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#francesca riso
theonevoice · 11 months
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Warning: Ineffable tragedy ahead
I was fidgeting with the possible implication of this post by @aduckwithears and this post by @newfangledfancy because there was something in this sword discussion that hooked my little fanart brain. But as I was mentally sketching ideas I'm afraid I managed to grasp the mental image that was vaguely floating in the back of my mind since the beginning of this sword detail speculation.
It was Gaetano Previati's painting inspired by the episode of Paolo and Francesca in the Canto V of the Divine comedy.
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Paolo e Francesca, Gaetano Previati, ca 1887.
If you don't know the episode, it tells the story (an actual historical episode that, at the time, caused such an outcry that some historians compare it to the public reaction that followed Lady Diana's death in the 90s) of a married woman who secretly falls in love with his husband's brother, who secretly loves her back, and for a while they manage to bury their passion, mainly by denying it and not acknowledging it even with themselves. They suppress their feelings so violently that they become dangerously unaware of them, and one day, while they were alone together "without any suspicion" (of their possible fall, so sure they were to have canceled their mutual attraction - but of course it's telling that they chose to spent time together, away from anyone else), they start reading a book about, of all things, the legend of King Arthur, and when they come to the part of Lancelot kissing Guinevere, they are suddenly overwhelmed by their feelings and kiss (here it's were I remind you of the two little figures, one black and one white, kissing in the theater during the title sequence of s2: passion ignited by fiction, be it a novel by Jane Austen or a Richard Curtis movie). And right away they are surprised by her husband, who kills them both with a single stroke of his sword.
This is how Dante tells the story (Francesca is speaking here, and the most relevant part of Dante's retelling is that she and Paolo are depicted as "one character split in two" - I don't need to explain how this is linked to our ineffable husbands) [tentative english translation below]:
"Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita ci spense. [...]
Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fïate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disïato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante."
Love, that quickly seizes the gentle heart, enthralled him with the beautiful person (1) that was taken from me, and the way (2) still insults me.
Love, that forgives no beloved from loving back, enthralled me with his pleasure (3) so strongly, that, as you see, it still doesn't leave me;
Love brought us to one death; ⁠Caïna (4) awaits him who quenched us from life. [...]
We were reading one day, as a pastime, about Lancelot, and how love seized him; we were alone and without any suspicion (5).
Many times that reading made us raise our eyes, and turned us pale, but only one point was able to overcome us.
Whene we read of the desired smile being kissed by such a lover, this one, who never from me shall be divided,
kissed my mouth all trembling. ⁠Galeotto (6) was the book and he who wrote it. ⁠That day we did not read it any farther.
[sorry if it sounds clunky, I tried to translate the words in a way that conveys also the most widly accepted interpretation of certain passages, but it's still an allegorical poem from the XIII century... here's some notes to clarify a couple of points:
(1) "beautiful person": to be intended as both body and soul.
(2) "and the way": meaning the way in which they were murdered.
(3) "his pleasure": meaning the pleasure of being loved by him.
(4) "⁠Caïna": one of the 4 regions that form the deepest circle of hell, where traitors are punished (the Caina is the place where traitors of their own family are held, named after Cain).
(5) "without any suspicion": meaning they were so sure to be able to control their feelings that they did not "suspect" themselves of giving in to their passion.
(6) "Galeotto": the Italian name of Galehaut, a knight of the Table Round who is responsible for arranging the secret meeting of Lancelot and Guinevere.]
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susieporta · 7 months
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Ti salva un mandarino quando hai sia sete che fame, una febbre quando è troppo, una voce che pronuncia il tuo nome per intero quando l'ombra è larga e lunga, qualcuno che tiene il posto, il tuo posto quando sei in ritardo e qualcun altro che comunque, al di là di come sia andato il suo giorno, ti saluta.
Ti salva un ciao, l'alba quando cerchi l'uscita dalla notte, il fuoco quando hai freddo, un abbraccio quando ti stai sparpagliando e una parola caramella quando ti stai odiando.
Ti salvano gli sguardi quieti quando non riesci a risolverti, voci mari calmi quando non trovi assoluzione e un sonno quando pensi non ci sia soluzione.
Ti salva chi ti dà e ti fa la tregua quando un attimo in più e potresti sprofondare, un seme per tutte quelle volte che non sei più quella di prima ma neanche quella che sarai, un seme che ti ricorda la strada e il tempo necessario per camminarla.
Ti salva un canto quando i pensieri alzano la voce, una mano sopra gli occhi quando c'è la guerra e una sulla pancia quando serve la speranza.
Ti salva il freddo per farti tana, il caldo per farti aria e farfalla, la pioggia per fare il pianto, le stelle per i salti alti bambini, una nebbia per nascondiglio, una cura per il male, un gioco per il riso, un ballo con il vento per la festa e un sogno come trampolino.
Ci salvano piccole cose che non sono mai -le cose-.
Francesca Pachetti
(La Raccontadina)
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canesenzafissadimora · 7 months
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"Cara Francesca,
spero che questa mia ti trovi bene.
Non so quando la riceverai. Quando io me ne sarò già andato.
Ho sessantacinque anni, ormai, e ne sono passati esattamente tredici dal nostro primo incontro, quando imboccai il vialetto di casa tua in cerca di indicazioni sulla strada.
Spero con tutto me stesso che questo pacchetto non sconvolga in alcun modo la tua vita. Il fatto è che non sopporto di pensare alle mie macchine fotografiche sullo scaffale riservato all’attrezzatura di seconda mano di un negozio o nelle mani di uno sconosciuto. Saranno in pessime condizioni quando le riceverai, ma non ho nessun altro a cui lasciarle e mi scuso del rischio che forse ti costringerò a correre mandandotele.
Dal 1965 al 1975 ho viaggiato quasi ininterrottamente. Nell’intento di allontanarmi almeno parzialmente dalla tentazione di telefonarti o di venire a cercarti, tentazione che da sveglio in pratica non mi lascia mai, ho accettato tutti gli incarichi oltreoceano che sono riuscito a procurarmi. Ci sono stati momenti, molti momenti, in cui mi sono detto: << All’inferno, vado a Winterset e, costi quel che costi, porto Francesca via con me>>.
Ma non ho dimenticato le tue parole, e rispetto i tuoi sentimenti. Forse avevi ragione, non lo so. So però che uscire dal viale di casa tua, in quella arroventata mattinata di agosto, è stata la prova più ardua che abbia mai affrontato e che mai avrò occasione di affrontare. Dubito, in effetti, che molti uomini ne abbiano vissute di più dure.
Ho lasciato il National Geographic, nel 1975 e da allora mi sono dedicato soprattutto a fotografare ciò che piaceva a me, prendendo il lavoro là dove potevo, servizi locali o regionali che non mi impegnavano mai più di pochi giorni.
Finanziariamente è stata dura, ma tiro avanti.
Come ho sempre fatto.
Buona parte del mio lavoro lo svolgo nella zona di Puget Sound. Mi va bene così. Pare che invecchiando gli uomini si rivolgano sempre più spesso all’acqua.
Ah, sì, adesso ho un cane, un golden retriever.
L’ho chiamato Highway, e lo porto quasi sempre con me, quando siamo in viaggio, se ne sta con la testa fuori dal finestrino, in cerca di posti interessanti da fotografare.
Nel 1972 sono caduto da una rupe nell’Acadia National Park, nel Maine, e mi sono fratturato una caviglia.
Nella caduta ho perso la catena e la medaglia, ma fortunatamente non erano finite lontano. Le ho recuperate e un gioielliere ha provveduto ad aggiustare la catena.
Vivo con il cuore impolverato, Meglio di così non saprei metterla. C’erano state delle donne prima di te, qualcuna, ma nessuna dopo. Non mi sono votato deliberatamente alla castità: è solo che non provo alcun interesse.
