Tumgik
#dare un senso
deathshallbenomore · 2 years
Text
i prezzi dei biglietti aerei dovrebbero essere proporzionali allo stipendio. per una società più giusta. ho ragione io
25 notes · View notes
forgottenbones · 2 months
Text
Se, oltre ai Gojira, avessero fatto venire pure Alcest e Igorrr, non ci avrebbero capito più niente.
0 notes
fiveyearsoldgirl · 5 months
Text
⠀⠀⠀troppe cose che non posso raccontare perché poi mi vergogno e non mi voglio vergognare
Papa V — dare un senso a questa vita
0 notes
umi-no-onnanoko · 5 months
Text
100 domande curiose
1. Libro preferito?
2. Autore preferito?
3. Poesia preferita?
4. Ti piace scrivere?
5. Ti piace leggere?
6. Disegni?
7. Ti piace l'arte?
8. Sei mai stato/a ad un museo?
9. Artista preferito?
10. Film preferito?
11. Attore/attrice preferito/a?
12. Regista preferito?
13. Colonna sonora preferita?
14. Saga preferita?
15. Personaggio preferito di Harry Potter?
16. Personaggio preferito di un libro?
17. Personaggio preferito di un film?
18. Serie tv preferita?
19. Canzone preferita?
20. Cantante preferito/a?
21. Band preferita?
22. Hai mai scritto una canzone?
23. Hai mai scritto una lettera a mano?
24. Hai mai ricevuto una lettera scritta a mano?
25. La pazzia più grande che hai fatto?
26. Ti piacciono le sorprese?
27. La sorpresa migliore che hai ricevuto?
28. La sorpresa più bella che hai fatto?
29. Quale pianeta visiteresti?
30. Preferiresti essere una sirena o una fata?
31. Quale decade preferisci?
32. Sei una persona creativa?
33. Quale lavoro vorresti esistesse?
34. Quali animali vorresti si unisserero per dare vita ad una nuova specie?
35. Pic nic al mare o in montagna?
36. Ti piace il teatro?
37. Hai mai visto un balletto?
38. Sei mai stato/a ad un concerto?
39. Hai mai cantato in pubblico?
40. Hai mai ballato in pubblico?
41. Adotteresti un bambino?
42. Adotteresti un animale?
43. Moto o auto?
44. Preferisci nuotare o volare?
45. Quale personaggio Disney pensi di essere?
46. Quale villain Disney ti rappresenta?
47. Quale cultura ti affascina?
48. Se potessi condividere un senso (tatto, vista,olfatto, gusto,udito) con la tua anima gemella quale condivideresti?
49. Vampiro o licantropo?
50. Credi nella fiamma gemella?
51. Temporale o arcobaleno?
52. Musica classica o rock?
53. Ti piace recitare?
54. Hai mai suonato in pubblico?
55. Hai mai recitato in pubblico?
56. Sai leggere i silenzi?
57. Sai rispettare i silenzi?
58. Soffri il solletico?
59. Riesci a fare ridere gli altri?
60. Sai ascoltare?
61. Ti fidi?
62. Ti piace fare foto?
63. Sei fotogenico/a?
64. Musica in streaming, Spotify, CD o vinile?
65. Anime preferito?
66. Manga preferito?
67. Meglio i manga/anime di ieri o quelli di oggi?
68. Cartone animato preferito?
69. Il tuo cavallo di battaglia in cucina?
70. Il piatto che proprio non ti riesce?
71. Quale colore non sopporti?
72. Cosa non può mancare in casa tua?
73. Quale tua caratteristica vorresti avessero anche gli altri?
74. Cosa "rubesti" da un altra persona?
75. Come organizzeresti il primo appuntamento?
76. Come vorresti fosse il tuo prima appuntamento?
77. Faresti il primo passo?
78. Amicizia uno a uno o gruppo di amici?
79. Le parole che vorresti sentirti dire?
80. Cosa vorresti dire agli altri?
81. Credi nel destino?
82. Credi nella fortuna?
83. Pratichi la gratitudine?
84. Ti senti cambiato rispetto a 10 anni fa?
85. Cosa cambieresti di questi ultimi 10 anni?
86. Come ti vedi tra 10 anni?
