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#giocod'azzardo
scienza-magia · 8 months
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Miliardi di dollari in profitti illeciti nel Triangolo d'Oro asiatico
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No man's Land, dove c’era il Triangolo d’oro ora c’è un buco nero dell’illegalità. La mafia cinese tra Laos, Cambogia, Thailandia e Myanmar, ha allestito un “hub” dell’azzardo online, di traffici di ogni genere e reati informatici che miete milioni di vittime a partire dalla Cina. Dove una volta c’era il Triangolo d’Oro, c’è oggi un buco nero che ingoia risorse, diritti, vite e dignità di migliaia e migliaia di individui e che in cambio produce veleni, inquinamento, sopraffazione e paura per molti, benessere e potere per pochi. Strategica oggi come un tempo, quella che era considerata un’area nel cuore dell’Asia esotica per ambiente, etnie e mescolanza di culture, strategica per il confronto tra i nazionalisti cinesi che qui impiantarono una guerriglia alimentata da eroina e armi di contrabbando e i comunisti di Pechino, oggi è hub internazionale di gioco d’azzardo, traffici di ogni genere e reati informatici che mietono milioni di vittime a partire dalla Repubblica popolare cinese da cui provengono i maggiori investitori e gestori di attività criminali verso le quali Pechino misura attentamente ritorsioni e distrazione in funzione dei suoi interessi e strategie che coinvolgono Laos, Cambogia, Thailandia, e soprattutto, Myanmar. Quest’ultima in particolare ha da tempo attirato l’attenzione di reti transnazionali dedite ad attività illecite, inclusa la tratta di esseri umani. A partire da quella responsabile della sorte di migliaia di Rohingya in fuga dalla violenza dei militari in buona parte rifugiati senza prospettive in Bangladesh ma non rassegnati alla vita nei campi. Per l’Alto commissariato Onu per i rifugiati su 4.500 che lo scorso anno hanno lasciato il Bangladesh o il Myanmar rischiando la traversata via mare del Golfo del Bengala sarebbero 569 i morti accertati. Il numero più alto in un solo anno dopo il 2014. Le storie dei sopravvissuti raccontano non soltanto delle tempeste e della sete ma anche dei trafficanti e delle violenze subite, soprattutto da donne e bambini che sono i due terzi dei partenti.
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La sfilata ad uso dei media, prima dell’udienza a Yangon, di un gruppo di trafficanti di esseri umani che trasportavano profughi Rohingya - Ansa Come per lo sfruttamento dei Rohingya, l’estensione dei profitti connessi con la produzione e il commercio di sostanze stupefacenti, ma sempre più anche di casinò illegali e frodi di ogni genere e livello sembra inarrestabile. Se le stime più attuali indicano in 60-70 miliardi all’anno il valore delle sole metanfetamine usate localmente o esportate e se qui l’oppio ha recuperato lo scorso il primato mondiale, si teme che quello dell’utilizzo fraudolento di Internet possa presto superarlo, con una serie di altre attività – a partire dagli scambi clandestini di criptovalute e sistemi finanziari paralleli – che vanno a loro volta imponendosi anche come strumenti per il riciclaggio di denaro e garantiscono enormi profitti a gruppi armati e organizzazioni criminali. In Myanmar, 55 milioni di abitanti, che dall’indipendenza è vissuto nello sbando della legalità, perlopiù sottoposto a dittature brutali e con un costante confronto tra gruppi di potere, etnie e interessi internazionali sul suo territorio, tutto questo si è evoluto in un sistema parallelo a quello statale, a sua volta minato da corruzione, repressione e violazioni dei diritti umani. Non è un caso se il valore delle sole truffe informatiche gestite alla frontiera settentrionale dello Stato Shan prossima al confine cinese è oggi calcolato in 14 miliardi di dollari. Il fatto che attività le cui dimensioni vanno svelandosi anche grazie all’avanzata sul terreno delle milizie etniche che si confrontano con i militari del regime sia gestito da quattro clan di origine cinese sotto la tutela finora delle forze armate birmane fa capire la posta in gioco, sia nel tentativo dei militari di soggiogare il Paese, sia in quello dei gruppi etnici di liberarsi da questo giogo e gestire autonomamente le risorse locali sia, infine, il ruolo della Repubblica popolare cinese nel controllare possibilità e collocamento internazionale di questo sfortunato Paese. Lo scorso anno le autorità di un regime non riconosciuto se non da alleati storici della dittatura, Cina, Russia e Corea