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#il mondo fino in fondo
youssefguedira · 2 months
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tog fandom's favourite luca marinelli movie: ROUND ONE
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Summaries:
The Old Guard:
“Led by a warrior named Andy, a covert group of tight-knit mercenaries with a mysterious inability to die have fought to protect the mortal world for centuries. But when the team is recruited to take on an emergency mission and their extraordinary abilities are suddenly exposed, it’s up to Andy and Nile, the newest soldier to join their ranks, to help the group eliminate the threat of those who seek to replicate and monetize their power by any means necessary.”
Il mondo fino in fondo / Up To The World:
“Davide and Loris are brothers and live in a very small village in the north of Italy. While Davide is eighteen years old and gay, Loris is almost thirty and doesn’t know anything about his brother’s sexuality.”
RULES:
ideally vote based on which film is your favourite, but if you haven't seen both / either vote which one you'd like to watch most or prefer the vibes of
or any other reasonable metric of your choice
propaganda IS encouraged and can be sent to me or added to the post
go forth and have fun!
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legolucam · 1 year
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Delighted to share some pics that were included part of the @lmzine!
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Chapter: 15/?? Fandoms: A Dangerous Fortune, Aladdin (2019), Beauty and the Beast (2017), Non Essere Cattivo, Trust, Lasciati Andare Fic Rating: E Ship(s): Mickey Miranda/Jafar/Cesare/Adam/Primo (and every combination there), Jafar/Ettore
Note(s): And thus begins the flashback chapters ehehe Please heed the tags!
Shout out to @pigsinablanketfort for being my lovely beta! <3
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kon-igi · 1 month
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ELEGIA PER L'AMICO DI UN AMICO
Arrivederci, Nero. Oramai la vita ti era troppo faticosa e visto che tu non potevi scegliere, lo hanno fatto per te gli umani che ti sono stati accanto per quasi tutta la tua vita. Quasi tutta. Perché anche se hai avuto l'amore della tua mamma, sei poi stato tradito da 'padroni' che ti accusavano di non capire e che hanno usato il bastone per punirti della tua 'disubbidienza'. E tu sei diventato 'cattivo'. Ma la tua non era veramente cattiveria... era paura. Paura che il tuo non capire ti causasse dolore, abbandono, solitudine. E improvvisamente non è stato più così, con una mano che si allungava per accarezzarti e non più per picchiarti. Ma nonostante tutto quell'amore ricevuto, la paura è rimasta conficcata là, in fondo al cuore. E io ti perdono, Nero, per avermi morso, non con rabbia ma per paura, paura che l'umano che ti aveva accolto con sé non tornasse più dall'ospedale dove stava lottando per la sua vita, paura che io facessi male alla tua umana, che attendeva il suo ritorno. Io non ho provato rabbia per il tuo morso, solo tristezza, perché subito dopo ho visto che tremavi, in attesa di quella punizione che credevi di meritare. E ora è tutto finito. La sofferenza nelle ossa, la fatica di camminare senza una zampa, le scale che sembravano ogni giorno sempre più alte. Rimane solo il calore che eri convinto di non meritare e che invece è rimasto nel cuore di chi si è preso cura di te, fino alla fine. Arrivederci, Nero. Porterò la cicatrice del tuo morso con amore e riconoscenza.
Questo pomeriggio il mio amico @salfadog ha accompagnato il suo cane dal veterinario per l'ultimo viaggio e io gli ho detto, anzi, gli ho assicurato con la più profonda delle certezze che Nero lo avrebbe atteso con calma insieme a tutti gli altri compagni andati, oltre la cortina di pioggia di questo mondo, per correre ancora una volta assieme e non avere mai più paura.
