#discariche
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Quanti rifiuti produciamo ogni giorno? L’impatto ambientale e le soluzioni per un futuro sostenibile
Dalla produzione allo smaltimento: numeri, problemi e strategie per ridurre i rifiuti nel mondo
Dalla produzione allo smaltimento: numeri, problemi e strategie per ridurre i rifiuti nel mondo Introduzione Ogni giorno, nel mondo, vengono prodotti oltre 3,5 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani, un dato impressionante che continua a crescere con l’aumento della popolazione e dei consumi. La gestione dei rifiuti è una delle sfide ambientali più urgenti: molti materiali non vengono…
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20 Aprile 2025 - Pasqua
Parte 3/3
Anche oggi, altro giorno altra corsa.
La stessa amica giapponese che avevo invitato a cena, mi aveva chiesto di andare a casa dei suoi genitori per vedere un divanetto che vorrebbero buttare via. Poiché sto traslocando mi hanno chiesto se lo volevo, assieme ad altra roba che non usano più.
(In Giappone si paga una tassa aggiuntiva sui rifiuti ingombranti, quindi se riescono a regalare/rivendere roba, tanto meglio.)
Il divanetto in realtà lo volevo a prescindere perché la stanza è praticamente vuota e la mia amica mi aveva fatto anche una foto... quindi tutta sta necessità di vederlo dal vivo non c'era però vabbè. La sera stessa poi mi dice:"Mio padre ha detto che vuole cucinare la pasta anche per te, quindi rimani anche a pranzo!"
Figuriamoci se dico di no a un pranzo gratis però, ho pensato... aeh e mo chissà che cazzo di pasta mi combina. Però vabbè qua se magnamo tutto figuriamoci.
Quindi di nuovo sveglia e viaggio in treno per arrivare a destinazione verso la prefettura di Saitama, a nord di Tokyo.
La casa è bella grande e ha anche un sacco di verde intorno. Anche dentro è molto più spaziosa di quella dei genitori dell'altra mia amica giapponese (o almeno, questa è stata la mia impressione), nonostante sia piena zeppa di roba (le casi giapponesi certe volte sembrano discariche ordinate; in casa avevano persino una bicicletta...).
Il padre ha seguito un corso da cuoco e gli piace tantissimo cucinare, infatti è praticamente lo chef della casa perché la moglie non cucina niente. Gli spaghetti che ha preparato alla fine non erano per niente male e, anzi, sono stati preparati proprio come li farebbe un italiano: tanto olio, sugo e olive nere. Top.
Poi c'era della carne con qualche verdura e foglia di insalata e per dessert mochi con fagioli adzuki (il mio dolce giapponese preferito).



La madre è letteralmente un personaggio. Oltre a fare sempre le stesse domande in continuazione, è proprio simpatica e fa un sacco di battute. Poiché la mia amica tra qualche mese andrà a fare un viaggio in Sardegna la madre ha fatto:"Porta anche me!!" "La prossima volta dai" "Ma per la prossima volta morirò!! Poi te ne pentirai e penserai:'Se solo l'avessi portata in Italia quando me lo aveva chiesto...'" - io sono letteralmente scoppiata a ridere per come l'ha detto.
Dopo mangiato, mi hanno chiesto se volevo un po' di verdure del loro orticello perché loro non riescono a finire tutto. Ovviamente con il costo che hanno le verdure qui, non posso che dire di sì e quindi mi sono guadagnata dei cipollotti delle erbe e dei baccelli di piselli. Quando abbiamo riempito una bustina di tipo 300gr di baccelli ha fatto "questo ti basta per una settimana!" e io:"Veramente questo me lo mangio in una volta...". (Le loro porzioni già sono piccole ma con la verdura hanno proprio la manina corta... posso capire pure dato il prezzo, ma è soprattutto un fatto culturale. E io con quelle quantità, non me lo sento nemmeno nello stomaco).
