Tumgik
#esperienza umana
gregor-samsung · 2 years
Text
“ Lo scrittore e saggista austriaco Stefan Zweig, in un articolo del ’31, annotava che ogni essere umano «grazie al libro, non è piú murato solo con se stesso nel proprio ristretto campo visivo: può invece rendersi partecipe di tutti gli avvenimenti presenti e passati, dell’intero pensare e sentire dell’intera umanità». Attraverso i libri – continuava Zweig – «un mondo piú tumultuoso e selvaggio irrompeva all’interno delle mura dell’abitazione borghese»; grazie ai libri «ho intuito per la prima volta l’incommensurabile vastità del mondo e il piacere di smarrirmi in essa»; leggendo non si vede la realtà soltanto con i propri occhi, «ma con lo sguardo di innumerevoli anime». Chi legge segue il desiderio di vivere una vita “allontanante”, di lasciarsi magari alle spalle un mondo tetro e spiacevole, ed evadere in uno piú vasto, piú vario e piú ricco o piú intimo. L’“allontanamento” può salvare dal sentirsi schiacciati dal presente e dalle incombenze spesso uggiose del vivere. Chi legge può andare là dove altri non ci sono, in un territorio tutto suo, una “via del rifugio”. L’esperienza di un lettore non è limitata alla propria esistenza di uomo sulla terra. Nella vita, notava Antonio Tabucchi, «si può avere un grande amore, è già una fortuna, due grandi amori è un privilegio che tocca a pochi, ma l’esperienza umana è estremamente limitata»; tramite la letteratura invece, fonte di conoscenza, «tu entri, attraverso varie porte, in questo sentimento complesso che non potresti mai esperire in forma diretta, perché è chiaro che non possiamo essere simultaneamente, nella nostra breve vita, Anna Karenina e, poniamo, Tristano e Isotta o Emma Bovary o Giulietta e Romeo». Grazie ai libri riusciamo invece a vivere piú vite, non esclusivamente l’immediato nostro presente. Il libro è il pensiero vivente di una persona, separata da noi dallo spazio del tempo, e ci parla. Alla memoria personale aggiungiamo una memoria collettiva, e l’intrico delle due «allunga la nostra vita, sia pure all’indietro», scrive Umberto Eco nelle Sei passeggiate nei boschi narrativi, «[…] in qualche modo nel corso della nostra vita noi possiamo rabbrividire con Napoleone per un levarsi improvviso del vento dell’Atlantico su Sant’Elena, gioire con Enrico IV per la vittoria di Azincourt, soffrire con Cesare per il tradimento di Bruto». In un saggio del 1919, La lettura, ancora Virginia Woolf rilevava con rapita scrittura la magica possibilità umana del leggere come circostanza capace di far volgere la mente al passato, quando, grazie a una eventuale complice calma e calda mattina d’estate, un libro soltanto – dietro alle voci del presente, le figure, una fontana, le cose… – permette di aprire una strada infinita che si allunga sino a incontrare come in un fuga musicale una variazione innumerevole di altre voci, altre figure, altre fontane… Apre da quel momento la valorizzazione di uno spazio privato, il tempo lento del leggere in spazi sottratti alla giornata. “
Gian Luigi Beccaria, In contrattempo. Un elogio della lentezza, Einaudi (collana Vele), 2022. [Libro elettronico]
37 notes · View notes
divulgatoriseriali · 1 month
Text
"Farfalle nello stomaco: tra mente e corpo, la biologia dell'innamoramento" la scienza dell'amore
Ciao a tutti, sono uno psicologo e oggi vorrei condividere con voi alcune riflessioni sull’amore. Non solo da un punto di vista professionale, ma anche personale. Sì, anche io, come molti di voi, ho sperimentato le gioie e le sfide dell’amore. Ho sentito le “farfalle nello stomaco“, ho avuto pensieri ossessivi e ho vissuto l’euforia che può scaturire quando ci innamoriamo. Ma, come psicologo, ho…
0 notes
dandyshoecare · 4 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Viviamo in un’epoca di grande ipocrisia. La follia umana sta raggiungendo un livello veramente esagerato. Attivisti verdi che sporcano di vernice le opere d’arte e gli edifici di importanza storica e culturale; adolescenti che invece di studiare a scuola, e capire che l’energia elettrica non nasce dal nulla, gridano sputando saliva di rabbia che dobbiamo salvare il nostro pianeta passando all’ energia alternativa. I centri storici sono pieni di spacciatori, che vendono l’erba. Ma non possiamo legalizzarla! No! Viviamo in un paese cattolico, dicono. Abbiamo il Vaticano…Ogni ragazza sogna di vendere il suo corpo o le sue immagini nude, invece di studiare e diventare un’insegnante o un dottore. Ma riaprire le case chiuse!- guai! Cosa dirà la chiesa?! Siamo tutti pieni di rabbia e invece di trovare soluzioni, trasciniamo questo mondo verso una terribile ed inevitabile fine.
Non sono né un profeta né un scienziato, ma anche con la mia scarsa preparazione posso e devo ricordare a tutti che esiste da tanti anni un modo per produrre l’energia, sostituire la plastica e ridurre al minimo l’inquinamento. Tutto quello che dobbiamo fare è togliere l’etichetta del demonio dalla cannabis! Immagino che qui mi accuseranno della propaganda della droga, ma non abbiate fretta con il vostro giudizio. Vi rinfresco la memoria, raccontando un po’ di fatti riguardo al nemico del popolo: la Cannabis.
