Tumgik
#ma legge Pordenone?
marcogiovenale · 1 year
Text
angeli a pordenone (come in tante altre città) - in difesa del lavoro salariato
Comunque questa pagina https://www.pordenonelegge.it/fondazione/angeli io per non saper né leggere né scrivere l’ho salvata nella Wayback Machine di archive.org, e più esattamente qui: https://web.archive.org/web/20230722084711/https://www.pordenonelegge.it/fondazione/angeli Una qualche memoria della concezione del lavoro in Italia deve rimanere anche per i posteri. Quando si dice “fare poesia…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
uds · 5 years
Text
parlavamo in inglese; la mia confidenza con la lingua dei dischi belli era decisamente inferiore a quella di adesso, e mi impediva di spiegarmi del tutto, di tradurre in vibrazioni delle corde vocali la totalità dei miei pensieri, delle mie risposte.
per una volta questo non mi riempiva di frustrazione, ma di sollievo, perché mi forniva l'alibi perfetto per non dover mostrare il terrore di non essere chissà che profondo.
era la metà degli anni duemila, avevo poco più di vent'anni, i capelli troppo lunghi sugli occhi, una maglia a righe orizzontali ed ero un disastro che si compiva lentamente.
mi parlava con il suo accento strascicato, voltandosi a tratti verso la strada, incuriosita dal normalissimo svolgersi della vita in un punto a caso a nordest sulla cartina. la sua treccia nera, morbida, cominciava sotto la linea delle spalle, e ondeggiava ipnotica davanti a me, scorrendo l'ampia balza sul fronte della sua maglietta, che le copriva il seno lasciando libere le spalle. una ciocca di capelli continuava a scavalcarle l'orecchio sinistro, e le dita che si alzavano a sistemarla erano veloci e brusche, allo stesso modo in cui il suo accento tagliava corto il mio nome pronunciandolo.
francese, con padre marocchino. erasmus. un anno di distanza tra di noi. un nome che porta le labbra a sorridere quando lo si ripete. sopracciglia sottili e occhi grandi che bruciavano sulla pelle del colore di chi è nato dal miglior tipo di incontro possibile tra corpi di tonalità diverse. l'unica forza che ha sempre costantemente mandato in culo i pregiudizi.
ogni tanto mi distraevo, cercando di capire perchè fosse al mio stesso tavolo in un giorno qualunque di un giugno qualunque. forse pensava che le mie incertezze fossero sintomo di chissà che mistero, o forse mi vedeva come qualcuno di innocuo, con cui passare del tempo senza preoccuparsi di eventuali sottointesi.
vai tu a saperlo.
era la quinta volta che ci vedevamo. la terza avevamo passato due ore a parlare di musica, in mezzo a un parco, a una festa a cui eravamo stati invitati da compagni di università. io le avevo parlato dei testi degli smiths, lei di quanto odiava gli stereotipi di certo rap francese. finché le parole giravano attorno a quegli argomenti, potevo anche sembrare uno con una minima idea delle regole che governano il mondo.
la quarta volta era stata a un concerto, sempre tra amici, e quanta provincia c'è dentro prova a star con me un altro inverno a pordenone. potresti parlarne per giorni, anche se la provincia è quella di lione.
ma in quel momento c'eravamo solo io e lei, e i discorsi si fermavano piano su storie appena finite, mentre punzecchiava l'insalata e beveva un frullato (francesi, santo cielo). su cose da fare quando non ci sono cose da fare. su esami e pioggia. sollevava le spalle e sorrideva quando mi spiegavo male. sorrideva e basta quando era lei a studiare le mie reazioni.
non capivo cosa stesse succedendo.
(sai che novità)
il profumo delle sue lenzuola mi faceva sentire come quando camminavo sul lungomare della mia città da bambino, verso maggio, e dalla spiaggia saliva l'aroma della sabbia scottata dal sole per la prima volta. una promessa serena, per quanto a termine.
ieri ho ricevuto una chiamata da un amico comune. la settimana scorsa c'è stato un incidente, e purtroppo lei non è mai esistita. né l'amico comune, né la telefonata. e comunque io non sono quello del racconto, gli anni forse non corrisponderebbero nemmeno.
è tutto solo una sensazione avuta vedendo una bella foto in dashboard. però chi legge vive mille vite, e io e voi abbiamo vissuto, per i due minuti che ci son voluti a leggere queste righe, quella scena. magari è una scena da poco, ma vai tu a star dietro alle classifiche dei momenti.
61 notes · View notes
simonettiwalter · 5 years
Photo
Tumblr media
Sto sfogliando un libro a caso ma Esiste il caso? Un libro sul buddismo e ho trovato delle parole amica, oggi tenendo stretto tra le mani il ciondolo che mi lega a te ti ho pensato. "Tutto è vero tutto è falso... Tale è l'autentica caratteristica della legge ." Ti dico questo perché anche se non ci crederai come ho scritto ad un artista @ella_inmusic stamattina "Io voglio soltanto vincere" questa guerra disperata che è la vita. #frasi #raccontostorie #ilaegretoechenoncesegreto #1969 (presso Pordenone, Italy) https://www.instagram.com/p/B2WwB1FoBaIm0BpeOT4ryQu_-iNvNoDlLoPN6Q0/?igshid=1l4p20ixzh4ej
1 note · View note
pangeanews · 6 years
Text
“Riempio di angoscia le filastrocche, questo è un libro senza precedenti”: dialogo con Tiziano Scarpa
Nel 2018 è sbocciato un poeta. Nel 2018 Tiziano Scarpa, con cui dialogo spesso, per “un ingorgo editoriale non premeditato”, come dice lui, ha pubblicato un romanzo – Il cipiglio del gufo, con Einaudi – e due raccolte poetiche, una s’intitola Le nuvole e i soldi (stampa sempre Einaudi), l’altra, che a onor di sottotitolo è una raccolta di “storie in rima”, si chiama Una libellula di città (stampa minimum fax). In realtà, il genio di Scarpa è che tiene il piede linguistico in più scarpe: fa romanzo, teatro, poesia, mantenendo la stessa posa, ma mutando il peso della forma. Se altri esperimenti poetici – Nuove galassie oggi come oggi, Groppi d’amore nella scuraglia – non sono stati ben digeriti dal mio cranio lirico – cioè: gonfio di pregiudizi e di astuzie – quest’ultimo, questa collezione di libellule in versi, all’apparenza fragile, effimero come uno sbuffo di luce, che Scarpa si porta appresso da lustri – “La più vecchia di queste storie in rima è… scritta nel 2000” – mi sorprende. Con atletismo letterario e tempra da alchimista, Scarpa rinnova l’arte bambina, e rischiosa, della filastrocca – distici in rima baciata, endecasillabi – incatramandola di tenebra, tuffandola nell’angoscia, nell’horror, nel grottesco. A me fa venire in mente un David Linch che beve una china calda con Palazzeschi, mettendo in scena Twin Peaks con una falange di ‘scapigliati’, lui mi dice che ha preso a spunto Edward Lear, virtuoso del limerick. In ogni caso, questa libellula di città custodisce sketch corrosivi, come la storia del ragno leopardiano (“Sono contento di essere nato?/ O questo mondo è tutto sbagliato?”) che cerca la verità nei lamenti delle sue prede (“La vera musica che sognavo,/ dalle mie vittime lo aspettavo”), quella dello Scultore più retto del mondo che “doveva squadrare/ il più grande tabù circolare”, quella della Giocoliera di Tolmezzo che ha un finale epigrafico, canonico, straziante (“Il grande artista è sempre quello morto”). Soprattutto, filastrocheggiando, ci occhieggiano versi molto belli, piccoli pezzi di cristallo, come questi: “Volano verso il fiotto splendente./ Cieche, risalgono alla sorgente”; “Da quella stirpe illusa e felice,/ si staccò un’indole controluce”; “Qualcosa pullula in mezzo al nulla./ Alle mie spalle il buio sfarfalla”, tutti tratti da Una falena a Cinecittà. Anche l’intervista, d’altronde, per sua natura è falena – e a volte felina – godetevela così, come una fiammata di verbi nella trita oscurità. (d.b.)
Intanto. Due raccolte poetiche nello stesso anno (l’altra è Le nuvole e i soldi, stampa Einaudi), fanno di te più che altro e più che tutto un poeta. Parola – “poeta” – passata di moda, che sta tra il marmo e la sfiga. Cosa dici, ci stai nella didascalia – poeta – o per te la poesia è gioco, “anello che non tiene”, sfogo liminare alla prosa, alterità che si fa verbo?
Che questi due libri – Le nuvole e i soldi e Una libellula di città – siano usciti nello stesso anno è casuale, un ingorgo editoriale non premeditato. Nessun gioco: scrivo poesie quando sento il fervore della forma. Quanto a Una libellula di città, non sono sicuro che si tratti di poesie; io le chiamo storie in rima: scusa se faccio il puntiglioso nel precisare questo, ma se ci pensi è un modo di risponderti, perché la parola “poeta” è una specie di piedistallo, può indicare il posto da cui hai intenzione di parlare; più o meno così: «Ecco, adesso salgo sul piedistallo di marmo dove è incisa la parola “POETA” e vi parlo da lì». No, per favore. Non guardate da dove vi parlo. Leggete, se ne avete voglia, le parole che ho scritto, prendetele per quello che dicono, senza badare al presunto piedistallo da cui vengono pronunciate.
In questi versi poco civici e piuttosto cinici leggo, in controluce, Palazzeschi, Govoni, un poco di Dossi: è vero? Da dove arrivano queste filastrocche macabre e colorate?
Quasi tutte queste storie cominciano come i limerick di Edward Lear: si indica un personaggio in maniera generica, accanto alla città di provenienza: “There was an Old Person of Dover”, “There was a Young Lady of Dorking”; “C’era un elefante di Pordenone”, “C’era un mastro vetraio di Murano”… Il riferimento principale è quello, i limerick, anche se poi ogni mia storia è molto più lunga, e ha una sua coerenza, non è un nonsense. È raccontata con le rime baciate, che di solito si usano nelle storie per bambini. C’è un libro Rizzoli, del 1968, intitolato Le nuove filastrocche, con testi di Landolfi, Arpino, Rodari (che mi piace anche se non lo ammiro formalmente, perché era metricamente sciatto) e altri, fra cui un autore bravissimo e dimenticato, Vezio Melegari. Ma in Una libellula di città io racconto agli adulti storie tragiche e disperate usando le rime e la metrica che gli adulti stessi riservano ai bambini. Capisci? Ritorco contro noi adulti una forma che riteniamo puerile, e la riempio di angoscia. Perciò penso che questo libro non abbia precedenti nella nostra letteratura; o almeno, io non ne conosco.
Parli, spesso, con l’arma della rima in apparenza facile, di morte: perché? Non c’è davvero, dunque, altro tema che questo? 
Una storia su due parla di morte, ma quasi sempre negli ultimi versi. Ciò che conta non è la morte, ma da dove ci si arriva, che percorso si fa per raggiungerla.
“Sono contento di essere nato? / O questo mondo è tutto sbagliato?”: a parlare è un ragno esistenzialista. La domanda che si pone il tuo ragno, la faccio io a te, rispondi!
È significativo che ti abbia colpito proprio questo testo, che è anomalo in un libro fatto di storie in terza persona: Una libellula di città è antilirico, parla di altri, donne e uomini che non sono io, piante, animali: non c’è quasi mai identificazione tra chi dice “io” e il protagonista della storia. Te lo faccio notare solo per mettere in evidenza che la nostra cultura poetica è fatta così: tutto ciò che è scritto in versi tendiamo a considerarlo un’immediata effusione dell’io, della sua posizione esistenziale. Quando uno sale sul piedistallo di marmo dove è incisa la parola “POETA” e parla da lì, ecco che si dà per scontato che stia parlando di sé. Ma Una libellula di città ha sì e no cinque storie su trenta raccontate in prima persona. Comunque, non voglio sottrarmi alla tua domanda: “Sono contento di essere nato? / O questo mondo è tutto sbagliato?”, si chiede il ragno. Ammetto che mi ha fatto effetto scrivere quei due versi, anche se li ho messi in bocca a un personaggio diverso da me: lì il pronome “io” è in prestito. Io sono contento di essere nato anche se questo mondo è tutto sbagliato. In quella storia il ragno pretende un canto di verità dalle sue vittime durante la loro agonia. Spero di non essere altrettanto sadico, ma penso anch’io che la vita sia ipocrita. Non ci si dice la verità, che è fondata sulla coscienza di dover morire prima o poi. La letteratura è uno dei modi per rimediare a questa ipocrisia.
Non mi pare che al primo posto dei piani culturali del paese ci sia la poesia, letta, semmai, nel suo aspetto liofilizzato, via Instagram, e…
Scusa se ti interrompo. Ma anche la scuola liofilizzava la poesia, o la incaprettava dentro categorie assurde che a me sembrano modi per disinnescare la forza di ogni singolo testo annebbiandolo dietro un’etichetta: pensa a “decadentismo”, “crepuscolarismo”, “ermetismo”… Spero che oggi le cose vadano meglio; non so, non conosco gli attuali programmi scolastici né i manuali. Giorni fa in una bancarella ho trovato il primo volume dell’Antologia popolare di poeti del Novecento, curata per Vallecchi da Vittorio Masselli e Gian Antonio Cibotto negli anni Cinquanta: poesie di Saba, Govoni, Rebora, Palazzeschi, Campana, Sbarbaro, Ungaretti, Montale e altri, scelte per il grande pubblico, pubblicate per colmare una lacuna. Senti che cosa scrivevano i due curatori nella prefazione, rivolgendosi al lettore: «Tu sei uno dei tanti che durante gli anni scolastici hanno letto le poesie di Dante, Petrarca, Foscolo, Leopardi, Carducci, Pascoli, D’Annunzio e ne conservano ricordo. Ma se ti si parla della poesia del Novecento, scorgi distintamente, nel fondo della memoria, soltanto La signorina Felicita di Guido Gozzano. Degli altri poeti del Novecento hai una pallida idea perché mai nessun critico letterario del nostro tempo ha saputo o voluto parlartene con semplicità di linguaggio nei giornali comuni che legge il cittadino comune». Quindi, anche allora “non mi pare che al primo posto dei piani culturali del paese ci fosse la poesia” (per citare le tue parole). Instagram e Facebook sono le antologie popolari dei nostri tempi. Così le poesie arrivano anche a chi non prenderebbe mai in mano un libro di versi. Tra un post su Salvini e uno sui gattini, la poesia cresce come una piantina interstiziale che ha attecchito chissà come sul muro rasente un marciapiede: cammini per la strada con gli occhi fissi sul tuo smartphone, navighi in rete e ti imbatti per caso in una poesia che sboccia sul tuo minuscolo schermo. Le nuvole e i soldi e Una libellula di città sono i miei libri di versi di cui ho potuto constatare per la prima volta la propagazione sui social. Il mio libro precedente, Discorso di una guida turistica di fronte al tramonto, era del 2008, quando Twitter, Instagram e Facebook non erano così pervasivi. Una poesia rilanciata su quei canali, oggi, raggiunge decine di migliaia di persone, spesso per caso, cogliendole di sorpresa. Su carta, la leggono sì e no in mille: con la differenza che questi lettori devono aver deciso di prendere in mano un libro di versi e aprirlo. Cosa dici? È un bene? È un male? Meglio leggere poesia per caso o per volontà? Era meglio prima? È meglio adesso?
