Tumgik
#lavoro su di sè
scogito · 18 days
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“Se davvero la sofferenza impartisse lezioni, il mondo sarebbe popolato da soli saggi. E invece il dolore non ha nulla da insegnare a chi non trova il coraggio e la forza di starlo ad ascoltare.” (S. Freud)
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iltuoscopo · 1 month
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La maggior parte dei problemi che credi di avere, derivano dall'ego che pensi di essere.
Anna
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klimt7 · 2 months
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Opere in Mostra
di Kira Kharchenko
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" SOGNATRICE "
[ 2023 ]
In questo quadro è rappresentata una ragazza sognatrice, che riassume in sè la mia autopercezione. Ha gli occhi chiusi perchè è concentrata sul.proprio mondo interno, sogna ed è seduta su una nuvola, che sottolinea ancora il suo distacco dalla realtà e dal mondo materiale. Sullo sfondo si trovano gli elementi blu, dipinti come i mosaici ed essi sono la raffigurazione dei suoi pensieri-sogni.
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"DANZA DELLA NINFA"
[ 2023 ]
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"SILENZIO DELLE ESPLOSIONI"
[ 2023 ]
La guerra non è solo esplosioni sul campo di battaglia, ma è esplosioni dentro ogni anima che ne soffre. La guerra non scolorisce la vita, ma la rende più acuta e psichedelica, perchè le emozioni sono così forti, da non poter più essere rappresentate a parole. Volevo rappresentare persone diverse: gli amanti, una credente, una mamma con i figli, un'allegoria di un'essenza divina ( colei che protegge la melagrana - il simbolo compattezza della nazione e del sangue versato ) e una bambina (mia cugina di secondo grado) che è morta per davvero all'età di 7 anni, quando la sua città fu bombardata nel 2022.
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AUTORITRATTO CON LILLÀ
[ 2023 ]
Ho realizzato il mio autoritratto con i fiori lillà in mano, perchè vedo me stessa, in questo periodo della mia vita come una immagine di lillà. Questa pianta è melanconica, timida, e in tutti i sensi è particolare. È consuetudine regalare lillà per la prima volta che ti innamori, ed io associo questo a un giovane che sta appena iniziando a capire questa vita. Siccome ho solo 17 anni, penso che questa pianta, al meglio dimostra il mio modo di pensare. Nonchè quì ho lo sguardo ispirato, pensieroso e poetico.
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GUARIGIONE
[ 2023 ]
L'opera rappresenta una donna che sta per entrare nell'acqua, così, simbolicamente lei inizia una nuova pagina nella vita, comincia la sua guarigione dalle sue paure. Quindi il tema principale è il credere nel meglio .
( speranza e futuro )
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R I C O R D I
[ 2022 ]
Questo lavoro rappresenta una persona che soffre dei suoi ricordi che la avvolgono, come una corda tutta intorno (a Lei). La ragazza ha capelli rosa e occhi rosa come simbolo della sua anima delicata, che si manifesta in una visione "romanticizzata" del mondo. L'immagine del cerchio sulla guancia, mostra la sua appartenenza al mondo spirituale ed è simbolo di spirito e carattere forte. Nonostante le emozioni ribollenti provate da lei, nel quadro è presente la fede nella liberazione dal passato
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S E N S I B I L I T Á
[ 2023 ]
Sensibilità come stato d'animo come modo di vedere e percepire le cose.
Apprendere tutto attraverso una forma di pensiero sentimentale, tale è il messaggio di questo lavoro.
Questa giovane ragazza ha un velo di fiori che le copre le spalle e la racchiude in un mondo di sensibilità: ha uno sguardo profondo, tenero e vivaci occhi verdi.
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C I C L I C I T À D E L L' E S S E R E
[ 2023 ]
Ho voluto rappresentare una "vanitas", con l' esempio di questa ragazza bella, lucente, fatta di rettangoli colorati, come simbolo del suo essere multiforme e poliedrica: perchè la sua bellezza e gioventù svaniranno col tempo.
Lei è viva ( è dato dallo sfondo verde dietro le sue spalle) e vede il suo futuro - la morte ( rappresentata dal teschio e dai rettangoli sbiaditi). Nasciamo, moriamo e di nuovo nasce qualcosa e muore: è la ciclicità dell'Essere.
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P E N S I E R I
[ 2022 ]
Il tema è la contrapposizione del mondo materiale con il mondo del pensiero.
La ragazza ha i pensieri cupi, oscuri e deprimenti, che catturano la sua mente, lo si può vedere dal suo sguardo rivolto verso i corvi neri. Allo stesso tempo, lei cerca di restare sulla terra, tenendo la mano sulla spalla. La ragazza si chiede se essere o non essere.
NOTE DI SERVIZIO :
La Mostra di pittura di Kira Kharchenko è aperta fino al 23 marzo 2024, nei locali dietro il Municipio, messi a disposizione dal Comune di Mercato Saraceno.
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ninna--nanna · 4 months
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Stanotte è stato magico. Davvero. Ho fatto capodanno con la mia migliore amica, il suo ragazzo, il mio migliore amico e dei loro amici. Ho conosciuto questo ragazzo, a caso abbiamo iniziato a parlare in contemporanea, a dire le stesse cose etc. Ci siamo trovati su tantissime cose e non potete capire la mia gioia nello stare bene, dopo tanti mesi difficili. Vedere il mio migliore amico ridere e divertirsi nonostante la stanchezza del lavoro, la mia migliore amica felice con il suo ragazzo ed io tranquilla e libera.