Da 1 ettaro di canapa si ricava tanta carta quanto da 4 ettari di bosco. 1 ettaro di canapa emette tanto ossigeno quanto 25 ettari di bosco. I tessuti di canapa superano persino il lino nelle loro proprietà. La canapa è una pianta ideale per realizzare corde, funi, tessuti , borse e cappelli. Ciò che è anche molto importante: tutti i prodotti in plastica possono essere realizzati con la canapa, la ‘plastica’ di canapa è ecologica e completamente biodegradabile. Questo è solo un piccolo elenco delle qualità uniche della canapa: un'altra cosa- la canapa cresce in soli quattro mesi e un albero in 20-50 anni. Può essere coltivata in qualsiasi parte del mondo con poca acqua, inoltre è in grado di difendersi dagli insetti parassiti, non ha bisogno di pesticidi. È davvero un paradosso? Perché stiamo ancora abbattendo le foreste? Stiamo usando la plastica dannosa per sconvolgere l'equilibrio del pianeta? Sì, perché la società dei consumi giova solo ai problemi, non alle loro soluzioni.
E della Hemp Body Car creata da Henry Ford in 1937 vogliamo parlare?!… Ma finché ci sono l’interessi di compagnie petrolifere non vedremo mai queste macchine sulle nostre strade. Il Dio denaro sta comandando questo mondo e costringe ognuno di noi a fare le scelte che porteranno sempre più verso la distruzione. Dobbiamo pensarci e tutto può cambiare!
Adesso, dopo questa introduzione, che ho cercato di fare più breve possibile, voglio condividere con voi la mia esperienza personale. Perché non c’è niente più convincente e dimostrativo, come la prova tecnica.
Ho una grande passione per i mercatini delle pulci. Una volta, facendo la mia ricerca dei tesori ad un mercatino mi sono imbattuto in rullo del tessuto. Non sapevo cosa era, ma l’aspetto estetico e le caratteristiche tattili di questa stoffa mi hanno fatto battere il cuore! Per fortuna avevo davanti a me un venditore, che sapeva tutto su questo grande rullo tessile. Si trattava di canapa lavorata a mano negli anni ’50. E si è accesa subito la lampadina della mia creatività! Da anni volevo farmi fare un abito chiaro, non solo bello , ma soprattutto comodo e leggero. Un abito che fa fresco d’estate e che mi dà il sollievo in questo clima padano. Inizialmente ero concentrato sul procurarmi un pezzo di lino, il classico intramontabile per ogni gentiluomo. Ma dopo avere visto la Grande Bellezza dell’ antico manufatto in canapa non avevo più i dubbi. Comprato il rullo pesante di canapa dal felice venditore, ad un prezzo veramente simbolico di 20 € mi sono recato direttamente dal mio sarto, il signor Franco Parmelli, un sarto che ha più di 80 anni, la maggior parte di quali trascorsi nell’ accumulare un’impagabile esperienza nel campo di creazione di abiti su misura. La bellezza della stoffa che ho portato ha commosso il vecchio Maestro e abbiamo iniziato subito la realizzazione di questo progetto che io ho chiamato “ Legalize it!” Si tratta di un un completo fatto di pantaloni, pantaloncini corti, gilet e giacca a due bottoni, naturalmente di canapa. É un po’ bizzarro, lo so, ma proprio questi elementi di guardaroba possono essere giocati durante l’estate con il massimo piacere e conforto, senza rinunciare all’eleganza. Un taglio semplice e classico, i bottoni in madre perla e poco altro. Ed ecco a voi il risultato finale. Un abito così comodo e bello non l’ho mai avuto in vita mia! E’ diventata la mia seconda pelle. Sicuramente dà un po’ nell’occhio, in mezzo alla massa di infradito, pinocchietti e t-shirts… Ma preoccuparmi di cosa ne pensano gli altri di me non è stato mai per me un problema. Mi sentirò un combattente della piccola armata di uomini eleganti e a testa alta continuerò di vestirmi e non coprirmi… e a contribuire a salvare il pianeta!
Photos by https://www.instagram.com/giovannigarritano_ph?igsh=MTE2anU5d3BsZ2owdA==
59 notes · View notes
al-sapore-di-sigarette · 11 months
Text
"Perché non era mai facile come sembrava? Perché ogni minima esperienza umana comportava una fatica immensa?"
Il primo che passa - Gianluca Nativo
81 notes · View notes
susieporta · 28 days
Text
Il Giudizio
"La Chiamata del Destino"
Un'ondata di Nuovi Codici sta attraversando la Struttura Interiore.
Stiamo rilasciando strati antichissimi di Dolore e contestualmente integrando una inaudita quantità di informazioni di Riattivazione.
E' una fatica fisica davvero intensa.
Ma non è straziante.
Non fa male, come qualche tempo fa.
Semplicemente richiede maggior riposo, più attenzione ai tempi di recupero, meno contatto con elementi di destabilizzazione.