87. La famiglia è solo quella di sangue?
88. Gli amici sono una seconda famiglia?
89. Si deve sempre perdonare chi si ama?
90. Cosa non ti perdoni?
91. Vorresti tornare bambino/a o diventare adulto/a?
92. Vorresti essere del sesso contrario al tuo?
93. Balletto preferito?
94. Ballerino/a preferito?
95. Conosci il messaggio dei fiori?
96. Giorno o notte ?
97. Alba o tramonto?
98. Freddo o caldo?
99. Sole o pioggia?
100. Scegli tu questa domanda
398 notes · View notes
ossicodone · 1 year
Text
Mi accorgo del distacco emotivo di una persona nei miei confronti prima ancora che se ne accorga lei. Cerco di parlarne, di farglielo notare, dico che può succedere, succede spesso, ho bisogno di sentirmelo dire, non voglio quel senso di agonia che si prova nei giorni precedenti a una rottura, voglio la verità, sempre, subito, perché è da quando sono piccolo che la verità non me l'hanno mai detta. Mi sento rispondere che non è così, che è tutto nella mia testa, e allora io dovrei provare a non pensarci, a continuare a dare il meglio di me, ma io non sono così, io ho sempre bisogno di sapere che dall'altra parte ci sia la stessa intensità, io non so' salvarle le storie, non sono in grado di amare per due, non sono capace di prendermi il grosso del lavoro. Io non lo so disperdere l'amore, ho bisogno di sapere che verrà custodito. Finisce che mi tiro indietro anche io, che spengo le emozioni, al silenzio rispondo col silenzio, distacco con distacco, al ghiaccio rispondo col ghiaccio pur sapendo che servirebbe più fuoco. Mi ritraggo, mi proteggo. Rimango in attesa del giorno in cui quella persona mi dirà "avevi ragione" ed io non riuscirò comunque a fargliene una colpa, avrò il sorriso amaro di chi già sapeva. Vorrei avere più coraggio, zittire la voce dentro di me, lasciarmi travolgere da una rottura improvvisa anziché sentirla arrivare da lontano, ma non ci riesco. Non ci riesco mai. Quell'addio che poi arriva, io l’ho già sentito da un pezzo.
319 notes · View notes
i-mmaginando · 2 months
Text
Tumblr media
Quando sorrido è per dare un senso alla vita
124 notes · View notes
rivoluzionaria · 1 year
Text
Tumblr media
Jorge Luis Borges sosteneva che gli antichi greci furono i primi a pensare, ci hanno dato la poesia, la scienza, la filosofia razionale, che tutta la cultura a noi pervenuta nel corso dei secoli derivi dai greci.
I filosofi greci distinguevano l’amore in 12 tipologie diverse a seconda delle diverse emozioni umane e sfumature del sentimento:
Agape (αγάπη)
Agape è l’amore incondizionato, anche non ricambiato. Va al di là delle forze umane, è un amore puro e senza alcuna aspettativa. Viene utilizzato nei vangeli e nella religione.
Eros (έρως)
Eros è la tipologia di amore più conosciuta. Dio greco della fertilità, il suo tipo di amore rappresenta quello passionale, il desiderio carnale. Veniva definito in termini di irrazionalità, perché il desiderio ardente avrebbe potuto portare alla follia.
Philia (φιλία)
Philia indica un tipo di amicizia profonda. Amicizia come vincolo di fiducia e lealtà, come fondamenta di un rapporto solido e suggellato dalla bellezza della condivisione. Amare ed essere amati.
Storge (στοργή)
Storge è l’amore nei confronti della famiglia o dei parenti, tipico dei consanguinei, deriva da “stergo” che significa amare teneramente.
Philautia (φιλαυτία)
Philautia è l’amore per sé stessi, l’amor proprio, fonte di perfezionamento e benevolenza è definito come forma di egoismo positivo.