Ero in pace. Ho parlato un sacco di mille cose e alla fine è successa una cosa strana (che di per sè non lo è ma per me sì). La mia migliore amica fa: gioia tu dormi qua e *nome amico* tu su con tizio, ma se vuoi dormire qua giù con lei basta che ti prendi una coperta eh.
La cosa bella? Beh si ha dormito con me. Mi ha preparato il divano etc, ma la cosa assurda è che abbiamo parlato fino all'alba e poi ci siamo addormentati abbracciati tranquilli. Non è successo niente, solo abbracci e questa cosa mi ha fatta rimanere a bocca aperta perché non sono abituata a un ragazzo che mi tratta così e che non pretende per forza di portami a letto se ci si avvicina così (spero si capisca ciò che intendo, non è ovviamente una critica a chi lo fa). Mi sono svegliata mille volte ed ognuna delle mille volte si è preoccupato del se avevo freddo, se avevo male da qualche parte, se volevo un altro cuscino etc.
Oggi fino a sera abbiamo parlato di tantissime cose e poi l'ho portato a casa. Mi fa sorridere perché mi ci rivedo molto in ciò che dice, si fa i miei stessi problemi su tante cose e mi sembra un ragazzo molto sensibile, premuroso e profondo d'animo, lo si evince da ciò che dice quando parla.
Non sapete dopo mesi di lavoro sfiancante, studio devastante ed il tentato suicidio di mia madre quanto sia stato bello poter essere tranquilli e ridere di pancia, spontaneamente, poter abbracciare e sentirsi più leggeri e vedere come in fondo sia tutto così bello.
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crystal0-1rose · 3 months
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Non sto avendo spesso ispirazione per scrivere.
E non da poco, sono molti mesi oramai.
In ogni caso la mia mente fa davvero molte riflessioni. Alle volte mi pento di non avere il tempo materiale per mettere giù ciò che penso.
Riflettevo proprio adesso su alcuni tipi di persone.
Quelle che danno per scontato il lavoro degli altri.
Quelle che spuntano come margherite in primavera solo per chiederti miseri favori.
Quelle che non apprezzano ciò che fai, sia che tu ti faccia in mille o in due parti, non è mai abbastanza.
Non sei mai all’altezza perché non c’è empatia.
Mi è capitato spesso nella vita di prendere decisioni non concordi alle volontà altrui. Ma sempre con tatto, gentilezza e dolcezza. Con empatia. Questa sconosciuta. L’immedesimarsi che ogni essere umano dovrebbe avere dentro di sè, dovrebbe bramare di avere se ne è carente.
Eppure si fanno spazio a così tanti sentimenti.
Madri di questi l’egoismo e l’indifferenza.
L’amor proprio e la vanità.
Il menefreghismo e la freddezza.
Amore professato solo a fior di labbra, ma lontano e non interiorizzato nel proprio essere.
~5/02/24
CR diary
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voracita · 3 months
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"Il sacro vincolo"
Continuando dal post precedente, la seconda storia invece, che intitolo "Il sacro vincolo", è quella più fresca nel tempo, e che mi arreca un senso di lieve disgusto, oltre che di pesante tristezza.
Tutto accade qui, nel giro di una decina di giorni.
Un po' dal nulla, perchè i miei post trascorrono quasi sempre ignorati da tutti, compaiono alcuni like da un blog a me ignoto, poi un messaggio, in cui "lei" mi chiede indicazioni approssimative sulla mia età. Rispondo sinceramente anche se restando sul vago, nel frattempo sfoglio questo blog, che è di quelli che Tumblr definisce per adulti, cercando di capire chi, probabilmente un vecchio "hater", stavolta intende perseguitarmi... Il blog sembra uno dei tanti blog porno anonimi, ma poi, scavando di più nel passato, capisco che si tratta di una persona che è qui da tanto, che pubblica tante cose diverse, senza mai, però, esprimere in modo esplicito qualcosa di personale, qualcosa su di sè. Sarà una donna, un uomo, una comitiva boccaccesca?
Inizio a darle credito, a commentare qualche suo post, a insinuare qualche domanda, a rispondere a qualche sua curiosità, a mostrarle delle parti di me, quelle più intriganti, forse, come faremmo tutti, il dorso di una mano, il desiderio più urgente e più vorace. Lei risponde con la devozione con cui compila un sudoku, con la curiosità di una adolescenza in ritardo, con una, almeno apparente, crescente eccitazione che la porta a collegarsi per chattare e a scrivere sempre di più, a qualunque ora.
Poi, sorprendentemente, mi chiede: posso sentire la tua voce? Erano passati solo due o tre giorni, eppure io, stanco davvero di passare da un social all'altro come in un perpetuo tentativo di sfuggire alla verità delle mie urgenze, le dico: chiamami, in qualsiasi momento, questo è il mio numero, e le do il mio numero, quello vero.
Chiama quasi subito, lei, da un numero privato. Ha una voce suadente, non così infantile come l'avevo immaginata, ed è così che inizio a capire, e più che capire è un deja vu, l'ennesimo, uno dei tanti schemi che nella mia esperienza sui social ormai ho finito per riconoscere sempre meglio, sempre prima.
Numero privato, non vuole sapere il mio nome, non vuole dirmi il suo, mi permette di inventare un nomignolo con cui chiamarla, si parla di nebbia e di spiagge, è tutto ciò che mi permette di esplicitare per localizzarci in qualche modo, lei potrebbe essere di Milano o di Padova o di Torino, non sono bravo con gli accenti e il suo, come il mio, sembra essere influenzato da una vita imbastardita, trascorsa a contatto con luoghi e persone diverse, e forse anche da studi che hanno ripulito le tossine della geografia, scartandole dal suo eloquio.