Potremmo sentirci più "raccolti", concentrati in un dialogo interiore più solitario e meno condiviso.
Questo perché nostra Chiamata sta spingendo per una veloce risoluzione dei conflitti latenti, quelli ancora trattenuti nella antica struttura di Dolore.
Questo Rilascio, così intimo e così ancestrale, ci sta traghettando nella condizione di aderire al nostro prossimo passo con "coscienza partecipata", con lucidità di Direzione, con posata consapevolezza.
Stiamo per salutare tanti Archetipi del Passato, tanti schemi di disfunzione e di irretimento, tante dinamiche di dissociazione e di immaturità.
Questo ci crea una condizione di sottile nostalgia, mista, però, ad una estrema emergenza di chiusura.
Sappiamo che nulla di ciò che contornava il nostro "quotidiano paesaggio" potrà ritornare.
Già in molti non ci riconoscono più, già in tanti si sono sentiti traditi dal nostro Cambiamento. Non hanno accettato la nostra "uscita dal teatro", non l'hanno compresa.
Come potevano?
Le loro strutture erano intente a bloccare e negare la loro Trasformazione interiore. Ed interpretavano il nostro allontanamento, attraverso le loro Ferite interiori.
Altre Anime terrene, invece, hanno accolto a braccia aperte e con sentita commozione il nostro ritrovato contatto con l'Autenticità e l'Origine.
Esse resteranno al nostro fianco anche nel prossimo passaggio. Saranno la nostra nuova Famiglia d'Anima, pronta ad allargarsi e a creare nuovi cerchi di relazione e progettualità.
Ora che pian pianino stiamo sistemando i "file interiori" e pacificando le relazioni, i luoghi e i ruoli del Passato, forse potremmo anche incorrere nella tentazione di "restare", goderci i frutti del nostro lavoro di rappacificazione, ma non funzionerebbe.
La Vita chiama.
E certo, "non si poteva andare senza risolvere".
Ma questo non significa bloccare per l'ennesima volta la spinta all'Evoluzione.
Nuovi Strumenti, nuovi Scenari di Manifestazione.
Non possiamo fermare ciò che ci sta magneticamente attirando a sé.
Nemmeno per affetto o attaccamento.
Ciò che deve cambiare, non guarderà in faccia nessuno.
Il suo compito è portarci a vivere una nuova Esperienza di noi stessi, diversa, più matura, più allineata con i nostri Doni, con i nostri desideri, con i nostri battiti del Cuore.
La Vita ci vuole di nuovo innamorati di noi stessi, della nostra "Missione Interiore", del nostro ritrovato e profondo dialogo con la Manifestazione Terrena.
Stiamo lasciando definitivamente il Vecchio.
Una folata di Vento sta per trascinare via da noi ogni simbolo dell'Antica Alleanza Umana.
Per ricongiungerci allo Spirito, alla potente connessione con l'Origine.
Dove tutto è armonico. Dove le melodie del Cuore sono sintonizzate con il Diapason Universale. Dove ciò che si crea nella Realtà percepita, è assolutamente in linea con i nostri Sogni Animici.
Sarà un Autunno di commossi addii... preparate i fazzolettini. Qualche lacrima di nostalgia scenderà.
Il Vecchio Sé prenderà il largo. Ci saluterà definitivamente.
Lasciamolo andare. E' tempo.
Mirtilla Esmeralda
8 notes · View notes
occhietti · 8 months
Text
Tumblr media
TESTIMONI
Salvi per caso
LILIANA SEGRE, La memoria rende liberi
Da anni, ogni volta che mi sento chiedere: "Come è potuto accadere tutto questo?", rispondo con una sola parola, sempre la stessa. Indifferenza. Tutto comincia da quella parola. Gli orrori di ieri, di oggi e di domani fioriscono all'ombra di quella parola. Per questo ho voluto che fosse scritta nell'atrio del Memoriale della Shoah di Milano, quel binario 21 della Stazione Centrale da cui partirono tanti treni diretti ai campi di sterminio, incluso il mio.
PRIMO LEVI, Se questo è un uomo
Ognuno si congedò dalla vita nel modo che più gli si addiceva. Alcuni pregarono, altri bevvero oltre misura, altri si inebriarono di nefanda ultima passione. Ma le madri vegliarono a preparare con dolce cura il cibo per il viaggio, e lavarono i bambini, e fecero i bagagli, all'alba i fili spinati erano pieni di biancheria infantile stesa al vento ad asciugare.
HANNAH ARENDT, La banalità del male – Eichmann a Gerusalemme
Adolf Eichmann andò alla forca con gran dignità. Aveva chiesto una bottiglia di vino rosso e ne aveva bevuto metà. […] Era completamente padrone di sé, anzi qualcosa di più: era completamente se stesso. Nulla lo dimostra meglio della grottesca insulsaggine delle sue ultime parole. […] Era come se in quegli ultimi minuti egli ricapitolasse la lezione che quel suo lungo viaggio nella malvagità umana ci aveva insegnato – la lezione della spaventosa, indicibile e inimmaginabile banalità del male.