del Nord anzitutto, hanno rimpatriato 41mila individui coinvolti spesso con coercizione nelle varie forme di criminalità informatica a cui oltreconfine ha corrisposto una repressione che ha portato all’arresto di oltre 70mila persone come parte di una campagna per liberare la Cina da questa nuova piaga. Le voci della resistenza danno però per certo il salvataggio con elicotteri militari dei capi delle gang cinesi alla caduta di Laukkai, finora l’abitato principale conquistato dai ailiziani dell’Esercito dell’Alleanza democratica nazionale e “capitale” delle frodi informatiche e dell’azzardo via Internet del Sud-Est asiatico. Uno degli obiettivi dichiarati dell’Offensiva 1027, così chiamata perché avviata il 27 ottobre, era proprio di chiudere la partita con attività che la giunta guidata dal generale Min Aung Hlain ha favorito tra le molte illegali di cui beneficia e con cui alimenta la repressione finendo però per collidere con Pechino riguardo le iniziative criminali che prendono di mira cittadini e interessi cinesi e per il timore che le attività belliche aprano a un flusso di profughi verso il territorio cinese. Una situazione che chiarisce, attualizzandola, come in Myanmar abbiano giocato finora pesi e contrappesi che hanno perpetuato instabilità e illegalità da cui molti traggono vantaggio. A sollecitare la nuova presa di potere delle forze armate il primo febbraio 2021 dopo un decennio di precaria democrazia guidata dalla Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi è stata la paura che il Parlamento uscito dalle elezioni del novembre precedente potesse avviare un processo di revisione della Costituzione che avrebbe tolto ai militari il diritto di veto su ogni iniziativa politica. Una possibilità che li avrebbe privati di ampi benefici economici nella gestione di frontiere, energia e miniere, ma che avrebbe anche aperto le porte dei tribunali e del carcere per i gestori di mezzo secolo di dittatura vissuta nella sostanziale impunità internazionale. Il golpe di tre anni fa non ha avuto alcuna condanna dai governi tradizionalmente vicini ai militari che in sede Onu hanno continuato a opporre veti a condanne e sanzioni riattivando il flusso di armi per la repressione e quello contrario di narcodollari e risorse naturali, mentre altri sono rimasti neutrali nel confitto che dal golpe è derivato. I due attori principali, militari e movimento democratico con il ruolo centrale della Lega nazionale per la democrazia di Aung San Suu Kyi, sono tuttavia solo due di quelli in scena nel Paese. Soprattutto nelle aree frontaliere che hanno subito la ridefinizione dei confini internazionali alla fine del controllo britannico nel 1948 il contrasto storico tra maggioranza birmana (di etnia bamar) e le consistenti minoranze che costituiscono nel complesso un terzo della popolazione del Myanmar è sempre stato vissuta sui piani dell’identità e del controllo di ingenti risorse: dalle acque per la produzione idroelettrica alle foreste, dalle pietre preziose all’oppio e alle droghe sintetiche. Le divisioni interne alle etnie che spesso si sono dotate di proprie milizie in funzione di autonomia dai birmani ma anche di potere tra fazioni e leader propri, sono state una costante. Così, in uno dei Paesi dell’Asia con il maggiore potenziale di crescita e progresso, coinvolto in una guerra civile al momento senza sbocchi, le previsioni segnalano per quest’anno un Pil di 65 miliardi di dollari e quasi tutti gli indicatori economici e sociali in calo. Oppio, pietre preziose e lo sfruttamento delle aree oscure di Internet continueranno a garantire enormi profitti; il controllo delle risorse ad alimentare divisione e sofferenza. Read the full article
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radio-cap · 1 year
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Oggi a Conversando vi vogliamo parlare di Game Factor: un ciclo di incontri online e in presenza sul tema del gioco d'azzardo patologico e del gaming disorder che ha preso il via a Bologna col contributo del Dipartimento welfare e promozione del benessere di comunità del Comune di Bologna. Ne parliamo con uno dei promotori Massimiliano Martines (DRY-ART) e con l’assessore alla Salute, Welfare, Nuove Cittadinanze, anziani e fragilità del Comune di Bologna, il dott. Luca Rizzo Nervo. Nella prima parte della puntata abbiamo intervistato Alessandra Mureddu, autrice del romanzo “Azzardo”, edito Einaudi, la storia personale di una ex giocatrice compulsiva, il racconto estremo di una dipendenza che si estende a tutto. Buon ascolto!
