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#come un tuono
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io sento Einaudi quando ti muovi sopra me
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viagginoriente23 · 1 year
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Viaggi Bhutan | Tour Bhutan 2023 - Viagginoriente
Viaggi Bhutan: la terra del drago del tuono
Il Bhutan è una piccola nazione situata nella catena montuosa dell'Himalaya, tra l'India e la Cina. Conosciuto come il "Regno del Drago del Tuono", il Bhutan è una delle nazioni più isolate e meno conosciute del mondo. Tuttavia, non lasciatevi ingannare dalla sua piccola dimensione, poiché il Bhutan offre un'esperienza unica e affascinante ai visitatori.
Una delle cose più sorprendenti del Bhutan è il suo approccio alla felicità nazionale. Invece di misurare il successo del paese in base al PIL, il Bhutan ha adottato il concetto di "Felicita Interna Lorda" (FIL). Questa misura tiene conto del benessere spirituale, fisico e sociale dei cittadini. Grazie a questo approccio, il Bhutan è diventato noto come uno dei paesi più felici al mondo.
La cultura bhutanese è ricca di tradizioni uniche e affascinanti. La danza e la musica tradizionali sono particolarmente importanti nella cultura bhutanese. Ogni anno si svolge il festival Tsechu, dove la popolazione si riunisce per celebrare la cultura bhutanese attraverso balli, musica e abbigliamento tradizionale.
Tour Bhutan
La natura è uno dei punti di forza del Bhutan. Il paese ha una vasta gamma di fauna e flora che lo rende un paradiso per gli amanti della natura. Le montagne dell'Himalaya offrono una vista mozzafiato e il paese è anche sede di numerosi parchi nazionali e riserve naturali, dove si possono trovare tigri, leopardi, orsi e una vasta gamma di uccelli e piante.
La religione ha un ruolo molto importante nella vita quotidiana del Bhutan. Il buddismo è la religione predominante e il paese è disseminato di templi e monasteri buddisti. Il monastero di Taktsang, noto anche come il "nido della tigre", è uno dei luoghi più sacri del Bhutan e rappresenta una delle attrazioni turistiche più visitate del paese.
Infine, il Bhutan è un luogo dove il passato e il presente si incontrano. Nonostante il progresso tecnologico e la modernizzazione del paese, il Bhutan continua a mantenere le sue tradizioni e la sua cultura unica. Se state cercando un luogo dove poter scappare dallo stress della vita quotidiana e immergervi in una cultura affascinante e incontaminata, il Bhutan è il luogo perfetto per voi.
In conclusione, il Bhutan è una nazione straordinaria che offre un'esperienza unica e indimenticabile ai visitatori. Con la sua cultura ricca, la natura mozzafiato, la spiritualità e l'approccio unico alla felicità nazionale, il Bhutan è un luogo che non deluderà le vostre aspettative. Se state cercando una destinazione esotica e affascinante, non esitate a visitare il Bhutan!
#Viaggi Bhutan: la terra del drago del tuono#Il Bhutan è una piccola nazione situata nella catena montuosa dell'Himalaya#tra l'India e la Cina. Conosciuto come il “Regno del Drago del Tuono”#il Bhutan è una delle nazioni più isolate e meno conosciute del mondo. Tuttavia#non lasciatevi ingannare dalla sua piccola dimensione#poiché il Bhutan offre un'esperienza unica e affascinante ai visitatori.#Una delle cose più sorprendenti del Bhutan è il suo approccio alla felicità nazionale. Invece di misurare il successo del paese in base al#il Bhutan ha adottato il concetto di “Felicita Interna Lorda” (FIL). Questa misura tiene conto del benessere spirituale#fisico e sociale dei cittadini. Grazie a questo approccio#il Bhutan è diventato noto come uno dei paesi più felici al mondo.#La cultura bhutanese è ricca di tradizioni uniche e affascinanti. La danza e la musica tradizionali sono particolarmente importanti nella c#dove la popolazione si riunisce per celebrare la cultura bhutanese attraverso balli#musica e abbigliamento tradizionale.#Tour Bhutan#La natura è uno dei punti di forza del Bhutan. Il paese ha una vasta gamma di fauna e flora che lo rende un paradiso per gli amanti della n#dove si possono trovare tigri#leopardi#orsi e una vasta gamma di uccelli e piante.#La religione ha un ruolo molto importante nella vita quotidiana del Bhutan. Il buddismo è la religione predominante e il paese è disseminat#noto anche come il “nido della tigre”#è uno dei luoghi più sacri del Bhutan e rappresenta una delle attrazioni turistiche più visitate del paese.#Infine#il Bhutan è un luogo dove il passato e il presente si incontrano. Nonostante il progresso tecnologico e la modernizzazione del paese#il Bhutan continua a mantenere le sue tradizioni e la sua cultura unica. Se state cercando un luogo dove poter scappare dallo stress della#il Bhutan è il luogo perfetto per voi.#In conclusione#il Bhutan è una nazione straordinaria che offre un'esperienza unica e indimenticabile ai visitatori. Con la sua cultura ricca#la natura mozzafiato#la spiritualità e l'approccio unico alla felicità nazionale#il Bhutan è un luogo che non deluderà le vostre aspettative. Se state cercando una destinazione esotica e affascinante