Non mi pare, devo dire, che la cultura in sé sia il primo dei pensieri di questo e di altri governi. Come si reagisce (ma poi, c’è bisogno di reagire?), che cosa bisogna fare quando anche il gesto stesso di “pubblicare” pare atto medioevale, vetusto, in fondo inutile? 
Io le porto in giro, le leggo in pubblico, da solo o con una musicista formidabile, Debora Petrina. Per me le letture sceniche non sono né un cavallo di Troia né una strategia pop: sono una forma d’arte, perché la parola non è solo inchiostro, è anche suono, voce, suggestione fonosimbolica, percussione degli accenti. Stampare un libro è un atto moderno, non lo definirei medioevale: fonda un rapporto gutenberghiano, individuale, diretto, silenzioso, interiore, protestante, fra il testo e chi lo legge: non è che oggi le cose siano cambiate troppo; come succede da sempre per la letteratura – aedica, orale, papiracea, amanuense, su codici, a caratteri mobili, linotypistica, digitale – pubblicare innesca anche conseguenze sociali, relazionali, comiziali fra l’alfabeto e i corpi.
***
Una ragazza che vive in Alaska
  Una ragazza che vive in Alaska vuole viaggiare senza niente in tasca,
senza coltello né soldi né mappe: lascerà al viaggio dettarle le tappe.
Farsi guidare dalla libertà. Intanto andarsene, poi si vedrà.
Pensa al suo viaggio, si immagina i monti, picchi, cascate, voragini, ponti,
gorghi, vertigini, cavalcavia, fiordi, caligini, periferia.
Boschi notturni, ululati, creature. Sarà fantastico: quante avventure!
Muoversi a caso, da nord verso sud: Canada, Messico, Cuba, Perù,
poi con l’aereo volare a Hiroshima solo perché dopo Lima fa scena.
Senza un criterio, così, allegramente, cogliere ciò che racchiude il presente.
Non stare lì a criticare ogni bivio: prendere il largo e sfruttare l’abbrivio.
“Parto”. Si chiude alle spalle le porte, vede una freccia con la scritta Morte.
Segue quel senso, ridendo di cuore. Fa un passo, incespica, ruzzola, muore.
Tiziano Scarpa
*da “Una libellula di città e altre storie in rima”, minimum fax, 2018
L'articolo “Riempio di angoscia le filastrocche, questo è un libro senza precedenti”: dialogo con Tiziano Scarpa proviene da Pangea.
from pangea.news http://bit.ly/2SxrugA
4 notes · View notes
e-o-t-w · 2 years
Text
Eyes on the world #68
Tumblr media
Incredibile come manchi solo un mese a Natale.
Questo 2021 sta scivolando via come se nulla fosse. Appuntamento n.68 dell’Eyes on the World che si preannuncia frizzantino. Allacciate le cinture, partiamo subito 👇
🇮🇹/🇨🇳 LA ALPI AVIATION E I RAPPORTI CON LA CINA. IL GOVERNO ITALIANO INTERVIENE?
Conoscete la Alpi Aviation? È una società di Pordenone che opera nel settore militare, producendo aeroplani, elicotteri e droni. Da qualche settimana è al centro di diverse questioni perché la GdF ha aperto un’indagine, principalmente a causa della sua acquisizione da parte di una società legata al governo cinese. E di tutto ciò quello italiano non sapeva nulla. Da tempo il governo di Xi Jinping utilizza aziende per acquistare (soprattutto in Europa e USA) tecnologie innovative o altre società per fini strategici. L’#UE segue queste vicende da vicino, approvando misure di controllo degli investimenti e facendo valere quelle già presenti in modo più stringente. La Alpi aveva già avuto problemi con la giustizia, dal momento che avrebbe violato le sanzioni internazionali per acquistare dall’Iran dei componenti. I problemi più grandi furono nel 2018, quando la #AlpiAviation vendette il 75% dell’azienda a Mars Information Technology, una società di Hong Kong, che la acquistò a un prezzo elevatissimo, secondo la GdF. Oltretutto la Mars sembra non avere risorse proprie, ma sia solo una compagnia di facciata dietro la quale si celano due grosse aziende controllate dal governo cinese. Dopo l’acquisizione, la stessa Alpi Aviation avrebbe pensato di delocalizzare le proprie strutture produttive in #Cina. I sospetti sono aumentati quando si è scoperto che Alpi avrebbe comunicato il passaggio di quote 2 anni dopo l’effettiva data di acquisizione, continuando a operare come fosse una società italiana. Ma c’è ancora di più, dal momento che Alpi avrebbe dovuto parlare (per legge) anche con Consiglio dei Ministri dell’intenzione di cedere le sue quote, essendo un’azienda che opera nel settore militare e della sicurezza nazionale. Questa comunicazione non è mai avvenuta, e ora il governo italiano potrebbe prendere provvedimenti in merito, arrivando perfino alla rescissione dei contratti.
🎾 CHE FINE HA FATTO PENG SHUAI? LE PROVE PORTATE DAL GOVERNO NON CONVINCONO
È dal 2 novembre che non si avevano sue notizie. Quel giorno aveva pubblicamente denunciato di aver subito violenze sessuali da parte di #ZhangGaoli, 75enne vicepremier cinese dal 2013 al 2018 e membro ufficiale del Comitato permanente del Partito Comunista cinese dal 2012 al 2017. Insomma, uno dei politici cinesi più noti e potenti al giorno d’oggi. #PengShuai aveva raccontato tutto in un post, rimosso dopo appena 20 minuti, ma sufficienti per essere screenshottato e diffuso anche da media internazionali. Da quel momento il suo account #Weibo (popolarissimo social cinese) non è stato più aggiornato e non è possibile lasciare commenti ai suoi post. La Shuai avrebbe avuto una relazione con Zhang circa 10 anni prima del presunto abuso (avvenuto 3 anni fa), mentre lui era sposato. Secondo molti si tratta dell’ennesimo atto di censura del regime cinese, nel tentativo (anche qui, ennesimo) di bloccare il movimento #MeToo in Cina, che da sempre lotta contro l’insabbiamento dei casi. Nessun membro del governo o della federazione cinese di tennis ha commentato l’accaduto o tantomeno sono state date notizie in merito a una possibile inchiesta a livello locale. Domenica scorsa Steve Simon, capo della #WTA (Women’s Tennis Association, organizzazione mondiale del tennis femminile), aveva chiesto rassicurazioni alla federazione cinese sulle condizioni di Peng, ma nessuno - tra gli stessi funzionari della WTA o i colleghi della tennista - è riuscito a contattarla direttamente. Sono risultate da subito sospette la mail e foto/video diffusi su tv e social cinesi lo scorso mercoledì, che i media stessi attribuiscono a Peng e indirizzata proprio a Simon. La tennista dice di essere al sicuro a casa e che le accuse nei confronti di Zhang sono false. Lo screenshot della presunta mail ha persino un cursore ben visibile, il che fa pensare (come se ci fosse dubbio) che si tratti di un falso. Dagli altri contenuti mostrati (video in primis) non è chiaro quanta libertà la donna abbia di muoversi, tutto sembra montato a dovere. L’ONU, il governo americano e altri tennisti hanno chiesto delle indagini trasparenti.
🇷🇺 LA RUSSIA DISTRUGGE UN SUO SATELLITE. ASTRONAUTI IN PERICOLO A CAUSA DEI DETRITI
La #Russia potrebbe aver fatto un errore madornale nel gestire un test spaziale. Lo scorso lunedì ha provato un’arma “antisatellitare” (ASAT) che ha distrutto un #satellite russo in orbita, creando un bel po’ di guai. In primis a coloro che si trovano sulla #ISS (Stazione spaziale internazionale) e nella stazione orbitale cinese Tiangong, ma soprattutto ha creato oltre 1.550 tra detriti e frammenti che per decenni orbiteranno intorno alla Terra, aumentando il numero di rifiuti spaziali e mettendo a rischio satelliti vicini e attività di esplorazione future con esseri umani. Ovviamente dal governo russo non è arrivato alcun commento in proposito. Il test sarebbe stato eseguito durante il passaggio di un satellite spia russo inutilizzato da tempo, Kosmos-1408, lanciato nel lontano 1982 e pesante 2 tonnellate. L’ASAT lo ha colpito in pieno, costringendo la #NASA ad avvisare di gran corsa gli astronauti presenti sulla ISS e invitandoli a ripararsi nella capsula Crew Dragon. Persino la stazione stessa è stata (e probabilmente è ancora) in pericolo, dal momento che – viaggiando ad alta velocità – i detriti potrebbero perforare le pareti e causare una perdita di ossigeno, con conseguenze pessime per gli equipaggi presenti. Nella ISS al momento si trovano 2 cosmonauti russi, 4 astronauti statunitensi e un tedesco. Non sono mancate le reazioni, anche molto preoccupate, a livello internazionale: il segretario di stato statunitense (Anton J. Blinken) ha definito “sconsiderato” il test, mentre l’amministratore della NASA (Bill Nelson) ha parlato di “azione irresponsabile e destabilizzante”. Non è la prima volta che un satellite viene distrutto con questi mezzi: nel 2007 la Cina lanciò un missile per distruggere un satellite meteo di sua proprietà, producendo almeno 2.300 detriti visibili e ancora potenzialmente dannosi. Anche USA e India, con qualche rischio in meno, avevano condotto operazioni simili. Questi rifiuti potrebbero a loro volta entrare in collisione con altri satelliti funzionanti, con conseguenze rischiose per chi sta in orbita e per la #Terra.
🇮🇳 INDIA, NARENDRA MODI FA MARCIA INDIETRO. LE LEGGI SUL COMMERCIO AGRICOLO SARANNO REVOCATE
Ricordate le violente proteste che oltre un anno fa misero in crisi l’#India? Milioni di contadini criticarono aspramente le leggi sul commercio agricolo che il premier indiano Narendra Modi aveva approvato nel settembre 2020. Ebbene, le manifestazioni non si sono fermate mai da allora, e qualcosa si è mosso. Il primo ministro ha annunciato che le suddette riforme verranno revocate, per la gioia di quasi 650 milioni di agricoltori. Ma la questione è più complicata. Il governo non consultò mai le organizzazioni agricole prima di prendere quella decisione così controversa. In sostanza, attraverso 3 leggi, la vendita dei prodotti agricoli era liberalizzata a tutti gli effetti, proiettando l’intero sistema verso il mercato unico. Quindi contadini e commercianti potevano acquistare le materie prime e i prodotti senza alcun vincolo di prezzo e non necessariamente nei mercati regolamentati dallo stato. Ciò non andò giù a centinaia di migliaia di contadini, che si riunirono in massa per scioperare per via dei grossi rischi che avrebbe avuto, secondo loro, il dare in mano il controllo dei prezzi alle grandi corporazioni. A essere colpita sarebbe stata soprattutto la loro sicurezza economica. Freddo, caldo, polizia, coronavirus, fame: niente ha fermato le proteste in questi 14 mesi. Narendra Modi ha così preso la decisione di iniziare l’iter per revocare le 3 leggi (niente di definitivo quindi per il momento, ma l’intenzione pare quella). Tuttavia, fanno notare diversi esperti, è il tempismo a colpire, poiché le ultime trattative tra governo e manifestanti si erano concluse con un nulla di fatto. Potrebbero aver avuto un ruolo nella vicenda le elezioni imminenti negli stati dell’Uttar Pradesh e del Punjab, nei quali gli agricoltori hanno molto potere e parecchia influenza. Nonostante le promesse di Modi, i manifestanti hanno fatto sapere attraverso i loro leader che le proteste non si fermeranno finché le leggi non verranno ufficialmente ritirate. Adesso toccherà al Parlamento discuterne le modalità, ma la questione sembra tutt’altro che risolta.
🇺🇸 SVOLTA NELL’INDAGINE SULL’OMICIDIO DI MALCOLM X DEL 1965: FBI E POLIZIA DI NY COINVOLTE
Uno dei casi di cronaca che sconvolse gli #StatiUniti oltre 50 anni fa è stato clamorosamente riaperto, dopo una svolta nelle indagini. Iniziamo dalla persona uccisa, #MalcolmX, uno degli attivisti per i diritti umani più noti della storia, nonché leader nella lotta degli afroamericani. L’uomo, all’epoca 39enne, venne assassinato il 21 febbraio del 1965 a Manhattan da 3 persone. Come mai questa indagine si è riaperta? Per via di un documentario e di una nuova biografia su di lui, ma la storia è nota da decenni. Sin dall’inizio ci furono dubbi sul processo ai danni di Muhammad A. Aziz e Khalil Islam, i principali accusati dell’omicidio. Una nuova indagine, aperta circa 2 anni fa, ha portato a galla la verità, nonostante diversi documenti siano ormai persi/distrutti e gran parte dei testimoni, investigatori o altri sospettati siano morti: l’FBI e il Dipartimento di Polizia di NY hanno nascosto delle prove chiave che avrebbero portato all’assoluzione totale dei due condannati. Aziz oggi ha 83 anni e uscì di prigione nell’85. Islam venne rilasciato nel 1987 e morì nel 2009. I due hanno trascorso 21 anni in carcere, in condizioni pessime e la loro vita fu distrutta. Malcolm X fu una figura importantissima per gli USA; si unì e divenne esponente di punta del culto della Nation of Islam, che predicava l’emancipazione delle persone nere grazie a un’interpretazione originale dell’Islam. Nel 1964 si allontanò dal gruppo e viaggiò per il mondo. Quando tornò nel 1965, venne ucciso da persone identificate come parte della Nation of Islam. Mujahid Abdul Halim fu il terzo accusato dell’omicidio. I 3 vennero riconosciuti da 10 testimoni oculari, ma queste diedero versioni contraddittorie e non vi erano prove sufficienti per collegare i due alla morte di Malcolm X. Halim confessò e scagionò Aziz e Islam. Tutti e tre vennero dichiarati ugualmente colpevoli e le prove che avrebbero potuto discolpare i due non vennero mai presentate. Nemmeno la nuova indagine ha chiarito chi ci sia davvero dietro l’omicidio; si sa che Aziz e Islam furono vittime dello stesso sistema che Malcolm X combatteva.
⚽ INCUBO SPAREGGI PER L’ITALIA. A MARZO SCONTRI DECISIVI PER IL MONDIALE 2022
Un altro aggiornamento sportivo riguarda la #Nazionale italiana di calcio, incapace di qualificarsi (al momento) ai Mondiali che si giocheranno in Qatar nel 2022. L’ultima partita del girone di qualificazione la vedeva contrapposta all’Irlanda del Nord, ormai senza alcun obiettivo. Era obbligatoria non solo la vittoria, ma anche un risultato ampio, per scongiurare un arrivo a pari punti con la seconda in classifica (la Svizzera, impegnata in Bulgaria). L’#Italia di Roberto Mancini non è riuscita ad andare oltre lo 0-0, mentre gli elvetici si sono imposti per 4-0, volando in Qatar grazie al primo posto nel girone. La Nazionale dovrà ora affrontare gli spareggi di marzo, in un dentro-fuori molto insidioso, insieme ad altre 11 squadre europee (le altre 9 seconde dai gironi + 2 team provenienti dalla Nations League). I sorteggi sono previsti il 26 novembre e l’Italia sarà testa di serie nei 3 mini-tornei che le 12 formeranno. Solo 3 squadre staccheranno il pass per il Mondiale del prossimo anno.