A quanto pare, la madre ha il pollice verde e, come molti vecchietti fanno qui anche attorno a dove vivo ora, si sono comprati un pezzo di terreno altrove dove hanno un altro orticello in cui coltivano di tutto. Presa la verdura, mi hanno promesso pure di darmi pomodori e melanzane quest'estate (super felice perché sono verdure costosissime) e poi ce ne siamo andate.
Loro hanno pure viaggiato un sacco e hanno visitato tantissimo l'Europa: Spagna, Italia, Portogallo, Austria, Estonia, Lituania... ma pure Taiwan, Sri Lanka e un paese in Africa che ora non ricordo.
"Ora non ci sono più soldi quindi niente più viaggi ahahah", segno che i tempi prima erano molti migliori (poi ci lamentiamo dei giovani) e che i vecchietti con la pensione se la passano non troppo bene.
È sempre curioso entrare nella vita dei vecchietti giapponesi... mi piace proprio assai.
Tornando a casa ho pensato ai miei nonni, che avrei dovuto chiamare per far loro gli auguri, ma che non ho chiamato perché questi giorni sono emotivamente duri e non ne avevo voglia. D'altra parte nemmeno loro hanno chiamato me, l'unica nipote lontana... si vede che tra i festeggiamenti non ero tra i loro pensieri, per cui va bene così.
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Cari popoli minori tipo serbi portoghesi e contadiname vario, dobbiamo consumarvi qualche migliaio di ettari quadrati di suolo for the Greater Good Ambientale.
In questo caso specifico poi, le operazioni saranno in sotterraneo mica a cielo aperto, di che si lagnano? Solo perché la Rio Tinto, società a capitale cinese, è autore seriale di disastri sanitari ambientali in giro per il mondo? Prevenuti!
Certo, il vostro ambiente verrà riempito di montagne di discariche di residui vari percolanti (ma li rivestiremo tutti: con la plastica!) e l'acqua verrà tutta usata ma poi tutta restituita eh, solo con un filino di acido solforico residuo.
E' il barbatrucco degli ambientalisti, estendere la devastazione dalle loro città morbose alla campagna aperta. Poi oltre al danno la beffa: vi verranno a dire che il problema sono le vostre mucche scoreggione e la carne "davvero sana e vegana" ahahah la sintetizzano nei loro lab. Wuhan style. Cosa mai potrà andare storto?
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strade chilometri mignotte
Paolo, il padre di Rosemary, è stato il mio primo cliente, il primo a darmi fiducia un anno fa e l’unico a pagare sempre puntuale al primo del mese. Col tempo il nostro rapporto s’è stretto al punto da farci quasi amici, sento chiaramente il suo bene e gli voglio bene anch’io. Qualche giorno fa mi ferma in chiusura, esclamando: “Per sabato non prendere impegni, eh. Ti porto a cena fuori e poi ce ne andiamo a divertirci”. Ho accettato volentieri, nonostante l’ultima frase mi lasciasse un po’ interdetto. Che intenderà per “divertirci”? Alcol? Night club? Prostitute? Magari solo un giro. Così ieri sera m’ha raccontato un po’ della sua storia: Paolo è un camionista, marinaio dell’asfalto, un ferino divorzio alle spalle e un unico mantra nella vita: strade, chilometri e mignotte. Un acre bisogno d’infinito amore che ne martella il cuore, spingendolo a cercar muto affetto fra le cosce a pagamento. Dopo cena mi dice che vorrebbe andare a Bari e io gli faccio eco, entusiasta, credendo nella birra. Noto però che avvicinandoci, la città s’allontana sempre più e anziché entrare, Paolo gira largo fra le stazioni di servizio in periferia, sulla statale. Non voglio pensarlo, ma lo penso, e comincio a sentirmi male. “Sei serio?” gli chiedo, ma lui quasi non risponde, fisso ormai in un’ossessione. Quando, superata la prima, non si ferma, mi dico allora che forse sta scherzando, non lo farà davvero. Giriamo così per mezz’ora, ogni svolta mi fa credere a un ritorno, per poi ritrovarci in mezzo a discariche abusive e casolari abbandonati, in una notte d’apparente sciopero. Quando penso ormai