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Gioco d'azzardo dove finiscono i soldi dello stato
Gioco d'azzardo dove finiscono i soldi dello stato? Un quesito che in molti si pongono, i proventi di questo settore sono la più grande entrata risorsa per le casse erariali.
Cosa fa lo Stato con i soldi del gioco d'azzardo: è difficile riuscire a dare una risposta concreta. Certo è che il nostro Paese, è in cima alla classifica in Europa per ciò che riguarda il settore del gioco d'azzardo in senso lato, come lotto, slot machine, pcker, e simili (in merito ad una statistica dettagliata puoi anche leggere un articolo del fattoquotidiano sull'argomento). Le stime statistiche parlano chiaro: Secondo i dati raccolti nel focus dell’Upb emerge che rispetto ai principali paesi europei, l’Italia mostra un livello di tassazione sul gioco d’azzardo superiore in tutto l’ultimo decennio, con un gettito mediamente più che doppio rispetto a Francia e Regno Unito, e quasi quattro volte quello di Spagna e Germania. Lo stesso Upb sottolinea che un confronto sui dati della raccolta in effetti non è possibile per mancanza di dati; tuttavia, se si considera la spesa effettiva dei giocatori in rapporto al Pil, nel 2015 l’Italia si collocava, tra i principali paesi Europei, al primo posto (0,8 per cento), dopo il Regno Unito (0,7 per cento), la Spagna (0,5 per cento), la Francia (0,4 per cento) e la Germania (0,3 per cento). L’Italia veniva superata dal Regno Unito solo in termini di spesa effettiva pro capite (rispettivamente circa 355 e 362 euro annui, per la popolazione adulta). Sull assunto  di questi dati si capisce come Il Belpaese sia in cima alla classifica nel settore del gioco d'azzardo. La domanda domanda a questo punto è: Cosa fa lo Stato con i soldi del gioco d'azzardo? Un buisness che colma tante lacune... I proventi del gioco d'azzardo. Più che un Buisness potrebbe essere consderato come una vera e propria "industria del denaro". Infatti bisogna ricordare che ai proventi del gioco d'azzardo,  non è applicata una vera e propria tassazine, in quanto è un attività dello stesso che, in qualità di tale detiene la partecipazione di maggioranza nelle società che erogano questo servizio. La maggior parte del denaro che viene perso dai giocatori, confluisce nelle tasche della stessa entità che dovrebbe garantire ordine, istruzione, sanità e sicurezza. Ed è proprio questo il punto: buona parte dei denari vengono usati per colmare debiti e per erogare servizi. Dunque se da una parte mette dall'altra toglie, come un vero e proprio circuito.  Da questo riusciamo a capire in maniera cinica e scientifica cosa fa lo Stato con i soldi del gioco d'azzardo. Gioco d'azzardo dove finiscono i soldi dello stato? Dicono che sia più una spesa che un entrata In termini di flussi di cassa non possiamo assolutamente negare che tali attività costituiscano un enorme provente per le casse dell'erario . Però se si studia il fenomeno da un punto di vista sociale, ci si rende conto come i soldi del gioco d'azzardo, in parte si tramutino in vere e proprie spese. Infatti sono sempre più frequenti i casi di  "Ludopatia", rilevandosi una vera e propria piaga sociale. Bisogna anche considerare che tutto questo flusso di denaro viene sottratto all'economia reale, ai consumi, all'istruzione e altre forme di realizzazione personale. Se ti è piaciuto l'articolo "Gioco d'azzardo dove finiscono i soldi dello stato" puoi leggerne altri simili visitando la sezione apposita. Read the full article