Tempo di menzioni d’onore. Eccole 👇
- Il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto “assegno unico”, che semplifica l’intero processo di detrazioni e aiuti alle famiglie con figli. Queste, in base al reddito e diversi altri criteri, potranno farne richiesta dal 1° gennaio.
- Volete ripararvi l’iPhone o il Mac per conto vostro? Sarete contenti di sapere che #Apple darà questa possibilità a partire dal 2022 - in via sperimentale - negli Stati Uniti, fornendo parti di ricambio e strumenti per fare in autonomia, invece di rivolgersi al più classico Apple Store. Si inizierà dagli iPhone 12 e 13 e dai Mac con processore M1.
- Kyle Rittenhouse, 18enne americano che nell’agosto del 2020 uccise 2 uomini sparando con un fucile semiautomatico durante le manifestazioni del #BLM a Kenosha (Wisconsin), è stato assolto. La giuria ha analizzato i video e stabilito che il ragazzo si stesse difendendo legittimamente. Ininfluente quindi il fatto che stesse agendo da “vigilante autoproclamato” durante le proteste causate dall’uccisione dell’afroamericano Jacob Blake da parte di un poliziotto.
- È finalmente arrivata la firma del presidente americano Joe Biden per la legge sulle infrastrutture, dopo negoziati difficili. Nei prossimi 8 anni saranno spesi $1.200 mld, con l’obiettivo di migliorare strade/autostrade, ponti, ferrovie, oltre all’espansione di internet anche nelle aree più rurali. Inoltre gli stati più vulnerabili saranno dotati di mezzi migliori per affrontare le catastrofi naturali.
- Un farmaco per prevenire le forme gravi di Covid-19 in anziani e persone a rischio: è questo l’obiettivo che sembra aver raggiunto Pfizer con il #Paxlovid. I test clinici hanno mostrato un’ottima risposta e potrebbe essere il rimedio ideale nei paesi più poveri, dove il tasso di vaccinati è molto basso o accedere alle cure è complicato. Il farmaco verrà distribuito in 95 nazioni (tra le quali però non figurano Brasile, Libia, Iraq e Cuba, tra i più in difficoltà in assoluto) grazie all’aiuto di varie aziende farmaceutiche. Presto dovrebbe arrivare l’ok dalle principali autorità di controllo.
- Il centrodestra ha trionfato nelle elezioni legislative di metà mandato in #Argentina. La coalizione del presidente Alberto Fernández è stata superata dall’opposizione in numerose province, perdendo il controllo anche del Senato. C’è tempo fino alle presidenziali del 2023 per negoziare un nuovo accordo con le opposizioni o trovare nuovi alleati.
- Uganda scossa da 2 forti esplosioni a Kampala, la capitale. La prima è avvenuta nei pressi di una stazione di polizia, mentre la seconda vicino al parlamento. Le autorità hanno fatto sapere che altre bombe sono state trovate in diverse parti della città. Finora i morti sono almeno 3, mentre i feriti oltre 30. Come previsto, dietro ci sono le Allied Democratic Forces (ADF), milizie affiliate all’ISIS. 5 persone sono state arrestate alla polizia, con l’accusa di essere coinvolte.
- Fallito il tentativo di impeachment contro il presidente cileno Sebastián Piñera. Nonostante il Senato non avesse la maggioranza, è comunque riuscito a mantenere la carica, a rischio a causa delle informazioni trapelate su di lui dai Pandora Papers. Tuttavia, alle elezioni di oggi non si ricandiderà e il suo mandato si concluderà nel marzo del 2022.
- Ennesimo tentativo di formare un governo in Bulgaria, dove - dopo le elezioni di aprile e luglio – nessuna forza è riuscita a formare una maggioranza. Adesso ci prova un nuovo partito, guidato da due economisti, che ha ottenuto il 25,4% alle elezioni di domenica scorsa.
- #Taiwan continua a far arrabbiare la Cina. Giovedì il ministro degli Esteri locale ha annunciato l’apertura di un’ambasciata informale in Lituania, quindi all’interno dell’UE. Il governo cinese ha minacciato ritorsioni politiche.
- La scorsa domenica, all’entrata del #Liverpool Women’s Hospital, un taxi è esploso, uccidendo una persona e mandandone un’altra in ospedale. La polizia ha arrestato 4 uomini, accusati di terrorismo. Un altro era a bordo e sembra abbia causato l’esplosione, innescando un meccanismo dall’auto.
- Il parlamento francese interviene in favore dei diritti degli animali. Dal 2023 sarà vietato usarne di selvatici nei circhi e dal 2028 sarà proibito possederne uno (animale selvatico).
- L’Unione Europea ha iniziato a fare pressioni sulle compagnie aeree che da settimane trasportano – su spinta della #Bielorussia – migranti dal Medioriente diretti in Polonia. La Turkish Airlines ha annunciato che avrebbe interrotto la vendita di biglietti a persone provenienti da Siria, Iraq e Afghanistan dirette in Bielorussia. Stesso discorso lo ha fatto la compagnia siriana Cham Wings. Intanto, sia UE che USA sono pronte a imporre nuove sanzioni al regime di Lukashenko, mentre la situazione al confine è ancora molto complicata, visto il freddo e i gas lacrimogeni per respingere chiunque provi a entrare. 100 migranti sono anche stati arrestati dalle autorità polacche.
- Interrotto il processo di certificazione del gasdotto #NordStream2, che collegherà la Russia direttamente alla Germania. I lavori sono finiti a settembre, ma un’autorità indipendente tedesca è intervenuta per fare chiarezza sulla struttura amministrativa della società che detiene il gasdotto (Nord Stream 2 AG), che ha sede in Svizzera. Per procedere, fa sapere l’ente, questa dev’essere trasferita in Germania. È probabile che prima del 2022 non si riesca a giungere a un accordo tra le parti.
Alla prossima 👋
0 notes
giancarlonicoli · 4 years
Link
20 nov 2020 14:15
NON VA COMMISSARIATA LA SANITÀ MA LA CALABRIA! – GRATTERI A “TG2POST: “GINO STRADA? NON SIAMO L’AFGHANISTAN, IL COVID È UNO SPICCHIO DEI PROBLEMI. IL SOGGETTO ATTUATORE È L’ASP CHE È STATA SCIOLTA PER MAFIA, DOVE ALL’INTERNO CI SONO GLI STESSI QUADRI DI TRE ANNI FA. ALLORA A CHE SERVE IL COMMISSARIO?” - MINOLI STA ESAMINANDO LA VECCHIA GESTIONE DELLA "CALABRIA FILM COMMISSION" E SONO EMERSE ANOMALIE SULLE RICCHE PARCELLE PER 500MILA EURO ALLO STUDIO LEGALE “GALLO&GALLO”
-
NICOLA GRATTERI A TG2POST - GINO STRADA? NON SIAMO L’AFGHANISTAN, IL COVID E' SOLO UNO SPICCHIO DEI PROBLEMI.
Trascrizione dell’intervento di Nicola Gratteri a “Tg2Post”
La Calabria non è l’Afghanistan in tempo di guerra, il problema non è il pronto soccorso, non è l’emergenza, il covid per la sanità in Calabria è uno spicchio, è uno dei problemi. Il commissario si deve interessare di questa voragine, di questo pozzo senza fondo (…)
Il commissario dispone, il soggetto attuatore sarebbe l’Asp che è stata sciolta per mafia, dove all’interno ci sono gli stessi quadri che c’erano tre anni fa. Se i funzionari, gli impiegati e i dirigenti sono gli stessi di tre anni fa, allora a che serve il commissario? Io penso che il senso di un commissario sia quello che le Asp non devono toccare palla.
I concorsi devono essere fatti alla fiera di Roma, con commissari che hanno un cognome tedesco che sono di Pordenone, che conoscono la Calabria dalla carta geografica, altrimenti non ne usciamo. Questa è una cura da febbre da cavallo, snenò la sanità la potete commissariare altri 50 anni, non cambierà nulla
Calabria Film Commission, quando  piovevano parcelle sul  “re dei legali”
Pablo Petrasso per www.corrieredellacalabria.it
«I progetti della Film Commission andranno avanti, se sono regolari. Io non ho mai annullato nulla, mi sono fermata solo quando, vedendo le carte, ho trovato qualcosa che non funzionava». E il giorno in cui Jole Santelli e Giovanni Minoli presentano la loro “fabbrica dei sogni”, un nuovo progetto per  l’audiovisivo in Calabria.
La presidente scomparsa lo scorso 15 ottobre risponde alle domande dei cronisti: non e detto che si riferisca a «carte» trovate spulciando gli atti della “vecchia” Fondazione. La frase resta sospesa, come i progetti che la governatrice non potra realizzare assieme al giornalista che ha scelto perche «e il migliore e ha fatto la storia della televisione».
Neppure Minoli, meno di un mese dopo, crede di poter continuare quel percorso senza chi lo aveva ispirato. Saluta la Calabria e si dimette – le dimissioni saranno respinte dal governatore reggente Nino Spirli – in una lettera nella quale racconta di non essere riuscito neanche a farsi rispondere al telefono dallo stesso Spirli.
In quelle righe di commiato, c’e un’altra frase che resta sospesa. Minoli afferma di «aver chiesto una due diligence sul passato per essere certo – come credo – che tutto il lavoro fatto sia stato chiaro e trasparente e, quindi, si possa agire speditamente». La due diligence, una verifica dei dati di bilancio di una societa, e un atto quasi dovuto quando si materializza un passaggio di consegne.
CONTROLLI SUGLI ATTI DELLA FONDAZIONE
Da due frasi sospese a una certezza: uno studio indipendente della Capitale sta analizzando i conti e gli atti prodotti dalla Fondazione. Di certezza ce n’e anche un’altra: oltre alla due diligence, che e per sua natura indipendente, la stessa Film Commission ha iniziato una revisione degli atti, partendo da consulenze e spese legali.
Secondo i documenti consultati dal Corriere della Calabria, alcune delle pratiche in esame riguardano i pagamenti incassati dall’avvocato Pasquale Gallo, Lello per gli amici, e dallo studio Gallo&Gallo che, negli ultimi anni, ha gravitato nell’orbita dell’ente che si e occupato di rilanciare il cinema in Calabria. Dal passato, com’e ovvio che sia in questi casi, continuano ad arrivare richieste di pagamento. Il nuovo management della  Fondazione ha deciso di verificarne la provenienza. E sulle scrivanie sono niti incarichi, nomine, consulenze, progetti avviati da tempo.
TRE ANNI DI SPESE
Soprattutto – con riferimento al ruolo del legale e del suo studio – negli anni in cui la presidenza e stata affidata a Giuseppe Citrigno (tra il 2016 e il 2020, prima della nomina di Minoli come commissario), che oggi guida la sezione Cinema di Unindustria Calabria.
In quel periodo, infatti, il ruolo di Pasquale Gallo all’interno della Fondazione sarebbe diventato preminente. Un fatto che emerge sia dalle comunicazioni ufciali (il «legale della Film Commission» ha presentato al Festival di Venezia la legge regionale per il cinema) che dalle delibere messe in la nella verica interna.
Nel 2017, Gallo avrebbe ricevuto dalla Film Commission oltre 80mila euro tra compensi, partecipazioni a eventi di settore, spese legali, spese di funzionamento, rimborsi e altro. Nel 2018 sarebbero arrivati servizi di consulenza, rimborsi e spese legali per provvedimenti pregressi per un totale di quasi 73mila euro. Nel 2019, il quadro delle collaborazioni si allarga anche a Fabrizio Gallo, fondatore dello studio Gallo&Gallo.
E dalle casse della Film Commission escono in un anno circa 180mila euro. Quasi tutti per il legale “storico” della Fondazione (al fratello vanno 4mila euro per l’assistenza legale dei progetti “Creativita talentuosa” e “Ostelli accoglienti”): si va dai rimborsi per le spese di missione al contenzioso contro Creative Movie, dalle opposizioni a precetti e pignoramenti ad altri rimborsi per la partecipazione ai Festival di Cannes e Venezia.
Nel 2020, tra gennaio e giugno – dall’insediamento della nuova giunta regionale all’arrivo del commissario Minoli – Lello Gallo resta seduto sul “trono” della Film Commission (lo spunto e offerto da una foto sui social in cui l’avvocato posa effettivamente su un trono) e riceve 79mila euro.
Oltre ai soliti rimborsi (tra i quali quello per la partecipazione allo European Film Market di Berlino), l’avvocato riceve compensi per le proprie consulenze legali: si occupa, infatti, del Modello per la privacy e del Piano Triennale per la Prevenzione della corruzione e per la Trasparenza. Negli anni 2019 e 2020, inoltre, nei conti della Fondazione comparirebbe un altro avvocato legato sempre allo studio Gallo&Gallo, al quale sarebbero andati complessivamente poco piu di 44mila euro.
«STANNO EMERGENDO ANOMALIE»
Dal 2017 a meta 2020, dunque, la galassia legale che fa capo a Pasquale Gallo, avrebbe ricevuto dalla Fondazione Calabria Film Commission una cifra compresa tra i 450 e i 500mila euro. Il centro della questione non e (soltanto) la cifra, ma il sistema utilizzato.
Che prevedeva, per il legale, diversi canali di pagamento e una nuova parcella per ogni causa assunta per conto della Film Commission. Pagamenti parcellizzati, dunque, non una convenzione (che avrebbe, forse, permesso di realizzare risparmi: e proprio questo uno dei temi della verica interna).
L’avvocato Daniele Romeo, scelto da Minoli per entrare nella squadra della “sua” Fondazione, spiega cosi al Corriere della Calabria gli approfondimenti in corso: «Stiamo cercando di fare chiarezza sul metodo che e stato utilizzato prima, per capire se sia stato penalizzante per le casse della Fondazione».
Ci tiene a evidenziare un passaggio nel nuovo corso: «Non e vero che Minoli ha aumentato i costi delle consulenze e dell’area legale – dice –. E il contrario: li ha contenuti. Perche non accadra mai piu che in due anni un consulente costi piu di 450mila euro. Il metodo Minoli e un metodo basato sulla chiarezza e, soprattutto, e un metodo moderno, che premia il merito. Le aziende moderne si pongono degli obiettivi, e quelli bravi vengono pagati perche raggiungono gli obiettivi.
L’obiettivo di una Fondazione non puo essere quello di fare piu cause possibili per poi, tra l’altro, perderle in maniera disastrosa. Deve essere quello di contenere i costi pubblici». Il lavoro iniziato da settimane servira proprio a capire se l’obiettivo sia stato quello. Romeo ha qualche dubbio: «Stanno emergendo diverse anomalie che hanno portato a un dispendio di risorse».
GALLO&GALLO CONTRO LA FILM COMMISSION
Quante e quali siano le cause affrontate dalla Film Commission e materia di cui ora si occupano i tecnici. Certo il contenzioso e sempre stato uno dei tasti dolenti. Anche in passato. Al Tribunale civile di Catanzaro, ad esempio, e stato afdato il ricorso per decreto ingiuntivo avanzato dal direttore organizzativo, per conto della Fondazione del “Festival della Calabria”.