che sia finita, ecco che troviamo l’ultima combattente ancora in piedi, una ragazza sudamericana svogliatamente poggiata contro una stazione di benzina. Paolo accosta e m’implode il cuore. “Ciao bella, sei in servizio?” la ragazza ci guarda malissimo ed emette un vago: “Sì…?” poco convinto. “Non è che per caso hai un’amica per lui?” “Sì… mo’ torna” a quel punto m’intrometto a cuore duro e sputo d’angoscia: “No no no, guarda, io passo. Non sono molto nel mood”, con lo schifo addosso di sentirmi trattare come se stessi dicendo no a una birra o a un pacchetto di patatine. Paolo si volta un po’ risentito e dice: “Ok, allora ripassiamo tra dieci minuti”. Ribadisco le mie intenzioni, ma lui insiste, quasi si sentisse in dovere d’offrirmi una scopata. Cerco d’esser calmo, nonostante non lo sia, e mi rendo conto che Paolo sembra averne assolutamente bisogno, come se non potesse chiudere la notte altrimenti. Se a lui serve, mi dico, non posso certo impedirglielo. Ma nessuno potrà forzarmi a fare ciò che non voglio. Non so se le due “amiche” ci stessero aspettando, non credo, fatto sta che non siamo più tornati e la serata è finita così, in una nube di schifo, tristezza e profondo squallore.
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Un importante giro di boa verso la manifestazione nazionale del 4 novembre a Roma
Nonostante un tempo inclemente, oltre duemila persone hanno sfilato dalla basilica di San Piero a Grado sino alla base militare di camp Darby, sino ad arrivare alle reti della base del CISAM (Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari), dove pende il progetto di insediamento di una base dei Gruppo di InterventI Speciali dei carabinieri.
Una manifestazione preparata da tempo dal Movimento contro la base a Coltano ed altrove, per dire no alla nuova base che il governo Draghi prima e il governo Meloni adesso intendono costruire nel cuore di un parco naturale già occupato da queste due servitù militari statunitense ed italiana.
L’emergenza palestinese di queste ultime settimane, riesplosa con l’insurrezione popolare del 7 ottobre, ha profondamente condizionato il clima e le parole d’ordine del corteo, orientando tutte le componenti che hanno incarnato la manifestazione ad esprimere la propria solidarietà con il popolo palestinese e la sua resistenza contro Israele, con contenuti diversi ma convergenti sul no al massacro in atto a Gaza.
Una manifestazione importante, che ha visto sfilare molte soggettività provenienti dal centro e nord Italia, impegnate sia nella lotta contro la guerra, sia su tematiche ambientali territoriali riconducibili al clima di “guerra interna” che subiscono i territori, martoriati dal produzioni nocive, discariche e scandali continui, che vedono amministratori locali di tutti gli schieramenti politici coadiuvare e coprire imprese private nell’interramento abusivo di residui cancerogeni.
Insieme alle questioni ambientali sono state agitate le tematiche della militarizzazione della formazione e dell’Università, anche grazie alla forte presenza dei giovani di Cambiare Rotta e di OSA (organizzazione Studentesca di Alternativa), che insieme alla Rete dei Comunisti hanno animato la manifestazione con uno striscione che recitava: “Con la Palestina fino alla vittoria – no basi no guerre no NATO – sabato 4 novembre tuti a Roma”.
Forte la presenza di Potere al Popolo, con la presenza della portavoce nazionale Marta Collot, intervenuta ai microfoni e sulla stampa sui temi del No alla guerra, alla NATO e all’invio delle armi in Ucraina, oltre che alla solidarietà con la resistenza palestinese.
Infine ma non per ultima l’Unione Sindacale di Base, che nel suo intervento al microfono ha evidenziato il clima di guerra “interna” che si sta vivendo a livello continentale con l’arresto di un sindacalista della CGT francese per “apologia di terrorismo” per aver solidarizzato con la resistenza palestinese.
