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#curiosità storiche
tiaspettoaltrove · 8 days
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Le ragazze italiane sono, quasi tutte e quasi sempre, annoiate.
Non impazzisco per monumenti e robe storiche, ma ammetto che il Colosseo la sua figura la fa sempre. Simbolo imponente, di un’epoca per fortuna passata. Stamattina camminavo al Circo Massimo, e mi sono imbattuto in una rievocazione storica dell’antica Roma. Ovvero centinaia di persone vestite come i combattenti dell’epoca, che marciavano e urlavano in coro. Lo chiamerò cosplay per sminuirne il valore artistico e culturale, e per evidenziarne l’inaccuratezza storica. Ma il punto non è nemmeno questo: perché dovrei glorificare una civiltà che ha messo Gesù Cristo sulla croce? Egli, col Suo sacrificio, ha dimostrato la sconfitta del mondo. E nello specifico, in quel tempo, la crudeltà di quell’impero romano tanto osannato anche ai giorni nostri. Tuttavia, rimanendo indifferente all’atmosfera di giubilo per una Storia che fu, ho deciso comunque di buttare un occhio a quella sorta di sfilata. Non tanto per curiosità in senso stretto, quanto per aver notato delle graziose donzelle (ben vestite e piacevoli da guardare), in quel marasma generale che a tratti sembrava più una rievocazione fascista, che romana (e in effetti dei tratti in comune ci sarebbero pure). Numericamente irrilevanti, ma qualche creatura degna di nota, nella folla l’ho trovata. Mi ha colpito ancora di più, in realtà, un’altra situazione. Ero nel pubblico accanto a un ragazzo, accompagnato dalla sua compagna, una bella biondina. Egli snocciolava date ed eventi, e lei neanche a dirlo palesemente si annoiava. O quantomeno, questo è quello che vedevo io. Guardava altrove, indice del fatto che probabilmente non avrebbe voluto essere lì. E dopo un po’ si è direttamente allontanata per parlare al telefono (probabilmente per chiamare l’amante). Era lì contro la sua volontà? Onestamente non sembrava. Il ragazzo appariva tranquillissimo. Sicuramente ingenuo, non cattivo. Espressioni del viso rilassate, tono di voce basso, non mi sembrava proprio il tipo che avrebbe “costretto” la sua metà a recarsi lì con lui. Secondo me era semplicemente un appassionato di Storia, magari mezzo “secchione”, che invece di godersi la sua bella biondina stava lì a guardare questi soldati molto convinti di ciò che facevano. Un altro aspetto lo devo rilevare, però, perché non vale solo in questo caso: le ragazze italiane le vedo, quasi sempre e quasi tutte, annoiate. Quindi mi chiedo: cosa volete davvero dalla vita? E cosa vi aspettate? Siete così perché siete viziate, e “troppo” libere? Oppure (e probabilmente mi rispondereste così) siete annoiate perché vi annoia chi vi circonda? Be’, in quest’ultimo caso bisogna rinunciare a ciò che non fa stare bene. Perché la vita è una, e va vissuta nel modo giusto solo con chi riteniamo che meriti di stare con noi. E anche qualora l’alternativa fosse la solitudine, ben venga. Ma restare con uno, solo magari per qualche vantaggio materiale, non lo trovo particolarmente edificante. Bisogna prendere coraggio ed agire onestamente. Farsi travolgere autenticamente, senza maschere.
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diceriadelluntore · 11 months
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Storia Di Musica #278 - Charles Mingus, Mingus Ah Um, 1959
Le storie di giugno nascono dalla lettura di uno dei libri più belli sulla musica scritto da un non esperto musicale, Natura Morta Con Custodia Di Sax, che Geoff Dyer, sublime scrittore britannico, dedica a storie di jazz. In questo bellissimo saggio, che pesca da fonti storiche, un po’ inventa, un po’ sogna, Dyer scrive storie di alcuni tra i più grandi interpreti di questa musica particolare, creativa, magmatica, pilastro della cultura mondiale da cent’anni. Per mia indiretta colpa, in tutte queste storie di musica non mi era mai capitato di raccontare del personaggio che ho scelto, e uno dei protagonisti del libro, per un mese monografico anche piuttosto particolare: Charles Mingus. Contrabbassista, genio e sregolatezza, uno dei musicisti più importanti del jazz. Arrabbiato, per via di una infanzia passata a cercare di combattere quel sentirsi minoranza di una minoranza (pur essendo di famiglia piccolo borghese, soffriva terribilmente le sue origini meticce, tra genitori con discendenze afroamericane, asiatiche e nativo americane), nato In Arizona nel ’22 ma cresciuto poco prima della Seconda Guerra Mondiale nel tristemente famoso sobborgo di Watts a Los Angeles. Mingus si avvicina da giovanissimo al violoncello, ma poi si appassiona al contrabbasso, che studia con i migliori insegnanti, tra cui Herman Reischagen, primo contrabbasso dell’Orchestra Filarmonica di New York. Nel 1947 entra nell'Orchestra di Lionel Hampton, è già leader di propri gruppi e ha già fatto i primi tentativi di composizione. Mingus si approccia alla musica grazie ai canti gospel delle congregazioni religiose che frequentava regolarmente a Watts e a Los Angeles, realtà con cui venne a contatto durante gli anni dell'infanzia. Ascolta il blues e il jazz ma ha una varietà di conoscenze e di curiosità che compariranno qua e là nel corso della sua leggendaria carriera musicale: si dice ascoltasse Bach ogni giorno, studia Richard Strauss e Arnold Schönberg, non nasconde una passione per Claude Debussy e Maurice Ravel. Suona con il Mito Charlie Parker, ma il suo idolo è la big band di Sir Duke Ellington. E nel 1953 ha l’occasione della vita: viene chiamato da Ellington a suonare con lui. Leggenda vuole che Juan Tizol, portoricano, bianco, trombonista, che in quel momento scrive dei pezzi per l’Orchestra, gli scrive un assolo da suonare con l’archetto. Lui lo traspone di un’ottava per renderlo cantabile, e lo esegue come se lo strumento fosse un violoncello. Tizol lo apostrofa dicendogli che «come tutti i neri della band non sai leggere bene la musica»; Mingus, che è un gigante di mole (tra i suoi demoni, un’ingordigia da romanzo) lo prende a calci nel sedere. Tizol, sempre secondo la