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#frasi calcio
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Buon Europeo a tutti ⚽🇮🇹
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tuportamiviareturn · 7 months
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Chi ha detto che non è serio amare due donne nello stesso momento, o perder tempo per fare la formazione della propria squadra?
Massimo Troisi (San Giorgio a Cremano, 19 febbraio 1953 – Lido di Ostia, 4 giugno 1994)
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gonfiatalavena · 2 months
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Tra poco il calcio di inizio del mondiale in Qatar. Una cerimonia commovente e le parole dell’Emiro, Tamim bin Hamad al-Thani, che ha concluso il suo discorso con parole di pace e di fratellanza. E noi tutti di pace e di fratellanza abbiamo bisogno. Emozionante.
"Persone di Paesi e razze diverse arriveranno in Qatar e tanti altri condivideranno questi momenti davanti agli schermi di tutti i Continenti. É bello che i popoli mettano da parte ciò che divide e celebrino le loro diversità e al tempo stesso ciò che li unisce. Auguro a tutte le squadre di giocare un calcio magnifico, di grande sportività, di vivere un tempo pieno di gioia e di emozioni. Che siano giorni che possano ispirare bontà e speranza. Benvenuti e buona fortuna a tutti"
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qu4lc0s41ncu1cr3d3r3 · 8 months
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Dove tutto finisce e l’ansia scompare ❤️⚽️
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la vita é piena di sorprese, ma dovevano specificare che la maggior parte più che sorprese erano calci nello stomaco
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astra-zioni · 2 months
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La questione è che pur avendo problemi psicologici di varia natura ed avendo dunque empatia per chi soffre dei miei stessi disagi non riesco neanche più ad essere tollerante entro una certa soglia. Non quantifico più le volte in cui il disagio mentale altrui è diventata una condizione così granitica, così intrinseca, che m’è sembrato non ci fossero modi e armi per oltrepassare quello stato che era sempre uguale a se stesso; ed i suddetti rapporti sono dunque morti, come conseguenza naturale. La cosa frustrante è che le persone che vivevano queste condizioni erano estremamente intelligenti e consapevoli eppure, puntualmente, tornavano indietro. E allora il discrimine è ancora una volta la scelta, l’impegno costante di rendersi conto a un certo punto che o ti muovi da quella condizione o ci rimarrai a vita. Non mi riferisco ovviamente alle condizioni paralizzanti del disturbo mentale; non mi sognerei mai di dire a un depresso che non si alza dal letto di farlo, per magia, per scelta.
Mi riferisco a quelle persone che studiano, lavorano, hanno relazioni sentimentali, una vita comunque “funzionale” - paradossalmente più della mia - e comunque ricadono negli stessi meccanismi che oltre a doverti subire tu in quanto amico o partner a fasi alterne, avverti, a un certo punto, capaci di renderle persone-non persone, persone involute, persone statiche, persone rassegnate. A vent’anni.
È un discorso antipatico, soprattutto quando devi farlo a te stessa, come nel mio caso, ma è l’unico discorso che può smuoverti e darti un metaforico calcio in culo. Non ci sono altre strade. Persino i farmaci e la terapia senza questa volontà di scelta sono inutili. Per questo motivo nella mia vita non accetto più certe dinamiche e certe persone per quanto umanamente sia coinvolta nelle loro questioni e mi tocchino anche dal vivo. Quando mi si dicono le stesse frasi, quanto mi si raccontano le stesse storie d’amore ma con protagonisti differenti, quando si reiterano gli stessi scenari, oltre a salirmi la noia, la frustrazione, mi allontano inconsciamente. Perché l’unica cosa che si può realmente perdonare è la mancanza di strumenti; quando li hai tutti ed in più vivi i privilegi che hai, è un dovere morale nei confronti di te stesso prendere la situazione in mano, ancor prima che nei confronti altrui. E se non sei in grado di scegliere per la tua vita e la tua stessa sopravvivenza, non sei in grado di scegliere (e dunque amare, ed avere cura) di niente.
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gcorvetti · 4 months
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Pensieri musicali.