Anche in Italia si susseguono provvedimenti liberticidi contro il diritto di sciopero e contro le mobilitazioni studentesche. Una guerra fatta di tagli enormi alla spesa sociale e ai salari per pagare missioni militari e invio di armi, ma anche di centinaia di morti sul lavoro e decine di migliaia di invalidi.
A Pisa abbiamo vissuto un momento importante di mobilitazione, che ha portato in piazza istanze generali e territoriali.
Ora si tratta di mettere a valore la forza espressa contro basi militari, militarizzazione della società e devastazioni territoriali, orientandola contro il primo responsabile di queste politiche: il governo Meloni e il suo allineamento totale con l’euroatlantismo NATO, che sta portando il paese nell’occhio del ciclone di un escalation pericolosissima per la pace nel mondo.
Per questo siamo scesi in piazza indicando nella manifestazione nazionale del 4 novembre come ulteriore passaggio, insieme a tutte le mobilitazioni che si svolgeranno in quel giorno in altre città, per dare una nuova prospettiva al movimento contro la guerra nel nostro paese.
Ci vediamo a Roma il 4 novembre!
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#Facilmente disgustato/Easily disgusted
“Sono sempre più facilmente disgustato dal fatto che stiamo vivendo in questa società impegnata a farci spendere più di quanto abbiamo, o più di quanto dovremmo, per cose di cui non abbiamo realmente bisogno o che vogliamo, e che inoltre ci sta uccidendo lentamente mentre ci riempie tutte le discariche e fa cantare sempre meno gli uccelli.”John Updike, poeta, scrittore e critico letterario “I am…
#Birds#disgust#John Updike#kill#Life#lliterary critic#novelist#poet#Policy#quote#singlandfillls#society#spend
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http://www.riciclare-polistirolo.it/italy-greenmax-gli-scarti-di-eps-creano-nuovo-valore-economico/
Tuttavia, se smaltito in modo improprio, può causare problemi ambientali, come l’inquinamento del suolo nelle discariche. Il polistirene è in realtà un materiale con un grande potenziale di riciclo. Grazie alla sua semplice struttura polimerica e al basso punto di fusione, i processi avanzati di riciclo possono ottenere alti tassi di recupero con un consumo energetico ridotto.
http://www.riciclare-polistirolo.it/wp-content/uploads/2025/05/20250527013701_87423.jpg
EPS Soluzione GREENMAX
Utilizzando attrezzature come il compattatore per polistirene o il densificatore EPS, il materiale espanso può essere compresso fino a 1/50 o 1/90 del volume originale, migliorando notevolmente l’efficienza del trasporto e dello stoccaggio. Allo stesso tempo, l’EPS riciclato mantiene una domanda di mercato stabile, con prezzi persino superiori a quelli di altri materiali riciclabili comuni come il cartone, creando così un maggiore valore economico per le aziende.
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Terra avvelenata: l’Italia che brucia e affoga nell’indifferenza
L’Italia sta soffocando.
Fiumi secchi, alluvioni devastanti, frane che seppelliscono interi paesi, incendi che divorano boschi e vite. Ma chi dovrebbe agire guarda altrove, troppo occupato a fare affari, campagne elettorali o propaganda sui social.
Il cambiamento climatico è già qui, ma viene trattato come un'opinione.
Interi territori devastati dalle mafie dei rifiuti, veleni interrati sotto le scuole, discariche abusive che avvelenano l'acqua, l’aria, i corpi. Bambini malati, tumori in crescita, terre agricole distrutte. E tutto viene silenziato.
Le grandi opere inutili continuano a ricevere miliardi, mentre mancano i fondi per proteggere i territori, per piantare alberi, per ripulire i fiumi, per fermare il disastro.
La tutela ambientale è diventata una barzelletta: pochi slogan e nessun piano vero.
Chi protesta viene deriso, criminalizzato.
Chi difende la terra viene trattato da nemico. Eppure sono loro gli unici a difendere davvero il futuro, mentre chi sta al potere svende il Paese pezzo dopo pezzo a lobby, cemento e interessi privati.
Ma senza terra, senza acqua, senza natura… non c’è economia, non c’è salute, non c’è sopravvivenza.
