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#legname
arcobalengo · 10 months
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Abbattere e seppellire alberi per fermare il cambiamento climatico: l’idea di una startup sostenuta da Bill Gates
Un anno fa Merritt Jenkins si è trasferito da Boston a Twain Harte, in California, ai piedi della Sierra Nevada. Un mattiino si dirige verso un bosco di dieci acri nella Stanislaus National Forest. Qui la sua startup, Kodama Systems, sta perfezionando la sua macchina per la raccolta del legname, che pesa 17 tonnellate ed è lunga 7metri e mezzo. I taglialegna usano macchine del genere, per prendere tonnellate di alberi tagliati e detriti e trascinarle fuori dal bosco. La versione di Kodama è progettata per svolgere questo compito anche di notte, con meno persone, grazie a connessioni satellitari e camere avanzate a lidar (light detection and raging), le stesse utilizzate sulle auto a guida autonoma, per monitorare il lavoro da remoto. Non è facile. “Gli alberi hanno molte texture diverse”, dice Jenkins, 35 anni. “Ogni 3 metri il cammino è leggermente diverso”. Ma tagliare legna nell’oscurità non è la parte più intrigante dei programmi di Kodama, che ha raccolto 6,6 milioni di $ di finanziamenti dalla Breakthrough Energy di Bill Gates e da altri. Dopo avere tagliato gli alberi, Jenkins vuole seppellirli per contribuire a rallentare il cambiamento climatico e raccogliere compensazioni di carbonio che potrà poi vendere (e forse, un giorno, anche crediti d’imposta). L'idea è quella di piantare alberi per assorbire la CO2 dall’aria e poi vendere i crediti alle aziende, ai proprietari di jet privati o a chiunque altro abbia bisogno o voglia compensare le sue emissioni. Gli scienziati, però, sostengono che anche seppellirli possa ridurre il riscaldamento globale. Soprattutto nel caso di alberi che finirebbero altrimenti per bruciare o decomporsi, disperdendo nell’aria il carbonio che hanno immagazzinato. I giganteschi incendi divampati in California nel 2020 hanno evidenziato i rischi per l’aria, le proprietà e la vita posti dalle foreste troppo estese. “I cieli arancioni di San Francisco hanno rappresentato un punto di svolta”, afferma Jimmy Voorhis, head of biomass utilization and policy di Kodama. “Ora queste storie hanno un’eco diversa. L’allarme suona ancora più forte quest’anno, dopo che gli incendi in Canada hanno messo a rischio l’aria di New York, Washington e Chicago. Per affrontare il problema, lo Us Forest Service intende tagliare 70 milioni di acri delle foreste occidentali, soprattutto in California, nei prossimi 10 anni. In questo modo estrarrà più di un miliardo di tonnellate di biomassa secca. È consuetudine, dopo un disboscamento del genere, che i tronchi di dimensioni tali da essere di interesse commerciale finiscano alle segherie, mentre il resto viene in gran parte accatastato e bruciato in condizioni controllate. Kodama, invece, vuole seppellire gli avanzi in vasche di terra progettate per mantenere condizioni asciutte e senza ossigeno e proteggere il legno dalla putrefazione o dalla combustione. Oltre ai fondi raccolti da venture capital, Kodama ha già ricevuto sovvenzioni per 1,1 milioni di dollari dall’agenzia californiana che si occupa degli incendi boschivi. Altri si sono già impegnati ad acquistare i crediti di carbonio legati alle prime 400 tonnellate di alberi seppellite. Sul mercato, quei crediti dovrebbero fruttare 200 $ a tonnellata. Kodama conta di arrivare ad abbattere e seppellire più di 5000 tonnellate di alberi all’anno. L’idea di seppellire gli alberi sembra semplice e poco tecnologica, soprattutto se paragonata alle complesse tecnologie per la cattura del carbonio che vengono sviluppate per estrarre la CO2 dall’aria. Grazie all’Inflation Reduction Act approvato dai DEM nel 2022, società come Occidental Petroleum ed ExxonMobil potrebbero beneficiare di 85 $ di crediti d’imposta per ogni tonnellata di CO2 se riusciranno a perfezionare i sistemi per aspirare il gas direttamente dall’aria e trasferirlo tramite condutture, per poi iniettarlo nel sottosuolo. La legge incentiva alcuni di questi progetti con crediti d’imposta pari al 30% o più del capitale iniziale investito.
https://forbes.it/2023/08/04/kodama-systems-startup-abbatte-alberi-salvare-clima/
Non ho parole per commentare, se non che basta piantare nuovi alberi. Ma evidente non rende così tanto
https://www.science.org/doi/10.1126/science.aax0848
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toscanoirriverente · 9 months
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La norma sull'utilizzo delle fonti rinnovabili stabilisce standard non raggiungibili, creando solo frustrazione, mancanza di credibilità e costi elevati. Ecco perché sarebbe meglio un approccio più pragmatico e meno ideologico
Azzeccare previsioni è relativamente semplice, purché non riguardino il futuro. Questa volta però una previsione la facciamo: non vi è alcuna possibilità che gli obiettivi fissati nell’aggiornamento della Direttiva europea (RED III) per quanto riguarda le fonti rinnovabili possano essere raggiunti. Almeno in Italia, ma gli altri stati europei non stanno meglio. L’obiettivo fissato è che al 2030 siano rinnovabili il 42,5% dei consumi finali di energia più un obiettivo non vincolante (ma che significa?) del 45%. Attenzione, questo obiettivo non riguarda la sola energia elettrica, se fosse così già quasi ci saremmo, ma il 42,5 di tutta l’energia. Quindi dobbiamo nello stesso tempo aumentare la quota di energia elettrica prodotta con le rinnovabili e aumentare la quota di elettricità sul totale di energia consumata. E la differenza è enorme. L’elettricità infatti è oggi solo il 21,5 per cento del totale dell’energia consumata.
