Tumgik
#dovrei scrivere una poesia
stregamorganablog · 1 year
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Tu non lo sai,
ma ti sei cacciata proprio in un bel guaio...
Ti mostri allegra
e pretendi che ciò non abbia
conseguenze e, invece,
c'è sempre qualcuno
che si accorge della tua luce.
Vogliamo descrivere la tua bocca?
La dolcezza infinita dei tuoi occhi?
Le tue forme armoniose?
Se t'incontrasse un poeta, quello,
si metterebbe a scrivere
a inventarsi di tutto
pur di far l'amore con te.
Capisci quale rischio corri?
Troppo bella per non finire dentro una poesia.
Troppo bella per non finire tra le mie braccia.
Troppo simpatica per non stravolgere
il sabato sera.
Cosa mi piace di te?
Dovrei fare un elenco.
Scommetto che ti piace cantare.
Scommetto che gli uomini
si voltano sempre al tuo passaggio.
Ho indovinato?
Sarà per quelle mani, lo smalto rosso
lo sguardo da furbetta,
il sorriso devastante.
Smettila. Ti si vede il cuore.
Sei pazza, ammettilo,
ci vorrebbe un attimo per capire
che hai voglia di innamorarti,
ci vorrebbe un attimo per capire
che hai voglia di vivere
ciò che non hai vissuto mai.
Dai, vai a prepararti.
Stasera non ci sono regole.
Stasera, io e te, si va a sognare.
Insieme.
(Luigi Costantino)
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libriaco · 9 months
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Ancora sugli imbecilli
Abbiamo bisogno di voialtri. Voi siete le vittime del nostro piacere e il sottosuolo della nostra grandezza. Siete affondati perché possiamo emergere; vi abbassate perché possiamo salire. Permettetemi di pregare per l'anima vostra, imbecilli convinti e innumerabili. Quando vi contemplo seduti alla tavola di un ben illuminato caffè — le vostre facce hanno bisogno di molto luce — quando vi guardo per le strade e per i teatri, nelle botteghe e nei tranvai, una grande e invincibile tenerezza mi assale e duro fatica a reprimere la tentazione di buttarvi le braccia al collo e di baciarvi le mani. In quei momenti la mia pietà è realmente infinita e debbo nasconderla sotto la più brutale durezza per non umiliarvi più del bisogno. Quando penso a quel che vi manca e vi mancherò per tutto la vita; quante emozioni non sentite; quanti aspetti delle cose non scorgete; quante verità non alienate; quanto bellezza vi sfugge e quanto coraggio vi fa difetto, io, che non ho le lacrime facili, avrei sul serio voglio di piangere. Io so che passate attraverso il mondo senza intuirlo nella sua diversità e solidità; senza fermarvi a contemplare quelle minime cose che son le più grandi nell'emisfero della poesia; senza penetrare né l’anima delle vostre donne né quelle de' vostri compagni e neppure la vostra, la vostra infinitamente piccola anima. Io so che il genio può passarvi accanto, vivo, in carne ed ossa, in parole e in ispirito, e che voi non lo vedete, non siete capaci di vederlo, di avvicinarvi, di parlargli, di andare con lui, di lasciar padre e madre e ogni trascurabile bene per seguirlo all'interno dei suoi proibiti piaceri. Io so che quattro, cinque, dieci idee vi bastano per tutta la vita, vi servono per tutti gli usi quotidiani, per il giorno e per la notte, per l'amante e per il parrucchiere, per parlare e per scrivere, per alzarvi la mattina e per andare a letto la sera e che nel vostro cervello, senza finestre dalla parte del cielo, non hanno diritto d’ingresso che le verità diventate luoghi comuni e l'idee che a forza d'uso son fatte imbecillità. Io so, e lo so con matematica certezza, che pensate coll’altrui pensiero, che vedete cogli occhi degli altri, che giudicate col giudizio degli estranei e che le vostre ammirazioni e i vostri entusiasmi vanno soltanto a quelle cose che qualcuno di voi timbrò ripetutamente col sudicio bollo della fama più infame. Io so tutto questo — ed altro ancora che non dico per dignità — e non dovrei commiserarvi sinceramente dal profondo del cuore? Non crediate ch'io sia cattivo o che mi eserciti nel sarcasmo. Vi amo perché siete il contrappeso necessario dei pochi e la mia pietà è senza nessun sottinteso. E vi amo, vigliaccamente, anche perché ho paura della vostra vicinanza. […] Permettetemi dunque di pregare anche per voi, imbecilli preziosi e desiderabili, almeno una volta. Io non so quali sono le parole che posson farvi piacere e le grazie che ricercate ma lodo e celebro il Signore perché vi dia quel che domandate e perché tutti i vostri desideri siano speditamente esauditi.
G. Papini, Gli imbecilli [1913-1951], Viterbo, Millelire, 2007
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seoul-italybts · 2 years
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[✎ ITA 📽] Intervista : RM, Indigo @ Zach Sang Show - 03.12.22
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📽 Intervista : RM x Zach Sang Show
RM Ci Parla del Suo Album Solista di Debutto, Indigo - 03. 12. 2022
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Zach Sang: Ciao, RM!
RM: Ciao, Zach! Come stai?
ZS:Amico, a dire il vero, sto davvero alla grande!
RM: Quando stavo pensando alle interviste (per Indigo), il primo che mi è venuto in mente sei tu. Ho detto all'etichetta discografica che se dovevo fare qualche intervista, sicuramente non poteva mancare Zach, il no.1. Quindi grazie per quest'intervista.
ZS:Fratello, grazie a te! La tua gentilezza e fiducia in me significano moltissimo, ed è sempre stato così, fin dall'inizio. A dire il vero, credo questo sia un po' strano per entrambi perché, beh, di solito quando parlo con te ci sono un po' più persone [*i membri dei BTS]
RM: Sì infatti
ZS: Questa chiacchierata tratterà un lavoro, fratello, che trovo incredibilmente speciale ed unico nel suo genere e magnificamente inaspettato. Dall'inizio alla fine non ci sono due canzoni che si assomiglino, per non parlare del tuo range vocale! Dal rap, al crooning, all'acustico. Cioè, fratello, è sul serio... Complimenti! Ti sei posto degli obiettivi, prima di iniziare a creare quest'album?
RM: Innanzi tutto, apprezzo che tu abbia notato tutti questi dettagli. In realtà non c'era un obiettivo specifico. Dopo la mia ultima mixtape, ero un po' perso e mi chiedevo "Che cosa dovrei fare, ora?". I BTS avevano tanti impegni e io dovevo cercare di ritagliarmi del tempo per lavorare ai miei progetti solisti. Come mio solito, sono partito da una canzone, ovvero "Wild Flower". Non c'erano obiettivi perché, vedi, “goal/obiettivi” è uno dei termini che usiamo sempre in gruppo – i messaggi (che vogliamo trasmettere), gli slogan (da usare) o le statistiche – tutte cose legate al gruppo. Nel mio caso, il mio unico obiettivo era creare un album, un bell'album, e riuscire a pubblicarlo, prima o poi. Quello era il mio unico goal.
ZS: Hai menzionato "Wild Flower", che cosa rappresentano i wild flower /fiori selvatici per te?
RM: In realtà, il titolo sarebbe dovuto essere "Flowerworks / fiori d'artificio", ma l'ho cambiato perché non aveva alcun senso. Era una parola che mi ero inventato io, mettendo in correlazione i fuochi d'artificio e i fiori di campo, ma di fatto i fiori d'artificio/flowerworks non esistono. Ecco, i fuochi d'artificio svaniscono in un istante, certo sono belli - moltissime persone vanno ad assistere a questi spettacoli fantastici anche per soli 20 o 30 minuti -, ma ci vogliono tanti preparativi, li vedi in cielo per pochi secondi e poi, improvvisamente cadono giù e svaniscono. Se proviamo a paragonarli ai fiori, invece, magari non ne conosciamo neppure i nomi, ma... Mi sono prefigurato quest'immagine: io sdraiato al suolo con un pugno di fiorellini in mano, quando poi li si lancia in cielo, questi ricadono e sono anch'essi come fuochi d'artificio. È da lì che ho tratto l'immagine dei flowerworks / fiori d'artificio. Credo i BTS siano come i fuochi d'artificio: tanti preparativi, tanta pratica ed è tutto bellissimo, moltissime persone ci vengono a vedere. Personalmente, però.. Io ho iniziato la mia carriera facendo il poeta. Quando ero piccolo volevo diventare o uno scrittore o un poeta, ecco perché poi ho scelto il rap: rap significa "ritmo & poesia". Quindi, sì, prima o poi vorrei poter tornare alla nuda terra [*alle radici], a piedi nudi, alle cose semplici, gettare dei fiori in aria e.. "Oh, questi sì che sono i miei fuochi d'artificio", a quella sensazione. È una storia un po' lunga..
ZS: Finalmente riesco ad immaginare ciò che intendevi. C'è qualcuna di queste canzoni [* tra quelle di Indigo] che è nata come poesia?
RM: In realtà... Ho pensato a quella parola chiave 7 anni fa, nel 2015. Mi è venuta in mente - in coreano - e mi son detto, "Flowerworks! Devo scrivere una canzone a riguardo!" E, di fatto, mi ci sono voluti quasi 7 anni per passare da un'idea ad un brano vero e proprio.
ZS: Dove te l'eri annotata? L'avevi salvata sul telefono? Te l'eri scritta da qualche parte?
RM: Ovviamente l'avevo salvata sul telefono, l'avevo anche scritta su un'agenda e, a dire il vero, avevo anche lasciato un messaggio nella community deə nostrə ARMY [*ARMY FC] nel 2017, intitolato "Flowerworks". Quindi, forse quando l'album uscirà, ə fan se ne accorgeranno e ricorderanno quella parola.
ZS: Queste canzoni contenute nel tuo album solista sono rimaste dentro te/il tuo cuore per anni!
RM: Per... sì, massimo 7 anni, minimo 1, esatto.
ZS: Qual è il tuo processo creativo? Hai menzionato di aver iniziato come poeta, rappando – in quanto si tratta di abbinare quelle poesie ad un beat – Cosa fai? Vai a ruota libera? Butti giù il testo, prima? O magari provi tra te e te di fronte ad un microfono. Qual è il tuo processo (creativo)?
RM: Tecnicamente parlando, ci sarebbero 2 modi: si può partire da una parola chiave – come ad esempio flowerworks – o dalla melodia. Io solitamente inizio con una parola, del tipo: "Yo, che cosa posso dire? Che cosa voglio dire?". Altrimenti può anche capitarti una bella traccia e dalla traccia poi nascono anche la melodia e le parole chiave. Personalmente, credo io sia sempre partito da una parola, trovo sia l'elemento più importante. Di solito non provo tra me e me o faccio freestyle. Preferisco muovermi come farebbe un architetto, pietra dopo pietra, un mattone alla volta.
ZS: È un approccio che potremmo chiamare quasi strategico, emotivamente strategico.. Cioè, c'è una ragione per ogni passaggio, ogni parte di testo, ogni parola... Dai un senso ed un fine ad ogni cosa, giusto?
RM: Sì. Decisamente, per quest'album, sì. Mi rappresenta in toto. Infatti ogni tanto penso anche, "Oh, quanta arroganza, c'è troppo me stesso!" Ma non so mentire. Per "Flowerworks (Wild Flower)", quando ho sentito la traccia di partenza, mi sono subito venuti in mente la melodia, il testo ed il ritornello più adatti. Quindi, sì, talvolta ho queste illuminazioni quasi per miracolo, ma solitamente non è così semplice e devo lavorarci su... partendo da un solo mattoncino...
ZS: Hai appena parlato di illuminazioni che arrivano quasi per miracolo, credi sia qualcosa che arrivi da una qualche forza superiore? Perché molti artisti ci credono. Ad esempio, Chris Martin è convinto le sue canzoni migliori siano merito dell'ispirazione donatagli dalle forze dell'Universo.
RM: Ecco, sì, di fatto c'è anche una loro canzone [*dei Coldplay] che si chiama "Higher Power / Una Forza Superiore" (ride). Personalmente, non so se esista qualche forza o entità superiore, ma credo nel mio caso sia merito del mio subconscio, dei miei processi cognitivi e delle mie riflessioni più oneste. E poi c'è un momento preciso, un istante in cui è come se tutto ciò acquisisse un'anima (e prendesse vita). Mi piace pensarla così. Non sono tanto sicuro riguardo a forze o universi superiori (ride)
ZS: "True beauty is a true sadness / la vera bellezza sta nella vera sofferenza". Questa frase, parte di una delle tue canzoni [*Yun], mi ha davvero colpito molto. Potresti approfondire? Che cosa significa?
