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#lacoscienzadizeno
alicesfeelings · 10 months
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Dottor S. potrebbe essere benissimamente il mio psicologo che mi sputtana in un romanzo per averlo appeso dall'oggi al domani.
Nuova paura sbloccata, amici. 🔓
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shadowseaofbooks · 3 years
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#bookquote ↯ Oggi le citazioni sono prese da #lacoscienzadizeno di #italosvevo pubblicato per la prima volta nel 1923. Vi aspetto sul blog per l'articolo! Avete mai affrontato questo autore? Cosa ne pensate di queste frasi? ⋆ #feltrinellieditore #ticonsigliounlibro #ioleggoperche #libriconsigliati #leggereinsieme #consiglidilettura #librisulibri #ioleggo #leggerefabene #bookpic #mylibrary #libriovunque #leggere #letteratura #lettura #booklover #instalibri #livres #libri #libridaleggere #igbooks #igreads #booklover #bookstagram #bookstagrammer #booknerd #bookworm #bibliophile ⋆ https://www.instagram.com/p/CPQ1lBsncq6/?utm_medium=tumblr
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vagare · 6 years
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La vita non è né brutta né bella, ma è originale!
Italo Svevo - La coscienza di Zeno.
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framboesa71 · 7 years
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Tra i tanti nuovi arrivi una bella edizione di testi di Svevo, a cura di Lavagetto. Grafica di Munari. . . . Da oggi su: www.seunanottedinvernounlibro.it #libro #libri #libriusati #leggere #letteratura #cit #citazione #italosvevo #lacoscienzadizeno #letteraturaitaliana #narrativa #instabook #instabooks #book #bookstagram #books #einaudi #seunanottedinvernounlibro https://www.instagram.com/p/CFKCHZxHqd5/?igshid=dmgz2574pddq
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dilelovesarts · 4 years
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SVEVO LA COSCIENZA DI ZENO COSINI
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taciturnvl · 7 years
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L'amore sano è quello che abbraccia una donna sola e intera,compreso il suo carattere e la sua intelligenza
Italo Svevo
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adoroilmaredinverno · 7 years
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Ma è difficile di trattenere il proprio pensiero dall'occuparsi di un argomento che troppo c'importa. L'uomo sarebbe un animale più fortunato se sapesse farlo.
La coscienza di Zeno
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rob-weasley-blog · 6 years
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"Mi piaceva di vederlo felice nella sua illusione di essere tanto forte quand'era invece debolissimo".
Lacoscienzadizeno
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Qualche giorno fa, in una delle molteplici discussioni circa l’eterno decadimento generazionale affrontato con mio fratello, decido di portarlo in libreria e fargli leggere qualcosa che instillasse in lui il fastidioso prurito della curiosità. Nel reparto Narrativa – probabilmente manco ci doveva stare nel reparto Narrativa – mi imbatto in questo libro intitolato “Gli Sdraiati” dalla copertina bianca con un bambino girato di spalle privo di emotività che lascia spazio alla sua amorfa ombra intenta in un ignoto saluto.
Incuriosito dalla bellezza di questa immagine, e soprattutto dall’autore, IL giornalista Michele Serra – sono un suo grandissimo estimatore – decido di leggerne la breve trama, dove si riassumono i tratti salienti di un libro, e noto con immenso sgomento misto a piacere che forse avevo trovato ciò che stavo cercando; un libro che riuscisse a trattare di ricambio generazionale, di dipendenza dalla tecnologia, della decadenza dell’autorità genitoriale e soprattutto di inettitudine giovanile.
Decido quindi di acquistarlo ma prima di sottoporlo alla probabile lettura di mio fratello, scelgo voracemente di leggerlo in un pomeriggio torrido di luglio, e forse traumatizzato dalle alte temperature, non riesco, analizzandolo, a non pensare ad un altro libro che cent’anni prima era diventato la pietra miliare dell’inettitudine dell’uomo: La Coscienza di Zeno di Italo Svevo.
  Gli Sdraiati è un romanzo autobiografico del giornalista Michele Serra scritto nel 2013 e tratta della propria esperienza di genitore e del difficile approccio coi figli d’oggi, sempre più pigri e disadattati; l’autore, infatti, propone una riflessione agrodolce su se stesso come padre (rappresentante, però, di una generazione, quella dei sessantottini) e sul proprio figlio (anch’esso rappresentante di una generazione, quella degli “sdraiati” sui divani o su qualsiasi piattaforma in grado di regalare comodità).
In entrambi i romanzi, l’inetto è la figura al centro delle attenzioni degli scrittori. Se per Svevo l’inetto, l’incapace ad adattarsi ai bisogni della vita, è il povero Zeno Cosini, per Michele Serra lo “sdraiato” è un inetto moderno, in quanto incapace di vivere, se non in posizione orizzontale. Il tema dell’inettitudine esprime la voglia di reagire, da parte degli scrittori, portando in auge valori che, contestualizzando, sarebbero andati perduti. Anche se le situazioni sono differenti, in quanto Zeno è un po’ l’alter ego di Svevo, lo sdraiato invece, è l’opposto di quello che è stato Serra da bambino, insofferente verso questa ossimòrica immobilità giovanile che caratterizza la generazione nella quale lo stesso figlio è immerso.