La vicenda si lega a un contratto che risale al 2013, mentre la causa e stata intentata dall’interessato nel 2014. Il professionista si e rivolto al Tribunale per reclamare una consistente quota di retribuzione mai corrisposta. E ha ottenuto, secondo i documenti in possesso del Corriere della Calabria, un decreto ingiuntivo per la somma complessiva di 32.546 euro. L’atto e stato depositato in cancelleria il 16 settembre 2014. Chi ha difeso il direttore organizzativo del festival? Pasquale e Fabrizio Gallo, tempo prima che “Lello” diventasse il “re” dei legali della Film Commission
0 notes
italianaradio · 5 years
Text
Calcio, Befana con la Serie A: l’analisi sui primi anticipi. Crollo Roma col Torino di Mazzarri
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/calcio-befana-con-la-serie-a-lanalisi-sui-primi-anticipi-crollo-roma-col-torino-di-mazzarri/
Calcio, Befana con la Serie A: l’analisi sui primi anticipi. Crollo Roma col Torino di Mazzarri
Tumblr media
Calcio, Befana con la Serie A: l’analisi sui primi anticipi. Crollo Roma col Torino di Mazzarri
Tumblr media
Già in archivio la sosta di campionato per Natale e Capodanno, la Serie A torna in campo a cavallo dell’Epifania con le gare della 18° giornata, ovvero la penultima del girone di andata. Lazio rullo compressore. La squadra biancoceleste sa solo vincere e apre il 2020 così come aveva chiuso il 2019: con una vittoria. Il 22 dicembre scorso il 3-1 ai danni della Juventus campione d’Italia in quel di Riad in Arabia Saudita nella finale di Supercoppa italiana, oggi il 2-1 in casa del Brescia che consente ai biancocelesti di allungare una straordinaria striscia di successi: 9 di fila in campionato, 10 in totale se consideriamo anche quello in Supercoppa. Senza dimenticare che Lazio-Verona in programma per il 17° turno, è stata spostata al 5 febbraio prossimo proprio per l’impegno di Riad contro la Vecchia Signora. Insomma, è sempre più una Lazio da scudetto; una Lazio che in attesa di Napoli-Inter e Juventus-Cagliari, consolida il terzo posto portandosi a -3 dalle prime due della classe. Cade in casa la Roma che evidentemente tiene fede alle vecchie paure di Adriano Galliani quando era dirigente del Milan: “Tempo da sempre le gare prima della sosta di Natale e quelle dopo la sosta”. Panettone indigesto dunque per i giallorossi, storicamente sfortunati quando si gioca in tempi di Epifania.
Brescia-Lazio 1-2. E dire che al Rigamonti era passato in vantaggio il Brescia grazie a un gol di Mario Balotelli. Poi, sempre nel primo tempo, l’episodio favorevole che puntualmente lancia Lulic e compagni: follia del 22enne difensore bresciano Andrea Cistana che si fa espellere per due gialli rimediati in pochi minuti. Uno dei due falli causa il rigore che Immobile trasforma. Nella ripresa, nonostante l’inferiorità numerica, le “Rondinelle” resistono. In pieno recupero, però, ecco il nuovo episodio favorevole ai biancocelesti: ancora un gol decisivo oltre il 90′ come a Reggio Emilia contro il Sassuolo e a Cagliari, ancora un gol di Immobile sempre più capocannoniere con 19 reti. Il bomber prolifico, l’arma in più di Simone Inzaghi che con 9 vittorie consecutive eguaglia il record stabilito dalla Lazio di Sven Goran Eriksson nella stagione 1998-99. E’ pertanto un anno di luce per i fratelli Inzaghi allenatori: Simone fa volare “l’Aquila” in A così come Filippo in Serie B fa volare le “Streghe” di Benevento: i giallorossi sanniti infatti guidano il torneo cadetto con 12 punti di vantaggio sul Pordenone e 15 sul Crotone.
Ennesimo episodio di razzismo ai danni di Balotelli. Durante Brescia-Lazio nuovi cori contro Mario e al 31′ del match con la squadra di casa in vantaggio per 1-0, l’arbitro Manganiello ha deciso di interrompere la gara per alcuni minuti consentendo allo speaker dello stadio di rampognare i laziali presenti al Rigamonti. Successivamente, Simone Inzaghi, con ampi gesti dalla sua area tecnica, ha chiesto ai tifosi della Lazio di farla finita con gli spregevoli cori razzisti. Al termine della partita, Balotelli ha risposto agli ultras biancocelesti con un post sui social in cui si legge: “Laziali presenti oggi allo stadio Vergognatevi”.
Piange la sponda giallorossa del Tevere: la Roma resta quarta ma dice addio ai sogni di gloria. Belotti super doppietta, Sirigu para tutto: il Torino sbanca l’Olimpico e sveglia bruscamente la squadra di Fonseca, fin qui tra le rivelazioni del campionato. Devastante partita del “Gallo” granata, che realizza due gol e colpisce due legni, decisive anche le parate del portiere ex Psg. Belotti dunque rilancia il Toro e fa respirare mister Mazzarri; la Roma invece si arena sulla ripartenza, proprio sul più bello. Per la squadra di Fonseca una sconfitta inattesa (0-2, proprio come con l’Atalanta, l’unica altra sconfitta casalinga della stagione romanista e sempre contro una squadra che gioca con la difesa a tre) e anche in parte sfortunata, visto che l’altro grande protagonista del successo granata si chiama Salvatore Sirigu, autore di almeno sei parate importanti. La Roma paga inoltre l’arbitraggio di un pessimo Di Bello e il comportamento di un’altrettanto pessimo addetto al Var. Edin Dzeko non pervenuto: la differenza con Lazio, Inter e Juventus sta tutta qui. Queste squadre hanno uno o più bomber, mentre tra i giallorossi Dzeko va a intermittenza e se Dzeko non gira (il bosniaco compirà 34 anni a marzo), la squadra non segna. Crea tanto (ben 31 tiri in porta) ma non segna. Uno dei limiti di questa Roma è ancora il non saper essere cattiva sotto porta.
Gli altri due anticipi della 18° giornata ridono a Verona e Genoa. A Ferrara, Pazzini e Stepinski regalano tre punti pesanti al Verona: 2-0 per gli scaligeri. E così la Spal torna fanalino di coda del campionato. Mentre, grazie alle reti dei due attaccanti l’Hellas prosegue il suo bel torneo salendo momentaneamente al 9° posto a quota 22 punti. Il cambio di allenatore e il solito caos arbitro-Var, rianimano il Genoa: i grifoni e il nuovo tecnico rossoblu Nicola (terzo allenatore genoano dopo gli esoneri di Andreazzoli e Thiago Motta) bagnano l’arrivo del nuovo anno con una vittoria firmata Criscito e Pandev. Ma il Sassuolo non ci sta e polemizza per l’arbitraggio. Decidono il match: il rigore trasformato dal capitano e l’acuto del 36enne macedone, che annulla il pari di Obiang. Gli emiliani protestano su entrambe le reti e recriminano per un gol annullato a Djuricic. La Befana porterà solo carbone all’arbitro Irrati e alla coppia Var Di Paolo-Ranghetti. Ricordiamo che nel lunedi dell’Epifania, oltre a Juve-Cagliari e Napoli-Inter, si giocheranno: Bologna-Fiorentina (nel derby dell’Appennino la prima di Iachini da allenatore della Viola al posto del licenziato Montella), Milan-Sampdoria con il tanto sbandierato ritorno di Ibrahimovic in maglia rossonera, Atalanta-Parma e Lecce-Udinese. Aspettiamo la Befana per distribuire caramelle e carbone.
Già in archivio la sosta di campionato per Natale e Capodanno, la Serie A torna in campo a cavallo dell’Epifania con le gare della 18° giornata, ovvero la penultima del girone di andata. Lazio rullo compressore. La squadra biancoceleste sa solo vincere e apre il 2020 così come aveva chiuso il 2019: …
Tumblr media
Fabio Camillacci
0 notes
secondopianonews · 4 years
Text
#gallery-0-5 { margin: auto; } #gallery-0-5 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 25%; } #gallery-0-5 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-0-5 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */
L’albero caduto sulla tenda in Toscana (Ansa)
Tragedia in un campeggio a Marina di Massa in Toscana. Due sorelle, una bambina di 3 e una ragazza di 14 anni sono morte in ospedale dove erano state trasportate per i gravi traumi riportati dopo la caduta di un grosso albero sulla tenda nella quale stavano dormendo. Sul posto sono intervenute le automediche del 118 da Massa e Querceta, un’ambulanza da Massa, carabinieri e vigili del Fuoco. È stato richiesto anche l’intervento dell’elisoccorso Pegaso ma non è potuto intervenire per il forte vento.
La procura di Massa e Carrara ha aperto un’inchiesta. Primo atto, il sequestro giudiziario dell’area dell’incidente, dell’albero caduto e della tenda oltreché degli oggetti. Nelle prime ricostruzioni, tutte al vaglio degli inquirenti della procura e dei carabinieri, emergono come cause quella di un forte vento, una tromba d’aria che avrebbe raggiunto il camping Verde Mare e le condizioni della pianta caduta.
“La tromba d’aria c’è stata, mi è passata sulla testa stamattina verso le 7, ha attraversato lo spazio del campeggio Verde Mare, ha colpito fatalmente soltanto quel campeggio, senza creare nessun altro danno agli altri campeggi vicini”. Lo afferma Marco Lucetti, presidente di Ageparc Massa Carrara, l’associazione dei campeggi della zona. “Capisco che in questo momento ci sono tanti dubbi cui rispondere, sulla sicurezza delle nostre strutture, sulla condizione della vegetazione che ci circonda, la manutenzione degli alberi, le comunicazioni sull’allerta meteo, ma non è il momento”.
“La tragica scomparsa delle due sorelle che erano in vacanza a Marina di Massa ci addolora profondamente. Una vacanza tramutata in tragedia. Un forte, commosso abbraccio ai genitori e ai loro familiari”. Lo scrive, in un tweet, il premier Giuseppe Conte.
La famiglia delle bimbe, di origine marocchina e residente a Torino stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza in Toscana. La maggiore delle tre figlie, diciannovenne, ha riportato lievi contusioni. I genitori sono rimasti illesi.
Secondo quanto appreso sul posto, si tratta di una famiglia marocchina, residente in Italia, nella zona di Torino, venuta a trascorrere alcuni giorni di vacanza in Toscana. I familiari oltre ad aver affittato un bungalow nel campeggio avrebbero poi installato accanto allo stesso anche la tenda per avere altro spazio dove poter trascorrere la notte. I genitori e la terza figlia, la più grande, hanno raggiunto l’ospedale di Massa e vengono assistiti dal personale sanitario. L’incidente è avvenuto verso le 7 nel camping Verde Mare, in via del Cacciatore. I vigili del fuoco proseguono le operazioni per mettere in sicurezza l’area. La pianta caduta sulla tenda è un pioppo alto quattro metri e mezzo.
Nubifragi, grandinate e forti raffiche di vento stanno interessando da stamani la zona pedemontana della provincia di Torino. Fra i centri abitati coinvolti ci sono Piossasco e Cumiana, verso il Pinerolese. Sul capoluogo si è abbattuto un temporale. Al Sestriere, in montagna, a circa 2.400 mt è caduta la neve.
Senza sosta il lavoro delle squadre dei vigili del fuoco in Sicilia, nel trapanese e nel palermitano, secondo quanto si legge in un comunicato del Corpo. A Macari di San Vito lo Capo, in provincia di Trapani, il vento di scirocco alimenta dalla notte un vasto incendio di vegetazione.
Evacuato il villaggio turistico Baia Santa Margherita e alcune abitazioni. A Palermo prosegue il vasto incendio nella zona di Altofonte, dove nella notte sono state evacuate un centinaio di persone dalle proprie abitazioni minacciate da vicino dalle fiamme.
Dall’alba sono tornati in azione sui due incendi i Canadair della flotta del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Al Nord proseguono gli interventi dei vigili del fuoco in Veneto per danni da tromba d’aria e pioggia come alberi caduti e pericolanti, strutture divelte, smottamenti: a Vicenza raddoppiato il turno di servizio, inviate squadre e automezzi in supporto da Venezia, Treviso e Belluno; a Verona giunti rinforzi da Padova.
Nelle ultime 24 ore tra Lombardia e Veneto oltre 1.000 interventi. Sono 250 le operazioni di soccorso svolte in Friuli Venezia Giulia dai comandi di Pordenone e Udine, con il supporto dei colleghi giunti da Trieste e Gorizia: tetti scoperchiati, frane e persone bloccate dall’acqua nelle proprie vetture hanno impegnato i vigili del fuoco per tutta la notte. A Massa Carrara nella mattinata una tromba d’aria ha interessato l’area costiera della provincia: in località Massa Marittima, un albero si è abbattuto su una tenda di un campeggio ferendo 2 bambini ed un adulto. Operazioni di soccorso in atto.
Ieri un uomo era stato travolto da un torrente in piena nel Varesotto. Un altro affogato nel mare in tempesta. Un diciassettenne ferito dall’ondina di un tetto staccata da una tromba d’aria a Genova. Persone bloccate in una chiesa allagata sulle sponde del lago d’Orta.
I pazienti di una casa di riposo di Milano trasferiti perché nella notte, a causa del vento e della pioggia, si è scoperchiato il tetto. I passeggeri di un treno bloccato sulla linea del Brennero evacuati in Trentino: sono solo alcuni dei danni causati dalle continue ondate di maltempo che da ieri hanno colpito tutte le regioni del Nord e che non accennano a fermarsi.
L’allerta rimane alta per pioggia, grandine e frane nel giorno del controesodo in cui si sono registrate code e rallentamenti per chi rientrava dalle vacanze. Traffico intenso sulla A14 fra Forlì e Bologna, sull’Autosole all’altezza di Firenze e in diversi punti in Emilia, sull’autobrennero, alla barriera di Roma dell’A27, sulla A10 fra Ventimiglia e Genova e anche in Puglia. Pioggia e vento con fulmini in Versilia hanno ancora una volta provocato allagamenti nelle strade, soprattutto a Viareggio (Lucca), con notevoli rallentamenti del traffico e disagi alla popolazione. Annullati alcuni eventi programmati all’aperto per la serata, visto il preannunciato allerta arancione delle condizioni meteo.
Non sono solo i temporali a minacciare i territori e la popolazione in queste ore. Al Centro e al Sud Italia, le squadre dei vigili del fuoco e la flotta aerea del Corpo sono impegnate per fronteggiare gli incendi boschivi nelle Marche, in Toscana e in Sicilia. E in Sardegna, nell’ambito di un’operazione del Corpo forestale per individuare i responsabili di alcuni roghi nell’Isola, tredici persone sono state indagate e alcune di queste arrestate: si tratterebbe di addetti alle operazioni di spegnimento degli incendi stessi. Ma i danni maggiori riguardano soprattutto il maltempo e in particolare il dramma del disperso nel Varesotto.
