14 maggio … ricordiamo …
14 maggio … ricordiamo …
#semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2022: América Alonso, nome d’arte di María Golajovski Zaira, attrice venezuelana. Sposata prima con con il produttore Mario Bertoul., successivamente si risposò con Daniel Farías. (n. 1936)
2020: Phyllis George, Phyllis Ann George Brown, modella e conduttrice televisiva statunitense. Phyllis fu sposata con il produttore Robert Evans e con l’ex governatore del Kentucky John Y. Brown, Jr.. (n.…
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Carneficine all’italiana
Fabio esce di prigione dopo dieci anni.
Adesso ne ha cinquanta.
E vuole tentare un ultimo colpo.
Di quelli da più di mezzo miliardo (in lire antiche, s’intende).
Mette insieme una squadra e i soldi necessari.
Ma le cose non vanno proprio come avrebbero dovuto andare.
In pochissimi ne usciranno vivi.
Non mi aspettavo molto, da Gangsters 70, noir italiano degli anni Settanta.
Per questo mi ha sorpreso.
La trama è abbastanza plausibile.
E fila in maniera lineare almeno fino all’ultima mezz’ora circa.
Dopo di che, il ritmo accelera e parte la carneficina.
Dignitose le scene d’azione.
E bravi gli interpreti.
Su tutti segnalo Joseph Cotten e Giampiero Albertini (la storica voce del Tenente Colombo).
Del resto, sono gli unici che ho riconosciuto.
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Uomini Contro.....
TONINO GUERRA
Uomini contro è un film del 1970 diretto da Francesco Rosi, liberamente ispirato al romanzo di Emilio Lussu Un anno sull'Altipiano. Ambientato nella prima guerra mondiale,
oggetto dei comizi del generale De Lorenzo, abbondantemente riprodotti attraverso la televisione italiana
Ambientato nell'Altopiano di Asiago durante la prima guerra mondiale, intorno al 1916, il film è incentrato in particolare sul Monte Fior che, inizialmente in mano italiana, viene abbandonato e lasciato in mano all'esercito austriaco, che lo rende un'inespugnabile fortezza.
Tonino Guerra, Raffaele La Capria, Francesco Rosi
Produttore Francesco Rosi, Luciano Perugia
Casa di produzione Prima Cinematografica, Dubrava Film
Fotografia Pasqualino De Santis
Montaggio Ruggero Mastroianni
Effetti speciali Zdravko Smojver
Musiche Piero Piccioni
Scenografia Andrea Crisanti
Costumi Franco Carretti, Gabriella Pescucci
Trucco Massimo De Rossi
Interpreti e personaggi
Gian Maria Volonté: tenente Ottolenghi
Pier Paolo Capponi: tenente Santini
Alain Cuny: generale Leone
Franco Graziosi: maggiore Ruggero Malchiodi
Mark Frechette: tenente Sassu
Nino Vingelli: soldato presunto autoferito
Mario Feliciani: colonnello medico
Daria Nicolodi: crocerossina
Giampiero Albertini: capitano Abbati
Bruno Pischiutta: soldato Baionetta
Alberto Mastino: soldato Marrasi
Tonino Pavan: tenente Pavan
Brunetto Del Vita: colonnello
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CINE (Serie Completa 10hs)
La vida de Verdi (1982)
Título original: Verdi
Italia
Dirección: Renato Castellani
Idioma: Doblada al Español
Atención: Solo para ver en PC o Notebook
Para ver el Film pulsa el Link:
https://artecafejcp.wixsite.com/escenario-cafejcp/post/la-vida-de-verdi-1982
Reparto: Ronald Pickup, Carla Fracci, Giampiero Albertini, Omero Antonutti, Lino Capolicchio, Enzo Cerusico, Eva Christian, Nino Dal Fabbro, Adriana Innocenti, Agla Marsili, Daria Nicolodi, Jan Niklas,
Renzo Palmer
Género: Serie de TV. Drama | Biográfico. Siglo XIX
SINOPSIS:
La vida, los amores, los trabajos del gran compositor Giuseppe Verdi, con la unificación de Italia en torno al Piamonte como telón de fondo. Verdi estuvo muy involucrado en los acontecimientos políticos de su época, lo cual le hizo muy popular entre sus compatriotas. El patriotismo de sus óperas frecuentemente le creaba problemas con la censura austríaca. Ambiciosa miniserie de tv europea, cuyo rodaje duró siete años. Las voces originales corresponden a prestigiosos cantantes de ópera como Maria Callas o Luciano Pavarotti.