leggenda, nella custodia del trombone aveva un coltello, che prontamente afferra per scagliarsi contro Mingus mentre Duke dà l’attacco del brano. Questi, agilmente nonostante la sua mole, con il contrabbasso preso in braccio, salta e scivola sul pianoforte, correndo e dileguandosi fra le quinte. Rientra in un lampo sul palco con in mano una scure da pompiere e sfascia la sedia dell’esterrefatto Tizol. Ellington, che si dice non licenziò mai un suo musicista, lo “spinse” a dimettersi, e nella sua autobiografia (dal titolo già profetico, Beneath The Underdog, tradotta in italiano con il titolo magnifico di Peggio Di Un Bastardo) Mingus racconta: “Duke mi disse <<Se avessi saputo che scatenavi un simile putiferio avrei scritto un’introduzione>>, gli risposi che aveva perfettamente ragione”. Il suo era uno stile libero, che in pratica rimarrà unico. Esempio perfetto è il noto Pithecanthropus Erectus (1956), primo grande disco da solista, che dà un’idea generale della sua musica: bruschi cambi di atmosfera, di tempo e ritmo, un tocco “espressionista” che, di fatto, lo rendono quasi precursore del free jazz, considerazione tra l’altro che lo faceva andare su tutte le furie. Mingus si appassiona alla musica di New Orleans, seguendo l’idea di big band di Ellington, e da questo punto in poi viene fuori tutta la sua incontenibile vitalità, spesso oltremodo eccessiva e davvero fuori le righe: altro caso leggendario fu la “maratona” intrapresa con il fido Dannie Richmond, il suo batterista per quasi tutta la carriera, a chi consumava più amplessi e tequila nei bordelli di Tijuana; da questa esperienza nacque quel capolavoro assoluto che è Tijuana Moods, registrato nel 1957 ma uscito solo nel 1962. Miles Davis disse di lui: “Era sicuramente pazzo, ma è stato uno dei più grandi contrabbassisti che abbia mai sentito. Mingus suonava qualcosa di diverso, era diverso da tutti gli altri, era genio puro”. La prova è il disco di oggi, uno dei capolavori assoluti del jazz, che esce nel 1959, il suo primo per la Columbia. Il titolo Mingus Ah Um è una parodia di una declinazione latina (gli aggettivi latini della I classe sono solitamente ordinati enunciando prima il nominativo maschile singolare che finisce con "us", poi il femminile "a" e infine il neutro "um"). In copertina un dipinto di S. Neil Fujita, che già aveva creato un disegno per un altro disco leggendario, Take Five di Dave Brubeck. Il disco è una sorta di enciclopedia del jazz, sia per la varietà dei brani proposti, sia per il futuro successo di alcuni, diventati standard tra i più famosi di tutti i tempi. Better Git It In Your Soul è un omaggio alla musica ritmica dei gospel e dei sermoni di chiesa, pezzo già leggendario, che fa da apripista al primo immenso capolavoro. Goodbye Porky Pie Hat è un omaggio al Pres, Lester Young, immenso sassofonista, scomparso poche settimana prima che l’album venisse registrato (per la cronaca in due leggendarie sessioni di registrazioni agli studi Columbia, il 5 e il 12 Maggio, sotto le cure mitiche di Teo Macero, il grande produttore di Miles Davis). Il porky pie hat è un cappello che ricorda nella forma il famoso pasticcio di carne inglese, e per dare un’idea di come è quello che indossa sempre Buster Keaton nei suoi film, ma era anche un cappello dal valore simbolico interraziale per i musicisti jazz, e Young lo teneva sempre in testa durante le esibizioni: il brano è divenuto uno standard da migliaia di interpretazioni, uno dei brani più famosi della storia del jazz. Self-Portrait In Three Colors era stata originariamente scritta per il film Ombre, opera prima di John Cassavetes, ma la canzone non appare né nel film né nel disco colonna sonora. Open Letter To Duke è un chiaro omaggio alla figura di Duke Ellington, composto riunendo insieme alcuni pezzi da tre precedenti brani di Mingus (Nouroog, Duke's Choice e Slippers). Jelly Roll è un riferimento al pianista pioniere del jazz Jelly Roll Morton, che si autoproclamò l’inventore del jazz nella prima decade del 1900; Bird Calls passò in un primo momento per un omaggio alla leggenda del bebop Charlie "Bird" Parker, con cui Mingus suonò molte volte, ma fu lo stesso Mingus a chiarire: «Non era stata intesa per suonare come qualcosa di Charlie Parker. Doveva piuttosto assomigliare al cinguettio degli uccelli - almeno la prima parte». Completano il capolavoro Pussy Cat Dues, Boogie Stop Shuffle dal ritmo irresistibile ma soprattutto Fables Of Faubus, primo dei grandi brani politici di Mingus: fu “dedicato” al governatore (democratico!) dell’Arkansas, Orval Eugene Faubus, convinto segregazionista, che nel 1957 tentò di impedire l'ingresso a scuola di nove ragazzi neri in un liceo di Little Rock, in deroga ad una decisione della Corte suprema che aveva reso illegale la segregazione nelle scuole. L'episodio ebbe un punto di svolta quando il presidente Dwight Eisenhower federalizzò la Guarda nazionale dell'Arkansas e permise agli studenti di colore di entrare nell'istituto sotto scorta. Faubus decise allora di chiudere tutte le scuole superiori di Little Rock fino al 1958. Mingus scrisse anche un testo, molto sarcastico, sul Governatore, e si dice che la Columbia lo censurò. In realtà però il testo fu aggiunto dopo da Mingus, quando il brano era stato già registrato, ma non si perse d’animo e lo pubblicò cantato nel suo disco del 1960 Charles Mingus Presents Charles Mingus, con il titolo di Original Faubus Fables. Il disco è uno dei capisaldi del jazz, uno dei cinquanta dischi selezionati dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti per essere inclusi nel National Recording Registry in conservazione per i posteri e la prestigiosa Penguin Guide, la bibbia della critica jazz, lo inserì nella Core Section con il loghino della corona, la massima valutazione per un disco. Con Mingus suonano il fido Richmond alla batteria, John Handy, Booker Ervin e Shafi Hadi ai sax (alto e tenore), Willie Dennis al trombone, Horace Parlan al piano (che suona pure Mingus) e Jimmy Knepper, leggendario trombonista, personaggio da cui si partirà per la seconda tappa di questo mese Mingusiano.
