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#imparare a vestirsi
veroves · 6 months
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giorni strani, un po' con persone che amo, un po' in solitudine. non imparare mai come vestirsi nella mezza stagione, cibo, lavoro, tanti km rigorosamente su strade secondarie. tanti pensieri.
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fantomedurien · 2 years
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Sottoculture online e parafilie: cosa accomuna la comunità furry e Hitchcock?
Per chiunque mi segua su Instagram, mi dispiace. E per tutti quelli capitati qui per caso: mi dispiace ancora di più, perché non avete idea di che cosa stia succedendo. Ebbene oggi, sabato quattro febbraio, ho deciso di scrivere questo saggio solo per vedere il mondo bruciare. 
E no, non lo farò in modo ortodosso. Ma procediamo per ordine. 
Sarebbe scontato procedere a ritroso per analizzare ciò che è accaduto durante il corso degli anni ‘90, quando il regno anarchico di Internet si riempiva di quelli che oggi chiameremmo fandom. Questa è una storia che conoscete meglio di me, in quanto molti di voi l’avranno vissuta in prima persona, mentre io posso solo dire di averne sentito parlare. 
In questa bolgia ipermediale, è dove ha inizio la nostra storia, con la nascita della comunità furry. Potremmo definirlo un inizio in medias res, in quanto tengo a specificare che l’antropomorfizzazione degli animali è qualcosa che esiste dai tempi di Esopo e le sue favole. Anche tu, tizio in fondo alla sala che continui a citare la volpe del Piccolo Principe, non sei esente da questo fenomeno. 
Potremmo imputare questa espansione del fenomeno ad un certo topo dalla salopette rossa, o a tutto il mondo del cinema d’animazione in generale, e in quanto animatore non mi sentirei di contraddire. Anzi, e qui lo ammetto una volta per tutte: molti degli artisti che seguo su Instagram sono parte della comunità furry. Diamine, persino i tutorial che ho visto per imparare a usare il mio programma di animazione 3D sono stati fatti da furry. 
Ma qui, giungiamo al succo del discorso, e farlo sarebbe impossibile senza citare la regola 34 di Internet: if it exists, there’s porn of it. 
Questo potrebbe essere il motivo per cui abbasserò di dieci anni l’età del mio profilo Pinterest, nella speranza che l’algoritmo decida di avere pietà di me e del mio feed. 
Ma se c’è qualcosa che i media mi hanno insegnato, questa è che se qualcuno su questo mondo ha un’idea, sicuramente non è l’unico. Questo significa che per ogni immagine pornografica di Nick la volpe, c’è almeno un artista dietro che ha trovato l’idea stimolante. E temo che ce ne siano tante, di queste immagini.
Ma andiamo al secondo punto: che cosa c’entra Hitchcock, in tutto questo? Qual è l’anello di congiunzione tra le due cose?
La risposta può trovarsi nel film The Pervert’s Guide to Cinema, un documentario sulla settima arte dell’anno 2006, nel quale vengono analizzate le teorie freudiane applicate ai film di registi come Hitchcock, con un’intera sezione dedicata alla parafilie. Scopofilia e voyeurismo sono parole che ormai non dovrebbero suscitare alcun effetto. Dopotutto, la pornografia per intero si basa sul piacere scopofilico. Ma che succede quando il piacere non deriva dall’atto di guardare, ma da quello di immaginare? 
Proprio qui, The Pervert’s Guide to Cinema è in grado di fornirci alcune risposte. 
Durante la seconda parte di Vertigo, il personaggio di Madeleine è elevato a feticcio. Divenuta irraggiungibile a causa della propria morte, il protagonista va alla sua ricerca tramite il personaggio di Judy. Ovviamente, Judy è Madeleine, e per chiunque ancora non abbia visto Vertigo, chiedo scusa per lo spoiler. Ma durante la scena in cui Scottie chiede a Judy di vestirsi con gli stessi abiti di Madeleine, quanto è importante che il protagonista lo sappia? 
Molto poco, per gli scopi della nostra ricerca. Il personaggio di Madeleine incarna dentro di sé il piacere feticistico, e la sua seconda morte non fa altro che privare il protagonista dell’oggetto del proprio desiderio, raggiungibile soltanto tramite la propria immaginazione. Madeleine non è più un personaggio, è il sintomo di una parafilia. E secondo Laura Mulvey, il personaggio di Scottie è carico di un profondo sadismo, elevandosi a un castigatore in grado di decidere del destino o del perdono della propria femme fatale.
Ma il film dove le parafilie trovano la loro messa in scena più esplicita è Blue Velvet di David Lynch. Ma stavolta, l’immaginazione perversa incontra la realtà, in uno spettacolo che non lascerebbe indifferente nemmeno gli stomaci più forti. Ma perché la realizzazione della parafilia provoca un tale disagio? Che si sia raggiunto un nuovo anfratto della Uncanny Valley, lì dove l’immaginazione ha infettato la realtà? 
Per il piacere di rubare una frase dal documentario: quando i  sogni diventano troppo reali, si chiamano incubi. 
Ho la quasi certezza che dopo aver parlato di questo, il porno furry sembrerà soltanto una caduta dallo skate. Una gaffe, certo, ma niente che lasci il segno. Qualcosa da nominare con gli amici davanti a una birra e niente di più. Ma è anch’essa il risultato di una parafilia, e quella parte del fandom un po’ più interessata allo yiff lo sa bene. Potrei dire che fortunatamente chi ce l’ha si guarda bene dal realizzarla, limitandosi ai disegni per adulti, ma non è tutto qui. Sento che possiamo andare ancora un po’ in fondo alla questione. 