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e-ste-tica · 5 months
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Un mese. Manca un mese esatto. Sarà il 14 dicembre e oggi 14 novembre ero in ospedale per fare la prima delle tre visite necessarie prima di partire. "Perché sei qui?" "Mastectomia" "Il destro o il sinistro?" "Entrambi" "Ah" mi ha risposto la tecnica di laboratorio con espressione dispiaciuta. Volevo quasi rassicurarla e dirle che non sto male, che non c'è motivo di avere la faccia contrita, che ho il privilegio di sceglierla questa operazione, che non è una malattia a giustificarla ma un incredibile amore per me stesso, un'insolita e nuova fiducia nei confronti di quello che provo a cui per una volta voglio dare credito. Resto in silenzio mentre mi dice come girarmi, ero entrato tranquillo e sono uscito un po' ammaccato, quel dispiacere altrui m'è rimasto addosso. Per questo forse per un sacco di tempo è stato più facile essere un altro, un'altra.
Un mese esatto e nonostante stia programmando ogni cosa mi sembra di non sapere cosa succederà. Ho preso i voli, la stanza, ho firmato i documenti, sto facendo le analisi, ho pensato anche alle serie tv da guardare durante i giorni a letto, ma resta il fatto che non so come sarà. Penso che il risveglio sarà bello ma anche traumatico, che per quanto io lo voglia sarà comunque una botta vedere una parte del corpo sparire da un momento all'altro sapendo che non tornerà più. Io e le mie tette ci siamo divertiti molto in passato, è stata una bella relazione ma - come tante altre volte - quando una relazione ti toglie più che darti, è arrivata l'ora di chiudere e vivere più leggeri. Non vedo l'ora di vedermi fra due mesi, quando la parte più difficile sarà passata. E poi non vedo l'ora di mettere la prima canotta, la prima maglia attillata, la prima camicia, la prima volta al mare, ed essere di nuovo un ragazzino che fa tante cose per la prima volta.
Quando sono stanco l'ansia spunta fuori, ma come dice il mio amico J. le decisioni si prendono quando stai bene non quando stai male. E io quando sto bene mi vedo ragazzino scatenato, un giovinastro, e come dice Truppi questo ragazzino lo seguirò fino in fondo perché è il mio amore, anche se spesso pare che non sappia stare al mondo. Invece sono grande, faccio scelte importanti. Chissà come sarà scoprirmi di nuovo.
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fuoridalcloro · 2 months
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“Viviamo nel tempo; il tempo ci forgia e ci contiene, eppure non ho mai avuto la sensazione di capirlo fino in fondo. Non mi riferisco alle varie teorie su curvature e accelerazioni né all'eventuale esistenza di dimensioni parallele in un altrove qualsiasi. No, sto parlando del tempo comune, quotidiano, quello che orologi e cronometri ci assicurano scorra regolarmente: tic tac, tic tac. Esiste al mondo una cosa più ragionevole di una lancetta dei secondi? Ma a insegnarci la malleabilità del tempo basta un piccolissimo dolore, il minimo piacere. Certe emozioni lo accelerano, altre lo rallentano; ogni tanto sembra sparire fino a che in effetti sparisce sul serio e non si presenta mai più.”
Julian Barnes - Il senso di una fine
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donaruz · 9 months
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2 agosto 1980 ore 9,00
«Forza Carmelo! È ora di alzarsi, bisogna correre in stazione, c’è il treno che ci porterà da papà!»
«Uffa, va bene, mi alzo» Il piccolo Carmelo ancora frastornato per la giornata precedente dove aveva mangiato un buonissimo gelato e corso per le vie di Bologna come un giovane esploratore in una terra sconosciuta. Osservava tutto. Carmelo era alto, non dimostrava la sua giovane età e con quel bellissimo binocolo che gli aveva regalato suo zio e i pantaloncini corti era perfetto come ricognitore dell’ignoto. Aveva gli occhi azzurri, la mamma per scherzare diceva sempre che era figlio di qualche Dio dell’Olimpo greco; nessuno in famiglia aveva gli occhi azzurri. Da grande voleva studiare gli animali e girare il mondo alla scoperta di nuovi territori. Era un esploratore ancora prima di esserlo davvero.
Una semplice ma abbondante colazione e poi un bacio forte a Tobia, il cane. La strada è breve fino ai treni ma quella mattina i parenti devono portare la macchina dal meccanico, una vecchia fiat 127 ormai al termine. La decisione è presto fatta, si va in stazione a piedi, tanto il treno è alle 11, c’è tempo...