RM: Oh, è nella prima traccia, in "Yun". Yun era un pittore coreano, il mio preferito. Nutro un rispetto enorme per lui, per la sua vita e per i messaggi che ci ha lasciato. Quando era ancora in vita, ha preso questo appunto: "True beauty is a true sorrow" – io avevo bisogno rimasse, quindi ho cambiato da "sorrow/sofferenza" a "sadness/tristezza" – ma 'sorrow' è un dolore ancor più profondo, giusto? Non è facile cogliere appieno il significato di questa citazione, "True beauty is a true sorrow.. o sadness". Abbiamo bisogno di tradurla e farla nostra. La mia interpretazione è... Quando siamo profondamente addolorati o estremamente felici, è normale versare qualche lacrima, giusto? Piangiamo quando siamo molto tristi, piangiamo quando siamo particolarmente felici o commossi. Il mio processo mentale è partito dalle lacrime. Mi sono posto la stessa domanda anche io: Perché "La vera bellezza sta nella vera sofferenza"? E credo di esser giunto alla conclusione che la risposta sta nella sua vita. Lui è vissuto durante la Guerra di Corea. La Corea ha vissuto grandissimi pericoli e sofferenze per anni e secoli, la nostra è una storia molto triste e complessa. Nel corso della sua vita, Yun ha sperimentato tutte quelle difficoltà e quel dolore, quindi credo quella sia la conclusione cui è giunto, ed è diventato una sorta di insegnamento e filosofia di vita. Ecco, io sto ancora cercando di capire appieno ciò che intendeva e ciò che provo personalmente, ma quando vedo qualcosa di bello, magari un'opera d'arte, mi sento triste.. Probabilmente è perché ne sono geloso, o forse perché ne sono talmente colpito.. O magari perché mi trasmette moltissima gioia.
ZS: E quindi tutte queste emozioni contrastanti portano alla pazzia! [*dal testo di 'Yun': "Perché la vera bellezza sta nella vera sofferenza, ora capisci la mia pazzia"]
RM: Esatto. Se guardiamo le sue opere, sono nere. Quando era più giovane, era solito dipingere le sue tele come suo suocero – suo suocero era un altro pittore famoso in Corea [*Kim Whan-ki, un altro degli artisti preferiti di Namjoon] – ed erano molto più sulle tonalità del blu e dell'indaco/indigo, l'azzurro mare o il blu del cielo, erano davvero bellissime. Poi però ha dovuto affrontare molte difficoltà e prove di vita.. è stato incarcerato per 4 volte.. Quando poi è uscito, ha iniziato a mischiare tutti i colori, e, sai, quando si mescolano le tinture ciò che si ottiene, alla fine, è il nero. In un certo senso, era espressione di una forma di pazzia, ma quando vedo queste sue opere, le trovo davvero raffinate, eleganti e bellissime. Ma era un po' una follia. Lo ha anche scritto nel suo diario: "Questa è la mia pazzia, questa è la mia rabbia. Scrivo in questo diario tutti i giorni perché odio questo mondo, ma sto cercando di essere un uomo giusto. Voglio essere umano. Non è arte quella che sto creando, sto semplicemente cercando di essere umano e per questo motivo annoto tutta la mia rabbia e tutta la bellezza in questo diario, ogni giorno".
ZS:E infatti c'è molta bellezza in tutto ciò; c'è della bellezza nella crudezza, c'è della bellezza nella schiettezza/onestà e nelle emozioni forti di quel genere...
RM: Esatto, nell'onestà. Lui è sempre stato onesto/schietto, per tutta la sua esistenza. E, di fatto, non so come facesse perché in Corea, nella sua epoca, la gente moriva di fame, non c'era cibo. Era appena finita la guerra, la nostra nazione era poverissima. Non riesco neppure ad immaginare come potesse un uomo, in condizioni simili, pensare all'arte.. Quando non hai nemmeno cibo a sufficienza e muori di fame.. Non c'era nessuno che pensasse o desiderasse ammirare dell'arte, in quel periodo.
ZS: E tu, personalmente, ripensi a quelle sue difficoltà quando stai attraversando un momento difficile? È quello che ti aiuta a mantenere la concentrazione e a creare anche nei momenti più cupi?
RM: Sì. Nel centro del salotto di casa, ho un suo dipinto e ogni tanto ci parlo persino.
ZS: Quella è arte, fratello!
RM: Sì.. Cioè, mi/gli dico, tipo: "Non è niente, vero? Posso farcela, posso superarla.. Per favore, dammi un po' di coraggio!"
ZS:Quindi non solo gli hai dedicato una canzone, ma l'album stesso è ispirato a questo artista che ti ha sicuramente aiutato ad arrivare dove ti trovi oggi. Trovo sia davvero bellissimo, un cerchio che si chiude [*un'esperienza completa, in cui tutto è collegato e trova un senso ed un rimando].
RM: Sì, ecco, questo voleva essere un mio tributo personale (a Yun). Sai, ci sono molti tributi dedicati alle leggende del passato, come ai Beatles o Michael Jackson, o anche a 2Pac o BiGgie, ma non credo nessuno abbia mai fatto un tributo ad un pittore coreano, nemmeno nel mondo del K-Pop, quindi credo sarà qualcosa di piuttosto unico ed interessante.
ZS: È davvero pazzesco. E, rimanendo in tema, hai condiviso quest'album con un sacco di artisti incredibili, con artisti già conosciuti e altri che ora probabilmente diventeranno i preferiti di molte più persone. Sicuramente hai riflettuto con attenzione sulle collaborazioni da includere. Che cosa cercavi o a che cosa hai prestato particolare attenzione ed ascolto nel selezionare questi artisti?
RM: Dato che sono con te, Zach, risponderò in totale onestà. Ho iniziato a fare musica grazie a Nas ed Eminem, ma innanzi tutto sono un coreano, le mie radici sono qui, nella mia nazione. Dopo essere andati per la prima volta ai Billboard (Music Awards), nel 2017, abbiamo sicuramente tratto molti benefici dal mercato musicale americano: la pubblicità, i premi, tutto fantastico, tutto bellissimo. Ma improvvisamente ho realizzato "Yo, però non sei che un coreano!" E questo non significa che, in quanto coreano, io debba fare solo musica coreana, non è quello il punto.. Semplicemente ho avvertito una sorta di energia e trazione cui non potevo resistere e mi sono detto "Non posso abbandonare così la mia terra natale". Nonostante ciò, sono cresciuto ascoltando la musica occidentale e credo, sì, entrambe queste culture siano parte di me. Credo il K-Pop in generale sia anche così: un mix di Occidente ed Oriente, di ballo e musica, di hip-hop e R&B e rock e un po' di tutto. Con quest'album sono stato un po' ambizioso: ho voluto includere tutto quanto. Gli artisti partecipanti sono i miei eroi musicali, sia coreani che americani, e io sono in debito con ognuno di loro per un qualche momento della mia esistenza. Ho versato lacrime ascoltando gli album della Badu, quando ero più piccolo e (noi BTS) ci siamo divertiti molto ad eseguire "Yet to Come" con Anderson .Paak e ad assistere alle esibizioni dei Silk Sonic.. Per quanto riguarda i miei eroi coreani, sono i miei idoli di quando ero adolescente. Li ho selezionati strategicamente, ma in fondo volevo semplicemente includere entrambi quei mondi.
ZS: Certo! E, allo stesso tempo, è un po' come un sogno – o più sogni - che diventa realtà, poter lavorare con i tuoi eroi personali e presentare della musica che fa parte di te, del tuo DNA, che è espressione della tua personalità. E poi, wow, la varietà di queste collaborazioni! Hai menzionato Erykah Badu. Com'è stato sentir parlare concretamente di quella partecipazione per la prima volta?
RM: Badu era la mia eroina, quando ero un ragazzino, con D'Angelo, ovviamente se parliamo del neo soul. Sul serio, la Badu è come se fosse un re o una regina nella sua fortezza. Non ha niente a che spartire con le tendenze o ciò che va di moda. No, è semplicemente una regina e ha dato vita ad un nuovo genere. Mi sono interessato di nuovo a lei, ascoltando l'album di Robert Glasper e, nello specifico, la traccia intitolata "Afro Blue", cui la Badu ha partecipato. Mi sono detto: "Ah, già! Erykah Badu!". E la sua voce è davvero magica, è ammaliante, come trovarsi sotto l'effetto di un incantesimo. "Yun", come ho menzionato prima, è un brano con un messaggio molto forte e diretto, quindi ho pensato che se a cantare il ritornello – "Sii umano prima di essere un artista / resta in silenzio, prima di fare qualsiasi cosa" – fosse stata la Badu, invece che me, sarebbe suonato mille volte più convincente. Perché io ho solo 28 anni, che posso saperne della vita? Probabilmente qualcosina, ma non abbastanza.
ZS:Ok, diciamo che ci sono due lati..Io ho 29 anni, è da parecchio che faccio questo lavoro, nella vita ne ho viste parecchie, ma d'altro canto cosa ne voglio sapere? Cioè, so com'è la vita ma c'è sempre ancora moltissimo da imparare..
RM: Esatto
ZS: Ed è entusiasmante, ma anche qualcosa che turba e spaventa un po' perché ci piace pensare di sapere sempre tutto, ma non è così... Ad ogni modo, com'è nato questo brano con Erykah? Ti ha mandato il suo ritornello e poi tu ci hai costruito attorno o è lei che ha lavorato su ciò che avevi già scritto tu?
RM: Temo mi consideri piuttosto sgarbato, perché io avevo già scritto tutto il testo ed il ritornello, glieli ho mandati e le ho chiesto "Per favore, potresti prestarmi la tua voce per il ritornello?" Quindi, sì, avrebbe avuto ogni ragione per offendersi perché, cavolo, è una vera e propria leggenda! È Erykah Badu, non servono altre spiegazioni. Ma le ho anche mandato diversi documenti in cui spiegavo perché stavo scrivendo quella canzone, in cui le parlavo del maestro Yun, del perché credevo dovesse essere lei a cantare il ritornello, del perché credevo le nuove generazioni avessero bisogno di sentire quel messaggio da lei. Sono riuscito a convincerla e credo sia davvero una donna di larghe vedute. Mi scriveva una volta al mese chiedendomi cose tipo: "Come va la vita?", "Come stai?"
ZS: Del più e del meno, insomma
RM: Sì, cose molto casual. È davvero gentile. Non dimostra nemmeno l'età che ha. Mi sembrava quasi di parlare con una trentenne, quando ci mandavamo messaggi.
ZS:Quella sì che è una vera collaborazione! Sai, ci sono persone che magari accettano progetti simili e poi sono estremamente distaccate e non vogliono creare alcun rapporto personale.
RM: Io non volevo soltanto l'impressione fosse quella che la stessi usando. Se inviti degli artisti partecipanti, ci deve essere una buona ragione. E poi questo è il mio primo album solista, non credevo neppure possibile chiamare così tante persone a darmi una mano! Per me è una questione di frequenze. Se, mentre sto lavorando ad una canzone, mi accorgo: "Oh, qui ci starebbe proprio il timbro e la cadenza di quella persona perché la canzone sia completa", allora sono ben felice di collaborarci. Quindi, sì, è così che è nato questo featuring.
ZS: A che punto del processo creativo, solitamente, ti rendi conto che ci sarebbe bisogno di una voce partecipante o che il brano starebbe bene come duetto? Lo sai già prima di iniziare a scrivere la canzone, o te ne accorgi in corso d'opera?
RM: Solitamente me ne accorgo durante il processo. Magari capita che a metà canzone mi trovi un po' a corto di ispirazione, sono bloccato e allora penso "Oh, qui avrei bisogno di qualcuno". Come ad esempio per "Yun", mi son detto che avrei avuto bisogno di qualcuno molto più convincente e persuasivo di me, per poter completare il brano e diffonderne il messaggio.
ZS: "Still Life": che storia racconti in questa canzone?
RM: "Still Life" è una canzone divertente. Solitamente è una parola che troviamo al museo. Se pensiamo, ad esempio, ai girasoli di Van Gogh o alle mele di Cézanne, il loro titolo è "Natura morta / Still life". Dato che l'inglese non è la mia lingua madre e che andare al museo è uno dei miei interessi principali, d'un tratto ho realizzato quanto strana sia l'espressione "natura morta". Sono tutte cose morte! Quei fiori sono morti qualcosa come 100 anni fa, e anche il pittore lo è, ma ha donato vita a quei fiori attraverso la pittura. Quando vedo quei dipinti, io li percepisco come vivi. Per quanto riguarda il titolo, dunque, io considero "Still Life" in due accezioni: la prima è quella che ho appena descritto, la seconda... ad esempio, non sono esattamente domande comuni, ma immaginiamo ci venga chiesto "Cosa scegliereste se poteste vedere il futuro? La vita o la morte?", e io – quasi come un attore in un film – risponderei: "Still life / (Sceglierei) ancora/comunque/sempre la vita". Quando penso a me stesso, mi rendo conto che la mia vita è sempre in mostra, come una mela o un fiore in una cornice, ma io continuo a muovermi verso il futuro e sono ancora in vita.