Mania (μανία)
Mania associato all’amore è il desiderio incondizionato di amare e possedere, l’amore tossico che vive (apparentemente) solo attraverso il possesso di ciò che brama, il partner come oggetto del desiderio. Distruttivo.
Charis (χάρις)
Charis è forse la tipologia d’amore più ambita tanto quanto appagante: idilliaco. Entrambi i partner si amano allo stesso modo, sia fisicamente che spiritualmente.
Himeros (ἵμερος)
Himeros è l’amore che arde di desiderio fisico, impulsivo, irrefrenabile, l’amore folle. Desiderio carnale, non ascolta ragioni e va appagato nell’immediato.
Anteros (αντέρως)
Anteros, fratello di Eros (si narra fossero inseparabili) è l’amore corrisposto con il rispettivo coniuge/compagno e indica la stabilità sentimentale.
Pragma (πρᾶγμα)
Pragma è associato all’amore maturo di lunga data, ma anche al compromesso e alla pazienza. Fare uno sforzo per dare amore piuttosto che solo per riceverlo.
Pothos (Πόθος)
Pothos è la personificazione del rimpianto e del senso di nostalgia che si prova quando una persona amata è lontana. È anche identificato con l’amore adolescenziale, l’infatuazione, il desiderio prima dell’incontro.
Thelema (θέλημα)
Thelema è l’amore nei confronti di ciò che si fa, il proprio lavoro, il piacere di fare qualcosa, il desiderio voler fare e non è rivolto quindi ad una persona.
— manuela g.
799 notes · View notes
catsloverword · 16 days
Text
Paradossale, sì.
Ma il primo passo per ritrovare il nostro equilibrio è un passo indietro.
Andare indietro, per andare avanti.
La logica del fare è la trappola del nostro malessere. Troppi impegni, tensioni, spostamenti , orari, compiti. Tutto sembra essere diventato vitale, ed è proprio quel tutto che spesso ci allontana dalla vitalità più vera.
Lontani.
Lontani anni luce dall’essenza del nostro puro scorrere, quello che vivevamo da bambini, per quei bambini che hanno avuto la fortuna di poterlo essere.
Sopravvalutiamo la mente. Sopravvalutiamo il pensiero, il concetto di “giusto o sbagliato”, il senso di colpa, la responsabilità verso il giudizio altrui, l’accumulo del fare.
Ma il nostro centro più vitale e prezioso, fulcro del nostro equilibrio e benessere, è lontano anni luce dalle elucubrazioni della nostra mente. Il cervello umano, così come oggi lo conosciamo, è un’acquisizione piuttosto moderna: come un frutto su un albero, che è potuto nascere solo perché molto prima ci sono state le radici che hanno tratto il giusto nutrimento.
E le nostre radici non sono i labirinti dei nostri pensieri. Non sono gli impegni, non sono il lavoro, non sono il giudizio degli altri, le belle apparenze, i vestiti firmati, la casa pulita e perfetta.
Le nostre radici sono il nostro respiro, i nostri passi nel mondo, la curiosità di scoprire, i legami umani, incontrare e lasciar andare, saper dare e ricevere, dedicarci del tempo, divertirci, ridere e piangere, amare.
E allora faccio un passo indietro.
Mi allontano, mi fermo, e ritorno a me stesso.
Oscar Travino
Tumblr media
Io, quando devo tornare a me stessa, torno qui...
36 notes · View notes
vefa321 · 1 year
Text
✍️Perché il buongiorno è sensato... ma soprattutto pensato.
Soppesare le parole è dare un senso ad ogni gesto...
Siamo un insieme di buone intenzioni in un mondo traballante.
J.D
Tumblr media
168 notes · View notes
Text
Tumblr media
"- Mamma devo raccontarti una cosa che ti farà morire dal piangere.
- Dimmi (adoro quando per dare il senso delle sue emozioni, parla così).