Uno dei prerequisiti per riuscire a entrare all’interno del fandom furry, è avere un fursona. O almeno, non è indispensabile, ma la per la maggior parte dei furry è così. Il che è molto carino, perché nel fandom furry non si è soltanto fan di prodotti mediali, ma essendo una comunità di creativi, si è fan l’uno dell’altro. 
Un fursona è un personaggio antropomorfo con il quale il singolo furry si identifica. Ecco perché molto spesso, nei forum, ogni furry ha un portrait del proprio fursona come immagine del profilo. Ma in questo mondo virtuale e immaginario, con il quale l’individuo può interagire tramite il proprio fursona, ritroviamo la definizione di fantasma freudiano. 
Il fantasma, nella psicanalisi freudiana, indica una scena immaginaria all’interno della quale il soggetto è presente sia come spettatore che protagonista, dove i suoi desideri più inconsci trovano appagamento. Fidatevi, ci ho messo ore a capirlo e l’ho dovuto cercare su internet per averne la certezza. Ma in breve, il fursona, come il fantasma, racchiude in sé tutto un immaginario. Ma la realizzazione del fantasma non è contemplata, l’immaginazione è il campo d’azione dei furry, perché se questo evadesse verso il mondo reale diventerebbe l’incubo inscenato da Blue Velvet. 
In breve, il desiderio parafilico dei furry vive nella sola immaginazione. Se mortificare la parafilia nel momento stesso in cui il soggetto parafilico elabora il pensiero, o condannare solo e soltanto l’atto della realizzazione della stessa, è una scelta personale. Fino a che punto una parafilia è considerata socialmente accettabile? Questo va oltre il campo di questa analisi, e preferisco che sia il lettore stesso a farsi un’idea al riguardo. Bisogna tenere presente, però, che solo una minoranza della comunità furry ha questo tipo di tendenze. Vale davvero la pena cyber-bullizzare e mortificare un’intera comunità di creativi, molti dei quali giovanissimi? 
Su questo, vorrei scrivere un altro paragrafo. Ho notato, almeno tramite i social sui quali sono presente, che molti furry sono LGBTQ+ o neuro divergenti. In molti casi ho letto di utenti autistici che tramite le loro fursuit hanno trovato il modo di approcciarsi alla gente, durante le convention. Questo fa sorgere un’altra domanda, alla quale non so trovare risposta, ma che penso possa stimolare un pensiero: è possibile che i furry siano tanto presi in giro, perché molti di loro appartengono a categorie emarginate già in partenza? 
Ecco qui, il pezzo con il quale ho deciso di portare il caos nel mondo. Non l’avrei mai scritto, se non fosse stato per i miei amichetti su Instagram che desideravano leggerlo. La prossima volta, se mi incitate abbastanza, potrei addirittura parlarvi di come servirvi di citazioni accuratamente scelte per mascherare il fatto che siete cringe e vivete di spazzatura. Ho parecchi punti esperienza al riguardo.
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sefaiunbelrespiro · 1 year
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Sono state settimane molto intense. Ho viaggiato un po’ per lavoro e questa settimana mi sono concessa quattro giorni per fare quello che mi piace. Stare a Trento, in un’altra città, con un altro mood di “vita lenta” a seguire tavole rotonde, convegni, incontri è stato fantastico.
Condividere questo con la persona a cui voglio più bene in questo momento della mia vita è stato ancora più bello.
È stata un’esperienza fantastica che vorrei rifare domani: vivere in funzione del festival. Vivere in funzione di sapere, imparare in modo diretto, dando un volte alle persone che hanno in mano il nostro futuro. Alcune frasi, alcune considerazioni sono state illuminanti per me. Stare in mezzo a certe personalità, vivere dentro il festival, vedere ogni giorno ai diversi incontri facce conosciute che, come te, corrono da una parte all’altra per seguire più incontri possibili.
Svegliarsi lontano dal caos cittadino.
Incontrarsi in pausa pranzo in centro.
Vestirsi bene e uscire la sera dopo una giornata piena di appuntamenti.
È la vita che vorrei sempre. E ripeto,averla condivisa con una persona con cui mi trovo davvero così bene e in comfort e stato ancora più bello. A tal punto da ritornare come sempre a casa con una consistente malinconia dei giorni che passano troppo velocemente. Non mi passerà mai questa cosa. Quello che so è che me li sono goduta appieno.
Concludo con una frase di incoraggiamento che un giornalista ci ha detto all’ultimo incontro a cui ho assistito oggi: “Non guardate al futuro come ad un qualcosa di negativo è disastroso. Ci sono un sacco di occasioni, un sacco di opportunità che se colte con lo spirito positivo possono portare a qualcosa di grandioso.”
Grazie Trento e grazie a tutti ❤️
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lestreghedifenix · 1 year
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Malattie trasmesse spiritualmente ...
Spiritualità fast food ..
consiste nel credere che esistano
rimedi facili e veloci per eliminare la sofferenza ed evolvere spiritualmente.
La trasformazione spirituale non
può essere rapida poiché il processo stesso consiste
nel lasciar andare
la fretta e rispettare
i propri ritmi naturali.
Spiritualità imitativa ..
è la tendenza a parlare, vestirsi e/o agire come dovrebbe fare una persona spirituale.
L'imitazione ricorda è una falsa copia
di te che non ti renderà mai protagonista.
Confuse motivazioni ..
anche se il desiderio
di crescere è
genuino, spesso si mescola con altre superflue motivazioni; appartenere,
essere amati, essere
speciali, o addirittura essere superiore e concretizzare l'ambizione personale.