Una volta ho avuto modo di osservare il comportamento di un’oca canadese la cui compagna era stata uccisa dai cacciatori. Si uniscono per la vita, sai. Dopo l’episodio, ha continuato ad aggirarsi intorno allo stagno per qualche giorno. L’ultima volta che l’ho vista, nuotava tutta sola tra il riso selvatico, ancora alla ricerca. Immagino che da un punto di vista letterario la mia analogia sia troppo scontata, ma è più o meno così che mi sento anch’io.
Con la fantasia, nelle mattine caliginose o nei pomeriggi in cui il sole riflette sull’acqua a nord-ovest, cerco di immaginare dove sei e che cosa stai facendo.
Niente di complicato…ti vedo in giardino, seduta sulla veranda, in piedi davanti al lavello della cucina. Cose così.
Ricordo tutti. Il tuo profumo e il tuo sapore, che erano come l’estate stessa. La tua pelle contro la mia, e il suono dei tuoi bisbigli mentre ti amavo.
Robert Penn Warren scrisse: << Un mondo che sembra abbandonato da Dio >>. Non male, molto vicino a quello che provo per te certe volte. Ma non posso vivere sempre così. Quando la tensione diventa eccessiva, carico Harry e, in compagnia di Highway, ritorno sulla strada per qualche giorno.
Commiserarmi non mi piace. Non è nella mia natura. E in genere non me la passo poi tanto male.
Al contrario, sono felice di averti almeno incontrata.
Avremmo potuto sfiorarci come due frammenti di polvere cosmica, senza sapere mai nella l’uno dell’altra.
Dio o l’universo o qualunque altro nome si scelga di dare ai grandi sistemi di ordini ed equilibri, non riconosce il tempo terrestre. Per l’universo, quattro giorni non sono diversi da quattro miliardi di anni luce. Per quanto mi riguarda, cerco di tenerlo sempre a mente.
Ma, dopo tutto, sono un uomo.
E tutte le considerazioni filosofiche non bastano a impedirmi di desiderarti, ogni giorno, ogni momento, con la testa piena dello spietato gemito del tempo, del tempo che non potrò mai vivere con te.
Ti amo, di un amore profondo e totale. E così sarà sempre."
L’ultimo cowboy,
Robert.
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“I ponti di Madison County”, R.J.Waller
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mudwerks · 2 years
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Francesca Bertini in La Gola (1918)
Spanish postcard. Photo: J. Gurgui, Barcelona / Bertini Film / Caesar Film. Francesca Bertini in La gola/Gluttony (Camillo De Riso, 1918), one of the films in the series I sette peccati capitali/The Seven Mortal SIns.
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ninaemsaopaulo · 9 months
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Sob o sol da Toscana
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Na minha cabeça, existe um pacto cinematográfico reinante em Hollywood: os filmes da mulher divorciada. Essa categoria é apenas uma das extensões de romances de banca de revista (coleções Sabrina, Julia e Bianca) e séries estilo dorama — a versão atualizada da divorciada geração Z. No cinema, o último grande expoente dessa xaropada com bilheteria significativa provavelmente foi Comer, rezar, amar. Mas não pesquisei profundamente e obrigada, pois não quero. O filme da mulher divorciada mostra sempre uma mulher branca superando os desafios da maturidade, sobretudo pós-relacionamento. Ela não necessariamente tem que ser uma mulher divorciada, ela pode ser Julia Roberts em O sorriso de Monalisa, por exemplo: à frente do seu tempo, tentando mostrar às suas alunas que elas não precisam de macho para serem felizes e tá tudo bem. Invariavelmente, você termina esse tipo de filme suspirando, com a ilusão de ter sido muito empoderada naquelas duas horas. Você tem trinta anos ou está cada vez mais próxima dos quarenta e algum filme dessa categoria vai te fazer chorar.
Sob o sol da Toscana, filme de 2003, segue direitinho a receita do “filme de mulher divorciada”: Frances, interpretada por Diane Lane, é uma escritora e crítica literária norte-americana que, logo no início do filme, descobre a infidelidade do marido e sai da casa na qual eles compartilharam uma vida inteira, porque no bairro tem boas escolas e o bonitão engravidou a amante (risos). As melhores amigas de Frances, casal de lésbicas e médicas do elenco de Grey’s anatomy (é sério), ficam com pena e lhe presenteiam com passagens para uma excursão gay pela Itália. Irrecusável, convenhamos, mas Frances faz c* doce até se dar conta de que não há nada a perder para quem já perdeu tudo mesmo, né? Então, ela vai.
Chegando lá, persegue uma divorciada promovida a categoria de viúva e que faz cosplay de Sylvia tomando banho na fonte em La Dolce Vita (essa cena de Fellini é linda, mas acho insalubre a reprodução). Fascinada por Katherine (Lindsay Duncan), Frances segue seu conselho e compra uma casa gigantesca, caindo aos pedaços, que precisa de muita reforma. Contrata três poloneses que falam pouquíssimo tanto inglês quanto italiano e, com muita paciência e espírito aventureiro, descobre a dor e a delícia de viver sob o sol da Toscana, tal como o título sugere. A história do filme é inspirada no livro homônimo de Frances Mayes, que também é sua biografia.
Todos, absolutamente TODOS os homens italianos ao redor de Frances desejam seu corpo nu. E tudo bem— é Diane Lane no auge da beleza. Eu, que tenho três italianos no currículo, assino embaixo que são todos maravilhosamente safados. Frances, no início, atira para todos os lados, até mesmo para cima do corretor que lhe vendeu a casa, um homem casado e pai de dois filhos. Mas, no decorrer do filme, ela se incomoda com o assédio nas ruas e é então que encontra Marcello (claro, que outro nome teria?): um belo e jovem italiano, alto, de olhos azuis, que veste branco tal como um malandro carioca. Só que Marcello mora lá na p*ta que pariu da Itália; no que Frances vive uma série de desencontros com ele enquanto sua amiga, Patti (Sandra Oh), se instala em sua casa, grávida, porque foi abandonada pela esposa e agora temos um filme sobre duas divorciadas.
Frances, que nessa altura da história já mudou o nome para Francesca, não está em casa quando Marcello tenta visitá-la. No mesmo dia, nasce a bebê de sua amiga, mais duas semanas se passam, Frances compra um vestido branco e pega um barco para a outra ponta da Itália, porque ela quer encontrar Marcello de novo e é muito esforço por um macho. Como um bom homem italiano que não perde tempo, Marcello já está com outra, no que Frances volta para casa com o rabo entre as pernas.
Além das paisagens italianas, sempre divinas, já falei que deve ser UMA DELÍCIA filmar na Itália (Jude Law em O talentoso Ripley que o diga, pois estava no auge da beleza também), o único destaque válido desse filme é a presença de Katherine: ela acha que foi amante de Fellini, ela recria as cenas de Fellini, ela veste preto como a teoria que criei da “viúva Dolce & Gabbana” (vestido preto colado no corpo, decotado, comprimento midi, um chapéu enorme, um pouco de renda e provavelmente é alguém que matou o marido e está prestes a fugir do país após o enterro — é assim que quero me vestir quando envelhecer), ela chora cada amor que não vinga e se recompõe com uma taça de vinho. Eu queria um filme só sobre ela. Katherine deveria ser a protagonista de Sob o sol da Toscana. E ainda é tratada pelos vizinhos como uma senhora excêntrica digna de deboche, coitada.