Si emoziona, tanto, mi emoziono anche io, ci raccontiamo cose inutili, sembra esserci davvero una intimità quasi naturale, ovvia, inesorabile. Inizio a confidarle delle cose, a piccozzare il muro della mia diffidenza, prima ancora di aggredire la sua.
I giorni passano, talora il lavoro concede più spazio alle conversazioni in chat, talora meno, ma continuiamo a sentirci, a parlare molto di sesso, di desideri, di fantasie, a codificare un linguaggio comune, che in questo caso è una lingua pulitissima, igienica, una lingua in cui la fica e il cazzo semplicemente non esistono, eppure esistono i desideri, i bisogni, i più selvatici, i più turpi.
Lei, bruscamente, confessa. E' sposata. Lo dice come confessando un peccato mortale e chiedendo una penitenza, una assoluzione.
Le chiedo perchè sposarsi, perchè non convivere semplicemente. Mi parla del vincolo, dell'importanza, della necessità del vincolo, l'essere umano, dice, ha bisogno di vincoli. Non parla di legami, parla di catene.
Come fosse una risposta, e invece non lo era affatto, la avverto della mia intenzione di avere un rapporto occasionale, nei giorni a venire, con una donna che vedo, solo per sesso, di tanto in tanto.
Lei lotta: fieramente, orgogliosamente, con i suoi sentimenti, con le emozioni di rabbia, di gelosia, con l'invidia per lei, con la curiosità, col desiderio di sapere tutto e con il desiderio di zittirmi, di cancellare questa cosa, di cancellare anche la nostra confidenza, se necessario. Vorrebbe mordermi il palmo della mano, vorrebbe graffiarmi, si morde da sola e continua a rovinarsi le labbra staccandosi le pellicine, e mi chiama, di nuovo.
Capisco, sempre meglio, ciò che ormai mi era chiaro come un cadavere sul tavolo settorio: non ci sarà mai nulla di reale, nulla di concreto, nulla di onesto, in questa relazione in cui la mia lealtà e onestà, per lei, è un punto di orgoglio, ciò che la attrae di me e ciò per cui si strugge. Lei non cerca altro, come un lungo elenco di altre che ho già conosciuto qui e altrove, prima di lei, che una forza oscura, un terzo immateriale, astratto, disincarnato, una forza da modellare a suo piacimento, con cui puntellare un matrimonio che è nato morto, un aborto di legame umano che lei chiama "vincolo" solo per disprezzarlo e potersene nutrire, a mo' di escremento dell'amore, alla maniera della beata Alacoque. Non faccio in tempo a dirglielo, tutto questo, però, perchè ci travolge ancora il lavoro, la quotidianità un po' più pesante, finchè si arriva a una chat in cui, chissà come, chissà perchè, lei se ne esce con un "sì, capisco", che è nulla, il punto zero della nostra comunicazione, e perciò mi induce a dire, senza infingimenti o diplomatici rinvii, semplicemente ciò che penso.
Che "capisco" è la parola che detesto, che "capisco" è la parola di quelli che non capisco nulla, affatto.
Che sono disprezzabili i capisco e i mi dispiace e tutto il campionario degli "scusami", dietro cui giocare a nascondino, magari, all'infinito, senza mai tirare fuori un'emozione, senza mai dire "vorrei innamorarmi davvero", senza mai dire "chi sei, voglio sapere tutto di te", senza mai dire "sono tua", con tutto quanto e non solo con la maschera dell'anonimo, senza mai uscire dall'indifferenza per diventare qualcosa di concreto e di effimero, finalmente.
Dice, lei, ancora: "mi dispiace". Dice "è quello che ti meriti".
Già, rispondo. Più tardi, prima di prendere la pasticca per dimenticare: "che schifo".
E sparisce la catena. E sparisce lei. E non sparisco io, sempre più sgomento da tanta bellezza che sprecate così, incenerita nella più volgare mediocrità.
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susieporta · 5 months
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Spesso ritrovo nell'arte spunti e connessioni per riflettere su ciò che accade nella stanza della terapia. Da tempo seguo il lavoro di Marina #Abramovic, di cui ho avuto la fortuna di visitare la retrospettiva qualche giorno fa, che sulla relazione terapeutica offre delle suggestioni potenti. Eccone un paio.
#PRESENZA. Nella performance "The artist Is present", la Abramovic resta semplicemente seduta davanti a uno sconosciuto o una sconosciuta, senza parlare e senza fare niente, per tutto il tempo che questi desiderano. Sono commoventi le testimonianze di chi ha avuto la possibilità di vivere questa esperienza e il livello di connessione che la presenza reciproca - una presenza incarnata, totale - veicolava.
Ogni incontro è unico: lo si può vedere dai volti dell'artista proiettati alla mostra, ogni volta diversi. Nell'incontro con gli Altri-da-sè, incontra di volta in volta anche diverse parti di sé.
La presenza è un elemento essenziale dell'incontro terapeutico. Quando il terapeuta è allenato e attento a crearne le condizioni di possibilità, e quando il cliente si rende disponibile, la connessione e la condivisione che si crea permette di aprire, di perturbare, mondi interi. La presenza del terapeuta richiama la presenza anche del cliente che, come nelle performance della Abramovic, non è mai uno spettatore ma un co-costruttore dell'opera d'arte.
#ATTRAVERSARE I #MURI. Marina Abramovic è una performer artist che ha fatto della trasgressione dell'atteso, del confine inteso come limite, uno dei suoi capisaldi. Tras-gredire, nel suo senso etimologico, significa andare oltre, al di là. Attraversare ciò che si credeva non potesse essere attraversato. Spesso per lei è stato il dolore questo muro. La sua camminata sulla muraglia cinese, così lunga, sconnessa e inospitale, ma anche piena di bellezza e di storia, ne è una metafora perfetta.
