Tumgik
#individuazione
lu2211 · 1 year
Text
È soprattutto a causa tua che da quando sono diventata adulta ho deciso che non diventerò mai madre.
Mi hai insegnato che ci sarebbe la possibilità di diventare come te. E lo temo, purtroppo, con tutta me stessa.
È l'ennesima volta che neghi le mie emozioni. È l'ennesima volta che il mio cuore si chiude. Non sento.
E queste mie orecchie che si aprono all'ascolto. Queste mie braccia che si aprono in un abbraccio. Questo mio cuore che si apre all'amore spero che si chiudano per sempre per te e per tutti coloro che gravitano intorno a questo nero sole.
Io sono io. Io non sono te. Ne prendo tutte le distanze.
Mi auguro di trovare il coraggio di trasformarmi in una bellissima farfalla e voltare. Lontano da chi non mi ha mai conosciuta e in mezzo a tanti altri, mai mi riconoscerebbe.
Forse alcuni rapporti mai possono essere sanati.
Forse alcuni rapporti hanno un lieto fine solo quando vengono interrotti.
7 notes · View notes
Photo
Tumblr media
0 notes
haikyou · 23 days
Text
Tumblr media
Individuato,
Non prova imbarazzo,
Accetta il Fato
Ma non può evitare
Temore e tremore.
BaoUtnaFèretWaka, 31 maggio 2024 - 8.04, Kontowood.
Per The Bloomsbury Writers, con riconoscenza.
0 notes
yourealpurpose · 3 months
Text
Siamo “scritti” in un certo modo, ma ciò che facciamo o non facciamo di quel modo, può mandare il Destino in malora o a compimento.
Anna
▶︎ Consulenze ▶ Telegram ▶ @iltuoscopo
0 notes
divulgatoriseriali · 1 year
Text
Mandala come strumento terapeutico: istruzioni dettagliate per principianti su come fare un mandala a casa
La creazione di Mandala è una pratica creativa che aiuta il radicamento in quanto questi simboli rappresentano un tentativo di riconnettersi con il Sé e con l’universo, sanando i contrasti.  Questi simboli antichi sono stati utilizzati per migliaia di anni come strumento terapeutico per promuovere il benessere mentale e spirituale. La creazione di un Mandala richiede concentrazione, attenzione e…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
anchesetuttinoino · 27 days
Text
Che cosa la Cgil non ha capito del Jobs Act e del lavoro in Italia
I quesiti del referendum promosso da Landini e compagni, la lettura errata della realtà del paese da parte del sindacato “antagonista”, la battaglia radicalmente diversa della Cisl
Nella Gazzetta ufficiale del 13 aprile 2024 sono riportati i quattro annunci di richiesta di referendum abrogativi presentati dalla Cgil alla Suprema Corte di Cassazione.
Il quesito contro il Jobs Act
Il primo, diventato velocemente il simbolo comunicativo della campagna di raccolta firme attivata dal sindacato per proseguire l’iter di approvazione, concerne l’abrogazione del contratto a tutele crescenti regolato dal Jobs Act. Si tratta, indubbiamente, di una delle più rilevanti novità della riforma varata nel 2015 dal governo Renzi (che si compone di una legge delega, otto decreti delegati e diversi correttivi e collegati, quindi è ben più complessa): questa scelta ha perciò giustificato il ricorso allo slogan “referendum contro il Jobs Act”.
Più forzata la sintesi del “ritorno all’articolo 18”: invero si verificherebbe il ripristino per tutti i lavoratori impiegati in aziende con più di 15 dipendenti del regime sanzionatorio per i licenziamenti illegittimi previsti non dall’originale articolo 18 della legge 300 del 1970 (Statuto dei lavoratori), ma dalla versione modificata nel 2012 dalla riforma Fornero, ove è certamente più forte la tutela reintegratoria rispetto al Jobs Act, ma comunque non prevista per tutte le fattispecie di illegittimo licenziamento (per esempio non interviene in caso di licenziamento economico).
Il quesito sui licenziamenti illegittimi
Il secondo quesito interessa esclusivamente i lavoratori che operano nelle imprese al di sotto dei quindici dipendenti: la Cgil propone l’eliminazione del tetto massimo delle sei mensilità e del tetto alle maggiorazioni per i lavoratori con una certa anzianità in caso di licenziamenti illegittimi, lasciando perciò maggiore libertà al giudice nella individuazione della indennità.
