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#cristian maggio
zaydabuzaydrp · 1 month
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Abu Zayd, più precisamente Zayd Abu Zayd Ab-Alh-Rahmann III, meglio conosciuto come "il Moro Zeyt", è un altro dei grandi protagonisti della nascita del Regno cristiano di Valencia.
Ultimo signore almohade di Valencia, era il pronipote del califfo berbero Abd-Al-Mucmin. Pur essendo originario di Baeza, era stato avviato alla politica dal nipote, il califfo Yusuf II, che lo nominò governatore di Valencia.
L’ultimo re almohade di Valencia vide presto sorgere problemi, sia per la pressione delle truppe cristiane a nord sia per quella di altri signori musulmani a sud. Insieme alla corruzione politica, che già esisteva all’epoca, avevano soffocato il popolo.
Dopo la morte del califfo Yusuf II, la decadenza politica si aggravò. Fu allora che Abu Zayd fu costretto a chiedere la protezione di Ferdinando III, il re santo di Castiglia. I raccolti rovinati da una piaga di cavallette e la mancanza di cibo incoraggiarono la ribellione della popolazione. In questa situazione, Zayyan Ibn Mardanis, discendente del re Lobo, arrivò a Valencia da Onda e guidò il rovesciamento di Abu Zayd, che dovette lasciare la città con il suo seguito e la sua famiglia nel 1229, diretto a Segorbe (Castellón).
Qui storia e leggenda si fondono, poiché si dice che la conversione del "moro Zeyt" sia avvenuta a Caravaca de la Cruz, dove la leggenda vuole che sia apparso il simbolo della croce.
Secondo la tradizione locale più diffusa, si dice che dalla fine del 1230 o all’inizio del 1231, il re almohade di Valencia e Murcia, Abu Zayd, si trovava nei suoi possedimenti a Caravaca. Interrogò i cristiani che teneva prigionieri per scoprire quali mestieri esercitassero, con l’obiettivo di occuparli secondo le loro capacità. Tra loro c’era il sacerdote Ginés Pérez Chirinos che, come missionario, era venuto da Cuenca nelle terre saracene per predicare il Vangelo. Egli rispose che il suo compito era quello di celebrare la messa e il re moresco voleva sapere com’era. Fu ordinato di portare da Cuenca i paramenti corrispondenti e il 3 maggio 1232, nella sala nobile della fortezza, il sacerdote iniziò la liturgia. Tuttavia, poco dopo aver iniziato la liturgia, dovette fermarsi, spiegando che gli era impossibile continuare perché mancava un elemento essenziale all’altare: un crocifisso.
In quel momento, attraverso una finestra della stanza, due angeli scesero dal cielo e posero delicatamente una croce a due bracci sull’altare. Il sacerdote poté quindi continuare la celebrazione della messa e, in presenza di tale meraviglia, Abu-Ceyt (insieme ai membri della sua corte presenti) si convertì al cristianesimo. In seguito si scoprì che la croce apparsa era il pettorale del vescovo Roberto, primo patriarca di Gerusalemme, realizzato con il legno della croce dove morì Gesù Cristo.
Quando Abu Zayd si convertì, prese il nome di Vicente Bellvís, come riportano le cronache dell’epoca. Morì tra il 1265 e il 1270.
La morte di Abu-Zayd è precedente all’11 dicembre 1268, data in cui il documento lo dichiara defunto. I suoi figli e parenti ricevettero un’importante eredità e, essendo imparentati con la nobiltà aragonese, divennero anch’essi signori cristiani.
QUI GIACE D. VICENTIUS BELVIS CON I SUOI ​​FIGLI UN TEMPO ZEIT ABUSIÒ RE VALENTIA MAURUS ADEO IL PROTETTORE DELLA SUA RELIGIONE VT DUE UOMINI INNOCENTI BEATI GIOVANNI DI PERUSIA E PIETRO DI SASSO-FERRATICO FIGLI E COMPAGNI DI PADRE FRANCESCO CHE PREDICANO LA VERA FEDE DI CRISTO OTTENUTO ATTRAVERSO LA SPADA MA RICEVERE LA LUCE DEL PADRE ISPIRATORE OGNI PECCATO FU CONSUMATO DAL SANTO BATTESIMO E IL SEGNO DELL’ETERNA RICONCILIAZIONE EGLI DESTINÒ UNA VOLTA LA SUA SALA IN CHIESA E SEDE.
Intorno al 16 giugno 1860, a Valencia fu eretta una lapide che lasciava in vista alcuni resti umani, il cui stato denotava la loro antichità. Nello stesso luogo fu rinvenuta una pergamena che recitava come segue:
Data di nascita:
17 ottobre 1195
Data di morte:
11 dicembre 1268
Titoli:
-Principe musulmano
-Signore cristiano
Etnia:
Berbero
Religione:
Islam
Religione 2:
Cristiano cattolico
Dinastia:
Almohade
Amici:
Ismail Haniyeh e Yasser Arafat
Prestavolti nella trama:
-Alvaro Rico
-Walid Azaro
-Asier Cadenas
-David Raya
-Marco Mengoni
-Stephen Ammell
-Peter Porte (pv attuale)
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lacasadiermete · 6 months
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La Wicca
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Spesso, quando sentiamo o leggiamo il termine "wicca", siamo portati a pensare che si tratti di un qualche culto misterioso, legato per lo più a pratiche occulte oscure e al satanismo. Niente di piu' sbagliato e di piu' lontano dalla realtà. Il fraintendimento è legato ad un retaggio che si è tramandato secoli dopo la grande inquisizione con la caccia alle streghe perché la Chiesa cattolica perseguitava coloro che professavano culti pagani associandoli al culto del male. La Wicca è solo ed esclusivamente un percorso di spiritualità incentrato sul culto della natura. dei suoi cicli e della vita stessa, dove non esistono regole imposte dalla divinità. È estremamente importante sapere che i wiccan non adorano né riconoscono il concetto di "Satana", "diavolo" o altre entità simili. I wiccan vedono "Satana" come un simbolo contrario alle tradizioni ebraiche e cristiane. Sebbene i wiccan non utilizzino la Bibbia, considerano il cristianesimo e l'ebraismo come un sistema di miti mondiali che merita lo stesso rispetto di qualsiasi religione. Ognuno è libero di seguire i propri sogni e aspirazioni, con l'unica e inscindibile clausola di non fare del male al prossimo. Si basa principalmente su antichi culti sciamanici, sulle antiche religioni animiste e sulle credenze druidiche, con alcuni richiami alle filosofie e alle religioni orientali. Splendido vero? Il male non c'entra assolutamente niente è fuori contesto perlomeno non nella Wicca legata alla natura. Gerald Gardner ex funzionario inglese, che nella metà degli anni '50 pubblicò una serie di libri dove esponeva i principi fondamentali di questa religione e fu proprio Gardner a fondare la "religione" della Wicca moderna. Le congreghe in cui i wiccan si riuniscono si chiamano coven e non sono riunite e strutturate secondo una gerarchia, ma indipendenti le une dalle altre, anche se collegate tra loro. Tutto ciò che esiste è formato dai cinque fondamenta (aria, acqua, fuoco, terra, spirito), che sono rappresentati attraverso il simbolo del pentacolo all'interno di un cerchio. Per quanto riguarda i riti, invece, ogni coven può decidere quali svolgere, anche in base alla corrente che viene seguita. Alcuni rituali vengono svolti solo all'interno delle coven, per cui chi pratica a livello individuale può conoscere la parte dei riti pubblici, ma non la parte iniziatica della religione. Il calendario della Wicca si divide in due feste: Sabbat dedicato a Dio  sono 8 feste legate ai movimenti del Sole. Tra i più importanti ci sono Samhain (31 ottobre), il capodanno celtico che segna la morte del vecchio anno, e il suo opposto Beltaine (1 maggio), dove si festeggia la natura e la fertilità. Gli esbat, dedicati alla Dea, sono feste legate al ciclo lunare. Possono essere 12 o 13 a seconda di quante lunazioni ci sono in un determinato anno. Ogni corrente Wicca festeggia l'esbat in un momento diverso del ciclo lunare ed è un rituale più intimo e raccolto rispetto al sabbat. Spesso si festeggia da soli. Gli strumenti rituali wicca, invece, sono molti e molto diversi tra loro. I quattro strumenti più importanti sono:
l'athame, un grosso pugnale dal manico scuro usato per dirigere i flussi di energia e per svolgere il Grande Rito dell'unione tra la Dea e il Dio;
la bacchetta, usata come l'athame per dirigere i flussi di energia che non sopportano il metallo;
la coppa (o il calice), usata durante il Grande Rito e in molti altri rituali;
il pentacolo, che benedice e purifica ciò che vi viene posto sopra. Chi pratica la Wicca non fa alcun sortilegio o incantesimo, non invoca il male, non pratica rituali negativi perché la regola base del movimento wicca di tutto il mondo è proprio il rispetto di tutti gli esseri viventi, umani ed animali. La consapevolezza della responsabilità che queste persone hanno nei confronti di tutto il creato è altissima e concepiscono che il potere creativo dell' Universo si manifesta sia nell'uomo quanto nella donna dando valore alla sessualità come piacere e come incarnazione della Vita. In sintesi possiamo dire che le streghe pagane della Wicca considerano la magia il mezzo più efficace per assumere il controllo della loro vita, per fare in modo che gli avvenimenti esterni prendano un corso che sia conforme ai loro desideri, per migliorare lo stato energetico del nostro pianeta e per entrare in contatto con la Dea. Le streghe della Wicca hanno elaborato una serie di regole che devono essere rispettate da quanti praticano la magia: tale serie di regole prende il nome di “Legge del Potere”. Le streghe della Wicca sostengono di non praticare la magia al fine di distruggere altri individui anche se in caso di necessità i poteri magici possono essere utilizzati per proteggere se stessi e per ottenere vantaggi personali.