Sob o sol da Toscana é uma Sessão da tarde disponível na Netflix que, na real, decidi rever. Mas esse filme costumava passar nas madrugadas da Globo, de vez em quando depois do Oscar, da exibição de festividades do ano-novo, ou na noite em que era anunciado “acerte seu relógio, entramos no horário de verão”. É um filme típico da Itália sendo retratada pelo olhar americano: o verão é eterno, o calor é imenso, o amor está em todo lugar, mas ali é onde está o recomeço. Frances desejava em seu lar um casamento e a formação de uma família — e Deus escreve certo por linhas tortas, pois tudo se cumpre, ainda que de maneira inesperada. No final, um prêmio de consolação aleatório em forma de homem surge, por ela ter aprendido a se amar e se conhecer. Mas eu ainda preferia o Marcello.
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monkeyssalad-blog · 3 months
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Enna Saredo by Truus, Bob & Jan too! Via Flickr: Vintage Italian postcard. Ed. A. Traldi, Milano, 605. Phot by Pinto Roma. Enna Saredo (?-?) is a lesser known actress of Italian silent cinema, who still acted in 60 films. Enna Saredo was a Neapolitan actress who started to act at the Roman film studio Cines in 1909, immediately playing leads (e.g. Bianca Capello and L'amorino, both 1910; San Sebastiano, 1911), also in long features such as Due vite per un cuore (1912) and Malía (1913). While few titles of her are known of 1909-1911, she for sure made one film a month at Cines, acting opposite other Cines regulars such as Amleto Novelli and Gustavo Serena. In Il trabocchetto punitore (1912) a bandit (Amleto Novelli) is punished after having killed a farmer. Hunting the farmer's son for the money, it is instead his own daughter (Saredo) who, helping the son, falls down a trapdoor and is killed. In La rupe del Malconsiglio (1913) Saredo played an unfaithful shepherdess who forgets her oath and marries a landowner. Her beloved (Amleto Novelli) takes an awful revenge. Prints of both films exist in the Desmet Collection of the Dutch Eye Filmmuseum, while Eye also possesses a print of L'amorino. After intermezzi at Roma Film and Di Luggo, Saredo moved to Napoli Films where she was leading actress, often directed by Alberto Carlo Lolli (e.g. Amore e morte a Sorrento, 1914). End of 1914 Saredo moved to Latium Film where she acted in the last films of the company directed by Ubaldo Pittei (Angoscia and Conchita). Early 1915 she moved again to the Roman company Helios, where she starred in several dramas which would be released in 1916. But already in 1915 she had moved again, now to the company Augusta, where she starred in several patriotic films such as Come morí Miss Cavell, directed by Amleto Palermi and Oreste Gherardini. Pier da Castello praised her natural and sober performance as the British nurse killed by the Germans for being a spy. In 1916 Saredo also acted in a major part in Il suicidio by Lollo for the Neapolitan company Meridio. In 1917 Saredo was hired by the Roman Caesar Film, where she acted as supporting actress, e.g. in the The Cheat rip-off Malìa (Alfredo De Antoni 1917) starring Francesca Bertini. Major parts at Caesar she had in the serial Parigi misteriosa by Gustavo Serena and Le due orfanelle by Edoardo Bencivenga. In 1918 she worked for Armenia Film in films mostly directed by Romolo Bacchini, such as La dama misteriosa (1918). In 1919-21 Saredo worked again at Caesar as protagonist opposite Amleto Novelli in various dramas by Bencivenga but also in comedies by Camillo De Riso. In 1921 she was paired with Livio Pavanelli in the adventure film Il mistero di Roccabruna. In 1919 she worked for a wide range of companies: Novissima, Cines, Libertas, Palatino. By then her star was descending. Her last part was in Le vie del mare by one of her regular directors, Torello Rolli. Saredo acted in 60 films, marked by prestige and a lack of the excesses of the divas. Sources: IMDB, Aldo Bernardini, Cinema muto italiano protagonisti.
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captaindanielepoto · 8 months
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personal-reporter · 1 year
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Giornata mondiale degli Oceani 8 giugno 2023
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In occasione dell’8 giugno, Giornata Mondiale degli Oceani, MSC Marine Stewardship Council ricorda l’importanza di oceani in salute per la vita sul nostro Pianeta e per la sicurezza alimentare globale. La vita sul nostro Pianeta inizia dagli oceani, e per questo vanno rispettati e protetti attraverso le scelte di ogni giorno: è questo il messaggio di Marine Stewardship Council, organizzazione non profit che promuove la salute degli oceani attraverso il suo programma per la pesca sostenibile, per la Giornata Mondiale degli Oceani 2023. Gli oceani ricoprono due terzi del pianeta, forniscono l’ossigeno che respiriamo e il cibo di cui ci nutriamo, contengono un’immensa biodiversità per lo più ancora inesplorata e assolvono una indispensabile funzione di regolazione climatica. Tutti aspetti che si basano su un presupposto fondamentale: che essi siano in salute, e gli ecosistemi e le risorse in essi contenuti siano equilibrio tra loro. Un equilibrio che oggi è messo in pericolo da inquinamento, cambiamento climatico e pesca eccessiva, e che deve essere salvaguardato attraverso scelte sostenibili a tutti i livelli decisionali – consumatori, aziende, attività di pesca e istituzioni. “Vogliamo richiamare l’attenzione di tutti sugli oceani, perché la vita del Pianeta è intrinsecamente legata ad essi e perché essi non solo svolgono un ruolo fondamentale a livello ambientale, ma possono svolgere anche un ruolo cruciale nella sfida per garantire la sicurezza alimentare globale.” spiega Francesca Oppia, Direttrice del Programma MSC in Italia. “Le Nazioni Unite stimano che i sistemi alimentari debbano aumentare la propria produttività del 70% per soddisfare una crescita di popolazione che supererà i 9 miliardi di persone nel 2050. In questo scenario, la gestione sostenibile della pesca può fornire proteine e nutrienti ai milioni di persone che oggi soffrono di carenze nutritive o di insicurezza alimentare. Per questo motivo è necessario che tutti, dai pescatori alle aziende che operano nel comparto alimentare, dai consumatori ai governi nazionali e locali, mettano la protezione degli oceani in cima alla propria lista delle priorità”. Secondo le Nazioni Unite, gli alimenti provenienti dai sistemi acquatici, detti Blue Foods (animali, piante e alghe pescati o coltivati in ambienti marini o acqua dolce) sono degli alleati fondamentali per affrontare la sfida della sicurezza alimentare globale. Secondo una ricerca di Costello et al. (2016), se tutte le attività di pesca fossero ben gestite, sarebbero in grado di produrre 16 milioni di pescato in più ogni anno, che andrebbero ad alleviare la diffusa carenza di nutrienti fondamentali quali ferro, vitamina B12 e acidi grassi Omega-3. 10 ragioni per proteggere i prodotti del mare: 1- I prodotti del mare sono ricchissimi di nutrienti Pesce e frutti di mare sono ricchi di nutrienti come zinco, ferro, vitamine A e B12 e acidi grassi omega-3, essenziali per la salute umana. I pesci grassi come il salmone e le aringhe contengono più nutrienti essenziali di noci, cereali, carne, verdure a foglia o semi, che sono più assorbiti e utilizzati meglio rispetto a quelli contenuti nelle stesse verdure e negli integratori alimentari. 2- I prodotti del mare hanno un minor impatto ambientale Rispetto all’allevamento a terra, la pesca consuma pochissima terra o acqua, né richiede fertilizzanti o mangimi. Il consumo di prodotti ittici pescati comporta meno di un decimo della quantità di anidride carbonica associata alla carne rossa. Ha anche un'impronta di carbonio inferiore a quella del formaggio o del pollo. Alcuni piccoli pesci come aringhe, sgombri e spratti, hanno emissioni di carbonio inferiori a quelle del riso e del mais, oltre a essere tra i pesci più nutrienti da mangiare. 