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#dagherrotipo
i-am-a-polpetta · 2 years
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9 novembre 2022
alba su sivota bay
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lamilanomagazine · 7 months
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Pesaro: dal 22 febbraio a Casa Rossini la mostra che celebra il Compleanno di Rossini con una selezione preziosa di ritratti del Maestro
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Pesaro: dal 22 febbraio a Casa Rossini la mostra che celebra il Compleanno di Rossini con una selezione preziosa di ritratti del Maestro. Una nuova iniziativa del ricco cartellone delle Settimane Rossiniane edizione 2024 per festeggiare il compleanno di Gioachino Rossini. Da giovedì 22 febbraio Casa Rossini accoglie la mostra Ritratti rossiniani, promossa dalla Fondazione Rossini in collaborazione con: Comune di Pesaro, MIC, Regione Marche, BCC, Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, Intesa San Paolo, Pesaro Musei, Museo Nazionale Rossini, Sistema Museo, Conservatorio Statale di Musica "G. Rossini" di Pesaro, Rossini Opera Festiva e Amat. L'esposizione raccoglie alcune delle immagini del Maestro pesarese che la storia ci ha consegnato. Nel corso della sua lunga vita, infatti, sono stati moltissimi i ritratti che raffigurano Rossini, diversi per tipologia e tecnica, dal disegno all'acquaforte, dalla litografia alla china, dalla tela al dagherrotipo, alla fotografia, fino naturalmente alle sculture. Il compositore appare in pose ufficiali o colloquiali, in piedi o seduto, da solo o assieme ad altri musicisti, oggetto di caricature che ne attestano la vasta popolarità, oltre ad enfatizzarne satiricamente vizi e virtù. In mostra vi saranno inoltre alcuni esempi delle immagini contenute all'interno di rare biografie dedicate all'autore, negli spartiti delle sue composizioni o a corredo di articoli celebrativi apparsi su giornali, riviste, almanacchi. Completano il percorso espositivo i manifesti e le pubblicazioni di alcune edizioni del Rossini Opera Festival, in continuità con il prezioso patrimonio storico permanente esposto nella casa natale. Insomma, si tratta di un prezioso omaggio al cittadino più illustre di Pesaro, nell'anno in cui la città è Capitale Italiana della Cultura. La mostra è curata da Catia Amati, Lucia Ferrati e Maria Chiara Mazzi con la gentile collaborazione di Sergio Ragni e Luigi Cuoco.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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g-tech-group · 1 year
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📸🌍 Giornata Mondiale della Fotografia 🌍📸 Ciao a tutti da G Tech Group! 👋 Oggi celebriamo la Giornata Mondiale della Fotografia, un giorno per riconoscere l'importanza delle immagini nel nostro mondo. 🌐🎉 Nella foto qui sopra, potete vedere una delle mie scatti preferiti, che cattura l'essenza della bellezza e della creatività che la fotografia può esprimere. 🖼🕰 Da quando è stato scattato il primo dagherrotipo nel 1839, la fotografia ha percorso una strada incredibile, trasformando non solo come vediamo il mondo, ma come lo condividiamo e lo ricordiamo. 🌟 In questo giorno speciale, vogliamo sottolineare l'importanza delle immagini nel design dei siti web e nella promozione dei brand. Una fotografia di alta qualità può dare vita a un sito web, rendere un post sui social media più coinvolgente e dare un'immagine professionale e autentica del tuo brand. 🖥💼 E grazie ai progressi tecnologici, come le fotocamere dei smartphone e i software di editing, creare immagini di alta qualità è alla portata di tutti! 📱👏 Sei un appassionato di fotografia? Condividi con noi i tuoi scatti preferiti o i tuoi consigli per fare foto fantastiche! 🥳👍 Ricorda, una foto può raccontare mille storie. Cosa racconta la tua? 📖💭💡 #GiornataMondialeDellaFotografia #Fotografia #SitiWeb #Design #Immagini #Brand #Marketing #SocialMedia #Storytelling #GTechGroup #Innovazione #Tecnologia #Smartphone #Software #Editing #Condivisione #Ricordi #Creatività #Fotocamera #Storie #WorldPhotographyDay 🔗 www.gtechgroup.it 🖼🎉
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paolo-redaelli · 1 year
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Sbabbari - Uomini di inaudita Viulenza!