La musica non è solo prendi lo strumento e suona, come molti di voi sanno, è anche pensiero, è un dialogo (spesso con se stessi) su come, quali suoni, quali note, quali pause, potrei continuare all'infinito perché la musica è infinita. Spesso sento dire che è stato fatto di tutto, come anche non c'è buona musica ecc ecc, tutte frasi buttate la da persone che non sanno neanche cosa sia la musica, diffidate da quelli che vi dicono "Ho fatto il conservatorio", oppure "Ho studiato una vita, tanto che ora insegno", sono persone tarate, sicuramente bravi e quindi molto ingannevoli, ma se vi capita chiedete loro di darvi una definizione di musica, vedrete che vacilla, perché ai suoi occhi la musica è quello che ha studiato, mentre ci sono persone che sono restate nella storia e non sapevano neanche tenere lo strumento in maniera corretta, tanto per dire.
LA MUSICA E' UNA FORMA D'ARTE.
Questa è la definizione più vicina alla realtà e quindi si può dire che la musica è soggettiva, per questo ci sono svariati punti di vista e miliardi di definizioni possibili, perché ognuno ha la sua. Tutte quelle discussioni su chi è più bravo, chi è più veloce, chi ha vinto più premi ecc ecc, tutte pippe mentali, ma vi pare che Robert Johnson desiderava diventare famoso? A lui interessava ingroppare e imparò a suonare per portarsi a letto più donne possibili, infatti una delle ipotesi della sua morte è che il proprietario del postaccio dove stava suonando l'ha avvelenato perché gli aveva già bombato la moglie, altri tempi. Esempi a parte, quando qualcuno vi dice "Eh ma è il mio gusto personale", caro mio il tuo gusto è dettato da quello che ascolti, se ascolti 100 band mainstream in croce di 5 stili diversi, ma sempre per esempio metal, non hai un cazzo di gusto, diteglielo, la varietà di ascolto determina un gusto che può avvicinarsi un pò a quello che potrebbe essere in qualche modo una mente allenata all'ascolto e quindi con una certa dose di criticismo, ma occhio alla parola ascolto che è importante, perché se metti su la musica tutto il giorno e nel frattempo fai altro non stai ascoltando la musica stai facendo altro e usi la musica come sottofondo perché oramai è così, purtroppo, si usa la musica perché abbiamo la paura del silenzio, che è comunque una parte portante della musica, le pause?!
Va bè tutto sto pippone per dirvi che oggi riflettevo su alcune cose musicali, la prima è che le mie colleghe ascoltano merda e me la devo sorbire anche io, robaccia tunz anni 90 estone con cover improbabili tipo Mike Oldfield Moonlight shadow in estone ma trunz che credetemi è un obbrobrio, secondo me lui stesso non l'ha mai sentito ha firmato il permesso e intascato i soldi, e robe simili tutto il giorno. L'altra è che Silvestrin non parlerà più di musica, almeno non metterà più degli estratti sul tubo, cosa che mi dispiace perché erano molto interessanti, nel suo canale adesso (ed ha iniziato subito) parla del Milan, ma come minchia può essere che uno che è nella musica da una vita, ha fatto anche cose orrende nella sua carriera ma per soldi figuriamoci, dicevo, come si fa a passare dalla divulgazione musicale al calcio. Per carità ognuno nel suo canale fa quello che vuole, considerando che comunque continua le sue live su Twitch dove mette musica nuova e parla della situazione musicale mondiale, non che italiana. Ma mi dispiace, anche perché non ho tempo per stare dietro alle dirette anche se mi piacerebbe.
Detto questo e visto l'argomento vi lascio ad una delle ultime scoperte, non proprio recente, ma mi han fatto troppo ridere.
youtube
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Bisogna fare chiarezza sulla questione "fischi" a Geolier. Come già detto, i fischi sono MERITATI se sono per la classifica, perché chi continua a definire anche solo da top five la sua performance nella serata cover, è in malafede. E oltretutto, chi accusa la platea di averlo fischiato "solo perché napoletano", sta facendo lo stesso gioco, elogiandolo soltanto per la sua provenienza e per avercela fatta, facendone una questione territoriale.
Premesso questo, a mio parere i fischi sarebbero arrivati se al primo posto ci fosse stato chiunque al posto di Geolier. Probabilmente anche Alfa con Vecchioni, i Santi Francesi con Skin, i Bnkr44 con Pino D'Angiò, Annalisa con La Rappresentante di Lista e Ghali con Ratchopper, che sono tutti quelli che hanno francamente emozionato e divertito di più nella serata di venerdì.
