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#frank gioia
rubbish78 · 1 year
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i can’t believe Ryan Ross cursed us all back in 2019
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givemeureyes · 1 year
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does anyone remember crankthatfrank and how he kinda just disappeared off the face of the earth one day
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AND I JUST FOUND OUT??? THROUGH TIKTOK???
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cinader · 7 months
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Ep. 36 Writers on Writing
Podcast 36 - Fresh from the field Tony Robles, spoke to North Carolina Writers Network, about writing and banned books. Also, Frank Gioia about his memoir The Mercury Man.
NC Writers Network & Frank Gioia Tony Robles with attendees of the NCWN Fall Conference 2023 Listen & Be Heard Episode 36 Subscribe at Spotify Subscribe at Apple Subscribe at Google Fresh from the field Tony Robles, our own people’s poet, storyteller and radio reporter spoke to the Executive Director of the North Carolina Writers Network, who has a new book out, poets, historians,…
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romarestyle · 2 years
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"GIOIA" di MAURIZIO VERCON
Da oggi 4 ottobre in rotazione radiofonica e in tutte le piattaforme streaming e nei negozi digitali GIOIA di MAURIZIO VERCON Feat Cristiano Turato, Charlie Morgan, Max Gelsi. Il brano su etichetta Videoradio è accompagnato dall'omonimo videoclip.
Da oggi 4 ottobre in rotazione radiofonica e in tutte le piattaforme streaming e nei negozi digitali GIOIA di MAURIZIO VERCON Feat Cristiano Turato, Charlie Morgan, Max Gelsi. Il brano su etichetta Videoradio è accompagnato dall’omonimo videoclip. Il nuovo singolo raffinato e potente di Maurizio Vercon s’intitola Gioia; feat Cristiano Turato (autore del brano), Charlie Morgan, Max…
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fridagentileschi · 5 months
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Malva Marina Reyes Hagenaar, la figlia abbandonata di Neruda
Il poeta cileno, Pablo Neruda,ha avuto un'unica figlia dalla prima moglie, María Antonia Hagenaar Vogelzang di origine ebraica che lui aveva ribattezzato ''Maruca''. La bambina nata a Madrid, al principio era stata accolta con gioia dal poeta..fino a quando non seppe che la bimba era affetta da idrocefalia, allora non ci pensera' due volte ad abbandonare mamma e figlia-
Tornera' in Cile a scrivere le sue poesie e a vivere nuove storie d'amore. La moglie che gli neghera' il divorzio provera' a chiedergli aiuto per la figlia che non puo' ne' parlare ne' camminare ma non ricevera' piu' nulla.
La moglie con l'aiuto di un amico andra' a vivere nella capitale olandese essendo lei di origine olandese.
Le difficoltà si susseguono. Maruca vive in pensioni , il denaro si esaurisce e sua figlia, con il cervello sempre più pieno di liquido, richiede molta più attenzione. Attraverso organizzazioni religiose come Christian Science, Maruca riesce a trovare una famiglia di olandesi residenti a Gouda. Hendrik Julsing e Gerdina Sierks che si accordano per prendersi cura della bambina mentre sua madre cerca lavoro a L'Aia, a meno di un'ora di auto. È trattata come una di famiglia fino alla sua morte, ad otto anni, il 2 marzo 1943. Assumono persino una babysitter, Nelly Leijis, per dedicarsi esclusivamente alla bimba.
Maruca, nel frattempo, non rifiuta nessun lavoro. Si offre di pulire i pavimenti, prendersi cura dei malati, qualunque cosa serva per aiutare la figlia indifesa.
Non ha piu' i genitori e sua figlia cammina verso una fine drammatica. Attraverso la mediazione trova finalmente lavoro, anche se non ben pagato, presso l'ambasciata spagnola a L'Aia. È sotto il comando di José María Semprún, padre dello scrittore Jorge Semprún, poi espulso nel 1964 dal Partito Comunista di Spagna (PCE), che Pablo Neruda ammirava così tanto. Ciò che questa donna deve ancora soffrire non lo immagina.