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iimsc · 8 days
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camice blu, radiologo, occhi azzurri, molto anziano, molto alto. mi dice "mi dispiace perché sei una ragazzetta per bene". un'ora dopo una telefonata, inaspettata, un fulmine a ciel non proprio sereno, e non perché piove da giorni, ma perché il mio cielo non è sereno da un po' e i fulmini non mi sorprendono poi così tanto, ma il colpo di tuono mi ha fatto comunque sussultare. sono spaventata, molto sola, che poi non è vero, ma in questi casi si è soli pure in compagnia. sono innamorata di bologna nonostante le brutte notizie che porta, nonostante il maltempo. la amo con il sole e con la pioggia. stanotte non riesco a dormire, tra qualche ora arriva un momento culmine della mia vita che potrebbe cambiarla radicalmente oppure no. oppure tutto questo gonfiarsi non esploderà ma collasserà stanco e morente soffiando lentamente aria da una via di fuga. fuga. vorrei scappare anche io. come Pocho guardo il mondo dal finestrino in questi giorni, viaggio da un ospedale all'altro, da una regione all'altra, rimbalzata e prosciugata, ma comunque non riesco a seminarmi. fuga. niente mi ha mai spaventata, ho sempre affrontato gli ospedali a cazzo duro, come la lega per bossi. però la lega il cazzo duro non è vero che ce l'ha, e neanche io. non ho proprio neanche il cazzo. la lega invece sì, non duro, ma ce l'ha, se non è tra le gambe comunque è sul collo. stavolta ho paura. forse sono testa di cazzo anche io, però sono una ragazzetta per bene... e vorrei un po' di sole. sennò che cazzo me li porto a fare gli occhiali da sole appresso?
#me
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afrodite72 · 4 months
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...eeee se fossi qui @schizzo68
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auxoubliettes · 1 month
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ore 6.34 facendo colazione con un muffin di ritorno dalla discoteca finokkia. eventi degni di nota:
incontro con un pacifico cinghiale che passeggiava nel parcheggio deserto alle 4.30 del mattino #visittuscany
qualcuno ha usato lo spray al peperoncino (?) in mezzo alla gente facendoci affogare per 2 buoni minuti, se l'effetto è così irritante compro subito
beccato il diluvio universale che però ora si è sopito, spero almeno in qualche tuono di accompagnamento per la ninna che mi farò tra 10 min (edit 6.45: ok sta tuonando tantissimo meme del sicko alla finestra che dice yes ha ha ha yes... edit dopo ore: comunque poi non me li sono goduti i tuoni perché ho dormito come una valigia svegliandomi all'ora di pranzo quando erano finiti)
guess di charli xcx e billie eilish ci ha accolti appena siamo arrivati, trenta secondi dopo ho scoperto che amico di amico è bisex, trenta secondi dopo ancora ci stava provando con un ragazzo dietro di noi che avevo notato perché sembrava fatto apposta per me tranquillo sulle sue moro con gli occhi azzurri era un tipo alla lorenzo zurzolo versione alternative, eravamo tutti d'accordo che amico di amico avesse fatto il colpo del secolo ma poi è tornato indietro dicendo che il bellissimo era etero e che se volevo me lo presentava. io ovviamente ho detto no........... perché a me fondamentalmente...... non interessa mai davvero (forse un po' me ne sono pentita)
ho accarezzato un cane di nome pietro in mezzo a gente che ballava la techno boh
il mio amico etero senza vergogna né paura ha attaccato bottone con chiunque trascinando con noi prima 2 ragazzi che sembravano modelli ma erano totalmente insipidi (avete presente i belli troppo belli.... troppo finti.....senza fascino) e anche un po' noiosetti e facendo poi colpo su un tizio che per ovvi motivi non aveva speranze con lui e che quindi non so secondo quale ragionamento ha voluto baciare a stampo me, inutile donna
uno mi ha chiesto se stessi bene stavo solo facendo quello che mi riesce meglio ovvero dissociare senza ballare i guess