ZS: Credi gli artisti, attraverso la loro arte – o, come dicevi tu, nell'essere quasi come una mela in un dipinto – aspirino ad ottenere la vita eterna?
RM: Non lo so, ma io personalmente, quando ammiro l'arte, mi sento sollevato perché non ho nulla di cui essere invidioso. Ogni tanto, quando ascolto album particolarmente belli, divento super geloso ed è un'esperienza difficile, davvero pesante. Vorrei ascoltare la musica per quella che è, ma a volte è davvero difficile. Mi capita di pensare tipo, "Yo, questo tizio ha 29 anni come me e ha scritto un album così bello? Che cosa sto facendo io della mia vita, allora?" Penso cose simili, perché sono anche io un artista. Invece quando ammiro un dipinto non mi verrà mai in mente un pensiero simile perché non è roba da me; non credo dipingerò mai perché faccio schifo nella pittura.
ZS:Hai già provato? Sì, sicuramente.
RM: Sì, ho provato un paio di volte, ma non sono proprio capace. Non fa per me, quindi ci ho rinunciato. In Corea, c'è questa piccola mostra dedicata a Picasso. Lui è già morto anni fa, ma quando sono andato a visitare la mostra, i suoi dipinti mi sono sembrati più vivi che mai, pur in questa piccola nazione tra le tante dell'Asia Orientale e a questa mostra dove c'ero solo io... Non so, ho sentito proprio forte una connessione con le sue opere, una certa comunione, è stata un'esperienza straordinaria. In quel momento ho proprio sentito che l'arte è viva. Di fatto l'artista è morto, ma continua a vivere (attraverso la sua arte).
ZS: Quando, ascoltando la musica altrui, ti capita di provare gelosia, cerchi di prendere quel sentimento e sfruttarlo come sprone creativo verso il tuo successo?
RM: Sì, è fonte di motivazione per me, e poi conosci quel detto: "nulla di nuovo sotto il sole", no? La cultura continua a scorrere da una parte e all'altra, dall'Oriente all'Occidente, dall'Occidente all'Oriente, passa da persona a persona, magari anche da arte a musica e forse dalla musica anche ad altra cultura. Prendi ad esempio gli artisti partecipanti al mio album, sono loro che mi hanno fatto diventare ciò che sono ora, che hanno determinato la musica che scrivo oggigiorno! Io sono un artista K-Pop, ma faccio anche rock, folk, R&B e, ovviamente, rap perché è parte delle mie origini, ma non ci sono confini netti o limiti.
ZS: Qual è stata la parte più difficile nel creare un album simile?
RM: Quando si crea un albero, solitamente, si segue un concept specifico, no? Nel mio caso è solo un diario. Quando ho iniziato a lavorarci, nel 2019, non sapevo ancora come sarebbe stato, quando sono partito da "Wild Flower". Mi sono semplicemente detto, "Ok, proviamo ad iniziare da qui..", ma non sapevo come sarebbe stato il resto. Sarebbe anche potuto essere solo un singolo – volevo scrivere un album completo, ma ancora non avevo idee precise – Quindi, sì, come ti ho detto ho semplicemente iniziato ad aggiungere mattone dopo mattone, pietra dopo pietra come un architetto. Quindi la parte più difficile è che non sai che cosa ne sarà, cosa diventerà, non ne hai un'immagine completa...
ZS:Beh ma sei tu! Il quadro generale sei tu e ciò che hai scoperto di te, lavorandoci, no?
RM: Esatto! Anno dopo anno e mese dopo mese, sto cambiando. Volevo osservare questi cambiamenti ed inserirli nell'album. Credo il mondo abbia bisogno anche di dischi simili. Se penso agli album di Adele, per esempio, si intitolano '21', '25' e '30'..
ZS:Sono dei diari!
RM: Esatto. È molto semplice, no? Adele ha dato il coraggio anche a me.
ZS: Pensi aggiungerai qualcosa a questa "serie" di colori, man mano che pubblicherai altri album solisti?
RM: Ehm, non credo perché, ad esempio, se penso a 'mono', nutro sentimenti contrastanti a riguardo: sono sempre molto fiero di quei brani, ma.. alcune di quelle tracce vorrei poterle rimuovere. E non è che voglio sbarazzarmene, perché sono pur sempre parte della mia storia, anche se è solo una mixtape. Non volevo abbandonarla del tutto, quindi l'idea era creare una sorta di dittico con queste due collezioni musicali: "Mono – Indigo", fa pure rima, e poi c'è anche un collegamento ai colori. 'Mono' è una sorta di diario del mio periodo dal 2015 al 2018, quando ero solito indossare molti abiti neri o comunque ero più mono-cromatico, portavo il nero, il bianco o il grigio. Dopo di che, ho iniziato ad indossare tonalità jeans, colori naturali e che richiamassero la terra.. Quindi, sì, credo sia carino da parte mia presentare al pubblico come sia avvenuto quel cambiamento. 'Mono' e 'Indigo' credo diventeranno un dittico piuttosto interessante.
ZS:Davvero interessante.. Ogni cosa che sperimenti nella tua vita, poi si riflette nell'arte che crei, persino i colori che indossi. Se prendiamo una canzone come "Forg_tful", c'è un motivo per com'è scritto il titolo, vero?
RM: Oh, Zach sai... è divertente (ride). In realtà, in coreano sarebbe "건망증 /geonmangjeung", ma in inglese non sono riuscito a trovare una parola con la stessa consistenza e sonorità. La traduzione più vicina è 'forgetful', ma mi sono detto: "Oh, però non è interessante né affascinante, come titolo". E c'è dell'ironia ed umorismo dietro perché, hai visto? Ho dimenticato la 'e' perché sono sbadato/forgetful (ride)
ZS: Questa è la mia canzone preferita dell'album
RM: Oh, davvero? Questa è la prima traccia da cui sono partito con tutto il processo creativo, ad aprile 2019, mi sembra. È la prima che ho finito.
ZS: Com'è nata? L'hai scritta da solo, tu e una chitarra, o...?
RM: Ho questo caro amico che si chiama John (Eun) e, in pratica, è un chitarrista. Abbiamo anche fatto il concerto NPR Tiny Desk, insieme. È il mio migliore amico e... Ecco, nella canzone dico "e ho solo 26 anni", perché la traccia l'abbiamo scritta e completata quando avevo 26 anni – ora ne ho 29 -. Come ho menzionato prima, a volte i miracoli accadono davvero e per me questa canzone è stata come un miracolo: un mattino mi sono svegliato e mi è venuta in mente l'intera canzone. Tutto, il titolo, il testo ed il ritornello.. tutto. Ho subito preso appunti e registrato una versione guida e l'ho mandata al mio amico John, dicendo "Hey, vorrei scrivere questa canzone e ho bisogno di un accompagnamento di chitarra molto semplice". L'abbiamo poi registrata in un piccolo studio e, se ci fate caso, noterete alcuni suoni di sottofondo molto delicati perché, ad esempio, mi sono portato dietro dei jeans che indosso solitamente e li sfregavo, o si sente un tamburellio ed ero io che tenevo il tempo sul tavolo. Quindi, sì, è una traccia acustica del tutto organica e naturale.
ZS: È davvero bellissima e la trovo incredibilmente speciale e diversa rispetto ad ogni tua altra pubblicazione, te ne sei reso conto anche tu, vero?
RM: Certo. Anche alcuni dei miei amici musicisti l'hanno davvero adorata, anche se non riesco completamente a capirne il perché. Mi hanno detto tipo: "Hey, è così... non saprei, così intima ed organica! Mi piace davvero un sacco". Tutto ciò che so è che è un brano folk.
ZS: È davvero bellissima! Sì, è una canzone folk, ma vorrei sapere che cosa significa per te? Credi sia stato un po' un rischio includerla nell'album?
RM: Come ho menzionato, questa è stata la canzone da cui è iniziato tutto il processo creativo, è stato proprio il punto di partenza, quindi non potevo certo rimuoverla dall'album, non potevo farne a meno. È molto preziosa anche per me. L'abbiamo scritta e registrata in questo piccolo studio, non abbiamo usato apparecchiature vere e proprie, se non il fruscio dei miei abiti, il tamburellio sul tavolo, le mani e, ovviamente, la chitarra. Quindi, sì, cioè... Credo avessi proprio bisogno di una canzone simile perché mi rappresenta appieno. Tipo, rispetto ad una canzone dinamica e rockettara come "Wild Flower", con chitarre, un suono ricco ed un messaggio profondo, questa traccia, in un certo senso, è un invito a rilassarti, ad abbassare la guardia, a riposare, prendere un caffè e... (ride)
ZS: Sì, molto semplice! E come l'hai registrata insieme a Kim (Sawol)? Gliel'hai semplicemente mandata o eravate nello studio insieme?
RM: Oh, 3 anni fa, quando l'ho scritta, ero talmente timido che ho chiesto a John... - in realtà, ho scritto anche la parte di Kim Sawol, ma – ho chiesto a John di portarla a Kim Sawol, del tipo: "Sei tu che l'hai arrangiata, quindi l'affido a te, su!" (ride). Poi, sì, ci sono stati un po' di scambi tra noi, ma l'ha registrata anche lei 3 anni fa. Poi, recentemente, mi hanno detto che avrebbe voluto ri-registrarla, ma abbiamo preferito tenere l'originale perché era ciò che era, organica e naturale così, e così la volevamo
ZS: Davvero perfetta! Avete colto il momento più adatto e quando è così, non ci saranno mai nuove versioni che possano battere l'originale.
RM: Volevo lasciarla a quando avevo 26 anni, ferma in quell'anno (ride).
ZS: C'è forse qualcuna di queste tracce che, rispetto a quando le hai scritte, ha acquisito un significato diverso?
RM: Per "Forg_tful", l'ispirazione me l'ha data un mio amico che, al momento, è lontano quindi ora la percezione che ho di questo brano è un po' diversa. Penso, tipo: "Manca poco che mi dimentichi persino colui che ne è stato l'ispirazione!" (ride). Il significato, le tonalità, i colori e la trama di ogni canzone sono in continuo mutamento. Rispetto al loro processo creativo, la versione che poi viene pubblicata è totalmente diversa. E, in un certo senso, non mi appartiene neppure più perché passa agli ascoltatori quindi, sì, probabilmente tra qualche tempo la percepirò in modo ancora diverso.
ZS: Quindi ti sembra di "perdere" un po' della tua arte, quando la condividi con il pubblico?
RM: No. Sono solo due momenti diversi: prima la si crea e poi la si rilascia. È mia fin tanto che è privata, ma quando la si rilascia diventa di tutti. Vale lo stesso per i dipinti, secondo me. Una volta messi in esposizioni, non appartengono più agli artisti che li hanno creati, diventano del pubblico e di chi guarda. È ciò che chiamiamo 'eredità artistica' e 'retaggio'. Quindi, no, non credo sia una perdita, ma è solo una conseguenza naturale del processo creativo. Gli artisti devono sempre proseguire, non possono mai fermarsi. Anzi, sai cosa? Sto già iniziando a dimenticare il processo creativo che sta dietro quest'album e, piuttosto, mi chiedo: "Ok, e ora?"
ZS:Ti piacerebbe non dovesse esserci sempre quel momento in cui chiedersi "E ora?", o ti piace pensare al futuro?
RM: Credo mi piaccia pensare a ciò che verrà. Sai, sono ancora troppo giovane per fermarmi, rilassarmi e basta. Questo è solo il mio primo progetto individuale e, in quanto solista, sono ancora un novellino. Quindi, sì, ho ancora desiderio di lavorare su progetti futuri. Moltissime persone mi hanno detto che potrebbe anche arrivare un momento in cui non riesci a concludere o scrivere niente per quanto tu voglia farlo. Quindi, fin tanto che sono ispirato o c'è qualcosa dentro di me da esternare, è meglio metabolizzarla subito e lavorarci, ed è ciò che sto cercando di fare. Non è semplice, sai, è difficile, ma credo l'arte vada creata sul momento in cui viene, quando ti senti tipo "Oh, muoio dalla voglia di fare questa cosa". Altrimenti, no. Non sto cerco consigliando di creare un album o un dipinto così, a caso. Ma hai bisogno almeno di una singola, dannata motivazione o spunto che non puoi ignorare.
ZS: Hai bisogno di una certa passione, un desiderio cocente ed incrollabile che ti faccia sentire appieno la necessità di fare qualcosa, quasi non potessi vivere senza farlo.
