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#ha anche suonato il piano e fatto il dj set
lonelysmile · 1 year
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ciao amicə sono reduce dal concerto di tananai è stato bellissimo lui spacca tantissimo
non andavo ad un concerto da quattro anni e non mi divertivo così da un sacco 😭
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danzameccanica · 4 years
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Matthew McBriar and Andrew Ferguson sono il duo di Belfast che si cela dietro a Bicep. I due muscoli si sono allenati per anni in blog attraverso i quali nascevano i primi dj set. Poi finalmente è arrivata la consacrazione alla Ninja Tune. Nell’anno dannato 2020 crearono un’immensa Feel My Bicep Playlist su Spotify di 67 ore, tanto per capire le loro sfaccettature (playlist ancora esistente che è arrivata a 137 ore e che praticamente è un perenne testa a testa con quella di Fenriz Metal). Isles è un album composto durante la pandemia, in un’ottica di far ballare tutti da remoto, una silent-disco in diffusione (quante ne avevamo viste !!!) e gli artisti messi nell’immenso calderone della playlist ci hanno messo gli Orbital, i Future Sound of London, i Chemical Brothers, Burial, insomma tutto quello che è stato formativo per loro ma virato in chiave contemporanea, UK Garage, post-dubstep: tantissime traiettorie e colori per raffigurare il nuovi immenso panorama club-dance. Il sound futuristico di "Atlas" ci mostra il synth che fa da voce principale venendo a pian piano distorto creando qualcosa di esotico, digitale e malinconico, qualcosa di distorcente ma anche di familiare. In ogni brano c’è un elemento principale esotico che viene da mondi lontani… una specie di xilofono orientale in Lido accompagnato da cori religiosi; il koto giapponese di "Cazenove" con atmosfere alla Dead Can Dance; "Apricots" contiene canti del Malawi e un coro bulgaro. "Sundial" è un climax di drum’n’bass con voce eterea, come se i Cocteau Twins si fossero immersi in Polinesia creando un brano per Dj Tiesto. Gli effetti robotici di "Fir" sembrano provenire dalla colonna sonora di Ghost in the Shell e, in generale, questo sentore cyber-punk si sente lungo tutta la durata dell’album. Clara La San collabora su un paio di brani per prestare la sua sottile voce di urban r’n’b, creando ottime linee vocali pop mentre i synth attorno ad essa evocano distopici collegamenti alla John Carpenter… La dimensione dance presente in Isles non è così spensierata; spesso ci si ferma, si torna alla vita reale, si è immersi nella techno Club Culture più contemporanea fatta di accelerazioni ma anche di frenate e silenzi. "X" porta l’album all’ennesimo punto drammatico (pendant dell’opener-track) con synth angoscianti post-trance e una jungle completamente desaturata, senza bassi, senza corpo e con poca anima… quel poco che si può percepire lontano come è la voce di Clara La San: pianto o remota speranza di salvezza ? Un’idiosincrasia fatta di produzioni fredde e distaccate ma con protagonisti strumentali inebrianti e che vibrano dolcemente come la rugiada sulle foglie. Isles per me è rappresenta il sound del futuro perché ha effetti nuovi, lontani, tecnologici ma sono ancora ben distinguibili tutti i dettagli storici e antropologi che ci hanno portato in questo momento storico, in questo punto geografico. "Rever" rispolvera ancora i famosi cori alla Ghost in the Shell ma con Julia Kent come ospite al violoncello… e ancora: la fragilità e il calore dello strumento a corda si riflettono, ribaltano, rispecchiano nelle sonorità digitali avvolgenti ed effimere. Vale la pena chiudere citando il The Guardian: «un album che si chiama “Isole” fatto da due nord-irlandesi emigrati che celebrano la diversità culturale di Londra, rilasciato un paio di settimane dopo la Brexit. Allo stesso modo c’è qualcosa di emozionante mentre un suono inizia a prevalere sull’altro: c’è una quantità tremenda di echi e riverberi in Isles, che spesso lo fa percepire come se fosse suonato in una caverna o in un club vuoto. Oppure si potrebbe semplicemente ascoltarlo in cuffia e perdersi dentro di esso, trattandolo semplicemente come il piacere che in realtà è».
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lecodellariviera · 2 months
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L’ASSOCIAZIONE FARE MUSICA PRESENTA “BRAVO JAZZ” 11 EDIZIONE
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SERVIZIO DI FRANCESCO BASSO
Al via l'undicesima edizione di Bravo Jazz
Mercoledì 24 luglio Fare Musica e Uno Energy presentano: The godfather of Swing RAY GELATO & THE GIANTS
Giovedì 25 luglio FABRIS FIVE FOR MONK Jose Fabris voce - Frank Taschini Sax tenore e Soprano - Lorenzo Herrnhut Girola Chitarra - Alberto Micciché basso elettrico - Enzo Cioffi batteria
Venerdì 26 luglio NINA PAPA 4TET Nina Papa voce e percussioni - Bèatrice Alunni piano - Christian Pachiaudi basso elettrico - Cédric Le Donne Batteria percussioni
RUE GUIGLIA 5TET Marco Neri chitarra e composizioni - Amaro Sampedro Lopez Sax - David Marques Piano e tastiere, Luca Leoncini basso elettrico - Luigi Arieta batteria
Sabato 27 luglio ON THE CORNER by BAMBINO FEAT. ALEX ™ WIR IUM DJ SET FROM JAZZY TO SAN.CO La location unica delle terrazze di San Costanzo diventa per l’11° anno il grande stage dove il jazz nelle sue molteplici declinazioni è diventato un punto fermo di assoluto valore. Negli anni si è sempre cercato di creare l’ambiente più consono alla musica jazz. Il fatto che la rassegna anticipi di una settimana Rock in The Casbah, dimostra ancora una volta l’assoluta qualità di un luogo che sa rendere ogni emozione musicale scaturita da generi spesso molto diversi tra loro. L’apoteosi del decennale, dove Fare Musica ha proposto una star internazionale condivisa tra le manifestazioni, si è dimostrato un importante solco sul quale costruire l’11esima edizione. La direzione artistica di Enzo Cioffi ha scelto così un cast particolareggiato e quanto mai esplicativo del grande mondo del jazz, che ha il suo culmine internazionale nella prima serata della rassegna con il grande Swing di RAY GELATO. Serata realizzata con l’intervento, come sponsor unico, di UNO ENERGY.