E se oggi non lottiamo per l’ambiente, domani sarà troppo tardi. Anzi, per alcuni è già tardi. E i responsabili siedono nei palazzi, non nei boschi.
#youtube#DisastroAmbientale#ItaliaAvvelenata#CambiamentoClimatico#EmergenzaEcologica#MafiaDeiRifiuti#DifendiamoLaTerra#AmbienteTradito#GiustiziaAmbientale#ResistenzaVerde#PoliticaComplice
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Che fine fa la plastica che non viene riciclata? Impatti ambientali e soluzioni future
Scopri il destino della plastica non riciclata e le gravi conseguenze per l'ambiente, insieme alle alternative per un futuro più sostenibile
Scopri il destino della plastica non riciclata e le gravi conseguenze per l’ambiente, insieme alle alternative per un futuro più sostenibile. La plastica è uno dei materiali più diffusi e versatili della nostra epoca. Tuttavia, solo una piccola percentuale della plastica prodotta globalmente viene effettivamente riciclata. La restante parte, che non finisce nei sistemi di riciclo, ha un destino…
#ambiente e plastica#Cambiamento climatico#contaminazione del suolo#danni fauna marina#destino plastica#discariche plastica#Economia circolare#Economia sostenibile#Futuro sostenibile#Gas serra#gestione ambientale#Gestione rifiuti#impatto ambientale plastica#impianti incenerimento#incenerimento plastica#inquinamento oceani#inquinamento plastica#materiali alternativi plastica#Microplastiche#plastica biodegradabile#plastica monouso#plastica nei mari#plastica non riciclata#produzione CO2#pulizia oceani#Raccolta differenziata#riciclo innovativo#riciclo plastica#riduzione plastica#rifiuti non riciclati
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MONDRAGONE. Blitz della guardia di finanza nell’isola ecologica. Si indaga su un padre e un figlio e su un giro di rifiuti di svuota cantine e svuota depositi sversati illegalmente
Da qualche tempo le fiamme gialle della locale Compagnia stanno operando per controllare i movimenti di diversi camioncini. Poi ci potrebbe essere una congiunzione familiare e …
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MONDRAGONE (g.g.) C’è G.G. e c’è G.G.
A Mondragone la maggioranza dei cittadini ritiene il primo G.G., ossia il sottoscritto, peggiore del secondo G.G. ossia il figliolo del signor S.G. che lavora all’isola ecologica alle dipendenze della DHI azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti solidi urbani e che, secondo Miriam D’Aiello , moglie di Alberto Di Nardi, non avrebbe nulla a che vedere con la sua WM Magenta srl, salvo poi scoprire nelle fotografie inviateci dai dipendenti di DHI, in protesta in queste ore per quelle che vengono definite le pessime condizioni in cui sarebbero costretti a lavorare a partire dall’estremo pericolosità dei camion e dei compattatori, che questi mezzi recano le insegne di Magenta di Miriam D’Aiello, ma lavorano per DHI del marito Alberto Di Nardi, pardon del papà del marito, ormai arruolato nelle falangi del consigliere regionale Giovanni Zannini.
G.G. figlio di S.G., cioè figlio di un dipendente di DHI che lavora all’isola ecologica di Mondragone, è uno svuota cantine. La guardia di finanza della locale Compagnia ha deciso, da qualche tempo, di occuparsi degli strani movimenti di diversi camioncini a lavoro per liberare cantine e depositi, appartenenti a privati, ma anche e soprattutto a commercianti e artigiani, di tutto ciò che vi giace all’interno.
Qualcuno di questi svuota cantine e svuota depositi è stato intercettato dalle fiamme gialle mentre sversava in posti in cui non si possono depositare rifiuti e dunque trasformati in discariche abusive. Si tratta di un reato penale ed è molto probabile che la guardia di finanza abbia anche proceduto alla denuncia del responsabile.