Carmelo è contento, ha visto una grande città del nord, piena di gente che corre, non ha capito il motivo ma si diverte a vederli indaffarati, al suo paese sono molto più tranquilli. Poi, finalmente, vede i treni. Che amore che ha per i treni! Ogni domenica il suo papà lo porta alla piccola stazione del paesello a vedere i treni che partono, ora anche lui potrà salire su quelle macchine meravigliose fatte di ferro e legno per ben la seconda volta nella sua vita.
10,20
«Mamma!, mamma mi piacerebbe tanto avere un amico cane, ma tanto tanto!»
«Va bene piccolo, vedremo, quanto torniamo a casa ne parliamo con papà e se lui è d’accordo andiamo al canile»
«Che bello!, che bello!, sono sicuro che il papà sarà d’accor……»
BUUUMMM!?!
«Mamma, mammaa, aiuto! Dove sei? Ho paura! è tutto buio, mamma aiuto è tutto buio..»
Suoni, strani suoni di ferro caldo. Un caldo feroce; gemiti che provengono dal treno di fronte ai binari, gemiti sempre più profondi e poi...urla disperate. Chi cerca la mamma, chi il fratello chi l’amico, la compagna, il figlio. Ma loro non sono più in stazione, sono stati sbalzati a 100 metri di distanza per l’onda d’urto. Come delle foglie strappate ai rami di un albero autunnale.
Poi il fumo si dirada e s’intravede il disastro.
«Mammaa!, dove sei? Dove sei?» Carmelo sembra un minatore appena uscito dalla galleria; la galleria più profonda del suo piccolo paese.
«Vieni piccolino, vieni in braccio, ti aiuto io!» Un ragazzo di 20 anni, una divisa da vigile del fuoco. Il ragazzo è nero come Carmelo, zoppica, ma continua a togliere pezzi di cemento dal piccolo corpo del bimbo. Solleva calcinacci pesanti e taglienti, rossi dal caldo; le sue mani ustionate, ma continua a spostarli. Alcuni giorni dopo venne ricoverato in ospedale per le ustioni. Perse tre dita di una mano.
«Chi sei? Dov’è la mia mamma?» Carmelo è sepolto da una montagna nata dalla violenza.
«Sono un amico della mamma… stai tranquillo»
«Ma cos’è successo?» La sua voce non è più quella di un giovane esploratore, ora è rauca, piena di polvere e distruzione.
«Niente, non è successo niente. Piccolo…non è successo niente»
Fine
In Italia non succede mai niente.
La Rosa dei venti, Il golpe borghese, piazza Fontana, Gioia Tauro, Reggio Emilia, Brescia, l’Italicus, Genova, Il rapido 904, Bologna, Ustica, Firenze, Milano; non sono niente. Non è successo niente. Non è STATO nessuno. In fondo qualche pezzente, qualche moglie di pezzente, qualche figlio di pezzente cosa volete che sia, incidenti di percorso; incidenti per una democrazia migliore, più libera, più ricca. In Italia non è mai STATO nessuno, una cena tra poteri, un brindisi e poi le direttive agli organi di informazione:
“Dovete dire questo, dovete dire quello, dovete dire che non è successo niente; arriva l’estate mandiamoli in vacanza tranquilli, poi, quando tornano, avranno dimenticato tutto”
Ma non avete preso in considerazione una cosa: voi! infami manovratori dietro le quinte, migliaia di occhi hanno visto, sentito, sanguinano ancora. Loro lo sanno chi è STATO. Potete manipolare tutto, cancellare tutto ma dietro il vostro secchio di vernice bianca democratica ci sono pareti rosse di sangue pulito.
Quelle non potrete mai più cancellarle.