RM: Storicamente, in arte abbiamo le nature morte ed i paesaggi, prendiamo ad esempio un paesaggio di una montagna: entrambi i soggetti di questo tipo di opere sono praticamente morti. Negli anni '60, abbiamo Donald Judd con le sue scatole (*opere d'arte) e, in quel periodo, la gente già diceva "Oh, la pittura ormai è morta, abbiamo bisogno dell'avanguardia". Eppure, ora che siamo nel 2022, vengono prodotti ancora tanti dipinti, la gente va matta per la pittura e ci sono un sacco di artisti e pittori all'attivo. Nel mio caso, mi chiedo "Perché fai musica?". Non sono sicuramente più bravo a rappare di Nas, Kendrick (Lamar) o Eminem – che sono i miei eroi -. Non so cantare come Erykah Badu o Anderson .Paak. Ma allora perché faccio musica? Perché ho almeno quel singolo spunto da diffondere e condividere con il mondo, senza il quale non potrei vivere. Se non mi piacesse la musica o la creassi così tanto per fare, potrei semplicemente tenerla come un hobby, condividerla esclusivamente con i miei amici, ma sono un professionista, è il mio lavoro, ci guadagno su, quindi credo sia importante essere ben consapevoli del perché facciamo ciò che facciamo.
ZS: Perché, alla fin fine, la ragione è molto più grande di noi. L'impatto che ha la tua musica va ben al di là della semplice ricerca e scoperta di te stesso, aiuta anche altre persone a scoprire cose di sé. Sul serio, io personalmente mi sono sentito molto capito e rappresentato da quest'album.
RM: Io posso vantare molta influenza ed impatto grazie ai BTS e agli sforzi compiuti nel corso dei miei 20 anni. Ma ora che ho questo potere, cosa potrei farmene? Come nel caso di 'Yun', credo ci sia qualcosa di cui i giovani d'oggi abbiano bisogno e che, magari, io posso dare loro con la mia musica. Quindi, sì, è qualcosa che voglio fare perché ho questo impatto, tutta quest'influenza e molti modi per diffondere i miei messaggi. Credo questo sia il momento giusto e, a modo mio, voglio fare del mio meglio.
ZS: "Change pt.2": la produzione di questo brano, amico mio, è pazzesca! La fluidità delle transizioni tra tonalità... Com'è nato questo beat?
RM: È opera di un mio amico di vecchia data. Anche lui è una leggenda del rock coreano. Si chiama eAeon, fa parte della band MOT. È uno dei geni più grandi e brillanti io abbia mai conosciuto in quest'industria. Quando io lavoro a della musica, il mio processo creativo si basa principalmente sull'intuito – come è stato per "Forg_tful", dove ho subito registrato e poi mi è venuto in mente di aggiungere un loop di chitarra e fine -. Lui, invece, è un vero e proprio architetto: lui costruisce strutture a vari strati di frequenze e strumenti, ha proprio una mente matematica, brillante, è quasi una magia. La sua musica è come i grandi ritrovati tecnologici che ogni tanto possiamo trovare anche in arte, come una navicella spaziale. La melodia ed il testo di "Change pt.2" mi sono venuti in mente mentre camminavo per strada: "Ok, ora ho questa intro, ma con chi potrei lavorarci?" e intendo dal punto di vista della produzione, perché ho rinunciato a quell'aspetto visto che non ero poi così portato. Mi è venuto in mente lui perché mi son detto che magari avrebbe potuto portare qualcosa di inaspettato nella canzone ed è ciò che ha fatto: le transizioni, i suoni distorti e le frequenze disturbate. Lo trovo davvero pazzesco..
ZS:È un lavoro meticoloso e che richiede tecnica, trovo sia fottutamente fantastico, davvero magnifico!
RM: Esatto, è davvero un genio. Quindi, sì, prima sono nati la melodia ed il testo e poi lui ha aggiunto il beat. Ma la cosa divertente è che non mi aspettavo certo un beat simile, quando ho registrato la melodia. Sono andato a trovarlo a casa sua – perché il suo studio è a casa sua, un piccolo studio di registrazione – ed ero ubriaco perso. Gli faccio tipo: "Yo, hey!! Ti ho portato una melodia e vorrei lavorarci su con te!". Quindi ho registrato con un microfono, sarà stato qualcosa tipo un SM58 e quel tipo di microfono non è adatto per le registrazioni, è solo un microfono dinamico qualunque. Sì, è un buon microfono, ma non va bene per le registrazioni. Quindi ho registrato e lui, da quella demo, ci ha creato su un beat e così avevamo la nostra traccia, no? Ho provato un paio di volte a registrare la parte cantata sul beat, ma non ci sono riuscito! Non ci riuscivo proprio perché è un beat troppo strano! Non riuscivo a capacitarmene, considerato che sono io che ho scritto testo e melodia, ma proprio non riuscivo ad adattarmi a quel beat. Quindi, alla fine, abbiamo usato la mia versione demo da ubriaco. Sì, di fatto, questa canzone è nata da una demo ubriaca, ci avremo messo qualcosa come 3 minuti.
ZS: È veramente quella versione che avete usato per l'album?
RM: Sì!
ZS: (ride) Davvero incredibile!
RM: Quando ho registrato la parte vocale, non sapevo ancora di quel beat. C'era solo il metronomo di sottofondo e io che ci cantavo sopra... Quindi, sì... ogni tanto capitano anche cose di questo tipo, non sai mai cosa ne uscirà.
ZS: È letteralmente perfetta!
RM: Sì, adoro quella canzone!
ZS: C'è un qualche evento, o una serie di eventi, che ha ispirato questo brano?
RM: È nato molto naturalmente. Stavano succedendo tante cose, c'erano tante cose e cambiamenti in ballo, e io mi son detto: "Ok, io aspiro a creare musica che sia senza tempo ed eterna, ma le cose cambiano. Devi ammetterlo". Quindi, sì, è come una riflessione in quel senso: "Le cose cambiano, le persone cambiano..." E trovo il tutto ancor più divertente perché la prima parte, "Change", era una canzone con Wale che parlava della società e di cambiamenti ed energie positive, invece "Change pt.2" è molto sarcastica e pessimista. Quindi, sì, credo sia un dettaglio interessante e che la canzone sarà divertente.
ZS: È difficile conoscere nuovi amici?
RM: Eehm... Non è difficile conoscere nuovi amici, ma allo stesso tempo lo è.
ZS: È difficile crearsi amici veri
RM: Esatto!
ZS: Cioè, gli amici.... di conoscenti ne abbiamo a bizzeffe, ma i veri amici si contano sulle dita di una mano.
RM:È complesso... Credo sia complesso per via del mio gruppo. Il nome BTS è talmente grande che penso qualcuno abbia un'idea sbagliata sul mio conto. Quindi, sì, a volte c'è gente che si finge mia amica, ma in generale è piuttosto difficile trovare degli amici. Ma spero davvero che queste partecipazioni... Cioè, per collaborare con qualcuno, ci devono essere delle frequenze in comune, bisogna per forza essere un po' sulla stessa lunghezza d'onda, e anche quello è una forma d'amicizia.
ZS:Sì, senza contare che essere sulla stessa lunghezza d'onda di qualcun altro non sempre si traduce in una connessione positiva. Non lo puoi sapere, c'è sempre da imparare, ma puoi capirlo solo provandoci.
RM: Esatto. Ecco perché chi trova un amico trova un tesoro.
ZS: Quelli veri, sì. Verissimo. I veri amici, poi, ti restano accanto qualsiasi sia la situazione. Non c'è neppure bisogno di parlare tutti i giorni, si può anche stare mesi senza sentirsi, ma quando ne hai bisogno, loro ci sono e viceversa.
RM: Esatto, e io farei lo stesso per loro, sì.
ZS: Quello è il miglior tipo di amicizia possibile, la più preziosa. Penso ai miei amici, ad esempio, ogni tanto non mi faccio sentire e loro continuano comunque a contattarmi ancora ed ancora. I miei amici sono persone impegnate, ma se sono amici veri ti rimangono accanto qualsiasi sia la situazione e, beh, alcuni dei miei amici li conosco da 13 anni...
RM: Wow, è un bel po' di tempo
ZS: Vero?
RM: Molti dei miei amici più cari sono quelli conosciuti da adolescente. Perché mi trattano molto terra terra, del tipo: "Va bene, sei un membro dei BTS, e quindi?! Stai forse cercando di vantarti?"
ZS: Sì, cioè, ti trattano semplicemente come RM
RM: Sì, mi trattano come un ragazzo qualunque.
ZS: "No.2", com'è nata questa canzone?
RM: Questa è stata la seconda canzone.. intendo, quella che ho scritto subito dopo "Forg_tful". Anche questo brano è stato creato con il mio amico John (Eun) – con cui ho lavorato a "Forg_tful" – e pensavo al mito di Orfeo. Quando stava fuggendo dall'Inferno e la moglie del dio degli inferi (Persefone)... com'è già che si chiama, non mi ricordo mai i nomi! Ad ogni modo, lei dice ad Orfeo di non voltarsi indietro. Credo sia anche un vecchio detto, quello che non bisognerebbe mai avere rimpianti. Credo gli antichi greci già sapessero che non va bene avere rimpianti e guardarsi indietro. E ho anche visto il film "Everything, Everywhere, All at once" che parla di quelle piccole decisioni che possono cambiarti la vita. Sai, siamo sempre lì che pensiamo tipo "Cosa sarebbe successo se non avessi fatto questa o quell'altra cosa?", "Cosa sarebbe successo se non avessi incontrato questa o quella persona?", "Cosa sarebbe successo se avessi fatto un'altra scelta?". Ma il film, i detti antichi e la mitologia ci insegnano che non puoi cambiare il passato. L'universo in cui vivi e la tua stessa esistenza sono già la versione migliore possibile. Io personalmente ho sempre moltissimi rimpianti, mi viene del tutto naturale, ogni notte ed in ogni momento.. Quindi questa canzone è un po' come se mi stessi dicendo: "Per favore, d'ora in poi non guardarti indietro. Anche se sarà difficile e sai che lo farai, per favore, cerca di non guardare al passato"... "Hai fatto del tuo meglio", "Tu...tu sei l'unico che può proteggerti. Hai scelto il tuo passato, stai correntemente compiendo scelte per il tuo presente e sarai sempre tu a scegliere il tuo futuro. Sicuramente ci saranno difficoltà, prove e rischi da affrontare, ma non guardarti indietro, non avere rimpianti. Goditi semplicemente il percorso. Se sei triste, va bene, abbraccia la tua tristezza. Se sei felice, sii felice. È così che va la vita".
ZS:E non fermarti
RM: E non fermarti, esatto.
ZS:Questa conversazione è davvero speciale, ti apprezzo ed ammiro davvero molto, già solo il fatto che abbiamo potuto fare quest'intervista è davvero importante per me. Che cosa vorresti le persone imparassero o scoprissero di te nell'ascoltare questo lavoro?
RM: Spero percepiscano che... Cioè, spero capiscano che sono semplicemente un giovane che fa parte, sì, di un gruppo piuttosto famoso - anche nel mercato americano - ma che capiscano come vivo la mia vita di tutti i giorni. E vorrei che la gente riflettesse anche sulla propria esistenza, che gli ascoltatori siano felici. Di questi tempi, la gente non fa molta attenzione ai testi, ma spero li leggeranno e capiranno ciò che volevo dire, perché è tutto ciò che ho imparato io (nel corso dei miei 20 anni). È una bella domanda, ma, sì, mi piacerebbe sicuramente mi conoscessero meglio ma che, a loro volta, conoscessero meglio anche se stessi.
ZS: Non so neppure come ringraziarti per tutto questo. Credo sia una delle conversazioni più preziose io abbia mai avuto, quindi grazie per essere stato così disponibile ed onesto e per il tempo che mi hai concesso. Sul serio, grazie infinite!
RM: Nessun problema, cioè... Dico sul serio, sei... Sei sempre stato il miglior intervistatore tra quelli che abbiamo conosciuto all'estero. Sto ancora imparando l'inglese, e non è semplice, ma ho capito tutto abbastanza facilmente, anche se è una lingua secondaria per me. Quindi ti sono davvero grato, ho molto apprezzato e non vedevo davvero l'ora di fare quest'intervista. Quindi grazie mille.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ Twitter
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anchelacartataglia · 1 month
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Che poi nel primo appuntamento mi ero pure presa per sto tizio, era gentile
Nel secondo ho capito che c'era una incompatibilità incredibile e sono sollevata dall'idea che sia sparito nel nulla
Ma ti immagini davvero una cotta, non una crush, un craving (io questo c'ho) per uno di MISANO???!!?
È andata meglio così.
Però il giretto in vespa è stato tenero.
Anche se guidava veloce e avevo paura.
Beh almeno non ho passato la vacanza sola come il cane che sono
(anche se sono un gatto)
Comunque di viso non mi piaceva
Aveva sempre la faccia arrabbiata
(che ti ho fatto?)