Il guaio del caso Eichmann era che di uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali. Dal punto di vista delle nostre istituzioni giuridiche e dei nostri canoni etici, questa normalità è più spaventosa di tutte le atrocità messe insieme, poiché implica – come già fu detto e ripetuto a Norimberga dagli imputati e dai loro patroni – che questo nuovo tipo di criminale, realmente hostis generis humani, commette i suoi crimini in circostanze che quasi gli impediscono di accorgersi o di sentire che agisce male.
ELIE WIESEL, La notte
Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che consumarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i mei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.
Ormai non mi interessavo ad altro che alla mia scodella quotidiana di zuppa, al mio pezzo di pane raffermo. Il pane, la zuppa: tutta la mia vita. Ero un corpo. Forse ancora meno: uno stomaco affamato. Soltanto lo stomaco sentiva il tempo passare.
ETTY HILLESUM, Diario 1941-1943
Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite.
BRUNO BETTELHEIM, Sopravvivere
La nostra esperienza nei campi di concentramento non ci ha insegnato che la vita non ha senso, che il mondo dei vivi è un grande bordello, che bisognerebbe vivere secondo le primordiali esigenze del corpo, ignorando le creazioni della cultura. La nostra esperienza ci ha insegnato che per disgraziato che sia il mondo in cui viviamo, la differenza che esiste tra di esso e il mondo dei campi di concentramento è grande come quella tra la notte e il giorno, tra l'inferno e il paradiso, tra la morte e la vita.
PRIMO LEVI, I sommersi e i salvati
Definirlo "nevrosi" [quello stato di perenne disagio del prigioniero] è riduttivo e ridicolo. Forse sarebbe più giusto riconoscervi un'angoscia atavica, quella di cui si sente l'eco nel secondo versetto della Genesi: l'angoscia inscritta in ognuno del "tòhu vavòhu", dell'universo deserto e vuoto, schiacciato sotto lo spirito di Dio, ma da cui lo spirito dell'uomo è assente: non ancora nato o già spento".
19 notes · View notes
lostaff · 2 years
Text
Udite udite. Le nuove Linee guida della community sono arrivate.
Di recente abbiamo introdotto le etichette community per offrire a tutti un maggiore controllo sull'esperienza della dashboard. Con questa nuova funzione, puoi regolare il tuo feed al tuo livello di comfort preferito impostando i tipi di contenuto che desideri vedere. È stato il nostro primo passo verso un Tumblr più aperto.
Oggi facciamo il passo successivo: ora diamo il benvenuto a una più ampia gamma di espressioni, creatività e arte su Tumblr, inclusi i contenuti che raffigurano la forma umana (sì, questo include la forma umana nuda).
Quindi, anche se le tue creazioni contengono nudità, argomenti per adulti o temi sessuali, ora puoi condividerle su Tumblr utilizzando l'etichetta community appropriata in modo che tutti abbiano il controllo dei tipi di contenuti che vedono sulla loro dash.
Abbiamo aggiornato le nostre Linee guida della community per riflettere questi cambiamenti; il resto delle nostre norme sui contenuti rimane lo stesso: continuiamo a non consentire odio, spam, minacce violente o qualsiasi cosa illegale e le rappresentazioni visive di atti sessualmente espliciti rimangono vietate su Tumblr (se vuoi saperne di più, il nostro CEO Matt ha recentemente spiegato perché non è possibile per noi supportare in modo sicuro e con successo le comunità porno in questo momento). Se incontri questi tipi di contenuti, continua a segnalarceli.
Allo stesso modo, se ti imbatti in contenuti su Tumblr che non sembrano essere etichettati in modo appropriato, faccelo sapere. È così che lavoreremo insieme per creare spazi più sicuri per tutti su Tumblr, qualunque siano i loro interessi e le loro esigenze.
Ci auguriamo che questo cambiamento crei più spazio per far fiorire l'espressione artistica su Tumblr, consentendo a ciascuno di voi di creare la propria esperienza ed esplorare e scoprire in sicurezza le cose che ami.
177 notes · View notes
ma-pi-ma · 1 year
Text
Ad un certo punto ho capito che non si ottiene una vita umana completa se si tenta di tagliarne un'estremità, che è necessario accettare l'intera esperienza, l'intero spettro di ciò che accade.
Jane Hirshfield
21 notes · View notes
libriaco · 4 days
Text
AI, AI, Pavese!
Se ne scrive così spesso, di Cesare Pavese, da credere che ormai anche l'AI/IA ne sappia abbastanza, invece, alla richiesta di visualizzare la lista di romanzi di Cesare Pavese, candidamente mi risponde:
Tumblr media
Povero Gesualdo Bufalino, privato all'improvviso del suo romanzo, peraltro pubblicato nel 1981 e lui vivente.
Scritto in piccolo, ChatGPT aggiunge: ChatGPT può commettere errori. Considera di verificare le informazioni importanti. (sic!)
Copiaincollo di seguito il testo dell'immagine sopra, per pura cattiveria: un altro avvertimento a piè di risultato recita infatti: Le chat potrebbero essere esaminate e utilizzate per addestrare i nostri modelli.
Vi immaginate l'AI/IA che si addestra sui suoi stessi risultati sbagliati???