una ragazza si è complimentata con me per la mia borsa leopardata (grazie, l'ho ereditata da mia nonna, io leopardata non l'avrei mai comprata)
annuncio tristemente che vedere tutta questa voglia che divora le carni e questo desiderio multiforme e questi limoni violenti mi ha fatto pensare che l'asessualità sia davvero la mia via, dovrò optare per una companionship romantica fatta di affinità elettive credo. o per una pallottola in testa
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ilblogdellestorie · 8 months
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Se ne è andato con la velocità di una folgore, con la velocità con cui annichiliva gli avversari. Il calcio italiano dice addio a Gigi Riva, l'eroe eponimo più autorevole del suo pantheon: lo chiamavano Rombo di Tuono, metteva l'onore sopra ogni cosa. E per raccontarlo davvero ci vorrebbero la poesia del suo amico De Andrè e l'inventiva del suo cantore Gianni Brera. Perchè se c'è stato in Italia un calciatore che pur essendo mito è riuscito a restare un uomo, quello è stato Giggirriva, come lo chiamavano i suoi 'corregionalì sardi. Che lo hanno venerato da quando, nel 1963, arrivò sull'Isola: doveva rimanere al massimo un paio di stagioni, per sfruttarla quale trampolino di lancio, e invece non se n'è più andato, fino all'ultimo giorno della sua vita, oggi. «Perchè qui - spiegò a chi gli chiedeva il motivo di una scelta controcorrente - io che in pratica non avevo famiglia, ne ho trovate tante».
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anonpeggioredelmondo · 4 months
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Io ho un difetto.
Per essere più aderenti alla realtà: io ho svariati difetti, ma adesso parleremo solo di uno di questi: ascolto i testi delle canzoni, e mi faccio venire i bruciori di stomaco.
Recentemente ho avuto modo di ascoltare una canzone dal titolo "come un tuono" che nel ritornello (il refrain) recita: come un tuono sei arrivato senza preavviso.
Ma benedetta ragazza, ti hanno mai raccontato del fulmine? E che la luce viaggia più veloce del suono? Se c'è una cosa che arriva debitamente annunciata è proprio il tuono, non potevi trovarti una metafora un tantino più calzante?
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demonecelestiale · 3 months
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SONDAGGIO SULLA MIGLIOR CANZONE ESTIVA DEL 2024
ATTENZIONE: prima di votare controllate che sia la versione lunga del post con il sondaggio extra (o i sondaggi extra)
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spettriedemoni · 8 months
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Il rumore di un tuono
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Mio padre sosteneva che la più forte nazionale italiana di calcio mai avuta dall’Italia fosse quella del 1970 che si arrese in finale al Brasile di Pelé che secondo molti fu il Brasile più forte di tutti i tempi.
Probabilmente mio padre, come tutti, era influenzato dalla passione per certi giocatori su tutti Rivera che “magari fosse sceso in campo prima contro il Brasile” e poi per l’attaccante più forte di quella squadra quel Gigi Riva che ad oggi è ancora l’attaccante più prolifico di tutti i tempi della Nazionale italiana.
Taluni dicono che quando colpiva il pallone il suono si sentisse un tutto lo stadio è chissà che quel rumore sia il motivo del suo soprannome: “Rombo di Tuono”.
Mio padre aveva una foto in bianco e nero, ottenuta non so come, di Riva con la maglia della Nazionale durante una partita contro l’Austria, quella dove si ruppe la gamba.
Era in mezzo a due giocatori austriaci e se li portava dietro come bambolotti di pezza. Credo esistano poche immagini come questa che descrivono bene Riva. Un giocatore straordinario per grinta, coraggio e forza fisica.
Più di tutto era però un “hombre vertical” come lo definì Gianni Mura, una persona che non negoziava i suoi principi a cui rimase sempre fedele come quando decise di non tradire Cagliari e la Sardegna rimanendo lì in quella terra che lo aveva adottato.
Forse è possibile trovare un calciatore dalle caratteristiche simili oggi ma per tutto il resto lui è e resterà unico.
Che la terra ti sia lieve.
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elperegrinodedios · 5 months
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Camminando per Finisterra e ritrovando antichi lavori, hobby, costumi e usanze di un tempo che fu, in un paese di pescatori cosi come era anche il mio una volta. Nostalgia di bellissimi momenti.