Credo che fosse proprio la sua faccia
Ma ho bisogno di dolcezza, affetto, coccoline
No tentativi maldestri di provarci, no allusioni
Forse neanche no giri in vespa
Beh almeno non mi è venuto a prendere in macchina
Ti immagini CHE CASINO
Mi facevo continuamente paragoni con il mio ex narcisista
Ma lui si vede che non era narcisista
Anche se mi ha detto una cosa che mi ha fatto perdere qualsiasi interesse (che comunque non c'era)
" con una ragazza più giovane non potrei costruire nulla di serio "
Io quando sento questi luoghi comuni ho veramente LO SBOCCO.
Cioè MA DAVVERO?
Puoi essere vuoto a 20, a 30, a 40 anni.
Se hai queste idee non uscire con me.
Io sono vuota.
Lo so.
Ma perché non mi importa di NULLA che non sia la musica o la poesia o scrivere.....
Sarò così anche a 50/60/70 anni.
Credo che dovrei stare con un cantante.
A volte ci penso, nessuno può capirmi, veramente nessuno. Se non i cantanti.
(e forse nemmeno loro).
Sono stanca di gente stupida.
Forse anche io sembro stupida, nella vita pratica non funziono.
Non funziono col cambiare le lampadine, prenotare la cena, pagare le tasse, chiedere l'affitto.
Dentro ho sempre 16 anni.
Forse dovrei trovare qualcuno davvero davvero maturo e immaturo al tempo stesso che abbia voglia di accudirmi.
Lo so che ormai ho quasi 30 anni e mi viene da vomitare perché a parte il fisico che lo sa, la mente non lo sa e ne ho sempre 16.
Il bastardo diceva che girare con me era come dover fare il babysitter.
Beh intanto mi sono fatta una vacanza DA SOLA ok?
Ho fatto check in, check out, sono andata in giro (poco) , conosciuto uno, insomma me la sono CAVATA.
Non bene, forse male, ma non credo si tratti di essere infantili quanto di ansia sociale porcoddio.
Io se la gente non esistesse starei così bene
Vorrei solo che esistesse chi voglio io...
Chiedo tanto, chiedo troppo, la gente mi fa schifo, orrore, mi da' fastidio.
Voglio solo andare al cinema e ai concerti, soprattutto ai concerti, trovare un cazzo di producer, mollare tutto e tutti.
Ho capito che anche se andassi via, anche se vado via, mi porto dietro sempre i soliti problemi, sempre i soliti problemi..
Scrivo per non morire.
Anche se mi sento già mezza morta.
Che palle la gente.
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jetaime03 · 6 months
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Somiglio alle lucciole, per questo dovrei scrivere una poesia o renderle anche una colonna portante.
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castellidisabili · 11 months
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Non scriverò più poesia perché sono stufa degli ingegneri della parola, ricordo un certo Gadda che aveva dei manoscritti tutti torturati, ma non c'era in me volontà di criticare, non permaneva la critica in me. Il mondo si faceva mela e il creatore la riempiva di sapienza, e così tutte le dame vollero mangiarla, e finì male, finì proprio male. La Genesi comincia con la descrizione di un parto di un agnello. La donna qualsiasi è ritornata nella costola. Si è spezzata tutta la colonna vertebrale! Scriverò un copione, lo sottoporrò agli occhi infami dell'Arena del Sole e dei suoi preziosi professorucci, e me ne andrò da qualche parte tipo Roma o più su, a Verona dove scorre il fiume che mi piace tanto. Abbiamo pestato le foglie, ma nessuna era come quella dell'albero di Linda. Di quelle foglie ce n'è una sola, e di carità non ne esiste. Non facciamo beneficienza agli orfani di credibilità. Un'unica domanda si insinua nel torpore degli eletti: frenesia e fantasticheria dall'eco immonda, il pianeta si pulirà o sarò costretto a punirci? Vivo da sempre nella condizione di punita, sono anche io un'imperdonabile, vivo perché non dovevo vivere. Ho sognato da tempo la morte, e mi è parsa arrivare con la sua carrozza nera, tutte le sere, gemendo e gracchiando (dovevano cambiarle l'olio). La morte è un sonno che tutto libera e tutti salva, seguita da Virgilio che non la potè vincere. Ma quante citazioni oggi! Forse che un'aspirante suicida non può dar sfoggio della propria cultura letteraria? Ma non scriverò più poesia. Quei ridicoli poeti del Centro di Poesia hanno dato il premio a qualcuno che non ero io, non hanno capito cosa la poesia sia (e nemmeno io, ah ah ah ah ah ah !) Rido, rido perché di poesie ce ne sono tante e ce ne sono molte brutte, rido perché la gente non sa affatto scrivere né controllare le mail e rispondere correttamente. Vivevo in un amore fasullo, ma adesso non mi posso mai più innamorare. Io non scriverò più poesia e non mi innamorerò mai più perché altrimenti dovrei scriverne una.
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oretsim-mistero · 2 years
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Alla fine ciò che manda avanti una relazione è la capacità di azzerare se stessi per fare felice l'altro.
Forse è sbagliato pensarla così; forse sono parole derivate da una verità a me sconosciuta, non del tutto accettata; forse non avrei dovuto arrivare sino a qui; forse non dovrei scrivere queste parole.
A me piace ballare, mettermi in imbarazzo senza ritegno, con le mie coreografie anni 90';
Siamo a casa, perché eri stanco, perché te i tuoi capodanni li hai avuti in passato, io nella mia gioventù ho avuto solo guardare i fuochi dal balcone, con mia nonna; è normale che a 25 anni mi senta così, con alle spalle un adolescenza mal vissuta e tante, ma tante sbornie rimandate a tempi migliori;
Sai da piccola mi è capitato, quando avevo più o meno 11, 10 anni, di scrivere una poesia per il giorno di capodanno e credevo che, se l'avessi recitata a mezzanotte, durante i festeggiamenti, si sarebbe avverata, ci ho provato quella volta, desideravo che il mondo stesse bene, senza guerre, desideravo di essere felice e che lavora per me, per tutti, fosse migliore, ma quel desiderio non si è mai avverato; così che oggi mezzanotte dell'ultimo dell'anno mi è rimasta questa cosa di esprimere un desiderio, ed io, da molti anni a questa parte, anche se dicono che se sveli il desiderio non si avvera, oramai ho perso le speranze, desidero solo di essere felice.
Da troppi anni a questa parte;
Perché alla fine dei conti una speranza c'è, ma bisogna vedere quanto impegno ci si mette per raggiungere quel obbiettivo.
Mi dispiace.
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Perché pensi di scrivere di merda?
Solitamente scrivo quando sto male, ma ci vuole la giusta dose di malessere; Se sono troppo triste (quasi depressa) non mi viene proprio di scrivere, se sono felice neanche hahah
Ultimamente sono triste per alcune cose, ma non mi feriscono abbastanza per farmi scrivere e in più ci sono tante altre cose che mi rendono felice, quindi quando scrivo vedo letteralmente che la mia poesia è scadente rispetto alle precedenti e la cosa non mi soddisfa in quanto sono molto pretenziosa da me stessa su quest'ambito; si aggiunge ovviamente il tema che voglio trattare; Se voglio parlare dei miei sentimenti (come quasi sempre), voglio scriverli in un certo modo in base a come li sento e ultimamente non li descrivo bene. Scrivo di loro superficialmente, in modo banale e annoiato e questa cosa fa proprio schifo perchè in primis non è come li sento e conseguentemente non li trasmetto come dovrei.
Non sto parlando di quanto è buona la pizza, ma di una cosa mia che deve essere trasmessa per come la sento e non ci riesco. Rileggo e non mi ci ritrovo anche se sono stata io a scriverla, quindi penso "porca troia, non mi capisco io da questa cosa figurati uno esterno che legge" (non perché scrivo per gli altri o per farmi piacere, ma oggettivamente una persona non capirebbere nulla ahaha.) Quando ti perdi nella cosa che probabilmente sai fare meglio è frustrante e deprimente. Poi ovviamente faccio poesie scadenti apposta, ma quello è un altro discorso, appunto perchè l'obiettivo è far storcere il naso al lettore oppure perché mi soddisfa ciò che ho scritto in base al mood che avevo.
Ti ringrazio tantissimo per la domanda. Scusa la risposta lunga ma é rarissimo che qualcuno mi domandi della scrittura, pure gli amici che vivono con me non mi chiedono mai ste cose, pur sapendo che vivo per la scrittura. Ti ringrazio tanto perchè è stata una domanda che mi ha fatto sfogare 🌈
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abatelunare · 2 years
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Dovrei proprio smettere
Non ho mai scritto una poesia d’amore. Almeno credo, ecco. Mica me lo ricordo, tutto quello che scrivo. Però ho digitato una poesia di quasi amore. Più per cavarmi il pensiero che per fiducia nell’esito positivo. E infatti non ho mai saputo cosa ne pensasse l’interessata. Ho all’attivo anche una lettera quasi erotica. Nella quale chiedevo a un’amica se non avesse avuto piacere a farmi suo. La risposta è stata la stessa dell’altra lettera. Credo di aver afferrato il messaggio subliminale. Dovrei smetterla di scrivere quelle cose lì.
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nanita-nana · 3 years
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Kiev, un sogno lontano
Kiev, un sogno lontano
colomba della pace di Picasso mi dicono che dovrei scrivere una poesia sulla guerra ma io vorrei scrivere una poesia sulla pace invece, dirvi del cielo che cambia colore della vita che fiorisce in marzo del polline che viaggia per miglia e miglia vorrei dirvi degli occhi dei bimbi che non hanno paura delle madri sorridenti al ritorno dei figli delle case sicure e del pane caldo di…
Tumblr media
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dead-words · 4 years
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"Cari mamma e papà,
perdonatemi, scusate il poco preavviso, so che avete già preparato tutto, ma io domani non posso venire a pranzo da voi perché stasera m’ammazzo. So di darvi un immenso dolore, un dispiacere inconsolabile, uno strazio infinito, però vabbe’, non ne farei una tragedia se per una volta non vengo a pranzo.
Tranquilla mamma: prima di suicidarmi mangio. No mamma, non il solito panino. Mi faccio la carne, ok?
Scusatemi se sono così sbrigativo, ma trovo ridicolo e irritante dovervi scrivere questa lettera per spiegarvi il mio gesto. Non occorre
essere depressi per suicidarsi, basta essere vivi. È più che sufficiente. Voglio dire, quello che faccio è normale, spiegarlo è inutile, didascalico e pleonastico. Perché mi suicido? Per lo stesso motivo per cui lo fanno tutti! Per lo stesso motivo per cui lo farete anche voi: perché si soffre. E quindi ci si suicida, è normale. Logico. Consequenziale. Tutto nella vita ti spinge al suicidio. Il suicidio è la vera morte naturale dell’essere umano.
Ecco perché trovo così sciocche le lettere d’addio dei suicidi, compresa questa: non c’è nulla da spiegare, niente da capire, è tutto così ovvio! Piuttosto, chi sceglie di continuare a vivere dovrebbe delle spiegazioni. Chi sceglie di continuare a vivere, ogni giorno dovrebbe scrivere una lettera per spiegare il perché del suo insano gesto. Sarei curioso di leggerne un paio. Lo dico senza ironia. Cosa li spinge? Secondo me non hanno veramente voglia di vivere. Secondo me non gli piace veramente. Secondo me sono solo condizionati dalla pubblicità. Lo ero anch’io, del resto. Siamo bombardati ogni giorno da messaggi di speranza! Film, libri, canzoni; e politici, intellettuali, leader religiosi, sopravvissuti, figure edificanti ed esempi socialmente positivi: tutti che ci dicono che la vita vale sempre la pena di essere vissuta, anche se sei uno storpio handicappato o un deportato nei campi di concentramento, o uno storpio handicappato deportato in un campo di concentramento dove per giunta piove sempre; ci dicono che c’è della poesia nelle piccole cose, come nel sorriso di un bambino, anche se si tratta di una paresi; ci dicono che si può fare
sesso anche da anziani, anzi a maggior ragione perché con il decubito aumentano i buchi e si possono provare nuove posizioni, sciatica e osteoporosi permettendo.
Ma tutto questo ottimismo è solo spam, pubblicità ingannevole, una strategia di marketing per promuovere la vita ai nostri occhi e renderci facilmente suggestionabili e creduloni, per poi fregarci. Io per esempio questa settimana sono stato ingannato per l’ennesima volta, a causa del pensiero positivo nel quale galleggiamo. Sono caduto vittima di una truffa on line: ho acquistato su un sito settecento bicchieri mezzi pieni, erano in offerta, sembrava vantaggioso; poi però quando me li hanno consegnati ho scoperto che quei bicchieri erano mezzi vuoti. Inoltre erano comunissimi bicchieri di carta. E ciò che li riempiva per metà era un liquame denso, non potabile, dal colore putrido e l’odore nauseabondo. Bastardi loro, e coglione io che ci sono cascato.