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tifatait · 4 years
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Napoli, baracche abusive per il giocod'azzardo abbattute a Scampia | www.ilmattino.it
Napoli, baracche abusive per il giocod’azzardo abbattute a Scampia | www.ilmattino.it
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vesuvianonews-blog · 6 years
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Manovra, Rostan (LeU): nessuna traccia della lotta al gioco d’azzardo
Manovra, Rostan (LeU): nessuna traccia della lotta al gioco d’azzardo #giocod'azzardo #rostan
“La manovra finanziaria non prevede alcuna misura concreta per sostenere la lotta al gioco d’azzardo, una delle piaghe peggiori che affligge  il nostro Paese. Nessun sostegno per le campagne di sensibilizzazione; nessun finanziamento per i centri ascolto e per rafforzare il sostegno ai nostri concittadini vittime di azzardo-patia; nessuna misura per ridurre l’offerta di gioco e, tantomeno, per la…
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ungiocoazzardato · 11 years
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Videolottery Snai: anche il digitale a volte fallisce
Il settore del gioco d’azzardo digitale con le sue continue innovazioni, ha sicuramente portato ad un’evoluzione di questo mercato e alla sua crescita esponenziale: sembra, infatti, che questo sia una delle poche attività non colpite dalla crisi economica globale degli ultimi anni. L’informatizzazione ha incrementato il coinvolgimento dei giocatori anche grazie alla diffusione delle videolottery (introdotte dalla legge n. 184 del 2008 e lanciate sul mercato grazie al Decreto Legge 39/2009).
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Immagine di videolottery Better from facebook.com
Si tratta di un nuovo tipo di slot machines con la possibilità di fornire sullo stesso dispositivo più giochi e come riporta la pagina Wikipedia: “[…]sono collegate, in tempo reale, alla rete sia l’una con l’altra che ad un server centrale, presente nella sala dove sono installate, che fornisce i giochi. Il server inoltre comunica costantemente con un server nazionale centralizzato.” Le videolottery inoltre al contrario delle slot non pagano le vincite in base al contante giocato ma sul calcolo del payout che viene stabilito dal concessionario. Le vincite partono da premi da 500 euro fino ad un massimo di 500mila. In caso di vincita il denaro non viene erogato dal dispositivo ma viene stampato un ticket che può essere rigiocato o cambiato in soldi. Tuttavia anche sistemi così avanzati e digitali possono essere colpiti e andare in “tilt” provocando il panico generale tra coloro che hanno puntato i propri soldi e dopo aver accarezzato un sogno devono poi far fronte ad una grande delusione. Ed è quello che è successo il 16 Aprile 2012 alle oltre 1.300 slot machines che utilizzavano le piattaforme Barcrest dei Punti Snai di tutta Italia. Improvvisamente si sono verificati numerosi casi di vincita e molti jackpot che hanno immediatamente destato perplessità tra i gestori per l’anomalo numero di vittorie.
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Immagine from gabblog.it
Maggiori perplessità sono nate dopo il controllo dei ticket vincenti: su di essi era infatti stampata una scritta che solitamente non dovrebbe apparire. “Vincita non validata” questo era il messaggio, che insieme alle segnalazioni che comparivano sul video dei computer centrali nelle agenzie hanno portato alla conclusione che le vincite dovevano essere state causate da un guasto del sistema.