A dare l’allarme per il trentottenne è stato un amico che era con lui nella zona vicino al lago Delio, e che lo ha visto trascinare via nelle acque del torrente in piena. Le ricerche sono andate avanti fino a che le condizioni meteo lo hanno permesso. Poi, complice la pioggia battente, si sono dovute interrompere e riprenderanno domani. Tempo permettendo. Nello Spezzino, invece, un 51enne è annegato nelle acque di Punta Bianca: si sarebbe tuffato con la fidanzata, nonostante il forte vento e le onde. Mentre la donna è riuscita a rientrare a riva l’uomo sarebbe stato risucchiato e rapidamente scomparso tra le onde. Episodio simile, ma non dovuto al maltempo, è accaduto a Villasimius, in Sardegna, dove un turista polacco di 39 anni è morto a causa di un malore dopo essersi tuffato in mare. Ed è stato trovato senza vita fra le montagne della Valle Vigezzo, in Piemonte, l’escursionista di 47 anni di cui non si avevano notizie da giovedì scorso.
Maltempo: albero cade su tenda, morte due sorelline di 3 e 14 anni. Tragedia in un campeggio a Marina di Massa in Toscana. Due sorelle, una bambina di 3 e una ragazza di 14 anni sono morte in ospedale dove erano state trasportate per i gravi traumi riportati dopo la caduta di un grosso albero sulla tenda nella quale stavano dormendo.
0 notes
tmnotizie · 5 years
Link
ASCOLI PICENO – Il Piceno è un posto… da giovani. La Cna di Ascoli ha elaborato i dati del Centro studi della Cna regionale delle Marche, insieme a quelli dell’Istat e della Camera di Commercio. Il quadro che ne viene fuori, al giro di boa dell’anno 2019, presenta diverse sfaccettature, e purtroppo ancora molte criticità. Un elemento significativo e positivo emerge però chiaramente: i giovani che vogliono fare impresa ci sono e crescono costantemente negli anni.
Al secondo trimestre del 2019, infatti, ben il 38 per cento degli imprenditori figuranti nelle compagini aziendali della provincia (titolari o soci) hanno meno di 35 anni. Nel 2014, ovvero quindici anni fa, questa quota non superava il 6 per cento (5,9).
“Il lavoro del futuro – spiega Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli – non potrà mai prescindere dal saper fare artigiano ma la scelta delle linee di prodotto e dei mercati faranno la differenza riguardo la sopravvivenza e a crescita aziendale. Queste analisi e questi studi richiedono un diverso approccio d’impresa e sicuramente più formazione, sia dei titolari che della squadra. E questa da anni è ormai la nostra principale missione come Associazione territoriale di categoria”.
“Over 50” e “Under 35”. Sono queste le due fasce anagrafiche che compongono, oggi, la stragrande maggioranza delle imprese del Piceno. “Considerando le dimensioni delle nostre piccole imprese – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna Picena – si capisce da questi numeri quanto sia fondamentale sia l’aspetto della formazione che quello de ricambio generazionale che, per noi artigiani, vuol dire spesso sopravvivenza e rivitalizzazione di mestieri che sembravano dovessero scomparire e che invece si ritrovano con immense potenzialità di marketing a livello globale”.
Approfondimenti e dibattiti, a cura della Cna di Ascoli Piceno, con i giovani e per i giovani. Per comprendere e cercare di governare questi complessi meccanismi la Cna organizza ormai in modo stabile incontri di approfondimento per e a uso dei giovani imprenditori. Speranze, difficoltà e voglia di fare impresa. Sono questi i temi dell’approfondimento organizzato dai Giovani imprenditori Cna. Appuntamento venerdì 30 agosto allo Chalet Americo di San Benedetto del Tronto (viale Rinascimento 16).
Arricchiranno, con il loro contributo, il dibattito moderato da Marco Moscatelli: Manuela Bora, assessore Regione Marche Attività produttive e Alberto Giuliani, Volleyball coach. L’aspetto imprenditoriale dell’appuntamento è stato seguito da Selene Re, responsabile territoriale dei Giovani imprenditori Piceni, l’organizzazione dalla responsabile del settore, Monica Fagnani.
Le imprese più “gettonate” dai giovani. Anche nel 2019 il Piceno si conferma, in percentuale, la provincia con il più alto tasso di start-up. Un’incubatrice di nuove imprese che, riassumendo, evidenzia questa classifica:
Turismo – 24,2% del totale delle imprese giovanili
Commercio – 23,5% con preponderanza di settori di produzione artistica, tipica e agroalimentare intesa come filiera completa: produzione e commercializzazione del prodotto
18,4 – Servizi, con preponderanza di quelli cosiddetti “avanzati”, ovvero legati all’informatica e al marketing aziendale
Le imprese individuali delle Marche: gli imprenditori per classi di età e per data di costituzione
Circa il 22% degli imprenditori marchigiani delle ditte individuali, le più interessate da connotazioni famigliari nella conduzione dell’impresa, è nella fascia di età 65 anni e oltre.  Oltre il 60% è in età più che matura, con 50 anni e oltre, probabilmente con figli grandi e quindi potenzialmente coinvolti da processi di successione generazionale.
Età degli imprenditori delle ditte Individuali
Età imprenditori Ditte Individuali AN AP FM MC PU MARCHE 15-24 ANNI 246 95 100 210 171 822 25-34 ANNI 2071 1081 975 2178 1481 7786 35-49 ANNI 8632 4034 3794 7388 6917 30765 50-64 ANNI 10334 5456 5090 8807 8924 38611 65 ANNI E OLTRE 5473 3248 2825 5715 4549 21810 TOTALE 26756 13914 12784 24298 22042 99794   Quote % Età imprenditori Ditte Individuali AN AP FM MC PU MARCHE 15-24 ANNI 0,9 0,7 0,8 0,9 0,8 0,8 25-34 ANNI 7,7 7,8 7,6 9,0 6,7 7,8 35-49 ANNI 32,3 29,0 29,7 30,4 31,4 30,8 50-64 ANNI 38,6 39,2 39,8 36,2 40,5 38,7 65 ANNI E OLTRE 20,5 23,3 22,1 23,5 20,6 21,9 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0   % imprenditori individuali in età matura
(50 anni e oltre)
59,1 62,6 61,9 59,8 61,1 60,5
Fonte: elab. Centro studi CNA Marche su dati Infocamere
La data di costituzione delle imprese individuali attive nella regione vede una scarsa incidenza di tali imprese costituite prima del 1990. Probabilmente ciò è l’effetto dei processi di successione generazionale che hanno portato le nuove imprese a sostituire le precedenti assumendo veste giuridica diversa, sicuramente meno semplificata.
La connotazione  di impresa individuale tende a corrispondere in misura rilevante a una imprenditoria in età giovanile (fino a 35 anni), come si vede dall’incidenza di imprenditori giovani sul totale.  Si potrebbe dire che, in buona misura, la connotazione individuale della forma giuridica corrisponda ad una fase giovanile dell’esperienza imprenditoriale, una fase che poi tende a evolversi e divenire più complessa.
Data di costituzione delle imprese individuali e incidenza imprenditori giovani
  distribuzione imprenditori giovani prima del 1970 0,7 0,0 1970-1979 2,7 0,0 1980-1989 7,5 0,0 1990-1999 20,6 0,7 2000-2004 9,8 5,9 2005-2009 20,4 18,3 2010-2014 19,1 37,0 2015-2019 19,2 38,0 totale 100,0 100,0
Fonte: elab. Centro studi CNA Marche su dati Infocamere
Le startup della provincia di Ascoli Piceno
Secondo “Startup innovative – Cruscotto di Indicatori Statistici” il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese ai sensi del decreto legge 179/2012 è pari a 10.075, in aumento di 317 unità (+3,2%) rispetto a fine 2018. Le startup innovative iscritte al Registro omonimo sono società di capitali costituite da meno di cinque anni, con fatturato annuo inferiore a cinque milioni di euro, non quotate, e in possesso di determinati indicatori relativi all’innovazione tecnologica previsti dalla normativa nazionale.
Nella classifica regionale per numero assoluto di startup innovative le Marche figurano al decimo posto in Italia; nella classifica per provincia, Ascoli Piceno figura al quarto posto per densità di presenza (% rapporto startup innovative sul totale nuove società di capitali della provincia). La provincia di Ascoli Piceno da sola, rappresenta il 27,6% delle startup delle Marche.
Startup innovative – Distribuzione e densità regionale – Classifica delle regioni
Classifica provincia N. startup innovative % rapporto startup innovative sul
totale nazionale
% rapporto startup innovative sul totale
nuove società di capitali della provincia
1 LOMBARDIA 2543 25,24 3,83 2 LAZIO 1124 11,16 2,22 3 EMILIA-ROMAGNA 891 8,84 3,50 4 VENETO 879 8,72 3,27 5 CAMPANIA 788 7,82 1,97 6 PIEMONTE 513 5,09 2,93 7 SICILIA 484 4,80 2,10 8 TOSCANA 433 4,30 1,92 9 PUGLIA 402 3,99 1,77 10 MARCHE 362 3,59 3,88 11 TRENTINO AA 253 2,51 5,13 12 CALABRIA 228 2,26 2,45 13 FRIULI VG 218 2,16 4,70 14 ABRUZZO 218 2,16 2,50 15 UMBRIA 197 1,96 3,94 16 LIGURIA 184 1,83 2,78 17 SARDEGNA 152 1,51 1,87 18 BASILICATA 114 1,13 3,51 19 MOLISE 71 0,70 3,51 20 VALLE D’AOSTA 21 0,21 4,93
Startup innovative – Distribuzione provinciale – Classifica prime 20 province
Classifica provincia N. startup innovative % rapporto startup innovative sul totale
nuove società di capitali della provincia
1 TRENTO 164 7,06 2 TRIESTE 59 6,34 3 ROVIGO 86 6,32 4 ASCOLI PICENO 100 5,87 5 PORDENONE 63 5,31 6 RIMINI 111 5,14 7 BOLOGNA 317 5,12 8 MILANO 1791 5,11 9 AOSTA 21 4,93 10 PERUGIA 155 4,23
A livello nazionale “il 72,6% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese (in particolare, prevalgono le seguenti specializzazioni: produzione di software e consulenza informatica, 34,4%; attività di R&S, 13,4%; attività dei servizi d’informazione, 9,3%), il 18,4% opera nel manifatturiero (su tutti: fabbricazione di macchinari 3,3%; fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici, 3,1%; fabbricazione di apparecchiature elettriche, 1,7%), mentre il 3,6% opera nel commercio.”
Nella provincia di Ascoli Piceno la quota di startup attive nelle manifatture è decisamente più elevata e sfiora il 30% dei casi, quasi il doppio di quella che si registra  a livello nazionale. In particolare, anche nella provincia di AP le startup innovative sono fatte soprattutto da imprese attive nell’informatica (25,9%) e nella ricerca scientifica (13%).
Startup per settore – quote %
  AP ITALIA AGRICOLTURA/PESCA 0,93 0,69 COMMERCIO 1,85 3,81 INDUSTRIA/ARTIGIANATO 29,63 17,88 SERVIZI 64,81 76,66 TURISMO 2,78 0,95 TOTALE 100,00 100,00
AP – Startup per attività – valori assoluti e quote %
attività n. quote % J 62 PRODUZIONE DI SOFTWARE, CONSULENZA INFORMATICA E 28 25,9 M 72 RICERCA SCIENTIFICA E SVILUPPO 14 13,0 J 63 ATTIVITA’ DEI SERVIZI D’INFORMAZIONE E ALTRI SERVIZI 6 5,6 M 71 ATTIVITA’ DEGLI STUDI DI ARCHITETTURA E D’INGEGNERIA; 6 5,6 C 10 INDUSTRIE ALIMENTARI 5 4,6 C 26 FABBRICAZIONE DI COMPUTER E PRODOTTI DI ELETTRONICA E 5 4,6 M 74 ALTRE ATTIVITA’ PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE 5 4,6 C 14 CONFEZIONE DI ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO; CONFEZIONE DI … 4 3,7 C 25 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO (ESCLUSI MACCHINARI ..) 3 2,8 F 41 COSTRUZIONE DI EDIFICI 3 2,8 C 28 FABBRICAZIONE DI MACCHINARI ED APPARECCHIATURE NCA 2 1,9 C 32 ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE 2 1,9 G 47 COMMERCIO AL DETTAGLIO 2 1,9 I 55 ALLOGGIO 2 1,9 N 82 ATTIVITA’ DI SUPPORTO PER LE FUNZIONI D’UFFICIO E ALTRI 2 1,9
Nella provincia il 15,7% delle startup innovative è a presenza giovanile (sono le imprese in cui la partecipazione di persone di età non superiore ai 35 anni alla proprietà e alla governance della società, risulta complessivamente maggioritaria) mentre tale quota sale a 18,2% nel complesso del Paese.  Se però si considerano i settori, si vede come le startup del manifatturiero della provincia di AP costituiscono una parte più importante di quella che hanno le imprese giovanili nel manifatturiero nazionale (21,9% contro 16,1%).