Ma ora sono stanco di rimanere deluso dalle cose e farmi prendere in giro da chi parla di un futuro migliore, da chi dice di credere nella ripresa, o di vedere il lato positivo della cosa. A proposito, ma è arrivato anche a voi il conguaglio per la luce in fondo al tunnel? Ma avete visto quant’è!?! Almeno di giorno potevano spegnerla! Il governo ci invitava a vederla, ma non ci avevano mai detto che era a carico nostro… Io poi, lo sapete, sono sempre stato contrario anche al tunnel: scavarlo ha avuto un impatto sul territorio disastroso, per non parlare delle conseguenze sociali. E tutto questo perché? Solo per accecarci con una luce, e poi farcela anche pagare.
Ma questa è solo la beffa; il danno è la vita. Sì, quella vita che ci hanno voluto vendere a tutti i costi, quella vita che ci hanno fatto credere fosse bella, potesse cambiare e fosse un valore; quella vita che voi mi avete regalato convinti di farmi un dono, in realtà è una merda. È banale, noiosa, ripetitiva, e troppo corta – questo nella migliore delle ipotesi. Se ti dice anche male, la vita è violenta, tragica e dolorosa. E in entrambi i casi, la vita è cancerogena. Lo so che quando mi avete donato la vita ero piccolo, ma avreste fatto meglio a donarmi semplicemente un maglione – magari lì per lì non avrei gradito, è difficile che un neonato possa apprezzare un maglione, specie se di lana quella che punge, avrei pianto, ma semplicemente perché un neonato non capisce niente, piange per qualunque cosa, e comunque mi pare che io abbia pianto lo stesso appena venuto al mondo e ricevuto il dono della vita, quindi perciò ecco, col senno di poi, se piuttosto che la vita voi mi aveste donato un maglione, io oggi vi ringrazierei. Non ve ne
sto facendo una colpa, sia chiaro: avete ricevuto anche voi lo stesso regalo dai vostri genitori, che a loro volta lo avevano ricevuto dai loro, e così via, era tradizione, convinti di fare una cosa gradita; siamo tutti vittime del marketing da generazioni.
Ci rifilano la vita come fosse una cosa meravigliosa, la rendono accattivante distribuendola come contenuto premium del sesso – che è sempre un ottimo traino e un incentivo efficace – e la estraggono a sorte per spacciarla come una fortuna; ma tutto questo solo perché ci vogliono vendere i loro prodotti. Perché la vita è un colossale pacchetto: sottoscrivendola compri anche tutto il resto  – detersivi, merendine, automobili, etc. Noi pensiamo di essere vivi, e invece siamo solo dei consumatori – della vita, e dei suoi gadget.
Ma io adesso me ne tiro fuori. Ne ho abbastanza, sono stanco. Non m’importa cosa penseranno gli altri di me e del mio gesto, tanto
anche questa millenaria campagna contro il suicidio è solo marketing, “pubblicità progresso”: condannano il suicidio perché temono che la roba gli resti tutta sugli scaffali dei supermercati o degli store digitali, per non parlare del magazzino; perché lo sanno che il suicidio è l’alternativa a tutto questo.
Vorrei tranquillizzarvi: non vi sto chiedendo soldi. Mi sono fatto due conti, e il suicidio me lo posso permettere. Anzi, sul lungo periodo risparmio pure. Vi dirò di più: per un reddito medio come il mio, con il tasso d’inflazione attuale, e visto anche il mio impatto ambientale, il suicidio è l’unica scelta di vita sostenibile.
E non ho paura di morire: in fondo, cosa ne sappiamo noi della morte? Nulla, tranne che nessuno è mai tornato indietro a lamentarsi – né ne ha scritto male sui forum. Di questi tempi, non è poco. Data la vostra natura ansiosa, desidero anche tranquillizzarvi sul fatto che la mia non è una decisione impulsiva. Ho pensato spesso al suicidio, ultimamente. Ho previsto e pianificato ogni cosa – tranne, come vi sarete accorti, questa lettera.
La scelta più difficile da prendere è stato il come ammazzarmi. Questo è il vero problema di un suicida, ciò per cui gli altri dovreb-
bero aiutarlo e stargli vicino. Perché quando si passa dalla teoria del suicidio alla pratica, ecco che cominciano i problemi, le complicazioni, i “vorrei ma non posso”; allora il suicidio si trasforma nell’ennesima impresa frustrante, deludente, incline al compromesso; il suicida si deprime, si avvilisce, vede tutto nero, e si vuole suicidare. E ci risiamo daccapo.
Perché tutti i metodi per suicidarsi sono dolorosi, spiacevoli (ma come, uno si ammazza proprio per smettere di soffrire!) e soprattutto poco pratici, specie per uno poco pratico come me. Voglio dire: dove la trovo io una pistola? Io non ce l’ho, qui nessuno ce l’ha, e non è così facile procurarsene una. Non siamo mica in Texas, o in Colorado. Cosa dovrei fare, andare negli Stati Uniti e fregarla a uno studente?
Per favore, restiamo logici.
Le corde non si trovano più, qui in zona l’ultimo tappezziere ha chiuso mesi fa e nessuno sa più dove trovarne; le uniche, anche su Internet, sono quelle per legarsi a letto, sì insomma, quelle sexy, ma non vorrei scadere nel grottesco. E poi per impiccarsi tocca avere una certa manualità, che io non ho. Neanche a letto. Restiamo pratici.
Anche le lamette non si trovano più, o meglio, adesso fanno quelle apposta per non tagliarsi. Potrei sempre radermi i polsi a morte. Ma restiamo seri.
Pure le buste di plastica sono cambiate: adesso fanno quelle ecologiche, in bioplastica, ottenute dall’amido di mais, e che puzzano di dado da cucina. Tu c’infili la testa dentro per soffocarti – ci ho provato… e quelle cazzo di buste si rompono! Si rompono sempre! Ennesimo danno provocato alla razza umana dal buonismo e dal politically correct…
Di veleni ne mangiamo, beviamo e respiriamo tutti i giorni e in gran quantità, ma sono ancora vivo. Di buttarmi al fiume non se ne
parla: d’accordo morire, ma di bagnarmi, prendere freddo e beccarmi la toxoplasmosi in quello schifo me lo risparmio volentieri. Il gas costa un botto, più di quello è che rischio di far fare a tutto il palazzo – che per altro non coinvolgerei nella mia decisione, non sono un esibizionista. Sotto alla metro non mi ci butto, soffro di claustrofobia. E le finestre, i balconi o le terrazze non posso, non riesco, soffro anche di vertigini.
Inoltre tutti questi sistemi non sono sicuri, possono fallire; e io rischio di restare ancora vivo, ma invalido vegetale, cioè peggio di
adesso. Insomma rischio di fare anche una figuraccia, di quello che manco è stato capace di togliersi la vita. Che poi non dovrebbe essere così difficile; eppure…
C’è solo un modo, possibile e sicuro, con il quale suicidarmi: vivere. Dico sul serio. È lento, e dolorosissimo; ma inesorabile e infallibile. La vita è un suicidio omeopatico, ma senza scampo: nessuno è mai sopravvissuto alla vita.
E lo so che questa mia ultima affermazione la interpreterete come un “la vita va avanti, la vita non muore mai”, e ne ricaverete un messaggio positivo e perbene, di speranza. Perché ormai siete corrotti e vedete il bene dappertutto.
È anche per questo che stasera, come ogni sera, io mi suicido."
-?
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benzedrina · 4 years
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+23
Da Dicembre ho iniziato a scrivere poesie. Di colpo ho aperto delle note vuote sul cellulare e ho scritto qualcosa. Non ci avevo mai provato seriamente, prima erano al massimo filastrocche fatte per gioco o cazzatine sparse qua e là. Poi è arrivato questo giorno, ero sulla sabbia, controvento, e ho scritto. Ora sono a circa 40. Le ho fatte leggere a sole 3 persone. Non perché me ne vergogni, ho superato questo mio limite di non far leggere le cose che scrivo. Ho 28 anni. Prendetemi un po' sul serio. Tutti voi (o almeno intorno a me) scrivete commenti imperiosi, fate recensioni senza spina dorsale, vi prodigate a far uscire l'ego da tutti i pori. Perché non dovrei scrivere senza essere preso sul serio? Superato questo limite mi sono accorto che in realtà non importa granché. È tutto un generale sticazzi. Scrivi piccoli racconti? Sticazzi. Scrivi poesie? Sticazzi. Dall'ipersensibilizzazione alla desensitizzazione.
Di quelle 40 non so se qualcuna si salva. Sono sfoghi. Parlo di catene, di rigurgiti emotivi, di tossicità sentimentale. Sono veraci e disilluse. Il commento più strano che ho ricevuto è stato "Gi ma parli sempre di catene? Puoi scrivere anche di cose più felici.". Un commento che mi ha fatto capire un po' di cose sull'indifferenza di questa persona e sul suo "perché sei così?". Poi ho scritto una poesia felice. Il suo commento "ah vedi? Molto meglio". L'ho riletta. Mi ha fatto schifo. L'ho tenuta. Ho continuato sulla vecchia tematica.
Non capisco perché non l'abbia fatto prima. Forse non ne sentivo l'esigenza o perché non riesco a fare autovalutazione di quelle poche parole o perché le scrivo di getto e nel mio immaginario, quello che scrive poesie, ci mette anche settimane per comporne una. Ecco. Queste non sono composizioni. Sono tipo le cipolle in agrodolce. Tagli, metti insieme nel barattolo, fai bollire, mangi. Fatte al momento perché hai preso troppe cipolle e non sai che fartene. I miei eccessi d'empatia finiscono lì. Nelle note vuote. In quelle 40-50 parole. Forse è un buon modo per sentirmi mangiato da me.
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Tumblr media
Il mio social media manager mi direbbe che non è una strategia vincente postare a notte fonda Il mio social media manager mi direbbe che la didascalie senza faccine non funzionano Il mio social media manager mi direbbe che ogni tanto dovrei postare una mia foto Il mio social media manager mi direbbe che dovrei essere più costante nel postare… ma io non ho un social media manager e quindi beccatevi ste ciliegie (mi raccomando ciliegiiiiie, non ciliege!!), e a quest’ora. Perché? Perché son belle e una è evidentemente è indiscutibilmente a forma di cuore♥️ Buonanotte #scrittura #scrivere #poesia #frasi #scrittori #libri #pensieri #amore #leggere #parole #aforismi #citazioni #scritturacreativa #poesiaitaliana #scrittore #lettura #poetry #poesie #letteratura #bookstagram #cherry #scrittoriemergenti #versi #love #libro #cherries #writing #frasibelle #pensierieparole #ciliegie (presso Milan, Italy) https://www.instagram.com/p/CQesktbMQce/?utm_medium=tumblr
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rubrumosculum · 4 years
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一百天𝟷𝙾𝙾𝚁𝙴𝙰𝚂𝙾𝙽𝚂𝚆𝙷𝚈𝙸𝙲𝙷𝙾𝙾𝚂𝙴𝚈𝙾𝚄。
𝒔𝒄𝒆𝒍𝒈𝒐 𝒕𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆́…
1. il tuo animo buono mi fa sentire una persona migliore.
2. il tepore che trapela dai tuoi confini aurei mi fa sentire giusta per la prima volta.
3. il tuo sorriso è l'arma più potente al mondo contro ogni traccia di negatività.
4. il suono della tua risata è il battito d'ali di un lepidottero: laddove sopraggiunge, dall'altra parte del mondo cessano le catastrofi naturali.
5. i solchi che si riuniscono per amare la cima del tuo naso e si stringono attorno ai tuoi dolci occhietti per scaldare i loro astri sono uno spettacolo perpetuo e senza precedenti.
6. la forma perfetta dei tuoi denti potrebbe rammentare due file di perle vere e proprie; pregiate e da baciare.
7. il cuore che si cela sulla superficie della bocca tua dichiara l'esistenza degli angeli. amanti e totalmente gentili da intimarmi di baciarti un'infinità di volte.
8. l'arco di cupido, invece, conferma quel lato tuo apollineo, onirico, d'incredibili e dolci perimetri divini che tanto mi ricordano eros e le conseguenze del suo amore.
9. l'avvallamento che prende il nome di prolabio: casa affidabile per i miei polpastrelli, fedeli abitanti della conca d'amore.
10. i tuoi magnifici baci… vertiginosi sino a farmi mancare l'aria ed incrementare lo spirito di dipendenza nei tuoi confronti. più ne ho, più ne desidero.
11. il modo in cui quello sprazzo di cicatrice, parvenza di ricordi passati, si ristringe e si distende uniformandosi alla perfetta forma dei tuoi sorrisi; delle parole che intraprendono le tue splendide labbra.
12. i tuoi zigomi, giacigli prediletti dei miei piccoli palmi, totalmente bisognosi di porgervi la solidità che necessitano.
13. quelle piccole e fresche orecchie su cui le mie falangi planano per esser rinfrescate in estate e per scaldarne le increspature in inverno.