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ambarstorysblog · 2 years
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Hay tanto que contar..
Hoy dia que usualmente hubiese ido a Alegria fui al precinct a poner una querella jajajja para Richard Maggio por harassment. Richard es un doctor involucrado en mi Caso con este acosador de hace anos y amigo personal de Jose Miguel Lares ( Ian El Argentino y Felipe judio de 2c, ELLOS NO) Ellos lo imitan , pero fue al original. Era para Juan Romero pero siento que la policia no me va a creer cuando les Digo q es UN grupo del edificio donde vivi 6 anos con mi ex Tatiana Ochoa London y Kevin Cardenas mi ex esposo por migration era Trio pero no, soy celosa y Hershey que es Paula , me enseno que sharing it's not caring. I respect SI la Gente le gusta algo pero SI y beo tuve una mala experiencia con eso espero El otro respete too.
Contacte a una abogada de la Oficina ubicada frente a queens criminal court en queens Blvd la misma que me represento cuando fui a la Carcel por El acosador Cristian pero dije El mombre de Maria Isabel Giraldo, no El MiO. Tiene que dolerle a El, por robarme desde los 17,000 de unemployment de papi que no es gilberto El calvo amigo Alexander Noel Cruz Pepin ,Tampoco ningun other nationality , sino Rafael Dominguez El que invitaron Ellos al Sistema por decision Propia pero no El marido de Yakaira o Yosaira, sino El de nena pero node full de chia y chelia ( El papa de mi primo Leivan Jose Diaz Sanchez ,no El fake que Adriano Espaillat tiene con El y Aneiry, sino El original. La mejor auditoria Seria fingerprints y adn a los miembros de una organizacion importante. Yo ayantaria la persona no dejandola homeless como Cristian a mi, no hacienda que no active una linea de CEL como el, primero dice q me molesta porq es UN policia q me Dara UN certificate para ser yo unpolicia de la ciudad de NY y ni El de osha me dio. harasing all day excusing bueno quirico. que cree q lo use consumiendo, pero no. Tambien por acosarme siento la lesbiana del 6H la blanquita q limpiaba y cocinaba que le gustaba tener su casa cute y limpia.
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m2024a · 3 months
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Natisone, quei 15 minuti maledetti tra la prima chiamata al 112 e l'arrivo dei Vvf Ora che tutto (o quasi) si è compiuto: trovato il corpo del povero Cristian Molnar, sotto un sasso all'interno di una galleria del fiume che lo ha travolto assieme a Patrizia e Bianca, le campane suonano a morto ed è lutto cittadino a Premariacco, in Friuli, ma nel frattempo le carte vanno avanti, nella procura di Udine i dati segreti - ancora non divulgati - raccolti dal cellulare di Patrizia, incise, nella memoria dello smartphone, le quattro maledette chiamate al 112, mentre i tre ragazzi morti erano abbracciati cercando di resistere alla furia del fiume Natisone. Ci sono dei punti oscuri, ancora - forse - da unire, accertare se c'è stata una qualche responsabilità, nonostante i tentativi disperati di salvataggio tentati dai soccorritori, dalla fune sfuggita per un soffio dalle mani dei ragazzi, lanciata dai vvf, al vigile che cercava di raggiungerli nuotando - invano - contro la furia del fiume, e soprattutto: quei 15 minuti maledetti tra la prima chiamata al 112 e l'arrivo dei Vvf. Ieri il corpo di Cristian Molnar è stato ritrovato nel pomeriggio. E' stato il fratello, Radu Petru, a riconoscerlo. Petru, poco tempo dopo la tragedia dei tre ragazzi, si era trasferito lungo il Natisone per osservare da vicino l'andamento delle ricerche. Ricerche continuate senza sosta per 20 giorni, dal giorno cioè in cui Cristian (25 anni) è stato portato via dalla piena insieme alle due giovani amiche, Patrizia Cormos (20) e Bianca Doros (23). Il suo corpo è stato l'ultimo a essere ritrovato, in una zona più volte battuta. Ma fintanto che la massa d'acqua è rimasta imponente, è stato impossibile raggiungere la pozza in cui era rimasto incastrato. Il calo del livello dell'acqua lo ha fatto riemergere, coperto da un grande masso e da legname. Il corpo di Cristian Molnar era sott'acqua, in una zona che era stata battuta diverse volte in queste settimane. È quasi impossibile entrare in quei posti, in quelle forre, quando l'acqua ha certe portate, ha detto Michele De Sabata, sindaco di Premariacco (Udine) ai giornalisti, spiegando le modalità del ritrovamento, da parte del gruppo fluviale dei vigili del fuoco, del ragazzo, disperso dal 31 maggio nelle acque del fiume.   Era sotto un enorme sasso, all'interno di una galleria - ha aggiunto - coperto anche da legname: finalmente questi straordinari pompieri sono riusciti a notare qualcosa sott'acqua, dov'è sempre rimasto fino ad oggi. Il sindaco raccontato poi di aver fatto suonare le campane a morto e di aver fissato per domani il lutto cittadino a Premariacco: Vi comunico che deve essere ancora riconosciuto dal fratello, ma io ho potuto vedere alcune cose: è lui, ne è certo il primo cittadino del piccolo Comune di 4mila anime. ''Chiudiamo una delle pagine più  tristi della nostra piccola comunità. Il nostro compito era quello di  restituire un corpo ai familiari e oggi l'operazione è stata portata a termine. Mi dicono, tra l'altro, che oggi è la giornata mondiale degli abbracci''. Il progetto di una statua dei tre ragazzi abbracciati Quanto al progetto di una statua in omaggio ai tre ragazzi, il sindaco di Premariacco, De Sabata,  racconta di aver da poco ''terminato un colloquio con la  comunità romena del nostro comune che mi sostiene in questo progetto. Non mi interessa fare lapidi ai caduti ma vorrei che a chiunque passi  da qui arrivi il senso di quell'abbraccio tra i tre ragazzi, un  segnale straordinario che porta via il cuore, l'ultimo regalo che ci  fanno prima di sparire tra i flutti. Io quell'abbraccio lo voglio  cristallizzare''. L'inchiesta, ed il telefono ritrovato Intanto, l'inchiesta procede spedita. E' stata completato, a Udine, nel Laboratorio di informatica forense, l'accertamento tecnico non ripetibile disposto dalla PM, Letizia Puppa, sul cellulare di Patrizia Maria Cormos: si tratta dell'unico telefonino ritrovato finora sulle sponde del fiume Natisone. E' agli atti ormai una copia forense del dispositivo, incluse le schede SIM e le schede di memoria. Questo accertamento è necessario - a più di 3 settimane dalla tragedia - per evitare il possibile deperimento del cellulare e la sua inutilizzabilità in caso di processo. Il consulente nominato dagli avvocati delle famiglie Al lavoro anche il consulente tecnico congiunto nominato dai due avvocati delle famiglie, Gaetano Laghi del foro di Milano che rappresenta i Molnar, quindi il fratello di Cristian e i genitori, e i Doros, i genitori di Bianca e Maurizio Stefanizzi, del foro di Pistoia, a rappresentanza della famiglia Cormos, quella di Patrizia. Quando giorni fa il fratello diceva Sento che è vivo. La straziante testimonianza La cronologia della tragedia: minuto per minuto E' dal telefono che sarà possibile risalire, minuto dopo minuto, alla cronologia di quel venerdì 31 maggio, attraverso gli orari delle chiamate, i metadati di foto e video, l'aggancio alle celle telefoniche. Il fascicolo aperto in Procura rimane per omicidio colposo a carico di ignoti. Sul Natisone, le ricerche si sono interrotte dunque ieri, 23 giugno, dopo 24 giorni con un impegno titanico di volontari e vvf della zona, che si sono spesi con incredibile caparbietà: un esempio civico di impegno e generosità, per chiudere una pagina dolorosissima per le zone dove si trova il fiume Natisone. Giorni fa, il rischio di un altro Natisone: il salvataggio fortunoso sul fiume Brenta, l'elicottero Drago che salva un ragazzo nella piena del fiume