Ciò che però dispiace è che gli stessi che fischiano, noncuranti che sul palco c'è pur sempre un fuoriclasse della musica che si trova lì non per caso perché raccoglie consensi da tutta Italia, probabilmente non lo avrebbero fatto in presenza di Fiorella Mannoia, Loredana Bertè e de I Ricchi e Poveri al primo posto. E sfido chiunque a dire il contrario su questo.
Al Festival deve essere il mancato rispetto della platea che si ha nei riguardi di un'artista a far rumore, solo perché "non compreso" o "nuovo", al quale non si perdona di avere una generazione intera al proprio seguito. Non la provenienza stessa di chi viene fischiato che è roba per i mentecatti che passano le giornate a commentare i post sui social con frasi di odio e disprezzo immotivato. Lo fanno nel calcio, lo fanno nella vita di tutti i giorni.
Nun ce vo' o' Festival, tantomeno Geolier.
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un-mei-no-akai-ito · 2 months
Note
Descrivi la tua relazione ideale 😌
Okay oggi questo è il nostro tema hahah
Comunque beh, vorrei cose semplici, nulla di che.
Prima di avere un fidanzato vorrei che fosse il mio migliore amico, quindi poter ridere e parlare in tranquillità, senza troppi problemi intorno (parlare totalmente in inglese sarebbe top del top, ma non divaghiamo troppo 😅)
Vorrei che mi aiuti sia fisicamente durante il giorno, che mentalmente, al punto che poi, riuscirò, prima o poi, a fare le cose da sola.
(Una volta ci ero riuscita, ma mia mamma non ha molta pazienza e preferisce farmi le cose lei per fare prima.)
Quindi vabbè.
Vorrei poter viaggiare, scoprire posti nuovi, vorrei che mi facesse leggere come una volta.
Non lo so se sono una persona gelosa, ma immagino che sia importante lasciargli i suoi spazi, con gli amici e magari lo stadio, non so (mi piace il calcio ma andare allo stadio mi mette ansia, c'è troppa gente haha) ed aspettarlo a casa, o magari proprio lui mi farà passare l'ansia sociale e la paura di uscire, non so.. da una parte lo spero!
Non vorrei troppi complimenti, perché penso che un fidanzato che ne faccia troppi, sia falso.
Vorrei che fosse vero e sincero.
Ho un sogno, vorrei parlasse più di una lingua straniera e mi insegni quelle che conosce (sono sempre stata brava nelle lingue straniere e ho diverse esperienze nell'imparare rapidamente parole e frasi, perché so "imitare" bene i suoni, quindi risulto mezza madrelingua anche non so neanche un verbo.
Mi divertono sempre le lingue straniere, quindi sarà un modo anche per unirci.
Vorrei che mi facesse conoscere tante culture.
Che non mi obblighi a nuotare, e che mi porti in montagna.
Ripeto, vorrei un amico prima di tutto. In questo modo, sarei meno sola, perché saprei che lui è lì per me e solo, per me.
Ovviamente la mia compagnia non deve essere un obbligo, però magari che dia piccole attenzioni, anche non troppo romantiche va bene.
Purché ci sia, per me, va bene. ♡♡
Tutto qui.
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lonelysmile · 1 year
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disclaimer: non lo dico per "difendere" pessina ma lo dico in generale
non penso che ci sia una correlazione tra il giocare per una certa squadra e l'avere determinate idee
anch'io come moltə qui sopra penso che b3rlusc0ni non fosse una bella persona ma so che ha avuto un ruolo nel calcio e mi sembra quasi ovvio, seppur magari spiacevole, che dei giocatori che hanno avuto a che fare con lui spendano due parole sul suo conto dal punto di vista calcistico
non ha scritto chissà che cosa, solo due frasi fatte che mi sembrava ovvio che postasse
se dovesse fare o dire qualcosa che non mi piace sarei la prima a ricredermi ma per ora vi ricordo queste due cose che a mio parere sono molto più importanti di due post
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libero-de-mente · 2 years
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IL TRENO DELL'AMORE
(PER GLI ADOLESCENTI IL BIGLIETTO DOVREBBE ESSERE GRATIS)
È una mattina piovosa che mi accoglie al risveglio. Il sole non è ancora sorto, mi accomodo in cucina con una tazzina di caffè e un tozzo di pandoro, avanzato la sera precedente.