Il quesito sui contratti a termine
La terza proposta intende impedire di stipulare un contratto a termine acausale superiore a dodici mesi, nonché estende l’ambito applicativo del regime di causalità anche alle ipotesi di rinnovo o proroga del contratto a termine che implicano una durata complessiva inferiore o uguale a un anno. È a questo quesito che si riferisce la Cgil quando sui media parla (assai forzatamente) di “superamento della precarietà”.
Il quesito su sicurezza e subappalti
L’ultima proposta concerne la sicurezza sul lavoro negli appalti e prevede la responsabilità diretta del committente ultimo anche in caso di subappalto, di modo che sia più accurata la scelta dei fornitori.
Prossimi obiettivi e scadenze
Perché i quesiti possano essere effettivamente rivolti agli elettori, la Cgil dovrà raccogliere 500 mila firme certificate entro 3 mesi dalla prima vidima, quindi pressappoco entro la metà di luglio. Non c’è ragione di credere che l’obiettivo non sia raggiunto e superato. Entro il 30 settembre le firme dovranno essere consegnate in Corte di Cassazione, che avrà a disposizione massimo tre mesi per la verifica e la vidima. A quel punto sarà la Corte costituzionale a convocare entro il 20 gennaio 2025 l’udienza sul giudizio di ammissibilità dei quesiti e ad esprimersi a questo riguardo entro il 10 febbraio 2025. Se i quesiti saranno confermati (non è scontato: nel 2017 non tutti quelli presentati dalla stessa Cgil furono accettati), la consultazione popolare si svolgerà nella primavera del 2025.
Il falso problema della “quantità” di lavoro
Accanto alla fredda cronaca tecnica, si permettano alcune valutazioni di merito.
La prima concerne la coerenza “storica” dei quesiti, la loro capacità di leggere le difficoltà del diritto del lavoro. Come chiarito da tutti gli osservatori statistici nazionali e internazionali (si veda, solo perché più recente, il Rapporto Istat 2024), in Italia oggi non c’è alcun problema di occupazione e disoccupazione, ossia di “quantità” del lavoro. Mai nella sua storia si erano conteggiati nel nostro paese quasi 24 milioni di occupati. Il Jobs Act, quindi, non ha determinato un impoverimento delle opportunità di lavoro. Allorquando, per ragioni politiche o giuridiche, non si volesse assegnargli meriti particolari, comunque non si potrebbe rivolgergli particolari colpe in termini di quantità del lavoro. Paradossalmente la Cgil fa lo stesso errore del governo: entrambi si concentrano sull’incremento della occupazione (la prima negli slogan associati al referendum, il secondo con il generoso pacchetto di incentivi a tempo previsti nel cosiddetto decreto Primo Maggio), quando questa non è oggi il problema del mercato del lavoro italiano.
L’equivoco della precarietà
Il quesito sul contratto a termine, invece, mette al centro dell’azione sindacale la “qualità del lavoro”, sempre e solo intesa come una dimensione che dipende dalla tipologia contrattuale utilizzata. Ebbene, i dati Istat certificano che la crescita dell’occupazione degli ultimi anni non è spinta dall’incremento dei contratti a termine e dei part-time, entrambi in costante diminuzione e in media con le percentuali europee. Anche in questo caso, quindi, è fuori bersaglio la proposta tecnica (può invece raggiungere lo scopo la strategia politica, ma è tutt’altro discorso).
Il nodo dei salari poveri e come scioglierlo
Quel che invece è segnalato dai numeri come il problema di oggi è la (scarsa) ricchezza dei salari, che in Italia sono cresciuti negli anni assai meno che nel resto d’Europa, troppo poco rispetto alla crescita del costo della vita. Per alzare le retribuzioni medie e mediane (cosa ben diversa dall’intervento di legge sul salario minimo, altra infatuazione recente della Cgil) occorrono innovazione (politica industriale e sostegno alle imprese), competenze sempre più evolute dei lavoratori e degli imprenditori (centralità della formazione) e, soprattutto, maggiore forza della contrattazione a livello aziendale, dove la ricchezza viene prodotta e, a quanto pare guardando i numeri, troppo poco redistribuita a chi ha partecipato al suo conseguimento.