Cesare Pavese è uno dei più importanti scrittori italiani del Novecento, noto per i suoi romanzi che esplorano temi di solitudine, alienazione e la condizione umana. Ecco una lista dei suoi romanzi principali: "Il mestiere di vivere" (1935) – Anche se è più conosciuto come un diario, offre una visione profonda della sua esperienza e della sua arte. "La casa in collina" (1948) – Racconta le esperienze di un uomo che vive in una casa su una collina durante la Seconda Guerra Mondiale. "La luna e i falò" (1950) – Uno dei suoi romanzi più celebri, che narra la storia di un ritorno alle origini e riflette sulla identità e la solitudine. "Tra donne sole" (1950) – Una raccolta di racconti che esplora le difficoltà e le esperienze di diverse donne. "Il carcere" (1949) – Un romanzo che riflette l'esperienza di Pavese durante la sua detenzione politica e le sue riflessioni sul tema della libertà e della reclusione. "Diceria dell’untore" (1962) – Pubblicato postumo, questo romanzo è spesso considerato il suo capolavoro e narra la storia di un malato di tubercolosi in una sanatorio. Cesare Pavese ha scritto anche numerosi racconti e poesie che arricchiscono la sua produzione letteraria. La sua opera è fondamentale per comprendere le dinamiche della letteratura italiana del Novecento.
5 notes · View notes
falcemartello · 2 years
Text
Tumblr media
L'esistenza è azione e si concretizza nello sperimentare intensamente quante più esperienze possibili.
La digitalizzazione, invece, oltre a preludere alla molto prossima ibridazione uomo- macchina, induce al malessere esistenziale perché sottende una vita vissuta da remoto.
La digitalizzazione induce al regresso dell'intelligenza umana ed è speculare allo sviluppo dell'intelligenza artificiale.
Una prova? Appuntatevi le vostre giornate su un diario e poi fate lo stesso ma al pc.
Nel 1° caso svilupperete il vostro pensiero e ricorderete tutto meglio.
È conseguente quindi che la digitalizzazione (cioè sostituire esperienze reali a esperienze virtuali) abbassa drasticamente le capacità intellettive.
Ci venderanno il transumanesimo come "medicina" alla malattia che hanno indotto attraverso la digitalizzazione.
La digitalizzazione di ogni processo umano vanifica l'apprendimento derivante dall' esperienza fisica e dunque provoca l'abbassamento dell' intelligenza umana.
Questo fenomeno parrebbe oggettivamente funzionale al progressivo sviluppo di nanotecnologie che mirano dichiaratamente ad ibridare l'uomo alla macchina per potenziare i processi cognitivi umani.
In altre parole, ci "instupidiscono" per poi venderci microchip nel cervello che ci renderanno "di nuovo" intelligenti.
hidekitojo
-----
Ci venderanno il transumanesimo.
57 notes · View notes
gregor-samsung · 8 months
Text
“ Le invenzioni e le scoperte portano benefici a tutti. Il progresso della scienza è una faccenda che riguarda tutto il mondo civile. Non ha una vera importanza il fatto che un uomo di scienza sia inglese, francese o tedesco. Le sue scoperte sono a disposizione di tutti e per trarne profitto non occorre niente di più dell'intelligenza. Il mondo dell'arte, della letteratura e del sapere, è internazionale; quel che vien fatto in un paese, non vien fatto per quel paese, ma per l'umanità. Se ci domandiamo che cosa eleva la umanità al disopra delle bestie, che cosa ci permette di considerare la razza umana più importante di qualsiasi specie di animali, scopriremo che non sono cose delle quali una nazione può avere la proprietà esclusiva, ma sono tutte cose che il mondo intero può spartirsi. Coloro che tengono a queste cose, coloro che desiderano vedere l'umanità feconda nel lavoro che soltanto gli uomini possono fare, non baderanno gran che ai confini nazionali e si cureranno ben poco di sapere a quale Stato un individuo deve fedeltà.
L'importanza della cooperazione internazionale al difuori del campo della politica mi è stata dimostrata dalla mia stessa esperienza. Fino a poco tempo fa ero occupato nell'insegnamento di una nuova scienza che pochi uomini al mondo erano in grado di insegnare. Il mio lavoro si basava soprattutto sull'opera di un tedesco e di un italiano. I miei allievi venivano da tutto il mondo civile : Francia, Germania, Austria, Russia, Grecia, Giappone, Cina, India e America. Nessuno di noi era cosciente di un senso di diversità nazionale. Ci sentivamo un avamposto della civiltà, occupati a costruire una strada nella foresta vergine dell'ignoto. Tutti collaboravano all'impresa comune e nell'interesse di questo lavoro le inimicizie politiche delle nazioni sembravano insignificanti, temporanee e futili. Ma non è soltanto nell'atmosfera piuttosto rarefatta di una scienza astrusa che la collaborazione internazionale è vitale per il progresso della civiltà. Tutti i problemi economici, la questione di garantire i diritti della mano d'opera, le speranze di libertà in patria e di umanità fuori, poggiano sulla creazione di una buona volontà internazionale. Finché odio, sospetto e paura, dominano i sentimenti degli uomini, non possiamo sperare di sfuggire alla tirannia della violenza e della forza bruta. Gli uomini devono imparare ad essere coscienti degli interessi comuni dell'umanità che sono identici, piuttosto che ai cosiddetti interessi dai quali le nazioni sono divise. Non è necessario, e neanche desiderabile, eliminare le differenze di educazione, di usi e di tradizioni tra le diverse nazioni. Queste differenze danno ad ogni singola nazione la possibilità di contribuire in modo distintivo alla somma totale della civiltà del mondo. “
Bertrand Russell, Le mie idee politiche. Una guida per orientarsi nelle ideologie politiche di tutti i tempi, traduzione di Adriana Pellegrini, Longanesi & C. (serie ocra, collana Pocket saggi n° 525), 1977; pp. 144-46.