Perdonate la barbarie ma questa devo assolutamente salvarla Sbabbari – Uomini di inaudita Viulenza! T shirt ispirata a due film: Attila Flagello di Dio di Diego Abatantuono et all’ultimo movente dagherrotipo sulla plastica bambola Barbie! PS vorrei anche ricordare che nonostante tutto quello che si può dire di male della Barbie, è stata un potente motore di emancipazione femminile perché già…
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alexfexph · 2 years
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Dagherrotipo su lastra, Roma, Piazza di Spagna. Sony alpha 7SII & Sony 55 mm 1.8 #photo #fotografia #sonyalpha #streetphotographer #streetphotography #photography #romastreetphotography #luce #instagram — view on Instagram https://ift.tt/ZVkrXgn
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Écouter / acheter: Dagherrotipo de Giuseppe Antonuccio ( Metauro Colossum)
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alchimilla · 6 years
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I bellissimi volti dell’eternità • La Principessa delle Fate
The beautiful faces of eternity • The Princess of Fairies
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beltratto · 3 years
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In giro in bici, le ho trovate lì, una parcheggiata fuori dal supermercato, l’altra fuori dalla farmacia. La Indian con una gran bella borsa di cuoio. La Yamaha rossa. È stata scelta la giornata di oggi, perché coincide con la nascita del dagherrotipo, primo procedimento fotografico per lo sviluppo delle immagini, che risale al 19 agosto 1837. #motocicletta #indian #yamaha #ingiroinbici #giornatamondialedellafotografia #dagherrotipo #worldphotographyday #ipadphotography (presso Treviso) https://www.instagram.com/p/CSwM-rnjZfb/?utm_medium=tumblr
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L’Atelier de l'artiste di  Louis Jacques Mandé Daguerre, 1837
Un dagherrotipo era “la riproduzione spontanea delle immagini della natura ricevute dentro la camera obscura”, un “processo chimico e fisico” che consentiva alla natura “di riprodursi”. - La Fotografia di Graham Clarke (1997)
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realedigitale · 4 years
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Il consumismo della fotografia
Nonostante la fotografia richieda necessariamente l’uso della tecnologia per essere realizzata, ho ritenuto comunque rilevante il profondo cambiamento del modo di intenderla, il quale è collegato all’innovazione tecnologica che stiamo vedendo negli ultimi anni. Si può quindi distinguere tra un’epoca in cui la fotografia era considerata come un qualcosa di fisico, strettamente legata al mondo reale, e una in cui invece la sua fruizione è diventata quasi esclusivamente digitale.
La prima fotografia mai realizzata risale al 1816, anno in cui Niépce riuscì a immortalare un angolo del suo studio su un foglio di cloruro d’argento. Tuttavia, la prima immagine che possa essere definita tale fu ottenuta nel 1826.
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La prima fotografia mai realizzata. Fonte: Wikipedia Commons, autore:  Joseph Nicéphore Niépce  
Anche se infatti risulta difficile immaginarlo, inizialmente immortalare immagini era tutt’altro che immediato: per realizzare le prime fotografie in questi anni infatti erano necessarie ben 8 ore di posa, numeri assurdi se confrontati con l’istantaneità a cui siamo abituati oggi.
Pochi anni dopo nacque quindi il dagherrotipo grazie agli studi di Niépce e Daguerre, ma la vera svolta avvenne nel 1888: se prima infatti c’era un monopolio da parte di studi fotografici e poche altre persone (in quanto i macchinari erano costosi e le tecniche complesse, dedicate esclusivamente a immortalare paesaggi), in quest’anno Kodak introdusse la prima macchina fotografica portatile.