- Oggi a scuola mi hanno messo al banco con un bambino down, cioè non è che è proprio down è che sta su una carrozzina, guarda sempre in su, muove la testa e gli esce la saliva dalla bocca.
- E cos’ è che ti ha fatto “morire dal piangere”?
- Per i primi due giorni è stato sempre zitto, mamma non ha mai parlato con nessuno, te lo giuro. Oggi che stava al banco con me, mi ha preso la mano e ha riso.
- Tu che gli avevi detto?
- Niente, gli ho fatto vedere il mio temperino, quello tutto chiuso che abbiamo comprato ieri, gli ho dato una matita e insieme abbiamo temperato. Lui teneva la matita e io giravo il temperino. Mi veniva da piangere da quanto ero felice che rideva. Spero che anche domani sto al banco con lui. Gli faccio temperare tutte le mie matite."
(Marilena Pallareti)
168 notes · View notes
fiveyearsoldgirl · 5 months
Text
⠀Penso a rimediare mentre sbaglio ancora
Papa V — dare un senso a questa vita
0 notes
apomaro-mellow · 4 months
Text
Mafia AU 7
Part 6
Eddie knew that as Robin locked her arm with his, it looked to all the world like he was being a cordial alpha, leading her around. But the truth was, she felt like an anchor for him as he went over to Steve. It wasn’t just his grandfather, his father was there too, looking at Eddie like he was unimpressive.
“This is Eddie Munson, I’m sponsoring him. Eddie, this is my nonno”, Steve introduced.
“Honored to meet you sir”, Eddie kept his face neutral and his scent restrained.
He was elderly, but still looked firm and strong. He had a jaw similar to Steve’s, just softened a little with age, and hair that had completely gone white. He held his hand out, wrist turned up. Eddie greeted him in the old way, taking it and bowing, putting his nose lightly to the scent gland before letting go and rising back up.
The man nodded, seemingly approving before turning back to Steve. When he spoke, his accent was thick and his voice was kind.
“My little Stee, sponsoring, running with the bulls. You’re not so little anymore, are you?” Then he looked at Eddie. “That was his nickname, you know. When this one”, he gestured to Harrington Sr., “started calling him Steve, that was the only way he could say it. ‘Nonno! Call me Steeee. My name is Stee now!’”
Steve blushed and Eddie was watching it rise to his face, trying to imagine a baby Steve wrapping his lips around his own name. 
“Sounds adorable”, Eddie said.
“Well, thank you for coming to meet an old man. I only want my family to be left in good hands. For my Stefano to be in good hands. He is all I have left of my daughter.”
“I understand”, Eddie replied.
They were dismissed and Steve went along with them, taking Robin’s arm this time while Eddie shadowed. Steve introduced Eddie to a few other people, let them know he was under Steve’s patronage and watched how their eyes changed. Eddie could feel it happening. The cusp of going from being a nobody to a somebody.
He wasn’t just going to be some guy they called on for the lowest level jobs anymore. He was going to be able to call some shots. A thought occurred to him as they made their rounds and he was a pretty impulsive guy sometimes, so he just went for it.
“Hey, when you get married, do I become your beau’s capo, or do I stay yours?”
“Che audacia”, Robin grinned.
“Lo so. Ma in un certo senso lo ammiro”, Steve replied with a grin of his own, then pointed it to Eddie. “I’d worry about that bridge when we come to it.” 
The event was starting to wind down and Steve was waved down by his father. They walked off together, side by side. Steve was going willingly. But just before they were out of sight, his father grabbed him by the elbow and started forcing him forward. Out of most sight besides Eddie’s that is. He looked for Robin first, finding her speaking with someone, deep in conversation. He didn’t know how to communicate ‘hey, Steve just went off with his dad and it didn’t look good’ but he hoped she got the message when their eyes met and he went after them.
Eddie trailed after, but not too close. It was obvious his dad didn’t want anyone to follow them. Steve was shoved into a room, probably a study or something and his dad went in after him, slamming the door. Eddie was pretty good at eavesdropping and was able to crack the door just the tiniest bit to hear what they were saying.