Identificarsi con esperienze spirituali ..
succede quando l'ego, dopo aver vissuto un'esperienza spirituale
se ne appropria, così da credere che
tutto ciò che è suo, derivi da queste esperienze spirituali;
la realtà è che sono transitori,
essi trascendono l'ego.
L'ego spirituale ..
quando la persona si identifica eccessivamente con i concetti e le idee spirituali tende
ad essere invulnerabile alle critiche, in modo che la sua crescita rallenti.
Diventa un essere impenetrabile,
lontano dal mondo.
Produzione di maestri spirituali ..
attualmente ci sono molte tradizioni spirituali che concedono titoli a persone molto lontane dall'aver raggiunto la loro maestria spirituale,
eppure si vendono egocentricamente come maestri spirituali superiori ..
Attenzione ai falsi profeti.
Orgoglio spirituale ..
l'individuo dopo
aver raggiunto un vero grado di spiritualità,
si stagna lì, scusandosi per non continuare a crescere.
Spesso è legato a
un sentimento
di superiorità immotivata.
Mente di gruppo ..
descritto anche
come pensiero
di gruppo,
mentalità di culto o malattia dell'Ashram,
succede quando
le persone appartenenti a
una determinata cerchia accettano le regole implicite su cosa e come pensare, fare ed essere.
Le persone che peccano in tal senso, rifiutano chi non rispetta questa normativa.
Il complesso delle persone scelte ..
è la convinzione di essere il più
evoluto, potente, illuminato, o semplicemente migliore degli altri.
Sono già arrivato ..
questa condizione è
così prepotentemente falsata che
ha il potenziale di uccidere la crescita spirituale.
È un po' come
"sono arrivato alla fine della mia crescita spirituale,
non ho più nulla
da imparare".
In quel momento
la crescita spirituale cessa, è come uccidere la nostra anima.
Nina
#lestreghedifenixtarot #lestreghedifenixwitchtcraft
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campadailyblog · 3 months
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Come vestirsi ad un teatro: guida all'eleganza
Andare a teatro è più di guardare uno spettacolo. È un’occasione per esibire eleganza e raffinatezza con il proprio abbigliamento. Questa guida vi guida a trovare il look giusto per ogni evento teatrale, dai più formali alle serate più casual. Principali punti chiave Imparare a vestirsi con eleganza per gli eventi teatrali Comprendere l’importanza dell’abbigliamento per un’esperienza teatrale…
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staipa · 10 months
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/ogni-femminicidio-e-colpa-mia/?feed_id=1117&_unique_id=655cb5126fc96 %TITLE% Esiste un fenomeno psicologico noto che spinge molti a dare la colpa alla vittima, si chiama Colpevolizzazione della vittima (https://short.staipa.it/f6l9l): il ritenere la vittima di un reato responsabile dell'accaduto. Lo vediamo succedere quasi invariabilmente se la vittima è in una posizione sociale percepita come minore, è qualcosa che percorre la storia. Vale dai migranti che si sono cercati la morte su un barcone, vale per i tossicodipendenti che hanno scelto loro quella vita, vale per le donne vittima di violenza che dovevano stare più attente. Raramente ci si ferma a ragionare su cosa abbia portato a una certa situazione perché trovare una soluzione semplice è più facile. Soprattutto se quella soluzione ci assolve da ogni colpa. È così che, quando una donna viene violentata o uccisa, si cerca di insegnare alle donne cosa dovrebbero fare, che non dovrebbero vestirsi in un certo modo, assumere determinate bevande, dare ascolto a determinate persone. Lo interiorizziamo fin da piccoli anche con le fiabe. In cappuccetto rosso chi pensa mai al Lupo? Il Lupo è una entità generica maligna ma quello che insegna la fiaba è di non dare confidenza agli sconosciuti, la colpevole è la bambina ingenua che si è intrattenuta, è lei che deve imparare qualcosa dalla situazione. Il lupo invece non ha colpe, non fa parte della morale perché segue solo la propria natura, e seguire la propria natura -se non sei cappuccetto rosso- è normale, è corretto. Allo stesso modo si dà per scontato che il maschio sia succube dei propri istinti, come il lupo. Se la donna indossa le minigonne sta provocando il normale istinto dell'uomo e per questo deve essere lei a scegliere di comportarsi diversamente, di limitare la propria libertà nella speranza di... di cosa? Che il lupo sfoghi i suoi istinti su una pecora diversa? Un'altra che indossa le minigonne? Quelle minigonne che però in tv non possono mancare? Io non sono un assassino, io -oggi, da adulto consapevole- cerco di fare tutto ciò che è in mio potere per non fare del male a una donna, per non usare il mio potere di uomo nei confronti delle donne. Non posso dire che sia sempre stato così purtroppo, e non posso dire di essere perfetto e integerrimo in quello che dico, nel modo di pormi e nel modo di essere. Ho interiorizzato anche io molti di questi meccanismi, come molte delle donne stesse che accettano passivamente questo squilibrio di responsabilità tra il lupo e cappuccetto rosso dando man forte al lupo e difendendone il diritto ai bassi istinti. Ciò nonostante ho la mia percentuale di colpa in ogni femminicidio, in ogni violenza, in ogni discriminazione di genere. Ho la mia percentuale di colpa perché fatico a tagliare fuori dalla società quelle persone che sono gli autori materiali di questi soprusi. Fatico quando il mio collega dice frasi sessiste a stopparlo e dirgli di cambiare atteggiamento, fatico quando sento qualcuno fischiare o dire volgarità a una donna di passaggio a intervenire e bloccare quella situazione, fatico ad alzarmi dal divano per scendere in piazza quando le donne manifestano per la loro sopravvivenza, fatico a intervenire sui social quando i commenti contro una donna si sprecano, fatico a intervenire quando una donna viene valutata per il suo fisico o la sua cura estetica e non per le sue capacità, fatico a intervenire quando una donna viene considerata incapace di ricoprire un ruolo perché il suo essere donna non le permetterebbe di farlo bene. Sono io, in quanto uomo, che dovrei farlo più intensamente. Non perché io sia migliore ma perché un uomo che considera le donne inferiori, che le tratta come oggetti, che le valuta per il fisico e non per le capacità non ascolterà mai una donna. Un uomo così può ascoltare solamente un altro uomo. Un uomo che farà violenza su una donna perché convinto di poter usare su di lei il proprio
potere, qualunque tipo di violenza, che sia verbale, fisica, morale, potrà rendersi conto di quello che fa solo se i suoi amici, i suoi colleghi, gli uomini attorno a lui sono in grado di parlargli, di dargli un esempio diverso, o se occorre di metterlo ai margini della società. Invece persone così finiscono spesso per essere esaltate, considerate ganze, leader della scalata al machismo. Sono colpevole. Lo sono ogni volta che resto a guardare e restando a guardare legittimo un comportamento che a catena legittima altri comportamenti, che infine normalizzato una situazione che continua a vessare il più debole. Sono colpevole perché sfrutto il mio privilegio di uomo per sentirmi fuori da una dinamica della quale invece faccio parte, sono colpevole perché fingendo a me stesso di non vedere e non sentire mi assolvo e magari mi sento anche migliore. Sono colpevole perché non faccio quello che è in mio potere fare, ma sfrutto quello stesso potere per alimentare il mio privilegio.