3- Il consumo di pesce in Italia è più alto della media europea. Gli italiani consumano 30kg di pesce fresco pro capita per anno, mentre la media europea si attesta intorno ai 23kg. Le specie più consumate nel 2020 in Italia sono state il tonno pinna gialla, il calamaro, il salmone, la cozza, il tonnetto striato e il merluzzo nordico (dati EUMOFA). I maggiori consumatori di pesce in Europa sono i portoghesi (57kg pro capita per anno) e i danesi (35kg); agli ultimi posti troviamo invece ungheresi (6,5kg) e cechi (5,7kg). 4- Ci sono migliaia di specie diverse da provare Sono 2.200 le specie di pesce pescato e 600 di pesce allevato, eppure la maggior parte di noi consuma le stesse poche specie. Eppure, variare le specie consumate allevia la pressione su quelle più comuni, aiutando a preservare la biodiversità. 5- Il pesce è un’importante fonte di sussistenza 600 milioni di persone dipendono almeno in parte dal settore della pesca e dell’acquacultura e più della metà è rappresentata da donne; la maggior parte di queste persone si trova nei Paesi in via di sviluppo. A essere coinvolte nel settore primario della pesca sono invece 58,8 milioni di persone secondo la FAO. 6- La domanda di pesce raddoppierà entro il 2050 Per soddisfare questa domanda in continua crescita è necessario sostenere pratiche di pesca sostenibile e un allevamento responsabile di prodotti ittici. 7- Pescando meglio si pesca di più Pescare sostenibilmente e porre fine alla pesca eccessiva potrebbe far aumentare la produzione annuale globale di pesce di 16 milioni di tonnellate, sufficienti a soddisfare il fabbisogno proteico di 72 milioni di persone in più all'anno. 8- Le persone mangiano pesce da quasi 2 milioni di anni Le prime prove del consumo di pesce da parte di un essere umano risalgono a 1.95 milioni di anni fa e sono state ritrovate in Kenya. È in questo periodo che gli esseri umani con un cervello più grande hanno iniziato a evolversi. 9- Il pesce è una parte importante della tradizione culturale e religiosa Tradizionalmente, il pesce viene consumato il Venerdì Santo dai cristiani, mentre nell'ebraismo il pesce è un simbolo di fertilità e fortuna che si mangia durante il Capodanno ebraico. 10- Tutti noi possiamo proteggere gli oceani Scegliendo di consumare prodotti ittici da pesca sostenibile, riconoscibili dal marchio blu MSC, supporti i pescatori che implementano pratiche di pesca sostenibili su base scientifica, permettendo agli oceani di prosperare per il bene delle generazioni future. La Giornata mondiale degli oceani, cade l’8 giugno ed è nata durante l’Earth Summit del 1992 a Rio de Janeiro. È stata riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite nel 2008 per celebrare gli oceani e il nostro personale legame con il mare, e per sensibilizzare l'opinione pubblica sul ruolo essenziale che essi svolgono nella nostra vita e nella salute generale dell'ambiente. Per saperne di più: World Ocean day https://unesco.org Read the full article
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s-memorando · 1 year
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24 dicembre 2009
Piero della Francesca – Madonna del parto Risero alcuni di quel mutamento, ma egli li lasciava ridere e non vi badava; perché sapeva bene che molte cose buone, su questo mondo, cominciano sempre col muovere il riso in certa gente. Poiché ciechi aveano da essere, meglio valeva che stringessero gli occhi in una smorfia di ilarità, anzi che essere attaccati da qualche male meno attraente.…
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ecoledeschartes · 2 years
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“Grand tour” d'un chartiste. Archives et livres rares
Martin Bugnicourt effectue son stage de 4e année à la British School at Rome.
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Figure 1 : Au travail !
Comme j’en avais déjà l’intuition lors de ma première visite des lieux, j’ai vite été conforté dans l’idée que la British School at Rome (BSR, pour faire court) était un environnement de travail particulier. Entièrement dédiée à la recherche, qu’elle soit historique, archéologique ou artistique, cette institution plonge les résidents qu’elle accueille dans un bain de science particulièrement épanouissant. Et, du peu que j’ai pu en expérimenter, après plus d’un mois et demi de stage, l’atmosphère est tout aussi enrichissante pour le personnel qui encadre ces chercheurs.
De mon côté, j’ai surtout côtoyé l’équipe de la bibliothèque et des archives. Sous la direction d’une chartiste, Raphaële Mouren, travaillent les bibliothécaires, Beatrice Gelosia, Francesca Deli (dite Franceschina) et Francesca de Riso, ainsi que l’archiviste, Alessandra Giovenco. C’est l’occasion pour moi de leur adresser mes remerciements les plus chaleureux pour leur accueil et l’expérience qu’elle m’ont transmise. Car, en effet, mon stage à la BSR a fait se rencontrer archivistique et travail de bibliothèque. Si chacune de ces disciplines m’a permis de mener à bien des tâches différentes, elles ont également confirmé mon sentiment, déjà éprouvé lors de précédents stages, qu’elles ne sont pas bien éloignées l’une de l’autre.
Le plus gros chantier de mon stage a été celui du traitement du sous-fonds des Archaeological Excavations records, c’est-à-dire les archives relatives à des fouilles archéologiques impliquant les équipes de la BSR. La plupart des documents regroupés dans ce sous-fonds (le fonds étant celui, plus vaste, de l’Archaeological Archive) ont été produits entre les années 1960 et 1990, et oscillent entre journaux de fouilles, tenus au jour le jour, catalogues de trouvailles et correspondance, le tout rédigé à l’envi en anglais, italien, voire français. Tout est conservé dans le bureau des archéologues, sous clef dans des armoires en métal ou dans des meubles à plans.
Quand j’écris « traitement », c’est un peu un abus de langage : je n’ai pas eu à commencer mon travail à partir de rien. Il existait déjà un inventaire, réalisé dans les années 1990 et révisé en 2002. Il m’est très vite apparu, cependant, qu’entre 2002 et aujourd’hui il y avait eu du mouvement dans les archives. Après avoir parcouru une première fois rapidement le sous-fonds, il m’a donc semblé nécessaire de mettre en place un plan d’attaque. L’objectif que m’avait exposé Alessandra était clair : avancer au maximum la saisie des données de l’inventaire dans ArchiveSpace, l’outil sélectionné par la BSR pour la mise à disposition des lecteurs, en ligne, de la liste de ses fonds. En clair, un instrument de recherche numérique.
Seulement voilà : il eût été dangereux, sinon absurde, de mettre en ligne des informations dont je savais déjà qu’elles étaient erronées, l’inventaire ne correspondant plus parfaitement au sous-fonds tel qu’il se présentait dans les armoires. Il était donc nécessaire, avant toute chose, de faire un récolement. Tâche fastidieuse, comme chaque chartiste le sait, d’autant que le sous-fonds ne comprend pas moins de 59 séries, chacune d’elles correspondant à un site archéologique. Évoquer ces séries est l’occasion de dire un mot du classement du sous-fonds et des séries : les documents y avaient déjà été organisés par typologie (correspondance, carnets de fouilles, catalogues, brouillons de publications, etc.). Je n’ai pas vu l’intérêt de revenir sur cette décision, qui m’est apparue d’autant plus cohérente qu’elle avait été mise en place en respectant les différentes phases de chaque chantier de fouille.
À mesure que le récolement avançait, et me fournissait des bases de travail saines pour un nombre de séries toujours croissant, j’ai pu attaquer la deuxième phase du protocole que je m’étais assigné : la saisie brute sur ArchiveSpace des données de l’inventaire vérifié. Travail très mécanique, mais allant relativement vite, il permettait d’inscrire sur la plateforme – en open source, par ailleurs – des premières données qui pourraient ensuite être retravaillées pour obtenir un résultat harmonieux.