Per capire di che cosa stiamo parlando è meglio cominciare dai consuntivi, che al contrario delle previsioni presentano numeri certi. Nel 2022, secondo i dati del MASE, solo il 19% dei nostri consumi finali erano da rinnovabili. Sole, vento, idro, geo, ma anche rinnovabili termiche, compresa la legna da ardere, e un po’ di biometano. Nel 2014 era al 17,1. In 8 anni siamo quindi cresciuti di 2 punti. Nei prossimi 7 dovremmo crescere di 23, 5 punti, 12 volte in più del tasso di crescita registrato fin qui. Anche se facessimo oggi tutta l’elettricità con le rinnovabili, cosa impossibile, ci fermeremmo al 31,8, più di 10 punti sotto l’obiettivo. In Europa le cose vanno appena meglio. Siamo al 21% medio, appena due punti sopra l’Italia, grazie soprattutto ad alcuni paesi del Nord Europa, come Svezia e Finlandia, ricchi di idroelettrico e legname.
Da noi la discussione è tutta centrata sulle rinnovabili elettriche, ma occorre capire che in realtà si tratta di perseguire, come detto, un doppio obiettivo. Non solo aumentare la produzione da rinnovabili, ma contemporaneamente aumentare di molto la quota di consumi energetici soddisfatti dall’elettricità. Dal 21,5 % di oggi al 29% nel 2030.  Sembrano pochi  8 punti. Ma il combinato disposto fra le due cose, più rinnovabili e più elettricità nei consumi finali in un tempo così breve, comporta obiettivi irrealizzabili. Stessa cosa per le altre rinnovabili termiche.
Diversi studi, TERNA, Confindustria, Università di Padova, hanno fatto i conti e indicato cosa occorrerebbe fare.  Bisognerebbe da oggi al 2030  installare 700.000 pompe di calore all’anno. Immatricolare 1 milione di auto elettriche all’anno. Nel 2022 sono state 50.000. Installare 120 GW di nuove rinnovabili al ritmo di quasi 20 all’anno contro i 3 dell’anno scorso e almeno 120 GWh di sistemi d accumulo. Aumentare di 15 volte la produzione di biometano. Naturalmente il mix può cambiare, ma siccome nessuno di questi obiettivi singolarmente ha serie possibilità di essere raggiunto le cose non cambiano. Non credo ci sia un solo esperto di problemi energetici che possa ritenere questi obbiettivi realizzabili. Rimane da capire perché l’Europa si ostini ad alzare l’asticella di obiettivi chiaramente non raggiungibili, creando solo frustrazione, mancanza di credibilità e costi elevati. E perché l’Italia che pure ha fatto molti compiti a casa non faccia presente che forse un po’ di  realismo servirebbe. Negli stessi giorni dell’approvazione della Direttiva la Presidenza spagnola ha predisposto un documento dai toni più che allarmistici sulla carenza di una serie di materiali necessari per soddisfare tutte le esigenze. Con il rischio che i costi vadano alle stelle e la dipendenza dalla Cina, dice il documento,  raggiunga lo stesso livello di quella precedente dalla Russia. Suona quindi surreale il commento del relatore tedesco Markus Pieper del Ppe secondo il quale “questa direttiva dimostra che Bruxelles può essere poco burocratica e molto pragmatica”. Il punto è che la Ue si è incastrata da sola ponendosi un obiettivo, quello delle zero emissioni al 2050, che la costringe a stabilire  tappe intermedie altrettanto velleitarie. L’unico risultato per il momento è la perdita di competitività dell’industria europea, la creazione di mercati, auto elettriche e rinnovabili, per i produttori cinesi, l’aumento dei costi per imprese e famiglie. Nel frattempo il contributo delle emissioni europee al totale mondiale continua a scendere. Soprattutto perché crescono quelle degli altri.
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mezzopieno-news · 1 month
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LE TRIBÙ YUROK TORNANO A GESTIRE LE LORO TERRE ANCESTRALI
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Lo Stato americano della California ha siglato un accordo che permette alla tribù nativa degli Yurok di riappropriarsi della terra di cui è originaria e in cui ha vissuto dal 14° secolo.
La tribù degli Yurok incominciò ad essere perseguitata e allontanata dalle proprie terre alla metà del 1800 in seguito alla corsa all’oro, subì poi una pesante epidemia che decimò la tribù del 75%, massacri e la privazione dei territori in cui viveva per concederle alle industrie di legname e al National Park Service. La terra, che a lungo è stata gestita dalla Save the Redwoods League, riguarda un’area situata nella parte settentrionale dello Stato americano, nei pressi di Orick, da sempre di grande importanza per la comunità di nativi americani che ha un forte legame con la natura e con gli elementi. Il nuovo patto concordato con il National Park Service e il California State Parks permetterà alla tribù di tornare a vivere liberamente nelle proprie zone di origine e di tornarne gestori e protettori.
Dopo diversi anni di sforzi la terra chiamata ‘O Rew avrà strutture dove la comunità nativa potrà vivere in modo tradizionale e luoghi dove potranno essere ricevuti i visitatori, un polo e nuovi itinerari culturali. La tribù indigena Yurok sarà la prima nel Paese a co-gestire un parco nazionale e a contribuire alla conservazione e alla valorizzazione della storia e della cultura tribale americana nel tempo.