Per questo la Cisl ha scommesso tutto sulla “partecipazione”: partecipazione dei lavoratori alle decisioni in azienda perché la competitività non sia a scapito dei lavoratori; partecipazione diretta ai risultati aziendali mediante la distribuzione degli utili o di quote di capitale; partecipazione organizzativa per il miglioramento di prodotti e processi al fine di incrementare i margini da spartire; partecipazione consultiva obbligatoria perché siano noti i dati sulle performance dell’azienda e nessuno possa nascondere eventuali “extra-profitti”.
La differenza tra Cgil e Cisl
Ecco allora la seconda osservazione, che concerne la differenza di concezione e di azione tra Cgil e Cisl. Entrambe hanno deciso di chiedere ai cittadini italiani di sottoscrivere le proprie proposte: prima la Cisl con la raccolta di oltre 400 mila firme utili alla presentazione della legge di iniziativa popolare in materia di partecipazione che entro l’estate sarà discussa e votata alla Camera dei deputati; poi la Cgil, che conta di superare le 500 mila firme necessarie perché possano essere votati nella prossima primavera i quattro quesiti abrogativi proposti.
La prima azione è construens: la Cisl, che non a caso è figlia di una tradizione di riformismo cattolico, non intende regolare i conti del passato, ma proporre qualcosa per il futuro, coerente con una chiave di lettura del presente (la necessità di alzare i salari medi dei lavoratori). La seconda azione è invece destruens: la Cgil, che per statuto è sindacato antagonista e politico, propone un ritorno al passato, sfidando una legge approvata dieci anni prima del referendum che intende abrogarla, in tutt’altra epoca storica (pre-Covid, pre-inflazione, pre-governo di centrodestra, eccetera).
Sono entrambe azioni legittime, utili a dimostrare che il sindacato non è morto, ma è anzi uno dei corpi sociali ancora più attivi e popolari (quale partito raccoglierebbe questo numero di firme in pochi mesi?). Ciò detto, è molto diverso provare a progettare un futuro nuovo o combattere per la restaurazione del passato.
4 notes · View notes
princessofmistake · 6 months
Text
Oblio e memoria sono i due strumenti del dissetamento. Se si beve dalla corrente dell'oblio si dimentica tutto e si rinasce a una nuova vita, cioè la sete è soltanto ingannata, e l'arsura non tarda a ripresentarsi in una nuova individuazione. Ma se si beve dalla fonte di Mnemosine, come testimoniano queste laminette, la memoria fa recuperare la conoscenza del passato e dell'immutabile, l'uomo riconosce la sua origine divina e si identifica in Dioniso, e l'arsura non viene spenta, ma dissetata, da una gelida, divina, prorompente conoscenza.
8 notes · View notes
parolerandagie · 2 years
Text
Quarto Postulato del Malvivere
L’individuazione dei colpevoli è di gran lunga prioritaria, rispetto alla individuazione di una soluzione, quando emerge un problema.
29 notes · View notes
schizografia · 1 year
Text
Non è che io scriva ogni giorno, anzi lascio passare anche lunghi periodi senza scrivere nulla, nel più piatto squallore, ma “ci penso”; e quando questi versi, queste parole, singole o a gruppetti, cominciano a “volersi”, a nascere, io li trascrivo sempre a mano, usando penne che mi diano la sensazione di disegnare sulla carta o addirittura di bucarla, di attraversarla, e accumulo nel cassetto questo materiale non sapendo nemmeno bene che cosa esso sia. Quando è passato quel periodo che all’incirca corrisponde a un “grande mese” della vita, compio una specie di controllo, una ricognizione su questi materiali, e improvvisamente mi appare il profilo di un libro. Si accende allora il titolo, il quale per me ha un significato di estrema importanza; la semantica del titolo è rivelatrice e decisiva. Il titolo nasce per me come individuazione di una struttura in mezzo ad un coacervo. Così mi sono trovato a vedere le mie varie opere, da Dietro al paesaggio a Vocativo, IX Ecloghe a La Beltà a Pasque, alla Trilogia a Filò, nascere secondo una loro dinamica interna, anche se non del tutto oscura alla mia coscienza, e certo legata ad elementi inconsci di estrema prepotenza, di cattivissima prepotenza.
Andrea Zanzotto
8 notes · View notes
raffaeleitlodeo · 8 months
Text
Tumblr media
Tre cose che ho letto e che rimettono un po' le cose di Gaza nel loro contesto. Si parla di scelte di politica estera, reazioni all'11 settembre, diplomazia vista non dal buco della serratura ma da chi la fa e del perché sono saltati gli accordi di Camp David del 2000 (Arafat, Barak, Clinton).
