“Esiste una stanchezza dell'intelligenza astratta ed è la più terribile delle stanchezze. Non è pesante come la stanchezza del corpo, e non è inquieta come la stanchezza dell'emozione. È un peso della consapevolezza del mondo, una impossibilità di respirare con l'anima.”
L'intelligenza coincide spesso con l'apertura mentale, con il riuscire a vedere le cose anche da un'altra prospettiva. Solo le persone con questa capacità potranno riuscire a risolvere i problemi del mondo.
Se una soluzione esiste, potremmo non essere in grado di trovarla
C'è uno studio, effettuato in doppio cieco su 22 volontari, che sembrerebbe dimostrare una diminuzione di alcune capacità cognitive, e in particolare il prendere decisioni, sopra una concentrazione di CO2 di 600 ppm. Per questo motivo si consiglia di areare i posti di lavoro, in modo da riportare l'anidride carbonica ai livelli accettabili presenti nell'atmosfera esterna, che è attualmente di 420 ppm.
Al contrario dell'inquinamento da polveri sottili e sostanze tossiche, la CO2 ha una cosa molto comoda: il valore è pressoché uniforme nel mondo, con lievi variazioni in base alla zona nella quale viene fatta la misurazione. Per questo il valore di riferimento viene preso in cima al Mauna Kea, nelle isole Hawaii.
Questo grafico dell'IPCC mostra le previsioni, con diversi scenari ottimistici e pessimistici, dell'aumento della CO2, legato dall'attività umana, a partire proprio dalle 313 ppm registrate nel 1958 a Mauna Kea. Ci ho aggiunto solamente una linea arancione in corrispondenza dei 600 ppm, per evidenziare il momento molto vicino nel quale probabilmente inizierà ad esserci ovunque troppa CO2 per garantire un ottimale funzionamento del nostro cervello.
Possiamo ragionevolmente supporre che trovare una soluzione per ridurre le emissioni di anidride carbonica sia uno sforzo intellettuale notevole, dal momento che non siamo ancora stati in grado di trovarla.
Questo vuol dire che, dal 2055 in poi, se non avremo già trovato una soluzione per ridurre le emissioni di anidride carbonica e se non avremo già iniziato a invertire la rotta, potremmo non essere più in grado di compiere quello sforzo cognitivo necessario a risolvere il problema delle emissioni. E gradualmente non saremo neppure più in grado di risolvere problemi via via più semplici.
La vita sulla Terra probabilmente continuerà, visto che ha sopportato concentrazioni di anidride carbonica ben più alte. Ma probabilmente il nostro pianeta non sarà più compatibile con l'intelligenza umana, la quale, invece, si è evoluta nell'ultimo paio di milioni di anni a concentrazioni di C02 più basse. E che non farà in tempo ad adattarsi, proprio a causa della velocità straordinaria con la quale stiamo continuando assurdamente ad immettere anidride carbonica nell'atmosfera.
Difficile dimostrare che i problemi cognitivi non si stiano già verificando.
“ Non sono nata per essere ragionevole. Sono nata per amare, per essere felice, per odiare, per immaginare, per inventare, per capire e anche, di tanto in tanto, per essere ragionevole, ma non devo essere ragionevole. Essere ragionevole vuol dire adattare i propri pensieri a quel che gli è contrario; modificare e distorcere la propria intelligenza per assecondare i desideri altrui. La mia ragionevolezza è diversa da quella di un altro. La ragione pretende la felicità. La ragionevolezza tende al possibile. La felicità non può essere catturata dal possibile. La felicità è l’avvento del miracolo. Il miracolo produce la virtú e la grazia, non viceversa. “
Patrizia Cavalli, Con passi giapponesi, Einaudi, 2019¹; p. 132.
Troppo stupida per essere intellettuale, troppo acuta per essere semplice manovalanza. La mia intelligenza risulta totalmente insfruttabile a livello capitalistico.