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bergamorisvegliata · 11 months
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READING POEMS -di Domi-
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" Basterebbero 5 minuti
Il titolo potrebbe esser questo...oppure un'altro...
Non cambierebbe nulla
Mi son pure alzato presto stamane...
Tacrolimus era felice
Pur del mio "breve" ritardo...
Mi ha salutato sorridente
non credo mentisse, d'altronde lo fa' per il mio bene
Quello l'ho fatto io ma ci son abituato...molte decisioni tralasciato, negato, dimenticato (?)
Bho'... Quel che e' stato e' stato.
Zero Gita, zero Amica...altri impegni...
ma il mio cuore gia' sapeva, non e' la prima volta, ora o in un'altra era...
Gatti, Tivu'....e telefono... Si lo so'... Lasciamo stare, per favore.
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Un divano desertamente "affollato"
pieno del pelo di quel Gatto che m'ha cercato...
Uno solo, non entrambi
Troppa grazia richiesta sarebbe stata...molesta...per una sola giornata...(?)...
Basterebbero 5 minuti, vedete ?
e pur la ricerca della rima rimarrebbe al suo posto....
lo diceva de Niro in Tivu'
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Poi, bhe', a chiamato Fla...al parco, coi Bimbi... Cesare tirava Pietre nel fiume... Giuliano, in francia, ha bevuto una Gingerbeer !!!
A casa stanno tutti bene
Lavinia sara' circondata da palline che volano...intenta a "schivare"...
e Lui impegnato a centrar la riga giusta...
Io sempre li' vado a parare... Banale...
La Stria chissa'....che pozioni prepara,
Mientras mi Primo estara' muy cerca
O in giro... Magari a esplorare...sognare... Sicuramente imparare, scoprire... Meraviglie inventare
Il viaggio e' ancora Lungo....
E' una delle poche cose che mi mancano... Viaggiare...
ma e' lecito continuare a sognare
Un Vascello, alaviacosi'... Il suo Maestrale.... Non sono dispersi, stan ancora li', ancorate a quel molo...attendon i venti giusti...
A casa stan tutti bene
E del Gigerbeer, bhe', chennedite...
Great, don't u?
Un piccolo Nostromo, mi cresce sul Ponte, nevvero ?
A casa stan tutti bene
Son pure le sei e il ventilatore gira ancora...
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Basterebbero 5 minuti
di bicicletta...ma pure a piedi...
per gonfiare le vele, le reti
e farcire la pizza che sta' nella stiva... Congelata...darle 'npoco di vita, allegria....pure solo "Sapore"...
Sol margherita non alza tanto l'umore..
Basterebbero 5 miuti
per sgranchirmi "nu poco",
Ma sicuro come la Merda, e che attenda Lei pure, dimentico fingo e sdraiato ci resto...che poi anche il cesso e' vicino, resta al suo posto..
Mentre il Market che chiude, non e' quello il problema...
Quanto alzarsi, vestirsi, darsi una mossa...e pure Lesta...
A casa stan tutti bene
Son ancora indeciso... Tra l'oblio e l'aereoporto.... Tra un porno o un viaggio... Ma... Da qui', alaverne il coraggio... Bhe'...