Poco prima della fine della seconda guerra mondiale, María Antonia fu arrestata dai nazisti - non per essere ebrea, ma per avere un passaporto cileno - e internata nello stesso campo di concentramento dove si trovava Anna Frank. Da Westerbork, progettato per ospitare 107.000 prigionieri, di cui circa 60.000 morti, per lo più ebrei e zingari ai crematori e alle camere a gas di Auschwitz e Treblinka, in Polonia. Maruca vi trascorre un mese tra filo spinato, soldati delle SS e cani addestrati a uccidere. Ma questa volta la fortuna non le avrebbe voltato le spalle. Quando il campo fu rilasciato (15 aprile 1945) dalle truppe canadesi, trovarono vivi solo 876 prigionieri. E tra questi, la moglie abbandonata di Neruda. Nove giorni prima dell'apertura delle porte dell'inferno, Anna Frank, la sua vicina di campo, morì lì.
Non è rimasto nulla di Maria Antonia Hagenaar. Non una lapide che indica la fine del suo percorso . Tre anni dopo il suo rilascio, si reca in Cile per cessare il doloroso capitolo nerudiano. Nel novembre del 1948 firmò il divorzio e un accordo finanziario. Gli ci voleva ancora per tornare in Olanda. Dicono che sia diventata dipendente dall'oppio. Fino a che un cancro la uccise, nel 1965, a L'Aia,ha chiesto di essere seppellita non lontano dalla tomba dove sono i resti della sua amata Malva Marina, che non smise di visitare fino alla fine dei suoi giorni.
L'esistenza di queste due creature e' stata ignorata fino ad ora e sfido a trovarne traccia nella patria di Neruda, il poeta che canto' l'amore come pochi...ma come tanti non seppe amare mai.
Incredibile come nella storia dei comunisti non si trovi un solo essere degno di essere chiamato umano!
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neropece · 3 months
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“women of the future” photo by Fabrizio Pece (tumblr | 500px | instagram)
In una fredda sera d'inverno, in un locale anonimo dal nome sbiadito e dalle pareti scolorite, era ospitava una variegata umanità in cerca di un rifugio temporaneo dai rigori della vita quotidiana. Tavoli sgranati e sedie sbilenche offrivano un'imitazione di comfort mentre lo spettro di una luce fioca, filtrata da lampadari coperti di polvere, danzava nell'aria densa di fumo di sigaretta.
Tra i frequentatori abituali del locale c'era Frank, un uomo con lo sguardo perso nell'abisso dei suoi pensieri, le mani logore da anni di lavoro in una fabbrica che non lo aveva mai gratificato. Sedeva solitario, con una bottiglia di liquore a tenergli compagnia, cercando di annegare i fantasmi del passato e le incertezze del futuro.
Fu proprio mentre Frank stava cercando di dare un senso alla propria esistenza, che il suo sguardo cadde su un angolo del locale. Quattro piccole figure, appena più alte delle sedie su cui erano sedute, erano voltate di spalle. Avranno avuto si e no cinque anni, dai vestiti colorati, si concentravano su un'attività a lui misteriosa.
Con lentezza, come se temesse di disturbare quel momento di pura innocenza, Frank si avvicinò al tavolo delle bambine. Si fermò a pochi passi da loro, osservando il loro intento lavoro. Con piccole manine agili, disegnavano su fogli di carta sgualcita, concentrando ogni briciola di creatività nel tracciare linee e colori.
La luce fioca del locale danzava tra i capelli delle bambine, rendendo i loro volti invisibili a Frank. Ma in quel momento, in mezzo a un tumulto di voci e rumori del locale, tutto sembrava acquietarsi. Le risate dei clienti si attenuarono, il fumo delle sigarette si diradò. Restava solo il suono leggero delle matite che scorrevano sulla carta, come un sussurro nella notte.
E Frank, per un istante, si sentì trasportato in un mondo dove le preoccupazioni e i rimpianti non esistevano. Dove la semplice gioia di creare e condividere un momento di bellezza era sufficiente a riempire il cuore di speranza. Quel tavolo, illuminato da una luce invisibile, divenne per lui un faro nella tempesta, un promemoria che anche nei momenti più bui della vita, la bellezza e la semplicità possono ancora essere trovate, se solo si è disposti a cercarle.