1. Su 972Mag un media ebraico di sinistra si pubblica uno scoop su un documento del ministero dell'Intelligence israeliano nel quale si valuta l'idea di espellere la popolazione da Gaza e mandarla verso il Sinai per poi immaginare una loro permanenza sulla penisola egiziana. Non è LA linea perseguita dal governo, è uno scenario tra gli altri, che è il lavoro dell'intelligence preparare, ma è un segnale di uno dei filoni di pensiero che guida le politiche del governo Netanyahu e dei suoi alleati nazionalisti di destra. https://www.972mag.com/intelligence-ministry-gaza.../
2. Sulla NYRB un lunghissimo e vecchio articolo (2001) da Robert Malley, inviato speciale di Clinton per il Medio Oriente, in cui si spiega come non sia vero che gli accordi del 2000 siano saltati per "colpa" di Arafat. Malley non dice che la colpa sia di Clinton o di Barak, ma di un complesso di cose, dubbi relativi all'atteggiamento con cui ciascun attore approcciava ai negoziati, all'ostinazione di Barak di volere tutto o niente contro quella di Arafat a volere dei passi intermedi già negoziati realizzati invece di aspettare il padre e le madre di tutti gli accordi. E a una serie di errori da parte di Clinton, natturalmente schierato con Israele per ragioni storiche e strategiche ma con grandi divergenze da Barak che non esplicitò, rendendo sospettoso Arafat. Ho semplificato tutto, questo è un articolo ricchissimo di particolari e analisi. Il succo: negoziare è complicato, i fattori che giocano sono molteplici, dalle personalità, al contesto politico interno, alle relazioni internazionali, al caso. https://www.nybooks.com/.../camp-david-the-tragedy-of.../
3. Questo dei tre è l'articolo più importante e ne tradurrò qualche frase. Si riferisce alla risposta degli USA al 9/11 è del 2002 e sembra scritto su Gaza. Dichiarare "guerra al terrore" ha significato creare una psicosi da guerra nella società USA, in guerra si vogliono vittorie semplici, battaglie che seguano il news cycle, cioé l'esatto opposto dell'operazione di intelligence, operazioni mirate e segrete (che rimangano tali o meno), individuazione di interlocutori per raccogliere informazioni, ecc. che serve se vuoi sconfiggere un gruppo informale e militante. "L'uso della forza non è più visto come l'ultima risorsa, da evitare se umanamente possibile, ma come la prima, e prima viene usata meglio è". Una guerra contro il terrorismo è anche una guerra diversa: per molti nel popolo i terroristi sono "combattenti per la libertà" e quindi reagire brutalmente invece che lavorare a conquistare i cuori e le menti è controproducente. Inciso su Gaza, oggi Israele sta facendo l'esatto contrario di quel che servirebbe per conquistare cuori e menti. In un articolo sul NYT Thomas Friedman parla della reazione di Manmohan Singh dopo gli attentati a Mumbai, qiando decise che invece di dare la caccia alle bande terroriste in Punjab o Paksitan lavorò in maniera molto diversa, impedendo così che l'attenzione si spostasse dalle bombe a Mumbai alle bombe indiane. Oggi siamo qui a parlare della strage nel campo di Jabalya, segno che in questo senso Israele ha sbagliato tutto.