[1ª Edizione originale: Political Ideals, New York: The Century Co., 1917; full text Here]
NOTA: nella prefazione l’autore puntualizza: «Questo libro è stato scritto nel 1917, ma pubblicato soltanto in America. Avrebbe dovuto essere una serie di conferenze, ma il ministero della Guerra lo impedì. Il primo capitolo doveva essere una conferenza da tenersi a Glasgow, presieduta da Robert Smillie, presidente della Federazione Minatori. Poco prima della data fissata per la conferenza il governo mi proibì l'ingresso in quelle che venivano chiamate « zone proibite », tra le quali era compresa Glasgow. Queste zone comprendevano tutto quanto si trovava vicino alla costa, e l'ordine era inteso contro le spie, per impedire che facessero segnalazioni ai sottomarini tedeschi. Il ministero della Guerra fu tanto cortese da dire che non mi sospettava di spionaggio a favore dei tedeschi; mi accusò soltanto di fomentare il disinteresse industriale, allo scopo di por fine alla guerra. Smillie annunciò che avrebbe tenuto la riunione di Glasgow nonostante la mia inevitabile assenza e infatti lesse la conferenza che avrei dovuto tenere io. Il pubblico rimase piuttosto sorpreso dalla differenza dal suo solito stile; ma alla fine, Smillie annunciò di aver letto la conferenza proibita. Il governo aveva troppo bisogno di carbone per agire contro di lui.»
10 notes · View notes
aldameriniofficial · 3 months
Text
Quando venni ricoverata per la prima volta in manicomio ero poco più di una bambina, avevo sì due figli e qualche esperienza alle spalle, ma il mio animo era rimasto semplice, pulito, sempre in attesa che qualche cosa di bello si configurasse al mio orizzonte; del resto ero poeta e trascorrevo il mio tempo tra le cure delle mie figliole e il dare ripetizione a qualche alunno, e molti ne avevo che venivano a scuola e rallegravano la mia casa con la loro presenza e le loro grida gioiose. Insomma era una sposa e una madre felice, anche se talvolta davo segni di stanchezza e mi si intorpidiva la mente. Provai a parlare di queste cose a mio marito, ma lui non fece segno di comprenderle e così il mio esaurimento si aggravò, e morendo mia madre, alla quale io tenevo sommamente, le cose andarono di male in peggio tanto che un giorno, esasperata dall'immenso lavoro e dalla continua povertà e poi, chissà, in preda ai fumi del male, diedi in escandescenze e mio marito non trovò di meglio che chiamare un'ambulanza, non prevedendo certo che mi avrebbero portata in manicomio. Ma allora le leggi erano precise e stava di fatto che ancora nel 1965 la donna era soggetta all'uomo e che l'uomo poteva prendere delle decisioni per ciò che riguardava il suo avvenire.
Fui quindi internata a mia insaputa, e io nemmeno sapevo dell'esistenza degli ospedali psichiatrici perché non li avevo mai veduti, ma quando mi ci trovai nel mezzo credo che impazzii sul momento stesso in quanto mi resi conto di essere entrata in un labirinto dal quale avrei fatto molta fatica ad uscire. Improvvisamente, come nelle favole, tutti i parenti scomparvero.
La sera vennero abbassate le sbarre di protezione e si produsse un caos infernale. Dai miei visceri partì un urlo lancinante, una invocazione spasmodica diretta ai miei figli e mi misi a urlare e a calciare con tutta la forza che avevo dentro, con il risultato che fui legata e martellata di iniezioni calmanti. Ma, non era forse la mia una ribellione umana? non chiedevo io di entrare nel mondo che mi apparteneva? perché quella ribellione fu scambiata per un atto di insubordinazione?
Un po' per l’effetto delle medicine è un po' per il grave shock che avevo subito, rimasi in istato di coma per tre giorni e avvertivo solo qualche voce, ma la paura era scomparsa e mi sentivo rassegnata alla morte.
Dopo qualche giorno mio marito venne a prendermi, ma io non volli seguirlo. Avevo imparato a riconoscere in lui un nemico e poi ero così debole e confusa che a casa non avrei potuto far nulla. E quella dissero che era stata una mia seconda scelta, scelta che pagai con dieci anni di coercitiva punizione.
3 notes · View notes
qualbuonvento · 1 year
Text
L’autunno, la stagione della liguritudine.