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Esempio di ticket emesso dalle videolottery Lottomatica from eccolanotiziaquotidiana.it Immediatamente sono arrivate anche le polemiche degli “sfortunati” vincitori che chiedono giustizia per il danno subito. Come possiamo vedere sul sito videolotterie.it, il danno d’immagine per la Snai potrebbe essere stato elevato e ad oggi all’agenzia sono giunte 68 vertenze e cause giudiziarie per chiedere il pagamento delle vincite. La società “si è sempre costituita in giudizio contestando le richieste, giustificando con la non legittimità di alcun jackpot”. I giocatori sono passati dalla grande gioia, incredulità, realizzazione di un sogno alla triste verità in pochi secondi ma non hanno voluto sentire ragioni e pretendono i loro soldi. L’avvocato Gianluca Pomante come riporta il blog orianomattei.blogspot.it afferma che “un sistema informatico è per sua natura insicuro, ed un software privo di bug non esiste; ne consegue che controlli e certificazioni preventive sono utili ma non risolutive. Occorre poi una rigida e costante procedura di controllo che riduca al minimo il rischio di anomalie. Snai ha garantito l’inviolabilità del sistema informatico, ma la credibilità del sistema potrebbe essere colpita se venisse accettata la giustificazione del guasto per l’annullamento delle vincite “anomale”. L’avvocato inoltre precisa che “[…] se il sistema non ha funzionato l’altro giorno, erogando vincite, potrebbe non aver mai funzionato finora, incassando le somme giocate e perse.”
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Barcrest la paittaforma usata da Snai per le videolottery from rainbowrichesslot.net La Snai ha tuttavia ammesso il guasto del sistema informatico e come possiamo leggere sul sito quotidiano.net la società aveva dichiarato che “[…]nel giro di 2-3 minuti abbiamo rilevato un numero abnorme di jackpot verificatosi nella rete nazionale delle videolottery. In genere, secondo le nostre medie, si ha un jackpot ogni 30-45 giorni. Quindi quanto successo ieri è da attribuire probabilmente a un guasto informatico nel sistema che governa i terminali. I vincitori con titolo regolare saranno saldati, per tutti gli altri valuteremo come contenerci.”
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Immagine from jamma.it
Il sistema è stato perciò immediatamente bloccato per effettuare le opportune verifiche del database, il quale è protetto ed immutabile, contiene le transizioni di gioco svolte sulla piattaforma. Un episodio analogo si era già verificato nell’Ottobre del 2011 come riporta il sito corrierenazionale.it quando un giocatore toscano aveva vinto un jackpot da 13,4 milioni ben oltre il limite massimo stabilito dalla legge come poi si è ripetuto poi ad Aprile 2012. Per la Snai la colpa è della società che ha prodotto i dispositivi cioè la Barcrest Plc. e la vicenda è finita poi in tribunale. Come abbiamo visto anche i sistemi informatizzati che spesso vengono esaltati per la loro efficienza hanno dei punti deboli ma la rapida rivoluzione digitale non potrà fare altro che migliorarli.
Lorenzo Clericuzio
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scienza-magia · 1 year
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Importanti consigli utili per il trading on-ine
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Le due equazioni che l’investitore deve sempre tenere ben presenti. Nel lungo periodo la probabilità di ottenere un utile con un investimento finanziario supera la possibilità di incorrere in una perdita. Non c’è alcun dubbio. Ma attenzione: non si può arrivare ad affermare che l’equazione “tempo uguale guadagno” sia sufficiente per ottenere risultati sempre positivi e soddisfacenti. Via via che restringiamo l’arco temporale di investimento - fino ad arrivare al trading spinto che ha un orizzonte di poche ore, minuti o anche solo secondi - le probabilità di guadagno e di perdita tendono ad equivalersi, come avviene nel gioco d’azzardo. È come lanciare una monetina per aria, non siamo più nell’ambito di un investimento consapevole. Si tratta di una vera e propria scommessa. Su periodi temporali brevi lo scenario dei mercati è infatti dominato dal caso.