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Fonte: Oregon Public Broadcasting; foto di Olena Olesik
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curiositasmundi · 4 months
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A Cortina hanno fretta di abbattere i 500 larici secolari a Ronco dove, secondo le intenzioni del governo, dovrebbe sorgere la nuova pista da bob “Eugenio Monti”. Infrastrutture Milano Cortina 2026 (Simico), la società che ha come commissario straordinario Luigivalerio Sant’Andrea, ha assegnato a tempo di record l’appalto per tagliare gli alberi, in vista dell’apertura dei cantieri. I lavori saranno effettuati dalla società di Luca Ghedina (è il fratello del campione di discesa libera Kristian), un imprenditore diventato famoso per aver ripreso e inseguito in auto quattro lupi nella notte. Il filmato fece il giro dei social, ma per aver disturbato gli animali, venne condannato con decreto penale del Tribunale.
Simico non ha perso tempo, dopo aver assegnato i lavori alla Pizzarotti di Parma, che il 19 febbraio dovrebbe recintare e prendere possesso dei quattro ettari di bosco. Utilizzando la procedura dell’affidamento diretto, ha chiesto un preventivo a un solo operatore economico “di comprovata esperienza nel settore” per il “servizio di taglio alberi, ivi compreso il trasporto e l’accatastamento del legname”. Si è rivolta a LGB forestal service srl di Cortina, l’acronimo sta per Luca Ghedina “Brocco”, il nomignolo con cui è conosciuta la famiglia. Il fratello del campione di sci ha presentato un preventivo per il taglio del bosco, compresi il trasporto e l’accatastamento del legname, nonché lo sgombero della neve necessario per accedere ai luoghi di lavoro, l’allestimento dei tronchi da sega e la sramatura.
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petalididonna · 9 months
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Dicono che il simbolo della madre sia il pino
un'albero maestoso che si erge verso la luce
dà ricovero ....fornisce frutti e legname....
ma con il tempo si piega e si spezza
Si capisce che sarà un vuoto nella pineta
ma accanto si eleverà una nuova pianta
del resto la vita continua ❤️
Donatella Pardini ©
Buongiorno ❤️
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corrierino · 5 months
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Del legname or consegnato deve fare una catasta Leone Cimpellin Tratto dal Corriere dei Piccoli nº 4 del 24 gennaio 1960. Oggi sul blog.
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miniatdetective · 1 year
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Fermata a Snohomish ツ
La città di Snohomish si trova alla confluenza del fiume Pilchuck con il fiume Snohomish. 
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I primi coloni dell'area furono gli Sdohobsh, pescatori, cacciatori e raccoglitori nativi americani che erano una suddivisione della tribù dei nativi americani di lingua Snohomish Lushootseed. 
Nel 1855, i membri della tribù Snohomish erano presenti a Mukilteo per firmare il Trattato di Point Elliott. 
Lo scopo del trattato era risolvere le controversie sulla terra in cui nativi e coloni erano immediatamente adiacenti l'uno all'altro e risolvere altre questioni con i nativi americani. Il trattato prevedeva l'istituzione di quattro riserve. Quando i coloni bianchi iniziarono ad arrivare alla confluenza dei fiumi Snohomish e Pilchuck alla fine del 1850, la maggior parte dei nativi americani si era trasferita nella riserva di Tulalip vicino a Marysville.
I primi coloni bianchi in quella che oggi è la città di Snohomish includevano Heil Barnes e Edson Cady: il loro obiettivo era stabilire un insediamento alla foce del fiume Pilchuck, dove sfocia nel fiume Snohomish. 
Cady rivendicò la sua terra e chiese un permesso postale per Cadyville. Nel frattempo, Barnes rivendicava Emory C. Ferguson proprio accanto a quella di Cady; nel 1859, fece spedire un cottage in barca da Steilacoom alla terra rivendicata e lo rimontò per l'uso di Ferguson. Quel cottage è ancora in piedi. Ferguson arrivò un anno dopo, nel marzo/aprile 1860, e stabilì un mercantile a Cadyville.
Con l'arrivo di più coloni nella regione, la contea di Snohomish fu fondata il 14 gennaio 1861. Il primo capoluogo della contea fu Mukilteo, ma nel luglio 1861 fu trasferito a Cadyville dopo un voto popolare.
Woodbury Sinclair acquistò la quota di Cady nel 1864 con l'intenzione di aprire un negozio a sostegno della fiorente industria del legname della zona. Quando sua moglie, Mary Low Sinclair, arrivò a Cadyville il 1 maggio 1865, divenne la prima donna bianca residente permanente di Cadyville. 
Nel 1871, Ferguson avanzò la sua affermazione dando un numero alle strade che correvano da est a ovest e una lettera ai viali nord-sud; un anno dopo, Mary e Woodbury Sinclair firmarono il reclamo che avevano acquistato da Cady, e diedero un nome ai viali dopo gli alberi.
Cadyville divenne nota come Snohomish nel 1871, quando il plat di Snohomish City Western Part si unì alla rivendicazione orientale di Ferguson con la rivendicazione occidentale di Sinclair a Union Avenue. Ferguson è spesso chiamato il padre di Snohomish mentre Mary Low Sinclair è ricordata come la madre delle scuole di Snohomish.
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Originariamente, Snohomish fu fondata per sostenere la comunità agricola circostante, ma presto divenne anche una città di disboscamento a causa delle fitte foreste di Douglas Firs della zona. 
I fratelli Alanson, Elhanan e Hyrcanus Blackman migrarono a Snohomish dal Maine e stabilirono il loro primo campo di disboscamento nel 1875 su quello che allora era chiamato Stillaguamish Lake, ora è noto come Blackmans Lake. 
Hyrcanus divenne il primo sindaco della città dopo un'elezione speciale nel giugno 1890 per incorporare la nuova città (tuttavia, cinque mesi dopo, durante le elezioni generali di novembre, Ferguson fu eletto primo sindaco a tempo pieno di Snohomish). La prima segheria di Snohomish iniziò le sue operazioni sul fiume Pilchuck nel 1876. Nel 1878, i Blackman aprirono la loro segheria che si trovava sul fiume Snohomish. 