Avevo anch'io un fratello pescatore al quale piaceva insegnarmi tanti trucchi e segreti di tale arte. Poi durante il mio cammino della vita m'è capitato di pescare in tanti modi diversi, sia con la canna, al traino, con il palo e con la rete, con le pinne e la maschera in apnea... e poi un giorno di tanti anni fà, sono diventato pescatore d'uomini. Me lo chiese Gesù ed io mi ritrovai di colpo, ad avere tanti fratelli che già lo facevano da molto tempo, cosi come Simone detto Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni, detti: "Boanerges" e cioè "Figli del tuono". I figli di Zebedeo.
Mt. 4:18-22 📖
lan ✍️ 📷
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diceriadelluntore · 5 months
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Storia Di Musica #324 - Alter Bridge, Fortress, 2013
Le scelte musicali di Maggio avranno come filo rosso la presenza di un edificio in copertina. Mi rendo conto che la scelta dell'elemento in comune è di per sé poco discriminante, perché la lista sarebbe lunghissima. Tuttavia con un percorso che ho immaginato a scorrimento di grandezza dell’edificio ne uscirà, spero di non deludervi, una bella selezione. Poi è sempre una buona occasione per scoprire altri dischi rispetto a quelli che ho scelto io. La copertina che inizia questo piccolo viaggio è una casa abbandonata in un deserto, che in maniera piuttosto ironica è stata scelta per descrivere la Fortezza del titolo. Fortress è il quarto album in studio degli Alter Bridge, uscito nel 2013. Gli Alter Bridge nascono agli inzi degli anni 2000, quando si unirono ex componenti di due band, i Creed e i Mayfield Four: dal primo provenivano Il chitarrista Mark Tremonti, il bassista Brian Marshall ed il batterista Scott Phillips facevano già parte dei Creed, insieme al cantante Scott Stapp, fin dal 1997. Dopo la pubblicazione di due album di successo (My Own Prison del 1997 e Human Clay del 1999) Marshall lasciò la band nel 2000, a causa di dissidi con il frontman Stapp: rimasti un trio, i Creed pubblicarono nel 2001 il loro terzo album, Weathered, un altro grande successo rimasto al primo posto per otto settimane consecutive, primato che i Creed condividono con la compilation The Beatles 1. La band divenne inattiva dal 2003 a seguito della conclusione di un tour controverso: in quell'anno, infatti, Tremonti iniziò a scrivere nuovo materiale con l'intenzione di formare una nuova band. Dopo aver richiamato Marshall al basso, il chitarrista decise di contattare il cantante Myles Kennedy, ex membro degli ormai sciolti Mayfield Four, conosciuto qualche anno prima durante un tour in cui l'ex band di Kennedy faceva da gruppo spalla ai Creed. Fu così che nacquero gli Alter Bridge, il cui nome deriva da un ponte, il bridge del titolo, situato presso la casa di Tremonti sulla Alter Road, a Detroit.
L’inizio è del 2004, One Day Remains, che ripulisce moltissimo il suono post grunge dei Creed e nonostante sia un buon successo commerciale è ben lontano dalle vendite della band “primigenia”. Subito però hanno un colpo di fortuna: diventano infatti un gruppo fidato della WWE, la famosa federazione di Wrestling americano. Alcune loro canzoni infatti apriranno i seguitissimi show e una loro canzone, Metalingus, è stata adottata dal wrestler Edge come musica d'entrata. Nel 2005 Save Me farà parte della colonna sonora del film Elektra. Eppure non tutto va per il meglio: la casa discografica premeva affinché si ritornasse al nome Creed, garanzia di maggiore notorietà, e anche a quel suono più sporco. La band aveva tuttìaltra idea e finirono per cambiare etichetta: nel 2007 passano alla Universal con cui pubblicano Blackbird: i testi e le musiche sono spesso a 4 mani tra Kennedy e Tremonti, l’album è molto più coeso e una canzone diviene molto famosa, Blackbird, scritta da Kennedy per un suo amico recentemente scomparso che in una votazione di una rivista inglese, Guitarist, è stata votata nel 2011 quella con il miglior assolo di chitarra di tutti i tempi (che mi sembra una clamorosa esagerazione). Succede una cosa a questo punto: i tre ex Creed si riuniscono con Scott Stapp e pubblicano un nuovo disco come Creed e vanno in tour, Kennedy non sta fermo e collabora con Slash, che in quel momento era il chitarrista dei Velvet Revolver. Qualcuno pensa che il gruppo sia alla fine, ma come un tuono all’improvviso arriva AB III (del 2010): sorta di cupo concpet album sulla fede, è un disco che segna un deciso cambio di prospettiva. Molto più heavy metal, inizia a farsi strada l’estensione vocale portentosa di Kennedy, e da strutture musicali che assomigliano a quell’interessante movimento chiamato progressive metal. È un nuovo grande successo.