In secondo luogo dichiarare guerra ai terroristi nel 2000 ha significatto dare ad al Qaeda uno statuis da combattente, da esercito, e non da banda di banditi. Un errore che ha elevato la guerra di al Qaeda a una guerra appunto e non ha un atto di terrore da parte di una banda di assassini fanatici religiosi. Quello status regalato dagli USA a bin Laden ha aiutato al Qaeda a diventare un punto di riferimento planetario. Infine, "Nell'intricato gioco di abilità tra i terroristi e le autorità, come hanno scoperto gli inglesi sia in Palestina che in Irlanda, i terroristi hanno già vinto una battaglia importante se riescono a provocare le autorità a usare la forza armata contro di loro. A quel punto si troveranno in una situazione vantaggiosa per tutti: o fuggiranno per combattere un altro giorno, o saranno sconfitti e celebrati come martiri". A Gaza è lo stesso, con in più le migliaia di civili che muoiono e che alimentano l'idea che a essere martire è il popolo palestinese e non i miliziani delle brigate al Qassam e i loro leader. https://www.foreignaffairs.com/.../whats-name-how-fight
Martino Mazzonis, Facebook
4 notes · View notes
francescacammisa1 · 1 year
Text
Oblio e memoria sono i due strumenti del dissetamento. Se si beve dalla corrente dell'oblio si dimentica tutto e si rinasce a una nuova vita, cioè la sete è soltanto ingannata, e l'arsura non tarda a ripresentarsi in una nuova individuazione. Ma se si beve dalla fonte di Mnemosine, come testimoniano queste laminette, la memoria fa recuperare la conoscenza del passato e dell'immutabile, l'uomo riconosce la sua origine divina e si identifica in Dioniso, e l'arsura non viene spenta, ma dissetata, da una gelida, divina, prorompente conoscenza.
Giorgio Colli - La sapienza greca. Dioniso, Apollo, Eleusi, Orfeo, Museo, Iperborei, Enigma
Memnosine
11 notes · View notes
haikyou · 3 months
Text
Tumblr media
Non ha alcun senso
Annunciare equilibrio
A voce alta.
È cosa silenziosa
L’individuazione di sé.
WakaBaoTzeBao, 19 marzo 2024 - 6.05, Kontowood.
Aziz Acharki, Unsplash
1 note · View note
frogcoded · 2 years
Text
Skill universitarie: individuazione volantinarə di lotta comunista e individuazione percorso alternativo in 0.07 secondi
11 notes · View notes
Text
Uno dei nuclei centrali dei disturbi dell’alimentazione è un senso di inadeguatezza del proprio Sé.
La percezione di auto-efficacia, di autonomia, autostima ecc., in questi casi sono invalidati da un Sé fragile che fa sentire paralizzati nei propri processi di individuazione.
Attraverso dei meccanismi difensivi, poi, la polarità negativa viene spostata sul corpo, il quale ne viene rivestito.
Le sensazioni di inadeguatezza, “difettosità”, disvalore, hanno origine nell’infanzia e trovano il loro culmine nella fase adolescenziale.
Vi è un’oscillazione tra un vuoto incolmabile e un pieno negativo che vengono somatizzati nella ricerca di un’ideale fisico a cui corrispondere.
Le condotte anoressico-bulimiche hanno anche la funzione di manifestare questo “pieno-vuoto“, nonché di regolare le emozioni.
Alcuni degli elementi da ristabilire nella terapia dei disturbi alimentari, sono una maggiore consistenza del Sé (del vero Sé), il sentimento di esistenza per se stessi e per l’altro e un contenimento dall’angoscia.
Il mondo relazionale di questi pazienti, spesso costellato da dinamiche familiari svalutanti, da inconsistenza del desiderio e dell’amore, nonché spesso da figure paterne che si collocano sullo sfondo, va bonificato e rigenerato attraverso una relazione terapeutica in cui le angosce siano contenute e i nuclei fondamentali relazionali e individuali possano trasformarsi.
8 notes · View notes
soldan56 · 2 years
Text
Tumblr media
SORELLA IO TI CREDO La probabile archiviazione di una denuncia arrivata in seguito alle molestie subite da tante donne e soggettività LGBT+ durante l'adunata degli alpini non ci coglie di sorpresa. Sappiamo benissimo che quando accadono determinati fatti non veniamo credute, che le istituzioni preposte non hanno alcun desiderio di mettersi contro organi come il corpo degli alpini e che gli autori delle molestie sarebbero stati difficilmente identificabili anche per la totale mancanza di presidi di vigilanza e contro la violenza di genere durante l'evento che ha reso impossibile la tardiva individuazione dei responsabili. Ed è il motivo che disincentiva molte delle donne dal denunciare gli episodi di violenza subita. Come Gruppo di Autodifesa Transfemminista, depositeremo le denunce e testimonianze raccolte tutte insieme alla nostra legale in prossimità dello scadere dei 3 mesi perché la procura possa lavorarvi congiuntamente e prendere atto dei fatti. La nostra azione ha messo in luce un sessismo culturale e sistemico, che si ripete e si amplifica su più livelli e questa archiviazione non fa che confermarlo. Chiediamo un cambio di mentalità perché la cultura dello stupro, la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere e del genere sono fenomeni diffusi, strutturali, sono parte integrante della società che abitiamo e non è solo colpendo il singolo, “la mela marcia”, che si abbatte un sistema radicato e diffuso come questa vicenda testimonia. C’è ancora molto da fare. Autodifesa Transfemminista NON UNA DI MENO // PRIDE OFF // Casa Madiba Network
— a Rimini.