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diceriadelluntore · 10 months
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Storia Di Musica #288 - Frank Zappa, Hot Rats, 1969
Nella classifica di chi, facendo musica rock, ha sempre cercato una dimensione tecnica e strumentale da musicista “classico” (mi si perdonino le virgolette) al primo posto non può esserci che lui. Frank Zappa è stato uno dei personaggi più bizzarri e creativi della musica rock. Figlio di Francis, perito industriale originario di Partinico (Palermo), nasce a Baltimore. Per problemi respiratori suoi, la famiglia si trasferisce prima in Florida e poi a Los Angeles. Agli inizi degli anni 60′, bazzica studi di registrazione, con l’idea di fare musica orchestrale. Quello che però riesce ad ottenere sono solo jingle pubblicitari (determinanti comunque nello sviluppo della sua musica), qualche canzoncina da poche copie e due composizioni per gli Animals (il disco di riferimento è Animalism). Non si sa come, verso la fine del 1965 viene ingaggiato dalla Verve, la leggendaria etichetta del Jazz, e Zappa, che aveva fondato nel giorno della festa della mamma il suo gruppo, The Mothers Of Invention (chiamati in un primo momento provocatoriamente The Mothers, un gruppo di strampalati personaggi ma musicisti con i controfiocchi), sperimenta in pochi anni una quantità enorme di stili, musica, provocazioni che sarebbero bastate per intere carriere ad altri.  Si inizia subito con il botto. Freak Out! (1966) e Absolutely Free (1967) esprimono al meglio l’ideale musicale zappiano: un miscuglio post apocalittico di generi, con canzoni doo-woop, canzoni politiche, collage musicali, cabaret. Alcuni pezzi sono già inni, come The Duke Of Prunes (1967) e i primi esperimenti orchestrali. Già da subito emerge la sua maestria impareggiabile nella chitarra (Invocation And Ritual Dance Of The Young Pumpkin, da Absolutely Free). Zappa ha il tempo di prendere in giro il sogno della stagione dell’amore facendo il verso ai Beatles con We’re Only In It For The Money (album grandioso, la copia pessimistica e sarcastica di Stg.Pepper’s sin dalla copertina 1968) e di scatenare la sua fantasia in Lumpy Gravy (1968, uno dei suoi dischi preferiti) dove, tra le altre bizzarrie, assembla assurdi discorsi di gente che parla nella coda di un pianoforte. La Verve, che non sa come ha a libro paga un tipo così, gli dà un’ultima possibilità, stanca di zero risultati commerciali. Nell’estremo tentativo di farsi trasmettere dalle radio (parole di Zappa) esce Cruising With Ruben And The Jets (1968), che fa un nostalgico pop anni ‘50, con annessa brillantina a go-go e abiti sgargianti, ma è l’ennesimo fiasco. Con il manager Herb Cohen fonda la sua etichetta, Bizzarre (nomen omen), e finalmente ha la libertà che cerca: Uncle Meat (1969) è il primo grande capolavoro zappiano, un doppio album dalla ricchezza stilistica e compositiva pazzesca, dominato dalla suite in 6 parti King Kong. In pieno furore creativo, scioglie i Mothers e pubblica sempre nel 1969 un album solo a suo nome, il primo della sua carriera solista. Hot Rats è una gemma assoluta.
6 brani manifesto tutti strumentali, eccetto uno, fu registrato con per l’epoca le più avanzate tecniche di registrazione, con i primi banchi mixer a 16 piste, per un suono pienissimo e coinvolgente per la gioia della perfezione zappiana. Peaches En Regalia è il brano più famoso, gioiosa composizione dove l’assolo di chitarra si snoda tra meraviglia tecniche, momenti blues e le solite chicche meravigliose (mi riferisco in particolare all’omaggio ai jingle dei cartoni animati della Looney Tunes), Son of Mr. Green Genes è un arrangiamento nuovo di Mr Green Genes presente in Uncle Meat, e ha una storia curiosa: non si sa perché, ma dopo che Zappa pubblicò la prima edizione della canzone, omaggio dei suoi a Green Jeans, star di una famosa trasmissione televisiva americana famosissima negli anni ’50, su Uncle Meat, si diffuse la notizia che Zappa fosse un figlio segreto di Hugh Brannum, l’attore che lo impersonava nella trasmissione (ovviamente una bufala ma Zappa amava queste cose e ci giocò su con la solita ironia);  Little Umbrellas è dominato dai fiati di Ian Underwood, uno dei pochi Mothers che Zappa porta con sè. The Gumbo Variations (il gumbo è una zuppa di riso, pesce verdure e pollo del Sud degli Stati Uniti, soprattutto della Louisiana, fatta con l'ocra, un ortaggio di origini