Críticas:
Excelente serie dedicada a la vida del compositor G. Verdi. Después de muchos años, he vuelto a disfrutar con esta excelente biografía dedicada a la vida de Verdi. Nos muestra un compositor cercano, asequible y comprensible a la vez que genial. Los personajes son muy humanos, creíbles en todo momento. La serie, magistral, acerca a la persona y a la obra del compositor, a su entorno, al cariño infinito de Antonio Barezzi y G. Stapponi, al progreso como compositor, su entorno… En resumen: magistral, e imprescindible para todo buen melómano (de cualquier edad).
-Sánchez Dopazo: La Tribuna Diario
Café Mientras Tanto
jco
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Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer? / The Case of the Bloody Iris
Giuliano Carnimeo. 1972
Street
Viale dell'Arte, 25. 00144 Roma RM, Italy
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Bonus: also in this location
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I TROPPI MISTERI DI GEMINUS
I TROPPI MISTERI DI GEMINUS
Venerdì 15 agosto 1969 alle 21.15 sul Secondo canale (oggi Rai Due), va in onda la prima delle 6 puntate dello sceneggiato Geminus.
Soggetto e sceneggiatura di Francesco Milizia ed Enrico Roda. Regia di Luciano Emmer.
Con Walter Chiari (Alberto Piergiorgi), Alida Chelli(Caterina Malfatti), Giampiero Albertini (Commissario Stacchi), Ira von Fürstenberg (Irina), Ugo Fangareggi (Padre Lennon),…
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Return of Sabata *** (1971, Lee Van Cleef, Reiner Schöne, Giampiero Albertini, Ignazio Spalla, Annabella Incontrera) - Classic Movie Review 9112
Return of Sabata *** (1971, Lee Van Cleef, Reiner Schöne, Giampiero Albertini, Ignazio Spalla, Annabella Incontrera) – Classic Movie Review 9112
‘He’s Judge… Jury… Executioner!’
Director Gianfranco Parolini [Frank Kramer]’s 1971 Spaghetti Western film Return of Sabata [È tornato Sabata… hai chiuso un’altra volta!] (which translates as ‘Sabata is back… you’re finished again’) is the third and final film in The Sabata Trilogy.
It features the welcome return of Lee Van Cleef as the title character, which he had played in the 1969 first film,
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14 maggio … ricordiamo …
14 maggio … ricordiamo …
#semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2022: América Alonso, nome d’arte di María Golajovski Zaira, attrice venezuelana. Figlia unica di una cantante d’opera e di un ingegnere, immigrati della rivoluzione russa. Conobbe l’attrice e maestra teatrale Juana Sujo, la quale le trasmise l’interesse per la recitazione; inoltre, con lei migliorò anche il suo spagnolo. Iniziò la sua formazione nella radio. Dopodiché lavorò nella televisione…
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Conti da chiudere
Il cinema di genere italiano non finisce mai di stupirmi.
Ci trovo sempre qualche sorpresa.
Come nel caso del film che Il conto è chiuso.
Fra gli interpreti si vedono facce conosciute: Luc Merenda, Giampiero Albertini (la voce storica del Tenente Colombo), Mario Brega e i soliti caratteristi (che compaiono anche in alcuni dei film di Bud Spencer).
Ma c’è anche il pugile Carlos Monzon.
Interpreta un calabrese (sempre che abbia capito bene) che picchia parecchio duro.
Va al nord, in una città gestita da due bande che non si possono proprio sopportare.
Ma non si è trattato di una destinazione casuale.
Il suo intento è quello di vendicare la morte della madre e della sorella.
Così si mette a fare il doppio gioco.
Con le conseguenze che si possono ben immaginare.
Nelle sue linee generali, la storia sembra un po’ una misticanza dei western di Sergio Leone: Per un pugno di dollari (il doppiogiochismo), Per qualche dollaro in più (il carillon e la vendetta) e C’era una volta il West (la vendetta).
Il ritmo di questa gangster story nostrana è buono e la pellicola è diretta con un certo mestiere da Stelvio Massi, specialista del genere poliziottesco.
Oh, ingenuità e incongruenze ce ne sono.
Però ci si può passare sopra.
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FERMO – Sabato 11 maggio alle ore 18 prende il via la nuova stagione espositiva del TOMAV – Torre di Moresco Centro Arti Visive con Nulla che non sia ovunque, personale di Luca Piovaccari a cura di Milena Becci.
La caratteristica torre eptagonale, sede del TOMAV, ospita dalla fine del 2010, con la direzione artistica di Andrea Giusti, proposte artistiche e culturali che si presentano sui quattro piani della costruzione risalente al XII secolo e ubicata nel centro storico del piccolo borgo marchigiano di Moresco.