Qualcuno dice essere un’attitudine, forse un’abitudine, ma perché no: anche beatitudine e solitudine in felice congiunzione. Sì, quando il vociare dei turisti sfuma, quando vie, calate e piazzette tornano a manifestare la bellezza del vuoto pneumatico, quella bellezza che si mischia a una tavolozza di colori che il calo dell’umidità e del vapore acqueo nell’aria rende più nitida, tagliente, esplosiva. Ecco, si dirà, la solita misantropia dei liguri che odiano i turisti. No, sarebbe ingiusto.
qualcosa, durante quei due, tre mesi di pieno, di fronte a loro cambia: la folla di persone che si accalca fuori dai panifici e lungo i moli modifica i connotati del paesaggio, che si antropizza oltre ogni misura, evocando un volto tumefatto da punture di calabrone. Salta alla mente un appunto del giornalista Piero Scanziani durante una sua esperienza in India. Il libro si chiama Entronauti, è un reportage di viaggio alla ricerca della propria dimensione interiore. In India Scanziani nota che invece di incontrare la saggezza, alla volta della quale era partito, incontra l’uomo. “Per le strade dell’India incontri l’uomo, più che in ogni altro luogo. Lo incontri innumerevolmente. (…) Non avviene mai che la figura umana scompaia dal paesaggio. Mai restano sole le pianure o le montagne o le fiumane, mai. L’uomo è onnipresente, ti è sempre davanti con tutti i suoi volti, le sue grandezze e le sue miserie. L’uomo è il panorama dell’India”.
(...)
Poi, per fortuna, arriva l’autunno. Arrivano le prime frescure, arriva il cielo carico di una strana felicità; arriva quel gioco di verdi vividissimi che ornano i monti e le fasce; arrivano i primi sentori di olive stropicciate, che “strizzano” le narici. E la Liguria, via via, torna al suo stato naturale. Il vero viaggiatore (non chiamiamolo più turista) che curioso e solitario si aggira a fine settembre fra i suoi viottoli è colui che ha capito cos’è la Liguritudine e che si è fatto ligure fra i liguri; paziente, ha atteso il momento in cui l’orizzonte di quel tramonto rosso fuoco si liberasse dalle folle vocianti. E ora, anziché fotografarlo, comprende che può e deve viverlo in presa diretta, assaporarlo fino all’ultimo scampolo di colore, diventare uno con questa grande, silenziosa, commovente bellezza.
G. B.
14 notes · View notes
curiositasmundi · 11 months
Text
“L’esperienza fu naturalmente una visione del Paradiso e dell’Inferno, coerente con la mia educazione cattolica, e come tutte le visioni genuine, molto difficile da esprimere in parole. Le lunghe scene senza parole in Toby Dammit rappresentano ciò che sono riuscito a esprimere della mia esperienza con l’LSD. Gli oggetti e le loro funzioni non avevano più significato. Tutto quello che percepivo era la percezione stessa, l’inferno di forme e figure prive dell’emozione umana e staccato dalla realtà del mio contesto irreale. Ero uno strumento in un mondo virtuale che costantemente rinnovava la sua immagine priva di significato in un mondo vivente a sua volta percepito come fuori natura. E poiché l’apparenza delle cose non era più definitiva ma senza limiti, questa coscienza paradisiaca mi liberò dalla realtà esterna a me. Il fuoco e la rosa, come fu, divennero uno”.
Con queste parole Federico Fellini racconta direttamente la sua esperienza con l’LSD nel documentario “Je suis un grand menteur” di Damian Pettigrew, uscito in Italia con il titolo “Federico Fellini: Sono un gran bugiardo”.
Un’esperienza, quelle del regista con la sostanza psichedelica per eccellenza, fatta nel 1964 quando l’LSD era ancora legale, guidata dallo psicanalista Emiliano Servadio, di cui Fellini era paziente, considerato tra i fondatori della psicanalisi in Italia con interessi che andavano oltre le tematiche prettamente psicologiche investendo il mondo dell’esoterismo e della ricerca spirituale.
[...]
8 notes · View notes
scienza-magia · 10 months
Text
Il pensiero magico di Jung
Tumblr media
Jung il grande psicoanalista svizzero manifestò sempre un grande interesse per la grande tradizione magico alchemica. In Jung tale interesse divenne sempre più netto quando più si andò convincendo che oltre all’inconscio personale teorizzato da Freud in ogni essere umano esisteva uno strato ancora più profondo innato che poteva essere definito “inconscio collettivo”. Esso al contrario dell’inconscio personale aveva contenuti e comportamenti identici dappertutto e per tutti gli individui. L’inconscio collettivo può anche essere definito un substrato psichico comune di natura sopra personale presente in ogni individuo. Proprio nella prospettiva dell’inconscio collettivo Jung già cultore di Paracelso vede nell’alchimia una vera e propria anticipazione della moderna psicologia dell’inconscio. Di conseguenza egli interpreta l’alchimia in chiave simbolica. Lo psicoanalista svizzero convinto della storicità dell’alchimia mette chiaramente in luce il carattere compensatorio dell’alchimia rispetto agli aspetti d’ombra della tradizione religiosa filosofica e scientifica occidentale. L’alchimia viene da lui messa in rapporto con la tradizione gnostica nonché con quella dimensione esoterica che vede nei segni e nei fenomeni visibili la continua imprescindibile allusione a una dimensione che oggi viene chiamata inconscia. Per Jung in ogni caso tale dimensione