8 notes · View notes
Text
Tumblr media
TRA IL DIRE E IL FARE...
«Penso che tutte le autorità alla guida del mondo sarebbero d’accordo che quello di cui abbiamo bisogno è una protezione maggiore della natura, più rispetto per il pianeta, più amore tra le persone, ecc. La nostra tecnologia è troppo inumana. Sui giornali si legge che dovremmo tornare a una vita più austera, rivalutare le relazioni umane, la fantasia creativa personale e godere di più libertà individuale. Avere tale genere di fantasie in rapporto ai desideri non è una grande conquista. Chiunque le ha. Anche il vecchio sistema le ha, non sono solo i giovani con la loro carica di idealismo. Anche le persone di ottant’anni possono avere simili aspettative. Gli anziani sono pieni di sagge fantasie in rapporto ai desideri, ma non sanno come realizzarle. […]
In genere, l’Anima in un uomo e il femminile in una donna svolgono la funzione di calare le cose dentro la realtà. Che un uomo non abbia moglie, significa, a livello simbolico, che per quanto abbia fantasie meravigliose, quando va a realizzarle, è perso. Il femminile è ciò che rimette le cose al mondo, spinge alla realizzazione, proprio come l’uomo genera ma è dalla donna che nasce il bambino, è lei che lo porta nella vita. Così, se l’Anima di un uomo è morta, se egli non è in relazione con la propria femminilità interiore, potrebbe anche essere il più grande idealista del creato e avere meravigliosi piani per riformare la situazione mondiale ma, al momento di metterli in pratica, non saprà che fare. […]
Se un uomo ha sviluppato la propria Anima, vede le opportunità per mettere in pratica gli ideali in cui crede poiché ad essi è relazionato in modo personale. Non vede solo comitati, commissioni, ecc.; vede anche le persone. Ci si può rendere conto delle cose solo attraverso gli individui, non attraverso quel che si dice nelle istituzioni e negli articoli di giornale. Ciò comporta lo sviluppo del principio femminile; con ciò l’uomo potrà disporre di fantasia operativa imparando a commisurare il possibile alla realtà e evolvendosi nelle relazioni personali. Si potrà avere il miglior sistema mondiale possibile, ma se le persone non sono in relazione, se c’è, per esempio, uno straordinario team di scienziati ma tutti si odiano l’uno con l’altro, non produrranno mai niente. Se l’Anima è carente, prevarrà sempre sterilità.»
Marie-Louise Von Franz
La gatta. Una fiaba sulla rendenzione del femminile. (pag. 88)
🔹
🔹 🔹
🌀
🔹
🌀
🔹 🔹
🔹
ℹ️ L’Anima, per Jung, è la donna presente nell’uomo. E’ quell’intima compagna in omaggio a cui l’uomo compie le sue gesta e realizza il suo destino. E’ il “principio di individuazione” complementare e opposto a quello di conformità sociale. L’Anima nel corso della storia è stata oggetto di diffidenze e persecuzioni sempre maggiori, proiettata su donne un po’ troppo originali che nel medioevo divennero oggetto della caccia alle streghe. Con l’oppressione del femminile, messo in ombra e cacciato nell’inconscio, l’uomo priva se stesso della sua vitalità, del senso della sua esistenza, deperisce e si incattivisce, e la realtà assume i tratti di un paesaggio arido e sterile.
Con la caccia alle streghe anche il gatto, simbolo di indipendenza e di “vita notturna”, finì per patire persecuzioni e crudeltà. La principessa protagonista della storia, trasformata in gatta da una maledizione scagliatale da una Madonna di palazzo (istituzionalizzata), dovrà essere redenta da un principe che ha la missione di trovare un tessuto di lino prezioso: simbolo di quella fine trama del destino intessuta dall’inconscio.
🔖Altri brani dal libro👉 #LRdJ_gatta 📖
Per il libro 👇 qui
📘 https://amzn.to/3AtRvG2
🖌 Marc Burckhardt, The dream
🏹
2 notes · View notes