-A Carmelo e a tutti i morti e feriti di quella mattina spensierata di un agosto solare-
(Breve parte dal racconto "Piccolo esploratore" contenuto nel libro "Stelle cannibali" ED. Il Foglio 2022)
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sofysta · 1 month
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[ Un boomerang]
Ma voi ci pensate mai, se foste nel bel mezzo di un'opera teatrale o di un film al cinema o dentro una discoteca o pub che sia, ad un museo, e mentre vi state rilassando e divertendo sentite quegli spari? Quegli attimi in cui realizzate d'essere braccati , di non aver via d'uscita ??? Ma voi immaginate il terrore??? Credo di no e nemmeno io. Credo non si possa nemmeno lontanamente avvicinarsi a quella sensazione di angoscia perchè i video che noi vediamo non rendono quello che effettivamente accade in quei casi, non del tutto almeno. Io non so in Italia quale grado di allerta ci sia, ma qui a Parigi stanno cominciando a blindare tutto anche in funzione delle prossimissime Olimpiadi. Questo è ciò che fanno, agiscono in 1 solo punto ogni due/tre anni, ma tutto il mondo risente degli effetti collaterali, sono esattamente come un boomerang. Ma ci si potrà mai più rilassare fino in fondo ad un concerto, un'opera, una serata tra amici in un pub o una discoteca? A favore gioca il tempo a quanto pare, perchè infondo noi umani dimentichiamo ed andiamo avanti.
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eleonorasimoncini · 4 months
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«Aveva un bellissimo viso da signore, ancora ben intuibile dietro gli sfregi lividi dell'alcol, come in un ritratto di Bacon. Aveva una bellissima voce da uomo, profonda e fedele alle parole che pronunciava, levigata negli anni da un fiume di sigarette. E aveva un bellissimo cuore, il cuore dei grandi poeti, aperto al cielo, alle nuvole, alle donne che amano, ai soldati che muoiono, ai potenti che comprano, ai delinquenti che pagano. Noi ragazzi degli anni Sessanta ci innamorammo dei suoi eroi malvisti, derelitti, risplendenti di solitudine. E ridevamo dei suoi grotteschi bersagli, re sudicioni, borghesucci ipocriti, giudici spietati, beghine pavide. Quella stessa potente, preziosa materia - la percezione che il mondo è ingiusto e ottuso - che la politica, di lì a poco, avrebbe bruciato come carta straccia, nelle canzoni di Fabrizio faceva una luce incantevole, la mite e durevole luce dell'arte. E la ferita emotiva che quelle parole, quelle ballate aprivano nell'animo, corrispondeva all'intuizione che l'arte e la poesia fossero la più radicale delle rivolte. Quell'intuizione, purtroppo, non è irrimediabile. Si cicatrizza con gli anni, ci si passa poi sopra, crescendo, quando l'attimo fuggente svanisce. Ma malamente, così come mi viene dal cuore dicendo addio a Fabrizio, vorrei dire che se la mia generazione avesse creduto fino in fondo alle canzoni di De André (e per li rami a Brel, Brassens, Vian) piuttosto che a certi severi catechismi, quanto dolore e quanta bruttezza avremmo evitato… Come ci commuoveva, nella Guerra di Piero, la quartina nella quale il soldato sceglieva di morire piuttosto che uccidere: "E se gli sparo in fronte o nel cuore/ soltanto il tempo avrà per morire/ ma il tempo a me resterà per vedere/ vedere gli occhi di un uomo che muore". Ma quanto poco durò, ahimè, il mito adolescenziale della diserzione, incalzato dal mito virile della militanza».
Michele Serra
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youssefguedira · 2 months
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so. y'all might remember the post i made a while back asking y'all your favourite tog cast movies because i love arbitrary data collection. this was in the long ago era before polls were a thing, and now with experience of running one silly bracket under my belt, i have decided to do the same thing, but in tournament form this time. and we're starting with the one i feel most qualified to chime in on, but i DO plan to run the others once this is done depending on how it goes. so with all that said, allow me to introduce:
tog fandom's top luca marinelli movie bracket
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because there's a really awkward number involved here, a lot of movies (with higher seeds) won't come in until next round. we will run five in total, with polls running for a week. propaganda is encouraged, you can either add on to the post, send it to me in ask form, or put it in the tags. whichever you choose. judge the movies on whatever metric you choose but try to keep it consistent.
if you HAVEN'T SEEN both or either, i'll be including summaries so you get a general idea of the movie (taken from letterboxd, or in the case of one, written by me) and can vote based on which looks most interesting. or whatever
ROUND ONE HAS CONCLUDED!!
see below for our full list of winners:
L'ULTIMO TERRESTRE / THE LAST MAN ON EARTH (2011) vs MARIA DI NAZARET / MARY OF NAZARETH (2012) - L'ULTIMO TERRESTRE WINS!
LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI / THE SOLITUDE OF PRIME NUMBERS (2010) vs NINA (2012) - NUMERI PRIMI WINS!
UNA QUESTIONE PRIVATA / RAINBOW: A PRIVATE AFFAIR (2017) vs A DANGEROUS FORTUNE (2016) - UNA QUESTIONE PRIVATA WINS!
LASCIATI ANDARE / LET YOURSELF GO (2017) vs WAVES (2012) - WAVES WINS!
IL MONDO FINO IN FONDO / UP TO THE WORLD (2014) vs THE OLD GUARD (2020) - THE OLD GUARD WINS!
DIABOLIK (2021) vs SLAM: TUTTO PER UNA RAGAZZA (2016) - DIABOLIK WINS!
polls will be posted over the course of the next couple days (possibly starting tomorrow) and links added here. go forth and enjoy
and if you're curious:
overall seeding is based on average letterboxd rating for a couple reasons! partially because it gave me a numerical ranking and also because i couldn't find my og survey post. there are places where it definitely doesnt line up with what id consider tumblr's general opinion on these so itll be interesting to see the ranking at the end of this tournament (i will make one and compare the two because i love arbitrary data collection)
that's all for now!
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legolucam · 4 months
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Lego Luca and his new sheep* friend wish you all a Happy New Year.
*he’s pretty sure it is a sheep!
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Chapter: 17/?? Fandoms: A Dangerous Fortune, Aladdin (2019), Beauty and the Beast (2017), Non Essere Cattivo, Trust, Lasciati Andare Fic Rating: E Ship(s): Mickey Miranda/Jafar/Cesare/Adam/Primo (and every combination there), Jafar/Ettore
Note(s): PLEASE HEED THE WARNINGS AND TAGS!!!! READER'S DISCRETION STRONGLY ADVISED
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maurosempre · 4 months
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Abbi cura di me (S. Cristicchi e altri)
Adesso chiudi dolcemente gli occhi e stammi ad ascoltare
Sono solo quattro accordi ed un pugno di parole
Non cercare un senso a tutto perché tutto ha senso
...
Anche in un chicco di grano si nasconde l’univero
...
La vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere
...
E non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri
Tu allora vivilo adesso come se fosse l’ultimo
E dai valore ad ogni singolo attimo
...
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrò paura di cadere
...
Il tempo ti cambia fuori, l’amore ti cambia dentro
Basta mettersi al fianco invece di stare al centro
L’amore è l’unica strada, è l’unico motore
...
Perdona chi ti ha ferito, abbraccialo adesso
Perché l’impresa più grande è perdonare se stesso
Attraversa il tuo dolore arrivaci fino in fondo
Anche se sarà pesante come sollevare il mondo
E ti accorgerai che il tunnel è soltanto un ponte
E ti basta solo un passo per andare oltre
...
Abbracciami se avrai paura di cadere
Che nonostante tutto
Noi siamo ancora insieme
...
Adesso apri lentamente gli occhi e stammi vicino
Perché mi trema la voce come se fossi un bambino
Ma fino all’ultimo giorno in cui potrò respirare
Tu stringimi forte e non lasciarmi andare.
Abbi cura di me."
Abbi cura di te, di me...di noi.