Penso. I miei pensieri sono rivolti all'inizio di questo anno e ai progetti che sto portando avanti. Tra non poche difficoltà.
Sento un rumore che mi distoglie dai pensieri e sulla porta della cucina si materializza figlio 2.
Capello lungo, arruffato con quell'aria da bello e dannato che si rifà come look ai rocker degli anni '70.
- Buongiorno papà.
- Buongiorno a te, come mai svegli a quest'ora? - chiedo sapendo che non c'è scuola per le vacanze natalizie.
- Devo uscire.
- Deduco che tu abbia da fare un lungo tragitto per esserti svegliato presto.
- Già...
- Un tragitto fatto di autobus e treni?
- Si pa', dai che l'hai capito.
- Motivo?
- È il suo compleanno oggi.
- Quello che fai è un bel gesto, la presenza non è così scontata. Te lo ha chiesto lei?
- No, l'ho voluto io. Perché questa domanda?
- Ho imparato che è importante saper dare senza che ti venga richiesto. Una donna se deve continuamente chiederti una determinata cosa, poi, smetterà di farlo.
- Perché?
- Perché a un certo punto, se dovrà sempre chiederlo, non lo vorrà più.
- A quale stazione scenderai?
- A Trenofermo*
- (sospiro) Trenofermo, anche io una volta per amore andai a Trenofermo.
- Ah si? Tu? Come andò?
- Fu una grande emozione per me. Me lo ricordo come se fosse ieri, sai? Lei, così dolce e piena di insicurezze. Lei che non si amava abbastanza, che non apprezzava le forme del suo corpo. Io invece la guardavo, come se fosse il più bel tramonto ricco di colori e sfumature che abbia mai visto.
- Ora scopro che sei anche romantico, mio Dio - mi risponde mentre depone delle cose nello zainetto.
- Vedo che il regalo e i fiori, che hai riposto con cura nello zainetto, ti rendono degno di questo padre romantico... mio Dio.
- (Arrossendo) Non è per essere romantico, ma perché tengo a lei.
- "Tengo a te" ovvero io tengo te appartenersi, è una delle frasi più belle e romantiche, non trovi?
- Eddài pa', non farmi passare per romantico.
- Invece lo sei, quando distogli l'attenzione dallo studio, da una partita di calcio o da un videogioco pensi a lei?
- Beh, si.
- Siamo di chi ci riempe gli spazi mentali tra gli impegni quotidiani.
- Ma cos'è che ti rende così filosofo la mattina?
- Il caffè. Passato l'effetto torno a essere un pirla qualunque.
- Papà, io vado altrimenti faccio tardi.
- Hai paura di perdere il treno oppure lei?
- Beh... io...
- Tranquillo, mi hai già risposto. Mandami un messaggio quando arrivi. Che sono in pensiero.
- Ma tu sei sempre in pensiero per me?
- Sempre, finché respirerò.
- Ma stai tranquillo papà.
Lo saluto un'ultima volta dal balcone, sorseggiando un secondo caffè. Il mio neurone va riattivato, ha già pensato troppo questa mattina.
Penso a tutti i viaggi che non ho avuto il coraggio di fare, ai limiti che mi sono posto per insicurezza. Ai rimpianti che ho. Bisogna sempre osare nella vita, credendoci. Meglio ruzzolare per terra e sbucciarsi un ginocchio, che rimanere con l'aria da fessi sulla banchina della stazione, guardando il vagone di coda che si allontana.
I sogni rimangono tali, se non sono seguiti dalle azioni per realizzarli.
Come prendere un treno per esempio.
*nome di fantasia per tutela della privacy a seguito della Legge 675 del 31 dicembre 1996 - Tutela delle persone e di altri soggetti, treni e stazioni comprese, rispetto al trattamento dei dati personali.
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ufficiosinistri · 1 year
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Bruno Barba - "Ma quale DNA?"