Il Centro Arti Visive inaugura sabato 11 maggio la sua nona stagione espositiva accogliendo le opere fotografiche di Luca Piovaccari e presentando un nuovo format dal titolo TAW_TOWERARTWEEKEND che prevede un’unica apertura di due giornate, nel weekend appunto, della mostra. Nulla che non sia ovunque spalancherà quindi le porte della stagione espositiva sabato 11 e domenica 12 maggio con una sorta di flash show in cui, oltre alla visione delle opere, sarà possibile godere della presenza dell’artista che parlerà al e con il pubblico della propria ricerca, costituendo un valore aggiunto fondamentale nella costruzione di una relazione diretta tra i visitatori e l’arte contemporanea.
Luca Piovaccari rintraccia l’eccezionale ed eroico vivere quotidiano nel mito delle cose di tutti giorni inseguendo la poetica dell’insignificante nello sguardo che si posa su ciò che ci sta intorno, dal pezzo di terra al ciuffo d’erba che cresce nell’asfalto. Nulla che non si possa trovare ovunque, scrive Piovaccari, ma anche l’attenzione verso i margini che possono diventare un cosmo.
Ricorda, attraverso lo scatto fotografico, autori come Luigi Di Ruscio, marchigiano di Fermo, a cui idealmente ha pensato per costruire questo suo intervento al TOMAV di Moresco. […] Nulla che io non abbia in un altro/ e che un altro non abbia in me […] scrive il poeta: vincere paure e diffidenze verso l’altro significa trasformare il mondo in un posto migliore e mutare un luogo insignificante in un posto meraviglioso attraverso un semplice scatto diventa magia.
Nulla che non sia ovunque vorrà rappresentare questa visione, questa volontà di convertire il margine in centralità attraverso lavori che riorganizzano lo sguardo, paesaggi interiori su acetati trasparenti e a toni spesso monocromi.
L’esaltazione della poetica della fragilità si esterna nella fotografia in bianco e nero per mezzo di pellicole sovrapposte che hanno il sapore dell’ignoto e si svelano delicate dal primo all’ultimo piano della torre che ospita il Centro Arti Visive ricollegandosi alla natura circostante.
Nulla che non sia ovunque di Luca Piovaccari a cura di Milena Becci inaugura sabato 11 maggio alle ore 18 e sarà visitabile anche domenica 12 maggio dalle ore 18 alle ore 20.
Luca Piovaccari è nato a Cesena nel 1965. Dopo gli studi inizia a muovere i primi passi espositivi nella città di origine paterna Forlì, in un’ esposizione del 1993 a Palazzo Albertini intitolata Forlìarte, una rassegna dedicata ai giovani artisti a cura di Vittoria Coen e Gilberto Pelizzola. La pratica del disegno comincia molto presto a “gareggiare” con la fotografia, attraverso virtuosismi e rimandi visivi, dando luogo a spaesanti viaggi interiori.
Nel pieno degli anni ‘90 Piovaccari lavora già su grandi immagini fotografiche in cui rappresenta volti e paesaggi e spesso su acetati trasparenti e a toni monocromi. In questi anni continua la sua ricerca attraverso uno sguardo che penetra nella solitudine del paesaggio e nella malinconia del quotidiano.
Nel 1997 espone al Premio Trevi Flash Art Museum, alla mostra Aperto Italia, sempre a Trevi, e a Realismo Italiano, Collezioni Nordstern. Alcuni suoi lavori entrano a fare parte della collezione AXA. Sempre nel 1997 espone a Ezra Pound e le Arti, rassegna presentata da V. Scheiwiller al Palazzo Bagatti Valsecchi di Milano e partecipa all’ottava edizione della Biennale del Mediterraneo, Alta marea, per giovani artisti presso lo spazio Adriano Olivetti di Ivrea. Nel 2000 espone all’ Istituto di Cultura Italiana di Berlino per la mostra Formae con presentazione di Maurizio Cecchetti e Andrea Beolchi.
Nel 2001 prende parte alla mostra Il nuovo paesaggio in Italia a cura di M. G. Torri, presso lo Spazio Electra di Parigi, e a Sui Generis, al PAC di Milano. Presentato da Sabina Ghinassi prende parte alla mostra 8 artisti, 8 critici, 8 stanze, curata da Dede Auregli e Peter Weiermair, alla Galleria d’Arte Moderna Villa delle Rose di Bologna. Nel 2002 è presente a Outdoor – Italian artists in Germany, a cura di Lorella Scacco, Kunst und Kulturverein, Aschersleben. Nel 2003 partecipa alla grande mostra Alto impatto ambientale a cura di Marinella Paderni ai Chiostri di S. Domenico a Reggio Emilia.