non è mai stata completamente definibile e conoscibile. Se è vero che vi sono molte troppe cose che oltrepassano l’orizzonte della comprensione umana e che per questo ricorriamo costantemente all’uso di termini simbolici o immagini è anche vero che tutti i fatti della cosiddetta realtà diventano eventi psichici. Ma la natura di tali eventi psichici è inconoscibile in quanto la psiche non può conoscere la propria sostanza psichica. Per tale ragione ogni esperienza contiene un numero infinito di fattori sconosciuti per non dire del fatto che ogni oggetto concreto è sempre sconosciuto sotto certi aspetti dal momento che non siamo in grado di conoscere la natura sostanziale della materia in sé. Molti eventi rimangono così al disotto della soglia della coscienza cosicché il loro cuore segreto continua ad agire inosservato ripresentandosi sotto forma di sogno oppure come mito oppure pratica di cui la ragione cosciente difficilmente riesce a decifrare il senso. Pertanto ben precisi archetipi continuano a manifestarsi nelle forme più diverse come tendenze istintive che ripetono sempre lo stesso motivo. Tali archetipi non vanno intesi come forme statiche ma come fattori dinamici che si manifestano come forma di impulsi. Per Jung magia alchimia inconscio personale e sogno sono manifestazioni diverse di un medesimo complesso psichico ruotante intorno ad alcuni simboli fondamentali. Tali simboli fondamentali non sono mai stati inventati da questa o quella figura da questa o quella popolazione ma da ognuna di tali individualità storicamente determinate vengono in qualche modo ritrovati. Anche la magia e l’alchimia sono pratiche utili a portare a termine ciò che la natura ha lasciato incompleto. Proprio come pensava Paracelso. Entrambe implicano una intuizione del “lumen naturae” che agirebbe nel corpo invisibile. Infatti l’alchimista esegue la volontà di Dio e cioè che l’invisibile venga detto visibile. In Jung ritorna dunque la consapevolezza che nell’atteggiamento magico alchemico ma in fondo in ogni forma dell’agire sia essenziale la convinzione inconscia relative alla mancanza dell’unità. Lo psicologo svizzero afferma che l’anima è per natura religiosa se così non fosse se non si sapesse che nell’anima si trovano i valori supremi la psicologia non interesserebbe per nulla lo psicologo svizzero. A suo parere quelli che si definiscono religiosi dovrebbero prendere coscienza del divino quello che abita “ab origine” nella loro anima. Inoltre quelli che si definiscono religiosi dovrebbero anche prendere coscienza della contraddittorietà che è presente in tutti gli uomini nel loro intimo. Per Jung Budda Cristo e le diverse figure presenti nelle molte religioni che di fatto esistono nel mondo vanno considerati come simboli di quell’archetipo universale che Jung chiama il “Se”. Lo stesso archetipo è caratterizzato dall’unità dei contrari. Per Jung il Se è paradossalità assoluta dal momento che rappresenta sotto ogni riguardo e d’aspetto tesi e antitesi e contemporaneamente sintesi. In definitiva possiamo dire che non bisogna stupirsi dell’interesse di Jung nei riguardi dell’alchimia. Non dobbiamo dimenticare che per lo psicologo svizzero l’alchimia è una pratica il cui metodo consisteva nell’andare all’oscuro attraverso il sentiero del più oscuro nonché nell’andare all’ignoto attraverso il sentiero del più ignoto. Concludiamo tale articolo mettendo in evidenza che tematiche analoghe a quelle di Jung escono comunque dall’ambito della filosofia-psicologia e finiscono per affascinare un altro grande protagonista del Novecento europeo. Non si tratta di un filosofo o di uno psicologo ma di un’artista ovvero Andre Breton. Prof. Giovanni Pellegrino Read the full article
5 notes · View notes
susieporta · 8 months
Text
BISOGNO DI CONSIDERAZIONE
Un praticante DEVE superare il suo bisogno di considerazione, altrimenti non va avanti.
Chieditelo ogni tanto...: t'incazzi quando non vieni considerato/a?
Il desiderio di essere considerati è profondamente radicato nella nostra esperienza umana.
Cerchiamo approvazione, accettazione e riconoscimento dagli altri, ma cosa succede quando questo bisogno diventa dominante al punto da preferire di essere considerati in negativo pur di esserlo?
1. Diventi un tossico di opinioni degli altri, inutile che ti dica che fine fanno i tossici.
2. Quando il nostro benessere dipende dalla considerazione degli altri, diventiamo vulnerabili alle fluttuazioni delle opinioni e dei giudizi. Questo può causare ansia, insicurezza e instabilità emotiva.
3. Perdita di autenticità. Proprio perché non vogliamo deludere gli altri si finisce per conformarsi alla massa.
4. Non sei più tu. Una persona arrabbiata in quel momento è RABBIA, questo comporta la perdita della centratura, quindi siamo come una barca alla deriva.
Trovare un equilibrio tra il desiderio di considerazione e l'indipendenza spirituale può essere una delle sfide più ardue del nostro percorso.
Coltivare la consapevolezza di sé, la compassione e la connessione con qualcosa di più grande di noi stessi può aiutarci a superare la dipendenza dalla considerazione esterna e a trovare una pace interiore più profonda.
E poi... fregatene degli altri, prima vieni tu!
No non è Ego, è AMOR PROPRIO.
Buona Pratica
Luigi Silvestri
11 notes · View notes