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telodogratis · 3 months
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NATISONE, IL CORPO DI CRISTIAN TRA DUE PONTI
[[{“value”:” La piena del fiume Natisone che venerdì 31 maggio  ha  trascinato con se’  tre ragazzi, stretti in un abbraccio, paralizzzati dalla… L’articolo NATISONE, IL CORPO DI CRISTIAN TRA DUE PONTI proviene da Notizie 24 ore. “}]]  ​Read More  [[{“value”:”La piena del fiume Natisone che venerdì 31 maggio  ha  trascinato con se’  tre ragazzi, stretti in un abbraccio, paralizzzati…
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lamilanomagazine · 4 months
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Alluvione Emilia Romagna, al Giro d’Italia Aspi e Polizia ricordano l’impegno delle squadre di soccorso
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Alluvione Emilia Romagna, al Giro d’Italia Aspi e Polizia ricordano l’impegno delle squadre di soccorso. Ad un anno dall’alluvione che ha interessato i territori dell’Emilia-Romagna, in occasione della tappa del Giro d’Italia a Riccione si è voluto ricordare l’impegno messo in campo da Autostrade per l’Italia insieme alla Polizia di Stato e tutte le squadre di soccorso che sono intervenute sul territorio nei giorni di emergenza. Si sono svolte le premiazioni degli Eroi della Sicurezza, iniziativa giunta alla tredicesima edizione e nata dalla collaborazione tra Polizia di Stato e Autostrade per l’Italia, per valorizzare l’operato degli agenti e degli addetti autostradali che ogni giorno presidiano la viabilità sulle arterie ad alto scorrimento lungo il Paese. Sono stati premiati da ASPI gli Agenti della Polizia di Stato Daniele Cristoni e Luca de Tomasi. La Polizia Stradale ha invece assegnato un riconoscimento all’impegno e al coraggio manifestato durante gli eventi alluvionali a tutte le squadre del Tronco di Bologna di Autostrade per l’Italia coinvolte nell’emergenza, in particolare a Massimiliano Pigatto e Cristian Bruni, che si sono distinti tra gli operatori dell’unità di esercizio e dell’organizzazione tecnica. “In quei giorni - così ha ricordato il Direttore del Tronco di Bologna di ASPI Stefano Vimercati - abbiamo lavorato, giorno e notte, per rendere l’autostrada di nuovo fruibile nel minor tempo possibile per garantire il completo accesso alle città ai i mezzi di soccorso che dovevano poter passare e arrivare a destinazione. Il Gruppo di Autostrade per l’Italia è sempre rimasto unito, si è stretto alla comunità. In quelle ore sentivamo tutti la responsabilità di dover dare il massimo per garantire risultati immediati. Grazie alla meravigliosa squadra che ha operato sul campo siamo riusciti a riaprire i tratti più danneggiati dal maltempo in tempi record e siamo stati vicini ai territori, in prima linea. Ciò che porterò sempre con me è la gratitudine delle persone che abbiamo aiutato”. “Gli interventi in situazioni di pericolo e di urgenza, testimoniano come le donne e gli uomini della Polizia di Stato siano quotidianamente impegnati nelle attività di soccorso e di aiuto ai cittadini. La tutela degli utenti della strada è da sempre una priorità della Polizia Stradale che opera spesso in condizioni estremamente difficili” dichiara il Dirigente del Compartimento della Polizia Stradale per l’Emilia Romagna Simonetta Lo Brutto. “La polizia stradale è stata costantemente impegnata nel monitorare le strade e garantire la sicurezza della circolazione in quei giorni delicati, coordinare i soccorsi e agevolare il raggiungimento delle frazioni più isolate, con lo spirito di sacrificio ed abnegazione che sempre ispirano l'operato degli uomini e delle donne in uniforme. Lo stesso spirito di sacrificio che hanno dimostrato i colleghi premiati oggi, chiara espressione della professionalità e dell'empatia che da sempre caratterizzano la Polizia di Stato”. Nel corso delle diverse tappe del Giro, il palco delle premiazioni sportive ha ospitato in totale undici operatori della Polizia Stradale, con cui ASPI quotidianamente lavora in stretta collaborazione per garantire la sicurezza degli utenti in viaggio sulle autostrade. La Polizia Stradale, contestualmente, ha assegnato lungo le tappe da Sud a Nord dell’Italia un riconoscimento a dieci operatori del Gruppo Autostrade per l’Italia che hanno dimostrato una forte dedizione al proprio lavoro, mettendo a servizio degli utenti competenze e impegno che vanno ben oltre le proprie mansioni quotidiane. LE STORIE L’11 maggio 2023, gli Agenti Daniele Cristoni e Luca De Tomasi, durante il servizio di vigilanza autostradale sulla A1, ricevevano la segnalazione della presenza di un uomo anziano che percorreva a piedi, contromano, la corsia d’emergenza dell’autostrada. Giunti sul posto gli operatori intercettavano immediatamente l’uomo che, in stato confusionale, dalla corsia di emergenza, cercava di attraversare pericolosamente l’autostrada. A quel punto gli agenti, dimostrando elevata professionalità e non comuni doti operative, riuscivano a disporre l’auto di servizio trasversalmente rispetto all’asse stradale, a protezione dell’uomo che altrimenti sarebbe stato travolto dalle auto che sopraggiungevano. I due poliziotti, in questo modo, riuscivano a soccorrere l’anziano signore, malato di Alzheimer, e affidarlo alle cure del figlio giunto di lì a poco sul posto. Ad un anno dall’alluvione che ha interessato i territori dell’Emilia-Romagna viene premiato l’impegno e lo sforzo che la società ASPI ha messo in campo sin dalla prima allerta meteo. Autostrade per l’Italia ha provveduto a organizzare una task force di oltre 600 uomini a supporto della Direzione di tronco di Bologna, e oltre 160 mezzi impegnati nelle attività di ripristino. Per il coraggio e la professionalità dimostrati nei momenti di maggiore criticità vengono premiati Cristian Bruni e Massimiliano Pigatto, e tutte le squadre che hanno contribuito a ripristinare la piena percorribilità del tratto autostradale di A14 danneggiato dalla spinta dell’acqua, un passaggio cruciale per ricongiungere l'asse nord-sud del paese e garantire a tutti i mezzi di soccorso di poter avere una direttrice di percorrenza ad alta capacità.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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alessandro54-plus · 5 months
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Torna il Chievo Verona: la Clivense di Pellissier acquista lo storico marchio
articolo: https://www.calcioefinanza.it/2024/05/10/marchio-chievo-clivense-pellissier/ Venerdì, 10 maggio 2024 Sergio Pellissier L’ex attaccante è riuscito ad aggiudicarsi l’asta nonostante il tentativo in extremis di Cristian Zaffani, considerato molto vicino a Luca Campedelli. Quest’oggi, Sergio Pellissier ed Enzo Zanini, dirigenti della Clivense, hanno formalizzato l’acquisto del marchio…
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sounds-right · 7 months
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River Houseclub Soncino - Cremona: il 16/3 si balla con Cristian Marchi
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River Houseclub Soncino (Cremona) sabato 16 marzo 2024 ospita Cristian Marchi per un altro party scatenato, tutto da vivere a ritmo di house. 