La persona che inizia una terapia si trova davanti a un muro (un problema, un sintomo) e, insieme al terapeuta, dovrà imparare come attraversarlo. In questo senso un cambiamento è sempre una trasgressione, un andare al di là di ciò che era possibile a partire da certe premesse.
Dott.ssa Chiara Centomo
#psicoterapia #incontro #relazioneterapeutica #cambiamento #arte #performanceart #trasgressione #connessione #dolore
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turuin · 10 months
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L'altra notte ho fatto una sequenza di sogni stranissimi e ricchissimi, ma uno in particolare mi è rimasto in testa: ero in un locale con lei, avevamo cenato, eravamo in un tavolino per due ed era molto tardi, era tutto buio. C'erano altre persone, sedute in giro per il locale, ma non distinguevo le loro facce. L'atmosfera tra noi due era rilassata, avevamo chiacchierato, ma c'era come un velo di tristezza su tutto, una specie di rassegnazione. Ci siamo alzati, passando in una sala adiacente, probabilmente per pagare il conto. Un video musicale ad alto volume da una TV installata in alto catturava la mia attenzione: una donna, in inglese, presentava una cantante, sostenendo che la sua esibizione sarebbe stata la quintessenza del sound americano. Partiva una canzone, bellissima. Una ballad folk in maggiore, cantata da una voce calda ed espressiva, e al ritornello lei veniva vicino a me e lo cantavamo assieme. Quella canzone non esiste nella realtà. La mia parte razionale, nel sogno, lo sapeva, e cercava di trattenerla: ma non è possibile portare via dai sogni nulla del genere. Ci spostavamo verso un'uscita laterale, da una porta tagliafuoco. C'erano due ragazze sedute a fumare con le quali scambiavo due chiacchiere: ex colleghe di lavoro, dicevano, anche se avevano le facce di persone con cui non ho mai lavorato. Poi uscivo, vedevo entrare una vecchia amica che non incontro da tantissimo: la chiamavo, per farle una sorpresa, e mi correva incontro e ci abbracciavamo forte. Mi sono svegliato. Poi ho ripreso sonno, e ho sognato ancora: ero in un negozio di dischi, e cercavo esattamente quella canzone sentita nel sogno precedente. Ma il negozio era grandissimo, e pieno di gente, il commesso mi dava un elenco di dischi che avrei dovuto assolutamente ascoltare e io ne sceglievo due. Di uno, ricordo bene la copertina: c'erano delle figure in bianco, come delle silhouettes, di due persone, ribaltate a metà nella parte inferiore, come ad uno specchio, e lo sfondo era fatto di rettangoli rossi su sfondo nero. Mi dicevo: finalmente ho trovato questo disco, io DEVO ascoltarlo. Quel disco, sicuramente, non esiste. Altri sogni sono arrivati dopo questo, ma ora non li ricordo più.
La cosa che fa più male di tutte è aver sentito una canzone meravigliosa, in sogno, e non sapere come faccia né poterla riascoltare, né poterla scrivere; posso solo mettermi a suonare e sperare che, un giorno, venga fuori da sè. Perché io lo so con certezza che l'unico posto al mondo dove quella canzone esiste è dentro la mia testa.
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lunamagicablu · 1 year
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Il compito degli starseed  è tra i più difficili da svolgere in una dimensione densa come la nostra, i figli delle stelle sono stati selezionati dalla nostra galassia e oltre. Pochi esseri si presterebbero volontari per compiere un lavoro simile, col rischio di dimenticare chi sono e di perdere la loro connessione con i loro Sè Superiori.Anche se i figli delle stelle costituiscono una percentuale molto piccola della popolazione della Terra, la loro missione è importante e molto varia. Prima di tutto, devono attraversare questa vita fisica e riuscire a ricordarsi chi sono.Quando questa connessione viene fatta, vengono attratti a intraprendere un processo di trasformazione che li porta a divenire interi, centrati, e connessi con il loro Sè Superiore. Una volta che i figli delle stelle realizzano chi sono, possono iniziare a aiutare le anime Terrestri illuminate a ancorare la luce alla Madre Terra. I Figli delle stelle vengono risvegliati e sono pronti per ancorare la luce al pianeta, eseguire rituali, meditare e focalizzare le proprie energie sulle situazioni che richiedono di essere cambiate per il bene di tutti.
Gli Starseed ad un certo punto della loro vita, in concomitanza con il risveglio, non solo incontrano altri loro simili già risvegliati che li aiutano nel loro cammino con cui fanno un tratto del cammino ma hanno contatti con gli esseri extraterrestri e spesso il ricordo di venire presi a bordo di un loro mezzo – che altri non sono la loro famiglia originaria – e questo accade normalmente di notte nella fase onirica, in astrale, o comunque su un piano dimensionale superiore del tutto differente dal normale ‘sogno’, questo lo Starseed lo sa molto bene. Alcuni Starseed possono pure avere contatti fisici con i visitatori delle stelle nella nostra realtà dimensionale.Ma può anche capitare che di alcuni incontri non se ne conserva il pieno ricordo cosciente e possono venire rammentati spontaneamente e parzialmente successivamente nel tempo, come fosse un flash, una reminiscenza di cui non abbiamo memoria cronologica. Inoltre, altro fattore molto comune tra gli Starseed è che possono assistere ad avvistamenti di UFO e strane luci nel cielo.