africane portato dalla colonizzazione forzata degli schiavi africani in quelle zone) è il lungo pezzo strumentale, di chiaro stampo jazz rock, dove la chitarra iperbolica di Zappa dialoga con i fiati di Underwood e il violino di Don “Sugarcane” Harris, il quale diventerà in seguito uno dei suoi musicisti più fidati. Due brani leggenda: l’unico cantato (forse meglio dire sbraitato) è Willie The Pimp (Willie il pappone) con la voce di Don Van Vliet, in arte Captain Beefheart, che sempre nel 1969 pubblica con Zappa il leggendario Trout Mask Replica; l’altro, It Must Be A Camel, che deve il nome alle particolari “gobbe” che l’andamento musicale faceva sullo spartito, vede la partecipazione del violinista francese Jean Luc Ponty, che diverrà grande amico di Zappa, tanto da dedicargli nel 1970 un meraviglioso disco, King Kong, dove riprende parti di precedenti pagine di Zappa e con il maestro compone una Music For Electric Violin And Low Budget Orchestra da mozzafiato. La copertina fu ideata da Cal Schenkel ritrae la groupie Christine Frka mentre fuoriesce da una piscina vuota di una villa a Beverly Hills, e fu scattata all’infrarosso. Da questo disco la parabola zappiana procederà sempre all’insegna della qualità musicale, spessissimo con relativa bassissima fama commerciale della sua musica, e qualche volta persino con qualche caduta di stile, ma rimarrà un percorso unico (e gigantesco, per la quantità di dischi, raccolte, compilation, i leggendari live) che ha avuto uno zoccolo duro di spericolati appassionati. Zappa continuerà per tutta la vita a lavorare al suo concetto di musica, spesso orientata alla massima cura dei dettagli e alla precisione delle esecuzioni strumentali, fin quando un tumore alla prostata non se lo porta via nel 1993, a 53 anni. Vale la pena scoprirlo o riscoprirlo perchè è uno di quegli artisti mito di cui tutti parlano ma pochi davvero hanno mai ascoltato.
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thebeautycove · 10 months
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VERONIQUE GABAI - READY FOR ROSÉ - Eau de Parfum - Novità 2023 -
Sublimation of summer. French riviera sun bottled.
There’s a place where the sun is pure gold… Mediterranean landscapes and French Riviera have no secrets for Veronique Gabai. I greatly appreciate and feel much my own indeed her fragrance collection in which she captures the regenerative fullness of her native sun, prizing every creation with a magnetic energy, a charismatic touch that embodies the uniqueness of this terroir. Such a joyful ode to the place where she belongs. A clear invitation to make these wellbeing and cheerfulness feelings your own. Forever and ever.
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Che bella estate quella che affronti con la leggerezza nel cuore, la libertà di sentire più forte e chiaro il ritmo dei tuoi pensieri, di abbandonarti al silenzio e planare su sensazioni dimenticate, acchiappare ogni istante di questo tempo così mutevole, sempre troppo avaro, troppo veloce e sentire di aver fiducia in questo andare controvento, in questo spendersi a solcare oceani di stelle e abissi dove il sole va a dormire.
È un'ottima estate questa, in compagnia di Veronique Gabai e delle sue fragranze. Una collezione ambiziosa e di inusitata raffinatezza che testimonia un meraviglioso sentire. Veronique raccoglie frammenti di vita, ne filtra l'essenza attraverso gioia ed eleganza trasformando il suo vissuto in affabulanti racconti olfattivi. 
C'è un profondo rispetto per le proprie radici, la passione per gli aromi che la Costa Azzurra, sua terra d'origine, le ha trasmesso da sempre, l’incanto sensuale del luogo che ispira le sue creazioni, così potenti nel diffondere quell'energia emanata da sole, mare e natura.
Così sentire la meraviglia... è qualcosa di più dell'annusare, più di una sequenza di note olfattive, più di una formula, più di una sbrigativa concessione al sapere di buono. Più di una fragranza, un modo nuovo di percepire le sensazioni che trasmette e apprezzare la sollecitazione al ricordo che affiora nel contatto.
E siamo già altrove, dove il sole è oro puro con Ready for Rosé, fragranza-inno scanzonato all'estate, alla gioia di vivere, alla libertà, paradigma del godersi l'istante, del festeggiare insieme sulla spiaggia, salutare il giorno con un calice alzato sull'orizzonte e, in questo ghiacciatissimo rosé cogliere una nuova effervescente promessa.