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Figure 2 : Les Archaeological Excavation records, dans leur jus
Les dernières étapes de mon travail ne pourront être menées à bien pour chacune des 59 séries, par manque de temps, sinon pour deux d’entre elles qui ont été entièrement parachevées afin de servir de guide à la personne qui reprendra mon travail. Il s’agira de fournir, selon un schéma établi, une description pour chacune des séries – un travail d’autant plus enrichissant qu’il implique de la recherche – et de raffiner les descriptions des documents, en y adjoignant autorités, dates, volumétrie, etc. À terme, lorsque le site sera diffusé – il est pour l’instant en ligne mais le lien n’est pas visible sur le site de la BSR – cela devrait fournir un instrument de recherche assez efficace et facile à appréhender.
À tout cela s’ajoute la perspective de moins en moins lointaine pour le sous-fonds d’un reconditionnement. Certaines des boîtes sont vieilles, potentiellement dangereuses pour les documents, et certaines ne protègent plus leur contenu. Les enveloppes sont, pour beaucoup, surchargées de documents et se déchirent à la moindre manipulation. La première étape, pour ce chantier-là, consistera à obtenir une idée précise de la volumétrie du sous-fonds. La suite, c’est une histoire pour un autre stagiaire !
L’aventure a été bien différente en bibliothèque, mais non moins diversifiée. La première mission que l’on m’a confiée a été l’étude d’un manuscrit. Exceptionnel dans les collections, le Ms32 de son petit nom avait été sommairement décrit pour le fichier, mais jamais véritablement étudié de près. Je me suis donc penché sur son cas. Il s’agit d’un manuscrit du début du XVIIe siècle, un album amicorum réalisé par le graveur Giacomo Lauro : l’artiste y a consigné les lettres que lui envoyaient ses clients les plus prestigieux en remerciement des œuvres qu’ils recevaient, auxquelles il a adjoint des illustrations (des blasons, pour la plupart, mais également quelques peintures de personnages féminins). Passé de main en main (notamment celle d’un marchand français installé à Rome à la fin du XVIIe siècle, qui a jugé bon de faire « restaurer » le livre et d’ajouter des ex-libris un peu partout), ce petit ouvrage est assez insolite, très composite et surtout en état de conservation préoccupant : la reliure, presque complètement défaite, ne participait plus de la sauvegarde de l’unité du livre, et certaines illustrations souffraient du temps. Mon travail s’est donc inscrit dans la perspective de la restauration et de la numérisation du Ms32.
Par chance, j’ai fait partie l’année passée du petit groupe ayant suivi les cours de codicologie dispensés à l’École des chartes. J’ai mis sur pied une notice, en anglais, selon les normes françaises pour les manuscrits du Moyen Âge (en ignorant certains détails ne faisant pas sens dans le cas présent, toutefois, notamment la transcription des incipit et explicit). Ce travail m’a poussé à me familiariser avec le vocabulaire de la codicologie dans une autre langue, et sur ce point les ressources de la bibliothèque ont été précieuses : adieu donc les réclames, les couvertures et la reliure, et bonjour catchwords, bookplates et binding. Une fois la notice codicologique mise sur pied, j’ai, avec la grande aide de ma collègue Beatrice, transcrit une partie des informations sur le catalogue de la bibliothèque afin de créer une notice en ligne pour le manuscrit.
Dans le même temps, j’ai aussi extrait un certain nombre d’informations du manuscrit, très riche. Tout d’abord, les noms des auteurs des lettres consignées dans le Ms32. Il y avait là matière à ne pas s’ennuyer, puisque ce ne sont pas moins de 179 lettres qui débordent de ses pages. Dans une certaine mesure, les personnages étaient identifiables grâce à leur fonction : ainsi se trouvent, dans les premières pages, des missives du pape, de l’empereur, ou du duc de Bavière. Pour la plupart, toutefois, je n’ai dû me contenter que d’un nom retranscrit, et ce sera aux chercheurs qui s’intéresseront au manuscrit de compléter le travail. J’ai appliqué le même procédé pour les innombrables blasons qui colorent l’ouvrage. Le procédé, s’il pouvait parfois aider à identifier un personnage, était toutefois particulièrement complexe dans la mesure où la majeure partie de ces blasons étaient polonais. Or, en plus de mon ignorance crasse du sujet, j’ai dû faire face à la difficulté inhérente à l’armorial polonais qui comporte un nombre relativement limité de blasons, herb en VO, que se partagent parfois plusieurs centaines de familles. Les ressources de la bibliothèque se limitant, cette fois, à quelques manuels d’héraldique relativement généraux, j’ai dû me contenter, dans la grande majorité des cas, d’une description du blason. J’en ai cependant retenu une certaine inventivité dans le domaine au XVIIe siècle !
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Figure 3 : Les armes de Clément VIII dans le Ms32
La suite du parcours, pour ce manuscrit, est déjà sur les rails à l’atelier de restauration, puis à la numérisation. Il devrait prochainement être visionnable en tant que ressource de la bibliothèque.
Autre aspect de mon travail en bibliothèque : l’initiation au catalogage en MARC. À nouveau, j’ai travaillé sous la bienveillante supervision de Beatrice, qui m’a montré comment s’y prendre avant de me confier une pile d’ouvrages tirés de la réserve des livres rares. Ce sont tous des recueils de gravures, de la fin du XVIIIe siècle ou du début du XIXe, représentant des vues de Rome, de ses alentours, ou des scènes de la vie rurale. Au-delà du plaisir de contempler ces livres (qui me servent presque de guide touristique!), je tire de ce travail qui se fait presque à la chaîne une expérience qui m’habitue à ce que l’on pourrait considérer comme le B.A-BA du travail en bibliothèque.
Alors, pour dire quelques mots de conclusion sur ce bilan de mon travail à la BSR, je voudrais me répéter : archives et bibliothèques se ressemblent et s’assemblent bien plus que ne le laisseraient croire les spécialisations vers lesquelles nous sommes poussés dans notre formation. J’ai trouvé dans le catalogage en bibliothèque et dans la saisie de données en archives des similarités très fortes, et des problématiques identiques, ne serait-ce qu’au niveau de l’identification d’autorités permettant d’accéder à l’information. J’ajoute à cela que la bibliothèque nourrit la recherche nécessaire au travail de l’archiviste, et que les archives, par leur caractère unique, complètent de façon essentielle les ressources dont disposent les chercheurs en bibliothèque. Des observations qui n’ont rien de révolutionnaire, en somme, mais qui mettent en lumière la richesse de cet environnement de travail qu’est la BSR, où archives et bibliothèque ne sont séparées que par un couloir.
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enzoexposyto · 2 years
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A Francesca Mansi e ad Angela De Riso, Due Fiori nell’Eterno Giardino della Giovinezza https://www.slideshare.net/EnzoExposito1/fiori-della-matematica-fior-di-parabole-funzioni-algebriche-di-grado-2-e-indice-2 FIORI della MATEMATICA - FIOR di PARABOLE - FUNZIONI ALGEBRICHE di GRADO 2 e INDICE 2 - GRAFICI nei 4 QUADRANTI - FUNZIONI RAZIONALI di SECONDO GRADO - FUNZIONI IRRAZIONALI con INDICE 2 - FUNZIONI DIRETTE e FUNZIONI INVERSE - SIMMETRIE - EQUAZIONI degli 8 PETALI - COSTRUZIONE del FIOR di PARABOLE #equazioni #fiori #funzioni #funzioni_algebriche #funzioni_dirette #funzioni_intere #funzioni_inverse #funzioni_irrazionali #funzioni_polinomiali #funzioni_razionali #polinomio #quartica #radicali #simmetria #algebraic_functions #equations #flowers #functions #graph #inverse_functions #irrational_functions #maths #parabolas #polynomial #rational_functions #roots #simmetry http://www.enzoexposito.it/mobile/matematica_imm.html (presso ITT "F. Gioia" Turistico Minori) https://www.instagram.com/p/CjUwo1rstP8/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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softie-rain · 3 years
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Lancelot and Guinevere
pairings: druig x fem!princess!reader
warnings: none
summary: you and Druig meet after the Eternals save your kingdom from a devian attack, and you immediately fall for each other.
a/n: posting this now so at least my blog won't be so empty :,) this is inspired by the tale of Paolo and Francesca (it's basically told in the Divina Commedia, i left the english translation at the end of the story) so told myself why not?