14. le stesse orecchie che continuano ad ascoltare le mie perpetue ripetizioni, le mie lamentele, i miei problemi; coloro che mai smetterò di ringraziare abbastanza.
15. il neo che mi solletica le labbra tra quelle magiche increspature rosee: talmente piccolo, eppure infinitamente pregno d'amore e di significato per me.
16. l'ennesimo pigmento castano che saluta chiunque dalla sua posizione privilegiata, baciando di tanto in tanto il delicato naso che tanto amo.
17. il morbido promontorio che divide perfettamente in due il tuo viso divino, quello che tanto discrimini ma che io non posso far a meno di contemplare.
18. le melliflue scintille che scaturisce quando si bacia col mio ed i nostri respiri s'infrangono.
19. i docili battiti che vivono nelle tue narici a forma di cuore ogni volta che espiri ed inspiri.
20. i delicati lineamenti del tuo nasino, calda dimora dei miei respiri.
21. la maniera in cui i pensieri tuoi sì raggrumano sulla fronte e tra le sopracciglia dalla perfetta forma, esprimendo silenziosamente ciò che non vuoi dire o non riesci ad esprimere.
22. sul tuo collo potrei scrivere interi poemi: le mani giacciono su quelle delicate sfumature cerulee e il pulsar del cuore si propaga tra le mie venature. ne bacerei le pulsazioni e seminerei infiniti papaveri.
23. l'avvallamento che connette le tue clavicole ㅡ è perfetto per posarvi le mie labbra.
24. gl'intervalli tra le tue costole, laddove scorgo lo sfarfallare dei nostri lepidotteri d'amore ed amo riporre i miei scarlatti papaveri.
25. il piccolo neo che si staglia a lato del tuo cuore.
26. … ed anche quello appena sotto il tuo ombelico.
27. amo sapere di esser l'unica a conoscere questi e molti altri.
28. i fluidi movimenti della tua gabbia toracica. al suo svuotarsi, io mi nutro. al suo riempirsi, io ti amo.
29. accostare le orecchie al tuo petto mi fa sentire la protagonista del capolavoro meglio riuscito di tutti i tempi: gli scalpitii del cuore, il suono del respiro. li amo immensamente.
30. l'ombelico stesso, centro del mio mondo. berrei da lì: renderebbe pregiato lo champagne più economico, sebbene a te verran dedicati quelli più costosi. perché la tua perfezione è l'amore che mi lega a te non ha prezzo.
31. le pernacchie che ti farei, proprio su quell'addome birichino! mi farei perdonare coi baci, però, non temere.
32. dovrei farci quattro chiacchiere, col signor pancino: spesso è impulsivo e ti riempie di pizzicotti fino a farti del male! però… però amo anche lui, da impazzire.
33. i tuoi abbracci, yoon jeonghan, sanno di vita.
34. le tue braccia sono il sentiero preferito delle mie, di braccia… della bocca mia, delle unghiette, dei dentini.
35. le tue braccia sono il mio porto sicuro.
36. le tue mani. quelle mani che terrei tra le mie perpetuamente, senza mai cederle per nemmeno un istante.
37. creano talmente tanti capolavori da farmi innamorare continuamente del loro e del tuo talento, sempre di più.
38. le tue falangi che si frappongono alle mie sin dal ventidue aprile.
39. le tue belle dita tra i miei capelli, sul mio nasino, sul sottile collo mio, sui polsi, sul mio grembo.
40. ti ho già detto che mi emozionano i tuoi palmi sui miei? sul mio ombelico? la differenza delle nostre sagome è l'ennesimo motivo per cui ti amo.
41. doni le più calorose e belle carezze del mondo.
42. oh, e sai bene come usarle… non potevo non accennarlo, mio dolce principe. sei sempre impeccabile ed io altrettanto alla tua completa mercé.
43. amo quando le vedo incastrate tra le mie ginocchia; in macchina, a letto, sul divano… in pubblico.
44. amo stare sul palmo della tua mano, perché è così che mi tratti! ed io non mi sdebiterò mai abbastanza, amore mio…
45. amo, amo baciarti i polpastrelli, le unghie, le nocche, i loro avvallamenti; i solchi della vita, i nei microscopici che questi celano; il dorso, il polso, il gomito ed il suo interno.
46. amo carezzare le pellicine, per non fartele mordicchiare via.
47. amo quando, la notte, cercano la mia esile figura per attirarmi a te e mi stringono con quella forza di chi teme di perdere le speranze.
48. interruzione pubblicitaria per rammentarti che sei tu, solo tu, la mia unica speranza.
49. amo il modo in cui reggono la mia nuca quando ci baciamo, quando ci amiamo, spiritualmente e carnalmente.
50. le amo sui miei fianchi, sulle mie anche, sulla mia schiena, sulle mie… zampette!
51. amo la nostra intimità… è così poetica e unica da essere fuori dal comune.
52. e le attenzioni che riservi alla mia intera anima e alla mia persona ne sono la prova, assieme al modo in cui ami i miei piccoli piedini.
53. chissà se riesco a restituire la tua stessa tenerezza baciando quei piedi che sorreggono la miglior creature del cosmo.
54. amo prendermene cura in ogni modo, lo sai?
55. hai il neo più carino e piccolo della storia, proprio all'interno del mignolino destro. come si può non amarlo?
56. la forma delle tue gambe è mozzafiato.
57. le tue ginocchia sono il miglior trono che io potessi desiderare, jagiya.
58. giacere tra le tue gambe, con la nuca sulla fedelissima anca, è una delle posizioni che più mi fanno sentire al sicuro.
59. quant'è splendido aggrapparmi alle tue gambe?
60. … e mordicchiartele, sbaciucchiarle, riempirle di nontiscordardimé e spennellate varie di sfumature tiziane.
61. amo ritrovarle tra le mie, di gambe. magari nel bel mezzo della notte, per scaldarci durante le ore più fresche… o semplicemente per star più vicini.
62. amo perfino quando m'immobilizzano nei momenti d'intenso solletico!
63. amo il tuo esser agguerrito e determinato, indipendentemente dal contesto e dagli avversari.
64. amo come le caviglie precipitano a strapiombo nelle tue scarpe come le più curate delle opere marmoree di antonio canova.
65. amo le fossette dietro le ginocchia che mi salutano quando le lasci respirare. bacerei anche quelle, costantemente.
66. amo i tenui lineamenti delle tue anche e di quell'opera statuaria che spesso tendi a sottovalutare. se non l'amassi, non tenterei costantemente di addentarla, frr…
67. amo quando per scherzo ti siedi addosso a me ed io ti pizzico ovunque, piccolo furfante!
68. incastrare i polpastrelli sulle tue fossette di venere è pura poesia.
69. in realtà, credo che la tua spina dorsale sia un pentagramma colmo di note da suonare coi più delicati dei baci e le più aggraziate delle falangi. ed io spero di essere adatta a tale mansione, perché vorrei essere l'unica ㅡ eternamente.
70. le insenature che gli dei dell'olimpo hanno scolpito su tutta la tua schiena: hai mai visto quanti capolavori crei solamente flettendola? cammina più spesso senza maglietta, jagi. non mi dispiacerebbe, sebbene potesse essere logorante per il mio povero, buon senso!
71. al suo inarcarsi, io ti desidero ancora di più. desidero solleticarti, compiacerti e soddisfare i tuoi desideri. dai più superficiali, ai più reconditi.
72. le tue folte ali: mi fai toccare l'iperuranio con ambi i palmi. mi fai raggiungere lande inesplorate di felicità, sensazioni e amore. mi fai vivere. mi rendi tanto felice da farmi sentire volare, mio angelo.
73. la perseveranza con cui continui a scegliermi giorni dopo giorno, la perseveranza con cui continui ad amarmi, nonostante tutto.
74. i tuoi timori, anch'essi specchi dei miei. non annichilirò mai la loro comparsa né li scaccerò mai via. piuttosto, m'impegnerò ad amarli allo stesso modo in cui amo te. proverò a spegnerli ogni volta che si presenteranno e da lì ci daremo un bacio.
75. i tuoi messaggi del buongiorno poetici. colmi di sentimento e commoventi sin dalle prime luci del mattino. non fai altro che sbalordirmi, mattina dopo mattina. mai avrei creduto di poter meritare tanto affetto, tanta dedizione da parte di qualcuno.
76. amo le tue vulnerabilità. amo da impazzire anche la tua tendenza all'addormentarti quando capita. mi fa battere il cuoricino, vederti così vulnerabile, lo sai? mostrati vulnerabile a me, ogni volta che ne senti il bisogno.
77. i nostri baci assonnati.
78. i nostri “ti amo” assonnati.
79. la costanza con cui continuiamo a dedicarci le 00:03 e le 00:52 come se fossero ancora i primi giorni di relazione.
80. la tua costanza, niente di più, niente di meno.
81. la tua pazienza. non fai altro che rassicurarmi, star dietro al mio perpetuo farneticare… amarmi. ci vuole davvero tanta pazienza, con me.
82. la tua forza è sconfinata. sei talmente forte da riuscire a sollevare tutte le negatività dalle mie spalle. sei addirittura in grado di farmi pensare al futuro, senza mai guardarmi alle spalle.
83. sei sempre così deciso nelle tue scelte, quando si tratta di noi, di me. mi ami con decisione ed io ti amo altrettanto con decisione.
84. la nostra infinita complicità.
85. la devozione reciproca che ci connette.
86. la costanza con cui ci amiamo.
87. giorno dopo giorno mi fai realizzare che ormai, amore mio, so amare. ho ancora tanto da amare, ma la certezza d'esserne consapevole mi fa venir voglia di urlarti che ti amo consapevolmente.
88. la tua infinita attenzione ai dettagli. è sempre stata una qualità che apprezzavo, ma… tu me la fai amare ancor di più. quando credevo non esistesse nessuno con tanta sensibilità nell'indole, sei arrivato tu e m'hai fatta ricredere. ho ripreso le speranze nel genere umano e sono certa di aver trovato la mia anima gemella.
89. amo guardare film, cartoni, serie e programmi stupidi insieme a te.
90. e perché no, amo anche spettegolare! non lo faccio mai, perché non mi piace immischiarmi o parlare a sproposito. ma con te sorge naturale commentare qualsiasi cosa. questo… fa di noi due partners in crime?
91. il precedente motivo si lega strettamente al mio perpetuo bisogno di confidarmi con te, volente o nolente. spero accada la stessa cosa anche a te.
92. so di potermi fidare di te. ti fidi di me?
93. sentire il tuo profumo sui miei vestiti.
94. avere i vestiti che sanno dello stesso ammorbidente m'inebria a tal punto da trasferirmi in una delle nostre future case, quando saremo marito e moglie accerchiati da un numero spropositato di bagigini.
95. il nostro regno! credevo nessuno avrebbe mai condiviso questa mia piccola pazzia del mondo immaginario. però tu… tu lo rendi concreto, vita mia. con la tua dedizione, la tua voglia di rendermi partecipe delle tue giornate.
96. vogliamo parlare della nostra affinità? della similarità tra i nostri gusti? sono stata graziata da qualche incantesimo divino, perché sennò non riesco proprio a trovare una spiegazione a tanta fortuna.
97. amo persino il nostro essere indecisi sulle cose da fare insieme. non fa altro che denotare il nostro reciproco senso d'amore, il nostro continuo bisogno di far una miriade di cose insieme.
98. il coraggio con cui affronti la vita. quello con cui hai affrontato la mia famiglia, mettendo alle spalle le tue insicurezze, riuscendo sin da subito a farti accettare e adorare da ogni suo componente. il coraggio con cui mi hai donato questo splendido e prezioso anello d'ametista.
99. la tua infinita fantasia, il tuo talento nella scrittura, nella danza e nel canto. ammiro ognuna delle tue sfaccettature e ciò è addirittura riduttivo. vorrei essere come te, vorrei sapermi esprimere come fai tu. desidero scrivere con te, leggere con te, cantare con te, ballare con te. fare ognuna di queste cose per te. migliorare insieme a te. migliorare per te.
100. ti amo perché sei tu. ed è assurdo vedere che cento ragioni annichiliscono il mio amore sconfinato per te. continuerei all'infinito e non scherzo. avrei potuto togliere qualche motivo più piccolo per far rientrare tutti i miei pensieri in questa lista, ma ho deciso di lasciarli lì e dimostrarti quotidianamente gli altri. e comincio dal prossimo motivo…
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giulia-liddell · 5 years
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Distanza
Parole: 1437
No beta, we die like men
Fandom: Sanremo RPF
Ship: Cesarotti
Avvertimenti: sdolcinatezza, menzione di ansia, quarantena da corona virus, canzoni, una sola piccola battuta a doppio senso, Elio compare per una riga
Note autore: non lo so, ho avuto questa idea un po’ a caso… Non so dare titoli (per un attimo stavo per usare una frase di una canzone degli Eugenio in Via Di Gioia, ma ho cambiato idea all’ultimo)… Da qualche parte della mia testa esiste una versione estesa di questa cosa che forse un giorno sarà scritta… Forse…
P.S. Odio profondamente Tumblr perché mi mette automaticamente lo spazio per ogni a capo, anche se nel file di word avevo messo un’interlinea 1.  