Cristian Marchi è un noto DJ e produttore discografico italiano, nato a Mantova nel 1976. La sua carriera musicale ha inizio alla fine degli anni '90 e, grazie alla sua ecletticità musicale e alla sua capacità di mixare differenti generi musicali, ha rapidamente guadagnato popolarità in Italia e poi all'estero, grazie alla sua discografia. Tra i suoi singoli più noti, si possono citare i brani "Love Sex American Express", "We Are Perfect", "Feel The Love", "I Got You", "I Got My Eye On You", "Let's Fuck", "Check Out da Bass","Your Loving Arms", "Baker Street", "The Creeps", "Shout It Out" che gli hanno valso la conquista di importanti riconoscimenti nazionali ed internazionali.
Tra i suoi remix più importanti "Deep Swing - In The Music", "Dj Gollum - All The Things She Said", "The Kolors - ITALODISCO". Abile comunicatore, sempre attento al cambiamento, ma con uno stile che lo rappresenta, sicuramente mentore e ispirazione per moltissimi Dj's della nuova generazione. a sua versatilità artistica e passione per la musica lo hanno reso uno dei DJ più apprezzati del suo genere, e si esibisce nei club, eventi, festival italiani ed internazionali da 30 anni.
// // // //
La luna splende sul River Houseclub di Soncino (Cremona) che ormai da tempo è tornato a far ballare ogni sabato e prefestivi, in ogni stagione.  E' un ritorno che in zona e non solo, tra Cremona e Brescia, era decisamente atteso dai più giovani. L'atmosfera, sotto la grande mirrorball oppure in giardino, quando fa caldo, è quella di una grande festa tra amiche ed amici. Sorrisi, musica, ritmo fino a tardi, per celebrare ogni fine settimana.
Anche per l'autunno inverno 2023 / 24, infatti, il sound al River Houseclub è di qualità assoluta. River House club, aperto tutto l'anno, fa poi oggi parte del gruppo che gestisce molti dei più importanti spazi di divertimento tra Brescia e Cremona, con Circus beatclub (aperto da settembre a fine aprile e MOLO (aperto da maggio a fine settembre). La sinergia tra realtà di questo livello fa si che al River ogni weekend arrivino artisti di livello assoluto, artisti che fanno scatenare tutta Italia. 
Ad esempio, fanno tappa al Riverhouse Club di Sonico (CR) il Samsara Tour, suona forte il ritmo di Botteghi, spesso torna il sound sempre house e decisamente personale di Samuele Sartini... e non solo. Ogni weekend i party si susseguono senza soluzione di continuità.
River Houseclub
via Brescia 23, Soncino (CR)
366.1758050 
#riverhouseclub
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tarditardi · 7 months
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River Houseclub Soncino - Cremona: il 16/3 si balla con Cristian Marchi 
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River Houseclub Soncino (Cremona) sabato 16 marzo 2024 ospita Cristian Marchi per un altro party scatenato, tutto da vivere a ritmo di house. 
Cristian Marchi è un noto DJ e produttore discografico italiano, nato a Mantova nel 1976. La sua carriera musicale ha inizio alla fine degli anni '90 e, grazie alla sua ecletticità musicale e alla sua capacità di mixare differenti generi musicali, ha rapidamente guadagnato popolarità in Italia e poi all'estero, grazie alla sua discografia. Tra i suoi singoli più noti, si possono citare i brani "Love Sex American Express", "We Are Perfect", "Feel The Love", "I Got You", "I Got My Eye On You", "Let's Fuck", "Check Out da Bass","Your Loving Arms", "Baker Street", "The Creeps", "Shout It Out" che gli hanno valso la conquista di importanti riconoscimenti nazionali ed internazionali.
Tra i suoi remix più importanti "Deep Swing - In The Music", "Dj Gollum - All The Things She Said", "The Kolors - ITALODISCO". Abile comunicatore, sempre attento al cambiamento, ma con uno stile che lo rappresenta, sicuramente mentore e ispirazione per moltissimi Dj's della nuova generazione. a sua versatilità artistica e passione per la musica lo hanno reso uno dei DJ più apprezzati del suo genere, e si esibisce nei club, eventi, festival italiani ed internazionali da 30 anni.
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La luna splende sul River Houseclub di Soncino (Cremona) che ormai da tempo è tornato a far ballare ogni sabato e prefestivi, in ogni stagione.  E' un ritorno che in zona e non solo, tra Cremona e Brescia, era decisamente atteso dai più giovani. L'atmosfera, sotto la grande mirrorball oppure in giardino, quando fa caldo, è quella di una grande festa tra amiche ed amici. Sorrisi, musica, ritmo fino a tardi, per celebrare ogni fine settimana.
Anche per l'autunno inverno 2023 / 24, infatti, il sound al River Houseclub è di qualità assoluta. River House club, aperto tutto l'anno, fa poi oggi parte del gruppo che gestisce molti dei più importanti spazi di divertimento tra Brescia e Cremona, con Circus beatclub (aperto da settembre a fine aprile e MOLO (aperto da maggio a fine settembre). La sinergia tra realtà di questo livello fa si che al River ogni weekend arrivino artisti di livello assoluto, artisti che fanno scatenare tutta Italia. 
Ad esempio, fanno tappa al Riverhouse Club di Sonico (CR) il Samsara Tour, suona forte il ritmo di Botteghi, spesso torna il sound sempre house e decisamente personale di Samuele Sartini... e non solo. Ogni weekend i party si susseguono senza soluzione di continuità.
River Houseclub
via Brescia 23, Soncino (CR)
366.1758050 
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zaydabuzaydrp · 3 months
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Abu Zayd, più precisamente Zayd Abu Zayd Ab-Alh-Rahmann III, meglio conosciuto come "il Moro Zeyt", è un altro dei grandi protagonisti della nascita del Regno cristiano di Valencia.
Ultimo signore almohade di Valencia, era il pronipote del califfo berbero Abd-Al-Mucmin. Pur essendo originario di Baeza, era stato avviato alla politica dal nipote, il califfo Yusuf II, che lo nominò governatore di Valencia.
L’ultimo re almohade di Valencia vide presto sorgere problemi, sia per la pressione delle truppe cristiane a nord sia per quella di altri signori musulmani a sud. Insieme alla corruzione politica, che già esisteva all’epoca, avevano soffocato il popolo.
