000, oggi ha sviluppato delle offerte per viaggiatori dai gusti molto diversi. Forse non tutti sanno che il nord della Thailandia rappresenta forse il centro mondiale dei nomadi digitali, ossia tutte quelle persone che lavorano da remoto e che non hanno bisogno di una location fissa. Per questo motivo, intere zone, come quella di Chang Mai si sono trasformate e hanno tantissimi caffè o ristoranti con connessioni wifi, possibilità di alloggiare in luoghi molto confortevoli e una discreta vita notturna, molto meno trash rispetto a Bangkok ed alcune isole. Il turismo negli ultimi anni si è evoluto distinguendosi per interessi, ad esempio la Thailandia è famosa in tutto il mondo per le arrampicate su roccia e nello specifico la provincia di Krabi, nelle famose spiagge di Railay e Tonsai, in questo piccolo fazzoletto di terra avrete la possibilità di imparare e praticare arrampicata da insegnanti meravigliosi e di godevi un’atmosfera decisamente rilassata e hippy. La Thailandia è anche il paese dove avrete la possibilità di prendere il brevetto per fare immersioni spendendo davvero pochissimo, il primato del corso più economico del mondo se lo contendono la Thailandia e l’Honduras. Molte persone iniziano ad immergersi nell’Isola di Koh Tao o Koh Pangan, che si trovano nel mare del Golfo di Tailandia, è sicuramente un’ottima idea perché ci sono poche correnti, una buona visibilità e adesso, dopo diversi anni, la fauna e la flora sottomarina sono decisamente migliorati dai tempi dello Tsunami. Se invece siete già degli esperti in campo immersioni vi consiglio di dedicare qualche giorno a Koh Lanta, nel mare delle Andamane, si trova in un punto strategico dove le correnti fanno convergere moltissimi pesci e le piccole isole disabitate nelle vicinanze regalano colori nei fondali davvero meravigliosi. Le isole Similan sono sicuramente il posto migliore per immergersi in Thailandia, è un arcipelago disabitato, il modo migliore per visitarle è in barca, se fate immersioni in una liveaboard ossia una imbarcazione equipaggiata per le immersioni dove potrete tuffarvi nel blu fino a 4 volte al giorno. In alternativa si possono visitare le isole in tenda, ma ricordatevi di non lasciare nulla sulla spiaggia perché sono in aria protetta. Il vostro itinerario in Thailandia potrà essere in parte influenzato dalla stagione e quindi dalle relative piogge. Il periodo migliore per andarci, è durante il nostro inverno, quando lì c’è la stagione secca, in questi mesi nella parte continentale sarà leggermente più fresco e meno umido. Durante la nostra estate invece siamo in piena stagione delle piogge, in molti casi potremmo trovarci in regioni allagate specialmente al nord. In questa stagione a Bangkok e al nord l’umidità potrebbe essere davvero molto intensa, il posto migliore dove andare per trovare bel tempo al mare è sicuramente il lato del golfo della Thailandia e quindi le isole di Koh Samui, Koh Pangan, Koh Tao e le altre. Per costruire un viaggio bilanciato in Thailandia io vi suggerisco di dedicare la prima parte alla scoperta della cultura e la seconda parte al relax al mare. Tutti i viaggi partono da Bangkok la sua capitale che non dorme mai, la città è molto bella ed interessante, se è la prima volta che la visitate vi suggerisco di dormire lungo il fiume, se invece ci siete già stati potrebbe essere interessante spostarvi verso Sukhumvit, un quartiere meno turistico e molto frequentato anche da expat. La zona più popolare e con la maggior parte di alloggi a buon mercato è Khao San Road, personalmente non è il genere di luogo che consiglierei, è molto rumoroso si trovano tantissimi ragazzini ubriachi e non è il massimo della sicurezza, però ovviamente se cercate una serata folle va benissimo. una buona idea invece potrebbe essere orientare una delle vostre notti nella capitali su un roof top bar che dopo il film 007 sono diventati davvero popolari a Bangkok. Viaggiare in Tailandia significa anche cercare di imparare di più sul grande impero del Siam e quindi è fondamentale andare a visitare le città di Ayutthaya e Sukhothai. Ayutthaya è raggiungibile in giornata da Bangkok perché si trova a meno di 100km, rappresenta l’antica capitale del regno di Siam, è possibile visitare le rovine della città vecchia anche se sono rimasti in piedi solamente gli edifici religiosi e quindi templi, pagode e monasteri buddisti. Iconografiche