“Ma quale DNA” è un saggio scritto da Bruno Barba che ha uno scopo ben preciso: quello di screditare e affossare qualsiasi teoria evoluzionista presente nel calcio, atta a portare un peggioramento della qualità culturale e comunicativa di narrazione e giornalismo. Il termine specifico oggetto della critica da parte di Barba, docente di antropologia, è, appunto, “DNA”. Parlare di DNA in uno sport nel quale, come sosteneva Socrates, “può vincere anche il peggiore”, risulta un’operazione anacronistica, che assume intrinsecamente concetti razzisti, che vengono così trasfigurati nello sport più mutevole e intriso di socialità, rivoluzione, rispetto ed accettazione di tutti i tempi. Frasi come “Questa squadra ha la vittoria nel DNA” oppure “questa società ha carattere” non hanno motivo di esistere quando si tratta di raccontare, mediante studi  empirici, o più modernamente con storytelling e messe in scena televisive, uno sport creato dagli uomini e da essi continuamente plasmato, come se vivesse in uno stato di continua evoluzione interiore.
Non esiste  infatti, in primo luogo una “maniera” di giocare a calcio: Sacchi, per esempio, si ispirò al modello olandese per arrivare a far giocare come prima punta il sardo Virdis, e pretese fortemente l’acquisto  dell’emiliano Ancelotti dalla Roma, dando vita ad un modulo studiato per poter competere con le squadre di quel preciso periodo storico e sociale. Allo stesso modo, ci viene raccontata l’Italia del 1982, che fu capace di prendere le distanze dal calcio di Pozzo, il calcio “da alpini”  delle due Rimet vinte di fila e in grado di trovare aperture e spazi, alla faccia della costante retorica del catenaccio all’italiana.  
In “Ma quale DNA”, le parole come “sincretismo” e "partecipazione" hanno maggior valenza rispetto agli slogan che vengono continuamente  diffusi dai social e da una maniera di raccontare il calcio troppo spinta verso la celebrazione delle vittorie e delle imprese sportive del singolo, più  che nei confronti degli uomini nella loro collettività, con i loro pregi e i loro difetti, che le hanno compiute.
Il calcio non viene descritto come materia minore rispetto ad altri sport, soprattutto quelli che esaltano in modo più spiccato l’individualità : dal giocatore di terza categoria all’amatore, dalla vecchia gloria che sta finendo la carriera in Serie D al giovane promettente di qualche cantera europea, tutti vengono posti sullo stesso piano, grazie ad una ricerca socio-antropologica esaustiva e rivelatrice, frutto dell’immensa cultura e dell’estremo interesse scientifico che il docente alessandrino mette a disposizione dei propri lettori.
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Stiamo parlando di un testo accademico e di tutt’altro che facile lettura, ma estremamente necessario, soprattutto per capire cosa significhi veramente parlare di calcio moderno. Essendo appena uscito, grazie alla lungimirante opera di Battaglia Editore, “Ma quale DNA” esamina ogni sfaccettatura antropologica del gioco del pallone, arrivando a parlarci degli ultimi Mondiali, disputati in Qatar, partendo dall’Homo Ludens di Huzinga per poi arrivare a Pavese, Gianni Brera e al Basaglia di “da vicino nessuno è normale”.  Perché il calcio, come gli uomini, è un fenomeno fluido, come fluida è la società nella quale prende vita e viene giocato ogni giorno, sul campetto di periferia come nelle grandi arene sportive.
Scrivere, raccontare e parlare di calcio dovrebbero essere, secondo Bruno Barba, pratiche veicolanti per trasmettere un’esperienza e, successivamente, interpretare i fenomeni che ne derivano. Saper descrivere il calcio per poi poterne parlare, saper individuare le cause tattiche per poter commentare un’azione sono operazioni che vanno ben più in là rispetto all’abbruttimento del linguaggio calcistico al quale siamo ormai da decenni abituati. Stiamo parlando di vera e propria fenomenologia, che non si scaglia a priori contro modernità e cambiamenti, in una retorica nostalgica ed ancorata al passato, me che ne entra a far parte in modo quasi naturale e descrittivo.
Raramente ho trovato un saggio calcistico che, in modo così naturale, eviti scontate sussunzioni e scada in effimere narrative nostalgiche per raccontare questo gioco. Se ovunque possiamo giocare a pallone, allora ovunque e a chiunque possiamo raccontarne le storie.