Mercoledì 24 luglio Fare Musica e Uno Energy presentano: The godfather of Swing RAY GELATO & THE GIANTS Ray Gelato “the godfather of swing”, ha portato il suo marchio speciale di musica swing, jazz e R&B in tutto il mondo a partire dal 1988. Con la sua band di prim’ordine The Giants presentano uno spettacolo ad alta energia che non smette mai di trascinare la folla, farle battere i piedi e chiedere ancora di più. Il risultato è che Ray è stato paragonato a grandi come Cab Calloway e Louis Prima e definito “uno degli ultimi grandi intrattenitori jazz!” Il leggendario ‘Padrino dello Swing’ e la sua band hanno alle spalle una carriera illustre e di successo, che include una presenza di lungo termine al famoso Ronnie Scott di Soho, dove la band si esibisce ogni Natale registrando sempre il tutto esaurito. Ray ha anche suonato per Sua Maestà la Regina Elisabetta d'Inghilterra, ha aperto il concerto di Robbie Williams alla Albert Hall, ed è stato scelto per suonare al matrimonio di Sir Paul McCartney. Eccezionali le sue interpretazioni di brandi classici del genere, spesso coloriti da un italiano molto “Brooklyn Addicted”, alternati a sue composizioni originali, ormai assunte al ruolo di Classici del genere.
Giovedì 25 luglio FABRIS FIVE FOR MONK Jose Fabris voce - Frank Taschini Sax tenore e Soprano - Lorenzo Herrnhut Girola Chitarra - Alberto Micciché basso elettrico - Enzo Cioffi batteria
Un tributo molto particolare al grande pianista americano Thelonious MONK. Idea nata da Giuseppe Fabris che con l’ascolto dello standard “Straight no chaser” ha iniziato a scrivere un testo in italiano. Un approccio di libera interpretazione sulla magica e sorprendente musica di MONK, musicista geniale ed innovativo, vera linfa vitale per i musicisti e gli appassionati. Un omaggio, quindi, sempre modesto, umile, rispettoso ma quanto mai innovativo. L’ospite della serata sarà il sassofonista (tenore e soprano) Frank Taschini accompagnato da Enzo Cioffi alla batteria, Alberto Miccichè al basso elettrico, Lorenzo Herrnhut alla Chitarra e, chiaramente Giuseppe Fabris Voce.
Venerdì 26 luglio NINA PAPA 4TET Nina Papa voce e percussioni - Bèatrice Alunni piano - Christian Pachiaudi basso elettrico - Cédric Le Donne Batteria percussioni
RUE GUIGLIA 5TET Marco Neri chitarra e composizioni - Amaro Sampedro Lopez Sax - David Marques Piano e tastiere Luca Leoncini basso elettrico - Luigi Arieta batteria Nina Papa 4TET: un quartetto ricco di saudade e sensualità, caratteristiche del paese d’origine della cantante e percussionista Nina Papa, Il Brasile. La sua calda voce rivisita alcune delle più belle melodie della Bossa Nova, alternate, con interpretazioni molto personali, a canzoni francesi. Cifra stilistica del nuovo album “Dans un Souffle”.
RUE GUIGLIA 5TET: Il quintetto nasce al conservatorio di Nizza, dall'unione di musicisti del Ponente ligure e nizzardi. I membri già fanno parte di un collettivo più ampio che anima più progetti originali che spaziano dal rock, al funk, all'hip hop fino appunto al jazz.
Questo progetto, alimentato principalmente dalle mie composizioni ed arrangiamenti, propone nuova musica originale che mescoli le influenze musicali ed esperienze personali maturate negli anni, cercando di “raccontare” il tutto in chiave strumentale.
Sabato 27 luglio ON THE HOUSE by BAMBINO feat. ALEX ™ Una vera e propria festa del live e delle jam cittadine, musicisti abituati a gravitare intorno alla figura di Alex, poliedrico e talentuoso trombettista italo-australiano. La grande scuola internazionale e le esperienze fatte oltreoceano messe al servizio di una scena solida come quella del jazz ponentino. E, come in ogni festa, la serata prosegue con WIR IUM ed il suo dj set assolutamente particolare. VALERIO TUDINI è in assoluto il dj con più carisma musicale, tanto da poter spaziare tra i suoni jazz, latin, swing con selezioni particolarmente ricercate e particolari.
From JAZZY to San.Co è il tema, una scia musicale che parte dal grande mondo della musica afroamericana per tornare a casa, a San Costanzo
Organizzazione Associazione FARE MUSICA in collaborazione con il Comune di Sanremo - Assessorato al Turismo e Manifestazioni. (GIANCARLO FORTE, ENZO CIOFFI, LARRY CAMARDA, SIMONE PARISI) INIZIO SPETTACOLI ORE 21.45
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tarditardi · 4 years
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8/8 Bob Sinclar, 20/8 Ghali, 22/8 Elettra Lamborghini: l'estate super della Vecchia Fattoria - Belvedere Marittimo - Cosenza
Dopo la performance di Christian Vieri andata in scena il 25 luglio e quella di Rocco Hunt andata in scena il sabato successivo, ecco altri appuntamenti  di una lunga stagione piena di divertimento e star italiane e internazionali, per la Vecchia Fattoria di Belvedere Marittimo (CS).