sono le teste di Buddha abbracciate dalle radici degli alberi, una delle mie immagini preferite del paese. Per raggiungere Sukhothai invece è necessario prevedere di dormire in loco perché sono necessarie diverse ore di strada. Questo rappresenta il più bello e importante sito archeologico della Tailandia, è molto interessante la sua struttura architettonica dove templi e piscine rettangolari si alternano regalando incredibili giochi di luce, specialmente all’alba e al tramonto. Più ci incamminiamo verso il nord e più il paesaggio si trasforma in una foresta fitta ed impenetrabile. Nella zona di Pai e come dicevo prima, di Chang Mai e Chang Rai si trovano alcuni dei più bei trekking che si possano fare in questo paese. Fate molta attenzione a rivolgervi solamente ad operatori ecosostenibili e che mettano al primo posto il rispetto della natura, evitate qualsiasi tipo di tour in sella di elefante , se il vostro trekking sarà abbastanza selvaggio, avrete modo di incontrare gli elefanti liberamente nella foresta. Da un punto di vista etnico, il nord della Tailandia condivide con il vicino Myanmar l’etnia Padaung, le cui donne sono famose per essere le “donne giraffa”. Questa usanza ha radici molto antiche, dall’età di 6 anni le bambine venivano costrette ad indossare gli anelli di ferro pesanti e ad allungare il proprio collo, rompendo le clavicole in maniera irreversibile ed ad allungare le vertebre, ovviamente questa pratica oltre ad essere estremamente dolorosa impedisce alle donne molti movimenti. Questa tradizione era “colorita” con il valore della bellezza, ma era un segno di sottomissione in quanto se una donna era accusata di adulterio venivano rotti gli anelli provocando così la morte per la rottura del collo. Questa pratica originale è praticamente abbandonata, alcune donne indossano degli anelli di piombo, ma come collana, non tanti da romperle le ossa. In Thailandia c’è solo un villaggio in cui questa pratica esiste ancora ed è mantenuta solo a causa dei turisti che pagano per vedere questo fenomeno da baraccone, quindi per piacere evitate d’andarci per spezzare questa catena del dolore almeno per le generazione future. Tornando alle isole io mi soffermerei più su quelle che affacciano sul mare delle Andamane perché, a mio gusto personale, sono le più belle. Ricordiamo che in Thailandia ci sono centinaia di isole, molte disabitate o quasi, quindi in qualsiasi momento potrete avere un’isola disabitata o quasi, dipende solo dal vostro grado d’adattamento. Per quelle alquanto “popolate”, vi consiglio sicuramente una visita a Phi Phi Island, anche se negli anni dopo il lancio del film The Beach era diventata preda del turismo di massa, ora la situazione si è normalizzata. La famosa Maya Bay ha ridimensionato l’accesso, sono tornati gli squali e un sacco di vita sottomarina, anche in questo caso, viaggiate responsabilmente, niente motoscafi con alcol e musica a palla, scegliete le long tail boat guidate dai locali e mangiate cibo cucinato sul posto. Una delle isole più divertenti in questi anni è Koh Lipe, acqua cristalline e tantissimi localini con musica e feste, è un turismo tranquillo, giovane, non sfarzoso, da qui si possono fare tantissime escursioni in paesaggi meravigliosi nelle vicinanze. Merita anche un salto a Koh Boulogne dove c’è una grande comunità francese, infatti trovate delle baguettes buonissime. Anche se spesso si associa Phuket ad un turismo di basso livello, direi che una visita la merita tutta, primo perché è una isola molto grande, molto varia e che nasconde mille tesori poco conosciuti e poi perché Phuket Town merita sicuramente una visita, è una delle poche città coloniali portoghesi e ha un’architettura davvero differente rispetto al resto del paese. La Thailandia è un paese meraviglioso e molto vario, non vi stancherete mai di tornarci e di scoprire nuovi angoli e nuove isole, io ci sono stata tre volte e sogno la prossima volta che volerò lì. https://ift.tt/2TKoLC6 Viaggiare da soli in Thailandia La Thailandia è un posto meraviglioso e uno dei luoghi in cui è più facile viaggiare, in particolar modo da soli. Le persone sono molto cordiali, è un paese sicuro e i trasporti e gli alloggi sono di facile accesso per tutti. In tutti i miei anni di travel coaching ho sempre suggerito la Thailandia come prima meta per un viaggio in solitaria per chi magari stesse cercando un