“How dare you drag that mutt in front of your grandfather!”
“Do you mean Eddie?”
“You think this is funny?”, his father fumed.
“You said I could sponsor him. You approved it”, Steve said in his defense.
“You can’t honestly believe that he’ll pass? I allowed this to happen but that does not mean I have any confidence in him or in you . You should have known better than to introduce him to your grandfather as if he had any chance-”
“Since when do you care what nonno thinks?”, Steve spat back.
There was a slam, like someone had put a fist onto a hard wood table. “Don’t you dare talk back to me! You could have chosen anyone to be sponsored. But now I can see this endeavor is a waste of time.”
“You can’t stop it, he’s already started. If you go back on your word.”
Eddie heard skin hitting skin. A smack. And then silence.
Then something muttered.
Eddie couldn’t hear it so well, it was said so quietly. But the cadence of it didn’t sound like he’d understand any of it anyway.
“What did you say?”, Steve’s father demanded. “Huh?! Say it in english if you’re so bold!”
“I said you’re an asshole!”
“Get out of my sight before I do something you regret.” 
Eddie shot away from the door then. Steve shot out of the room in the other direction. He hadn’t seen the alpha. But Eddie couldn’t let him get away. He took off after him as he went further into the estate. Steve ran into another room and slammed the door. When Eddie got there, he hesitated for only a moment before knocking.
“Steve?”, he called out softly. “Steve I…I was listening to you and your old man. I know I shouldn’t’ve but-”
“Leave me alone”, Steve cut him off, sounding like he was holding back a sob.
“Hey, you’re right. Your dad’s an as-”
“I said leave me alone!”
“Steve?”, Robin called his name as she appeared, catching up. 
Eddie was blown by how fast the door opened and Robin went inside before it immediately shut again. He stood out there for about thirty seconds, just barely able to hear them murmuring. He had caught a whiff of Steve’s scent but didn’t need that to tell him he was upset. Eddie knew he had been intrusive, but he had only wanted to tell Steve that it was alright. Sometimes you got unlucky with fathers. He could understand that better than anyone.
But apparently not as well as Robin. Not for the first time, Eddie wondered just what their relationship was. She was always hanging around, without a defined role. Eddie hadn’t thought she was his girlfriend before, given that it seemed everyone around him was intent on pairing Steve with an alpha. Could it be that he was allowed to have her around for now? Just to keep him placated? In much the same way that apparently Steve was being allowed to have Eddie. Just to keep him busy until the real thing came along?
When it was clear they weren’t going to let him in, Eddie stuck his hands in his pants pockets and stomped off. Steve wanted to keep him at arm’s length? Fine. He didn’t need to be the guy’s confidant. Not if he already had a beta on retainer. Eddie refused the ride home from the driver that had taken him here, decided to just walk until he could hail a taxi back to the apartment.
It wasn’t until he had hung up the suit in his closet, next to the two other new ones that he let the tension leave his shoulders. He was getting feelings involved. And if there was one time you couldn’t lead with your heart, it was when you were dealing with the mafia.
Part 8
45 notes · View notes
curiositasmundi · 7 months
Text
"Il nemico per essere riconoscibile e temibile deve essere in casa, o alla soglia di casa. Ecco perchè gli ebrei. La divina provvidenza ce li ha dati, usiamoli, perdio, e preghiamo perché ci sia sempre qualche ebreo da temere e da odiare. Occorre un nemico per dare al popolo una speranza. Qualcuno ha detto che il patriottismo è l'ultimo rifugio delle canaglie: chi non ha principi morali si avvolge di solito in una bandiera, e i bastardi si richiamano sempre alla purezza della loro razza. L'identità nazionale è l'ultima risorsa dei diseredati. Ora il senso dell'identità si fonda sull'odio, sull'odio per chi non è identico. Bisogna coltivare l'odio come passione civile. Il nemico è l'amico dei popoli. Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria. L'odio è la vera passione primordiale. E' l'amore che è una situazione anomala. Per questo Cristo è stato ucciso: parlava contro natura. Non si ama qualcuno per tutta la vita, da questa speranza impossibile nascono adulterio, matricidio, tradimento dell'amico...Invece si può odiare qualcuno per tutta la vita. Purché sia sempre là a rinfocolare il nostro odio. L'odio riscalda il cuore."