“Esiste una contraddizione di fondo tra il desiderio di formulare articolate teorie sui massimi sistemi calcistici e l’evidenza di alcuni fatti: se al novantesimo minuto della finale mondiale 1978 l’olandese Resembrink, invece che colpire il palo, avesse indirizzato la palla qualche centimetro più in là, sarebbe cambiata la storia di quella squadra arancione, dell’Albiceleste, e chissà persino il destino dell’Argentina e della sua infame dittatura.”
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Pensieri di Mezzanotte #6
Quanto è divertente quando tutti pensano che la tua vita sia perfetta, quando dicono: “Ma che cosa ti lamenti, c’è chi sta peggio di te”, e dicono queste frasi senza sapere un cazzo della tua vita, ma hey… loro hanno la verità assoluta.
Si, amico! La mia vita è perfetta. È stata perfetta il giorno in cui a tredici anni ho trovato la lettera di suicidio di mia mamma, è stata perfetta quando ho scoperto che aveva scritto quella lettera solo per fare un dispetto a mio nonno, e che in realtà non si era suicidata.
La mia vita è perfetta! È stata perfetta il giorno in cui ho iniziato la psicologa, per elaborare quella lettera, e il pomeriggio mi sono trovato gli assistenti sociali a casa, che dicevano che era colpa mia e che sarei dovuto andare con loro.
La mia vita è perfetta! È stata perfetta il giorno del mio compleanno, stesso giorno in cui è morto mio nonno, persona con cui ho vissuto per tredici anni. O, lo stesso giorno, in cui hanno diagnosticato la demenza senile a mia nonna.
La mia vita è perfetta! È stata perfetta anche il giorno in cui ho beccato la badante di mia nonna, tirarle un calcio. E sai cos’è la cosa divertente? È che non ho detto niente a nessuno, per paura di ripercussioni su di lei.
La mia vita è perfetta! È stata perfetta anche il giorno in cui mia mamma ha deciso di abbandonare tutti e trasferirsi dall’altra parte del mondo, sono dodici anni che non la vedo.
La mia vita è perfetta! È stata perfetta anche il giorno in cui i miei hanno deciso di vendere la casa in cui sono cresciuto, buttando via tutto ciò che c’era di mio all’interno.
La mia vita è perfetta! Come quando la polizia postale chiamò mio padre, dicendogli che avevo scritto un messaggio online in cui dicevo di tagliarmi e lui, di tutta risposta, non controllò le mie braccia, ma disse: “Che figure di merda mi fai fare”.
Gia, la mai vita è perfetta!
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curiositasmundi · 2 months
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[...]
Alle 22 in punto la radio della polizia penitenziaria gracchiava frasi in arabo. Nel carcere minorile Ferrante Aporti la rivolta è iniziata poco dopo le 20. Incendio nelle celle, negli uffici, nei corridoi. Botte agli agenti. «Si sono presi una nostra radio, attenti alle comunicazioni: sentono tutto» dice quello della penitenziaria. No, è peggio. I detenuti del minorile - una cinquantina, forse appena di più - si sono impossessati di gran parte del carcere. Polizia che circonda le mura, dal lato del campo di calcio: «Attenti che questi scappano, se ne vanno da lì». Corse. Lampeggianti delle volanti arrivate in forze in corso Unione Sovietica per questa rivolta i cui contorni, poco prima di mezzanotte, non sono ancora chiarissimi. Fumo dalle finestre. Il rischio di una evasione di massa è più di un’ipotesi.
Arrivano voci dall’interno. Raccontano che l’ufficio del direttore, Giuseppe Carro, è stato devastato. E non è l’unico. È stata fatta a pezzi anche quella che chiamano «Sala Regia» ovvero il salone dove ci sono i monitor che rimandano le immagini delle telecamere di sorveglianza dei corridoi e delle celle, dei cortili e delle mura perimetrali. E gli agenti sono stati cacciati fuori. In questa notte di delirio al Minorile di certezze ce ne sono pochissime. E i pompieri, chiamati in forze per il fuoco, non possono entrare. I detenuti sono liberi di muoversi nel palazzo. I pompieri avevano provato ad entrare nel carcere all’inizio della rivolta, ma si sono trovati di fronte i ragazzi, aggressivi anche con loro. Sono stati costretti ad uscire in fretta e furia. E allora poco male per mobili e suppellettili e tutto ciò che ancora brucia. Intanto, chi sa, racconta ai poliziotti del personale carcerario sempre più ridotto all’osso.