Also this is a bit short, sorry!
Any spam likers will be blocked. If you like what you read, REBLOG.
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Noi leggevamo un giorno per diletto
di Lancillotto, come amor lo strinse:
soli eravamo e senza alcun sospetto.
Per più fiate gli occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso:
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto tremante:
galeotto fu il libro e chi lo scrisse;
quel giorno più non vi leggemmo avante.
Divina Commedia, Inferno, Canto V
1108 a.C.
The day you first met him, the weather was very warm. You were outside in your father large garden, picking some flowers with your hand maid, happily humming some motive you’ve heard somwhere the day before. “May i ask the reason of your joy, my lady?” Morgana, your maid, asked. You chuckled. “A lady can’t be happy for no reason? It’s a good morning, and i can’t wait to see how it develop.” But, unfortunately, it didn’t went as you planned. A few minutes after that words had been spoken your maid started yelling, pointing something behind you.
It was some kind of animal, a giant one, and it was running in your direction. You tried to run away, but the creature was too fast to be lost. As it was getting closer and closer to you, you could tell that this was your end. There was no way you could have escaped it, and you had accepted your fate. But just as the monster was about to hit you, something hit it back. Or, better say someone. A man, dressed in an unusual blue suit, was flying over that thing, trying to defeat it.
You wanted to run away, now that you had the chance. You didn’t know if it was in fear or because you saw more heroes - because that’s what they had to be, heroes - arrive, but your legs wouldn’t bring themselves to move. Then, you made eye contact with one of the people that were saving you. His eyes started to glow of a light yellow and, as for magic, your feet started moving, taking you away from thar situation. It wasn’t you running though. It was as the guy with glowing eyes was making you. And yet you were greateful because after all, he saved your life.
°~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~°
“…And in name of the whole kingdom, i just want to conclude by saying thank you. Thank you Eternals for saving us, and especially my daughter, the princess y/n!” Here it was again. You hated when you father brought all the attention on your person, and you could feel the eyes of everyone turning to look at you.
Yet the only pair of eyes you cared about were the blue ocean once of Druig. Gold or blue that they were, you found yourself lost in them every time you stared at him for too long. “It was a plasure to save such a beautiful woman.” He said. He bowed a little and kissed the top of your hand, looking up at you grinning. Your eyes went wide and started blushing. “Ahem.” Ajak cleared her voice, making Druig stand properly again. The Eternal Leader (or so you figured) kept speaking to your father, and you understood that he was throwing a party that night. But your only thought was how Druig had winked at you after he kissed your hand.
It was at least your third dance with your promised husband without one break, and your feet were begging you to stop. “I am just gonna sit a minute alright?” He raised an eybrow and nodded. “Fine, i will wait for you here.” You mentally rolled your eyes and briefly bowed at him, leaving the dance floor. You hated him. One of those pretencious prince that only wanted the money and the power and if it was up to you, you would have never married him.
But it wasn’t up to you. It was up to the king, his and your father. The two kingdoms were neighbouring, so it was better not to disappoint him to preserve the peace. You sighed, slowly swinging your dress in time with the music. “Already stopped dancing?” You heard a voice behind you, Druig’s one. You smiled to yourself, not turning to face him. “My feet are killing me. And you?” “Ah, Sprite found someone else to dance with.” He said, walking next to you.
You gave him a questioning look, not remebering who Sprite was. “That girl there.” He pointed to the young girl dancing with some of the other kids. You frowned. “Isn’t she a little bit young to fight with you?” He shaked his head. “She doesn’t. Me neither for what it matters, we just have… different jobs. We make sure people are safe, the others fight the deviants. The monster that attacked you this morning.” He added, seeing your confused look once again. You nodded. After a few minutes of silence he spoke again. “I’d ask you to dance, but i believe your feet won’t allow you to say yes, and so wouldn’t your future husband.” You rolled your eyes at the thought of him, now answering Druig.
“I have an idea. Come with me.” You grabbed his hand and silently made your way out of the room guiding him to the library. You kept giggling the whole way, like teenagers that were running away. In that moment, you felt like you’ve been connected to Druig your whole life, everytime you looked in his eyes you felt home. Little did you knew, he felt the same. “Here.” Once you reached the library, you opened the doors letting you two in, and then you went looking for one book in particular. He just stayed still, looking at you in awe.
You climbed the stairs and grabbed the book once you found it. You climbed down and tossed it on the table, Druig sitting next to you. “It’s my favourite, Lancelot and Guinevere. What can i say, love stories are just my thing.” You chuckled. Druig smiled at you. Differently to you love stories weren’t his thing,  but for you he would have made an exception. You started reading it together.
As you were flipping through the pages, your hand often brushed against Druig one, making you blush. He couldn’t help but smile all the time, glad he got to spend that moment with you. Brief glances were stolen between the two of you, both of you looking away the second you were caught looking.
It was when you started reading the kiss between the two lovers that Druig knew he had to do something. As you kept your eyes on the book reading about the detailed kiss, the Eternal was observing nothing but your lips. They looked so soft, how you softly bit them nervously. Maybe it was the two of you being alone in that intimate moment, maybe it was how lost in your beauty, or maybe it was just that he didn’t wanted to wait anymore.
But next thing he knew he was pressing his lips against yours, soft as he predicted. After the first moment of shock you kissed him back, cupping his cheeks in your hand. Your lips were moving in sync like they were meant to be together. Like you and him were meant to be together. Once you broke the kiss you connected your forhead, breathing slowly. “I think i love you.” You whispered. “Me too.” He nodded, kissing you again. You would have remembered that kiss and what was about to follow for the rest of your life, Druig often visiting you again. And so that night, you no longer read ahead.
We used to read Lancelot for pleasure one day, how love squeezed him: we were alone and without any suspicion. For more time the eyes prompted us that reading, and discolored the face: but only one point was what won us. When we read the longed-for laughter to be kissed by such a lover, this one, who will never be separated from me, my mouth kissed me all trembling: convict was the book and who wrote it; that day we no longer read you ahead.
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osurp · 4 years
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                             𝐒𝐄𝐗𝐓𝐀-𝐅𝐄𝐈𝐑𝐀 ── 01h30min.
As luzes piscavam no ritmo das batidas da música eletrônica que soava por todo o campus, a festa de boas-vindas da OSU parecia estar ainda no começo mesmo que houvessem alunos e alguns funcionários já embriagados. O falatório demonstrava o quão envolvidos todos estavam… E vulneráveis. Tão desligados, ninguém percebeu as figuras estranhas que saíam do prédio principal aos risos, entrando em um carro e indo embora. O DJ contratado por um dos alunos se preparava para a próxima música que tocaria, quando todas as luzes se apagaram. Um enorme apagão que atingiu toda a universidade. Os alunos não se encontravam apenas na escuridão, como também no total silêncio até que veio a explosão de vozes se perguntando o que tinha acontecido. Tentativas de restaurar a energia foram feitas e nenhuma teve sucesso. Apenas meia hora depois as luzes voltaram na companhia de um barulho ensurdecedor de sirene se fez presente por todo o campus. Então a voz de um desconhecido se fez presente pelos alto-falantes que antes tocavam a música da festa. “Vocês acharam mesmo que iriam ter um início de ano tão calmo, tigers? Depois do que fizeram com a gente no ano passado decidimos dar o troco. Pegamos o precioso troféu de vocês e escondemos. Vocês tem até o amanhecer pra encontrar. Se não conseguirem só vão provar que são uns perdedores. Fomos bonzinhos e colocamos dicas em pontos específicos… E umas surpresas também. Tenham muito cuidado se não quiserem se sujar. Peace, suckers!” E desta forma deu-se início a tradicional gincana entre a OSU e a Columbus State Community College, uma competição amigável que resulta em prêmios para os alunos de ambas as universidades. Que vença o melhor!