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Sempre più persone, però, sono attratte dal miraggio dei facili e immediati guadagni e il mercato ha colto il business. Nell’ultimo decennio il numero dei broker specializzati nel trading online autorizzati in Italia è aumentato in misura esponenziale, anche se circa l’80% del mercato nel Belpaese fa capo a cinque storici broker. Oggi vanno molto di moda strategie con l’uso dell’effetto leva, che amplifica i guadagni e anche le perdite. Si tratta soprattutto di negoziazioni in cambi (Forex) e contratti differenziali (Cfd). Quest’ultimi sono strumenti derivati che replicano indici sottostanti e come ogni strumento finanziario che utilizza la leva, anche i Cfd espongono a rischi che possono portare a perdere anche tutto il capitale investito. Il trading online è quindi un’attività molto rischiosa e coloro che perdono soldi non sono pochi, sono la stragrande maggioranza di chi si avventura in un’attività dove non sono sufficienti ore e ore di formazione che tutti gli operatori offrono per invogliare e aumentare la loro base clienti. Nessun formatore in quest’ambito ha in mano la chiave del segreto per guadagnare in maniera sistematica. Un metodo di trading si basa sulla minimizzazione del rischio e l’obiettivo può essere solo quello di ridurre la variabile delle perdite e queste ultime fanno parte del gioco. E se anche l’equazione “trading uguale perdita” non possiamo ritrovarla in nessun testo di matematica, i dati che gli stessi broker sono tenuti a pubblicare sono però eloquenti. Da alcuni anni è scattato l’obbligo per gli operatori di pubblicare i dati sulle perdite dei clienti retail relativamente all’uso dei Cfd. Scorrendo sui siti degli intermediari è facile scorgere percentuali che mediamente oscillano tra il 70 e l’80 per cento. Percentuali che vengono aggiornate trimestralmente ma che inesorabilmente non scendono, nonostante i corsi di formazione offerti alla platea degli “iniziati” con strategie di marketing molto aggressive da parte dei vari broker. Read the full article
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radio-cap · 2 years
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A Conversando, il Dott. Claudio Forleo, giornalista, responsabile dell'Osservatorio Parlamentare e collaboratore dell'Ufficio Stampa dell'associazione Avviso Pubblico per parlare del progetto Trappola D'azzardo che vuole insieme a Banca BPER sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del gioco d'azzardo con una serie di iniziative dal mese di Febbraio 2023 in diversi città italiane.
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90jeduardo-blog · 5 years
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Photo By PublicDomainPictures | Pixabay #casino #building #gardenbay #casino #gambling #urbandesign #commercialpropertyinvesting #commercialproperty #singapore #propertyinvestment #propertydevelopment #hoteldesign #investmentproperties #centricommerciali #luxuryvacation #cassino #investment #corporatedesign #urbangardening #design #singaporeproperty #giocod'azzardo #luxuryhotel #luxuryhotels #propertydeveloper #developer #gamble #gardencenter #casinos #казино #investmentproperty https://www.instagram.com/p/BvfMnukHl5j/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=kn0wi3wx1cho
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ungiocoazzardato · 11 years
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Il Gioco d’Azzardo Patologico 2
IL GIOCO D’AZZARDO, NEGLI ULTIMI ANNI  HA ASSUNTO DIMENSIONI RILEVANTI ANCHE NEL NOSTRO PAESE.
Proprio nel momento di massima instabilità economica , la diffusione di  questa attività , Vista come facile fonte di guadagno da parte dei gestori di pubblici esercizi e l’assenza di un rigoroso controllo e di una legislazione efficace, anche per quanto riguarda la pubblicità ha fatto si che il gioco d’azzardo  si stia trasformando in un problema sociale. Il gioco d’azzardo infatti, quando assume determinate caratteristiche morbose è da considerarsi una vera e propria malattia.
Si parla infatti di  GAP  ovvero di  gioco d’azzardo patologico , considerato come una dipendenza, con delle conseguenze sanitarie sociali, che necessitano di diagnosi, cura e riabilitazione. I soggetti a rischio sono individui vulnerabili alle dipendenze, e spesso tale patologia” e’ associata all’uso di sostanze  stupefacenti, all’abuso alcolico e alla presenza di patologie psichiatriche.”