PAOLO SERRA
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The task of the starseed is among the most difficult to perform in a dimension as dense as ours, the children of the stars have been selected from our galaxy and beyond. Few beings would volunteer to do such work, at the risk of forgetting who they are and losing their connection to their Higher Selves.While star children make up a very small percentage of Earth's population, their mission is important and very diverse. First of all, they have to go through this physical life and be able to remember who they are.When this connection is made, they are drawn into a transformational process that leads them to become whole, centered, and connected with their Higher Self. Once star children realize who they are, they can begin to help enlightened Earth souls anchor the light in Mother Earth. Starseeds are awakened and are ready to anchor the light to the planet, perform rituals, meditate, and focus their energies on situations that need to be changed for the good of all.The Starseed at a certain point of their life, coinciding with the awakening, not only meet other similar ones already awakened who help them in their journey with which they make a part of the journey but they have contacts with extraterrestrial beings and often the memory of coming taken aboard one of their vehicles - which others are not their original family - and this normally happens at night in the dream phase, in the astral, or in any case on a higher dimensional plane completely different from the normal 'dream', this the Starseed he knows very well. Some Starseeds may even have physical contact with visitors to the stars in our dimensional reality.But it can also happen that the full conscious memory of some encounters is not preserved and they can be recalled spontaneously and partially later in time, as if it were a flash, a reminiscence of which we have no chronological memory. Also, another very common factor among the Starseed is that they can witness sightings of UFOs and strange lights in the sky.
PAOLO SERRA
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sognosacro · 9 months
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Credo che mostrarsi vulnerabili di fronte a qualcuno sia il gesto d'amore piú sincero.
Credo che in risposta a questo ci possa essere soltanto l'affetto di qualcuno che ha tanta voglia di prendersi cura di te anche nei momenti piú bassi.
Credo che chi si mostra anche vulnerabile trasmette coraggio e fiducia a chi puó vedere questo lato.
Credo che il gioco del potere sia una scarsa fiducia nel diritto di avere qualcuno al proprio fianco, la paura che esso se ne vada e quindi il controllo sulle azioni di questa persona.
Ma questo non è potere è paura. Paura di mostrarsi vulnerabile, fragile, debole eppure la sensibilità è un dono straordinario.
Essere forti e dominanti non sognifica niente quando l'altra persona è sottomessa. Perché quello stesso gesto di porsi al dispora di qualcuno è la paura del l'imprevedibilità degli altri.
Il fatto che qualcuno detiene il potere della sua stessa vita fa paura a molti, ma credo che nascondersi dietro a un arma per questo motivo sia un po eccessivo.
Tentare di controllare qualcuno e di privare della scelta, delle opinioni e della libertà questa stessa persona, è sinonimo di grande insicurezza.
È piú coraggioso qualcuno che si mostra vulnerabile, perché nessuno lo vedrà come un debole.
Ma ascolterà e rispetterà questa apertura emotiva.
Penso che le persone che invece disprezzano questo lato degli altri sono le stesse che sabotano la reciprocità nell'amore, la propria stessa intimità.
Sia che se ne rendono conto o no.
Dobbiamo accettare che nel mondo esistono cose e situazioni alla quale siamo impotenti, perché non possiamo controllarle e se lo facessimo accaddrebbe una cosa innaturale e dolorosa.
Come impedire a un uccellino di spiccare il volo. O come tentare di salvare un uccellino che sta morendo, purtroppo il corso naturale della vita implica anche questo passaggio e non possiamo intervenire, ma magari accompagnare/vegliare su questo processo.
O come quando qualcuno sta sbagliando senza accorgersi, non possiamo impedirglielo con il nostro ideale, perché non imparerebbe la lezione e non sappiamo niente di ció che lo spinge a farlo.
Sembra brutto, ma lasciare che tutto accade come deve accadere toglie un gran senso di ansia.
"io non posso controllare come andranno le cose"
Quello che è veramente in nostro potere è su noi stessi. È cosí che miglioriamo il mondo, agendo su noi stessi, per noi stessi, dentro noi stessi.
Gli altri sono una nostra estensione, uno specchio, un opposto, simili, ma anche qualcosa che vive già dentro di noi, a volte che non riusciamo a riconoscere altre volte che impariamo ad apprezzare. Altre volte ancora attraiamo a noi la nostra famiglia animica, ma questo non so come funziona. Penso che bisogna diventare il proprio sè superiore. Ma per ognuno è diverso il come, non sta a noi sceglierlo, è un potere superiore che agisce in questo, a noi sta solo il compiere azioni, il lavoro su di sè, la qualità della propria impressione sugli altri.