Imprese a prevalenza giovanile – QUOTE %
giovanili AP ITALIA AGRICOLTURA/PESCA 0,0 13,9 COMMERCIO 50,0 23,5 INDUSTRIA/ARTIGIANATO 21,9 16,1 SERVIZI 11,4 18,4 TURISMO 33,3 24,2 TOTALE 15,7 18,2
Prov. di Ascoli Piceno – Primi settori (mestieri) per numero di imprese al novembre 2018 – ordine decrescente – evidenziati i mestieri in calo e in aumento numerico
  Classe
Ateco
Descrizione attività Mestiere generalmente associato Registrate
al 30
novembre
2013
Registrate
al 30
novembre
2018
Diff. sett. 2013/ 2018 var. % sett. 2013/ 2018 412 costruzione di edifici residenziali e non residenziali Muratore 1.095 1.005 -90 -8,2 561 ristoranti e attività di ristorazione mobile Ristoratore 756 823 67 8,9 9602 servizi dei parrucchieri e di altri trattamenti estetici Parrucchiere/estetista 630 645 15 2,4 563 bar e altri esercizi simili senza cucina Barista 576 564 -12 -2,1 4339 rivestimento di pavimenti e di muri Imbianchino/piastrellista 453 430 -23 -5,1 4941 trasporto di merci su strada Autotrasportatore 447 400 -47 -10,5 4321 installazione di impianti elettrici Elettricista 388 371 -17 -4,4 452 manutenzione e riparazione di autoveicoli Meccanico 358 360 2 0,6 4771 commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento in esercizi specializzati Negoziante di abbigliamento 300 284 -16 -5,3 4322 installazione di impianti idraulici, di risc. e di cond. dell’aria Idraulico 296 280 -16 -5,4 6622 attività di agenti e mediatori di assicurazioni Agenti assicurativi 263 276 13 4,9 9329 altre attività ricreative e di divertimento (discoteche, stabilimenti balneari, sale giochi) Imprenditore attività ricreative 256 268 12 4,7 6311 Elaborazione dei dati, hosting e attività connesse informatico 231 243 12 5,2 4617 intermediari del commercio di prodotti alimentari, bevande e tabacco Intermediario del commercio 248 238 -10 -4,0 4334 tinteggiatura e posa in opera di vetri Pittore/vetraio 264 234 -30 -11,4 4711 commercio dettaglio in esercizi non specializzati con prevalenza di prod.alimentari Gestore minimarket 232 223 -9 -3,9 4782 commercio ambulante tessili, abbigliamento calzature Ambulante di abbigliamento e calzature 226 200 -26 -11,5 7022 consulenza imprenditoriale e altra consulenza amministrativo-gestionale Consulente gestionale amministrativo 132 167 35 26,5 4789 commercio al dettaglio ambulante di altri prodotti ambulante 130 163 33 25,4 551 ALBERGHI E STRUTTURE SIMILI albergatore 159 159 0 0,0 6831 Attività di mediazione immobiliare mediatori immobiliari 163 152 -11 -6,7 4511 Commercio di autovetture e di autoveicoli leggeri venditori di auto 110 147 37 33,6 1413 Confezione di altro abbigliamento esterno abbigliamento 122 145 23 18,9 4726 commercio al dettaglio di prodotti del tabacco in esercizi specializzati tabaccaio 134 138 4 3,0 119 Floricoltura e coltivazione di altre colture non permanenti floricultori 154 137 -17 -11,0 4619 Intermediari del commercio di vari prodotti intermediari commerciali generici 78 130 52 66,7 4759 Commercio al dettaglio di mobili, di articoli per l’illuminazione commercianti articoli casa 125 124 -1 -0,8 4616 Intermediari del commercio di prodotti tessili, abbigliamento, calzature intermediari commercio moda 133 120 -13 -9,8 4399 Altri lavori specializzati di costruzione lavori edili specializzati 141 118 -23 -16,3 152 Fabbricazione di calzature calzaturieri 114 116 2 1,8 4781 Commercio al dettaglio ambulante di prodotti alimentari e bevande ambulante di alimentari 115 114 -1 -0,9 4762 commercio al dettaglio di prodotti del tabacco in esercizi specializzati tabaccaio 139 108 -31 -22,3 1071 Produzione di pane; prodotti di pasticceria freschi panificatori e pasticceri 98 102 4 4,1 ……. ………………………….. …………………………. …………. …………         Totale imprese attive AP 21.367 21.096 -271 -1,3
L’andamento delle iscrizioni per attività (nuove imprese) nel 2018
 Tra le attività a maggior ingresso di nuove imprese nel 2018, vi sono in termini assoluti quelle attive in agricoltura (156 nuove imprese) seguite da quelle del commercio al dettaglio (100 nuove imprese)  e dai lavori di costruzione specializzati (80). Il commercio all’ingrosso registra 72 nuove imprese seguito a distanza dalle Attività dei servizi di ristorazione con 44 nuove imprese. In termini relativi, cioè pesando le iscrizioni di nuove imprese sulle imprese registrate alla fine dell’anno, è la Produzione di software, consulenza informatica e attività connesse  a risultare l’attività dove si concentrano maggiormente le nuove imprese (17 nuove imprese su 166 complessivamente registrate nell’attività). Al secondo posto per intensità di iscrizioni vengono le Attività ausiliarie dei servizi finanziari con 36 nuove imprese su 431 registrate).
Molto importante è rilevare che al terzo posto per intensità di nascite di nuove imprese vi sono le attività di Confezione di articoli di abbigliamento con 27 nuove imprese su 346 registrate. Si tratta di un settore manifatturiero di una certa importanza nella tradizione manifatturiera della provincia ma anche dell’unico settore manifatturiero, tra molte attività del terziario e delle costruzioni, in cui le iscrizioni di nuove imprese hanno ancora un certo rilievo.
Altro aspetto importante è costituito dalle nuove imprese che caratterizzano i settori delle costruzioni, soprattutto i Lavori di costruzione specializzati (80 nuove imprese) e le Costruzioni di nuovi edifici  (23 iscrizioni): probabilmente è l’effetto della ricostruzione in atto nelle aree cratere.
AP – imprese registrate e iscritte nel 2018 – graduatoria decrescente per iscritte – prime 20 attività
Ateco attività registrate iscritte rank % iscritte
su
registrate
A 01 Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, c.. 3726 156 1 4,2 G 47 Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e d.. 2895 100 2 3,5 F 43 Lavori di costruzione specializzati 1931 80 3 4,1 G 46 Commercio all’ingrosso (escluso quello di autoveicoli e d.. 1964 72 4 3,7 I 56 Attività dei servizi di ristorazione 1694 44 5 2,6 K 66 Attività ausiliarie dei servizi finanziari 431 36 6 8,4 S 96 Altre attività di servizi per la persona 885 32 7 3,6 C 14 Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di ar.. 346 27 8 7,8 F 41 Costruzione di edifici 1288 23 9 1,8 M 74 Altre attività professionali, scientifiche e tecniche 311 23 10 7,4 G 45 Commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di au.. 689 19 11 2,8 N 81 Attività di servizi per edifici e paesaggio 318 19 12 6,0 J 62 Produzione di software, consulenza informatica e attività.. 166 17 13 10,2 N 82 Attività di supporto per le funzioni d’ufficio e altri se.. 252 17 14 6,7 J 63 Attività dei servizi d’informazione e altri servizi infor.. 300 15 15 5,0 L 68 Attivita’ immobiliari 848 12 16 1,4 M 70 Attività di direzione aziendale e di consulenza gestional.. 213 11 17 5,2 I 55 Alloggio 278 10 18 3,6 R 93 Attività sportive, di intrattenimento e di divertimento 425 10 19 2,4 S 95 Riparazione di computer e di beni per uso personale e per.. 185 10 20 5,4
Fonte: elab. centro studi CNA Marche su dati Infocamere
Tra aprile e giugno il numero delle imprese marchigiane ha ripreso a crescere per effetto delle 2.222 nuove attività a fronte delle 2.134 che hanno chiuso i battenti. Crescono forte le societa’ di capitali e tirano i servizi avanzati. Tra le manifatture crescono solo la gomma-plastica e le attività di installazione riparazione e manutenzione macchine e impianti. Macerata e Pesaro Urbino sono le province che trainano la crescita. I dati Infocamere elaborati dal Centro Studi Cna Marche.
0 notes
antifanovara · 7 years
Link
Generali in pensione, poliziotti e magistrati complottisti, nazisti e nostalgici della Repubblica di Salò, figli di politici condannati per reati di mafia, ex leghisti, grillini, missini. Sono tutti candidati nelle liste di Italia agli Italiani, il «fronte unitario dell’Area nazionalpopolare», formato dai neofascisti di Fiamma Tricolore e di Forza Nuova. I «patrioti» del terrorista nero Roberto Fiore puntano a superare la soglia di sbarramento del 3 per cento alle elezioni del 4 marzo per portare le loro battaglie politiche all’interno delle istituzioni. Per farlo hanno formato una lista insieme a Fiamma Tricolore, il movimento fondato da Pino Rauti a metà degli anni Novanta, oggi guidato da Attilio Carelli, politico di lungo corso: ha militato nel Msi fino ai primi anni Novanta, quando se ne andò insieme al teorico degli opposti estremismi, denunciando «la deriva liberista e filo-mondialista, quindi antifascista» che avrebbe assunto il partito dopo l’elezione di Gianfranco Fini alla segreteria. Le due forze politiche presentano un programma comune: propongono il ritorno alla sovranità monetaria, la lotta alle privatizzazioni, la tutela dei risparmiatori «vessati da un sistema bancario maligno», l’uscita dalla Nato e dalle strutture militari del Patto Atlantico e l’abrogazione della legge Lorenzin, per tutelare le famiglie «vittime dei poteri forti farmaceutici».
Questi punti sono stati sottoscritti anche dalla senatrice Paola De Pin, che ha partecipato insieme a Roberto Fiore a una conferenza stampa alla Camera lo scorso 25 gennaio. La senatrice, conosciuta per condividere bufale novax sui suoi profili social, ha sempre avuto le idee chiare in politica: nel marzo 2013 viene eletta a Palazzo Madama nelle liste del Movimento 5 Stelle ma dopo pochi mesi lascia il Movimento e vota la fiducia al governo Letta; nel maggio 2014 poi sostiene L’Altra Europa con Tsipras, lista di sinistra radicale, alle elezioni europee per poi aderire, nel giugno 2015, alla Federazione dei Verdi e iscriversi al gruppo parlamentare di centrodestra Grandi Autnomie e Libertà. Un girotondo che si conclude ora con l’appoggio ai neofascisti.
UOMINI D’ORDINE Fiore e Carelli vogliono entrare a Palazzo Madama. I segretari sono entrambi candidati nei listini plurinominali del Senato. Attilio Carelli è il capolista nel collegio Lombardia 4, la circoscrizione che comprende Milano, Legnano e Rozzano. Fiore, condannato negli anni ‘80 per banda armata e associazione sovversiva, invece è il primo tra i candidati del collegio Lazio 1, che riunisce i quartieri di Roma Gianicolense, Tuscolano e Portuense. Sempre nel collegio Lazio 1, ma nel listino plurinominale della Camera, spicca il nome di Aldo Mezzalana, uno dei tanti uomini d’ordine presenti nelle liste di Italia agli Italiani. Mezzalana, 61 anni, candidato anche nell’uninominale a Livorno, è un generale in pensione dell’esercito: tra gli anni Novanta e i primi Duemila ha partecipato a missioni nei Balcani, Iraq e Afghanistan, per poi dedicarsi all’addestramento dei parà della Folgore. A far compagnia al generale c’è anche Gianfranco Ribezzo, tenente dell’Aeronautica militare che si candida a entrare a Montecitorio nell’uninominale di Brindisi. Ci sono anche poliziotti e agenti carcerari. Sempre in Puglia, tra i candidati per la Camera c’è l’agente scelto di Polizia penitenziaria Amedeo Turi, in corsa nell’uninominale di Francavilla Fontana.
In Abruzzo invece figura Marco Di Somma, 57 anni, gli ultimi 37 passati nei ranghi della Polizia. Di Somma si presenta da «candidato indipendente» nel collegio uninominale per la Camera di Chieti come spiega in un post sul suo profilo Facebook. E proprio sul suo account social pubblica saluti romani, video di Mussolini, post su «scie chimiche e terremoti bellici», e solidarietà ai «militanti forzanovisti ingiustamente picchiati dalla Polizia». Non poteva mancare un ex toga rossa, il magistrato Paolo Ferraro, candidato alla Camera nel Lazio. Ferraro, che si era già presentato nelle liste di Forza Nuova alle politiche di cinque anni fa, è stato espulso dalla magistratura nel marzo 2013 dopo una surreale vicenda: alla fine del 2008, l’allora magistrato presenta un esposto in Procura in cui dichiara che nella sua abitazione, nel quartiere romano della Cecchignola, avvenivano rituali satanici, pratiche sessuali in condizioni di ipnosi e sotto l’effetto di sostanze alteranti, che vedevano coinvolti adulti, bambini e di cui la sua compagna di allora era vittima. Ferraro inizia così una serie di ricerche, interrotte però dalle cure psichiatriche a cui si è dovuto sottoporre, che gli avrebbero fatto scoprire trame occulte e deviate in istituzioni, alti gradi militari, massoneria e sette sataniche.
NOSTALGICI NAZISTI A generali, poliziotti e magistrati si affiancano gli scatenati camerati di Fiore, che si sono fatti conoscere negli ultimi anni come protagonisti di violenza e intimidazioni. Manca Giuliano Castellino, un passato da militante in tutta la galassia dell’estrema destra romana, sodale dell’amico di Carminati Maurizio Boccacci, e ora leader di Roma ai Romani: è nei guai con la giustizia dopo gli scontri con la Polizia di fine settembre. Al suo posto però è presente la sorella, Ramona, in passato già candidata alle elezioni municipali con La Destra di Storace, ora in corsa per un seggio alla Camera nel collegio plurinominale Lazio 1-03. C’è invece Mirco Ottaviani, candidato alla Camera a Rimini, condannato a sei mesi per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale dopo gli scontri dello scorso 8 febbraio tra militanti di Forza Nuova e Polizia a Macerata. C’è Leonardo Cabras, coordinatore di FN in Toscana e candidato a Massa, conosciuto per le sue sparate negazioniste sull’Olocausto («Nei lager nazisti c’erano cinema e piscine», «Sei milioni di ebrei morti? Ma se non c’erano nemmeno in Europa») e per le azioni intimidatorie contro don Biancalani, il prete che aiuta i migranti a Prato. E c’è anche Luca Castellini, coordinatore di Forza Nuova a Verona, dov’è candidato alla Camera. Ultras dell’Hellas, Castellini è noto per la sua simpatia per il nazismo: durante una festa della tifoseria allo stadio Bentegodi nell’estate 2017, ringraziò Adolf Hitler «che ha pagato tutto questo» e intonò il coro «una squadra fantastica fatta a forma di svastica». Un nostalgico di Hitler è in buona compagnia nelle liste di Italia agli Italiani. All’uninominale di Pordenone si candida infatti Dario Fabris, «Toten-rune» per gli amici, come il simbolo runico adottato dalle SS per indicare i morti. Sul profilo Facebook, appare una foto in cui il nazista candidato nelle liste di Fiore sorride mentre abbraccia Erich Priebke, il capitano delle SS morto nel 2013 che partecipò all’eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944, in cui persero la vita 335 italiani.
FASCISTI SI DIVENTA Nelle liste di Fiore e Carelli non manca nulla, nemmeno i candidati con un passato politico con altri partiti alle spalle. Come l’ex leghista Fabio Tuiach, 38 anni, già campione di pugilato, candidato a Trieste. Tuiach, consigliere comunale triestino, è salito agli onori della cronaca nell’ottobre del 2017, quando affermò quella che, a suo dire, era «una verità scomoda»: «Il femminicidio non esiste, è un’invenzione della sinistra» scrisse in un post sul suo profilo Facebook. Lo scorso dicembre, l’ex pugile ha lasciato il Carroccio per aderire a Forza Nuova. Non è l’unico: c’è anche Marco Centineo, candidato a Ferrara, dov’è consigliere comunale. Eletto in una lista civica con nove voti di preferenza nel maggio 2014, pochi mesi dopo il consigliere ha deciso di lasciare il suo partito, Fratelli d’Italia, per abbracciare i neofascisti. Da Ferrara a Taranto, dove corre Antonella Cito, consigliera comunale nella città dell’Ilva per il partito di famiglia, la Lega d’azione meridionale. Cito è infatti figlia di Giancarlo, ex missino, sindaco tarantino dal 1993 al 1996 e deputato dal 1996 al 2001, proprietario dell’emittente televisiva locale At6 e condannato nel 2007 per concorso esterno in associazione mafiosa e concussione. La condanna non gli ha più permesso di concorrere a cariche pubbliche, così si è messo a fare lo sponsor per i figli: Mario, che più volte ha corso come sindaco a Taranto, e Antonella, miss preferenze alle ultime amministrative del 2017. Con lei Fiore ha fatto un vero e proprio colpaccio. Cito era corteggiata anche da Forza Italia per un posto in Parlamento: senza l’appoggio della Lega meridionale, infatti, il partito di Berlusconi a Taranto non ha mai vinto. Ci sono anche ex grillini. A Vibo Valentia si candida per un seggio alla Camera Edoardo Ventra, oggi coordinatore di FN, ma già fondatore e responsabile del meetup del Movimento 5 Stelle in Calabria fino all’ottobre del 2014, quando passò con tutto il suo gruppo di lavoro nelle fila del partito di Fiore. Forse il richiamo del fascismo era più forte della voglia di democrazia diretta.