Basterebbero 5 minuti
Basterebbero 5 minuti
Basterebbero 5 minuti
E comunque vada,
A casa stan Tutti bene... "
*****
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personal-reporter · 1 year
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Come gestire lo stress da lavoro e studio
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Lo stress da lavoro e studio può avere un impatto negativo sulla salute mentale e fisica, tra cui ansia, depressione, malattie cardiache e disturbi del sonno.  Si tratta di una risposta fisiologica e psicologica all'ambiente di lavoro, che può avere effetti negativi sulla salute e sul benessere psicologico.  Le trasferte di lavoro possono aumentare lo stress e l'ansia.  Circa metà dei lavoratori europei considera lo stress comune nei luoghi di lavoro e ad esso è dovuta quasi la metà di tutte le giornate lavorative perse. I lavoratori soffrono di stress quando le richieste della loro attività sono eccessive e più grandi della loro capacità di farvi fronte. Oltre ai problemi di salute mentale, i lavoratori sottoposti a stress prolungato possono sviluppare gravi problemi di salute fisica come le malattie cardiovascolari o i disturbi muscoloscheletrici. Per evitare lo stress e il burnout sul lavoro, è importante prendere alcune misure preventive. Maslach ha proposto alcune linee guida che potrebbero fare la differenza nel rischio psicosociale, ma è anche importante prendere in considerazione altre strategie.  Ecco alcune strategie pratiche per gestire lo stress da lavoro e studio: Imparare alcune tecniche di rilassamento fisico e mentale, come la meditazione e lo yoga, che possono aiutare a ridurre lo stress e l'ansia. Fare attività fisica regolarmente, che può aiutare a ridurre lo stress e aumentare la produzione di endorfine, sostanze chimiche che migliorano l'umore. Dormire a sufficienza, che è importante per il ripristino del corpo e della mente. Mangiare in modo sano ed equilibrato, che può aiutare a ridurre lo stress e migliorare la salute mentale e fisica. Organizzare il tempo in modo efficace, creando una lista di cose da fare e pianificando il tempo per completare le attività, che può aiutare a ridurre lo stress e migliorare la produttività. Chiedere aiuto, parlando con amici, familiari o colleghi di lavoro, per ottenere supporto e conforto. Prendersi cura di sé stessi, facendo attività che si amano e prendendosi cura del proprio aspetto fisico, come fare la doccia e vestirsi bene. Gestire lo stress da lavoro e studio non è solo un imperativo morale e un buon investimento per i datori di lavoro, bensì anche un dovere giuridico stabilito dalla direttiva quadro. Prendere in considerazione queste strategie può aiutare a gestire lo stress e migliorare il benessere psicologico. Read the full article
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carmenvicinanza · 2 years
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Hind Lafram. La prima stilista Made in Italy per donne musulmane
https://www.unadonnalgiorno.it/hind-lafram-la-prima-stilista-made-in-italy-per-donne-musulmane/
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Ho sentito l’esigenza di un abbigliamento che coniugasse il mio essere italiana con il mio essere musulmana.
Hind Lafram, imprenditrice e stilista, ha creato il primo brand Made in Italy per abiti pensati per le donne musulmane.
Nata a Casablanca in Marocco nel 1995 si è trasferita a Torino nel 1998.
Ha iniziato a indossare il velo quando aveva tredici anni, a insaputa dei suoi genitori.
Si è diplomata con successo alla scuola di moda, mentre era a scuola si portava avanti scucendo e ricucendo abiti, tanta era la foga di imparare prima possibile.
Partendo dalle sue esigenze di giovane donna che ama la moda e che vuole vestire secondo i dettami della religione islamica, quindi con abiti che non svelano le forme e non siano trasparenti, ha cominciato a confezionare capi che potessero conciliare il fatto di portare il velo e vestirsi con l’eleganza e lo stile italiano.
Quando ha iniziato a vendere le sue creazioni su  internet ha constatato che sono tantissime le donne musulmane in Italia che vogliono vestirsi bene.
È diventata, così, in breve tempo, una delle prime imprenditrici italiane di modest fashion (tendenza nata in Medio Oriente che vuole coniugare moda e rispetto delle leggi coraniche).
Nel 2017, a Torino, ha fondato la società Modest Fashion Italia SRL e depositato il marchio Hind Lafram, il suo nome per identificare il suo lavoro.
La sua è una moda contro i pregiudizi, le sue collezioni costituiscono un messaggio contro le discriminazioni e le oppressioni imposte dalla società alle donne di qualsiasi credo.
Disegna abiti eleganti per cerimonie e anche capi casual e sportivi per nuoto, equitazione, corsa, tennis…
Il suo lavoro è trasversale e va bene per tutte le donne. Crea burkini indossati anche da coloro che hanno problemi di pelle o desiderano proteggersi dai raggi UV. Così come veli e turbanti per donne che fanno la chemioterapia e vogliono indossare copricapo eleganti per sentirsi a loro agio dopo la perdita dei capelli.
Attenta alla sostenibilità, usa tessuti italiani e crea completi i cui elementi si possono interscambiare per rispondere alle diverse esigenze, giorno e sera.
Il suo obiettivo principale è creare connessioni per permettere l’interazione e integrazione grazie all’abbigliamento.
Un messaggio indiretto per mostrare per davvero cosa è la donna musulmana che fa sport e vive una vita come tutte le altre senza privarsi di nulla, come, a torto, spesso si crede.
Ama utilizzare colori sobri e tessuti morbidi per uno stile che è assolutamente italiano e non concepito per il mercato estero.
In suo celebre TedTalk del 2019 ha raccontato di come soltanto l’11% delle sue produzioni sono acquistate dalle donne musulmane, il restante va a tutte coloro che desiderano vestire in modo morbido e confortevole.
Anche se vari importanti brand hanno disegnato una collezione ad hoc per le musulmane, i suoi modelli vanno oltre, si adattano alle diverse tipologie di volti e corpi, cercando di rispondere a tutte le esigenze.
La moda per Hind Lafram è attivismo, inclusione, rottura delle barriere e conoscenza, strumenti utili per una civile convivenza.
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veroves · 5 years
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la mezza stagione ha fatto irruzione in camera mia. ci sono più vestiti fuori che dentro l'armadio.
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scorcidipoesia · 3 years
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Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne : una violenza contro e verso le donne che nell’epoca della digitalizzazione e sviluppo delle tecnologie sembra diffondersi sempre più.