L'8 agosto infatti è la volta di Bob Sinclar, il dj pop star per antonomasia. Il suo dj set alla Vecchia Fattoria di Belvedere Marittimo (CS)  è infatti un grande evento, in una stagione piena di star come Elettra Lamborghini il cui show è atteso nel top club calabrese il 22 agosto. Il 20 agosto invece è la volta di Ghali, popstar italiana di prima grandezza. Bob Sinclar, che alla Vecchia Fattoria di Belvedere Marittimo (BS) è in console l'8 agosto 2020, ha lo straordinario potere di smuovere le masse e di far ballare persone di ogni età. Ma la star francese non ha bisogno certo di presentazioni, soprattutto in Italia, dove ha partecipato a tanti spot tv ed è stato super ospite al Festival di Sanremo. Sinclar non è solo uno dei re delle notti ibizenche. Dopo essersi esibito a lungo al mitico Pacha, nell'estate 2019 ha suonato soprattutto all'Heart, locale nato dalla creatività del team del Cirque du Soleil e dei fratelli Adrià, celebri chef e ristoratori. Il recente singolo "Electrico Romantico" lo ha interpretato un mito della musica pop come Robbie Williams ed è stato uno dei brani simbolo del 2019. La sua canzone per l'estate 2020 è "I'm on My Way", un brano che mescola con sapienza ritmo, melodia ed energia.
Il 20 agosto alla Vecchia Fattoria di Belvedere Marittimo invece è la volta di Ghali, che sarà protagonista di uno showcase in collaborazione con radiom2o. Ghali è senz'altro uno degli artisti dell'anno. La sua "Good Times", lanciata al Festival di Sanremo a febbraio 2020 è ancora oggi una delle canzoni più suonate dalle radio italiane. La sua trap si mescola con il pop e piace a tutte le generazioni. Dopo "Cara Italia" la sua carriera è salita ad un livello successivo. A Milano sono in programma tre suoi concerti ad ottobre 2020, ma sino ad allora la sua performance alla Vecchia Fattoria il 20 agosto è una delle pochissime occasioni per ascoltare live la sua musica.
Il 22 agosto invece alla Vecchia Fattoria di Belvedere Marittimo (BS) è in programma una performance di Elettra Lamborghini. Giovane, sensuale, disinibita: Elettra Miura Lamborghini è l'ereditiera italiana più popolare. Figlia di Tonino e nipote di Ferruccio, fondatore dello storico marchio automobilistico bolognese, conta già oltre 4 milioni di follower su Instagram, grazie ai suoi post diretti e spregiudicati. Elettra è un personaggio ormai popolare anche all'estero, grazie alla partecipazione a diversi reality show dove ha fatto sfoggio di una personalità esuberante e un'apparenza tutt'altro che ordinaria, grazie a un corpo ricoperto di tatuaggi e 42 piercing di diamanti. A Sanremo 2020 si è esibita con successo con il brano "Musica e il resto scompare" mentre il suo singolo per l'estate 2020 è "La Isla", interpretato con Giusy Ferreri.
I party alla Vecchia Fattoria di Belvedere Marittimo (BS)  sono tutti da vivere in totale sicurezza in un locale dagli ampi spazi all'aperto. Nata nel lontano 1989, la Vecchia Fattoria è ospitata da un antico casale e nel tempo ha ospitato grandi protagonisti della scena musicale come S-Express, Deejay Time, Gloria Gaynor, Roberto Murolo, Joseph Capriati, Marco Carola (…). Per l'estate 2020 lo staff punta su grandi artisti ed eventi per mettere insieme il pubblico giovane ma anche coloro che vogliono regalarsi una serata speciale, con servizi d'eccezione e spazi esclusivi nei vari privé del locale. Vecchia Fattoria
C.da Piano delle Donne — SS18, 87021 Belvedere Marittimo (Cosenza) Informazioni: +39 348 1082102 +39 338 1313158
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sounds-right · 6 years
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Nuovo singolo per Adorisio feat. David Broderick - “The Way You Hide” 
Abbiamo fatto due chiacchiere con Francesco Adorisio, dj italiano molto attivo in ambito dj set nei club che contano e pure ormai piuttosto conosciuto per brani che fanno muovere a tempo. Il suo nuovo singolo si chiama  "The Way You Hide" ed esce su Keep! a fine novembre 2018. L'artista collabora con Kumusic, agenzia italiana specializzata nel promuovere tutto ciò che ruota intorno al clubbing (dj, club, party, dischi), in Italia e nel mondo.
Nato nel 1985 a Matera, Francesco Adorisio propone musica che è un mix irresistibile di House, Electro - Pop, Deep & Electronic. Laureato in ingegneria delle telecomunicazioni, ha iniziato suonando la chitarra, grazie anche a sua mamma, che è insegnante di musica...  Tra le decine di top club che contano che fatto ballare ci sono Pineta - Milano Marittima, Matis, Numa & Kinki in Bologna,Villa delle Rose - Riccione, Snoopy - Modena, BBK - Marina di Ravenna, Samsara Beach e tanti altri. Tra i suoi brani ci sono  "Saxotron" "Trumpet Up" (Molto Recordings) e "Come On", remixata tra l'altro da Stefano Pain.
Che ci dici del tuo nuovo singolo,  "The Way You Hide"?