L’innovazione straordinaria di questo dispositivo era la possibilità di separare le varie fasi della realizzazione dell’immagine (ovvero scatto e sviluppo) e soprattutto i costi molto contenuti: lo sviluppo di 100 immagini (la capienza di un rullino) costava solo 10 dollari, mentre la macchina (la Box Kodak) solo 25 dollari! Inoltre, a partire dallo stesso rullino si potevano realizzare più copie delle stesse immagini.
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Un’immagine della Box Kodak; il nome Box deriva proprio dal formato della fotocamera. Fonte: Wikimedia commons, autore: Bronger
Per vedere il successivo grande salto generazionale bisogna aspettare il 1948, anno in cui viene commercializzata la Polaroid 95, il primo esemplare di macchina fotografica istantanea. Questa tecnologia nasce dalla volontà di poter vedere gli scatti poco dopo averli realizzati. La qualità era ovviamente inferiore, ma ciò ha permesso di andare in una direzione sempre più simile a quella odierna.
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La Polaroid 95, la prima macchina fotografica istantanea della storia. Fonte: Wikimedia commons, autore: OppidumNissenae  
Infine, l’ultima rivoluzione è stata l’introduzione della fotografia digitale nel 1975, anno in cui un ricercatore della Kodak, Steven Sasson, riuscì a realizzare un prototipo che registrava le immagini su cassetta a una risoluzione di 0.01 megapixel. Questa tecnologia venne quindi commercializzata nel 1981 con la Sony Mavica FD5. In poco più di 20 anni le macchine fotografiche digitali sono state progressivamente soppiantate dagli smartphone, diventando quindi sempre meno diffuse.
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La Sony Mavica FD5; come si può notare dall’adesivo, le immagini venivano salvate su un floppy disk. Fonte: Flickr, autore: Dave Jones 
Al giorno d’oggi stiamo assistendo a un vero e proprio consumismo nell’ambito fotografico grazie all’immediatezza nella realizzazione di immagini, snaturando (o forse semplicemente evolvendo) la sua definizione originale. I social network sono un emblema di ciò, in quanto spesso le fotografie vengono realizzate per farle vedere agli altri e non per essere conservate privatamente come ricordi di momenti felici.
E forse è proprio questo il motivo per cui oggi sta tornando di moda una concezione più vintage della fotografia, con una rinnovata diffusione di macchine istantanee e un ritorno di fiamma per le affascinanti macchine a rullino, forse una sorta di ribellione implicita e silente delle persone più legate alla concezione originale, contrarie allo “smercio” di immagini buttate in pasto ai social e al web.
Concludo con uno spunto di riflessione: la fotografia digitale ha quindi effettivamente migliorato la concezione della fotografia e la loro fruizione, oppure è stata una di quelle tecnologie introdotte solo per amore del progresso che l’hanno danneggiata, rendendola semplicemente una merce come molte altre e privandola di ogni significato affettivo e personale a essa collegata? L’attesa dello sviluppo e l’incertezza sul risultato della fotografia erano veramente un danno e un fastidio da eliminare o forse erano l’essenza stessa della fotografia?
Mattia Chiarle
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restlessdaisy · 4 years
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“Eppure resta
che qualcosa è accaduto, forse un niente
che è tutto.”