Passano anni prima che esca Fortress, tra tour che toccano tutti i continenti, progetti paralleli, solisti, di musicisti che ormai sono diventati molto famosi. Per questo il disco era atteso come una sorta di prova del nove. Dato il titolo, l'album sembra far emergere l'idea che la band sia una sorta di rifugio creativo per i suoi membri, un santuario hard rock dove possono semplicemente suonare e suonare, non importa se al posto di mura possenti c’è solo qualche asse di legno invecchiato dal sole e dal vento. Si parte con Cry of Achilles, che inizia con le note di una chitarra acustica dal sapore flamenco (filone che per qualche anno colpirà in maniera stranissima tutti i grandi gruppi dell’heavy metal, richiamo solo i leggendari Opeth in Persephone, il brano acustico che apre Sorceness del 2016). Micidiale il veloce incedere del singolo Addicted to Pain, mentre in Bleed It Dry salgono in cattedra sia Tremonti con un suadente assolo, che la mirabile ugola di Kennedy. La ballata “alla Alter Bridge” si esprime in Lover e All Ends Well, dal sapore vagamente country. Sono diventati maestri nel costruire canzoni tra riff portentosi degni della vecchia scuola a ritornelli che rimangono subito in mente, come per The Uninvited. Il lavoro di AB III rimane nelle ottime In Peace Is Broken e nella toccante Calm The Fire, pezzo che esprime tutta la bravura vocale di Kennedy. Tremonti presta la sua di voce in Waters Rising, e scatena la sua anima metal in padrone nell’accoppiata Farther Than the Sun / Cry a River e nella lunga e mutevole title track contraddistinta da un pregevole lavoro della chitarra, anche qui a lambire il progressive metal. Fortress è un album trascinante, probabilmente meno creativo del precedente, ma molto più solido. La critica lo capisce e lo designa non solo come il loro miglior lavoro, ma tra i dischi dell’anno.
Gli Alter Bridge, che hanno sempre cercato di non passare per I Creed con un altro cantante, sono diventati, anche grazie alle spettacolari esibizioni dal vivo (suggerisco per i curiosi i Live From Amsterdam e From Wembley Arena) uno dei gruppi di punta di un metal non estremo, ma solido e convincente.
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donaruz · 9 months
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SETTE FRATELLI - Modena City Ramblers
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La pianura dei sette fratelli
E terra, e acqua, e vento
Non c'era tempo per la paura,
Nati sotto la stella,
Quella più bella della pianura.
Avevano una falce
E mani grandi da contadini,
E prima di dormire
Un padrenostro, come da bambini.
Sette figlioli, sette,
Di pane e miele, a chi li do?
Sette come le note,
Una canzone gli canterò.
E pioggia, e neve e gelo
E vola il fuoco insieme al vino,
E vanno via i pensieri
Insieme al fumo su per il camino.
Avevano un granaio
E il passo a tempo di chi sa ballare,
Di chi per la vita
Prende il suo amore, e lo sa portare.
Sette fratelli, sette,
Di pane e miele, a chi li do?
Non li darò alla guerra,
All'uomo nero non li darò.
Nuvola, lampo e tuono,
Non c'e perdono per quella notte
Che gli squadristi vennero
E via li portarono coi calci e le botte.
Avevano un saluto
E, degli abbracci, quello più forte,
Avevano lo sguardo,
Quello di chi va incontro alla sorte.
Sette figlioli, sette,
Sette fratelli, a chi li do?
Ci disse la pianura:
Questi miei figli mai li scorderò.
Sette uomini, sette,
Sette ferite e sette solchi.
Ci disse la pianura:
I figli di Alcide non sono mai morti.
E in quella pianura
Da Valle Re ai Campi Rossi
Noi ci passammo un giorno
E in mezzo alla nebbia
Ci scoprimmo commossi.
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ambrenoir · 2 months
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Perché la canzone si chiama "Bohemian Rhapsody"?
Perché dura esattamente 5 minuti e 55 secondi?
Di cosa parla realmente questa canzone?
Perché il film dei Queen è stato rilasciato il 31 ottobre?