Le conseguenze riguardano innanzitutto  il disagio recato alla persona , che non e’ più in grado di controllare il proprio comportamento di  fronte al gioco, i soggetti  affetti dal GAP  vanno incontro  ad un rischio molto elevato di compromissione finanziaria che coinvolge la famiglia, e spesso  presenta ripercussioni nell’ambito lavorativo.
Al GAP si arriva per gradi, “il gioco d’azzardo può essere caratterizzato infatti da tre principali stadi e può essere riconosciuto secondo criteri diagnostici"
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Da Ugo Corrieri. Il gioco d'azzardo patologico.
Il passaggio progressivo ai vari stadi  e quindi la trasformazione da gioco ricreativo a patologico in molti casi presenta dei sintomi sentinella. Il primo riguarda innanzitutto il tempo dedicato al gioco ,che aumenta progressivamente, con conseguente aumento delle spese. Il gioco occupa sempre più spazio nella mente del giocatore che è portato a fantasticare su grandi vincite ed a ricercare ambienti di gioco sempre più specializzati. Quando poi il giocatore arriva alla menzogna , ai piccoli furti domestici, presenta cambiamenti di umore, non frequenta più gli stessi ambienti e inizia a manifestare un comportamento più aggressivo l’evoluzione in GAP diventa quasi una certezza.
    IN ITALIA
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 Fonte: dipartimento politiche antidroga. 
In Italia, non esistono studi accreditati sulle dimensioni del fenomeno, pertanto risulta difficilmente stimabile correttamente. 
Secondo il ministero della salute, si 60 milioni di abitanti, il 54% percento risulta essere un giocatore d’azzardo  saltuario,  tra 1,3 ed il 3,8 %   si collocano i giocatori d’azzardo problematici  e tra lo 0,5 ed il 2,2 % i Giocatori d’azzardo patologici.
  IL GAP IN PIEMONTE 
Quanto incide il fenomeno sulla popolazione piemontese?
Scrive Elsa Marcaccini: “Sebbene non esistano dati precisi sulla situazione italiana, e su quella piemontese in particolare, le stime di prevalenza disponibili (D.S.M. IV) indicano una percentuale tra l’1 e il 3% della popolazione adulta di giocatori patologici. Tale percentuale appare piuttosto significativa, specie se messa in relazione con i costi sociali che derivano dalle forme patologiche di gioco d’azzardo, non solo nell’area delle relazioni sociali e familiari (crisi economiche, separazioni, divorzi, problemi nella gestione dei figli), ma anche in quella sanitaria (crisi depressive, rischio di atti anticonsevativi, sintomi stress-related) e legale ( frodi, furti, episodi di microcriminalità, riciclaggio di denaro, usura)”. Inoltre, secondo i datidell’Osservatorio Epidemiologico Regionale risulta che “la casistica in carico, escludendo i casi di comorbilità già in carico ai Ser.T., è passata da 166 casi del 2005 a 550 del 2009, fino a 820 nel 2010, con un forte incremento degli accessi”.
    Il Giocatore piemontese
Un’indagine del coordinamento dei Sert piemontesi,, a cui hanno partecipato 12 ASL per un totale di 269 questionari,  condotta tra il 2006 ed il 2007 riporta il profilo tipico del  GAP piemontese.
GENERE: 86% UOMINI  14% DONNE
ETA’ : 37% FRA  40 – 49 ANNI
STATO CIVILE : 52% SPOSATO O CONVIVENTE ;  27% SINGLE;   18% SEPARATO O DIVORZIATO; 3% VEDOVO
TITOLO DI STUDIO: 55%  LICENZA MEDIA INFERIORE; 29% LICENZA MEDIA SUPERIORE 12% LICENZA ELEMENTARE/NESSUN TITOLO DI STUDIO; 4%  LAUREA.
CONDIZIONE LAVORATIVA:74% OCCUPATO, 13% PENSIONATO/INVALIDO; 10% DISOCCUPATO; 2 % CASALINGA; 1% STUDENTE.