Nel 1884, 700 persone chiamarono Snohomish casa: c'erano un tribunale, un edificio scolastico, sei saloon e una chiesa in città. 
La stazione ferroviaria di Snohomish fu costruita nel 1888. Il primo treno ad arrivare in città fu un treno Seattle, Lake Shore & Eastern Railway. L'illuminazione elettrica seguì l'arrivo del primo treno nel 1889. Nel 1893, fu completata la Great Northern Railway da St. Paul a Seattle, inclusa una fermata a Snohomish.
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Nel 1897, il capoluogo della contea si trasferì a Everett dopo un'elezione contestata.
Intorno alla fine del secolo, l'economia di Snohomish si è diversificata per includere l'industria conserviera, poiché il suolo e il clima dell'area sono ideali per la coltivazione di frutta.
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Una Carnegie Library fu costruita nel 1910 sul sito di una scuola con una sola stanza in Cedar Avenue. Il Carnegie Building esiste ancora, anche se non ospita più la biblioteca; è l'edificio pubblico più antico della città.
Nel 1911, molti degli edifici di First Street furono distrutti da un incendio che si estese lungo le Avenue B e C; furono in gran parte sostituiti da edifici in mattoni e muratura.
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Uno dei maggiori datori di lavoro, all'inizio di Snohomish, era la Bickford Ford in First Street, fondata da Lawrence Bickford nel 1934. La concessionaria è ancora aperta e a conduzione familiare, sebbene si sia trasferita dal distretto storico di Snohomish a Bickford Avenue all'estremità settentrionale della città. 
Snohomish apprezza e celebra la sua storia attraverso vari gruppi dedicati alla conservazione del suo patrimonio e del suo carattere unico. Negli anni '60 c'è stata una spinta per preservare il carattere storico di Snohomish e per incoraggiare la vitalità commerciale dell'Historic Business District. La Snohomish Historical Society è stata fondata nel 1969 e ha sede presso il Blackman House Museum, la vecchia casa di Hyrcanus Blackman. Il legname locale, il primo lavorato dai Blackman, fu utilizzato per costruire la casa nel 1878.  
Nel 1973, Snohomish è stata la prima città della contea ad approvare un'ordinanza che istituisce un distretto storico, che è elencato nel registro nazionale dei luoghi storici. Il quartiere storico è un'area di 26 isolati lungo il fiume Snohomish, contenente un mix di usi commerciali e residenziali. Il Design Review Board della città di Snohomish, un organo consultivo, è stato creato nel 1979 per garantire che lo sviluppo nel distretto storico sia coerente con gli standard storici stabiliti. 
Historic Downtown Snohomish, fondata nel 2004, è un'organizzazione senza scopo di lucro di volontari e aziende che lavorano per promuovere, preservare e migliorare il quartiere degli affari del centro storico della città.
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soldan56 · 2 years
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Protezione dell’Ambiente e ISPRA: nel corso del 2021, avvertono i tecnici, il consumo di suolo in Italia è ulteriormente cresciuto. Lo scorso anno sono stati 70 i chilometri quadrati di terre complessivamente sottratti alla Natura, quasi quanto 27 campi da calcio costruiti ogni giorno per un anno intero. Ammonta a 21.500 chilometri quadrati la superficie del Belpaese già impermeabilizzata e ricoperta di cemento, il 25% destinato agli edifici. Una corsa che spazza via, concentrandosi oltre il 70% nelle aree cittadine, proprio quei terreni candidati alla rigenerazione. 
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"La Setta degli Elementi"
La scrittura ogamica
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Secondo i celti, ciascuna cosa aveva il suo corrispettivo negli alberi, utilizzavano infatti l’Ogham, un tipo di alfabeto che racchiudeva significati mistici e dove ogni lettera simboleggiava un tipo diverso di albero.
La scrittura ogamica ha un aspetto particolare, in quanto è formata da una lunga linea, ai cui lati, o attraverso la quale, si dispongono delle tacche che vanno da una a cinque.
Tale sistema formato da tacche poteva essere utile anche per comunicare in modo cifrato, infatti alcuni ricercatori hanno individuato una corrispondenza tra le quattro serie di cinque caratteri dell’alfabeto ogamico e le dita della mano, che sono cinque, dotate di tre falangi, quindi di quattro spazi (includendo la punta del dito) che era possibile indicare, per trasmettere un messaggio in codice.
Ogham craobh significa Scrittura arborea.
Le consonanti:
- Beith: associato alla betulla, l’albero degli inizi, il primo a mettere le foglie e perciò il primo a comparire in questo alfabeto.
Per propiziare l’anno nuovo si usava scacciare lo spirito dell’Anno Vecchio proprio con verghe di betulla.
Il suo mese lunare va dal 24 dicembre al 20 gennaio, proprio il periodo appena successivo al solstizio invernale.
- Luis: il sorbo selvatico, famoso per le sue bacche di un rosso acceso.
Per i greci questo colore era associato ai morti, e infatti il sorbo è l’albero del risveglio e del ritorno alla vita.
Il suo mese lunare va dal 21 gennaio al 17 febbraio, e circa a metà di questo lasso di tempo si trova Imbolc, la celebrazione del ritorno della luce.
- Nion: il frassino
Le verghe (bastone) dei druidi erano fatte di questo materiale, inoltre Yggdrasil, l’albero del mondo nell’immaginario norreno, era proprio un enorme frassino.
Per i greci era una pianta sacra a Poseidone, il dio dei mari, e infatti nel Galles si usa costruire i remi a partire da questo legname.