Il film è stato rilasciato il 31 ottobre perché il singolo è stato ascoltato per la prima volta il 31 ottobre 1975. La canzone è intitolata così perché una "Rapsodia" è una composizione musicale libera, composta da diverse parti e temi apparentemente non correlati tra loro. La parola "rapsodia" deriva dal greco e significa "parti assemblate di una canzone". La parola "bohemienne" fa riferimento a una regione della Repubblica Ceca chiamata Boemia, luogo di nascita di Faust, il protagonista dell'opera di Goethe. Nell'opera di Goethe, Faust è un anziano molto intelligente che sa tutto tranne il mistero della vita. Non comprendendolo, decide di avvelenarsi.
Proprio in quel momento, suonano le campane della chiesa e lui esce. Al ritorno, incontra un cane che si trasforma in una sorta di uomo: è il diavolo Mefistofele, che gli promette una vita piena in cambio della sua anima. Faust accetta, ringiovanisce e diventa arrogante. Incontra Gretchen e hanno un figlio, ma la moglie e il figlio muoiono. Faust viaggia attraverso il tempo e lo spazio, sentendosi potente, ma invecchiando di nuovo, si sente nuovamente infelice. Non avendo rotto il patto con il diavolo, gli angeli si contendono la sua anima. Questa opera è fondamentale per comprendere "Bohemian Rhapsody".
La canzone parla dello stesso Freddie Mercury. Essendo una rapsodia, ci sono 7 parti diverse:
Primo e secondo atto A Capella
Terzo atto Ballata
Quarto atto Solo di chitarra
Quinto atto Opera
Sesto atto Rock
Settimo atto "Coda" o atto finale
La canzone parla di un ragazzo povero che si chiede se questa vita sia reale o una sua immaginazione distorta. Dice che, anche se smettesse di vivere, il vento continuerebbe a soffiare senza la sua esistenza. Così fa un patto con il diavolo e vende la sua anima. Dopo aver preso questa decisione, corre a raccontarlo a sua madre e le dice: "Mamma, ho appena ucciso un uomo, gli ho messo una pistola alla testa e ora è morto. Ho buttato via la mia vita. Se non torno domani, continua come se nulla importasse..." Quell'uomo che uccide è se stesso, Freddie Mercury.
Se non rispetta il patto con il diavolo, morirà immediatamente. Si congeda dai suoi cari e sua madre scoppia in lacrime, lacrime che si riflettono nelle note di chitarra di Brian May. Freddie, spaventato, grida "Mamma, non voglio morire" e inizia la parte operistica. Freddie si trova su un piano astrale dove vede se stesso: "Vedo una piccola silhouette di un uomo" e chiede "Scaramouche, vuoi fare una lite?" Scaramouche è una piccola disputa tra eserciti a cavallo (i 4 cavalieri dell'Apocalisse del male combattono contro le forze del bene per l'anima di Freddie) e continua dicendo "Fulmini e saette mi spaventano molto". Questa frase appare nella Bibbia, precisamente in Giobbe 37: "il tuono e il lampo mi spaventano: il mio cuore batte nel mio petto". Sua madre, vedendolo così spaventato per la sua decisione, supplica che venga salvato dal patto con Mefistofele. "È solo un povero ragazzo... Perdona la sua vita da questa mostruosità. Ciò che viene facile, facile se ne va, lo lascerai andare?" Le sue suppliche vengono ascoltate e gli angeli scendono per combattere contro le forze del male. "Bismillah" (parola araba che significa "Nel nome di Dio") è la prima parola che appare nel Corano, il libro sacro dei musulmani. Così Dio stesso appare e grida "Non ti abbandoneremo, lascialo andare".
Di fronte a tale confronto tra le forze del bene e del male, Freddie teme per la vita di sua madre e le dice "Mamma mia, mamma mia, lasciami andare". Dal cielo gridano di nuovo che non lo abbandoneranno e Freddie grida "no, no, no, no, no" e dice "Belzebù (il Signore delle Tenebre) potrebbe aver messo un diavolo con te madre". Freddie rende omaggio a Wolfgang Amadeus Mozart e Johann Sebastian Bach quando canta "Figaro, Magnifico" riferendosi a "Le Nozze di Figaro" di Mozart e al "Magnificat" di Bach. Finisce la parte operistica e inizia la parte rock. Il diavolo, collerico e tradito da Freddie per non aver rispettato il patto, dice "Pensi di poter insultarmi in questo modo? Pensi di poter venire da me per poi abbandonarmi? Pensi di potermi amare e lasciarmi morire?" È sconvolgente come il signore del male si senta impotente di fronte a un essere umano, di fronte al pentimento e all'amore. Persa la battaglia, il diavolo se ne va e si arriva all'ultimo atto o "coda" dove Freddie è libero e quella sensazione lo conforta. Suona il gong che chiude la canzone. Il gong è uno strumento utilizzato in Cina e nell'estremo oriente asiatico per curare persone sotto l'influenza di spiriti maligni.