Pochissimi giorni fa, poi, i finanzieri hanno fatto visita proprio all’isola ecologica cioè al sito autorizzato in cui i mondragonesi, previa l’esibizione dei documenti identificativi e del codice fiscale, possono depositare rifiuti ingombranti. A quanto pare, le fiamme gialle, hanno trovato anche altri ingombranti provenienti dalle attività di svuota cantine e di svuota depositi. E’ chiaro che il lavoro di identificazione di questo tipo di rifiuto non è semplicissimo perché deve risultare al netto degli ingombranti autorizzati.
Però, siccome i finanzierei sono tutt’altro che sprovveduti sarebbero vicini alla dimostrazione che ad esempio un figlio abbia portato al papà nell’isola ecologica quello che ha caricato in cantine e depositi commercial-artigianali di Mondragone Il giro economico è tutt’altro che irrilevante perché questi svuota cantine consentono a cittadini privati e a imprenditori di risparmiare un bel mucchio di quattrini che, al contrario, dovrebbero essere investiti per pagare lo sversamento nei siti autorizzati.
E ’inutile dire a quale parrocchia politica appartengono queste due persone. L’indagine prosegue e noi saremo molto attenti a seguirne e a registrarne l’evoluzione
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Titolo del lavoro: Assistente Impianto Discariche - Serravalle Pistoiese (PT) Azienda: Gruppo Hera Descrizione del lavoro: responsabile e a 360° dei rifiuti, creando valore e favorendo la transizione all'economia circolare. Cosa ti offriamo... sostenibile, iniziative per il benessere e la salute individuale e contributi e agevolazioni per la famiglia; Percorsi di... Luogo: Pistoia Candidati Ora a:hover { transform: scale(1.05); box-shadow: 0px 6px 12px rgba(0, 0, 0, 0.3); }
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La provincia di Agrigento, con i suoi templi, il mare e un ricco patrimonio culturale, si prepara a essere sotto i riflettori come Capitale Italiana della Cultura 2025. Tuttavia, la gestione dei rifiuti resta una sfida significativa per il territorio. Nonostante alcuni comuni abbiano raggiunto percentuali di raccolta differenziata superiori al 65%, come evidenziato da Legambiente, molte aree della provincia arrancano, con una media complessiva che fatica a crescere. Perché la differenziata non decolla uniformemente? Un Quadro Disomogeneo La provincia di Agrigento è molto vasta, comprende 43 comuni, un mix di borghi rurali, centri costieri e aree urbane. Secondo il Catasto Nazionale Rifiuti di ISPRA, la produzione di rifiuti urbani nella provincia si aggira intorno alle 130.000 tonnellate annue. Tuttavia, i dati sulla raccolta differenziata mostrano un divario significativo tra i comuni. Nel 2019, Agrigento città ha raggiunto il 65,6%, posizionandosi come primo capoluogo siciliano per percentuale di differenziata, secondo un report della Regione Siciliana. Comuni più piccoli come Calamonaci (89%) e Villafranca Sicula (83,5%) hanno registrato risultati eccellenti, mentre altri, come Ravanusa, Favara e Canicattì, non hanno superato la soglia minima del 65%. La SRR Ato 11 Agrigento Provincia Ovest (La Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti Agrigento Provincia Ovest,) , che gestisce 17 comuni della zona occidentale della provincia, sottolinea come “la lungimiranza e la determinazione di amministratori e sindaci” abbiano permesso di raggiungere “importanti percentuali di raccolta differenziata senza dover subire disagi ed emergenze ambientali”. Tuttavia, la chiusura dell’impianto di compostaggio di Ravanusa nel 2023 ha complicato la gestione dell’umido, costringendo molti comuni a trasferire i rifiuti organici a Catania o in Calabria, con costi elevati (circa 400 euro a tonnellata, secondo stime locali). I Comuni Virtuosi: Ribera e Canicattì Alcuni comuni della provincia si distinguono per i risultati raggiunti. Ribera, ad esempio, è stata premiata come “Comune Riciclone” da Legambiente, grazie a percentuali di differenziata vicine al 90%. Il successo è attribuito a un sistema porta a porta capillare e a una forte sensibilizzazione dei cittadini, come evidenziato