Che vi dico già verrà pubblicata Martedi 13 Giugno.
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erosioni · 4 months
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Per digerire vige l'Oroscòpo, parola con l'accento spostato all'uopo
Il 31 ci si sbronza di alcoli e trigliceridi per non tirare le somme sul passato che come le tasse di merda non quadrano mai. Il primo gennaio, invece, davanti alla pagina intonsa dell’illusione del cazzo di un futuro possibile, scevro da missilate putiniane o al netto di catastrofi psicocosmiche indotte dal ribollire del climate change, è possibile anche abbandonarsi agli oroscopi e alle oroscopate.
Nobody: con chi ho oroscopato meglio in vita mia?
Giaccio oziosamente sul divano cercando di smaltire in merda tutte le schifezze che ho mangiato e bevuto illecitamente e senza controllo medico da Natale, posizione naturale per le reminiscenze più zozze.
Mi appunto, senza nessun motivo, i segni che mi ricordo o quelli che ho fatto in tempo a chiedere nelle circostanze soggettive in cui ho avuto il tempo o la curiosità.
Ariete, Leone e Sagittario. Sarà che sono un segno di fuoco anche io, ma le scopate migliori della mia vita, le più passionali, più disordinate, più impulsive, più a rischio di morte, di follia, di dannazione, di vaffanculo reciproco coi vasi in testa. Vale soprattutto per le donne ma anche qualche uomo, per quanto i leoni maschi siano di un vanesio inconcepibile dando le piste a tutto il genere femminile dell’orbe terracqueo.
Segni di terra: Toro, Vergine e Capricorno. Il Toro pensa solo a magnare e scopare, è verità di fede, ma di te se ne fotte. Va bene solo il Toro maschio se bottom, altrimenti è la festa dell’insoddisfazione e della bulimia, comunque generalmente i segni di terra odiano l’anal (smentitemi se potete). Vergine ha allignato spesso nel mio letto, in versione cerebrale e intorcinata. Ossessioni, ossessioni sporche. ossessioni e discorso infinito sulle ossessioni e sul sesso fatto e da farsi. Filosofia del sesso insomma che non si capisce come non rimangano vergini davvero. Diocristo, dopo l’orgasmo la noia peggio della puzza di sigarette nelle lenzuola, ma a voi cosa frega, mocciosetti, manco fumate più. Capricorno ovvero capricazzo: il gelo della morte dell’anima. Una sola partner nel body count e il cadavere potevo essere io. Mai più. Forse. Mai più, ok, giurin giurella.
Segni d’acqua. Non crederei nell’astrologia se non fosse che metà dei miei partner sono stati del Cancro. Vabbè forse metà è un’esagerazione, diciamo due terzi. Incluse le fidanzate storiche e quello che mi ha sverginato. Che dire? Si sanno i difetti del segno, chiagni e fotti, ma il fotti arriva al sublime. I pregi degli acquatici sono infiniti, specialmente la perversione estrema che a volte sorpassa persino la mia. Belle cose, bei tempi. Vale anche per Pesci e per Scorpioni, specie scorpioni maschi che a letto sono veramente capaci di tutto, a parte che di avere un buon carattere poco vendicativo e nascondere la stronzagginità spumeggiante.
Segni d’aria. Gemelli, pazzi fottuti ma soprattutto fottenti. E specie i maschietti che tendono a infilarsi e a infilare ovunque. Razza di squilibrati mentali pericolosi e oltretutto poliamorosi, per non dire che non ce la fanno a stare in una sola relazione per volta (ammesso che ormai me ne fotta qualcosa delle relazioni fisse). Bilancia e Acquario. Pochissime occasioni e quasi tutte con esiti pessimi e mosci. Io con l’aria proprio non vado d’accordo. Sospetto che siano i Gemelli del cazzo ad andare a letto con qualunque segno, persino il mio.
E il futuro? Come lo vedo il futuro quest’anno mocciosetti? Il futuro è sempre l’avvenire del cazzo, e lo chiamano così perché bisogna farlo succedere. Da solo mica viene. Al contrario di tutti noi.
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fashionbooksmilano · 7 months
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Dettagli di stile
Il linguaggio nella moda
Giuliano Coppini
L'Affiche, Milano 1991. 137 pagine, 18x25cm, Edizione a tiratura limitata di 1000 esemplari
euro 35,00
email if you want to buy [email protected]
Ho il piacere di presentare a clienti e amici questo volume redatto sotto forma di vocabolario. Il fine è di completare le informazioni sui vari termini usati nel linguaggio della moda che ognuno ha già nel suo bagaglio culturale, ma che spesso sfuggono alla memoria perchè poco usati. La redazione del volume, curato da L'Affiche, si è soffermata maggiormente sui vari tipi di tessuto esistenti in commercio, sulle fibre e sui filati, dando quà e là, anche alcune notizie storiche che potrei definire "curiosità". La lettura del testo è resa facile dall'ordine alfabetico, dalla composizione in corsivo dei termini che si ritrovano poi descritti specificatamente, dal neretto usato per le citazioni significative e non ripetute, dalle sottolineature, se il termine ha due significati diversi. La tiratura del volume è di mille copie, numerate e con dedica. Giuliano Coppini
15/20/23
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mchiti · 6 months
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comunque del leone a ladispoli si potrebbero dire tante cose. Per esempio si potrebbe dire che l'impiego degli animali nel circo è figlio della stessa retorica coloniale che ha portato l'europa ha distruggere mezzo mondo: quel mondo "esotico" che hanno conosciuto con le navi e con le armi, non appena hanno iniziato a girare il mondo, e di cui si sono presi tutto: uomini, risorse, e animali. L'impiego degli animali nel circo è figlio del delirio di onnipotenza occidentale, dei ricchi improvvisati naturalisti, archeologi, botanici, zoologi, dei nobili che partivano mesi e mesi all'avventura nella profonda africa e nel profondo oriente, tutte cose che in veste diversa fanno ancora. E il circo, che senza animali è un'arte nobile, bellissima, ha implementato gli animali in epoche storiche in cui l'uomo comune un leone o un elefante sapeva a malapena come fossero fatti e non aveva certamente alcuna possibilità di vederli in movimento. Non è certo una giustificazione a questo schifo, solo una contestualizzazione storica, il circo con gli animali era popolare perché faceva leva sulla curiosità e sulla mancanza di altri mezzi mediali. È da 50 anni che non è più così. È la cosa più anacronistica del mondo.