Spumeggiante nella sua freschezza floreale, una magnolia che scintilla di rugiada e vento di mare, il suo sentore terso attraversa la composizione e si specchia in note verdi e candide corolle di gelsomino, rosa, fiore d'arancio, fresia. 
Sembra dire sono qui per farti felice, regalarti un sorriso nell'allettante sfumatura frizzantina con il retroaroma piacevolmente asprigno del rabarbaro, e infine scoprirla così convincente, sfacciatamente desiderabile nella mutazione più calda e sensuale orchestrata da ambra, cedro e muschio. Divinamente vibrante e lucente su pelle. Così come un'estate che non vuoi scordare.
Creata da Frank Voelkl.
Eau de Parfum 85 ml. nel flacone design ricaricabile. Online qui
Ogni fragranza della collezione è personalizzabile attraverso i booster Eau du Jour e Eau de la Nuit.
©thebeautycove   @igbeautycove
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rubbish78 · 1 year
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Ryan Ross unintentionally roasting crankthatfrank (x)
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heavenboy09 · 1 year
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Happy Birthday 🎂 🥳 🎉 🎈 🎁 🎊 To You
1 Of The Greatest & Most Bad@$$ Action 💪 🎬 Movie 🎥 Star Actors Of Our Time
Since 1976 In The Greatest Sports Movie 🎥 That Gave Him Legendary Fame 👏
He was born in the Hell's Kitchen neighborhood of Manhattan, New York City on July 6, 1946, the elder son of Francesco "Frank" Stallone Sr. (1919–2011), a hairdresser and beautician, and Jacqueline "Jackie" Stallone (née Labofish; 1921–2020), an astrologer, dancer, and promoter of women's wrestling. His Italian father was born in Gioia del Colle, Apulia, Italy and moved to the U.S. in the 1930s, while his American mother is of French (Breton) and Ashkenazi Jewish descent. His younger brother is actor and musician Frank Stallone.
in 1976 with his role as boxer Rocky Balboa, in the first film of the successful Rocky series (1976–present), for which he also wrote the screenplays. In the films, Rocky is portrayed as an underdog boxer who fights numerous brutal opponents, and wins the world heavyweight championship twice.
In the 2010s, Stallone launched The Expendables films series (2010–present), in which he played the lead as the mercenary Barney Ross. In 2013, he starred in the successful Escape Plan, and acted in its sequels. In 2015, Stallone returned to the Rocky series with Creed, that serve as spin-off films focusing on Adonis "Donnie" Creed played by Michael B. Jordan, the son of the ill-fated boxer Apollo Creed, to whom the long-retired Rocky is a mentor. Reprising the role brought Stallone praise, and his first Golden Globe award for the first Creed, as well as a third Oscar nomination, having been first nominated for the same role 40 years prior. Since 2022, he has starred in the television series Tulsa King for Paramount+.
Stallone is the only actor in the history of American cinema to have starred in a box-office number-one film across six consecutive decades.
Happy Birthday 🎂 🥳 🎉 🎈 🎁 🎊 To You
The Greatest & Bad@$$ Actiom Movie 🎥 Star Actor 🌟 Of Our Time
You Know Him & You Are Always Going To Love Him
The 1
&
The Only
MR. SYLVESTER STALLONE 💪  #SlyvesterStallone #RockyBalboa #Rambo #BarneyRoss
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dovevonascerequadro · 2 years
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Il diario fu trovato dal padre di Anna Frank, Otto, l’unico della famiglia che sopravvisse ai campi di concentramento e di sterminio. Infatti dopo la Liberazione, Otto tornò ad Amsterdam nel nascondiglio e trovò il Diario della figlia. Lo pubblicò e questo venne tradotto nelle lingue del mondo, diventando un’importante testimonianza della Shoah. L’ultima pagina del Diario risale al 1 agosto.
( Il principale destinatario del diario è l'amica immaginaria Kitty, identificabile con Kitty Egyedi, con la quale aveva stretto un forte rapporto prima dello scoppio della guerra.)