Umberto Eco: Il cimitero di Praga
69 notes · View notes
perpassareiltempo · 4 months
Text
Molti di noi cercano di dare un senso alla propria vita, ma la nostra vita ha un senso solo se siamo capaci di raggiungere questi tre traguardi: amare, essere amati e saper perdonare. Il resto è soltanto tempo perso.
Joel Dicker - Il libro dei Baltimore
39 notes · View notes
kon-igi · 8 months
Text
CHIAMA I RICORDI COL LORO NOME
Nel 2019, la mia compagna, le mie figlie e io decidemmo di intraprendere un percorso che alla fine ci avrebbe portato a diventare la famiglia affidataria di un minore e questo implicava un sacco di incontri, singoli e di gruppo, con cui assistenti sociali e operatori valutavano la nostra capacità di accudimento e contemporaneamente ci informavano e ci formavano su cosa significasse prendersi cura di un minore in modo continuativo ma parallelamente alla famiglia biologica, con la quale dovevamo rimanere sempre in contatto.
(anticipo che poi la cosa finì in un nulla di fatto perché poco dopo scoppiò il caso Bibbiano - 30 km in linea d'aria da Parma - e per precauzione/paura tutti gli affidi subirono un arresto. E poi arrivò il Covid)
La mia riflessione nasce alla lontana da un video che youtube mi ha suggerito questa mattina presto - è poco importante ai fini della storia ma è questo - che mi ha ricordato una caratteristica della mia infanzia...
Difficilmente riuscivo a essere felice per le cose che rendevano felici gli altri e quella vecchia canzone - che è considerato l'Inno del Carnevale di Viareggio, mio luogo di nascita e dei primi 20 anni di vita - ne è l'esempio emblematico, direi quasi sinestesico.
Tutti i viareggini la conoscono e la cantano nel periodo più divertente e frenetico della città ma io la associo a un'allegria dalla quale ero sovente escluso, odore di zucchero filato che non mangiavo e domeniche che significavano solo che l'indomani sarei tornato a scuola, preso in giro dai compagni e snobbato dalla maestra.
Vabbe'... first world problem in confronto ad altri vissuti (in fondo ero amato e accudito) però l'effetto a distanza di anni è ancora questo.
Tornando al quasi presente, una sera le assistenti sociali chiesero al nostro gruppo di futuri genitori affidatari di rievocare a turno prima un ricordo triste e poi uno felice.
E in quel momento ebbi la rivelazione che la quasi totalità dei presenti voleva dare amore a un bambino o a una bambina non propri perché sapeva in prima persona cosa significasse vivere senza quell'amore: gli episodi raccontati a turno non era tristi, erano terribili... violenza, abbandono, soprusi, povertà e ingiustizie impensabili nei confronti di bambino piccolo e, ovviamente, quando arrivò il nostro turno (la mia compagna non ne voleva sapere di aprire bocca) mi sentivo così fortunato e quasi un impostore che, in modo che voleva essere catartico e autoironico, raccontai di quando la maestra in terza o in quarta elementare chiamò un prete che davanti a tutta la classe mi schizzò di acqua santa perché - a detta della vecchia carampana - sicuramente ero indiavolato.
Ribadisco che la cosa voleva essere intesa come un modo per riderci su e detendere l'atmosfera pesante che il racconto dei vissuti terribili aveva fatto calare sul gruppo ma mentre sto mimando con una risatina il gesto del prete con l'aspersorio, mi accorgo che tutti i presenti hanno sgranato gli occhi e hanno dilatato le narici, nella più classica delle espressioni che indicano un sentimento infraintendibile...
La furia dell'indignazione.