Dopo la morte del califfo Yusuf II, la decadenza politica si aggravò. Fu allora che Abu Zayd fu costretto a chiedere la protezione di Ferdinando III, il re santo di Castiglia. I raccolti rovinati da una piaga di cavallette e la mancanza di cibo incoraggiarono la ribellione della popolazione. In questa situazione, Zayyan Ibn Mardanis, discendente del re Lobo, arrivò a Valencia da Onda e guidò il rovesciamento di Abu Zayd, che dovette lasciare la città con il suo seguito e la sua famiglia nel 1229, diretto a Segorbe (Castellón).
Qui storia e leggenda si fondono, poiché si dice che la conversione del "moro Zeyt" sia avvenuta a Caravaca de la Cruz, dove la leggenda vuole che sia apparso il simbolo della croce.
Secondo la tradizione locale più diffusa, si dice che dalla fine del 1230 o all’inizio del 1231, il re almohade di Valencia e Murcia, Abu Zayd, si trovava nei suoi possedimenti a Caravaca. Interrogò i cristiani che teneva prigionieri per scoprire quali mestieri esercitassero, con l’obiettivo di occuparli secondo le loro capacità. Tra loro c’era il sacerdote Ginés Pérez Chirinos che, come missionario, era venuto da Cuenca nelle terre saracene per predicare il Vangelo. Egli rispose che il suo compito era quello di celebrare la messa e il re moresco voleva sapere com’era. Fu ordinato di portare da Cuenca i paramenti corrispondenti e il 3 maggio 1232, nella sala nobile della fortezza, il sacerdote iniziò la liturgia. Tuttavia, poco dopo aver iniziato la liturgia, dovette fermarsi, spiegando che gli era impossibile continuare perché mancava un elemento essenziale all’altare: un crocifisso.
In quel momento, attraverso una finestra della stanza, due angeli scesero dal cielo e posero delicatamente una croce a due bracci sull’altare. Il sacerdote poté quindi continuare la celebrazione della messa e, in presenza di tale meraviglia, Abu-Ceyt (insieme ai membri della sua corte presenti) si convertì al cristianesimo. In seguito si scoprì che la croce apparsa era il pettorale del vescovo Roberto, primo patriarca di Gerusalemme, realizzato con il legno della croce dove morì Gesù Cristo.
Quando Abu Zayd si convertì, prese il nome di Vicente Bellvís, come riportano le cronache dell’epoca. Morì tra il 1265 e il 1270.
La morte di Abu-Zayd è precedente all’11 dicembre 1268, data in cui il documento lo dichiara defunto. I suoi figli e parenti ricevettero un’importante eredità e, essendo imparentati con la nobiltà aragonese, divennero anch’essi signori cristiani.
QUI GIACE D. VICENTIUS BELVIS CON I SUOI ​​FIGLI UN TEMPO ZEIT ABUSIÒ RE VALENTIA MAURUS ADEO IL PROTETTORE DELLA SUA RELIGIONE VT DUE UOMINI INNOCENTI BEATI GIOVANNI DI PERUSIA E PIETRO DI SASSO-FERRATICO FIGLI E COMPAGNI DI PADRE FRANCESCO CHE PREDICANO LA VERA FEDE DI CRISTO OTTENUTO ATTRAVERSO LA SPADA MA RICEVERE LA LUCE DEL PADRE ISPIRATORE OGNI PECCATO FU CONSUMATO DAL SANTO BATTESIMO E IL SEGNO DELL’ETERNA RICONCILIAZIONE EGLI DESTINÒ UNA VOLTA LA SUA SALA IN CHIESA E SEDE.
Intorno al 16 giugno 1860, a Valencia fu eretta una lapide che lasciava in vista alcuni resti umani, il cui stato denotava la loro antichità. Nello stesso luogo fu rinvenuta una pergamena che recitava come segue:
Data di nascita:
17 ottobre 1195
Data di morte:
11 dicembre 1268
Titoli:
-Principe musulmano
-Signore cristiano
Etnia:
Berbero
Religione:
Islam
Religione 2:
Cristiano cattolico
Dinastia:
Almohade
Prestavolti nella trama:
-Alvaro Rico
-Walid Azaro
-Asier Cadenas
-David Raya
-Marco Mengoni
-Stephen Ammell
-Peter Porte (pv attuale)
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Nomine: l'ex sindaco Cristian Betti è il nuovo presidente della TSA Cristian Betti è il nuovo presidente della Trasimeno servizi ambientali. La nomina è arrivata dall’assemblea dei soci. Betti, per due mandati sindaco ...
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pedagogiaucse2023 · 1 year
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¿Y por qué es docente…profe...me preguntaron?
Hoy les vengo a contar la historia del porque decidí ser docente… ¿me acompañan?
Todo comenzó hace muchos años atrás cuando aún era estudiante de la carrera Licenciatura en Análisis de Sistemas en mi querida Universidad Nacional de Salta, arrancaba el cuatro año, el horario correspondía a la materia llamada Investigación Operativa que figuraba en el plan de estudio correspondiente.
De repente entró al laboratorio 8 “un chico más” al que todos nos quedamos mirando y dijo…Buenas tardes chicos, yo soy su profesor de Investigación Operativa…díganme Cristian…y así todos nos quedamos sorprendidos mirándolo, no usaba camisa sino remera, tampoco pantalón de vestir sino unos jeans gastados y lejos estaba de usar zapatos, llevaba las zapatillas que estaban de moda…en otras palabras, más que profesor parecía uno más de nosotros; nos contó que también se recibió en la UNSa y que se había ido unos años a estudiar en Buenos Aires, estaba finalizando su doctorado, lo que yo ni me imaginaba en qué, resultó que era en docencia. Y creo poder citar aquí lo que nos comenta el autor Ken Robinson (2020) sobre su visión de la educación cuando se refiere a: “Tiene que haber algo en un profesor que despierte curiosidad en sus estudiantes.” y sin lugar a dudas creo que Cristian lo logró. 
A decir verdad, jamás imaginamos lo que la materia iba a ser, no se comparaba a ninguna de las demás, recuerdo que usaba transparencias  escritas a mano por él, una manera que otros profesores tampoco usaron nunca, se focalizaba muchísimo en la práctica y nos hacía pensar sin que nos diéramos cuenta, y como bien lo plantea Ken Robinson (2020) también al decir que “la educación debe personalizarse y volverse orgánica”, además, siempre estaba presente en las consultas donde muchísimas veces me explico un mismo ejercicio hasta que lograba hacerme entender la idea, siempre paciente, buena onda y haciendo chistes relacionados a los Simpson y el chavo del ocho….bastaba con decirle “gracias” para que respondiera…”no hay de queso, solo de papa”. 
Por otro lado, también era sumamente exigente, cosa que a muchos chicos nos les agradaba. Su materia cambiaba todos los años, siempre agregaba un tema nuevo, o actualizaba uno que ya estaba en el programa y una de las cosas que más admiré y admiro hasta el día de hoy de él es que sabía prácticamente de todo y vivía actualizado en cuanto a programación y demás temas referidos a la informática; lo cual hoy comprendo que estaba totalmente relacionado con lo que sugiere la autora argentina Maggio (2021) al hablar sobre el contenido de las materias que: “…tenemos que seleccionar unos pocos nudos conceptuales que sea posible tratar sensatamente…”, ejerciendo mi rol de docente veo cuan cierto es y que debo enfocarme en el contenido necesario para los estudiantes en el espacio que tengo más que en lo que se puso en el programa tradicional.
Junto con la materia de Cristian, yo estaba cursando otra materia llamada Seminario de Computación, consistía en el desarrollo de una tesis mediante la cual recibíamos un título de pregrado llamado “Computador Universitario” o programador, para ello podíamos elegir un director que nos guiara y yo lo elegí a Cristian, me ayudó un montón, hasta aprendía a leer textos en inglés, lo cual me hizo pensar en lo que señala Litwin y que Maggio recalca en su charla y que deberíamos querer alcanzar …”diseños de autor originales en su concepción, creativos y desafiantes en su implementación” y es lo que sentí al conseguir el título mencionado, jamás olvidaré ese 3 de diciembre de 2009. En la foto les comparto el momento en que terminé la defensa de mi tesis.