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Cara Kitty,
“un fastello di contraddizioni” è l’ultima frase della mia lettera precedente e la prima di quella di oggi. Un “fastello di contraddizioni”, mi puoi spiegare con precisione cos’è? Che cosa significa contraddizione? Come tante altre parole ha due significati, contraddizione esteriore e contraddizione interiore. Il primo significato corrisponde al solito “non adattarsi all’opinione altrui, saperla più lunga degli altri, avere sempre l’ultima parola”, insomma, a tutte quelle sgradevoli qualità per le quali io sono ben nota. Il secondo… per questo, no, non sono nota, è il mio segreto. Ti ho già più volte spiegato che la mia anima è, per così dire, divisa in due. Una delle due metà accoglie la mia esuberante allegria, la mia gioia di vivere, la mia tendenza a scherzare su tutto e a prendere tutto alla leggera. Con ciò intendo pure il non scandalizzarsi per un flirt, un bacio, un abbraccio, uno scherzo poco pulito. Questa metà è quasi sempre in agguato e scaccia l’altra, che è più bella, più pura e più profonda.
La parte migliore di Anna non è conosciuta da nessuno, vero? E perciò sono così pochi quelli che mi possono sopportare. Certo, sono un pagliaccio abbastanza divertente per un pomeriggio, poi ognuno ne ha abbastanza di me per un mese. Esattamente la stessa cosa che un film d’amore per le persone serie: una semplice distrazione, uno svago per una volta, da dimenticare presto, niente di cattivo, ma neppure niente di buono. È brutto per me doverti dire questo, ma perché non dovrei dirlo, quando so che è la verità? La mia parte leggera e superficiale si libererà sempre troppo presto dalla parte più profonda, e quindi prevarrà sempre. Non ti puoi immaginare quanto spesso ho cercato di spingere via quest’Anna, che è soltanto la metà dell’Anna completa, di prenderla a pugni, di nasconderla; non ci riesco, e so anche perché non ci riesco.Ho molta paura che tutti coloro che mi conoscono come sono sempre, debbano scoprire che ho anche un altro lato, un lato più bello e migliore. Ho paura che mi beffino, che mi trovino ridicola e sentimentale, che non mi prendano sul serio. Sono abituata a non essere presa sul serio, ma soltanto l’Anna “leggera” v’è abituata e lo può sopportare, l’Anna “più grave” è troppo debole e non ci resisterebbe.
Quando riesco a mettere alla ribalta per un quarto d’ora Anna la buona, essa, non appena ha da parlare, si ritrae come una mimosa, lascia la parola all’Anna n. 1 e, prima che io me ne accorga, sparisce. La cara Anna non è dunque ancora mai comparsa in società, nemmeno una volta, ma in solitudine ha quasi sempre il primato. Io so precisamente come vorrei essere, come sono dentro, ma, ahimè, lo sono soltanto per me. E questa è forse, anzi, sicuramente la ragione per cui io chiamo me stessa un felice temperamento interiore e gli altri mi giudicano un felice temperamento esteriore. Di dentro la pura Anna mi indica la via, di fuori non sono che una capretta staccatasi dal gregge per troppa esuberanza. Come ho già detto, sento ogni cosa diversamente da come la esprimo, e perciò mi qualificano civetta, saccente, lettrice di romanzetti, smaniosa di correre dietro ai ragazzi. L’Anna allegra ne ride, dà risposte insolenti, si stringe indifferente nelle spalle, fa come se non le importasse di nulla, ma, ahimè, l’Anna quieta reagisce in maniera esattamente contraria. Se ho da essere sincera, debbo confessarti che ciò mi spiace molto, che faccio enormi sforzi per diventare diversa, ma che ogni volta mi trovo a combattere contro un nemico più forte di me.
Una voce singhiozza dentro di me: “Vedi a che ti sei ridotta: cattive opinioni, visi beffardi e costernati, gente che ti trova antipatica, e tutto perché non hai dato ascolto ai buoni consigli della tua buona metà”. Ahimè, vorrei ben ascoltarla, ma non va; se sto tranquilla e seria, tutti pensano che è una commedia, e allora bisogna pur che mi salvi con uno scherzetto; per tacere della mia famiglia che subito pensa che io sia ammalata, mi fa ingoiare pillole per il mal di testa e tavolette per i nervi, mi tasta il collo e la fronte per sentire se ho la febbre, si informa delle mie evacuazioni e critica il mio cattivo umore.
Non lo sopporto; quando si occupano di me in questo modo, divento prima impertinente, poi triste e infine rovescio un’altra volta il mio cuore, volgendo in fuori il lato cattivo, in dentro il lato buono, e cerco un mezzo per diventare come vorrei essere e come potrei essere se… non ci fossero altri uomini al mondo.