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mynameis-gloria · 1 year
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Dear 2022,
Ho scritto un pippone madornale e riflettendoci bene credo che queste parole  servano più a me stessa che ai miei cari lettori. Arrivati a questo punto dell'anno solitamente si tende a tirar le somme, ringraziare e ripensare tutto ciò che è successo nell'arco dei mesi, immergendosi per qualche minuto nei ricordi in maniera più intensa e poi attendere l'anno che verrà. Il 2022 per me è stato un anno pieno, ricco, decisivo per alcuni aspetti e molto difficile per altri. Un anno tosto
Colmo di ostacoli e di sfide, di inizi e conclusioni, scadenze ed attese. Speranza, coraggio, curiosità e passione, paure ed insicurezze. Ho cambiato lavoro, abitudini e routine, ho chiuso un capitolo per iniziarne uno durato poi qualche mese: gioioso, allegro e spensierato. Lì ho trovato la leggerezza che la mia mente credeva di aver smarrito, sono uscita da quel loop che portava i postumi della quarantena, ho trovato nuove persone, coltivato amicizie e mantenuto quelle storiche. Ho provato sentimenti nuovi ed altri li ho riscoperti, fatto diverse esperienze; ho visto il mare e goduta il tempo, ho partecipato persino al mio primo matrimonio in veste di adulta ed amica, ho viaggiato e fantasticato, preso innumerevoli treni e dormito su altrettanti letti ed avuto conferma che ferma non voglio stare, che i miei occhi hanno bisogno di vedere, stupirsi, ed il mio cuore innamorarsi, scalpitare, perdersi e gettarsi a capofitto anche se per brevi momenti più e più volte, che ho bisogno di continui stimoli e che d'arte, libri, cinema, natura e cultura, buon cibo e buon vino non posso farne a meno...
Ho anche sofferto, provato nostalgia e malinconia, rabbia e gelosia, giocato e rischiato. In questo 2022 ho imparato persino a chiedere aiuto, a dire basta, capire che sopportare a lungo non sempre è la cosa migliore, e fingere che sia tutto ok ancora meno. Ho appreso che mente e cuore sono tesori troppo importanti e che bisogna prendersene cura. Sto capendo che:
devo essere meno severa con me stessa e più indulgente
Comprendere ed accettare l'emotività e l'empatia, che volente o dolente, son parte di me.
Va bene sbagliare, chiedere scusa, aprire e chiudere rapporti, senza sentirsi in colpa e fustigarsi, senza addossarsi pesi. Sporcarsi e sudare ma anche riposare. Che tutto serve, bene e male che sia. Imparare a fregarsene dei giudizi esterni, che non sono sempre la suprema e assoluta verità.
Vivere e ridere per il gusto di farlo. Tutte queste azioni hanno richiesto una grande dose di coraggio. Ci ho messo un pò, lo ammetto, ma poi ce l'ho fatta o mi sento di essere sul sentiero giusto. Mi ritrovo ora ad affrontare con consapevolezza e tenacia nuove sfide, forse più personali, interiori, che non si concluderanno stasera, con la curiosità di vedere dove tutto ciò mi porterà. Esco da questo 2022 cambiata, cresciuta (non invecchiata guaiii) con sogni e speranze ovviamente sempre nel solito cassetto, che ogni tanto mi piace lasciar aperto; con la voglia di fare e scoprire, sbattere la testa ancora ed ancora, potermi migliorare, cadere e poi rialzarmi e prendere ciò che verrà.
In quest'ultima settimana ho incontrato alcune persone che mi hanno ricordato concetti essenziali da tenere bene a mente:  non c'è passato e futuro ma c'è ora. E adesso è l'unico momento che possiamo vivere e mentre ascoltavo mi dicevo che non potrebbe essere più vero, bisognerebbe solo ricordarcelo un pò più spesso// le vite virtuali, che appaiono sui social non sempre sono lo specchio della realtà, che di specchio ce n'è uno e dovrebbe essere dentro noi stessi// la vita non è fatta di "domani è un altro giorno" ma di "domani è un giorno in meno" perciò continuiamo a scegliere di fare quello che in quel momento ci fa star bene.