E' stata un'estate ricca di soddisfazioni con il mio disco "My Baby", uscito su Keep! lo scorso 31 Maggio e pubblicato all'interno della compilation Estiva ufficiale di m2o . Mi preparo ora all'uscita del mio prossimo disco "The Way You Hide" , con il quale spero di replicare i risultati ottenuti questa estate e migliorare ancora. Uscirà anch'esso su etichetta  Keep Recordings il prossimo 22 Novembre e sarà il mio primo disco in assoluto realizzato con un featuring di un cantante:  si tratta di David Broderick, un canadese dalla voce inconfondibile, calda e armonica . E' un disco che mi avvicina sempre più alla scena Pop e che suscita emozioni, con un ritornello melodico  suonato con un classico Piano "Korg M1" molto in voga nella Dance degli anni 90' e che io adoro molto avendolo già usato nei miei precedenti dischi da "Lollipop" a "My Baby". La melodia è molto fresca e orecchiabile e il tema principale del disco riguarda l'amore tra una giovane coppia di fidanzati . Questa volta ho voluto realizzare anche una versione remix che uscirà insieme a quella radio, con sonorità House/Electro e con un Drop più aggressivo adatta ai Dancefloor e che ricorda molto un mio precedente disco  "Are You Ready", prodotto in collaborazione con Marcel. Sono molto soddisfatto del lavoro che ne è uscito e spero sarà un disco molto apprezzato sia dalle radio che nei club.
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koufax73 · 8 years
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Thomas Dylan: intervista e recensione
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Padre musicista e collezionista di vinili, un’ispirazione evidente fin dallo pseudonimo, il maudit gallese Dylan Thomas, idee cantautorali un po’ laterali: queste le premesse della carriera di Thomas Dylan, che dietro lo pseudonimo cela una voglia di raccontare, anche con idee psichedeliche, condensata nell’ultimo lavoro Spleen delle sorgenti. Lo abbiamo intervistato.
Puoi raccontare la tua storia fin qui?
Sono di Bergamo e abito in Valle Seriana. Ho iniziato a scrivere canzoni  verso i quindici /sedici anni e praticamente non ho mai smesso. Dai diciotto dipingo, e anche con la pittura non ho mai smesso. Ora ho trentanove anni. Scrivo canzoni in italiano, brani acustici, un po’ bucolici folk, e dipingo soprattutto alberi.
Ho composto e inciso undici lavori tra dischi, ep, demo e collaborazioni (molti con i gruppi con cui suonavo: Violaspinto, Myblake e Uma; con i Violaspinto ci suono tuttora). Tutto indipendente. Tecnicamente, grazie all esperienza maturata in questi anni, mi sento più consapevole e sciolto, la mia arte è molto semplice, potrebbe farla chiunque. Probabilmente c’è qualcosa di più elaborato a livello vocale perché ho studiato canto sia in Italia che in India, ma nulla di trascendentale.
Nel disco ci sono idee di songwriting alla Nick Drake, ma anche spunti psichedelici sorprendenti. Quali sono i tuoi capisaldi musicali?
Nick Drake e Barrett sono artisti estremamente luccicanti… vanno davvero oltre…. anche Bob Dylan, lui (ovviamente attraverso i suoi dischi) ha il potere di darmi molta energia… adoro i Black Sabbath con Ozzy; in questo periodo sto ascoltando Serge Gainsbourg. Come psichedelia, seppur potrei risultare scontato, mi piacciono i primi Pink Floyd e ovviamente Barrett solista; Robyn Hitchcock, Julian Cope, Twink Pink, Hight Tide.
Come nasce “Nel bosco”, probabilmente la canzone più interessante del disco?
L’idea nasce dalle basi dell’Ermetismo, dove in sintesi si lavora con gli elementi. E’ stato semplice poi costruire la canzone come se si interrogassero i guardiani chiedendo loro il permesso di poter entrare nel bosco. A questo punto dopo che io e mio figlio abbiamo avuto il permesso di entrare (che poi è metaforico – micro e macro) le cose si sono fatte ancora più semplici  e scorrevoli e non ho fatto nient’altro che spiegare al piccolo alcuni insegnamenti universali basilari.
Racconta che spesso si fa un grande giro per poi scoprire che va già tutto bene. E’ sicuramente un tema che mi sta molto a cuore e che emerge spesso nei miei testi. Mi piace filtrare la realtà attraverso la mia visione delle cose, attraverso ciò che vivo e attraverso i miei studi. Praticamente il 90% del lavoro sta nella ricerca. I risultati a volte funzionano a volte meno. Grazie, mi fa molto piacere che ti sia piaciuta.
Tecnicamente per questa canzone sono partito da un giro ipnotico e dai ritornelli e quindi poi ho dilatato il tutto. Cerco sempre comunque di stare in schemi piuttosto delineati quando compongo. Ho poi lavorato alla prospettiva con le sovraincisioni e mixaggio.
Puoi raccontare la strumentazione principale che hai utilizzato per suonare in questo disco?
Chitarre acustiche e voci, ci sono anche un flauto e un paio di chitarre elettriche pulite. Nessun effetto artificiale sulle voci, e francamente pochissimi in tutto il disco, un po’ del mio pedale delay e una macchinetta che mi ha prestato mio fratello da DJ. Per il resto nessun copia e incolla. Per le voci ho inciso diverse tracce, un paio anche sfasate per ottenere una sorta di effetto simile a un delay.
E’ praticamente tutto naturale. Anche il master fatto è stato delicatissimo. Il master (accanto alle collaborazioni musicali di altri artisti) è stato l’unico passaggio non eseguito interamente da me. Il mixaggio è stato il momento più creativo a livello di produzione di questo disco, perchè ho lavorato sulle profondità, sugli incastri e risulta tutto molto delicato e a volte fragile. Come un mosaico.
Puoi descrivere i tuoi concerti? Quali saranno le prossime date che ti vedranno coinvolto (solo se hai già delle date fissate prossimamente)?