La tua Anna M. Frank
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cinader · 7 months
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Writers on Writing
Fresh from the field Tony Robles spoke to poets, historians, memoirists, publishers and a poet laureate, about writing, banned books and more. In the second hour we hear about The Mercury Man, a collection of short stories by Frank Gioia.
NC Writers Network & Frank Gioia Today on WPVM Radio 3-5 PST: WPVMfm.org or 103.7 fm in Asheville, NC Tony Robles with attendees of the NCWN Fall Conference 2023 Fresh from the field Tony Robles, our own people’s poet, storyteller and radio reporter spoke to the Executive Director of the North Carolina Writers Network, who has a new book out, poets, historians, memoirists, publishers and a…
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orangekingfisher · 2 years
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hiiiii i saw you were italian and i was wondering if you had singers/bands recommendations that aren’t just maneski? have a nice day!
i do actually thank you so much for asking this was the biggest mistake of your fucking life. also they're all indie which means like. alt pop i guess? ehh
first of all. my favourite band. my beloveds. rovere. their last album, dalla terra a marte, is amazing. please listen to it please please please
i saw them live literally yesterday and they are incredible. nelson's voice is like fucking honey to me but every single band member is the sweetest person ever i swear to god ESPECIALLY STIVA (the keyboardist) HE'S THE LOVE OF MY LIFE. also anon if you're learning or you speak italian nels is a vlogger (you can find older tour videos) and he and frank (the bassist) are members of the yt channel space valley, they mess around with food, do weird home science and interviews sometimes, you should check them out they're hilarious <3
second we have pinguini tattici nucleari, whose album "fuori dall'hype" is the one i'd take with me on a deserted island so yeah i reccomend that one. they also happen to be friends with a lot of other singers/bands and their show is FIRE it's such an experience. here's the sv interview with the singer and sv's fun video with them
i think i should mention eugenio in via di gioia next bc they're basically a trio these bands. fun guys they were such an entertainment during quarantine <3 i miss their instagram lives so much you have no idea. they've also been interviewed by sv
also their keyboardist emanuele via has released some sick classical songs i love them
next up is fulminacci (i can only link his major (?) :/) and if you don't listen to him I'll be VERY sad. he has the voice of an angel and is too underrated for my likings. 11/10 would see live again too bad last year we were all seated i would've loved to dance. which songs do i recommend? all of them. and yes, he's also been interviewed by sv
and now we get to the "i listen to them from time to time":
willie peyote, the only rapper i listen to. i like the jazz vibes kinda
brunori sas. brunori sad actually i cried a lot with his songs. that's fine if you're not crying something's wrong
chiamamifaro i love her voice i love her songs i love her energy i love her. angelica do you wanna marry me perhaps. I'm single btw
rumatera but they're not really italian. that's okay though i fioi xe oro sempre e comunque
there are some other artists but i don't really know them so yeah these are the ones i like i hope you find some new favs here anon <3
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gerdfeed · 4 months
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Negative externalities, essentially none of which OpenAI is absorbing, like the cost of dis- and misinformation, cybercrimes, and the latest, fake books, a scam that has recently hurt at least three authors I know over the last two months. The latest report, this time from the noted music writer Ted Gioia came yesterday, regarding a fake book by a “Frank” Gioia:
Seven reasons why the world should say No to Sam Altman
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diceriadelluntore · 2 years
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Storia Di Musica #230 - Steve Vai, The Ultra Zone, 1999