Devo dire che sono fortunata ad avere attorno a me persone così sagge e speciali, amici e famiglia su cui so di poter contare e li ringrazio. Ringrazio ogni persona abbia contribuito a rendere quest'annata così intensa e movimentata, avermi supportata e sopportata ed esser stata mia compagna di viaggio, anche solo per brevi istanti. È stato bello. Con l'augurio di un nuovo anno e di nuove frizzanti avventure, e chissà magari di ripercorrere nuovi passi insieme, mando un abbraccio in cui c'è tutto il mio amore.  🌱💛
Gloria
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david-pinto · 1 year
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VILLA D’ESTE // Domenica scorsa ho approfittato della giornata dei musei gratuiti per andare a Tivoli e visitare le sue meravigliose ville. Le foto scattate durante quel giorno e che sono presenti in questo carousel ritraggono la meravigliosa Villa d’Este. Villa d’Este è uno dei simboli del Rinascimento italiano, dichiarato dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Per realizzare Villa d’Este ci sono voluti all’incirca 20 anni a causa di numerosi problemi in corso d’opera. Fu voluta dal Cardinale Ippolito II d’Este, all’epoca storico governatore di Tivoli e figlio di Lucrezia Borgia, e commissionata all’ingegnoso architetto Pirro Logorio che diede via ai lavori verso il 1550. Un complesso che si estende per 4 ettari che comprende, oltre al palazzo residenziale, un giardino ornato da viali alberati e siepi, e da numerose fontane che a guardarle resterai incantato, proprio perché ritenute delle vere opere d’arte. Una piccola curiosità sull’acqua che zampilla nelle fontane di Villa d’Este: viene presa direttamente dal fiume Aniene attraverso un canale sotterraneo lungo 600 metri. Tivoli si trova a soli 30 minuti da Roma ed un piccolo comune con tantissime bellezze storiche da scoprire. Nei prossimi giorni ti porterò a scoprire altro su questo magnifico luogo. Salva il post, potrebbe ritornati utile in futuro. Seguimi per altri consigli :) #villadeste #tivoli #amoviaggiare #italiait #italytravel #ilikeitaly #visititaly #italylovers #italytravel #italyiloveyou #italytrip #italygram #italy_vacations #italytourism #travelitaly #loveitaly #europetrip #europe_vacations #europetravel #europedestinations (presso Villa d'Este) https://www.instagram.com/p/CkxtSvaogdW/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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gennarocapodanno · 2 days
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Vomero, via Luca Giordano: storica panificio temporaneamente chiuso per lavori in corso
Una dei pochi negozi storici ancora attivi nel quartiere collinare Via Luca Giordano: il panificio Vomero, via Luca Giordano: stamani ha suscitato curiosità la saracinesca abbassata di uno storico panificio, una delle poche attività del genere, sopravvissute alla scomparsa delle botteghe storiche del quartiere collinare. Dalle notizie attinte sul posto sarebbero in corso dei lavori all’interno…
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enkeynetwork · 4 days
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lamilanomagazine · 14 days
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Milano. Il Comune capofila di un progetto per la partecipazione dei giovani al voto
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Milano. Il Comune capofila di un progetto per la partecipazione dei giovani al voto. Milano, 15 aprile 2024 - In vista delle prossime elezioni europee, che si terranno l'8 e il 9 giugno, il Comune di Milano, insieme all'Ufficio del Parlamento europeo a Milano e all'Institute for European Policymaking (IEP@BU) dell'Università Bocconi (partner scientifico), promuove e coordina una campagna di sensibilizzazione per sottolineare l'importanza della partecipazione dei giovani cittadini e cittadine milanesi al voto. Il programma, inserito nel contesto della campagna istituzionale di invito al voto per le prossime elezioni europee "Usa il tuo voto", promossa dal Parlamento europeo, si chiama "Vivo a Milano e voto l'Europa". "In vista delle prossime elezioni europee dell'8 e 9 giugno – afferma Maurizio Molinari, capo Ufficio del Parlamento europeo a Milano - la nostra priorità è quella di promuovere la partecipazione dei cittadini alla vita democratica europea grazie alla campagna istituzionale di invito al voto 'Usa il tuo voto'. Nell'ottica di coinvolgere i cittadini milanesi, abbiamo deciso di aderire al progetto del Comune di Milano in collaborazione con Università Bocconi per raggiungere tutti i municipi, con un interesse particolare a quelli dove negli anni si sono registrati alti tassi di astensionismo." Il progetto è stato pensato con la volontà di contrastare l'astensionismo, aumentare la consapevolezza dei cittadini e delle cittadine, informarli su come le politiche e le istituzioni europee incidono sulla vita di ogni giorno, sostenere un impegno civico e apartitico della cittadinanza, promuovendo l'importanza del voto e la partecipazione di elettori ed elettrici consapevoli e informati. La campagna prende le mosse da uno studio condotto dagli uffici comunali sull'astensionismo milanese. Sulla base di questi dati, in accordo con i nove municipi, il Comune ha individuato i quartieri dove tenere gli incontri con la cittadinanza. L'Università Bocconi attraverso l'IEP@BU si occuperà di fornire conoscenze e informazioni sull'Unione Europea e sulla campagna "Vivo a Milano e voto l'Europa", anche attraverso materiali multimediali. Il calendario di eventi, che si terranno dal 22 aprile al 13 maggio, comprende otto talk dallo stile formativo e informativo, pensati per un target giovane e curioso di conoscere meglio l'Europa, le sue istituzioni, politiche e azioni a favore della cittadinanza e delle imprese dei 27 paesi membri dell'Unione europea. Gli incontri si svolgeranno nelle aree in cui - dall'analisi statistica - alle scorse tornate elettorali si è registrato un maggiore astensionismo. Gli incontri sono pensati con un alto livello di interazione e sono stati organizzati sui territori, coinvolgendo i nove municipi e le reti associative. A ciascun partecipante verrà poi distribuito materiale con il quale potrà approfondire e condividere gli argomenti trattati. Oltre ai talk, è previsto il prossimo 23 aprile un momento di formazione dedicato ad associazioni e policy-maker/amministratori locali con l'obiettivo di diffondere la campagna "Vivo a Milano e voto l'Europa". Nella giornata del 9 maggio, festa dell'Unione Europea, verrà poi organizzato un flash mob e uno "Speed date" al Castello Sforzesco. Un evento pubblico con l'obiettivo di informare e rispondere a domande sull'Europa. Per lo Speed date verranno allestite postazioni dove siederanno esperti e professori della Bocconi a cui cittadine e cittadini potranno porre domande per sciogliere curiosità ma anche per eliminare pregiudizi e disinformazione rispetto all'UE. Sarà inoltre disponibile in formato digitale una speciale mappa di Milano che evidenzia le principali istituzioni, centri informativi e curiosità storiche e culturali che legano la città all'Europa. La mappa è stata realizzata da IEP@BU