Il suo mese lunare va dal 18 febbraio al 17 marzo, periodo delle piene, in cui l’elemento acquatico raggiunge la sua massima potenza.
- Fearn: l’ontano, albero oracolare che cresce sulle rive delle isole fluviali un tempo sede di santuari dove risiedeva un oracolo.
Quando viene tagliato, il suo tronco si tinge di rosso, quasi stillasse sangue, inoltre le sue foglie sono ricoperte da una patina viscosa che le rende impermeabili, pure il suo legname resiste bene all’acqua e per questo era utilizzato per i pilastri delle palafitte.
Il suo mese lunare va dal 18 marzo, quando inizia a fiorire, al 14 aprile. In questo periodo avviene l’equinozio primaverile.
- Saille: il salice, albero sacro a Ecate, dea greca connessa all’aspetto magico della Luna.
Il suo è il quinto mese dell’anno, così come si tratta della quinta lettera che stiamo analizzando, ed il V, a Roma, era il numero sacro alla dea lunare Minerva.
Precisamente il suo mese lunare va dal 15 aprile al 12 maggio, momento molto particolare, in quanto si celebrava Beltane, la rinascita della natura, accendendo grandi fuochi e venendo trascinati in festività al termine delle quali si usava cospargersi di cenere e rugiada per propiziare il benessere e la fertilità delle donne e della terra.
- Huath: il biancospino, dai fiori candidi e dalle bacche sanguigne, al quale sono legati i concetti di purificazione e castità.
Il suo mese lunare va dal 13 maggio al 9 giugno.
- Duir: la quercia, uno degli alberi dalla simbologia più forte in assoluto.
Duir è la radice da cui molte lingue anglosassoni hanno fatto derivare la parola porta, ma anche la parola druido trova qui le proprie origini.
Essa, come dice la tradizione, chiama il fulmine, ed infatti è associata a divinità tonanti come Zeus, Giove o Thor.
Il suo mese lunare va dal 10 giugno al 7 luglio, a metà del quale avviene il solstizio d’estate e il re sacro riceve la sua investitura.
- Tinne: l’agrifoglio
Nella mitologia gallese, Sir Gawain, il Cavaliere Verde, era armato di una mazza fatta con questo legname, proprio come il celtico Cu Chulainn.
Talvolta è assimilato ai significati legati al re sacro tipici della quercia, in fondo il dio del tuono presso i Galli si chiamava Tannus, e Tinna quello etrusco.
Il suo mese lunare va dall’8 luglio al 4 agosto.
- Coll: il nocciolo, l’albero dei sapienti e dei poeti. Quest'albero dà frutti dopo nove anni, e il nove è il numero sacro alle Muse ispiratrici.
Fionn, l’eroe celtico, aveva lo scudo fatto di questo materiale.
Il suo mese lunare va dal 5 agosto al 1 settembre.
- Muin: la vite (o, nei luoghi dove questa non cresceva, il rovo)
Pianta legata al vino e alla frenesia, è appannaggio di Dioniso.
La vendemmia avviene nella stagione autunnale, infatti nel suo periodo si celebra l‘equinozio d’autunno.
Il suo mese lunare va dal 2 al 29 settembre.
-Gort: l’edera. Simbolo di rinascita e rinnovamento, forse per il fatto che cresce a spirale e sale verso l’alto.
Il suo mese lunare va dal 30 settembre al 27 ottobre, ultimi momenti buoni per il raccolto, prima del sopraggiungere dell’inverno.
-Ngetal: il giunco
Rappresentava la sovranità del faraone, visto che il suo scettro era fatto di questo materiale.
Era utilizzato per coprire le capanne e fabbricare solidi tetti ed era perciò simbolo di un lavoro concluso secondo la corretta usanza.
Il suo mese lunare va dal 28 ottobre al 24 novembre.
-Ruis: il sambuco, albero connesso alle streghe.
Il suo mese lunare va dal 25 novembre al 23 dicembre, comprendendo il solstizio d’inverno, e da qui si può comprendere la sua associazione con l’oscurità e la magia.
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Le vocali:
Esse rappresentano i giorni dei solstizi e degli equinozi.
-Ailm: l’abete, albero della nascita in molte culture e legato alla figura della divinità femminile e lunare.
Indica il primo giorno dell’anno.
-Onn: il ginestrone, dotato di fiori giallo dorati, come il sole delle prime giornate calde, rappresenta infatti il momento tanto atteso dell’equinozio di primavera.
-Ura: l’erica, dal colore rosso e rosato, che cresce in montagna è collegata al potente sole di mezza estate.
-Eadha: il pioppo bianco, canuto come la vecchiaia e come i giorni sempre più freddi dell’equinozio d’autunno.
-Idho: il tasso, albero della morte.
Con il legno di tasso si costruivano ottimi archi, che avevano lo scopo di uccidere i nemici, e con le sue bacche si ricavava una poltiglia utile per avvelenare le frecce. Alla luce di ciò, non ci stupisce il suo legame con il solstizio d’inverno, il giorno più buio e freddo dell’anno.