Cioè... tu a 10 anni hai visto tua madre pestata a sangue da tuo padre e fatta tacere con un coltello alla gola ed empatizzi con me che ti sto raccontando una stronzata buona per uno sketch su Italia Uno?
Mi sono sentito uno stronzo, soprattutto quando la furia ha lasciato il posto a gesti e parole DI CONFORTO per quello che, evidentemente, sembrava loro una prevaricazione esistenziale orribile (cioè, lo era ma, per cortesia... senso delle proporzioni, signori della giuria).
Mi sono quindi rimesso a sedere, incassando il supporto con un certo qual senso di vergogna, finché poi non è arrivato il momento della condivisione dei momenti felici.
Silenzio di tomba.
Nessuno parlava.
Nessuno riusciva a ricordare qualcosa che lo avesse reso felice.
Con un nodo in gola - perché avevo capito che razza di vita avevano avuto le persone attorno a me - mi rendo conto che io ne avevo MIGLIAIA di momenti felici da condividere ma che ognuno di essi sarebbe stato una spina che avrei conficcato nel loro cuore con le mie stesse mani.
E allora mi alzo e rievoco ad alta voce il ricordo felice per me più antico, quello che ancora ora, a distanza di decenni, rimane saldo e vivido nella parte più profonda del mio cuore...
-Le palle di Natale con la lucina rossa dentro. Quando ero piccolo, durante le vacanze di Natale aspettavo che mio papà e mia mamma andassero a letto e poi mi alzavo per andare a guardare l'albero... non i regali sotto, proprio l'albero. Era finto, di plastica bianca spennachiosa, ma mia mamma avvolgeva sempre intorno alla base una striscia decorativa verde a formare una ghirlanda e mio padre stendeva tutto attorno ai rami un filo con delle palle che, una volta attaccate alla presa elettrica, si illuminavano di rosso. Io mi alzavo di nascosto e nel caldo silenzio della notte guardavo le luci intermittenti dipingere gli angoli del divano e del tavolo, con un sottile ronzio che andava e veniva. Ero al caldo, ero protetto, voluto e amato. Se allungo le mani posso ancora tastare quel ronzio rosso che riempe la silenziosa distanza tra me e l'albero e niente potrà mai rendere quella sensazione di calda pienezza meno potente od offuscarne la completezza. Quello era l'amore che mi veniva dato e che a nessuno sarebbe mai dovuto mancare.
A un certo punto sento una mano che mi si poggia sul braccio (avevo chiuso gli occhi per rievocare il ricordo) e accanto a me c'è la mia compagna che sorride, triste e piena di amore allo stesso tempo.
E attorno a me tutti stanno piangendo in silenzio, esattamente quello che col mio ricordo semplice volevo evitare e che invece doveva aver toccato lo stesso luogo profondo del loro cuore.
E in mezzo alle lacrime (che figuriamoci se a quel punto il sottoscritto frignone è riuscito a trattenere) cominciano a scavare tra i ricordi e a tirarli fuori... il cucciolo che si lasciava accarezzare attraverso il cancello della vicina, il primo sorso dalla bottiglietta di vetro di cedrata, la polvere di un campetto da calcio che si appiccicava sulla pelle sudata, l'odore della cantina, il giradischi a pile...
E nulla. Non so più cosa dire e nemmeno cosa volessi dire.
Forse che sembriamo così piccoli, malmessi e fragili ma che se qualcuno ci picchietta sulla testa e sul cuore siamo capaci di riempire il mondo di cose terribili e meravigliose.
Decidere quali ricordare e quali stendere davanti a noi è una scelta che spetta non a chi picchietta ma a chi permette che essi fluiscano da quella parte profonda di sé a riempire lo spazio tra noi e il domani.
67 notes · View notes
tulipanico · 7 months
Text
Ho scoperto che scattare fotografie che visualizzo prima in testa mi appaga in un modo unico. Vedere realizzate le immagini esattamente nel modo in cui le avevo immaginate, dare un senso ai miei pensieri.
65 notes · View notes