e Parlamento europeo e sarà accessibile dai materiali distribuiti ai partecipanti agli eventi tramite QR code e su sito ad hoc del Parlamento Europeo. Mappa dell'astensionismo Mun. 2, Padova: 50% Mun. 3, Birago/Illirico/Botticelli: 57% Mun. 4, San Donato M3/Bonfadini/Toffetti: 77% Mun. 5, Antonini/Ortles: 88% Mun. 6, Bande Nere/da Forlì: 82% Mun. 7, Fleming/Selinunte/Pastonchi/Ticino: 67% Mun. 8, Quarto Oggiaro: 63% Mun. 9, Ciriè: 61% L'Institute for European Policymaking @ Università Bocconi ha la missione di realizzare, discutere e diffondere ricerche e analisi sulle principali questioni politiche che l'Europa, e in particolare l'UE, i suoi Stati membri e i suoi cittadini devono affrontare in un mondo in rapida evoluzione. Con oltre 100 fellow ricercatori, l'Istituto si impegna a difendere l'ideale europeo, in particolare l'unità e la diversità dell'UE, nonché a promuovere lo Stato di diritto, i principi e i valori sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'UE. IEP@BU si impegna inoltre a contribuire alla competitività dell'Europa, all'influenza dell'UE nel mondo e a un futuro prospero, sostenibile ed equo per gli europei, promuovendo dibattiti pubblici e un costante dialogo tra le diverse parti della società europea attraverso molteplici attività di sensibilizzazione. Affari Pubblici è una realtà specializzata nella realizzazione di progetti ad impatto sociale in collaborazione con i brand con l'obiettivo di supportare le aziende nella realizzazione di progetti che abbiano un impatto positivo sulle comunità e i territori. Ciò si concretizza in un ascolto continuo dei bisogni delle comunità per metterli in relazione con i brand e ideare, sviluppare e comunicare progetti di visibile e tangibile impatto sociale. Affari Pubblici ha messo in comunicazione il Comune di Milano e l'Università Bocconi creando la sinergia che ha permesso al progetto di entrare in fase di realizzazione, occupandosi dell'organizzazione e dello sviluppo operativo dell'intero palinsesto di eventi, curando la mediazione tra le diverse parti coinvolte.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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jacopocioni · 1 month
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La Storia del Lo Struscio Fiorentino
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Franco Ciarleglio Negli anni '70 uno studente universitario di nome Franco Ciarleglio si affaccia curiosamente, e ne venne conquistato, al mondo delle giostre, dei pali, dei tornei medievali della Toscana e di conseguenza anche alle leggende, gli aneddoti, le credenze popolari, i modi di dire e le burle della Firenze medievale e rinascimentale. In altre parole la Firenze Minore. La curiosità porta Franco a documentarsi leggendo dei libri, soprattutto quelli dei grandi Maestri: Luciano Artusi, Giorgio Batini e Don Foresto Niccolai in primis. La passione che ne segue determina una costante raccolta di materiale che organizzato sembra delineare un progetto. Come sarebbe portare delle persone in passeggiata per Firenze illustrando questa Firenze minore spesso non conosciuta ai più?
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Il Narator Cortese Il progetto diventa realtà quando Franco organizza le prime Passeggiate Storiche gratuite insieme ai colleghi di lavoro della Banca Commerciale Italiana di via Tornabuoni. E' il giugno del 1990, 34 anni fa, e Lo Struscio Fiorentino prende vita. Le "Passeggiate lento pede" diventano famose tra i fiorentini tanto che negli anni successivi Franco viene contattato da varie Associazioni Culturali, Storiche, Dopo lavori, Lions e Rotary Club che richiedono di organizzare, per i propri associati, delle sortite per i quartieri fiorentini.
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Umberto Panti e Franco Ciarleglio Nel 2000, su consiglio di un amico lungimirante, Franco scrive e pubblica il suo primo libro "Lo Struscio Fiorentino", un libretto tascabile ed economico, un manuale pratico della Firenze minore. Il successo è esponenziale con oltre 22000 copie vendute. A questo primo libro ne seguiranno altri, ben 15 ad oggi. Ognuna delle successive opere letterarie si dipana sullo stesso filone letterario affrontando leggende, gli aneddoti, i modi di dire e le burle, senza far mancare anche dei romanzi storici.
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Piero Paoletti Nel 2004 Lo Struscio Fiorentino è ormai "istituzione" a Firenze e necessita di un'organizzazione più capillare, ed è così che inizia la collaborazione stretta con il DLF Dopolavoro Ferroviario di Firenze capeggiato da Piero Paoletti con il quale si cementa un sodalizio che è durato fino al periodo della pandemia (2020) quando, necessariamente, si sono dovute interrompere le Passeggiate Storiche. Le Passeggiate dello Struscio sono nel tempo aumentate passando da una singola sortita annuale del 1990 a ben 3 (tre) annuali dal 1995 fino a spingersi a 4 (quattro) nel 2005. Quattro passeggiate: una per ogni Quartiere Storico fiorentino.
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Luciano e Ricciardo Artusi con Franco Ciarleglio Sempre nel 2005 inizia la collaborazione con il Maestro Luciano Artusi e con suo figlio Ricciardo ai quali viene dedicata una quinta passeggiata con la loro attiva partecipazione e collaborazione. Una collaborazione che è attiva e gradita ancora oggi. Nel tempo a Franco si sono avvicinati svariati appassionati che in un modo o nell'altro hanno dato il loro piccolo contributo ad affermare Lo Struscio come una realtà sulla conoscenza della Firenze minore. Tra loro l'insostituibile Umberto Panti, conosciuto anche come Penna Bianca, Gabriella Bazzani, appassionata ed esperta di storia fiorentina, Fabrizio Ciabatti, colto storico e preciso narratore, e Jacopo Cioni, editore e direttore della Rivista Fiorentina che state leggendo.
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Franco Ciarleglio
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Umberto Panti
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Gabriella Bazzani
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Fabrizio Ciabatti
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Jacopo Cioni Ed ecco che, grazie all'unione di Franco con questi appassionati, nel 2021 (il 24 giugno) viene fondata l'Associazione Culturale "Lo Struscio Fiorentino" meglio conosciuta come "COMPAGNIA DELLO STRUSCIO FIORENTINO". Ciò che era nato da una passione si è trasformato nel tempo in una vera e propria attività culturale che meritava di evolvere per consolidarsi nel tempo. I suddetti fondatori formata la DIRIGENZA hanno poi allargato la schiera degli appassionati creando la BRIGATA che include Marilena Gambuti, Alfonso Fornabaio e Gianni Degl’Innocenti Balsicci.
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Marilena Gambuti
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Alfonso Fornabaio
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Gianni Degl’Innocenti Balsicci Come ogni compagnia che si rispetti anche la Compagnia dello Struscio Fiorentino è dotata di un carro che evolvendosi dal brindellone assume la denominazione di STRUSCIOMOBILE.