Certo, i miei concerti si basano sulla sola chitarra acustica, su voce e tampura. Si crea quindi un atmosfera intima e ci si impegna per renderla calda. In scaletta ho inserito canzoni di questo disco, del precedente “Cielinoncuranti” e di quello che sto attualmente realizzando. Non è un set lungo poichè preferisco non appesantire la serata. Alterno canzoni tranquille “ipnotiche” a qualcuna più sostenuta e siccome quasi tutte le mie canzoni parlano di sentimenti, è stato difficile trovare il giusto equilibrio della scaletta, ma dai concerti precedenti ho comunque imparato molto; mi sono reso conto anche che ci sono canzoni che sento meno. Ma credo sia un processo naturale. Non le suono comunque tutte.
Per ora ho ho due date confermate : il 23 aprile all Edonè di Bergamo (aprirò la serata agli Ella Goda, nel loro Show Case). E ho una serata al Museo Maglio di Ponte Nossa l’ultima settimana di agosto con l’amico cantautore Luca Dai (due set separati)… cornice pazzesca e grande energia che scorre…
Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimi di più in questo momento e perché?
Nessuno in particolare, direi tutti quanti. Perché parto sempre dal presupposto che non si riesca a dividere l’arte dalla vita, non voglio però fare un discorso estremo con cose del tipo” i dischi sono come figli ” e roba simile, però credo sia ovvio che ciò che si vive emerga in ciò che si crea e questo produce inevitabilmente un bisogno di esprimersi e di confrontarsi che, anche grazie ai mezzi attuali, ha creato prodotti e circuiti indipendenti molto forti. Tanto di cappello.
Hai già iniziato a lavorare al prossimo disco? Puoi fornire qualche anticipazione?
Sì… Sto lavorando al nuovo disco e sta venendo più scorrevole dei due precedenti, proprio sul piano pratico di realizzazione. Suona, almeno finora, un po’ più sporco, anche perché sto registrando le acustiche attraverso l’amplificatore e non solo in modo naturale. Hanno già collaborato due ospiti con cui ho suonato per lungo tempo in passato.
“Labo” che in un brano ha messo le sue chitarre e i suoi effetti, ha creando uno spiritato tappeto sonoro, un sottofondo perfetto all’arpeggio portante a mò di mantra che dirige tutta la canzone. Brian invece, in un altro brano, ha suonato il piano e il sintetizzatore preparandosi in modo preciso già da casa; il fatto curioso è stato che una volta registrata la sua parte, che già andava bene, abbiamo trovato insieme una formula semplice che ci ha stupiti. Non abbiamo avuto più bisogno di toccare nulla.
I temi trattati in questo nuovo lavoro a mio parere appaiono più lucidi e quell’ attimo meno onirici dei precedenti, leggermente meno ermetici. Per assurdo però la musica sta andando proprio in quella direzione. Entrando un po’ nello specifico, una traccia fa riferimento ai grandi insegnamenti dettati dal fondatore dello spiritismo Allan Kardec; per scrivere questo brano ho approfondito e studiato le sue teorie e i suoi lavori; poi ho esposto tutto ciò con parole mie, ponendo anche domande dettate dalla mia sensibilità…
Una seconda traccia invece si rifà maggiormente ad un discorso legato al Thelema, quindi a un testo legato alla magia con la specifica di saper vivere il proprio tempo, cosa che a volte pare messa in secondo piano proprio perché attualmente ci si ascolta meno che in passato… a mio parere. Una terza invece è forse quella che si avvicina maggiormente alla poetica di Spleen delle sorgenti… un po più decadente; una canzone d’ amore delicata, una sorta di acquarello, anche un po fragile se vogliamo, che racconta del prendere senza mai chiedere.
Ne sto scrivendo una quarta invece che parla delle maschere, delle pose che poi portano ai classici clichés… ho cercato di descrivere e fermare quell attimo in cui una coppia (in questo caso) si rende conto, dopo aver puntato il dito a lungo, di essere dentro a quelle dinamiche che ha tanto criticato. Ce ne sarebbe anche una che ho già finito ma proprio non mi riesce di registrarla, magari non va d’accordo con le altre…
Thomas Dylan traccia per traccia
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Otto palazzi (scolpiti nei cristalli) apre il lavoro illustrando caratteristiche standard del songwriting pensoso è influenzato dal folk, anche se si va più verso Nick Drake che verso Bob Dylan, in particolare con questo pezzo che ha spunti psichedelici. Nel bosco presenta un profilo più aggressivo e narrativo. Dopo poco sembra spegnersi, ma in realtà sta soltanto riprendendo forza in vista di una seconda fase fluida e scorrevole, con qualche accenno quasi progressive (in senso floydiano).
Ad altri che a te finisce vittima di una malinconia importante anche se dolce. La reiterazione delle frasi finisce per cullare l’ascoltatore. C’è maggiore impatto in Ultimo lamento, che allarga le armonie della chitarra e varia l’intensità del cantato offrendo una certa varietà di sfumature.
La breve e bucolica Strambotto fa da introduzione a Dietro il sole nella luna, che presenta un doppio livello di chitarra e un notevole senso diffuso di sensibilità e delicatezza. Si chiude con Per quella che sei, ancora chitarra e voce, in prevalenza, ma con una buona linea di basso e qualche idea vintage nella costruzione armonica. Piacevole la coda strumentale finale.
Il lavoro di Thomas Dylan è convinto e convincente. La poetica sviluppata ha caratteristiche di stile ben precise e quando lascia correre la fantasia dimostra dosi di talento notevoli.
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lonelysmile · 1 year
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ciao amicə sono reduce dal concerto di tananai è stato bellissimo lui spacca tantissimo
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tarditardi · 4 years
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Vecchia Fattoria - Belvedere Marittimo (CS), un grande agosto
Dopo la performance di Christian Vieri andata in scena il 25 luglio e quella di Rocco Hunt andata in scena il sabato successivo, ecco altri appuntamenti  di una lunga stagione piena di divertimento e star italiane e internazionali, per la Vecchia Fattoria di Belvedere Marittimo (CS).