La canzone dura 5 minuti e 55 secondi. A Freddie piaceva l'astrologia e il 555 in numerologia è associato alla morte, non fisica, ma spirituale, la fine di qualcosa dove gli angeli ti proteggeranno. Il 555 è legato a Dio e al divino, una fine che darà inizio a una nuova fase. La canzone è stata ascoltata per la prima volta la vigilia di Ognissanti. Una festività chiamata "Samhain" dai celti per celebrare la transizione e l'apertura all'altro mondo. I celti credevano che il mondo dei vivi e dei morti fossero quasi uniti e il giorno dei morti entrambi i mondi si unissero permettendo agli spiriti di transitare dall'altra parte. Nulla in "Bohemian Rhapsody" è casuale. Tutto è molto misurato, lavorato e ha un significato che va oltre l'essere una semplice canzone. È stata votata a livello mondiale come la miglior canzone di tutti i tempi. Questo tema ha rappresentato un cambiamento radicale per i Queen, come se davvero avessero fatto un patto con il diavolo, ha cambiato le loro vite per sempre e li ha resi immortali.
rubato dalla pagina Facebook
*Il Rock è la miglior musica del mondo*
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dottssapatrizia · 8 months
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Racconto ritrovato: LA VISTA
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Aveva scelto per lui come secondo senso La Vista.. Aveva preparato con attenzione la stanza stando attenta a non trascurare anche il più piccolo dettaglio. La seta nera ricopriva il letto donandogli un'alone di mistero mentre specchi di varie foggie e dimensioni erano sparsi per la stanza.. Il campanello suonò e lei lentamente nella sua maestosa nudità andò ad aprire la porta.. Candele dal delicato profumo illuminavano fiocamente la stanza, Lui la seguiva in silenzio, curioso di sapere cosa la Sua Adorata avesse preparato per Lui.. Entrò nella stanza e si bloccò.. L'atmosfera era quella di altri tempi dove le donne di piacere amavano accogliere i loro clienti in stanze profumate di erotici profumi.. Specchi e raso nero ovunque.. Il cuore perse un colpo quando si rese conto di quanto Lei nonostante il poco tempo da che si conoscevano avesse percepito quali erano le cose che più amava..La guardò, così innocente ma nello stesso tempo perversa mentre davanti ad uno specchio si accarezzava guardandolo con occhi socchiusi.. Capì che quella sera era davanti a quello specchio che voleva esser presa.. Si spogliò rabbioso per quell'attimo di debolezza, non le avrebbe permesso di renderlo schiavo.. Avanzò verso di lei deciso, la prese per i polsi e gle li sollevò sopra il capo inchiodandola col viso contro lo specchio.. " Guardami.." Le sussurrò rabbioso, e Lei ubbidì, incatenò il suo sguardo a quello di Lui attraverso il riflesso dello specchio mentre Lui come se volesse punirla la prendeva senza dolcezza, propio lì in modo che ogni sua minima emozione sarebbe stata catturata dal riflesso dello specchio.. Fù fuoco e lava incandescente fù tempesta e prepotente tuono.. Ma alla fine, quando entrambi ebbero raggiunto l'orgasmo fù il vento caldo del sud..L'accarezzo per un tempo che parve interminabile senza smettere di guardarla.. Era così innocente e così perversa.. Così donna e femmina.. Così Sua.. La girò verso di se stringendola in silenzio.. Quella notte alla fine, nonostante la sua aggressività aveva vinto Lei.. Era stata Lei la padrona, lo aveva portato dove aveva deciso fin dall'inizio.. Alla follia..
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gregor-samsung · 1 month
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“ A volte penso di appartenere a un’altra specie; questo pensiero che avanza in me assurdo come una mostruosità, contraddetto dall’apparenza ordinaria dei miei tratti e dalla mappa fantastica dei cromosomi, ha il potere di rasserenarmi. Nelle rare lezioni che ascoltai quando vagabondavo per le università, le uniche che ebbero il potere di incatenare la mia attenzione, richiamandomi alla coscienza strane e diverse emozioni, mostravano il mirabile codice della specie. Di esso rimanevo stupita come se la spirale della vita fosse un’altra possibile versione della chiave musicale del violino; una sorta di vibrazione sfuggita alla deflagrazione originaria da cui ogni cosa prese forma. Non volli imparare la catena di formule che, intrecciandosi in una magica danza, non ripeteva mai se stessa e con certezza assoluta custodiva l’identità unica di ogni nuova vita. Mi sembrò sempre che la riduzione di un simile prodigio all’apprendimento sterile del nome scientifico, la sua evocazione dotta e assurda nelle luce morta dei laboratori, avrebbero aperto, attirandola su noi, la catena infinita e ottusa del dolore. Bisogna essere molto ciechi per aggiungere nuove sofferenze all’eredità di dolore lasciata da chi è passato prima di noi!