Il sogno di ogni fan è di avere un contatto con il proprio idolo. Questo pensò un giovanissimo ragazzo di Long Island verso la fine degli anni ’70. Steven Siro Vai, figlio di immigrati del pavese, provetto e spericolato chitarrista, manda una registrazione amatoriale e la trascrizione di alcune complesse partiture per chitarra a Frank Zappa, suo mito: tra queste, trascritta nel 1978, quando aveva solo 18 anni, quella leggendaria di The Black Page ("la pagina nera" dovuta al fatto che la partitura presenta una incredibile concentrazione di segni musicali). Il genio di Baltimora, incuriosito ed impressionato da quel tipino, prima lo chiama a sé come trascrittore ufficiale, poi invece lo ingaggia nella sua band, a cui affida le leggendarie e super complicate parti di “Impossible guitar” o le famose “Strat Abuses” nei suoi dischi da Tinseltown Rebellion (1981) a Jazz From Hell (1986). In Them Or Us (1984) Zappa addirittura dedica un intero e iper sofisticato brano a Steve, l’iconica Stevie’s Spanking che inizia così: His name is Stevie Vai\And he's a crazy guy\Last November, I recall\ He needed a spanking.  Steve Vai è già una leggenda tra i chitarristi quindi quando nel 1984 pubblica Flex-Able, suo primo disco solista, pieno di acrobazie chitarristiche che infiammano gli appassionati: nel frattempo, dopo che una chitarra custom che gli piaceva si ruppe mentre suonava ad un concerto, siglò un contratto di collaborazione con la Ibanez, famosa casa di produzione di chitarre giapponese, che lo elegge a uomo immagine, e Vai disegnerà una propria linea di strumenti, la Jem 777, famosissima negli anni ’80 tra le migliori Super Strat anche per via della Monkey Grip, una maniglia intagliata sul corpo della chitarra, che permetteva legati più facili da eseguire e di non prendere la chitarra per il manico, che era molto sottile, con il rischio di romperlo. La carriera solista inizia a riempire di premi il giovane Vai, che vince numerose votazioni come chitarrista migliore del mondo sulle riviste specializzate. Ha il tempo per suonare con gli Alcatraz, fare due ottimi dischi di heavy metal con David Lee Roth che ebbero grande successo (soprattutto Skyscraper) e solo nel 1990 ritorna con l’album Passion And Warfare, dove la sua arte chitarristica inizia a prendere una forma più definita, tra virtuosismi, fusion e fraseggi di genio metal inarrivabili. Nel 1993 nuova band con cantante il canadese Devin Townsend: Sex & Religion ha belle canzoni in Deep Down Unto The Pain, Dirty Black Hole e la title track, che ebbe anche un certo airplay radiofonico, ma spesso la voce di Townsend è troppo sguaiata e mal si accorda con la metamorfosi spirituale che Vai intraprende in quel periodo. Pubblica pochissimo, si ritira in una sorta di rinascita religioso-filosofica, poi torna in grandissimo stile con una formazione a tre con Joe Satriani (che fu uno dei suoi primi maestri) e Eric Johnson, i G3. I tre virtuosi della chitarra elettrica fanno faville, per la gioia dei fan, e per tutto il 1997 e il 1998 è un susseguirsi di concerti. Parte di quelle esibizioni sono racchiuse in un pirotecnico e incredibile live, G3: Live in Concert, immancabile nella collezione di dischi per tutti i fan della chitarra elettrica. Nel 1999, il ritorno in grande stile per uno degli album chitarristici più belli di sempre: The Ultra Zone esce nel settembre del 1999 ed è un portento. Nelle parole dello stesso Vai, “L’Ultra Zone è quell’aria indescrivibile che si può raggiungere solo zittendo la mente e lasciando parlare l’anima, la musica può arrivare di aiutarti”. In scaletta ben 13 pezzi, metà strumentali e metà cantati da Vai, tranne Asian Sky dove canta Koshi Inaba, voce del gruppo giapponese B’z, il cui chitarrista leader,  Tak Matsumoto, suona anch’egli in questo brano. Gli strumentali sono superbi: The Blood & Tears campiona preghiere orientali, Voodoo Acid, con vocine in pieno stile zappiano e accreditate in pieno stile del Maestro come “spoken part” è lunatico e fantasioso, Oooo e la stupenda Windows To The Soul sono toccanti prove di tecnica chitarristica. Ma le due gemme sono due sentiti omaggi a due giganti dello strumento, ed amici di Vai, scomparsi da poco: Jibboom per il texano Stevie Ray Vaughan, ritmata e intrigante, e la solenne e splendida Frank, dedicata al grande Zappa. La sua carriera continuerà con ritmi meno severi, tra esibizioni live con la nuova G3, con Yingwie Malmsteen al posto di Johnson per incredibili scenari di assoli alla chitarra, e un riordino ricercato e intelligente dell’immenso archivio, e su questo punto bellissimo è The Elusive Light And Sound Vol.I, che raccoglie le idee e le registrazioni fatte per film, opere teatrali e televisione. Un gigante delle 6 corde e uno dei chitarristi più geniali e preparati di tutti i tempi. Zappa non sbagliò a dargli una possibilità.
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