  Andrea Amadio.
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ungiocoazzardato · 11 years
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Gioco online: chi ci guadagna davvero?
Dal 18 luglio 2011 giorno dell’approvazione della decreto sulla legalizzazione del gioco d’azzardo online è possibile giocare soldi veri nei numerosi casinò virtuali, i giochi sono molteplici e studiati per coinvolgere  persone di ogni fascia d’età, educazione culturale e censo. Per giocare è necessario scaricare un software e aprire un conto online.
Lo scopo dichiarato della legalizzazione è di raccogliere fondi da destinare in parte per la ricostruzione dell’Abruzzo dopo il sisma del 6 aprile del 2009 e per accrescere le entrate dello stato da un industria, quella del gioco online, in continua espansione ormai da qualche anno.
Gli interessi però che esistono dietro al gioco online sono molteplici e le pressioni delle multinazionali che controllano questa attività molto forti. Pressioni che agiscono a più livelli: politico sociale ed economico. Negli anni precedenti alla legalizzazione i fatturati delle aziende che operano nel settore erano in rapida ascesa e inevitabilmente come cresceva la potenza economica di queste aziende così cresceva la pressione su chi aveva il potere di decidere una sua liberalizzazione.
Un esempio di questa pressione è il dato mostrato nella trasmissione report del ricavato della pubblicità del gruppo Mediaset da aziende quali Lottomatica, Atlantis che si occupano di giochi, si parla di circa 7 milioni di euro per il 2009 e di circa 10 per il 2010. In pratica si bombardavano i telespettatori con dosi massicce di pubblicità per invogliarli a giocare e allo stesso tempo si compiva un'azione di lobby su chi, in politica da anni, era legato al gruppo Mediaset.
Un altro indizio che la legalizzazione fosse in arrivo indipendentemente dalla necessità di raccogliere fondi era data dalla presenza nella commissione Finanze e Bilancio, strategiche per le decisioni riguardo ai giochi, rappresentate legale del gruppo Atlantis, azienda finita nella bufera in seguito a un'inchiesta del quotidiano La Repubblica, sulla poco trasparenza della società e sui legami con pregiudicati.
Le entrate effettive dello stato in seguito alla legalizzazione sono  minime, poiché le aziende che detengono le licenze per il gioco riescono a pagare di tasse cifre risibili, su alcuni giochi online si parla dello 0,6%. In molti casi si tratta di società a scatole cinesi, a cui non si riesce ad associare una figura di riferimento precisa ( una sorta di holding)  o di società offshore con sedi alle Cayman o alle Bahamas, dove le leggi sul riciclaggio e le limitazioni in ambito finanziario sono molto blande.
In generale quella del gioco online è un attività finanziaria con molte zone grigie, che garantisce alle società che lo gestiscono profitti enormi e allo stato entrate minime.
Uno spunto di riflessione importante anche dal punto di vista etico e morale e non solo economico è offerto dalla presa di posizione dell’organizzazione Libera che afferma: “ Da oggi per legge si può diventare malati d'azzardo... Nel nostro paese il gioco d'azzardo colpisce una fascia di popolazione che va dai 15 agli 80 anni, ma preoccupa soprattutto perché incide sulle fasce di età giovanile che sono più esposte al mezzo telematico ed hanno molto più facilità (ad utilizzarlo) ... Il gioco d' azzardo comporta risvolti patologici, perché crea dipendenza in una fascia non esigua di giocatori... e non da ultimo comporta anche aspetti criminali perché non solo ad ogni espansione del gioco legale si avverte anche un espansione del gioco illegale, ma soprattutto perché crea indebitamento e quindi ricorso a fonti di denaro illecito e alla pratica sempre più diffusa dell'usura.."          
l'intervento termina poi con una dura accusa all'operato del Governo: "Il compito della società è dare una risposta chiara, ferma e coraggiosa sul piano culturale, etico ed educativo, ma anche sul piano legislativo e politico. E la decisione del Governo sembra andare in direzione opposta".
  Andrea Amadio.
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