luogo tropicale e con una discreta vita sociale. La Thailandia è un paese con più anime, rispetto alla prima volta in cui ci sono andata, nel 2000, oggi ha sviluppato delle offerte per viaggiatori dai gusti molto diversi. Forse non tutti sanno che il nord della Thailandia rappresenta forse il centro mondiale dei nomadi digitali, ossia tutte quelle persone che lavorano da remoto e che non hanno bisogno di una location fissa. Per questo motivo, intere zone, come quella di Chang Mai si sono trasformate e hanno tantissimi caffè o ristoranti con connessioni wifi, possibilità di alloggiare in luoghi molto confortevoli e una discreta vita notturna, molto meno trash rispetto a Bangkok ed alcune isole. Il turismo negli ultimi anni si è evoluto distinguendosi per interessi, ad esempio la Thailandia è famosa in tutto il mondo per le arrampicate su roccia e nello specifico la provincia di Krabi, nelle famose spiagge di Railay e Tonsai, in questo piccolo fazzoletto di terra avrete la possibilità di imparare e praticare arrampicata da insegnanti meravigliosi e di godevi un’atmosfera decisamente rilassata e hippy. La Thailandia è anche il paese dove avrete la possibilità di prendere il brevetto per fare immersioni spendendo davvero pochissimo, il primato del corso più economico del mondo se lo contendono la Thailandia e l’Honduras. Molte persone iniziano ad immergersi nell’Isola di Koh Tao o Koh Pangan, che si trovano nel mare del Golfo di Tailandia, è sicuramente un’ottima idea perché ci sono poche correnti, una buona visibilità e adesso, dopo diversi anni, la fauna e la flora sottomarina sono decisamente migliorati dai tempi dello Tsunami. Se invece siete già degli esperti in campo immersioni vi consiglio di dedicare qualche giorno a Koh Lanta, nel mare delle Andamane, si trova in un punto strategico dove le correnti fanno convergere moltissimi pesci e le piccole isole disabitate nelle vicinanze regalano colori nei fondali davvero meravigliosi. Le isole Similan sono sicuramente il posto migliore per immergersi in Thailandia, è un arcipelago disabitato, il modo migliore per visitarle è in barca, se fate immersioni in una liveaboard ossia una imbarcazione equipaggiata per le immersioni dove potrete tuffarvi nel blu fino a 4 volte al giorno. In alternativa si possono visitare le isole in tenda, ma ricordatevi di non lasciare nulla sulla spiaggia perché sono in aria protetta. Il vostro itinerario in Thailandia potrà essere in parte influenzato dalla stagione e quindi dalle relative piogge. Il periodo migliore per andarci, è durante il nostro inverno, quando lì c’è la stagione secca, in questi mesi nella parte continentale sarà leggermente più fresco e meno umido. Durante la nostra estate invece siamo in piena stagione delle piogge, in molti casi potremmo trovarci in regioni allagate specialmente al nord. In questa stagione a Bangkok e al nord l’umidità potrebbe essere davvero molto intensa, il posto migliore dove andare per trovare bel tempo al mare è sicuramente il lato del golfo della Thailandia e quindi le isole di Koh Samui, Koh Pangan, Koh Tao e le altre. Per costruire un viaggio bilanciato in Thailandia io vi suggerisco di dedicare la prima parte alla scoperta della cultura e la seconda parte al relax al mare. Tutti i viaggi partono da Bangkok la sua capitale che non dorme mai, la città è molto bella ed interessante, se è la prima volta che la visitate vi suggerisco di dormire lungo il fiume, se invece ci siete già stati potrebbe essere interessante spostarvi verso Sukhumvit, un quartiere meno turistico e molto frequentato anche da expat. La zona più popolare e con la maggior parte di alloggi a buon mercato è Khao San Road, personalmente non è il genere di luogo che consiglierei, è molto rumoroso si trovano tantissimi ragazzini ubriachi e non è il massimo della sicurezza, però ovviamente se cercate una serata folle va benissimo. una buona idea invece potrebbe essere orientare una delle vostre notti nella capitali su un roof top bar che dopo il film 007 sono diventati davvero popolari a Bangkok. Viaggiare in Tailandia significa anche cercare di imparare di più sul grande impero del Siam e quindi è fondamentale andare a visitare le città di Ayutthaya e Sukhothai. Ayutthaya è raggiungibile in giornata da Bangkok perché si trova a meno di 100km, rappresenta l’antica capitale del regno di Siam, è possibile visitare le