L'8 agosto infatti è la volta di Bob Sinclar, il dj pop star per antonomasia. Il suo dj set alla Vecchia Fattoria di Belvedere Marittimo (CS)  è infatti un grande evento, in una stagione piena di star come Elettra Lamborghini il cui show è atteso nel top club calabrese il 22 agosto. Bob Sinclar, che alla Vecchia Fattoria di Belvedere Marittimo (BS) sarà in console l'8 agosto 2020, ha lo straordinario potere di smuovere le masse e di far ballare persone di ogni età. Ma la star francese non ha bisogno certo di presentazioni, soprattutto in Italia, dove ha partecipato a tanti spot tv ed è stato super ospite al Festival di Sanremo. Sinclar non è solo uno dei re delle notti ibizenche. Dopo essersi esibito a lungo al mitico Pacha, nell'estate 2019 ha suonato soprattutto all'Heart, locale nato dalla creatività del team del Cirque du Soleil e dei fratelli Adrià, celebri chef e ristoratori. Il recente singolo "Eletrico Romantico" lo ha interpretato un mito della musica pop come Robbie Williams ed è senz'altro uno dei brani simbolo di questa stagione. La sua canzone per l'estate 2020 è "I'm on My Way", un brano che mescola con sapienza ritmo, melodia ed energia.
Il 22 agosto invece alla Vecchia Fattoria di Belvedere Marittimo (BS) è in programma una performance di Elettra Lamborghini. Giovane, sensuale, disinibita: Elettra Miura Lamborghini è l'ereditiera italiana più popolare. Figlia di Tonino e nipote di Ferruccio, fondatore dello storico marchio automobilistico bolognese, conta già oltre 4 milioni di follower su Instagram, grazie ai suoi post diretti e spregiudicati. Elettra è un personaggio ormai popolare anche all'estero, grazie alla partecipazione a diversi reality show dove ha fatto sfoggio di una personalità esuberante e un'apparenza tutt'altro che ordinaria, grazie a un corpo ricoperto di tatuaggi e 42 piercing di diamanti. A Sanremo 2020 si è esibita con successo con il brano "Musica e il resto scompare" mentre il suo singolo per l'estate 2020 è "La Isla", interpretato con Giusy Ferreri.
I party alla Vecchia Fattoria di Belvedere Marittimo (BS)  sono tutti da vivere in totale sicurezza in un locale dagli ampi spazi all'aperto. Nata nel lontano 1989, la Vecchia Fattoria è ospitata da un antico casale e nel tempo ha ospitato grandi protagonisti della scena musicale come S-Express, Deejay Time, Gloria Gaynor, Roberto Murolo, Joseph Capriati, Marco Carola (…). Per l'estate 2020 lo staff punta su grandi artisti ed eventi per mettere insieme il pubblico giovane ma anche coloro che vogliono regalarsi una serata speciale, con servizi d'eccezione e spazi esclusivi nei vari privé del locale. Vecchia Fattoria
C.da Piano delle Donne — SS18, 87021 Belvedere Marittimo (Cosenza) Informazioni: +39 348 1082102 +39 338 1313158
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tarditardi · 5 years
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Francesco Adorisio: tecnica ed emozione in console
Abbiamo fatto due chiacchiere con Francesco Adorisio, uno dei talenti del mixer che da più tempo collabora con KUMUSIC, agenzia italiana che lavora a livello internazionale promuovendo musica ed artisti. Il suo sound è potente, la sua passione per la musica traspare chiaramente da ogni parola.
Come hai iniziato a fare il dj?
Ho iniziato a fare il Dj in Feste ed eventi privati per hobby, per poi passare ad esibirmi nei primi Club della mia città Natale spinto da una grandissima passione per la Musica che provavo fin da Bambino. Sono cresciuto in una famiglia di artisti che hanno sempre avuto a che fare con la musica: da mia mamma che suona il pianoforte, a mia sorella che è una cantante Lirica professionista. Da sempre mi affascinava la figura dietro la consolle del Dj e da sempre poter esprimere le mie emozioni tramite la musica è stato il mio sogno più grande. Sono contento di averlo realizzato- 
Che rapporto hai con la musica quando non lavori? Cosa ascolti al mattino, di sera, di notte?
Mi piace avere la musica come sottofondo costante della mia vita, in ogni ora e in ogni circostanza. Di solito ( stano ma vero) non ascolto musica House se non in studio quando seleziono le mie playlist; preferisco durante la quotidianità ascoltare musica alternativa a quella che faccio nei club , dal rock alla alla musica classica, dal rap al cantautorato  italiano. Oltre a rilassarmi e ad aprirmi la mente ascoltare questi generi musicali mi permette di trarre ispirazione per nuovi progetti e nuove contaminazioni che poi utilizzo nei miei dj set.
Il tuo primo concerto? La tua prima volta in discoteca? La tua prima volta in console?
La mia prima volta in console era in un evento privato e l'ho vissuta come un'esperienza molto positiva e divertente. Invece la mia prima volta in una discoteca è stata circa 15 anni fa ed è stata un'emozione unica e molto forte che ricordo ancora perfettamente. Ero ancora molto giovane e molto introverso ed è stato difficile essere al centro dell'attenzione per un paio d'ore sapendo di non poter sbagliare nulla mentre mettevo i dischi. La paura di fare figuracce all'inizio è tanta e mancando l'esperienza ogni mixaggio era una sfida con me stesso.  
Come selezioni invece la musica che proponi durante le tue serate come dj?