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO PRIMO - di Gianpiero Menniti 
LA CASA DEL DIO
E’ stato Vitruvio a indicare e forse a dare per primo, un nome agli ordini architettonici greci.  Così, il “dorico”, risalente già al VII secolo a.C. ma stabilizzatosi nelle sue proporzioni e caratteristiche nel secolo successivo, si presenta nel suo stile sobrio, essenziale, corposo, che lo distingue e nel quale si è cristallizzato nel tempo.  Si tratta di una condizione dalla quale traspare un tema prevalente, che riguarda in generale tutti gli ordini architettonici ma che riveste un particolare significato nella visione antica: la conservazione del disegno architettonico dell’edificio sacro.  Conservare, ripetere una forma rappresenta il riflesso della dell’immutabilità del divino cui l’edificio dedicato si richiama.  L’eternità del Dio nella sua forma perenne non può che identificarsi nell’eternità di forma della “casa del Dio” eretta dagli uomini.  In questa scia, le proporzioni riferibili all’ordine architettonico, più che definirsi per scelta concettuale simbolica, traggono origine dalle originarie possibilità strutturali del tempio più antico realizzato con l’uso del legname e con le tecniche afferenti, per esempio, il gruppo colonnare (fusto e capitello) costituito – nell’ipotesi più probabile – da venti fasci di arbusti uniti in una struttura circolare in elevazione e collegati all’architrave soprastante con la mediazione strutturale ed uniformante del modulo echino/abaco.  Il rigonfiamento (entasis) del fusto della colonna dal basso verso l’alto, ripetuto nel tempio litizzato, non è che l’imitazione dell’effetto generato dal peso dell’architrave sul gruppo colonnare nell’originario tempio di legno.  Così come le tipiche scanalature a spigolo vivo che imitano il fasciame di arbusti collegati.  Dunque, le caratteristiche dell’ordine dorico si presentano come riproposizione di una forma “sacra” definita dalla visione della struttura lignea che lo precede.
Tempio di Hera, c.d. basilica di Paestum (540-510 a.C.), tempio dorico della Magna Graecia
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gregor-samsung · 2 years
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“ Sembrava che la vita si fosse accanita su Galina, ma si fosse accanita invano: si era arenata in un paese dove quelli come lei non li volevano, senza un altro posto dove andare; aveva un lavoro da impiegata in ospedale, e l’aveva perso perché non aveva superato l’esame di lèttone; si era arrangiata per anni dando lezioni di balletto e di violino (sí, era diplomata in violino), finché era riuscita ad andare in pensione, e chissà quanto misera doveva essere la pensione; infine viveva da sola, a piú di settant’anni. Eppure sembrava che nessuno di questi eventi avesse scalfito il suo strutturale ottimismo. I vestiti? Glieli mandava una sua amica di Madrid che aveva un guardaroba, a sentire lei, sterminato. L’assistenza sanitaria? Non c’era, la Lettonia l’aveva soppressa, troppo cara per le finanze del paese; ma per fortuna aveva fatto amicizia con un suo vicino farmacista, che le passava qualche medicina, se ne aveva bisogno. Non avevano una lira in Lettonia, ha spiegato, improvvisamente pragmatica. La Lettonia produce una sola cosa, legname, e ne vendeva il novanta per cento all’Unione Sovietica, ma naturalmente, appena diventati indipendenti, i lettoni hanno pensato bene di interrompere i rapporti commerciali, col che il legname restava lí a marcire. Nell’euro non li avevano voluti, e allora loro avevano detto, bene lo stesso, non c’è problema, facciamo una valuta col cambio fisso. Insomma, ha concluso creativamente Galina, si sono chiusi los huevos, i coglioni, nel baule della Porsche di Angela Merkel e le hanno detto, va’ pure Angela, noi ti seguiamo di corsa. Ed ecco i risultati! Ma rideva dicendolo, come se la cosa non la riguardasse. Anzi, col procedere dei chilometri, Galina aveva assunto atteggiamenti che si potevano definire civettuoli, seduttivi; aveva la capacità di ricreare intorno a sé, anche in un triste autobus sotto un cielo di nuvole, l’atmosfera del bel mondo cosmopolita della sua giovinezza, che era felice di rievocare, senza per questo rimpiangerlo. C’era da imparare da lei. Il mio amico si è ripromesso di farlo, anche se non sapeva bene come. “
Guido Barbujani, Soggetti smarriti. Storie di incontri e spaesamenti, Einaudi (collana Super ET Opera Viva), febbraio 2022¹; p. 112.
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goodbearblind · 2 years
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"Dove stai portando la mia foresta? Guardo la terra e i miei piedi sono intrappolati nell'argilla rossa. Ho alzato la testa e in un attimo una nuova strada e stata costruita, attraverso la fitta foresta, da una macchina. Potevo vedere la figura del meccanico che guidava, mentre apriva il varco tritando per sempre la jungla. Ho provato a muovere un passo, ma sono scivolato. La nuova strada è fangosa a causa delle continue piogge. Poi ho sentito un suono era quello della motosega che tagliava gli alberi. Ho seguito la nuova strada fino a che ho raggiunto il Caterpillar e ho notato che l'operatore era asiatico, mi ha urlato delle parole che non ho capito, poi agitandosi e a gesti mi impose di levarmi dalla strada, dove grossi camion transitavano. Continuo a sentire il suono della motosega devo vedere cosa sta succedendo, così comincio a correre dietro ad un camion, l'uomo asiatico salta fuori dal caterpillar e mi intima di fermarmi, ma non lo ascolto e continuo a correre. Così, senza fiato ho raggiunto uno spiazzo: ecco dove conduceva la strada! Tutta la foresta era stata tagliata e la radura era il campo dei boscaioli. Potevo vedere cataste di tronchi grosse come montagne. Una grossa macchina caricava i camion... DOVE PORTANO I MIEI ALBERI? ho chiesto, ma nessuno ha risposto alla mia domanda. Dopo un po' ho visto un autista salire su uno dei camion e partire, così ho cominciato ad inseguirlo per vedere dove andava, ma l'ho perso. Ho trovato un