Además de haber conseguido mi primer título, él me propuso ser Auxiliar Docente de primera categoría en su materia, es decir, en Investigación Operativa, y es así que rendí mi primer concurso, recuerdo que nos presentamos 2 chicas, ambas alumnas suyas y aunque yo no lo esperaba, lo gané, así fue que más adelante en el tiempo llegué a ser Jefe de Trabajos Prácticos pero en otra materia llamada Elementos de Computación, la cual se cursaba en el primer año de la carrera.
Es así que descubrí lo que es ser docente, pero no un docente que pasa desapercibido, sino un docente que tiene una relación diferente con sus alumnos, que les da espacio, que los escucha, que les brinda confianza y a quienes ayuda a crecer, gracias a su incentivo realicé tres viajes de estudio, uno a Santiago del Estero, otro a Río Cuarto – Córdoba y el último a Buenos Aires, él nos abrió estos horizontes, nos enseñó que como estudiantes podemos conseguir grande cosas, pasar buenos momentos y más que nada crecer como profesionales buscando la excelencia, creyendo y queriendo ser cada vez mejores en todo lo que hagamos, hasta el día de hoy es así, y aquí hago un punto para recordar una frase de Maggio que dice: “La enseñanza poderosa se expande en el seno de la propia clase y perdura en el recuerdo”. También recuerdo siempre que Cristian es una persona sumamente inquieta, siempre quiere hacer algo más, y hasta llegó a ser vice decano de nuestra Facultad de Ciencias Exactas, ni mencionar la cantidad de cambios que logró hacer, todos positivos.
Pasó el tiempo y comencé a trabajar, me alejé un poco de la facultad y de Cristian, me casé, tuve dos hijos y fue allí que tomé la decisión de dejar de trabajar y recibirme. Seguí varios años alejada de la facultad, pero siempre estaba en contacto con Cristian que compartía conmigo todas aquellas capacitaciones que pensaba que yo podía realizar y así fue que junto con su ayuda mi currículum fue creciendo, siempre tenía palabras de aliento que me hacían sentir que yo podía hacerlo…siempre. Cómo dejar de mencionar que hoy se lo que esto significa y cómo marcó mi vida profesional, tal cual lo expresa Litwin “…buscar nuevas razones a buenas razones, para imaginar o simplemente para inicializarse en una búsqueda personal.”
Después de un tiempo volví a concursar en la facultad, pero no logré quedar como docente, me desanimé hasta que el año pasado llegó a mí una propuesta para ser docente de nivel superior en un Instituto de la localidad de Guemes, a 40 km de la capital de Salta, donde vivo, ¿y quién me había recomendado? … sí, Cristian lo hizo otra vez, entonces con mucho miedo dije que sí, decisión que indirectamente me ayudó a tomar, no recuerdo las palabras exactas, pero fueron algo así como…” vos querés ser ama de casa únicamente Soledad?, ¿estudiaste para eso?” y fue como una sacudida, una más, que necesitaba y así con esas palabras acepté el trabajo, al principio en una materia y al poco tiempo me ofrecieron la segunda. Pasada la mitad del año 2022, mi teléfono volvió a sonar, una nueva propuesta, en un Instituto de Salta que se llama Colegio del Milagro, ¿y…quien lo había hecho otra vez? … si, Cristian. En ese entonces dije que sí, sin dudarlo y es así que hasta el día de hoy me desempeño en ambos lugares como docente, rendí 2 concursos en el nivel superior, los cuales gané y la persona que me dio los tips para la propuesta también fue Cristian, así que sin ir más lejos al leer la consigna de nuestra tarea sólo él vino a mi mente porque me formó como docente, me ayudo, me aconsejó y logró en mi que al verlo sienta que quiero ser como él, un profe “piola”, “buena onda”, que trata bien a sus alumnos, que los escucha, que los ayuda en todo lo que puede y más; si, lo elegí porque gracias a él hoy puedo hacer lo que me gusta…enseñar…y si…soy Licenciada en Análisis de Sistemas, pero si me dan a elegir…sigo en la docencia y me emociona al leer entrevistas como la de Santos Guerra donde define a la docencia como “la profesión más hermosa, difícil, compleja que se le ha encomendado a un ser humano, porque es trabajar con le mente y el corazón de las personas”; y yo…¡disfruto de ser docente!
Así también en medio de mi ejercicio noté que tengo un costado flojo, y es justamente que no aprendí las materias pedagógicas correspondientes y que, aunque sienta que la vocación docente está dentro de mí, no alcanza, siempre debo capacitarme para ser mejor y dar lo mejor a mis estudiantes.
A continuación, imágenes que describen mi relación con mis estudiantes, particularmente en el día de mi cumpleaños.
Y para finalizar la presente narrativa…si me dieran a elegir…volvería a elegir SER DOCENTE sabiendo que para educar hay que alentar la pasión y conmover el espíritu, cuando hacemos lo que nos apasiona, sea lo que sea, somos felices y plenos (Ken Robinson)
 Autora: Lic. María Soledad Miranda
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m2024a · 3 months
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Natisone, trovato un corpo: «È di Cristian Molnar». Era in una pozza vicina a quelli di Patrizia e Bianca Un corpo è stato trovato questa mattina nel Natisone, nei pressi del greto dove è avvenuto l'incidente che ha coinvolto tre ragazzi. Non c'è ancora l'identificazione ufficiale, ma è praticamente certo che si tratta di quello di Cristian Molnar, l'ultimo che ancora non era stato trovato. Come hanno riferito i vigili del fuoco, il corpo è stato trovato in una pozza, ormai libera dell'acqua, in un luogo non lontano dai punti in cui erano state trovate le due ragazze, Patrizia Cormos, di 20 anni, e Bianca Doros, di 23. Cristian, insieme alla fidanzata e a un'amica, erano stati trascinati dall'onda di piena il 31 maggio scorso.  Il calo del livello dell'acqua ha facilitato ritrovamento.   La tragedia I tre ragazzi erano andati sul greto del Natisone per scattare alcune foto il 31 maggio scorso quando, a causa delle intense precipitazioni dei giorni precedenti, il livello delle acque del Natisone è rapidamente salito. Fino a quando i ragazzi, stretti in un abbraccio, non sono stati travolti. Da allora non si sono mai interrotte le ricerche e dapprima sono stati trovati i corpi delle due ragazze, e soltanto oggi quello del giovane romeno, residente in Austria. Con modalità e con numero di soccorritori e di corpi e mezzi impegnati, le ricerche erano in corso anche questa mattina. Ventiquattro giorni di ricerche Nell'ultima settimana le ricerche si erano concentrate sulle sponde del fiume con il supporto dei cani molecolari. Una rimodulazione dell'unità di soccorso intrapresa dopo il vertice in Prefettura dei giorni scorsi, che aveva stabilito questo protocollo almeno fino a giovedì, quando una nuova riunione alla presenza del prefetto e delle persone preposte alle ricerche avrebbe deciso come procedere. Sempre nel corso dell'ultimo incontro era stata fissata anche la zona nella quale si sarebbero concentrate le ricerche. Un'area compresa tra il ponte Leproso di Orsaria e la confluenza con il fiume Torre. Il post del sindaco "Abbiamo trovato un corpo nel fiume....." scrive così il sindaco Michele De Sabata sulla bacheca del suo profilo Facebook, diventata dal 31 maggio un diario di bordo con costanti aggiornamenti sullo sviluppo delle ricerche. In pochi minuti sotto il post si è raccolta una lunga fila di commenti di una comunità che in questi giorni non ha mai smesso di perdere le speranze, all’inizio di trovare il ragazzo in vita poi di restituire alla famiglia il corpo. Campane a morto per Cristian e lutto cittadino «Abbiamo fatto suonare le campane a morto e domani ci sarà il lutto cittadino. Chiudiamo una delle pagine più tristi della nostra piccola comunità. Il nostro compito era quello di restituire un corpo ai familiari e oggi l'operazione è stata portata a termine. Mi dicono, tra l'altro, che oggi è la giornata mondiale degli abbracci». Lo dice all'Adnkronos il sindaco di Premariacco Michele De Sabata dopo il recupero del corpo di Cristian Molnar, ultimo disperso della tragedia del Natisone. «E' come togliere una cappa dalla comunità. Oggi il reparto fluviale dei Vigili del Fuoco non doveva esserci sul teatro delle ricerche, erano previsti solo i cani ma per la loro caparbietà hanno chiesto di esserci per continuare le ricerche in alcuni posti, dove peraltro erano già passati, ma questa volta con l'acqua più bassa lo hanno trovato». Quanto al progetto di una statua in omaggio ai tre ragazzi, il sindaco De Sabata racconta di aver da poco «terminato un colloquio con la comunità romena del nostro comune che mi sostiene in questo progetto. Non mi interessa fare lapidi ai caduti ma vorrei che a chiunque passi da qui arrivi il senso di quell'abbraccio tra i tre ragazzi, un segnale straordinario che porta via il cuore, l'ultimo regalo che ci fanno prima di sparire tra i flutti. Io quell'abbraccio lo voglio cristallizzare».