INFORMAÇÕES OOC.
EXPLICAÇÃO:
A queda de energia terá uma duração de aproximadamente meia hora. O que não impede de os personagens usarem a lanterna do celular ou coisa assim para se localizar.
O retorno da iluminação da festa acontece junto ao som da sirene. Uma gravação dispara das caixas de som, substituindo o que antes era a música alta. Sendo feito o anúncio da caça ao tesouro.
A caça ao tesouro nada mais é do que recuperar o último troféu da temporada, símbolo do primeiro lugar da OSU frente aos adversários da  Columbus State Community College. O que é uma questão de honra!
 Essas pranks são bem comum entre os rivais: OSU e Columbus State Community College Só que naturalmente todos os personagens serão pegos de surpresa. É praticamente uma gincana que ocorre anualmente entre as rivais.
 Em IC: Haverá dicas espalhadas por todo o campus. Elas poderão ajudar ou atrapalhar no processo. CUIDADO: Para que o seu personagem não se suje de tinta! *Tem várias armadilhas espalhadas por aí. Fica a critério de cada um escolher se o personagem vai ou não ser um dos alvos.
 A primeira equipe a desvendar o enigma (encontrar a bandeira da OSU e o troféu) vai ter a vantagem de 500 pontos para o próximo evento! Boa sorte a todos.
 A duração do plot drop é até o início da madrugada de DOMINGO, 23/08.
SOBRE AS EQUIPES:  
Esse evento vai dar início as competições internas na OSU! O que significa que esses serão seus colegas de equipe. Como isso vai funcionar e demais detalhes vão ser disponibilizados na segunda-feira!
 As cores das equipes correspondem a bandeira de Ohio.
Os treinadores são os líderes da equipe, o que não significa que eles não possam escolher outra pessoa do time para liderar. Seja essa primeira “MISSÃO” ou as próximas.
DETALHES SOBRE A PRANK:
Fica a critério de cada um fazer o personagem ser um dos alvos ou não. Durante a caça ao tesouro é possível que alguém fique sujo com tinta, por exemplo, com as cores do time da universidade rival.
PONTUAÇÃO:
A pontuação acontecerá por meio de interação! Usem a criatividade: Pode ser por chat, SMS, turno ou até mesmo POV. O que for mais confortável para vocês! Para diferenciar uma equipe da outra recomendamos que usem a tag (de acordo com o grupo du char): #OSU:VERMELHO #OSU:CINZA #OSU:AZUL.
TABELA PONTUAÇÃO: 
TURNO / SMALL: 15 CHAT: 5 POV: 10 SNAPCHAT: 5 EDIT: 5 SMS: 1
DIVISÃO DAS EQUIPES:
EQUIPE VERMELHA: Brielle “Elle” Alkaev, Francesca “Frankie” West, Bianca Cornelia Hatheway,  Marina Rossetti Delacost, Aurora “Rory” Laffayette, Levi Du Lac, Jared H. West, Mike Johnson, Sebastian “Bash” Barnes Anderson, Victoria Nimue, Austin Schwart. Kenna Reyes. TREINADOR: Mael griffin. (12 alunos + 1 treinador ).
EQUIPE CINZA: Cassius Skylar Lafayette, Archibald “Archie” Harvey O’Connor, Vincent Loren, Adora “Addy” Banner, Alanna B. Campbell, Hadley Howard, Cheryl Rockholt, Khaleo Reed Cooper, Nora Aube Fauvel Hozier, William Lecter. Ian Banner. Dahlia Song. (12 alunos + 1 treinador).  TREINADOR: Eric Phillip Harden.
EQUIPE AZUL:Teresa Adelaide Bochard, Debra Ellen Rhodes, Madeline “Maddie” Laffayette, Roxanne Belaware, Maggic Nathaniel Russell, Keith Collins, Joseph Mckinley, Ethan Williams, Richard “Dick” Hammer, Gwen Nguyen-Lýnn. Casey A. Traynor . (10 alunos + 1treinador).TREINADOR: Christopher “Chris” Carter.
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sguardimora · 4 years
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02/09/2020 - 12/09/2020 #Giuseppe Stellato
Inizia la residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di Giuseppe Stellato | stabilemobile compagnia Antonio Latella 
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Automated Teller Machine 
ideazione e regia Giuseppe Stellato collaboratore e performer Domenico Riso musica e sound design Andrea Gianessi luci Omar Scala video Alessandro Papa coordinamento organizzativo Francesca Giolivo direttore di produzione Brunella Giolivo organizzazione Michele Mele
prodotto da stabilemobile con il sostegno di L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna in collaborazione con l’asilo – exasilofilangieri.it
Progetto di residenza condiviso da L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna; Teatro Petrella di Longiano, l’Asilo – ex Asilo Filangeri Napoli
Teller, sostantivo. Traduzione: Cassiere (cashier, teller) Narratore (narrator, teller, writer)
“Digitare il codice segreto avendo cura di non essere osservati”.
La scritta che compare sullo schermo del bancomat mette sempre un po’ di agitazione, ci spinge a guardarci intorno, a capire se qualcuno ci stia spiando mentre schiacciamo i tasti e magari possa scoprire la chiave d’accesso al nostro conto in banca. Contemporaneamente una voce da un altoparlante prova a rassicurarci dicendoci che l’area è videosorvegliata “per la nostra sicurezza”.
Quello sportello automatico rappresenta una porta di comunicazione tra pubblico e privato. Una macchina situata solitamente in luoghi aperti e di passaggio, può consentire l’accesso ad alcuni dei nostri segreti più importanti: i nostri risparmi, i nostri acquisti, i nostri viaggi, cosa abbiamo comprato, dove abbiamo dormito, quanto guadagniamo…
Le riflessioni che scaturiscono sono tante: il nostro status economico ci definisce in quanto persone? I nostri ”movimenti” possono essere considerati, in una società consumistica, i segreti più intimi? Che legame c’è tra il nostro “potere economico” e la libertà di esprimere realmente ciò che siamo? Essere privati del nostro potere d’acquisto è il tipo di censura che ci spaventa di più? Da queste domande nasce l’idea di lavorare con una macchina ad alto potenziale simbolico, che ci costringe a interrogarci sul potere di un elemento tanto concreto quanto astratto, spesso alla base di molte delle controversie della nostra società: il denaro.
Questo lavoro si pone come naturale conclusione di un ciclo performativo legato al rapporto uomo-macchina, dove le tematiche affrontate trovano in quest’ultimo capitolo un possibile esito.