durante il 2° EcoForum provinciale sui Rifiuti e l’Economia Circolare a Sciacca. Anche Canicattì ha fatto progressi, introducendo cassonetti intelligenti con codice utente, un progetto finanziato dal PNRR che ha ridotto gli abbandoni, secondo quanto riportato da SEA Servizi Ecologici Ambientali, che gestisce il servizio in città. Le Zone in Difficoltà: Sciacca e Licata Non tutti i comuni, però, brillano. Sciacca, nonostante i progetti della SRR Ato 11 per un impianto di compostaggio in contrada Perriera, fatica a superare il 50% di differenziata, secondo dati storici. Licata, invece, presenta problemi strutturali: le periferie rurali sono spesso escluse dal porta a porta, e le discariche abusive lungo la SS 115 sono un’emergenza costante, come denunciato da Legambiente in vari rapporti. I vigili urbani di Agrigento, in collaborazione con le ditte di raccolta, stanno utilizzando sistemi di videosorveglianza per identificare chi non rispetta il calendario di conferimento, ma il problema persiste in molte aree della provincia. Diversi fattori spiegano il divario. In primo luogo, la carenza di infrastrutture: la provincia dispone di un solo impianto di selezione a Siculiana, insufficiente per smaltire carta, plastica e vetro, mentre l’umido deve essere trasferito altrove. Durante il 2° EcoForum di Legambiente, i sindaci della provincia hanno lamentato i tempi lunghi della Regione per autorizzare nuovi impianti e la mancanza di regolamentazione dei costi di trasferimento in discarica. In secondo luogo, i comportamenti dei cittadini: l’abbandono dei rifiuti resta un problema, come dimostrato dalle segnalazioni di cittadini ed associazioni ambientali su cumuli di spazzatura in aree come piazza Ravanusella. Iniziative come quella del gruppo scout di Agrigento, che nel 2024 ha organizzato eventi di sensibilizzazione, mostrano un impegno locale, ma serve uno sforzo più ampio. Infine, la governance: i fondi PNRR destinati alla provincia (circa 30 milioni) sono bloccati da ritardi burocratici, e il progetto regionale per un termovalorizzatore, annunciato nel 2025, è ancora in fase preliminare. Nel frattempo, il Comune di Agrigento ha approvato per il 2025 un aumento di 40.000 euro per il servizio di smaltimento, con possibili ripercussioni sulle bollette. Campagne di sensibilizzazione nelle scuole, potrebbero aiutare a costruire una nuova cultura del riciclo. La strada è ancora lunga: servono investimenti in impianti, una regia regionale più efficace e una maggiore partecipazione dei cittadini. La Valle dei Templi merita di essere ammirata per la sua bellezza, non offuscata dai rifiuti. Il 2025 sarà un banco di prova decisivo per dimostrare che Agrigento può essere un modello di sostenibilità oltre che di cultura. Read the full article
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'na truffa?
View this post on Instagram A post shared by MTRXISREAL™ (@mtrxisreal) Il sistema di riciclaggio è una truffa totale, con una grande percentuale di rifiuti ‘riciclabili’ che finiscono in inceneritori o discariche con il resto dei rifiuti. Mentre materiali come l’alluminio e il vetro sono altamente riciclabili e spesso riutilizzati, la maggior parte della plastica (in particolare i tipi 3-7) non…
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Queste aziende sono tipicamente dotate di compattatori di EPS, fornendo soluzioni complete di riciclo di EPS per garantire che i rifiuti di confezionamento non vengano spediti in discariche o inceneriti, ma entrino invece in un sistema di riciclo sostenibile.
Un compattatore di EPS è una macchina comunemente utilizzata nel processo di riciclo della polistirolo espanso, progettata principalmente per ridurre il volume e comprimere i rifiuti di schiuma. Questo aiuta a ridurre i costi logistici per il successivo riciclo, migliora l’efficienza complessiva e aumenta la redditività. Quando venduta in forma sciolta, l’EPS ha un basso valore di mercato, ma una volta compressa in blocchi densi, può essere venduta a un prezzo significativamente più alto.

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