Di solito utilizzo i più comuni portali dedicati alla musica da Beatport a iTunes a TraxSource e ad altri siti specializzati e network Dance dedicati a tutte le novità del momento. La maggior parte dei lavori che ascolto e seleziono arrivano direttamente dai colleghi che mi mandano quotidianamente i loro Promo da ascoltare in anteprima. A tutto ciò si aggiunge l'enorme quantità di tempo che dedico a scandagliare il Web nelle varie dirette di grandi eventi e festival alla ricerca delle playlist. Seguo tanti programmi radio specializzati in musica Dance e ascolto tutti i Radioshow dei Big Djs Internazionali e nazionali che stimo di più.
Se tu dovessi raccontare a qualcuno la tua musica, come la racconteresti a parole?  
Non ci sono parole per descrivere certe emozioni...  Adoro Melodia, ritmo e carica. Mi piace tutto ciò che suscita emozioni e che non è banale. Personalmente impazzisco per i dischi cantati e magari con un pianoforte sotto la voce. Preferisco utilizzare nei dj set i miei lavori, anche quelli non ufficiali come bootleg e mash up per personalizzare sempre al massimo ogni serata. Contaminazione di stile è la mia parola d'ordine,  con un unico comune denominatore; far ballare e divertire la gente che è li di fronte a me.
Fare il dj sembra molto facile e comodo, ma è davvero così? Tecnicamente in console le cose da fare sono molte e bisogna farle molto bene...
Non è niente facile, né comodo. Fare il dj ti sottopone a stress fisici e mentali notevoli, per questo noi Djs siamo un pò tutti matti! Nonostante ciò, rimane per me il lavoro più bello del mondo e per chi ha la passione della musica nel sangue lo stress va in secondo piano. Tecnicamente oggi forse è molto più facile di un tempo mixare i dischi grazie alla tecnologia che aiuta tanto, ma il gusto musicale e la tecnica continuano a fare sempre la differenza, per questo bisogna essere sempre sul pezzo.
Quali sono le tue influenze musicali come dj? E i dj che stimi di di più da sempre?
Ho iniziato a suonare quando in Italia c'era la Italo Dance e il mio idolo era Gigi D'Agostino,  adoravo  la musica di quegli anni! Poi però appassionandomi e proponendo della musica Club House già dal primo decennio 2000,  sono diventato un Fan sfegatato di Axwell e Sebastian Ingrosso ma anche di Calvin Harris. Questi ultimi sono Djs che da decenni non sbagliano un disco e che stimo molto, delle vere e proprie star del Clubbing! Negli ultimi anni ho apprezzato molto lo stile di Kryder, che ho seguito in tutta la sua evoluzione e che ha influenzato tanti miei progetti e dj set.
Ci racconti quali sono gli artisti che invece ti hanno segnato di più in ambito pop, rock e tutto quello che non è musica da ballo? 
Adoro ascoltare i Nirvana e i Red Hot Chili Peppers dei quali avevo tutta la discografia fin da ragazzino. Mi piacciono molto anche quasi tutti i dischi di Lenny Kravitz.  Adoro la voce di Adele che mi fa emozionare ogni volta ma non disdegno neanche artisti Italiani come Ligabue, Cesare Cremonini, Tiziano Ferro, Giorgia, Jovanotti che hanno fatto la storia degli ultimi 15 anni nel nostro paese. In base al mio umore e alla situazione prediligo ascoltare un certo tipo di musica piuttosto che un altro. Le mie scelte non hanno apparentemente un senso logico per cui non le saprei neanche motivare...
Ci segnali qualche nuovo talento della musica da ballo (non solo giovani dj, anche artisti o produttori o cantanti o vocalist)
Segnalo il grande talento di Fisher, il surfista australiano che è diventato un produttore di musica House e che  fino a poco tempo fa era uno sconosciuto. Con la sua Hit "Losing It" credo abbia realizzato un capolavoro che secondo me è stato (e lo rimarrà ancora per tutta l'estate)  il disco più suonato di quest'anno da tutti noi dj.
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tarditardi · 6 years
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Gabry Venus, groove e melodia al potere
Abbiamo fatto 4 chiacchiere (in realtà un po’ più di 4, per fortuna) con Gabry Venus, uno dei dj italiani in maggiore ascesa in ambito house, melodia e dintorni. La sua recente “Bongo Gongo” funziona parecchio e la stanno suonando molti dei top dj internazionali. Tra remix, produzioni e dj set, fa ballare il mondo e vola pure con il suo parapendio. Ascoltare e ballare la sua musica sembra davvero una buona idea, soprattutto d’estate... 
https://www.instagram.com/gabryvenus/
https://www.facebook.com/gabryvenusdj/
Cosa ti sembra funzioni (nei club, alla radio, nei festival) e cosa piace davvero a te?
Trovo difficile definire ciò che mi piace. Se mi muovo senza accorgermene o mi emoziono mi piace. Pur essendo un dj house (house “facile” e latineggiante per capirci..), nei miei set spesso contamino molto, con cose anche downbeat, brani vecchi o pop o EDM, ed un pezzo techno perché no! Che poi, riassumendo, ritengo che un “DJ” sia questo... Nei club credo sia sempre questo che funziona, estendendo la contaminazione di cui sopra all’empatia col tuo pubblico. La radio meriterebbe un capitolo a parte! Nei festival vince il dj e la sua proposta, soprattutto a livello di quanto ha prodotto lui stesso!
Quali sono le tue radici musicali?
Mi sono appassionato alla musica Dance con i Technotronic, i Westbam, i dischi di Hithouse, Lil Louis. Per citare i primi che mi vengono in mente. Impazzivo per la techno ai tempi della Stealth, della R&S, di Speedy J. E della House, che allora era la “Underground”. Ero affascinato dal fatto che non capivo più niente ascoltando “Deep Inside” di Hardrive su Strictly Rythm. Pensavo: “Ma perché sono stregato da un campione di 2 secondi in loop ed una ritmica così minimale?” Che bello. Oggi scambiarmi ogni tanto un messaggio con la storica A&R di quella label, mi da gioia e risveglia tante emozioni!