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telodogratis · 3 months
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“SPERANZE FINITE” NATISONE, L’EPILOGO DEL CORPO DI CRISTIAN
[[{“value”:” Lo scorso 31 maggio si è consumata l’immane tragedia del fiume Natisone. Tre ragazzi giovanissimi sono stati travolti… L’articolo “SPERANZE FINITE” NATISONE, L’EPILOGO DEL CORPO DI CRISTIAN proviene da Notizie 24 ore. “}]]  ​Read More  [[{“value”:”Lo scorso 31 maggio si è consumata l’immane tragedia del fiume Natisone. Tre ragazzi giovanissimi sono stati travolti… L’articolo…
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lamilanomagazine · 4 months
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Riccione, premiati gli "Eroi della Sicurezza" di Autostrade per l'Italia e Polizia di Stato intervenuti a sostegno del territorio
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Riccione, premiati gli "Eroi della Sicurezza" di Autostrade per l'Italia e Polizia di Stato intervenuti a sostegno del territorio. Ad un anno dall'alluvione che ha interessato i territori dell'Emilia-Romagna, in occasione della tappa del Giro d'Italia a Riccione si è voluto ricordare l'impegno messo in campo da Autostrade per l'Italia, insieme alla Polizia di Stato e tutte le squadre di soccorso che sono intervenute sul territorio nei giorni di emergenza. Venerdì, prima della partenza di Riccione, si sono svolte le premiazioni degli "Eroi della Sicurezza", iniziativa giunta alla tredicesima edizione e nata dalla collaborazione tra Polizia di Stato e Autostrade per l'Italia, per valorizzare l'operato degli agenti e degli addetti autostradali che ogni giorno presidiano la viabilità sulle arterie ad alto scorrimento lungo il Paese. In occasione di questa tappa sono stati premiati da ASPI gli Agenti della Polizia di Stato Daniele Cristoni e Luca de Tomasi. La Polizia Stradale ha invece assegnato un riconoscimento all'impegno e al coraggio manifestato durante gli eventi alluvionali a tutte le squadre del Tronco di Bologna di Autostrade per l'Italia coinvolte nell'emergenza, in particolare a Massimiliano Pigatto e Cristian Bruni, che si sono distinti tra gli operatori dell'unità di esercizio e dell'organizzazione tecnica. "In quei giorni - così ha ricordato il Direttore del Tronco di Bologna di ASPI Stefano Vimercati - abbiamo lavorato, giorno e notte, per rendere l'autostrada di nuovo fruibile nel minor tempo possibile per garantire il completo accesso alle città ai i mezzi di soccorso che dovevano poter passare e arrivare a destinazione. Il Gruppo di Autostrade per l'Italia è sempre rimasto unito, si è stretto alla comunità. In quelle ore sentivamo tutti la responsabilità di dover dare il massimo per garantire risultati immediati. Grazie alla meravigliosa squadra che ha operato sul campo siamo riusciti a riaprire i tratti più danneggiati dal maltempo in tempi record e siamo stati vicini ai territori, in prima linea. Ciò che porterò sempre con me è la gratitudine delle persone che abbiamo aiutato". "Gli interventi in situazioni di pericolo e di urgenza, testimoniano come le donne e gli uomini della Polizia di Stato siano quotidianamente impegnati nelle attività di soccorso e di aiuto ai cittadini. La tutela degli utenti della strada è da sempre una priorità della Polizia Stradale che opera spesso in condizioni estremamente difficili" dichiara il Dirigente del Compartimento della Polizia Stradale per l'Emilia Romagna Simonetta Lo Brutto. "La polizia stradale è stata costantemente impegnata nel monitorare le strade e garantire la sicurezza della circolazione in quei giorni delicati, coordinare i soccorsi e agevolare il raggiungimento delle frazioni più isolate, con lo spirito di sacrificio ed abnegazione che sempre ispirano l'operato degli uomini e delle donne in uniforme. Lo stesso spirito di sacrificio che hanno dimostrato i colleghi premiati oggi, chiara espressione della professionalità e dell'empatia che da sempre caratterizzano la Polizia di Stato".   Nel corso delle diverse tappe del Giro, il palco delle premiazioni sportive ospiterà in totale undici operatori della Polizia Stradale, con cui ASPI quotidianamente lavora in stretta collaborazione per garantire la sicurezza degli utenti in viaggio sulle autostrade. La Polizia Stradale, contestualmente, assegnerà lungo le tappe da Sud a Nord dell'Italia un riconoscimento a dieci operatori del Gruppo Autostrade per l'Italia che hanno dimostrato una forte dedizione al proprio lavoro, mettendo a servizio degli utenti competenze e impegno che vanno ben oltre le proprie mansioni quotidiane. LE STORIE L'11 maggio 2023, gli Agenti Daniele Cristoni e Luca De Tomasi, durante il servizio di vigilanza autostradale sulla A1, ricevevano la segnalazione della presenza di un uomo anziano che percorreva a piedi, contromano, la corsia d'emergenza dell'autostrada. Giunti sul posto gli operatori intercettavano immediatamente l'uomo che, in stato confusionale, dalla corsia di emergenza, cercava di attraversare pericolosamente l'autostrada. A quel punto gli agenti, dimostrando elevata professionalità e non comuni doti operative, riuscivano a disporre l'auto di servizio trasversalmente rispetto all'asse stradale, a protezione dell'uomo che altrimenti sarebbe stato travolto dalle auto che sopraggiungevano. I due poliziotti, in questo modo, riuscivano a soccorrere l'anziano signore, malato di Alzheimer, e affidarlo alle cure del figlio giunto di lì a poco sul posto. Ad un anno dall'alluvione che ha interessato i territori dell'Emilia-Romagna viene premiato l'impegno e lo sforzo che la società ASPI ha messo in campo sin dalla prima allerta meteo. Autostrade per l'Italia ha provveduto a organizzare una task force di oltre 600 uomini a supporto della Direzione di tronco di Bologna, e oltre 160 mezzi impegnati nelle attività di ripristino. Per il coraggio e la professionalità dimostrati nei momenti di maggiore criticità vengono premiati Cristian Bruni e Massimiliano Pigatto, e tutte le squadre che hanno contribuito a ripristinare la piena percorribilità del tratto autostradale di A14 danneggiato dalla spinta dell'acqua, un passaggio cruciale per ricongiungere l'asse nord-sud del paese e garantire a tutti i mezzi di soccorso di poter avere una direttrice di percorrenza ad alta capacità.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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bloglts · 1 year
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¿Y por qué es docente, profe? ....me preguntaron...