Entrambi i libri trattano in modo massiccio dell’introspezione dell’essere umano, chi, come Zeno, cerca di capire se stesso e chi, come Serra, cerca di capire i figli, la generazione degli sdraiati.
Michele Serra sintetizza il passaggio generazionale come passaggio dalla posizione eretta a quella orizzontale: eccoli, gli sdraiati.
La Repubblica – 17/10/2013
  Proprio in questo passo di un articolo uscito su Repubblica.it si può facilmente notare un riferimento alle teorie Darwiniane, tanto osannate da Svevo nella successione della specie, della supremazia del più forte sul più debole, del sano sul malato anche se, nel caso di Serra, è un processo che va all’indietro, quasi antievoluzionario, che permette all’Homo Sapiens, dopo secoli e secoli a quattro zampe, di ritornare ad una posizione totalmente orizzontale, diventando l‘Homo sdraiatus.
“avvolti nelle loro felpe e circondati dai loro oggetti tecnologici come fossero prolungamenti post-umani del corpo e del pensiero”.
Proprio come Serra, Svevo introduce nel suo romanzo la parola “prolungamento”, presente all’ultimo capitolo “Psicanalisi”. Se però per Serra il prolungamento del corpo dello “sdraiato” è il cellulare, per Svevo la visione si fa ben più cupa, in quanto questo sia l‘ordigno.
“Ma l’occhialuto uomo, invece, inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c’è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l’uomo diventa sempre più furbo e più debole. Anzi si capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza. I primi suoi ordigni parevano prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la forza dello stesso, ma, oramai, l’ordigno non ha più alcuna relazione con l’arto. Ed è l’ordigno che crea la malattia con l’abbandono della legge che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del più forte sparì e perdemmo la selezione salutare. Altro che psico-analisi ci vorrebbe: sotto la legge del possessore del maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati.”
  Non manca, inoltre, un chiaro riferimento al galoppante fenomeno del Consumismo presente in entrambi i romanzi;
”Eccoli i consumisti perfetti, “il sogno di ogni gerarca o funzionario della presente dittatura, che per tenere in piedi le sue mura deliranti ha bisogno che ognuno bruci più di quanto lo scalda, mangi più di quanto lo nutre, l’illumini più di quanto può vedere, fumi più di quanto può fumare, compri più di quanto lo soddisfa”.
Gli Sdraiati  – Michele Serra – pg 56
Svevo dirà invece che:
”La legge naturale non dà il diritto alla felicità, ma anzi prescrive la miseria e il dolore. Quando viene esposto il commestibile, vi accorrono da tutte le parti i parassiti e, se mancano, s’affrettano di nascere. Presto la preda basta appena, e subito dopo non basta più perché la natura non fa calcoli, ma esperienze. Quando non basta più, ecco che i consumatori devono diminuire a forza di morte preceduta dal dolore e così l’equilibrio, per un istante, viene ristabilito. Perché lagnarsi? Eppure tutti si lagnano. Quelli che non hanno avuto niente della preda muoiono gridando all’ingiustizia e quelli che ne hanno avuto parte trovano che avrebbero avuto diritto ad aver una parte maggiore. Perché non muoiono e non vivono tacendo? È invece simpatica la gioia di chi ha saputo conquistarsi una parte esuberante del commestibile e si manifesti pure al sole in mezzo agli applausi. L’unico grido ammissibile è quello del trionfatore.”
La Coscienza di Zeno – Italo Svevo –  (cap. 7; 1988, p. 348)”
  Insomma, due libri che sono lontani tra loro sia per tempo che per ambienti culturali, ma che si affacciano sul mondo con occhio malinconico ed introspettivo, che abbracciano la croce dell’inettitudine che grava sulle rispettive società, ma se nella Coscienza, questa è ritenuta una malattia intesa come elemento straniante, che consente di cambiare, a differenza dei sani, che non possono cambiare, quindi immobili; Negli Sdraiati c’è una sorta di rassegnazione verso questo ormai tragico epilogo della gioventù, non c’è la rivincita sociale di Zeno, ma un appiattimento verso il generale, il vago, verso la gratificazione del nulla, verso la celebrazione dell’inerzia.
Consiglio veementemente la lettura di questo brevissimo spaccato di società moderna, con la speranza giovanile di ergerci dalla nostra comoda posizione di giovani invertebrati e guardare il mondo con fare disincantato, curioso, nuovo.
  La Coscienza di Zeno e Gli Sdraiati – Il tema dell’inettitudine analizzato ad un secolo di distanza Qualche giorno fa, in una delle molteplici discussioni circa l'eterno decadimento generazionale affrontato con mio fratello, decido di portarlo in libreria e fargli leggere qualcosa che instillasse in lui il fastidioso prurito della curiosità.
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ascoltalatuaanima · 8 years
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~Mood of every day. #mood #life #everyday #italosvevo #lacoscienzadizeno
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fiumesandcreek-blog · 9 years
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Che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità? Chissà se cessando di fumare io sarei divenuto l'uomo ideale e forte che m'aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perchè è un modo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente.
Italo Svevo, La Coscienza di Zeno
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