Un’epoca dove alcuni episodi non sono taciuti o tenuti in seno alla famiglia perché la società è cambiata e non ha più le radici solide e protettive di un nucleo intorno. Le zie che si rifugiavano da sorelle nei momenti in cui il marito ubriaco rientrava la sera e usava violenza fisica e sessuale sono diventate i tasti di uno smartphone che isola ma permette di comunicare all’esterno.
Eppure tutto questo non sembra bastare se ogni giorno si verificano crimini che coinvolgono anche i figli presi ad ostaggio nella scelta di annullare l’altro. ( muore una donna ogni 72 ore)
Quali sono le violenze che una donna subisce oggi ? Oggi che sembriamo
così libere e indipendenti, talvolta sfrontate nella nostra sicurezza ?
-Solitudine: il vivere odierno porta a isolamento, manca la famiglia numerosa che un tempo circondava ogni donna e la salvava con aiuto fisico e tradizioni, radici alle quali appartenere. Si cerca un uomo per unire due solitudini e gli uomini non sono i compagni o amici della quotidianità che pure non basta ma persone incontrate in rete dove chiunque può proclamarsi ciò che non è. Perché anche l’amico che ci ha corteggiate per lungo tempo può diventare l’assassino se lo
lasciamo o non accondiscendiamo ai suoi voleri..
-Stanchezza psicofisica : il mondo corre, bisogna essere al passo con tutto e tutti, imparare e restare sempre aggiornati, poi tornare a casa e inventarsi il ruolo di casalinga che comporta invece ore di dedizione e forza per gestire una casa, una cucina, il bucato, le pulizie. E dopo una giornata fuori non è facile, dopo ore nel traffico non è semplice. E i bambini che cercano attenzioni, che piangono, che chiamano…
- Paura di non farcela : noi donne siamo coinvolte in molti ruoli e dobbiamo
essere all’altezza di tutti: lavoratrice , madre, figlia, amante, moglie, compagna. Chi è capace di fare l’equilibrista? E quanto durano le forze per essere in grado di performarli tutti? Quindi si diventa fragili, stanche, distratte e non in grado di cogliere azioni nell’altro che non sono normali. Si accetta per stanchezza quello che non va bene. Si vive ingoiando un amore che non ci fa stare bene ma ci nutre, fa parte dell’impasto quotidiano nel quale ci barcameniamo.
- Raggiri e insicurezze: il marito violento che tornava a casa ubriaco, gli schiaffi quasi scontati del passato, la gelosia malata, il vestirsi per compiacere, il sottoporsi a rapporti sessuali non desiderati ‘perché è mio marito’ , il dipendere economicamente dall’altro, sono diventati oggi anche fantasmi che spuntano nella rete e offrono amore e sogni a donne che ai sogni non vogliono rinunciare.
- violenza economica, violenza verbale ( stai zitta) , ricatti sui figli ( ti porto via i bambini). Cosa porta alla deriva ? Cosa annienta una vita per mano di un uomo che si ama, un ex, un padre dei propri figli, cioè la persona della quale ci dovremmo fidare di più ? Perché è sempre troppo tardi ? Perché il sogno d’amore diventa un assassino ?
Non lo so, continuo a ripetermi dei mantra che penso possano essere utili a me stessa e a tutte le donne , per captare quell’oltre, quel confine che non deve essere mai varcato:
-rispetto per me, per quella che sono e merito.
- rispetto per il mio valore, non devo accontentarmi di un uomo che sta iniziando a sembrare altro. Toni, sguardi, battute, atteggiamenti, cambi di umore, frustrazione . Non devo subire la frustrazione di nessuno.
- rispetto per me, per il mio fisico : sono grassa ma sono bella, sono invecchiata ma ho valore, non devo vergognarmi dei miei capelli bianchi e non voglio vivere in una vetrina di perfezione : lì ci sono i manichini freddi , io sono una donna vera.
- aiuto le altre donne, se sento dei toni alterati non mi faccio gli affari miei ma avviso qualcuno, le forze dell’ordine, non ho paura di sembrare quella che non si fa i fatti suoi perché il mio gesto potrebbe bloccare un litigio violento, e altro.
-non esistono tempi prestabiliti per nulla : non sono vecchia e quindi zitella, non sono avanti con gli anni e quindi non potrò avere figli. I figli si fanno solo per amore, non sono il significato che marca l’esistenza, i figli se non escono dal mio ventre li trovo nel mondo, ho cura dei fragili, ne trovo ovunque ma li cresco con l’uomo che mi fa stare bene e non con quello che sembra il solo disponibile.
- non devo avere paura o vergogna di raccontare quello che mi succede, non devo sbandierare la mia felicità se non la sento. A nessuno importa ( solo a una madre per chi ha la fortuna di averla ) , non c’è la gara della felicità.
- Il cuore vince ma anche la testa. Prima di andare a vivere con un uomo con cui ho fatto solo vacanze , un attimo. Chi è questo uomo ? Lo conosco veramente ?
- Se perdono una volta, si ripeterà. Nessuno cambia, alcuni temperamenti anzi peggiorano con il tempo e devo chiedermi cosa sono disposta a sopportare.
- Il perdono è una bella cosa ma bisogna che io perdono innanzitutto me stessa : sapevo tutto dentro, ogni donna sa quando è tradita, quando è maltrattata. Ogni donna è un’abile bugiarda con se stessa ma tace per il quieto vivere o per la paura di restare sola. Ma l’amore che volevo, era fatto di paura o di slanci ?
E io sono disposta a vivere in questo deserto in cui la mia vita o quella di una amica sono messe a repentaglio ?
Io no. Io mi ribello. Io urlo. Io ragiono. Io sto attenta. Io analizzo. Io non mi faccio possedere, sono io a possedere me stessa.
Io so cosa non voglio, io sono presente a me stessa.