E ieri sera era quasi peggio del solito: «Eravamo in sette. Io stavo cenando quando è cominciato tutto...» svela l’agente ai colleghi della Questura. Un’altra guardia esce e vomita in mezzo al cortile: «È un disastro, un disastro lì dentro...». «Ma dove sono i tuoi compagni?» gli domandano. E la risposta non arriva.Gerardo Romano, vice segretario generale del sindacato Osapp si appalesa quasi subito davanti al Ferrante. È furibondo: «Ciò che sta accadendo lì dentro questa notte è il frutto del totale abbandono della politica in tema di carcere. La polizia penitenziaria è stata dimenticata da tutti. Deve esserci un morto perché Roma batta un colpo? I sottosegretari Ostellari e Del Mastro dove sono? Dov’erano quando denunciavamo i problemi?».
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lamilanomagazine · 4 months
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Napoli: il Questore emette 10 provvedimenti di divieto di accesso alle manifestazioni sportive
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Napoli: il Questore emette 10 provvedimenti di divieto di accesso alle manifestazioni sportive. Il Questore di Napoli ha adottato 5 provvedimenti di divieto di accesso alle manifestazioni sportive (DASPO), istruiti e predisposti dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura. In particolare, un provvedimento, della durata di un anno, è stato emesso nei confronti di un 22enne di Sant'Irpino in quanto lo stesso, al termine di un incontro di calcio, disputatosi nello scorso mese di novembre presso lo stadio comunale di Volla "Paolo Borsellino", con il volto travisato, aveva tentato di raggiungere il settore dei tifosi locali brandendo aste di bandiera ed in quella circostanza era stato identificato. Un altro provvedimento, sempre di un anno, è stato irrogato nei confronti di un 21enne di Castellammare di Stabia, che, prima dell'incontro Juve Stabia-Turris, svoltosi lo scorso 26 febbraio presso lo stadio "Romeo Mentì" di Castellammare di Stabia, era stato denunciato per possesso di artifizi pirotecnici in occasioni di manifestazioni sportive. Ancora, un provvedimento della durata di 2 anni, è stato emesso nei confronti di un 55 napoletano che durante l'incontro di basket relativo al campionato Lega Nazionale LBA Ge. Vi. Napoli- Umana Reyer Venezia Basket disputatosi presso il palazzetto dello sport "Palabarbuto" di Napoli, era salito sulla ringhiera che delimita il campo degli spalti assumendo un atteggiamento intimidatorio nei confronti dei tifosi ospiti e, una volta raggiunto dagli steward, aveva opposto resistenza rovinando al suolo; solo grazie all'intervento degli agenti del Commissariato San Paolo era stato bloccato e denunciato per violenza o minaccia. Invece, due provvedimenti della durata di 5 anni riguardano un 28enne ed un 30enne, entrambi di Somma Vesuviana e già destinatari di provvedimenti Daspo che, in occasione dell'incontro di calcio F.C. Viribus Unitis 100-A.C. Ottaviano, svolto allo stadio "Felice Nappi" di Somma Vesuviana, avevano osto in essere una condotta violenta ed intimidatoria pregiudizievole per l'ordine e la sicurezza pubblica. In particolare, i due, a capo di un gruppo di tifosi della locale squadra di calcio, prima dell'inizio dell'incontro, avevano bloccato un gruppo di tifosi ospiti impedendo loro di accedere all'impianto sportivo mediante frasi minatorie; pertanto, solo l'intervento delle Forze dell'Ordine impiegate riusciva ad evitare che le opposte tifoserie entrassero in contatto. Altri 5 provvedimenti, della durata di 1, 2 e 4 anni, sono stati emessi nei confronti di altrettante persone di cui una denunciata per porto di armi od oggetti atti ad offendere, due condannate per detenzione illecita di sostanze stupefacenti, una condannata per estorsione aggravata in concorso e, l'ultima, condannata per rapina in concorso e lesioni personali.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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