Nel 2004 viene organizzata una personale di sole fotografie a Foto encuentros 2004 nella città spagnola di Murcia, dal titolo Paisajes de los confines. Nel 2005 a Milano partecipa al Premio Cairo presso il Palazzo della Permanente. Prende parte alla XIV Quadriennale d’ Arte ANTEPRIMA al Palazzo della Promotrice a Torino e al 55° Premio Michetti al Museo di Palazzo S. Domenico a Francavilla al Mare. Di seguito è invitato a Più opere al Mar di Ravenna, Le nuove acquisizioni del Museo, a cura di Claudio Spadoni.
Partecipa anche al Premio Maretti alla Galleria d’Arte Moderna nella repubblica di S. Marino e al Premio Lissone a cura di Luigi Cavadini presentato da Claudio Spadoni al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone. A Mestre è invitato da Alberto Zanchetta e Lara Facco a OPEN SPACE, al Centro Candiani. Nel 2007 espone ad ALLARMI 3, rassegna curata da Cecilia Antolini, Ivan Quaroni, Alessandro Trabucco e Alberto Zanchetta alla Caserma De Cristoforis di Como. Partecipa alla grande mostra ricognitiva su La nuova figurazione italiana dal titolo To be continued a cura di Chiara Canali, alla Fabbrica Borroni di Bollate (MI).
Nel 2008 è invitato da Valerio Dehò al Premio Termoli. Nel 2009 espone alla Galleria d’Arte Moderna di San Marino dove è presente per la mostra Plenitudini curata da Alberto Zanchetta. Nel 2010 alla Fondazione Pomodoro di Milano partecipa a Still a live, un progetto di Ugo Pastorino e Giuseppe Maraniello. Nel 2011 invitato da Gianluca Marziani presso la Fondazione Rocco Guglielmo, nel Complesso monumentale Del San Giovanni a Catanzaro, partecipa a La costante cosmologica. In occasione della 54° Esposizione d’arte di Venezia è invitato al Padiglione Regionale dell’ Emilia Romagna presso i Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia.
Nel 2012 partecipa a Selvatico spore due E bianca, a cura di Massimiliano Fabbri alle Pescherie della Rocca di Lugo. Nel 2015 Close – UP – Il primo piano sulla pittura Italiana è la ricognizione a cura di Gianluca Marziani che lo vede coinvolto nelle bellissime sale storiche di Palazzo Collicola a Spoleto. Presso Casabianca, Zola Predosa di Bologna, partecipa ad un progetto di Gino Giannuizzi: Casabianca – Disseminazioni. Germinal è la mostra collettiva a cui partecipa, un progetto sotto la direzione artistica di Roberta Bertozzi nelle sale del Palazzo Don Baronio di Savignano.
Del 2015 il progetto con l’artista Federico Guerri a cura di Marisa Zattini Fragilitas mortalis per il centenario dalla morte del letterato cesenate Renato Serra, nella casa museo di Cesena, progetto che verrà in seguito ospitato con un’esposizione nel 2016 alla Maison de l’Union Européenne in Lussemburgo. Nel 2017 le personali al palazzo Ducale di Massa, Rivoluzioni, con la presentazione di Alberto Zanchetta, e al Far, Palazzo del Podestà di Rimini, La stagione del disincanto a cura di Giancarlo Papi; poi le collettive Five years alla galleria Montoro 12 a Roma e Mias Mid-career Italian artists alla galleria Giampiero Biasutti di Torino.
Nel 2018 al MAC di Lissone una personale a cura di Alberto Zanchetta intitolata Ascolta il tuo respiro; sempre al MAC partecipa alla mostra Ixion dove vengono esposti i lavori delle nuove acquisizioni del Museo. In Slovenia tiene una personale, Fragile levità, durante il Festival Art Stays e alla galleria Mesta di Ptuj partecipa alla collettiva omaggio al fotografo Stjan Kerbler curata da Dusan Fiser. Partecipa ala terza edizione della Biennale del Disegno di Rimini a cura di Massimo Pulini dal titolo Visibile Invisibile Desiderio e Passione.
A Cesena una bipersonale con Verter Turroni per la rassegna ViePeriferiche negli spazi di Cristallino in Corte Zavattini a cura di Roberta Bertozzi. Ad inizio 2019 partecipa alla collettiva Assonances, curata da Giovanna Sarti, negli spazi dell’Alliance Française a Bologna, evento collaterale di Art City.
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Giampiero Albertini ne "La vita agra" (C. Lizzani, 1964)
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