albero e mi sono arrampicato fino alla cima, per poter avere una visione ampia della vallata, i miei occhi hanno seguito la strada fino al fiume, i camion erano lì, una barca era pronta per caricare il legname e portarlo via. Ho spostato la mia attenzione al campo dei taglialegna, in cima all'albero potevo vedere tutto chiaramente; gli alberi cadevano, udivo il suono della motosega, ma non il canto degli uccelli. Quella parte della valle e solitamente ricoperta da foresta primaria, ora vedo un deserto senza alberi. Ora vedo l'uomo asiatico che con la sua macchina taglia i miei alberi, vedo i miei alberi caricati sul suo camion per essere portati, Dio sa dove! Con il cuore pesante sono sceso dall'albero, era il tramonto e l'oscurità cresceva, il suono della motosega smise e potei udire il canto degli uccelli, poi il richiamo triste dell'Uccello del Paradiso echeggiò da lontanò, la sua foresta era stata distrutta, la sua casa era anche la mia." (Duncan Gabi)
#duncangabi
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lamilanomagazine · 12 days
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Viadana, i Carabinieri Forestali salvano una garzaia da un abbattimento di un pioppeto
Viadana (Mantova), i Carabinieri Forestali salvano una garzaia da un abbattimento di un pioppeto E’ solo grazie al tempestivo intervento dei Carabinieri forestali di Mantova che un’importante garzaia situata a Viadana, tra San Matteo delle Chiaviche e Villastrada, è stata salvata dalla completa distruzione da parte di chi stava tagliando il pioppeto che ospitava decine di nidi di aironi ed altri uccelli acquatici protetti. Come non molti sanno, una garzaia è un luogo dove molte specie di uccelli trampolieri di passo, gli ardeidi, in particolare aironi, nitticore, garzette, nel periodo primaverile, costruiscono ogni anno i nidi per la deposizione delle uova e la cura dei propri pulcini. Essendo specie gregarie, questi uccelli in Pianura Padana scelgono degli habitat con alberi d’ alto fusto, principalmente formazioni boschive ripariali quali saliceti, ontaneti, boschine miste, ma anche canneti, per costruirvi decine di nidi dove condurre la loro attività riproduttiva. Purtroppo, frequentemente, i siti prescelti sono dei semplici pioppeti, diffusissimi in Pianura Padana all’ interno delle golene del Po e dei suoi affluenti, impianti artificiali di alberi a rapido accrescimento per la produzione di legname per l’industria della carta e dei pannelli. Il fatto non sarebbe di per sè pericoloso per le colonie di uccelli; ma può succedere, come nel caso che stiamo raccontando, che il pioppeto sia giunto a fine turno (solitamente 10/12 anni dall’ impianto) ed il proprietario decida di abbatterlo per ricavarne il legname previsto, senza curarsi della presenza di decine o centinaia di nidi. Ed in questo caso è andata proprio così: l’utilizzazione dell’arboreto è iniziata senza alcuna preoccupazione per i nidi, ben visibili date le loro dimensioni, presenti. Nel giro di poche ore di lavoro l’abbattimento a raso di buona parte dell’impianto arboreo ha comportato una strage di nidi, che sono restati schiacciati sotto tronchi e chiome pesanti quintali i quali, schiantandosi al suolo, hanno ucciso pulcini, distrutto uova e di fatto quasi azzerata la riproduzione di quella colonia, con un danno gravissimo per la biodiversità e la conservazione di uccelli protetti non solo dalla legislazione nazionale sulla caccia ma anche dalle Direttive europee e mondiali recepite dall’ Italia, come la Direttiva Uccelli del 2009, la Direttiva Habitat del 1992, ma ancor prima la Convenzione di Berna del 1979 . Per fortuna in questo caso il danno è stato almeno in parte sventato: grazie alla preziosa e competente segnalazione di persone del posto al Gruppo Carabinieri forestale di Mantova, nella mattinata di ieri 4 militari si sono rapidamente recati sul posto, dove hanno immediatamente intimato il fermo lavori alla ditta di contoterzisti che stava atterrando le piante di pioppo. Sotto i tronchi e le ramaglie ormai abbattuti sono stati rinvenuti decine di nidi, con uova schiacciate, pulcini morti o in fin di vita, adulti storditi o feriti. Fortunatamente l’intervento ha scongiurato danni estremi, preservando circa un quarto del pioppeto dall’ ulteriore abbattimento, ma il danno è comunque molto grave. Con l’aiuto di alcuni naturalisti di fiducia dei forestali, molti nidi ed uccelli sono stati rinvenuti, censiti, classificati, e quelli feriti, grazie alla collaborazione della Polizia provinciale, avviati verso i centri di recupero più vicini, per un estremo tentativo di cura e liberazione: sulla base degli esemplari e delle carcasse rinvenute, alcune decine, si stima che gli uccelli morti possano essere diverse centinaia, con altrettanti nidi distrutti. Sentita l’autorità giudiziaria, i forestali hanno messo sotto sequestro preventivo tutta l’area dell’impianto, per evitare che i lavori potessero venire irresponsabilmente proseguiti, e denunciato per la uccisione di animali attraverso la distruzione dei nidi gli esecutori materiali del gesto. Questi ultimi, che saranno processati per la violazione dell’art. 30 c. 1 lettera b) della legge sulla protezione della fauna selvatica omeoterma, la Legge nr. 157/1992, comunemente conosciuta come legge sulla caccia, andranno incontro ad un processo rischiando l’ arresto da 2 a 8 mesi o l’ ammenda da 750 a 2000 Euro. Fatti come quelli narrati non sono purtroppo rari, e fa veramente male sapere che misfatti del genere in danno al nostro ambiente naturale e al patrimonio di biodiversità non solo italiano ma di tutta l’ Europa potrebbero essere evitati semplicemente con un pizzico di sensibilità da parte degli operatori, in questo caso evitando il taglio dei pioppeti nei mesi primaverili, da marzo a giugno/luglio, quando si svolge la nidificazione, e rimandandolo agli altri periodi dell’ anno quando le garzaie sono disabitate e l’ abbattimento degli alberi non comporterebbe alcun danno ecologico. Purtroppo anche la normativa a disposizione delle forze dell’ordine per reprimere fatti del genere è del tutto inadeguata, specie per l’ammontare irrisorio delle sanzioni applicabili o per la mancata previsione delle fattispecie punibili nella normativa di settore, quando ad esempio pratiche come quella del taglio dei pioppeti potrebbe essere facilmente disciplinata da un punto di vista temporale anche solo da normative di livello regolamentare.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Allarme foreste: in pericolo un terzo degli alberi europei entro il 2100