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abitofouterspace · 2 months
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Chiedilo a Barbero che 1) mi ha fatto venire gli occhi lucidi più volte di quanto un podcast di curiosità storiche dovrebbe fare e 2) sta letteralmente restaurando la mia fiducia nell'umanità
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diceriadelluntore · 10 months
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Juice Sanguinis
Francesco Paolo de Ceglia è stato già protagonista di uno dei miei post bibliofili, qualche anno fa, quando scrisse un libro eccezionale sulla Storia del Miracolo di San Gennaro, che fu una lettura entusiasmante. È con lo stesso spirito di curiosità che ho comprato il suo ultimo, lavoro, dal titolo, non si può dire altro, gotico:
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Anche in questo caso si tratta di una Storia Naturale, intesa come studio e descrizione dei componenti della natura, che stavolta riguarda i vampiri. Dico subito una cosa: non esiste una traduzione precisa del concetto di “vampiro” e persino la sua etimologia è oscura e misteriosa (va da sé, visto l’argomento, si potrebbe pensare), ma è chiaro che la nostra idea di “Vampiro” un succhiasangue spesso ben vestito che abita un castello terrificante sta al termine come Babbo Natale sta alla Coca-Cola. E lo spiega, con la sua scrittura precisa e barocca, il professore de Ceglia, che insegna Storia della Scienza presso l’Università di Bari, intraprendendo un percorso affascinante che parte da un dato storico: a metà del 1700, un po’ per pruderie editoriali un po’ per motivi politici, alcuni resoconti di ufficiali dell’Impero Austro-Ungarico, mandati da Vienna in sperduti angoli orientali dell’Impero, scoprirono che le popolazioni locali avevano “problemi” riguardanti dei “ritornati”, persone cioè morte ma che continuavano a disturbare la popolazione, soprattutto i familiari. Si fecero indagini, autopsie, e tra il preoccupato e lo scettico quei documenti arrivarono a Vienna, e segretamente poi pubblicati e ripresi da numerose Riviste Scientifiche e letterarie che accesero la miccia sui morti viventi dell’Europa orientale. Da qui, con un lavoro filologico e storico impressionante (oltre 1000 note, più di 400 tra Autori e Testi citati) de Ceglia indaga a ritroso sulle tradizioni legate a queste presenze, al ruolo che la Chiesa ha giocato sulla loro diffusione o sul loro confinamento, sulle problematiche teologiche, storiche e persino economiche. E si scopre che sotto la definizione vampiro si annidano figure che adesso definiamo con altri nomi, come gli zombie, ma che a seconda del contesto avevano caratteristiche specifiche, e molte altre comuni, che attraversano per centinaia di anni alcune zone dell’Europa. La storia è, il più delle volte, sempre la stessa: dopo il suo decesso, un membro marginale della comunità, spesso segnato da caratteristiche fisiche peculiari, ritorna col proprio corpo (e non semplicemente come spettro evanescente) a tormentare la popolazione del proprio villaggio, del tutto indifferente alla ratio che vorrebbe un corpo sepolto, e riesumato solo per accertarne l’assenza di decomposizione o eventualmente arderlo, inamovibile e del tutto incapace di vagare quando cassa e terra lo abbracciano. Ma non fu sempre così, e la categorizzazione delle varie differenze è meravigliosa, come lo scoprire perchè, e nel libro è prontamente spiegato, ci sono intere fasce di territorio europeo dove questo fenomeno non si riscontra. 
Ma Dracula? Beh, questo lo posso svelare: fu un bellissimo ma cagionevole di salute scrittore irlandese, che nel 1890 stava scrivendo un libro, dal titolo provvisorio di Conte Wampyr lo inventò. Si imbattè in un libello nascosto in una biblioteca, Resoconto sui principati di Valacchia e Moldavia, nel quale aveva letto: “Dracula in lingua valacca significa Diavolo. I Valacchi avevano l’abitudine all’epoca, e ce l’hanno ancora oggi, di dare questo soprannome a tutte le persone che si distinguono per coraggio,. azioni crudeli o abilità”. Persino il riferimento a Vlad III Dracula, detto l’Impalatore (Tepes,  nomignolo che si sarebbe affermato dopo la sua morte) è piuttosto occasionale. Quando uscì il suo romanzo, nel 1897, il clamoroso successo e l’imperitura trasfigurazione in opere teatrali e soprattutto cinema e televisione (potere dell’immagine, punto dell’era contemporanea) Dracula si trasformò in un elegante mordicollo, che odia la luce, che preferisce le tenebre e che trasforma chi morde in vampiro (che leggendo il libro sono caratteristiche che non si riscontrano, se non in minima parte, nelle storie dei vampiri “naturali” e sono tutta farina del sacco di Stoker).
Soprattutto, e qui sta la bellezza secondaria, è un grande affresco sul ruolo storico, culturale, politico e simbolico del rapporto con l’altro, con il diverso e, en passant, con la morte. E ci sono delle osservazioni che davvero entusiasmano (per chi leggerà il libro, raccomando particolare attenzione all’introduzione dell’idea del Purgatorio o come, per evitare pericolose contaminazioni, i segnali di santità sui corpi cambino repentinamente per non confondersi con quelli dei “non morti”).
È una lettura impegnativa, sia per l’argomento, per il tono da pubblicazione accademica (ma molto ironica e in alcuni passaggi esilarante) e anche per il prezzo del volume (34€) ma che scandaglia la storia dai miti greci fino a Buffy L’ammazzavampiri e True Blood o Twilight, nuovi fenomeni che cambiano ancora radicalmente la figura del vampiri, regalandole nuove e inaspettati rappresentazioni. D’altronde il possesso della conoscenza non uccide il senso di meraviglia e mistero. C’è sempre più mistero (Anaïs Nin).
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habibaaabdelhamed · 2 months
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Abbracciando il significato del Ramadan in Egitto
Il Ramadan ha un grande significato in Egitto, poiché viene osservato con profonda devozione e senso di comunità. Questo mese sacro, che cade nel nono mese dell'anno lunare musulmano, è un momento di digiuno, preghiera e riflessione. Durante Ramadan in Egitto, i musulmani si astengono dal mangiare e dal bere dall'alba al tramonto come atto di sacrificio e per entrare in empatia con i meno fortunati. I pasti giornalieri sono limitati a due: "iftar", che corrisponde alla rottura del digiuno subito dopo il tramonto, e "sohour", un pasto prima dell'alba consumato prima dell'inizio della giornata di digiuno. Tra l'iftar e il sohour, le persone possono mangiare e bere liberamente.
Esplorare l'Egitto durante il Ramadan richiede alcune considerazioni. Poiché agosto tende ad essere un mese caldo, è consigliabile pianificare le visite ai famosi siti antichi e religiosi nelle prime ore della giornata, seguite dai musei che in genere aprono un po' più tardi durante il Ramadan.