0 notes
allnews24 · 7 years
Text
Polveri sottili: Pordenone detiene in regione il record di sforamenti
PORDENONE. Non raggiungiamo le 102 giornate di sforamento di Padova e nemmeno le 94 di Venezia, ma i giorni di superamento dei livelli dello smog, consentiti per legge, sono comunque più di quelli tollerati: 39 su un tetto di 35 giornate ammesse in un anno.
Il “premio” per il mal d’aria, in Friuli Venezia Giulia (dati 2017) va a Pordenone. Il capoluogo del Friuli…
View On WordPress
0 notes
pangeanews · 7 years
Text
Giovanna Rosadini: nonostante tutto, la poesia ‘vende’ (e soprattutto, non possiamo farne a meno)
Ipotesi di censimento. Cioè: mettere cemento nel nido dei giorni, fossilizzarne, per lo meno, il perimetro informe, redigerne l’esattezza, lo scandaloso ideale di luce a pelo d’acqua, un verso sopra l’annientamento. Giovanna Rosadini ha – è certo – l’attenzione dei visionari, ha occhi decuplicati dalla cura. I suoi versi sembrano stringhe. Ogni libro, in effetti, è l’esodo delle stagioni, abbecedario dei mesi a fior di labbra, il tentativo di legare l’armadio del mondo sulla schiena, e lei, Giovanna (nella fotografia di Dino Ignani), è una annalista delle modeste variazioni quotidiane – quelle, in fondo, che spaccano la vita con la paziente voracità di un tuono, di una coltellata. Da Il sistema limbico (2008) a Unità di risveglio (2010), “un libro diaristico che ripercorre un vissuto drammatico trasformandolo in percorso conoscitivo ed espressivo di rara profondità” – così la quarta – al mirabile Il numero completo dei giorni (2014), in cui la lettura della Torah (ergo: la Bibbia cristiana) s’abbraccia alla lettura della propria vita, scandita con l’eccezionale ferocia di un versetto biblico, Rosadini tesse, maniacalità monastica, lo stesso, intenso, intransigente diario. L’occasione del dialogo con la Rosadini ha due pretesti, gemelli e speculari. Il primo, è editoriale. Einaudi sta per pubblicare l’ultima raccolta di Giovanna, s’intitola Fioriture capovolte. L’altro riguarda la mia pruriginosa voglia di capire cosa stia succedendo alla lirica italiana. I giudizi vanno dall’apocalisse imminente – è tutto finito; ma è tutto finito da Dante in qua, allora – all’entusiasmo un po’ beone – non è mai stato così facile pubblicare i propri quattro stracci lirici come oggi. Giovanna è una che la sa lunga – è stata editor Einaudi fino al 2004, per la ‘bianca’ ha curato l’antologia virata al femminile Nuovi poeti italiani 6 – ha la generosità di chi si apre, per natura ustoria, al ‘nuovo’, e ha il dono della saldezza (cioè: non parla a vanvera, come vira il vento della vanità).
Che tipo di poesia è possibile, oggi, nel mondo antipoetico?
“A me pare, mai come oggi, qualsiasi tipo di poesia. Alcuni autorevoli ‘addetti ai lavori’ lamentano la mancanza di una problematizzazione teoretica, così come di un orizzonte ideologico di fondo, ma in questo io non vedo necessariamente un male, anzi: la poesia, liberata dalla gabbia degli “ismi” che si sono succeduti nel corso del Novecento, e aiutata dalle nuove possibilità legate all’utilizzo dei media, non è mai stata così libera. Alla cosiddetta ‘poesia colta’ delle diverse tradizioni letterarie nazionali si stanno affiancando nuove forme di poesia popolare legate all’uso della rete e dei social. Pensiamo per esempio a un fenomeno come quello degli instapoets, autori che hanno migliaia di seguaci su Instagram e Tumblr grazie alle foto dei loro testi, e che solo in un secondo tempo passano all’edizione cartacea delle loro poesie, divenendo a volte casi editoriali, come l’indo-canadese Rupi Kaur o l’australiana Lang Leav. La rete offre, senza dubbio, spazi trasversali di facile accessibilità: chiunque, sul suo profilo Facebook, può postare i suoi versi, così come vanno moltiplicandosi i gruppi amatoriali di chi la poesia la legge e cita, oltre a scriverla. Certo, si tratta di una poesia per lo più semplice e spesso ingenua, che non problematizza ma facilita il rispecchiamento… e il rischio dell’approssimazione e del dilettantismo è sempre in agguato… però è comunque un segno della vitalità del genere. Un po’ quello che, nei decenni passati, era successo con la poesia per musica e l’insorgere della canzone d’autore, altra forma possibile della poesia popolare. Inoltre, sono sempre di più i poeti colti che ricorrono al web, creando una rete di seguaci appassionati e contribuendo a una ridefinizione dell’agonizzante società letteraria di fine Novecento. I poeti fanno rete fra di loro e con i loro lettori, postando e commentando i propri e altrui testi, creando eventi in occasione di presentazioni e reading, promuovendo online i loro libri e arrivando, in certi casi, persino a polemizzare sulle rispettive poetiche o scelte editoriali. Non dimentichiamo di citare, infine, la realtà sempre più diffusa dei poetry slam, un modo anche questo per comunicare direttamente col proprio pubblico, in questo caso dal vivo, saltando l’intermediazione di case editrici e riviste”.
Èconsueto parlare in modo disastroso dei tempi presenti. Tu, con costanza, hai lavorato per la poesia, spesso trovando talenti. Insomma: come è messa la poesia in Italia? Siamo ancora un paese di (bravi) poeti?
“Indubbiamente la poesia è un mercato di nicchia, il cinque per cento dei titoli pubblicati, ma i dati delle vendite sono confortanti: da quattro anni sono in costante aumento. Poi, come ho detto, se da un lato gli spazi per la poesia tendono a contrarsi per quanto riguarda le grandi case editrici (ma questo non ha impedito il rinnovarsi dello Specchio, storica collana della Mondadori dedicata al genere), dall’altro non mancano le case editrici medie e piccole che hanno spazi per la poesia, o vi fanno esclusivo riferimento. Penso per esempio alla collana Le ali inaugurata un paio di anni fa da Marcos y Marcos e diretta da uno dei più importanti poeti italiani, Fabio Pusterla, alle prestigiose e raffinate collane di poesia dell’editore Aragno o a piccole realtà promettenti come Interno Poesia di Andrea Cati e Samuele editore di Alessandro Canzian, che hanno fatto del crowdfounding una modalità di pubblicazione che punta a un contatto diretto col pubblico dei lettori appassionati, coinvolgendoli ad investire sull’autore di riferimento. Entrambi attivissimi in rete coi loro blog e siti, e sui social, senza i quali il loro lavoro non sarebbe possibile, considerate oltretutto le loro realtà geografiche di provenienza, Brindisi per il primo e Pordenone per il secondo. Grazie alla rete è tornata a nuova vita anche l’istituzione delle riviste poetico-letterarie. Se, da un lato, l’antesignana Poesia, rivista cartacea dell’editore Crocetti più volte a rischio chiusura, ha compiuto trent’anni, e un’altra rivista storica come Atelier di Ladolfi editore prosegue il suo lavoro sia in edizione cartacea che in formato digitale, nuove realtà legate alla Rete si sono andate affermando, come L’Ulisse, o, in forma di blog non necessariamente solo poetico, Nazione Indiana, Ilprimoamore, La poesia e lo spirito, AbsoluteVille, Le parole e le cose, Poetarum Silva, La Recherche. Queste sono diventate le nuove sedi del dibattito critico, del confronto, i luoghi dove poter leggere una recensione o una nuova voce poetica, oggi che il ruolo pubblico dei poeti sui grandi quotidiani nazionali è stato soppiantato dalla voce dei romanzieri, e i critici di poesia sopravvivono a stento nelle terze pagine e supplementi culturali dei giornali di carta. La poesia è un piccolo mondo dai piccoli numeri, le tirature sono irrisorie, se confrontate con quelle della narrativa… nessuno può illudersi di campare scrivendo versi, la qual cosa, in una società come la nostra, è oltremodo squalificante, eppure, oserei dire, la poesia è un bene primario, presente e sorgivo nell’infanzia e poi accantonato… come dimostra chi fa laboratori nelle scuole con i bambini, come gli amici Chandra Candiani (ricordo il suo splendido ‘Ma dove sono le parole?’) e Antonio Ferrara. La poesia, come mi capita di dire a chi me ne chiede l’utilità, serve a darci le parole che non è così facile trovare per dire di noi stessi e dei nostri sentimenti, per esprimere le emozioni, la meraviglia o lo sgomento che il mondo ci provoca. I poeti, come dei rabdomanti, le trovano e offrono al lettore. Ed è commovente, cosa che ho sperimentato spesso in prima persona, vedere, quando si instaura questo legame, e l’autore riesce a intercettare gli stati d’animo del lettore, l’affezione che si crea nei confronti della sua persona e scrittura. Quella che si tocca con mano, per esempio, a una presentazione di Milo De Angelis (penso allo straripante salone del Grechetto per il volume che raccoglie tutte le sue poesie), o al seguito che hanno le letture di Mariangela Gualtieri, che hanno un che di rituale, di orfico, grazie alla sua carismatica presenza scenica che le deriva dall’esperienza teatrale… Dato questo quadro, mi pare eccessivo il pessimismo di quanti identificano nel poeta un sopravvissuto che si ostina ad abitare una condizione postuma: il panorama poetico italiano è quanto mai vitale e diversificato. Scomparsi gli ultimi grandi vecchi delle diverse tradizioni novecentesche (Giudici, Raboni, Luzi, Sanguineti, Zanzotto), rimangono maestri del calibro di Franco Loi, Giampiero Neri, Nanni Balestrini, ultraottantenni, e i più giovani Franco Buffoni, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Umberto Fiori, Eugenio De Signoribus, Umberto Piersanti, la cui autorevolezza è universalmente riconosciuta. Venendo alle generazioni successive, i nomi di spicco sono sempre più quelli femminili (Patrizia Cavalli, Antonella Anedda, Patrizia Valduga), e uno dei dati recenti più significativi, per quanto riguarda il fare poesia oggi in Italia, è proprio l’apporto delle autrici, giunte finalmente alla ribalta dopo una lenta e faticosa emersione negli ultimi decenni del Novecento. Altro dato rilevante di questi ultimi anni è il progressivo esaurimento della polarizzazione del dibattito critico intorno alle due categorie di ‘poesia lirica’ (tendenzialmente autobiografica, effusiva ed esperienziale, nel solco della tradizione postromantica) e ‘poesia di ricerca’ (nella quale viene meno la centralità del soggetto, ed è centrale il lavoro sulla lingua, nel solco della lezione delle avanguardie), e di una progressiva sovrapposizione e contaminazione, prevalentemente in funzione di un’istanza comunicativa. Ma anche di una sperimentazione allargata. Penso per esempio alle contaminazioni con la prosa di molti autori emergenti, come Franca Mancinelli o Cristiano Poletti, e al recente esordio nella Collana Bianca Einaudi di un narratore come Andrea Bajani. Ma anche al lavoro in versi di un autore come Bruno Galluccio, fisico di formazione, che, introducendo nel discorso poetico il sapere e la conoscenza scientifici, ha rinnovato profondamente il genere lirico”.
In un libro recente ho letto questa tua affermazione: “La poesia (ben più della prosa, destinata alla comunicazione quotidiana e standardizzata, banalizzata dall’uso, e analogamente ad altre forme d’arte, come la pittura o la musica) è, in buona sostanza, il frutto di un’epifania, dell’irruzione nel tessuto della vita di qualcosa che ci fa sussultare, che ci risveglia e riconnette alla nostra verità più autentica e profonda”. Ce la puoi spiegare?
“Il processo creativo è qualcosa di misterioso, irriducibile a una spiegazione razionale. Gli antichi lo attribuivano all’influenza delle Muse, le persone religiose identificano nell’Anima la sede dei processi spirituali e quindi creativi, oggi si parla di predisposizione genetica e di talento… Freud, ne Il poeta e la fantasia, scrive: ‘Su noi profani ha sempre esercitato una straordinaria attrazione il problema di sapere donde quella personalità ben strana che è il poeta tragga la propria materia […] e egli riesca con essa ad avvincerci, suscitando in noi commozioni di cui forse non ci saremmo mai creduti capaci. Il fatto che il poeta stesso, se lo interroghiamo in proposito, non sappia risponderci o ci risponda in modo inadeguato, non fa che aumentare il nostro interesse al problema’. All’inizio del Novecento, il padre della psicoanalisi riconduce il processo produttivo della creazione artistica al concetto di inconscio. Ma nella definizione freudiana di inconscio, troppo limitata dalla preponderanza dell’Io, molti poeti fanno fatica a riconoscersi, e parlano piuttosto, riguardo alla misteriosa energia creativa che li trascende, di qualcosa che somiglia più all’Es groddeckiano o all’Anima Mundi di J. Hillman. A questo proposito è uscito da pochi mesi un bel libro curato da Giancarlo Stoccoro, psichiatra e poeta, che indaga la creatività poetica in relazione al concetto di Es formulato da Groddeck, un inconscio “selvaggio, ubiquitario e totipotente”. Si intitola Poeti e prosatori alla corte dell’Es, e si avvale della testimonianza di tredici autori italiani, fra i quali sono inclusa. Riprendo dal mio contributo: ‘Questa forza che ci agisce, non governiamo (se non in modo marginale e irrilevante) e si manifesta come forma di spersonalizzazione, spossessamento di sé, ha a che fare col divino (non per nulla, la mitologia greca e latina la identificava con l’ispirazione di particolari divinità, le Muse). Questa forza, affine a quella che sperimentiamo quando ci innamoriamo (nostro malgrado), quando siamo impegnati in un’attività creativa, cioè quando lasciamo emergere le nostre qualità istintive e ci affidiamo al nostro talento, qualunque esso sia (manuale, artistico, musicale, corporeo-cinestetico matematico…), e, per noi donne, al periodo della gestazione, ha qualcosa di potente e miracoloso che ci sorprende e lascia attoniti. Motore di questa forza è il desiderio, sorgente in sé di ogni istinto vitale, ciò che Massimo Recalcati definisce così:‘L’avvertimento positivo della mancanza di ciò che è necessario alla vita, l’attesa e la ricerca della propria stella’. […] Ancora oggi le cose migliori che scrivo mi ‘arrivano’ da qualche regione misteriosa del mio essere, quasi magicamente, e in questo ho riscontrato, nella mia lunga frequentazione di poeti e narratori, sia come editor a suo tempo per Einaudi sia in seguito come autrice io stessa, un’affinità con quanto da loro detto a proposito della genesi della loro scrittura. Raffaello Baldini, un autore con cui ho lavorato a lungo, soleva dire che il poeta si trova nel punto d’incrocio di forze che lo trascendono. Alda Merini, di cui ho curato gli ultimi scritti, scriveva come in trance, completamente assorbita in un flusso misterioso […] Per Giovanni Raboni, ‘La poesia è un linguaggio: diverso da quello che usiamo nella vita quotidiana e di gran lunga più ricco, più completo, più compiutamente umano; un linguaggio al tempo stesso accuratamente premeditato e profondamente involontario, capace di connettere fra loro le cose che si vedono e quelle che non si vedono, di mettere in relazione ciò che sappiamo con ciò che non sappiamo’. La poesia, il poeta stesso come tramite e collettore di forze, dunque, che non necessariamente controlliamo, e di cui siamo relativamente consapevoli”.