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io-rimango · 1 year
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Il mio posto preferito in assoluto, dove mi rifugio quando ho bisogno di riprendere fiato dalla realtà, è il cimitero acattolico di Roma. Mi piace tanto andarci, passeggiare tra le lapidi, perdermi in quel silenzio così innaturale, dato il traffico romano che lo circonda, camminare fino ad arrivare al piccolo giardino alle spalle della Piramide Cestia, dove riposa John Keats, uno dei miei poeti preferiti. Tengo sempre come ultima tappa la panchina davanti alla sua lapide, mi siedo lì e spesso porto con me il libro con le lettere che lui scrisse a Fanny Brawne, il suo più grande amore. Mi ha da sempre colpita la storia di John e Fanny, un amore che non è stato immediato, ma anzi, che si è consolidato nel tempo, che è stato breve e fortemente osteggiato dai genitori di lei e dagli amici di lui, vista la condizione economica di Keats e la “superficialità” di Fanny, che apparteneva ad un mondo totalmente diverso dal suo. John e Fanny, però, si sono amati, perché in fondo non potevano fare altrimenti e l’hanno fatto fino alla morte prematura di Keats, avvenuta per aver contratto la tisi. Ad oggi si hanno solo le lettere che Keats scrisse a lei durante il loro amore, ma non quelle di Fanny invece, che vennero bruciate sotto ordine di Keats dopo la sua morte, segno che forse volle tenerle tutte per sé.
Mi piace quindi sedermi su quella panchina davanti alla sua tomba e perdermi nelle parole che Keats dedicò alla sua amata, mi piace immaginare cosa possa significare provare un amore tanto travolgente come quello:
«Mi hai rapito grazie a un potere cui non posso resistere; eppure fui capace di resistere finché non ti vidi; e anche dopo averti vista mi sono sforzato spesso di 'ragionare contro le ragioni del mio amore'. Ora non ne sono più capace. Il dolore sarebbe troppo grande. Il mio amore è egoista. Non posso respirare senza di te.» Tuo per sempre, John Keats.
(Lettera d'amore di John Keats a Fanny Brawne, 13 ottobre 1819)
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È l’ultima lettera d’amore che ti scrivo.
È stato un lungo cammino, da quel primo giorno che sono entrata nello studio della psicologa.
Ero arrabbiata, delusa, incazzata con il Mondo e con me stessa, ho preso un sacco di decisioni di merda e la serenità sembrava così lontana, da diventare impossibile da raggiungere.
Eppure oggi, mi ha dato un foglio, una penna e mi ha detto “ora, sei pronta a dirle addio”.
Sai, in fondo ho sempre saputo che sarebbe finita così… ed è per questo e per altri mille motivi, che non sono mai riuscita a dirti “ti amo”.
Te lo dico ora, perché ti amavo.
Ti amavo perché eri come uno di quei giorni di fine marzo, che è Estate sotto i raggi del Sole ed è ancora Inverno, quando ti ritrovi all’ombra.
Ti amavo, perché ti guardavo quando eri distratta. Quando lavoravi, guardavi il telefonino, rullavi una sigaretta o ti perdevi nella collezioni dei tuoi mostri e mi rendevo conto, che per averti accanto, qualcosa di buono nella vita, l’aveva fatta.
Ti amavo, perché sentivo il bisogno di coniugare i verbi al futuro ed i sogni al plurale.
Che di notte, mentre dormivi, alzavo le coperte per vedere se respiravi e mi rendevo conto, che da soli si diventa forti, ma in due si diventa un po’ più felici.
Avrei potuto cancellarti, mandarti a quel paese, non risponderti al telefono, voltarti le spalle, dimenticarti, non pensarti, non prendere treni in piena notte, ricordarmi i dettagli, ma non l’ho potuto fare, perché non ci capivo più niente. Ti amavo e basta.
Amavo le tue battaglie perse, l’inchiostro che usavi meglio di me, la voce che era sabbia rotta dalle onde del mare, il modo in cui ti facevano male i sogni, le cazzate che dicevi pur di non dire delle stupide verità.
Allora, ti auguro di circondarti di “persone medicina”
L’ho letto in una stupida poesia, che fa così
“ Nonna diceva che esistono persone che hanno le tisane dentro gli occhi
Camomilla nello sguardo
Che tu le vedi e ti si tranquillizza il respiro, i pensieri.