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Per coloro che intendono vivere il fascino dell'Egitto durante il Ramadan, una varietà di Tour in Egitto E Pacchetti turistici in Egitto sono disponibili. Questi tour offrono l'opportunità di esplorare i monumenti iconici del paese, approfondire la sua ricca storia e cultura e assistere all'atmosfera unica del Ramadan. Inoltre,Tour giornalieri in Egitto offrire un'esplorazione condensata di destinazioni o attrazioni specifiche in un arco di tempo più breve, consentendo ai visitatori di sfruttare al massimo il loro tempo durante questo mese sacro.
Salama Zahran, responsabile dei monumenti islamici di Al-Bahnassa, evidenzia l'affascinante fenomeno della celebrazione del Ramadan in Egitto, che ha costantemente suscitato la curiosità sia degli egiziani che degli stranieri. La miscela unica di tradizioni culturali e devozione spirituale di questo mese sacro crea un'atmosfera incantevole che attira visitatori da tutto il mondo.
Per coloro che desiderano esplorare le meraviglie dell'Egitto durante il Ramadan,Tour giornalieri di Luxor offrire l'opportunità di immergersi nella ricca storia e nel patrimonio spirituale dell'antica città di Luxor. Dalla visita ai maestosi templi di Karnak e Luxor all'esplorazione dell'incantevole Valle dei Re, questi tour offrono uno sguardo al glorioso passato dell'Egitto.
Tour giornalieri del Cairo rappresenta un'incredibile opportunità per scoprire la vibrante capitale durante il mese sacro. Esplora le iconiche piramidi di Giza e l'enigmatica Sfinge, passeggia per le vivaci strade del Cairo islamico e immergiti nell'atmosfera spirituale delle moschee storiche come la Moschea del Sultano Hassan e la Moschea Al-Rifa'i.
Tour di un giorno ad Assuan consentire ai visitatori di sperimentare la serena bellezza di il fiume Nilo durante il Ramadan. Esplora il magnifico Tempio di Philae, assisti alla grandiosità dell'Alta Diga e goditi un tranquillo giro in barca sul Nilo, immergendoti nella tranquillità di questo momento speciale.
Per coloro che intendono visitare l'Egitto durante il Ramadan,Escursioni a Sharm El Sheikh offre una serie di opportunità per esplorare la bellezza del Mar Rosso. Che si tratti di snorkeling o avventure subacquee nelle vivaci barriere coralline, o di piacevoli gite in barca alla scoperta della vita marina e delle spiagge incontaminate, Sharm El Sheikh promette esperienze indimenticabili.
Allo stesso modo,Tour giornalieri di Hurghada offrire la possibilità di godersi il fascino di questa famosa località turistica. I visitatori possono dedicarsi allo snorkeling o alle immersioni nelle acque cristalline del Mar Rosso, esplorare la splendida isola di Giftun o intraprendere emozionanti escursioni nel deserto in quad o gite in cammello.
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mrfanweb · 2 months
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Cose che non sai sul formaggio
Cose che non sai sul formaggio #cosechenonsai #formaggio
Il formaggio è uno degli alimenti più amati e consumati al mondo, ma quanto ne sappiamo davvero? Da dove viene, come si fa, quali sono le sue proprietà e i suoi segreti? In questo articolo vi sveleremo 10 cose che forse non sapevate sui formaggi, dalle curiosità storiche alle dritte per scegliere quello giusto. Scoprirete che il formaggio non è solo un piacere per il palato, ma anche una fonte di…
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giardinoweb · 3 months
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Il Cavolfiore Broccolo Romanesco!
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Coltivazione, Cura e Curiosità Il Cavolfiore Broccolo Romanesco, con la sua struttura frattale distintiva e il sapore delicato, rappresenta un'opportunità di coltivazione interessante per gli appassionati di giardinaggio. Questo articolo esplorerà metodicamente tutte le fasi del processo, dal momento della semina fino alla raccolta, fornendo indicazioni precise per un'efficace gestione dell'orto. 1. Semina e Preparazione del Terreno: Il processo inizia con la semina delle piantine, da avviare idealmente 6-8 settimane prima dell'ultima gelata prevista. Garantire una corretta preparazione del terreno è essenziale; si consiglia l'aggiunta di compost per garantire un substrato ben drenato e ricco di nutrienti. 2. Trapianto e Cura: Il trapianto delle giovani piantine richiede un'attenzione particolare. Con uno diradamento di 60-75 centimetri tra ogni piantina, per avere una crescita ottimale. L'esposizione al sole diretto per almeno 6-8 ore al giorno è cruciale, così come l'irrigazione regolare per mantenere il terreno costantemente umido. 3. Sviluppo Strutturato: Osservare il Romanesco durante il suo sviluppo rivela una struttura geometrica complessa. Questa caratteristica, derivante da un modello frattale, emerge gradualmente, creando una forma distintiva senza l'aggiunta di descrizioni emotive. 4. Raccolta Metodica: Quando i coni del Romanesco raggiungono le dimensioni desiderate, la raccolta richiede precisione. L'utilizzo di un coltello affilato per tagliare il gambo appena sotto il fiore centrale è consigliato. La raccolta ottimale avviene quando i coni sono compatti e ben formati. Curiosità Interessanti: - Origini Storiche: Il Cavolfiore Broccolo Romanesco ha radici storiche risalenti al 16° secolo, contribuendo alla sua posizione riconosciuta in diverse culture culinarie. - Struttura Frattale e Asimmetria: La forma geometrica del Romanesco, seguendo un modello frattale, rappresenta un esempio di asimmetria nella natura, sottolineando il suo carattere unico. - Valore Nutrizionale Significativo: Oltre alla sua estetica, il Romanesco offre un profilo nutrizionale ricco, includendo vitamina C, vitamina K e fibre. - Ispirazione Artistica e Matematica: La struttura del Romanesco ha ispirato artisti e matematici, offrendo una connessione tra l'arte visiva e la precisione matematica. Coltivare il Cavolfiore Broccolo Romanesco richiede un approccio meticoloso e informato. Integrare questo ortaggio nel proprio orto promette una esperienza culinaria distintiva, arricchita dalla storia e dalla complessità geometrica di questa varietà di cavolfiore. Read the full article
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