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Nasce a Caserta nel 1979. Nel 2008 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Napoli in arti visive e discipline per lo spettacolo con una tesi sull’installazione multimediale. Ha all’attivo numerose partecipazioni a mostre ed esposizioni nazionali ed internazionali sia con lavori personali che con interventi site specific (Madre di Napoli, La Générale di Parigi, museo Campano di Capua, Castello Carlo V di Lecce). Per il teatro realizza nel 2010 “Il sonno di Benino” un’installazione multimediale presentata al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli. Dal 2014 è membro di stabilemobile compagnia Antonio Latella e nel 2015 firma le scenografie degli spettacoli: “Ti regalo la mia morte, Veronika”, “MA”, e “L’IMPORTANZA DI ESSERE EARNEST” tutti per la regia di Antonio Latella. Nel 2017, sempre con Latella, firma le scene di “Pinocchio”, al Piccolo di Milano e successivamente progetta e realizza le scene di “Aiace” di Linda Dalisi e di “Essere bugiardo” per la regia di Emiliano Masala. A settembre firma la regia di “Oblò”, installazione-performance presentata al Terni Festival 2017, a cui segue il secondo capitolo “Mind the gap”. Entrambi i lavori sono stati presentati nella sezione teatro della Biennale di Venezia del 2018, dal titolo “Atto secondo attore-performer”. Ad ottobre 2018 riprende la collaborazione con Emiliano Masala firmando le scene di “6 personaggi in cerca d’autore”, prodotto da Lugano Arte e Cultura. Con Antonio Latella, firma le scene di “Aminta”, produzione stabilemodime e AMAT, “EINE GÖTTLICHE KOMÖDIE. DANTE < > PASOLINI”, presso il Residenz Theate di Monaco di Baviera, “Bonaventura prigioniero dell’isola dei pappagalli”, al teatro Carignano di Torino, e “La valle dell’Eden” presentato all’Arena del Sole di Bologna. Nello stesso anno collabora col regista Leonardo Manzan per le scene di “Cirano deve morire”, che ha debuttato nella sezione teatro della Biennale di Venezia 2019.
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rottendeepinside · 5 years
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Noi leggevamo un giorno per diletto
Di Lancillotto, come amor lo strinse;
Soli eravamo e senza alcun sospetto.
Per più fiate gli occhi ci sospinse
Quella lettura, e scoloricci in viso;
Ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
Esser baciato da cotanto amante,
Questi, che mai da me non fia diviso
La bocca mi baciò tutto tremante.
-cit. Dante Alighieri, Paolo e Francesca
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tarditardi · 5 years
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25/01 al Just Cavalli - Milano si festeggia il Capodanno Cinese
Le feste non finiscono mai al Just Cavalli Milano, il locale più glamour della città che, il 25 Gennaio celebra il Capodanno Cinese, un inno alla fortuna. Il Nuovo Anno, secondo il calendario Cinese, verrà festeggiato con un suntuoso menu, locale allestito a tema e danze del drago.
Se nella cultura occidentale, il Capodanno si festeggia sempre il 31 dicembre, in quella orientale, la data del Capodanno Cinese - anche detto Capodanno lunare - varia e quest'anno il Capodanno Cinese si festeggerà il 25 gennaio 2020. Il colore tipico è il rosso e il 2020 è l'anno del Topo, primo segno dello zodiaco cinese, simbolo di abbondanza di acqua, fertilità e prosperità economica ed è occasione per celebrarlo nell'esclusiva ed elegante cornice degli eventi piu' glamour e delle cene di qualità il Just Cavalli Restaurant & Club, location firmata dal noto stilista Roberto Cavalli e punto di riferimento per la città e per gli eventi internazionali.Armonie di vetro e metallo, giardino fiabesco, esclusivo dehor e atmosfere glamour, è il ritrovo per eccellenza del mondo della moda, dello sport e dello spettacolo.Mantiene l'impronta tipica del famoso stilista in un sapiente mix con gli arredi black e le pareti cristallo.E' situato alla base della Torre Branca, progettata da Gio' Ponti e il grande giardino a ridosso del Parco Sempione si trasforma, durante l'estate, in una grande ed elegante discoteca all'aperto.Ideale per un aperitivo, la cena e la serata in discoteca, propone una cucina di qualità, che ricama, piatto dopo piatto, un menu a la carte ricco di specialità internazionali e ricette figlie della piu' alta tradizione italiana con tocchi originali e piatti per tutti.Nella lounge, invece, va in scena la fantasia, con l'esclusiva selezione di piatti eclettici, come il crostino caldo con tartare di tonno e caviale, o la tartare di chianina e tartufo, la Signature Cavalli Style, con selezione di tartare e pesce crudo del giorno, come gamberi fritti, guacamole, tartare di ricciola, polpo, cipolla caramellata e burrata, il tuna sushi, l'uovo poche', con crema al parmigiano reggiano e tartufo bianco d'Alba, , o la tartare di salmone con avocado e riso fritto, o di tonno con cipolla caramellata, la costoletta di agnello su purea di patate e ribes e marmellata, la carne australiana, i Paccheri con King Crab e tonno, il tutto accompagnato da vino rosso LE REDINI di Tenuta degli Dei. I signature cocktail sono ad alto tasso creativo, come Dragon Heart, a base di Ginarte, Lavender Syrup, Dragon Fruit, Lime, Sugar, Grenadine Syrup, o Pina Mule, a base di Cavalli Vodka, Pineapple Shrub, Lime, Grenadine Syrup, Ginger Beer, o Moscow Mule a base di Vodka Cavalli, lime Juice, Ginger Ale. Il ristorante dà il via ad un'esperienza culinaria innovativa, con servizio molto attento e carta vini con ampia selezione di etichette di qualità, ha una struttura semicircolare in acciaio e soffitto in cristallo e pavimenti in teak; all'interno i colori sono il nero, con cuscini animalier diventati un segno distintivo dello stile Cavalli. Arredi e mise en place sono altamente glamour e sofisticati, il ristorante ha un audio ad alta tecnologia e un sistema di illuminazione con fibra ottica e mini proiettori, tra zone lounge e chill out sotto il dehor. Di sera il tocco glamour è ancora più spiccato, tra divani, cuscini, torce, candele e candelabri. La mise en place è fatta con prodotti unici, Roberto Cavalli Home, gia' da tempo applicato nella decorazione delle sue case, delle barche, dei negozi e dei suoi Club nel mondo. Le fonti di ispirazione sono il viaggio, il sogno, la bellezza, la fantasia, il mix tra moda e design e glamour e sensualità, tra stampe iconiche e patterns delle collezioni della Maison, dall'animalier, ia damaschi, alle sovrapposizioni di colori e textures, con grande attenzione per materiali, tessuti, lavorazioni. " Quando creo un abito, voglio che faccia risaltare in ogni momento la femminilità di una donna, così per quanto riguarda la casa, cerco di individuare il carattere delle persone a cui mi rivolgo, pensando di diffondere con i colori, il calore e la gioia di vivere che si dà innanzitutto a se stessi"-ha dichiarato Roberto Cavalli-"la mia collezione Home nasce proprio dal desiderio personale di condividere con chi mi ama l'ottimismo della mia moda, della mia creatività, della mia filosofia e del mio stile anche nel mondo della decorazione della casa….non c'è alcuna differenza tra il pensare una collezione moda o una linea per la casa.Il mio lifestyle è sempre un incontro di passioni".
Lo spazio esterno è coperto da tettoie tensostrutture, con due piste all'aperto, tre bar, tre aree privè. Le serate iniziano tutto l'anno alle 19.30 con l'aperitivo, i signature cocktail e i buffet. Dopo mezzanotte, si aprono le danze e non è difficile incontrare personaggi del mondo dello spettacolo, della tv e dello sport. La musica è selezionata dai dj italiani e internazionali durante serate e feste e la filosofia del locale è quella di proporre eventi unici. Il Just Cavalli è la soluzione sofisticata per ogni vostra serata.
JUST CAVALLI MILANO VIA LUIGI CAMOENS C/O TORRE BRANCA MILANO 02/311817
diffuso da ltc x francesca lovatelli caetani
special adv by ltc - lorenzo tiezzi comunicazione
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