Diceva che esistono persone che non si spaventano dei tuoi dolori
Che non hanno paura di abbracciarti i traumi
Che sanno dove metterti dentro le parole giuste
Persone che hanno imparato a frequentare così bene il Sole
Che sanno addirittura accompagnarti fino al tuo tramonto “
Lascio a te la rabbia, ascoltare chi voleva solo distruggerci, i punti e le virgole che mancano nelle mie parole, il dolore che ti ha coperto gli occhi e le labbra, rendermi sostituibile, perché io non lascio più sporcare i ricordi e la memoria, a nessuno.
Neanche da me stessa.
E racconterò di noi, alla gente che incontrerò, alla persona che amerò dopo di te, ti ritroverò nei miei progetti per aiutare gli altri, nei film che ti scavano dentro, nei tramonti visti dal finestrino della macchina, nei viaggi dove scoprirò qualcosa di nuovo e negli sguardi dei bambini che non sanno chiedere aiuto.
Tu, porta rancore anche al posto mio.
E ti diranno che è tutto prestabilito, che fa parte di quel rapporto tossico che ti hanno messo in testa, che di buono non ho nulla, che io sono il lupo e tu Cappuccetto Rosso, che sono un fake, che ho rubato, mentito, ma sai, queste parole non sono per riaverti, ma per rendere libera me.
Da tutto questo.
Fatti ancor più carina, un filo di trucco, lascia i capelli sciolti, spruzza il profumo, mettiti quei jeans che ti fanno il culo da paura, sali in macchina, accendi la radio, ma che sia la tua voce la canzone più bella e vatti a prendere tutto il buono di questo Mondo.
Questa è l’ultima lettera d’amore che ti scrivo, se senti un cigolio, è la porta del mio cuore, che si chiude e ti dice addio.
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#Ale
Tuttodunfiato
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astra-zioni · 1 year
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Lungi dal fare la paternale a qualcuno, ma qui su Tumblr è pieno di persone depresse, spezzate, con storie allucinanti, persone sofferenti, ed io non posso che istintivamente provare amore per ognuno di voi. A volte questa vostra sofferenza diventa soverchiante, perché non ho alcun mezzo utile da offrirvi, perché alcuni di voi son persone meravigliose, belle, luminose, e non mi rassegnerò mai al fatto che persone così son spesso quelle che patiscono dolori più atroci degli altri. Stavo pensando alla mia condizione poco fa. Ho 24 anni, si può dire che combatto da tutta la vita con vari problemi, psicologici, esistenziali, quasi adattativi, nel senso che in qualsiasi contesto sociale io mi sento una merda indegna. Pensavo soprattutto a quanto tempo ho sprecato facendomi pipponi allucinanti sul divano, sul letto, incolpandomi per cose insignificanti, autosabotandomi, non dandomi mai l’opportunità di essere serena, di uscire da questo circolo vizioso. E non so voi, se vi ritrovate in qualche modo in questa descrizione, ma io mi sono incazzata. Ho sentito il peso di quest’ingiustizia come quando sento il peso delle ingiustizie che capitano a voi, ma provare empatia per gli altri è sempre più facile che provarla per noi stessi. Quindi è questo che vi volevo dire: se vi trovate in questa condizione, sentitela fino in fondo, dentro le ossa, sentite la rabbia, la rabbia per i vostri genitori che v’hanno traumatizzati, per i vostri partner che vi hanno calpestati, per tutte quelle volte che avete pagato col sangue gli errori commessi da altri e provate compassione per voi, tenerezza, fate crescere il senso di giustizia per voi stessi. Perché non è giusto che a 24 anni non si ami più, non si abbia voglia scoprire, di imparare, di crescere, di vedere il mondo, mentre merde che camminano lo fanno senza porsi alcun problema. La vita è davvero breve, potrei morire domani e aver fatto un decimo di quel che avrei voluto fare, e per cosa, in definitiva? Quale difetto o colpa che mi attribuisco arbitrariamente dalla nascita hanno il diritto di strapparmi la vita a vent’anni? Era questo che vi volevo dire. Pensateci, a volte. Io vi abbraccio.
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