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista 'Nature Ecology & Evolution' lancia un preoccupante allarme foreste: entro la fine del secolo, l'Europa potrebbe perdere fino a un terzo delle sue specie arboree a causa del cambiamento climatico. Allarme foreste: lo studio I ricercatori, guidati da Johannes Wessely dell'Università di Vienna, hanno analizzato la distribuzione di 69 specie arboree autoctone in Europa, tra cui frassini, querce, salici e sorbi, sia in ambienti naturali che in piantagioni. Utilizzando modelli climatici avanzati, hanno simulato la capacità di sopravvivenza di queste specie fino al 2100 in tre scenari climatici differenti: uno moderato, uno intermedio e uno severo. I risultati sono sconfortanti: anche nello scenario moderato, si prevede una riduzione del 33% del numero di specie arboree adatte a sopravvivere per km2. In uno scenario più severo, la perdita potrebbe raggiungere addirittura il 49%. Le conseguenze di questa massiccia estinzione sarebbero gravissime: le foreste europee non solo perderebbero la loro biodiversità, ma anche la loro capacità di fornire legname, immagazzinare carbonio e offrire habitat per la fauna selvatica. Cosa possiamo fare per scongiurare questo disastro? - Riduzione delle emissioni di gas serra: La priorità assoluta è contrastare il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra. Questo significa passare a fonti di energia rinnovabile, migliorare l'efficienza energetica e ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili. - Protezione delle foreste esistenti: Dobbiamo proteggere le foreste esistenti dalla deforestazione e da altre minacce. Questo significa creare aree protette, gestire le foreste in modo sostenibile e aumentare la consapevolezza sull'importanza delle foreste. - Piantare nuovi alberi: Possiamo piantare nuovi alberi per aiutare a ripristinare le foreste perdute e degradate. Questo può essere fatto attraverso iniziative di rimboschimento e piantando alberi nei nostri giardini e comunità. - Supportare le organizzazioni che lavorano per proteggere le foreste: Ci sono molte organizzazioni che lavorano per proteggere le foreste europee. Possiamo sostenerle donando denaro, volontariato o diffondendo la parola sul loro lavoro. Ogni albero conta. Proteggendo gli alberi europei, possiamo contribuire a mitigare il cambiamento climatico, a proteggere la biodiversità e a garantire un futuro sano per il nostro pianeta. Foto di Joe da Pixabay Read the full article
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newsnoshonline · 2 months
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Un nuovo metodo che individua l'origine del legno può frenare il legname illegale Un metodo innovativo per combattere il traffico di legname illegale Un gruppo di scienziati svedesi ha sviluppato un metodo innovativo per tracciare l’origine di travi di legname fino alla foresta europea di provenienza, combinando lavoro sul campo tradizionale e modelli computerizzati sofisticati. Questo nuovo approccio, descritto in un articolo del giornale scientifico “Piante naturali”, potrebbe contrastare efficacemente la vendita di legname russo vietato nell’Unione europea a causa della guerra in Ucraina, ma ancora richiesto sul mercato europeo. Scoperta di spedizioni di legname illegale in Belgio Recentemente, questo metodo è stato impiegato con successo per identificare grandi carichi di legname russo
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siciliatv · 2 months
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Il favarese Antonio Todaro per il film con Giancarlo Giannini "Un viaggio per incontrare Mimì"
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Anche Favara sarà protagonista del grande evento siciliano che sabato prossimo 6 aprile 2024, vedrà sul palco del teatro Metropolitan di Catania l'attore Giancarlo Giannini protagonista del film "Un viaggio per incontrare Mimì", l'ultima opera cinematografica dell'autore e regista siciliano Alfredo Lo Piero. Il favarese Antonio Todaro (nella foto assieme a Giancarlo Giannini), classe 1994,  ha firmato il montaggio e la sonorizzazione del film. Il suo nominativo era stato segnalato dal Maestro Salvo Legname, che nel film ha curato la Colonna sonora e che con Todaro aveva già collaborato con soddisfazione. "Un viaggio per incontrare Mimì" è un film documentario realizzato per omaggiare le bellezze della nostra terra di Sicilia. "Sono stato veramente fortunato, forse perché audace di carattere, nell'essere riuscito a portare a termine il prestigioso incarico" dice Antonio Todaro. "Montare film, video clip, documentari é un sogno che mi portavo dentro da bambino, e che finalmente sono riuscito a realizzare - ha continuato -.  Che il regista abbia riposto in me la fiducia di esprimere l'ultima voce autoriale, mi lusinga, ma soprattutto avvalora il fatto che i giovani non devono mai demordere, perché studiare e lavorare ripaga sempre". Sono stati mesi di sacrifici e lungo lavoro in stretto contatto con il regista, che passo dopo passo, ha accompagnato Antonio Todaro sino alla chiusura definitiva della pellicola. Un'esperienza che Antonio spera presto di poter ripetere molto presto. Noi della redazione quindi, auguriamo buona fortuna a tutto il cast e ai tecnici del film e, in particolar modo, al nostro Antonio Todaro. Che "Un viaggio per incontrare Mimì", sia l'inizio si di un lungo viaggio, ma stavolta professionale e pieno di successi. Read the full article
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