Ringrazio la mia amica @gecko-chann per avermi involontariamente dato questa idea (insieme a “Altrove, restare a casa version”)
Da Eugi: Questo è diventato l’amore ai tempi del Corona Virus
Da Riki: … -_-
Da Eugi: Non ho ragione? Boh, non ho mai letto il libro… Però dai è vero, stiamo sempre a comunicare via messaggio, massimo via Instagram… Insomma è un modo diverso di fare le cose, no? Senza contatto…
Da Riki: Okay, volevo prenderti in giro per la pessima battuta, ma… Dovevi proprio ricordarmi che non ci vediamo da tre settimane?
Da Eugi: Ma se ci parliamo tutti i giorni?
Da Riki: Non di persona… E comunque più che altro mi scrivi… Non sento la tua voce da un pezzo… A meno che tu non abbia postato qualche storia su Instagram o non ascolti qualcuna delle vostre canzoni… Dovrei essere offeso a dir la verità… Non mi chiami mai…
Riccardo si sente un po’ in colpa per aver concluso il messaggio in quel modo, sa benissimo che Eugenio non si trova a suo agio a fare chiamate al telefono… Però è vero che un po’ gli fa male… Insomma non è che deve chiamare una reception o un punto informazioni, si tratta di lui! Che senso essere a disagio nel chiamare il proprio ragazzo? È un po’ triste che per sentire la sua voce ha dovuto mettere in loop le storie di Instagram e le canzoni del suo gruppo. Meno male che scrivono delle belle canzoni, altrimenti sarebbe stata un po’ una tortura.
Riccardo si riprende dal suo flusso di pensieri in tempo per decidersi a scrivere un messaggio di scuse, ma quando sta per iniziare a digitarlo il telefono comincia a squillare e la faccia sorridente di Eugenio compare sotto il nome del suo contatto. Riccardo resta un attimo confuso e leggermente incerto, risponde alla chiamata.
«Pronto?» chiede quasi con cautela dopo qualche attimo di silenzio. Un profondo sospiro arriva dall’altra parte del telefono «Ciao, Riccardo.» sussurra Eugenio con la voce carica di insicurezza. Riccardo trattiene per un attimo il respiro. Oddio, gli era mancata davvero la sua voce. «Oh.» gli sfugge. Può decisamente fare di meglio. «Ciao, Eugenio. Sono molto, davvero molto, contento che tu mi abbia chiamato.» aggiunge sperando di non suonare troppo disperato, ma comunque di fargli capire che è sincero. «Hai ancora mal di gola? Ti sento la voce un po’ roca…» commenta Eugenio senza rispondere direttamente a quello che gli ha appena detto. Riccardo è abbastanza certo dal suo tono di voce che si sente a disagio. Ha davvero fatto questa cosa solo per lui e si sente che gli sta pesando un po’. «Io… No, ecco… Solo… Mi devo schiarire un po’ la voce, ma… Piuttosto, non mi sembra che tu stia bene… Non devi sentirti costretto a parlarmi al telefono okay? Senti facciamo così: a seconda di quello che preferisci puoi mandarmi dei messaggi vocali, o un video o proprio niente. Davvero mi volevo scusare per quello che ho scritto, hai tutto il diritto di non sentirti a tuo agio nelle telefonate.» si affretta a spiegarsi Riccardo ed aspetta pazientemente che Eugenio trovi la forza di rispondere «Sì, ecco… Lo so che sono uno che parla tanto e dovrei essere a mio agio al telefono, però davvero non è così… Ma anche la tua voce mi è mancata… Quindi… Ehm… Se aspetti qualche minuto, ho un’idea.» risponde Eugenio mantenendo quel tono insicuro e Riccardo sente i sensi di colpa che aumentano «Certo, qualsiasi sia la tua idea prenditi pure tutto il tempo che vuoi… Adesso riattacco io, okay?» Riccardo sente un lieve verso di assenso arrivare dall’altro capo del telefono e lo prende come il segnale che può riagganciare. Adesso deve solo aspettare. Qualsiasi sia la cosa che Eugenio ha pensato.
Riccardo non è esattamente fiero di sé, ma deve ammettere che ha passato gli ultimi dieci o quindici minuti seduto sul suo letto a fissare il vuoto, sbloccando occasionalmente il telefono per controllare che non fossero comparse delle notifiche da Eugenio. Come se non avesse una suoneria apposta. Però è nervoso. Insomma, ha reso Eugenio nervoso e adesso non è sicuro di cosa stia combinando, quindi si sente nervoso anche lui. Finalmente la notifica dell’arrivo di un messaggio arriva e Riccardo sblocca subito il telefono.
Da Elio: Quindi stasera faccio io la storia di Instagram per il profilo del gruppo?
Riccardo sospira e rilascia un momento la tensione prima di rispondere al messaggio
Da Riccardo: Certo, certo. Stavolta tocca a te…
Mentre risponde al messaggio compare la notifica di un messaggio da parte di Eugenio e Riccardo è piuttosto sicuro di non aver mai aperto una notifica così velocemente. Eugenio gli ha mandato… Un video. Uhm. Riccardo aspetta un po’ sulle spine che finisca il download e subito lo fa partire.
Sembra che Eugenio sia sul suo letto, anche se il video è abbastanza scuro. Davvero in pieno pomeriggio, con una bella giornata, Eugenio tiene le tapparelle abbassate? Ma perché? Riccardo si fa una nota mentale di chiedergli spiegazioni più tardi. Intanto Eugenio ha tirato fuori un ukulele «Hey, Riki! Ehm… Non so bene perché mi è venuta questa idea ma… Ehm… Ecco… In questo periodo ho avuto tempo per esercitarmi meglio a suonare e quindi… Ho pensato di cantare qualcosa… Lo so che probabilmente avrai ascoltato le nostre canzoni fino alla nausea, quindi forse non ne puoi più di sentirmi cantare, ma volevo cantare qualcosa apposta per te, che non fosse proprio una canzone mia… Quindi ho pensato di mettere in musica una poesia… Più o meno… Insomma, tu ascolta, poi al massimo insultami dopo, va bene?» premette Eugenio prima di iniziare a strimpellare il piccolo strumento
Dammi il tuo calore
sono Icaro che insegue il Sole,
ti prego amore
non farmi aspettare
  Dammi la tua luce
sono Leandro nel mare – nero
tu sei il mio faro, la mia – Ero
  Ho bisogno della tua voce
perché sono Eco – perso
fingo di non essere introverso
Sei la compagnia che non nuoce
  Ho bisogno del tuo abbraccio
Sei il mio Apollo e io Giacinto
spero che questo amore non sia finto
ti prego dimmi che ti piaccio – ancora
questo dubbio mi divora
  Forse è un paragone scontato
ma sono tuo come Patroclo è di Achille
sono così innamorato
riconoscerei i tuoi occhi tra mille
Riccardo resta incantato a guardare il video. Eugenio è così concentrato e sembra così fragile in quel momento… È davvero meraviglioso. Sente la sua mancanza ora più che mai però allo stesso tempo si sente come se lo avesse accanto, a cantare solo per lui. «Wow.» si lascia sfuggire prima di ricordarsi che sta guardando una registrazione e lui non può sentirlo. Intanto Eugenio finisce le ultime note e poi sorride alla telecamera di sfuggita guardando subito in un’altra direzione come se si vergognasse. «Spero tu abbia visto tutto il video… E… Spero ti sia piaciuto… Ehm… Credo sia tutto… Mi manchi… E ti amo.» dice sottovoce un attimo prima di concludere il video. Riccardo è abbastanza sicuro di essersi commosso.
Scrive subito un messaggio per ringraziare Eugenio, ma a metà si rende conto che non è abbastanza e decide di fare un video. Con le mani che tremano per l’entusiasmo riesce a far partire la registrazione dal telefono «Io… Non so nemmeno cosa dire… Ehm… Grazie, grazie, grazie. Non ti posso ringraziare abbastanza per questo splendido regalo Eugenio… Io… Wow… Ti amo… E mi manchi davvero tanto… Però davvero questo regalo mi ha permesso di sentirti vicino… Come se tu fossi qui…» dice inciampando su quasi ogni parola, ma non ci può fare niente, si sente attraversato da scariche elettriche da quanto è contento «Se avessi saputo che avrei ricevuto il mio spettacolo personale, mi sarei lamentato molto prima…» scherza ridacchiando prima di chiudere il video mandando un bacio verso la telecamera.
Riccardo resta in paziente attesa della risposta che Eugenio sta scrivendo, cercando di smaltire il suo entusiasmo. Si sente la mente piena di idee adesso, potrebbe scrivere due album interi probabilmente… Avrebbe voglia di allestire un intero concerto privato solo per Eugenio. Considera ancora l’idea. In fondo, non ha nulla da fare finché deve restare in casa e gli strumenti ce li ha… Potrebbe anche farlo… Sarebbe il suo modo di ricambiare il regalo di Eugenio.
Da Eugi: Meno male ti è piaciuto… Avevo paura che mi dicessi che la poesia non ti piaceva… O che l’avevo arrangiata male… Comunque non hai bisogno di lamentarti per forza… Posso allestire tutti gli spettacoli che vuoi per te, di qualsiasi tipo ;-)
Riccardo è sicuramente arrossito. Uno così timido da non riuscire a fare una telefonata si mette a fare queste proposte. Incredibile. Non che non sia una buona idea però…
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jetaime03 · 7 months
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Stavo pensando al fatto che Ileo pensi che io abbia bisogno di qualcuno(in amicizia). E forse è vero, il problema è che sto male con tutti, anche quando si avvicinano: dico cose stupide o faccio la stupida per istinto. Perché boh, non saprei o forse è solo la mia paura. Però pensando a MG sorrido di istinto; qualcuno dice che sia amore, io penso solo che sia una profonda tenerezza perché è bellissima sia dentro che col corpo, fuori non saprei te lo giuro: forse sono grande e dovrei comportarmi da grande, so che sono di troppo e non voglio niente, se non la felicità di tutti. Quella la trovo in una poesia scritta con una lacrima che scorre sul viso. Penso che forse io debba avere qualcuno a cui voglio bene anche io, ma non c'è nessuno, non riesco a fidarmi nessuno, non mi vuole nessuno e io mi chiedo cosa sia davvero importante. In questo momento sento di star a portare una croce grande, papà quando non ce la fa più e sente di scoppiare dice sempre "l'ho ammazzato io Gesù Cristo alla fine" e forse c'ha ragione. Mi sento come se lo avessi ucciso io, come se io fossi quel signore che ha dovuto riscattare il mondo: rivorrei la mia anima, il mio spirito, vivere in eterno. Ci pensi a quanto sarebbe bello? Vedere la vita che scorre pulita e semplice come un fiume in piena, anche se la avverto come dolore, non riesco a immaginarlo e appena lo faccio pure un po' per finta il mio cuore è una spugna madida di acqua e dolore. E poi, non so come, vorrei parlare delle lacrime: loro imperlano i miei occhi lucidi e li rendono vivi. Il dolore non lo fa mai, ma purtroppo e stranamente il modo in cui noi reagiamo ad esso. Alcune volte mi sento come se tutto quello che c'è in pentola non basti a dissetare la fame di essere più bella: penso ai miei personaggi, molte volte sono monotoni, assomigliano a me ed è da tener conto che sono pur sempre le mie creaturine, e poi c'è Kumi: lei ha fame di essere la migliore, come se nessuno dovesse vedere come è fatta, tutto il suo morbido tenuto per sé e non per gli altri; vorrei essere bella come lei, bella e perfetta, come se il guscio in cui si trova fosse la sua forza. Mi sento fottutamente stanca, e penso che un sacco di persone siano nella bambagia anche se hanno problemi: Odio il fatto che possano stare bene e io no, proprio la vita con me è stata bastarda e...non lo so, voglio tutto l'amore del mondo anche se non riesco ad accoglierlo, o forse ho solo bisogno di provarlo in modo fraterno ma non c'è nessuno, è difficile e soprattutto non penso di esserne in grado. Alcune volte lo spiego a me come se fossi un bambino per vedere se lo capisco ma più ci provo più mi sento stupida. Sembra davvero stupida come cosa, o forse no: non sento neanche il bisogno di andare avanti perché sto conquistando il più prezioso dei tesori: me. Anche se non sarò bello, non sarò unico, o raro, è importante che io mi senta prezioso, non sarò una pietra ma il sassolino che si lancia nel mare quando si è tristi. E allora boh, non mi resta altro che pensare, scrivere, raccontare, parlare. Perché è forse di quello che ho bisogno per davvero.-Vostro, Jetaime
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