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chez-mimich · 9 months
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JAMES BRANDON LEWIS: “FOR MAHALIA WITH LOVE”
Il titolo dell’ultimo straordinario lavoro di James Brandon Lewis e del suo “Quintet” lascia pochi dubbi e, se qualcuno ne avesse, potrà facilmente fugarli ascoltando questo disco. “For Mahalia with Love” è un magnifico omaggio di Brandon Lewis alla memoria della grandissima Mahalia Jackson, regina del Gospel, come fu soprannominata. Ma questo omaggio contiene in sè qualcosa di molto più intimo e profondo perché mediato dal ricordo che di Mahalia conservava la nonna di James Brandon Lewis e che è riportato nel retro della copertina, sotto forma di una struggente lettera del musicista a Mahalia. Scrive Brandon Lewis: “…Mahalia, mi sono innamorata di te dal giorno in cui mia nonna mi ha parlato di te, perché tutto ciò che la nonna menziona deve essere speciale. Le nonne occupano un posto speciale nel cuore e nella mente dei bambini. Ricordi tutto della nonna: cosa cucinava, cosa indossava, le sue parole di saggezza, l'odore della sua casa... “ Insomma un amore con salde radici e che viene da lontano. In questi casi, quando l’omaggio non è una occasione posticcia o una piccola convenienza, il risultato si sente subito nella musica ed é un meccanismo quasi automatico: così accade appena poggiato il dito sul tasto “play” e nelle cuffie si accendono le prime note di “Sparrow”, solenne introduzione e chiaro omaggio a “His Eyeis Is on the Sparrow”, composta da Charles H. Gabriel, e a “Even the Sparrow” dello stesso Brandon Lewis. La magia del sentire musicale di Mahalia Jackson sembra già manifestarsi forte e potente. “…Il suo occhio è sul piccolo passero…” diceva la canzone, riferito all’occhio di Gesù, e proseguiva “…Canto perché la mia anima è felice/Canto perché sono libera/Per il suo occhio sul piccolo vecchio passero/E so che sta vegliando su di me e su di te…” Come rendere al meglio la spiritualità e la profonda umanità di questi versi se non con l’amorevole sax di Brandon Lewis, accompagnato dalla cornetta di Kirk Knuffke e sostenuto dalla batteria di Chad Taylor? Anche in questa versione strumentale, con buona pace di De Gregori, gli uccellini non sono “soli nel sole”, ma sono protetti dal Signore e, senza un profondo senso religioso, se non si riesce a comprendere Mahalia Jackson, non si riesce nemmeno a comprendere la gioiosa religiosità nella musica di Brandon Lewis. Con “Swing low” potremmo percorrere un viale del Louis Armstrong Park di New Orleans dove si profila da lontano il “Mahalia Jackson Theater for the Performing Arts”; brano godibile e pieno zeppo di riferimenti allo swing e al vitalismo della black music. Cambiano i ritmi ma non cambiano le atmosfere sia con “Go Down Moses” fitto e dialogante, sia con “Wade in the Water”, con il suggestivo sottofondo delle percussioni di Taylor. “Calvary” è invece un dolente lamento religioso incentrato sulla sofferenza di Gesù che altro non è che la sofferenza del mondo. Chissà come sarebbe una Via Crucis con questo accompagnamento, dove il contorcimento degli animi e le inquietudini, come possono essere quelli dei sofferenti, prendono qui corpo nella musica. Orchestrazione completa e corposa dove trova spazio anche il violoncello di Chris Hoffman e il contrabbasso di William Parker. “Deep River” ci riporta a sonorità più intense e con tanto spazio per gli assoli, mentre la seguente “Eljia Rock” fa diretto riferimento al profeta Elia che, per la tradizione ebraica non morì, ma fu assunto in cielo con anima e corpo e quindi in diretto riferimento alla figura di Gesù tanto cara a Mahalia. L’immanenza del Signore (ma forse anche di Mahalia), è richiamata nel titolo di “Were You There”. Il lavoro si conclude con una magnifica versione rivisitata di “Precious Lord Take my Hand”, brano che la Jackson cantò all’insediamento di Kennedy alla Casa Bianca. Un disco che omaggia giustamente la regina del gospel, ricorda l’amata nonna di Brandon ma che, naturalmente, splende di luce propria e che non si smetterebbe mai di ascoltare.
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scogito · 6 months
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Coloro che sostengono che leggere sia la cura di tutti i mali dovrebbero osservare meglio la realtà che li circonda.
Mai come in questo secolo lo studio è alla portata di tutti, c'è una tale mole di informazioni e di fonti culturali in giro che bisogna usare il colino per poterle almeno valutare in superficie.
Eppure mai come in questa società ci sono problemi di analfabetismo, linguaggio e professionalità.
Ciò perché il problema non è la capacità culturale, ma l'incapacità di discernere tutto ciò a cui si dà attenzione, fiducia e condivisione.
E il discernimento, come il buonsenso e come lo Spirito, non te lo insegna nessuno.
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iltuoscopo · 2 months
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Il tuo Scopo è collegato a un’esigenza, che non va scambiata col bisogno. L’esigenza è connessa alla volontà, il bisogno all’assenza. L'esigenza è una spinta, il bisogno è uno scoraggiamento.
Anna
▶︎ Il tuo Scopo ▶ T.me
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neroegiallo · 1 year
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Emozioni e Affari di Stato
“Conversazioni” La stesura di un articolo spesso parte da uno scambio di messaggi in rete, sui social.
Ci sono conversazioni che sono interessanti, non banali e spunti di riflessione.
Ci sono domande che mi sono posta ma alle quali non ho ancora dato una risposta.
Domande per le quali ancora non avevo formulato un discorso nel mondo reale.
Grazie Davide G.
“Toglimi una curiosità... Tu sei un artista bravissima e una donna bellissima ma sicuramente ciò che si percepisce è il tuo piacere per esibirti, per eccitare, per trasmettere emozioni... Dove si ferma questa tua "trasgressione" ? Cioè, fino a dove riesci a spingerti prima di considerare una cosa "troppo"...” “Non mi sento trasgressiva, in campo artistico.
L’arte non ha limiti e non è tanto per dire.
Tras-gredire. Andare oltre. Passare in là.
Qual è la linea di demarcazione che segna il passo “oltre”? Trasgredire si riferisce soprattutto alle regole.
Quali sono le regole?
Del buon uso e costume? Dei condizionamenti.
L’arte non viene condizionata ma influenzata.
Non ci sono regole, nell’arte.
Non metto più regole, nell’arte.”
“E quando fai spettacoli o video, è più il piacere di piacere a chi ti guarda o provi piacere tu stessa?”
“Quando mi esibisco o durante i video, il piacere è per prima cosa il mio.
Faccio tutto questo perché mi piace, lo faccio per me stessa. 
Mi piace l’esibizione in sè e mi piace tutto ciò che conduce fino all’esibizione stessa.