- Eugenio Montale, Ho appeso alla mia stanza il dagherrotipo (vv. 8-10)
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i-am-a-polpetta · 3 years
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Nei pensieri carini della mia testa marcia, queste siamo io e te <3
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diegomonfredini · 5 years
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Roma nella camera oscura. Fotografie della città dall’ottocento a oggi 27/03 - 22/09/2019 Museo di Roma #exhibition #mostrafotografica #roma #museodiroma #romanellacameraoscura #cameraoscura #dagherrotipo #blackandwhite #vintage #oldphotos #history #photography #palazzobraschi (presso Museo di Roma) https://www.instagram.com/p/BvpcPHYnR5u/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=c165o5co7hwu
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giornalepop · 8 years
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I FRATELLI BISSON, TALENTI DIVERSI PER UN UNICO OBIETTIVO
I FRATELLI BISSON, TALENTI DIVERSI PER UN UNICO OBIETTIVO
I FRATELLI BISSON, TALENTI DIVERSI PER UN UNICO OBIETTIVO – FOTOSTORIA 12, 1840-1860
Dire Bisson vuol dire parlare sia di Louis Auguste sia di Auguste Rosalie, perché i Bisson furono due fratelli. Chiunque si sia interessato di alpinismo e montagna, prima o poi non ha potuto evitare di imbattersi in una delle foto alpinistiche più famose di tutti i tempi, che documenta un’ascensione sul monte…
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fashionbooksmilano · 3 years
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I viaggi perduti
La fotografia vista da Alberto Arbasino
a cura di Daniela Palazzoli
Bompiani, Milano 1986, 190 pagine,  23,5 x 22,5 cm.,
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
Museo di Roma - Palazzo Braschi  Roma 28 gennaio 10 marzo 1986
''I Viaggi Perduti' di Alberto Arbasino sono la ricostruzione ideale di un grand tour in Europa e in Oriente attraverso le immagini di luoghi ormai irrimedialmente trasformati"
“I viaggi perduti, quindi, non sono solo uno sguardo nostalgico su un mondo a cui non si può ritornare, ma l' omaggio a un modo di guardarlo e di guardare, magari con le coatte miopie a cui la tecnica dell' epoca costringeva - il dagherrotipo, per i suoi tempi di posa che non riuscivano a fissare le persone in movimento, spopolò a lungo le strade e le città sembravano tutte percorse da una nube purpurea -, ma con più voglia di scoprire. La Firenze degli Alinari e di Brogi, la Napoli di Sommer, la Parigi di Atget, l' Inghilterra di Fox Talbot sfilano con bellezze che non esistono più e orrori che non esistono ancora, più esotiche, nella loro intatta bellezza, delle mete classiche dei grandi viaggiatori ottocenteschi: la Grecia dei templi, l' Egitto, la Palestina, il remoto Oriente. Ai nostri occhi di oggi sono quasi più esotiche della remota Assuan o della favolosa Benares la Milano con il Duomo che svetta tra le case bassotte o San Pietro che fronteggia gigantesca la Spina dei Borghi. Sono ancora più inedite e strane e inconsuete le belle città mitteleuropee - Norimberga, Colonia, Budapest - in cui senti che non è ancora passata quella livellatrice di culture, gusti, architetture e destini che è stata la guerra. E dopo tanta nostalgia e "invitation au voyage", è a un involontario pensiero di guerra - o di pace - che costringe l' ultima fotografia della mostra: una lunga immagine, formata da tre scatti, attribuita a Felice Antonio Beato, in data 1863. E' veramente, questo, un viaggio perduto: per sempre. E' la baia di Nagasaki, serena, con le sue casette, i suoi colli, i suoi velieri. Una qualsiasi giornata di un passato pieno di grazia, prima di quell' estate di quarant' anni fa.”  Irene Bignardi  La Repubblica 1985
18/12/21
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alchimilla · 6 years
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I bellissimi volti dell’eternità • The beautiful faces of eternity
In Età Vittoriana ed Edoardiana, venivano create spille e medaglioni con le foto e i ritratti di fidanzate, fidanzati, mogli, mariti, figli: erano i “gioielli di lutto”, splendide creazioni che eternavano la bellezza e l’amore per i propri cari defunti, consegnandoli all’eternità, e superando così, in un certo senso, anche la morte, che diventa splendida e struggente, attraverso questi gioielli, pieni di storia e di storie.
In Victorian and Edwardian age, brooches and medallions were created with pictures and portraits of girlfriends, boy-friend, wives, husbands, children: they were the "jewels of mourning", splendid creations that eternally beautified the beauty and love for their deceased loved ones , delivering them to eternity, and thus overcoming, in a certain sense, even death, which becomes splendid and tormenting, through these jewels, full of history and stories.
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