Così, quando in un paese qualunque, forse nell’emisfero australe o nel silenzio dimenticato degli Incas, qualcuno ha trovato serbata la chiave della vita nel cuore indifferente di una pietra, come se questa fosse la cellula di un corpo o la memoria atomizzata dell’unica esplosione, io ho avuto la conferma di ciò che sempre pensai. Nello spartito della vita, risuoniamo tutti con un’unica nota le cui vibrazioni mutano impercettibilmente per la materia che ci accade di essere. Allo stesso modo, ho orrore dell’onnipotenza feroce, della dogmatica sordità, che traccia il confine fra ciò che è sano e il suo contrario. Tremo di fronte all’arroganza impietosa dei corpi sani, all’oscena prepotenza della loro forza; alla sicumera gloriosa con cui avanzano nell’universo pretendendo di esserne i padroni invulnerabili. Niente è più vano e folle di questa illusione: bisogna essere un po’ di pietra e d’albero; un po’ di mare e di tuono per ricordarsi la nota originaria; bisogna essere un po’ mostri per sentire risuonare la meraviglia e l’orrore di altri mondi lontani. In me vive il dubbio che l’errore genetico, da cui prendono vita creature mostruose e tenerissime; piccoli tartari con gli occhi all’insù, dalla memoria prodigiosa di Pico della Mirandola che suonano a volte come angeli, o vecchi-bambini destinati a vivere un quarto di secolo, nascosti come ragni nelle case per non offendere la proterva salute dei normali, incarni un’altra razza. O forse creature di altri spazi; abitanti di pianeti lontani, i cui frammenti vitali caddero errando, nel luogo sbagliato. Questo spiegherebbe la malinconia commovente di certi occhi fissati nel vuoto, che guardano mondi perduti e sorridono solo a essi, resistendo a tutte le seduzioni della nostra inutile umanità. La follia infine; non so se i suoi segni siano iscritti nell’abbraccio elicoidale della vita e neanche se appartenga al codice segreto di un’altra specie precipitata sulla terra. Credo piuttosto che essa sia un tramite; un sesto senso rimasto aperto per vocazione o per destino, dove le mostruosità svelano la propria origine autentica. In altri luoghi, lontani dagli orridi tavoli vivisettori che in nome della scienza profanano oscenamente i misteri della vita e della morte; in altri tempi da quelli in cui l’angoscia ci stringe a vivere, i folli furono celebrati come creature divine, nelle quali circolava libera la sapienza onnisciente. Erano tempi e luoghi dove la sadica struttura normativa che ci conculca non aveva ancora vinto, né aveva ancora sedotto l’intera umanità al peccato originario dell’invidia e alla pestilenza della sua vanità coattiva. Così essa non tollera che una creatura fugga al giogo delle rivalità fra uguali e, attraverso i mondi della follia, scelga l’identità eversiva a cui lo destinava l’unicità della sua nascita. Con un ukàse che non ammette eccezioni, l’alieno viene piegato all’annientamento dei suoi mondi e il veleno sottile dell’invidia raggiunge il suo centro creativo distruggendone le centraline. Ridotto a un’oscurità senza mostri e a un silenzio senza presagi, finalmente appartiene alla specie. “
Mariateresa Di Lascia, Passaggio in ombra, Feltrinelli (collana I Narratori), 1995¹; pp. 116-117.
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canesenzafissadimora · 2 months
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Siamo poca roba, Dio, siamo quasi niente
Siamo poca roba, Dio, siamo quasi niente,
forse memoria siamo, un soffio d'aria,
ombra degli uomini che passano, i nostri parenti,
forse il ricordo d'una qualche vita perduta,
un tuono che da lontano ci richiama,
la forma che sarà di altra progenie...
Ma come facciamo pietà, quanto dolore,
e quanta vita se la porta il vento!
Andiamo senza sapere, cantando gli inni,
e a noi di ciò che eravamo non è rimasto niente.
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Franco Loi
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