Le donne sono il perno della società, non esiste nulla che possa eguagliarne la bellezza e forza.
Solo le donne possono dare la vita , la vita è donna. Le donne devono VIVERE.
Tatiana Andena 💭
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corallorosso · 3 years
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LA FILASTROCCA INFINITA C'era una volta un Re che disse alla sua serva, raccontami una storia. E la serva incomincio' : C'era una volta un Re che disse alla sua serva, raccontami una storia e la serva incomincio'.....C'era una volta un Re ...... La Sandra m'addormentava di noia. Incominciava questa tiritera ed io per non ascoltarla più, disperato dormivo. Mai una volta che la serva dicesse al Re : Ma vaffanculo te e la tua storia, dormi e basta. I servi si prestano a raccontare quello che i Re vogliono ascoltare. E viceversa. La noia m'assale di prima mattina leggendo i giornali. Cerco scampo rovistando tra le notizie francesi, fuggo in mezzo alle arabe e disperato mi butto sulle inglesi. Sempre la solita filastrocca. Covid, barche che salpano, barche che affondano, guerra da qualche parte, governi scricchiolanti, un po' di fame ed un po' di sete, Diritti negati, Diritti calpestati. Tutto qui. L'esistenza umana é solo una noiosa filastrocca infinita senza un minimo di novità. Ogni tanto (per fortuna e per natura) muore qualcuno di noto ed é un fatto inusuale. Ci toglie dal torpore. Ma tre giorni dopo il funerale si ritorna a parlare del Re e della sua serva. Si arriva a sperare nella "morte eccellente" per dare una scossa al viver quieto. "Tutto il resto é noia" cantava Califano. E quanto aveva ragione. La vita é una collana di perle, tutte uguali e sempre le stesse. E' preziosa, come la collana, ma che due balle indossarla ogni giorno. Questa sequenza di attimi, di giorni, sempre uguali, sono la morte della straordinarietà e ci relegano nel coma dell'ovvio dove tutto é scontato, dove nessuna notizia in fondo ci inebria regalandoci un sussulto vitale. " Fatti (non) foste a viver come bruti " e noi ci adeguiamo. Ma davvero é tutto qui ? Quello, ci ha messo 7 giorni per costruire sta cosa ? Davvero il fine ultimo dell'Uomo é ripetere e ripetersi all'infinito ? Lasciamo stare l'ordinaria amministrazione tipo lavarsi, vestirsi, uscire. Cosa c'é oltre ? Perfino l'Amore é un rito omologato. Ci hanno detto chi amare e chi no, con chi fare sesso e con chi é proibito. Hanno stabilito che Uomo+Donna é giusto, Uomo+Uomo o Donna+Donna é sbagliato. Ma a chi cazzo é venuto in testa questo teorema ? E ancora oggi, dopo circa 11 mila anni dal Primo Uomo, siamo qui a discutere del mio Diritto d'andare a letto con un qualsiasi Achille senza che nessuno abbia qualcosa da dire. I Diritti (cosi' come i Doveri) stanno dentro L'Uomo, sono naturali. Non dovrebbero nemmeno essere citati, ma dati per scontati, come lo sono le foglie di un albero o i pesci nel mare. Invece stiamo qui a discutere se rispettare la Natura o negarla. Scusate ma lo ripeto : Che due balle. Caro Dio, se esisti, scaricaci addosso una scintilla divina. E se é una folgore va bene lo stesso. Perché non abbiamo imparato niente in questi millenni. Facciamo ancora guerre, creiamo virus letali, soffochiamo le Libertà altrui. Il tutto nella noia esistenziale di un cane che si morde la coda. Proviamo ogni tanto ad essere straordinari, ad uscire dall'ordinarietà delle cose stabilite. Proviamo a ribellarci al quieto vivere, a questi passi sempre uguali che hanno perso emozione. Facciamo i folli. Perché l'unica cosa che puo' salvarci é la follia. Mettiamo in discussione l'Esistere facendo a pezzi i suoi riti sempre uguali. Dobbiamo imparare ad essere imprevedibili. Cosi' nessuno ci darà per "scontati" Rivendichiamo il Pensiero come energia dell'azione, rifiutando i canoni del Pensiero Comune ed esprimiamo il nostro. Impariamo il NO. Rifiutiamo l'Autorità Costituita e Centralizzata, rivendicando il nostro Diritto a non vivere in una bolla pre-costituita ma costruendo una Società dove l'Uomo E'. Non dove le leggi dicono cosa E', cosa deve fare, cosa non puo'. Una Società basata sull'ideale libertario di un ordine fondato sull'autonomia e sulla libertà degli individui, contrapposto a ogni forma di potere costituito, in primis quello statale. Cancellare il Potere per essere noi stessi Potere. Distruggere la filastrocca infinita e creare una Nuova Storia. Si chiama ANARCHIA. E prima di dare sciocchi giudizi sommari su "questa cosa" si prega d'informarsi in modo da non spacciarla per "caos" Che invece é esattamente quello che stiamo vivendo. Un caos costruito a tavolino. Per farci sentire utili a qualcosa. C'era una volta un Re che disse alla sua serva....... Claudio Khaled Ser
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oramicurcu · 4 years
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Ma esiste un corso per imparare a vestirsi?
No perché io oltre al jeans&maglia non vado. Giro per i negozi e vedo cose ma poi penso e che maglia metto sopra? e che scarpe metto?
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maledettelepersone · 4 years
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Secondo me la depressione viene sottovalutata,
Quante volte ci siamo sentiti dire, da un nostro familiare o un nostro amico "voglio morire" "oggi non ho proprio voglia di vivere"?