L’esibizione è un punto di arrivo ma anche un punto di partenza. 
Il lavoro che c’è dietro è la ricerca, delle musiche, dei costumi; la costruzione di una storia.
Il lavoro sui dettagli, le prove di scena, l’interazione con gli addetti ai lavori e con i compagni di palco.
E’ tutto questo, che mi piace. Quindi sì, lo faccio in primis perché mi piace, punto.
E sì, mi piace essere guardata e mi piace che chi mi guarda provi piacere. Mi piace sapere che chi mi sta guardando sia piacevolmente coinvolto.
Arriva subito dopo, dopo il mio piacere personale.
Il piacere altrui, è qualcosa che si costruisce. Qualcosa che io costruisco.
Uno sguardo, un gesto, un respiro o la sua mancanza.
Sul palco, è più diretto, le persone le hai vicine e ne puoi percepire l’energia. 
Senti e vedi le emozioni e diventa uno scambio, una vera interazione.
Questo è ciò che amo degli spettacoli dal vivo.
Durante i video, è un altro lavoro. 
Lavoro soprattutto su me stessa, sulle mie emozioni, sull’ascolto.
E’ un’interazione più introspettiva.
Mantenendo la presenza, sapendo che qualcuno guarderà il video e ne trarrà piacere.”
“Fino a dove riesci a spingerti prima di considerare una cosa "troppo"...” "Non lo so ancora, ma domani ti racconto di quando mi sono spinta oltre una cosa che consideravo “troppo”."
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Avete presente il film Serendipity? Due perfetti sconosciuti, si incontrano in un grande magazzino prima di natale. Lasciano però decidere il fato: se sarà destino, ci rincontreremo.
Ovviamente una delle due parti non è d’accordo. Vuole almeno un numero di telefono, un modo per restare in contatto. 
Il fato però fa perdere il numero di telefono scritto su un libro. 
Passano gli anni, lui però non ha mai dimenticato quell’incontro magico. Passano gli anni, lui deve praticamente sposarsi, eppure appena arriva in un negozio di libri, e vede quell’edizione, di quel romanzo, non può far altro che dare una sbirciata alla prima pagina. Finché ecco, il fato, fa il suo sporco lavoro, e dopo qualche anno eccolo lì, il numero di telefono, spiaccicato sulla prima pagina del libro, in una bancarella, a 2 dollari.
Ultimamente, ho avuto diversi incontri, direi più che ultimamente, da anni. Incontri anche speciali e magici per un certo punto di vista. Ma la mia crescita personale ha fatto sì che il mio cervello calibrasse alla perfezione e soprattutto il mio stomaco parlava da sè “sì, bello, magico, qualcosa di speciale, ma ora esci dalla mia vita tranquillamente con un sorriso.”
Questa volta è diverso.
Ho incontrato una persona, che mi sta tirando fuori tutta la roba peggiore che mi possa tirare fuori, peggiore nel senso buono, nel senso che mi tira fuori dinamiche interne forti, su cui sto cercando di lavorare da qualche anno. Ma il punto non è questo, è che nonostante sia una persona con cui non può (lasciamo da parte tutti i se vuoi puoi se vuole può perchè sono stronzate da citazione dei baci parugina) esserci nulla ora, io sento una connessione incredibile ancora con lui.
Sento il suo profumo praticamente ogni giorno in metro, percepisco i suoi pensieri, il suo stato energetico. Sento che nonostante parliamo poco o nulla, quando pubblico una foto o un video, o lui fa la stessa cosa, ci stiamo parlando in silenzio. Un po’ ho dimenticato il suo viso, eppure mi sembra di non aver bisogno di ricordarmi del suo corpo, del suo volto. È come essere attirati da uno stato energetico puro. Forse una connessione dell’anima?
Vado avanti con la mia vita, eppure è come se fosse sempre un po’ lì, a condividere i momenti più belli e magici insieme a me.
Forse dovrei prendere un biglietto aereo e raggiungerlo. Ma a che scopo? 
Vorrei poter aver un libro da 2 dollari per risbloccare il nostro destino, ma non c’è. 
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bergamorisvegliata · 1 year
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MA DI CHE AMORE PARLIAMO?
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"Ma ce l'hai una fidanzata?"; "Sei sposato?"; "Quante volte hai "combinato" con una donna?"; "Cosa aspetti a farti una famiglia?".
Quante volte tra amici, colleghi di lavoro, conoscenti o in altri contesti da "bar sport", ci siamo sentiti rivolgere queste domande? E quanto volte ci siamo sentiti un poco infastiditi, anche per il fatto che domande del genere hanno sempre l'effetto di invadere la nostra sfera privata.
E sempre restando in "tema", domande tipo "Sei mai stato innamorato?"; "A che età sei stato insieme a una ragazza?", e via discorrendo, come se l'essere innamorati, essere e vivere in una determinata situazione "sentimentale", avere come unico e solo obiettivo il matrimonio o comunque il fatto di avere un amore a cui dedicare la nostra vita, fosse il più completo della nostra persona.
Ed è qui che casca l'asino! Già, perchè se continuiamo a considerare che queste siano le sole motivazioni che ci portano a completare la nostra personalità, il nostro carattere e ad aumentare la nostra autostima...direi che c'è qualcosa che non va...