Hoy les vengo a contar la historia del porque decidí ser docente… ¿me acompañan?
Todo comenzó hace muchos años atrás cuando aún era estudiante de la carrera Licenciatura en Análisis de Sistemas en mi querida Universidad Nacional de Salta, arrancaba el cuatro año, el horario correspondía a la materia llamada Investigación Operativa que figuraba en el plan de estudio correspondiente.
De repente entró al laboratorio 8 “un chico más” al que todos nos quedamos mirando y dijo…Buenas tardes chicos, yo soy su profesor de Investigación Operativa…díganme Cristian…y así todos nos quedamos sorprendidos mirándolo, no usaba camisa sino remera, tampoco pantalón de vestir sino unos jeans gastados y lejos estaba de usar zapatos, llevaba las zapatillas que estaban de moda…en otras palabras, más que profesor parecía uno más de nosotros; nos contó que también se recibió en la UNSa y que se había ido unos años a estudiar en Buenos Aires, estaba finalizando su doctorado, lo que yo ni me imaginaba en qué, resultó que era en docencia. Y creo poder citar aquí lo que nos comenta el autor Ken Robinson (2020) sobre su visión de la educación cuando se refiere a: “Tiene que haber algo en un profesor que despierte curiosidad en sus estudiantes.” y sin lugar a dudas creo que Cristian lo logró. 
A decir verdad, jamás imaginamos lo que la materia iba a ser, no se comparaba a ninguna de las demás, recuerdo que usaba transparencias  escritas a mano por él, una manera que otros profesores tampoco usaron nunca, se focalizaba muchísimo en la práctica y nos hacía pensar sin que nos diéramos cuenta, y como bien lo plantea Ken Robinson (2020) también al decir que “la educación debe personalizarse y volverse orgánica”, además, siempre estaba presente en las consultas donde muchísimas veces me explico un mismo ejercicio hasta que lograba hacerme entender la idea, siempre paciente, buena onda y haciendo chistes relacionados a los Simpson y el chavo del ocho….bastaba con decirle “gracias” para que respondiera…”no hay de queso, solo de papa”. 
Por otro lado, también era sumamente exigente, cosa que a muchos chicos nos les agradaba. Su materia cambiaba todos los años, siempre agregaba un tema nuevo, o actualizaba uno que ya estaba en el programa y una de las cosas que más admiré y admiro hasta el día de hoy de él es que sabía prácticamente de todo y vivía actualizado en cuanto a programación y demás temas referidos a la informática; lo cual hoy comprendo que estaba totalmente relacionado con lo que sugiere la autora argentina Maggio (2021) al hablar sobre el contenido de las materias que: “…tenemos que seleccionar unos pocos nudos conceptuales que sea posible tratar sensatamente…”, ejerciendo mi rol de docente veo cuan cierto es y que debo enfocarme en el contenido necesario para los estudiantes en el espacio que tengo más que en lo que se puso en el programa tradicional.
Además de haber conseguido mi primer título, él me propuso ser Auxiliar Docente de primera categoría en su materia, es decir, en Investigación Operativa, y es así que rendí mi primer concurso, recuerdo que nos presentamos 2 chicas, ambas alumnas suyas y aunque yo no lo esperaba, lo gané, así fue que más adelante en el tiempo llegué a ser Jefe de Trabajos Prácticos pero en otra materia llamada Elementos de Computación, la cual se cursaba en el primer año de la carrera.
Es así que descubrí lo que es ser docente, pero no un docente que pasa desapercibido, sino un docente que tiene una relación diferente con sus alumnos, que les da espacio, que los escucha, que les brinda confianza y a quienes ayuda a crecer, gracias a su incentivo realicé tres viajes de estudio, uno a Santiago del Estero, otro a Río Cuarto – Córdoba y el último a Buenos Aires, él nos abrió estos horizontes, nos enseñó que como estudiantes podemos conseguir grande cosas, pasar buenos momentos y más que nada crecer como profesionales buscando la excelencia, creyendo y queriendo ser cada vez mejores en todo lo que hagamos, hasta el día de hoy es así, y aquí hago un punto para recordar una frase de Maggio que dice: “La enseñanza poderosa se expande en el seno de la propia clase y perdura en el recuerdo”. También recuerdo siempre que Cristian es una persona sumamente inquieta, siempre quiere hacer algo más, y hasta llegó a ser vice decano de nuestra Facultad de Ciencias Exactas, ni mencionar la cantidad de cambios que logró hacer, todos positivos.
Pasó el tiempo y comencé a trabajar, me alejé un poco de la facultad y de Cristian, me casé, tuve dos hijos y fue allí que tomé la decisión de dejar de trabajar y recibirme. Seguí varios años alejada de la facultad, pero siempre estaba en contacto con Cristian que compartía conmigo todas aquellas capacitaciones que pensaba que yo podía realizar y así fue que junto con su ayuda mi currículum fue creciendo, siempre tenía palabras de aliento que me hacían sentir que yo podía hacerlo…siempre. Cómo dejar de mencionar que hoy se lo que esto significa y cómo marcó mi vida profesional, tal cual lo expresa Litwin “…buscar nuevas razones a buenas razones, para imaginar o simplemente para inicializarse en una búsqueda personal.”
Después de un tiempo volví a concursar en la facultad, pero no logré quedar como docente, me desanimé hasta que el año pasado llegó a mí una propuesta para ser docente de nivel superior en un Instituto de la localidad de Guemes, a 40 km de la capital de Salta, donde vivo, ¿y quién me había recomendado? … sí, Cristian lo hizo otra vez, entonces con mucho miedo dije que s��, decisión que indirectamente me ayudó a tomar, no recuerdo las palabras exactas, pero fueron algo así como…” vos querés ser ama de casa únicamente Soledad?, ¿estudiaste para eso?” y fue como una sacudida, una más, que necesitaba y así con esas palabras acepté el trabajo, al principio en una materia y al poco tiempo me ofrecieron la segunda. Pasada la mitad del año 2022, mi teléfono volvió a sonar, una nueva propuesta, en un Instituto de Salta que se llama Colegio del Milagro, ¿y…quien lo había hecho otra vez? … si, Cristian. En ese entonces dije que sí, sin dudarlo y es así que hasta el día de hoy me desempeño en ambos lugares como docente, rendí 2 concursos en el nivel superior, los cuales gané y la persona que me dio los tips para la propuesta también fue Cristian, así que sin ir más lejos al leer la consigna de nuestra tarea sólo él vino a mi mente porque me formó como docente, me ayudo, me aconsejó y logró en mi que al verlo sienta que quiero ser como él, un profe “piola”, “buena onda”, que trata bien a sus alumnos, que los escucha, que los ayuda en todo lo que puede y más; si, lo elegí porque gracias a él hoy puedo hacer lo que me gusta…enseñar…y si…soy Licenciada en Análisis de Sistemas, pero si me dan a elegir…sigo en la docencia y me emociona al leer entrevistas como la de Santos Guerra donde define a la docencia como “la profesión más hermosa, difícil, compleja que se le ha encomendado a un ser humano, porque es trabajar con le mente y el corazón de las personas”; y yo…¡disfruto de ser docente!
Así también en medio de mi ejercicio noté que tengo un costado flojo, y es justamente que no aprendí las materias pedagógicas correspondientes y que, aunque sienta que la vocación docente está dentro de mí, no alcanza, siempre debo capacitarme para ser mejor y dar lo mejor a mis estudiantes.
Y para finalizar la presente narrativa…si me dieran a elegir…volvería a elegir SER DOCENTE sabiendo que para educar hay que alentar la pasión y conmover el espíritu, cuando hacemos lo que nos apasiona, sea lo que sea, somos felices y plenos (Ken Robinson)
Autora: Lic. María Soledad Miranda
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