rovine della città vecchia anche se sono rimasti in piedi solamente gli edifici religiosi e quindi templi, pagode e monasteri buddisti. Iconografiche sono le teste di Buddha abbracciate dalle radici degli alberi, una delle mie immagini preferite del paese. Per raggiungere Sukhothai invece è necessario prevedere di dormire in loco perché sono necessarie diverse ore di strada. Questo rappresenta il più bello e importante sito archeologico della Tailandia, è molto interessante la sua struttura architettonica dove templi e piscine rettangolari si alternano regalando incredibili giochi di luce, specialmente all’alba e al tramonto. Più ci incamminiamo verso il nord e più il paesaggio si trasforma in una foresta fitta ed impenetrabile. Nella zona di Pai e come dicevo prima, di Chang Mai e Chang Rai si trovano alcuni dei più bei trekking che si possano fare in questo paese. Fate molta attenzione a rivolgervi solamente ad operatori ecosostenibili e che mettano al primo posto il rispetto della natura, evitate qualsiasi tipo di tour in sella di elefante , se il vostro trekking sarà abbastanza selvaggio, avrete modo di incontrare gli elefanti liberamente nella foresta. Da un punto di vista etnico, il nord della Tailandia condivide con il vicino Myanmar l’etnia Padaung, le cui donne sono famose per essere le “donne giraffa”. Questa usanza ha radici molto antiche, dall’età di 6 anni le bambine venivano costrette ad indossare gli anelli di ferro pesanti e ad allungare il proprio collo, rompendo le clavicole in maniera irreversibile ed ad allungare le vertebre, ovviamente questa pratica oltre ad essere estremamente dolorosa impedisce alle donne molti movimenti. Questa tradizione era “colorita” con il valore della bellezza, ma era un segno di sottomissione in quanto se una donna era accusata di adulterio venivano rotti gli anelli provocando così la morte per la rottura del collo. Questa pratica originale è praticamente abbandonata, alcune donne indossano degli anelli di piombo, ma come collana, non tanti da romperle le ossa. In Thailandia c’è solo un villaggio in cui questa pratica esiste ancora ed è mantenuta solo a causa dei turisti che pagano per vedere questo fenomeno da baraccone, quindi per piacere evitate d’andarci per spezzare questa catena del dolore almeno per le generazione future. Tornando alle isole io mi soffermerei più su quelle che affacciano sul mare delle Andamane perché, a mio gusto personale, sono le più belle. Ricordiamo che in Thailandia ci sono centinaia di isole, molte disabitate o quasi, quindi in qualsiasi momento potrete avere un’isola disabitata o quasi, dipende solo dal vostro grado d’adattamento. Per quelle alquanto “popolate”, vi consiglio sicuramente una visita a Phi Phi Island, anche se negli anni dopo il lancio del film The Beach era diventata preda del turismo di massa, ora la situazione si è normalizzata. La famosa Maya Bay ha ridimensionato l’accesso, sono tornati gli squali e un sacco di vita sottomarina, anche in questo caso, viaggiate responsabilmente, niente motoscafi con alcol e musica a palla, scegliete le long tail boat guidate dai locali e mangiate cibo cucinato sul posto. Una delle isole più divertenti in questi anni è Koh Lipe, acqua cristalline e tantissimi localini con musica e feste, è un turismo tranquillo, giovane, non sfarzoso, da qui si possono fare tantissime escursioni in paesaggi meravigliosi nelle vicinanze. Merita anche un salto a Koh Boulogne dove c’è una grande comunità francese, infatti trovate delle baguettes buonissime. Anche se spesso si associa Phuket ad un turismo di basso livello, direi che una visita la merita tutta, primo perché è una isola molto grande, molto varia e che nasconde mille tesori poco conosciuti e poi perché Phuket Town merita sicuramente una visita, è una delle poche città coloniali portoghesi e ha un’architettura davvero differente rispetto al resto del paese. La Thailandia è un paese meraviglioso e molto vario, non vi stancherete mai di tornarci e di scoprire nuovi angoli e nuove isole, io ci sono stata tre volte e sogno la prossima volta che volerò lì. Se avete intenzione di iniziare a viaggiare in solitaria e non sapete da che paese partire, la Thailandia è sicuramente una meta ideale dalla quale iniziare.
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barbaraspinozzi · 3 years
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