E' proprio il fatto -e qui prendo un po' "a prestito" alcune considerazioni fatte più volte dalla nostra amica Elisa Renaldin-
di rimanere ancorati a vecchi schemi, a rimanere chiusi in gabbie mentali o in recinti percettivi, che ci distoglie da quello che è ciò realmente l'amore. Sì, perchè amare (o amore che dir si voglia) non è solo un verbo riferito a una persona, ma è soprattutto il considerare che è ciò che sta attorno a noi che va coltivato con affetto, parsimonia, passione e dedizione: cosa c'è di più amorevole di dedicarsi a un animale domestico? Che c'è di più bello di veder crescere delle piante di casa? Che cos'altro può esserci di migliore che non mantenere in un certo modo e a nostra immagine la nostra casa e i nostri oggetti?...ovvero: non è forse bello avere cura di ciò che ci sta più a cuore, o avere una passione per la musica, per lo sport, per qualsiasi altra forma di spettacolo o di arte? E inoltre: anche il solo amare e prenderci cura di noi stessi è la forma d'amore più alta che ci possa essere.
Perchè, come sono racchiuse in alcune belle e profonde frasi di Frida Kahlo, "Innamorati di te, della vita e dopo di chi vuoi"; oppure "L’amore è come un profumo, come una corrente, come la pioggia. Sai, cielo mio, tu sei come la pioggia e io, come la terra, ti ricevo e accolgo."
Si potrebbe citare anche Oscar Wilde con "Amare sè stessi è l'inizio di una storia d'amore lunga tutta una vita"; o ancora "Un uomo che ama se stesso compie il primo passo verso l'amore reale".
Ma c'è un'altra componente dell'amore, ed è quella legata al sesso (e qui mi rivolgo ai miei "consessuali"): quante volte, parlando e ragionando su queste tematiche e soprattutto tra uomini, si è magnificato il fatto di fare sesso (in realtà il termine è un altro, ma non scadiamo nel volgare...) come della panacea di tutti i mali? Niente di più sbagliato!
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E qui si confondono sessualità e piacere con una mera, banale e vuota soddisfazione fisiologica da riempire, peraltro: si ritiene che dandosi al sesso "estremo", ogni problema per magia venga a scomparire, come se le ansie e le frustrazioni del periodo opaco che si sta vivendo in quei momenti scomparissero solo portandosi appresso una donna. E non crediate che le donne siano migliori degli uomini, in quanto frasi provocatorie, atteggiamenti persuasivi, sguardi ammiccanti e solo per soddisfare un tornaconto personale, spesso e volentieri traggono in inganno gli uomini. Ma è questo il vero amore? O anche riconoscendo che non è vero (e infatti non lo è...): sono queste le giuste soluzioni ai nostri problemi? Naturalmente NO!!!
E qui torniamo al discorso centrale e "centrato": se sappiamo cogliere l'essenza stessa dell'amore, prima di tutto amiamo noi stessi, dedichiamo a noi molto tempo in più del solito; curiamoci meglio, vogliamoci bene: ad esempio, anzichè recarci al lavoro con l'automobile e ovviamente nel limite del possibile, facciamo quattro passi. Il lavoro è troppo distante da casa? Cambiamolo, cerchiamo un luogo più vicino, è difficile? Sì se rimaniamo ancorati a vecchie credenze, a vecchi dogmi e ai soliti paradigmi; no se abbiamo il coraggio di cambiare noi stessi e di conseguenza di abbattere antichi pregiudizi; "cosa c'entra con l'amore" vi starete chiedendo...C'entra, c'entra...solo dimostrando che sappiamo amare il nostro corpo (nostro ovviamente come parte di noi stessi e non di altri, giusto per ribadire il concetto di "amore"), la nostra persona, venire incontro alle nostre esigenze che possano migliorare il nostro stile di vita...ecco, solo in quel caso, e naturalmente anche amando tutto ciò che ci circonda una volta trovata la tranquillità, potremmo davvero dedicarci all'amore, facendo bene attenzione a non scambiare questo amore con il sesso "estremo", in quanto si può amare una persona anche senza "accoppiamento fisico", ma con la stessa passione e amore che abbiamo verso di noi.
Riguardo a un altro "genere" di amore, o comunque completando il "discorso-amore": non siate delusi se la persona che ritenete di amare non vi corrisponde. Pensate solo per un attimo a quante altre persone sono in cerca di voi, e a quante persone vi amino senza che lo sappiate. Infatti, l'amore per poter esistere veramente dovrebbe "circolare", ossìa:
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leggete bene la frase dell'immagine sopra. Ebbene, amare e amore non corrispondono tanto (come si è sempre creduto) essere invaghiti e innamorati di una persona, in questo caso l'amore è "fermo", "immobile".
L'amore "circolare" riguarda un po' tutte le persone, ma saper amare, innanzitutto, è anche saper fare del bene, dimostrare affetto in ogni situazione, essere spesso presenti nelle situazioni più delicate, e -come scritto poche righe più in alto- amare qualcuno anche se non corrisposto, e immaginare che altri lo siano di noi, tanto prima o poi sappiamo che quella persona che amiamo o quella persona che ci ama, prima o poi s'innamorerà di noi e viceversa.
Infine (e con questa ultima constatazione chiudiamo)e tornando all'amore che molti conoscono, quello "tradizionalmente" inteso: MAI E POI MAI proporre attimi di "follia" o di "estremismo" sessuale, ma nemmeno di semplice abbandonarsi...Infatti non si può certo programmare una relazione del genere, ma se proprio ci si vuole abbandonare a quei piaceri, invitate la persona che desiderate a bere un caffè, oppure al cinema o per ciò che preferite; se e quando la "scintilla" dovesse scattare, con naturalezza e spontaneità vi lascerete andare e potrete godere dei momenti più belli.
Ma se anche ciò non dovesse accadere, non abbiate mai fretta e ricordate che comunque l'amore prima o poi si accorgerà di voi.
Infine, come è condensato nella frase dell'immagine qui sotto:
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e allora...
Buon Amore a tutte/i!!!
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