Raccontaci una bella serata che hai vissuto recentemente
A Miami, durante la Music Week di quest’anno. Con grandissimo piacere sono stato invitato da Kryder a suonare all’ultimo party della Sosumi, per la quale ho prodotto due dischi, ed è stato molto coinvolgente. Peraltro me la son davvero sudata perché Alitalia mi aveva lasciato a terra e son dovuto passare per Mosca. Ma questa è un’altra storia. Poi, dopo il mio set con Georgia Mos, ha suonato Kryder e ha messo il nostro pezzo invitandoci in console: una sensazione magnifica e molto appagante. C’è un video di tutto questo che trasuda emozione!
Raccontaci un bel progetto musicale a cui stai lavorando
Vorrei ma non posso! A me piace moltissimo e potrebbe esserci di mezzo una collaborazione pazzesca con un’artista che stimo da matti. Ma è ancora presto e molto top secret! Però un’altra chicca la posso annunciare: sono uno dei remixer della nuova edizione di “Restless” di Neja: un’avventura appassionante!
Come ascolti musica? Spotify (streaming), Beatport, Soundcloud, radio?
Spotify onestamente quasi niente. Su Beatport acquisto, su Soundlcoud ascolto e scarico le promo che mi inviano, ed in macchina ascolto la buona e vecchia radio, cambiando spesso, e mi ricontrollo i radioshow che mando in giro!
Come costruisci i tuoi dj set? E le tue produzioni in studio?
Nei miei dj set cerco di creare un connubio tra diversi fattori. Proporre Qualcosa di nuovo, dare un piccolo spazio alle cose che produco io, e soprattutto cercare di percepire il mood del locale, delle persone in quel contesto. La fusione di tutto credo sia la mia ricetta. E la pista la fa sempre da padrona...  Per quel che riguarda le produzioni in studio, proprio l’altro giorno una persona a me molto vicina mi ha fatto notare che nei miei brani da 2 anni a questa parte riusciva a percepire un percorso emotivo ben preciso. Sicuramente perché mi conosce molto bene! Quindi si parte da un’emozione, che diventa un’idea, uno spunto. Ci si dirige verso un sound, e si cerca di far diventare il tutto un prodotto. Le persone con cui collaboro in studio, in questo sono fondamentali, non solo per le idee e la professionalità elevata, ma anche perché lasciato solo, io mi perdo nei meandri di quella “underground” di cui sopra! E nell’ottica di fare appunto “un prodotto” attuale, spesso non è cosa buona!
Che consigli dai alle persone normali e ai dj per scoprire musica nuova?
Alle persone normali di usare il web con curiosità. Sicuramente Spotify propone un po’ più delle radio, ma anche lì si tratta per lo più di playlist. E ai dj di ascoltare tanti set e radio shows dei loro artisti preferiti! Oggi è facile farlo; una volta bisognava fisicamente andare in giro e cercare di carpire qualche canzone senza possibilità alcuna di averne anche il titolo! 08. Segnalaci qualche disco che un giovane dj per te dovrebbe ascoltare tante, tante volte e spiegaci perché è così importante per te Ma.. non mi sentirei o per lo meno non riuscirei ad indicarne uno in particolare. Ne ho troppi e troppo diversi con troppi elementi importanti in ognuno! Quello che consiglio è: una volta che un disco ti colpisce, studialo! Capisci cosa ti ha catturato, come è costruita la struttura, quali suoni, quali effetti. Tutto! Ed esercitarsi a rifarlo in studio da zero. Piano piano, accresce la capacità di pensare una cosa e realizzarla! Questa è una cosa importante
Se non avessi fatto il dj, cosa avresti fatto nella vita?
In effetti ho sempre fatto questo. Con varie sfaccettature. Ho soprattutto fatto tanta radio. A 360 gradi: come autore, come dj, come co-conduttore e spalla comica, la regia, la post produzione. E’ un’ambiente che mi piace in toto, da matti. Ma il richiamo della produzione è una malattia letale di cui ancora non si conosce antidoto. E quindi per adesso eccomi qua. Come alternativa assoluta, avrei fatto il pilota di linea. Non l’ho fatto per un lieve difetto alla vista che mi avrebbe consentito di prendere solo il brevetto privato. Così adesso sono un pilota di parapendio. Anche bravino dicono!
Vai a ballare quando non suoni? Come, quando, perché?
Riassumerei con un no. Ma capita. Non ci crederete ma tempo fa sono anche stato avvistato ad un concerto dei Gente De Zona.....
Come mai in Italia raramente si riesce ad unirsi, nell’ambito della musica da ballo e del divertimento? Tra ‘techno’ e ‘commerciale’ c’è un muro molto pesante ancora oggi... mentre a Ibiza Sven Vath suona oggi al ‘patinato’ Pacha come Guetta (...)?
Mi dispiace dirlo, nel senso proprio che mi dà dolore. Ma credo che fondamentalmente il nostro sia un problema culturale. E psicologico, di pari passo. Non so se è così anche in altri paesi ed in quali, perché non ho viaggiato abbastanza e sicuramente non abbastanza a lungo. Ma in questo paese cresciamo dentro uno strano guscio, spesso fatto di gratificazioni facili fin dall’infanzia, e da una formazione sia generale che specifica, troppo troppo carente. Dalla conoscenza nasce altra conoscenza, l’equilibrio, la voglia di fare, il rispetto, la perseveranza, la resistenza agli errori. E non lo dico perché ho una laurea britannica, ma proprio perché non c’è un giorno che passa che io non mi senta ignorante come una capra!
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