Io tante e un po' mi infastidisce sentire queste cose
Perché la realtà è che loro non hanno idea di cosa significhi davvero non aver voglia di vivere,
Non sanno quanto sforzo c'è dietro ad un'azione per loro semplice, come alzarsi dal letto, vestirsi e darsi una sistemata ai capelli
Non sanno lo sforzo che ci vuole a fare un falso sorriso, far credere agli altri che sta andando tutto bene,
E cazzo, non sanno quanto sforzo deve fare una persona depressa per varcare quella maledetta porta ed uscire,
sentirti obbligata ad andare a scuola, quando ciò che vorresti sarebbe soltanto stare per tutta la vita nel letto, lontano dalle persone, lontano dai pregiudizi, dalle ansie e dai fallimenti
Vorresti morire, dove il desiderio di morire c'è davvero, non lo si dice per scherzo
Ma si parla con così tanta leggerezza, che non si sa nemmeno più distinguere uno scherzo dalla realtà
Ormai è diventata un abitudine usare frasi depresse per descrivere semplicemente un momento di noia
Ma la depressione non è noia, non è stanchezza, non è pigrizia
Non è nulla di ciò
La depressione è una malattia e mi da così fastidio e mi fa così male che nessuno la reputi come tale, perché quando in questa situazione ci vivi, la vita per te davvero non ha davvero più senso di continuare,
È che quando ti trovi in questa situazione, hai pure paura di dire ad alta voce quelle frasi, per paura che qualcuno possa coglierne per davvero la verità
Ma alla fine nessuno la coglie,
Nessuno dà peso alle parole,
Alla gente piace soltanto parlare,
Parlano di cose che non sanno, ma dovrebbero imparare a starsene in silenzio.
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personal-reporter · 1 year
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I vantaggi di leggere una rivista online per uomini
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La lettura di una rivista online per uomini offre una vasta gamma di contenuti che possono aiutare gli uomini a migliorare la loro vita. Le riviste online per uomini offrono informazioni su argomenti come la moda, la salute, la finanza, la tecnologia, motori e molto altro. La lettura di una rivista online per uomini può aiutare gli uomini a rimanere aggiornati sui temi che li interessano e a imparare cose nuove. Ma andiamo a vedere alcuni punti importanti. Come migliorare la propria vita Le riviste online per uomini offrono una vasta gamma di contenuti che possono aiutare gli uomini a migliorare la loro vita. Ad esempio, possono fornire informazioni su come vestirsi in modo appropriato, come rimanere in forma e come gestire le finanze. Inoltre possono fornire informazioni su come affrontare problemi come la depressione, l'ansia e altri problemi di salute mentale o fornire consigli su come affrontare le sfide della vita e come raggiungere i propri obiettivi. Migliorare il proprio look In secondo luogo, le riviste online per uomini possono aiutare gli uomini a rimanere aggiornati sui temi che li interessano e che soon diventati sempre più di moda come i trend sull'outfit e in generale sull'immagine. Possono fornire informazioni su come scegliere i prodotti giusti e come sfruttare al meglio le offerto o come affrontare le sfide della vita e come raggiungere i propri obiettivi. Nuove competenze In terzo luogo, aiutano gli uomini a imparare cose nuove ad esempio su come sviluppare le proprie competenze e come sfruttare al meglio le proprie capacità o sviluppare le proprie abilità di leadership e come diventare un leader più efficace. In un mondo sempre più globale, leggere riviste per soli uomini serve a fornire informazioni su come sviluppare le proprie capacità di comunicazione e come diventare un comunicatore più efficace. Uguaglianza di genere Ultimo ma non per importanza è una varietà di contenuti che possono aiutare un uomo a sviluppare una migliore comprensione dei problemi si affrontano quotidianamente come la salute, la violenza domestica, la disuguaglianza di genere, la discriminazione e altro ancora. Questi contenuti possono aiutare un uomo a sviluppare una maggiore consapevolezza dei problemi che gli uomini affrontano e a diventare più informato su come affrontarli. Pertanto, leggere una rivista online per uomini può essere un modo utile per migliorare la propria vita. Read the full article
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Le donne forti le riconosci, non passano inosservate.
Quando camminano senti la loro presenza, quando arrivano senti che qualcosa cambia.
Non sono donne facili, perché non si accontentano, perché vogliono e cercano qualcosa di più.
Non hanno paura delle sfide per trovare ciò che hanno nel cuore, non hanno paura nemmeno di soffrire per inseguire i loro ideali.
Non vogliono piacere a tutti le donne forti, vogliono piacere soprattutto a se stesse.
Quando le donne forti ti guardano non vedi solo i loro occhi. C'è qualcosa di più. È la loro anima che scorgi, ha il colore del sole e la luce della luna. Quando le donne forti si muovono non c'è solo il loro corpo ma ci sono anche i loro sogni, le loro speranze, la fiducia che hanno in se stesse e negli altri.
Le donne forti non sono come tutti gli altri, ascoltano anche il loro lato più istintivo, ridono e piangono senza vergognarsi e se ne hanno voglia si siedono per terra o camminano scalze come se fosse la cosa più normale del mondo.
Le donne forti non sono donne che non sbagliano mai, ma sono donne che affrontano i loro sbagli con la forza dell'anima.
I fallimenti e le sconfitte diventano terreno fertile per imparare, per migliorare. Diventano il luogo dove l'anima trova gli spazi per crescere.
Le donne forti sono in grado di vestirsi di niente ma di sembrare tutto.
È la loro anima che le veste, è la forza di se stesse che le circonda. Ed è proprio questa loro presenza, a volte difficile, che merita di averle conosciute.
dal libro "La forza delle donne" di Simona Oberhammer
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