Quali sono le tue ispirazioni quando scrivi, o meglio, ‘senti’ la poesia?
“Come ho scritto sopra, la mia poesia, e credo non solo la mia, nasce dal desiderio inteso come avvertimento di una parte mancante, e dunque come anelito a un completamento, alla chiarificazione di un’opacità di fondo. Qualcosa di misterioso chiede di essere ascoltato e messo a fuoco: una sensazione, un sentimento, un’emozione… che possono avere a che fare col mondo, con l’Altro o gli altri, con noi stessi. A volte lo stimolo arriva da un altro testo, che mi mette in risonanza come un diapason, o da un rispecchiamento/riconoscimento con un altro tipo di linguaggio artistico: l’innesco è sempre emotivo-sensoriale, che poi si traduce e sviluppa in un processo mentale e intellettuale. La poesia, anche quella che nasce in modo repentino e inaspettato, è sempre una lenta emersione di contenuti profondi e sedimentati, che vengono ‘risvegliati’ grazie a particolari incontri o circostanze. La mia prima raccolta, Il sistema limbico, è nata grazie a un percorso analitico (junghiano) che mi ha riconnessa, dopo decenni di rimozione, con l’istanza ormai insopprimibile della scrittura: un vero e proprio risveglio creativo, grazie al quale tutto mi si è, improvvisamente, vivificato. Il secondo libro che ho scritto (il terzo, in realtà, ad essere pubblicato) è nato invece come progetto da realizzare nel corso di un anno, e a questo deve il titolo, Il numero completo dei giorni: si tratta di una rilettura in versi, personale e non esegetica, della Torà, il Pentateuco, principale testo di riferimento per l’ebraismo e repertorio, straordinario e stratificato, di figure, oggetti e concetti della cultura occidentale. In questo caso sono partita dalle suggestioni intertestuali, soffermandomi nei punti dove il testo parlava di più alla mia sensibilità di contemporanea. Per esempio sulla parashà (porzione di testo) dove si parla del sacrificio di Isacco (in ebraico, “la legatura” di Isacco), per le sue implicazioni antropologico-psicanalitiche sulla natura dei legami profondi (laddove assumersene la responsabilità significa prendere atto della propria vulnerabilità, ovvero accettare il rischio e la sofferenza a cui ci espongono). Unità di risveglio nasce invece da circostanze biografiche, ed è la cronaca in versi del mio ritorno alla vita dopo il coma seguito a un gravissimo incidente. Avevo molta paura che la poesia non ritornasse, ma, piano piano e miracolosamente, la scrittura è riaffiorata, aiutandomi a ritrovare me stessa”.
So che è in uscita una raccolta ultima per Einaudi. Ce ne parli? Come è nata, assecondando quale urgenza?
“Ogni stagione ha la propria scrittura, e in questa fase della mia vita, coincidente con la maturità, si cominciano a fare bilanci e a misurare il peso e la consistenza dei ricordi… si tratta ancora di fioriture, ma tendono a reclinare… (Il titolo, infatti, è Fioriture capovolte). È uno sguardo sulla vita da quest’altezza: gli imprevisti sentimentali che capitano a qualsiasi età, col loro carico di confusione e aspettative; il lato rovescio dell’esistenza, quando il dolore e le difficoltà per le ferite ricevute sembrano prevalere, ma anche i luminosi e perduranti frammenti di felicità terrena che riempiono di senso la vita, e l’inaspettata irruzione di piccole epifanie nel tessuto dell’ordinaria quotidianità. Ancora, la memoria viva di stagioni della vita (l’infanzia, l’adolescenza) apparentemente concluse, ma ancora ben presenti negli anni di una genitorialità adulta, in cui i figli ormai cresciuti cercano la loro strada nel mondo. C’è anche una sezione sull’esperienza giovanile degli anni universitari in una Venezia anni Ottanta, coincidenti con l’ottimismo e la spensieratezza che hanno caratterizzato quel decennio, tra la fine della Guerra fredda e la caduta del muro di Berlino. Spero, in questa mia quarta raccolta, di aver dato un quadro della mia esperienza del mondo, a partire dalla messa a fuoco sia delle parti più in ombra sia di quelle più in chiaro del mio vissuto, nella consapevolezza che ogni età offra sorprese, così come la possibilità di apprezzare e mettere a frutto quello che abbiamo fatto o ci è capitato, e chi siamo diventati… e di godere degli affetti e relazioni che hanno dato valore e consistenza a ciò che siamo”.
E ora? Cosa stai leggendo, cosa vale la pena leggere?
“Leggo di tutto, contemporaneamente e disordinatamente. Sono un’appassionata di narrativa anglosassone e angloamericana. Su tutti l’amatissimo, immenso Philip Roth, di cui, da quando ha smesso di scrivere, sto leggendo i romanzi giovanili, in questo momento Lasciar andare, dove sono già presenti tutti i temi della sua poetica, in particolare l’attenzione al mondo relazionale. Ho sul comodino anche Tutto è possibile di Elizabeth Strout, autrice che racconta in modo magistrale le ferite esistenziali di un gruppo di personaggi della provincia americana, e la grazia e leggerezza con cui ne vengono fuori. Recentemente ho anche molto apprezzato Stoner di John Williams, autore americano riscoperto negli anni Zero e diventato grazie al passaparola un caso editoriale, e un autore scozzese, John Burnside, che ha scritto un memoir fra prosa e poesia intitolato La natura dell’amore. Seguo molto anche la vitalissima letteratura israeliana, non solo i conosciutissimi a livello internazionale Oz, Yehoshua e Grossman, ma anche autori notevolissimi che si stanno affermando ora, come Zeruya Shalev (splendido il suo Dolore), Eshkol Nevo e Ayelet Gundar-Goshen. Per la poesia, uno dei miei autori di riferimento, che non mi stanco mai di rileggere, è Yehuda Amichai, il più grande poeta israeliano moderno. L’inverno scorso ho incontrato e letto la poetessa Agi Mishol, la cui poesia ricorda alla lontana quella della Szymborska, e si caratterizza per l’uso dell’ironia e gli espliciti riferimenti sessuali. Leggo buona parte di quello che viene pubblicato di poesia italiana, spesso in anteprima… Fra le ultime letture, mi sono molto piaciuti due libri di poesia assai diversi fra loro, Omaggi di Alida Airaghi, autrice che sono fiera di aver “riscoperto” inserendola nei miei Nuovi poeti italiani 6, e una splendida raccolta di Cristiano Poletti, Temporali, che uscirà nel 2019 per Marcos y Marcos. Aspetto con trepidazione anche l’uscita, col nuovo anno, del prossimo romanzo di Tiziano Scarpa, per Einaudi”.
L'articolo Giovanna Rosadini: nonostante tutto, la poesia ‘vende’ (e soprattutto, non possiamo farne a meno) proviene da Pangea.
from pangea.news http://ift.tt/2AFNBN7
0 notes
Text
9. Rapporto tra lingua ed identità, una serata con Diego Navarria*
Mandi amîs! Çemût staiso!
Con questa frase vi saluto e vi do il benvenuto in questo spazio: un piccolo blog in cui condivido le mie ultime esperienze vivendo a Cividale del Friuli. Come state? Come vi trovate con l'ultimo blog? Avete riconosciuto questo messaggio? Siete riusciti ad identificare questa lingua?
Per chi non sapesse, non si ricorda oppure non ha ancora letto una delle mie ultime pubblicazioni, questo saluto, probabilmente il saluto friulano più conosciuto, in italiano vuol dire: Ciao amici! Come state?
Nello sforzo di scoprire ed esplorare alcuni degli aspetti per me più importanti in merito al Friuli, ho deciso di condividere con voi un’altra intervista (esatto, un’altra intervista!) a una delle autorità più rappresentative della regione, il Dottore Diego Navarria, Sindaco di Carlino.
In qualità, dopotutto, di studentessa del comportamento umano, ho un interesse particolare quando si tratta di quello che rende le persone uguali e diverse in confronto ad altri; questioni storiche, politiche, religiose, gastronomiche, artistiche, ecc. Appassionata, particolarmente, dell’intera questione ontologica e del punto dell'identità, mi occupo piuttosto del retaggio culturale di ogni gruppo; di tutto quello che rappresenta e costituisce la percezione di sé stessi e del mondo.
Poche cose, di fatto, rivelano “l’essenza” di un gruppo etnico quanto il linguaggio, la facoltà di esprimersi mediante una tradizione orale e scritta. Valutando il rapporto tra lingua e cultura, così come i modi in cui diversi popoli concepiscono tutto ciò che li circonda, l’etnolinguistica o antropologia linguistica, studia la percezione e la concettualizzazione verbale di molte società attraverso il loro uso della parola, il modo particolare in cui un gruppo o per- sona si appropria di una lingua per sviluppare un orientamento spazio-temporale.
Approfondendo così il tema etnolinguistico ed il ruolo particolare che la lingua friulana possiede nella vita di chi la parla (cioè, le origini, lo stato e il significato collettivo oppure personale dell’idioma), sono arrivata a casa del Dottore Diego Navarria con Dani (che, tra l’altro e per mia fortuna, è la figlioccia di Diego) per parlare un po’ riguardo il linguaggio e le politiche di identità.
Intervista a Diego Navarria, Sindaco di Carlino*
Tumblr media
Franco, conciso ed aperto; così si mostra il Dottore Diego Navarria, Sindaco di Carlino e friulano vero, impiegato municipale con una passione per la politica e la crescita umana del suo paese.
"Vi andrebbe un caffè o qualcos'altro da bere?", ci chiese prima di iniziare l'intervista.
"Volete anche della panna e dello zucchero?"
Seduti nel salotto, una piccola stanza accogliente piena di libri e quadri (emblemi friulani che mostrano la sua passione per la storia, la cultura e le tradizioni di Carlino, S. Gervasio e Maranutto [frazioni del comune di Carlino della provincia di Udine in Friuli-Venezia Giulia]), l’ex bibliotecario ci ospita per un'intervista.
1. Prima di tutto, vorrei ringraziarlo per quest’opportunità. Grazie di cuore per averci invitato nella sua casa.
D: (Risate) Figurati, il piacere è mio!
2. Allora, prima di tutto, cos’è il friulano?
D: Conosciuta da almeno 600.000 persone nelle provincie di Gorizia, Udine, Pordenone e in alcuni comuni veneti (come Portogruaro, Gruaro, Fossalta di Portogruaro e Concordia Sagittaria), il friulano è una lingua romanza di origine neolatina, facente parte della famiglia delle lingue retoromanze e ladine.
3. E dove nasce il friulano?
D: Sebbene le origini esatte del friulano siano sconosciute, si ritiene che l’idioma sia partito dall’anno Mille (benché alcune versioni storiche suggeriscano che le origini ufficiali risalgano a partire dall’inizio del II secolo a.C., dopo l’invasione romana nel territorio celta) come un’evoluzione del latino rustico aquileiese, l’idioma corrente parlato dai primi abitanti autoctoni della colonia di Aquileia, fondata dai Romani nel 181 a.C. Si suppone, infatti, che i Carnici (popolo celtico situato nella regione alpina orientale), una volta conquistati dall’impero romano, abbiano proseguito ad usare la loro lingua madre integrando elementi latini nel lessico e nella fonetica celta, sviluppando così un idioma proprio. Dopo, con l’arrivo dei numerosi gruppi culturali, compresi i germanici e gli slavi, la lingua friulana si è svolta nei secoli successivi come un “ibrido” linguistico tra le varietà neolatine, germaniche e slave, prodotto delle correnti politiche, militari, commerciali ed economiche della regione (come punto di transito culturale e linguistico nella storia, il Friuli, dopotutto, è stato un sito d’incontro tra vari popoli).
4. Molti ritengono che il friulano è appena un dialetto invece di un idioma. Secondo lei, il friulano è una lingua, anzi una variazione dell’italiano?
D: Sebbene il friulano abbia caratteri simili rispetto ai dialetti dell’Italia settentrionale, la “fisionomia” linguistica specifica dell’idioma conferisce un profilo autonomo a questa lingua, con propri termini, grammatica e fonetica. Nel 952, infatti, con l’arrivo dell’impero germanico in Friuli, la lingua appare appartata rispetto al resto dell’Italia a seguito del isolamento politico e sociale della regione che, per circa tre secoli, ha sviluppato caratteristiche diverse da quelle di altre parti del Paese, compresa la lingua.
Molti, però, considerano il friulano un dialetto, ma con la legge statale 482/1999 (“Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”), il friulano ha ottenuto, infatti, il riconoscimento di lingua minoritaria permettendo l’inserimento ufficiale dell’idioma, accanto all’italiano, nell’ambito dell’istruzione regionale (con l’insegnamento del friulano nelle scuole materne, primarie e secondarie, così come nell’università). Allo stesso modo, con la legge regionale della Regione Autonoma Friuli Venezia-Giulia 18 dicembre 2007, n. 29 (“Norme per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana”), il friulano, accanto alle sue diverse espressioni e varianti regionali (come il friulano carnico, il friulano centrale e il friulano occidentale), è stato promosso come “lingua propria del Friuli e parte del patrimonio storico, culturale e umano della comunità regionale.”*
5. Quando si usa il friulano? In quale contesto si parla il friulano? Dove si usa e con chi?
D: Sebbene il friulano sia attualmente parlato da circa 600.000 persone, l’uso di questa lingua è praticamente esclusivo ad un contesto domestico oppure personale, utilizzato principalmente nelle conversazioni con gli amici o con la famiglia. A causa, infatti, del suo stato di lingua minoritaria e di una propaganda linguistica negativa (quando in Friuli è arrivata l’Italia, il ruolo del friulano è diventato appena quello di un dialetto perché l’Italia, com’è nata, è uno stato che non accettava le minoranze; si doveva adottare un’identità nazionale e parlare la stessa lingua, l’italiano), il friulano è stato confinato in un piano secondario, con un calo allarmante di interlocutori negli ultimi anni.
Io, ad esempio, uso il friulano dappertutto, però è vero che anche io sono vittima della minorazione della lingua, prima di tutto perché mio padre non è friulano e mia madre è friulana ma non lo parlava. In un discorso ufficiale, come Sindaco, uso anche il friulano, ma più spesso l’italiano perché sono abituato che nel momento in cui “diventa ufficiale la cosa”, “devo” parlare in italiano. Questo è un retaggio dell’educazione passata dove l’italiano veniva assegnato per le questioni importanti mentre il friulano si usava a casa.
6. C’è, secondo lei, un nesso tra lingua e identità? Se si, come modifica l’idioma il senso di appartenenza e comunità di una persona, oppure di un gruppo culturale?
D: La lingua indubbiamente costituisce uno strumento fondamentale nel capitale umano, nell’evoluzione e nello sviluppo della nostra specie. Esprimendo le nostre idee e necessità elementari, la lingua ci consente di sopravvivere mediante uno scambio di conoscenza e di informazione, a livello generale. Inoltre, sul piano personale e culturale, la lingua fa parte di sé stessi, di tutto quello che integra il nostro mondo. A parte il modo attuale in cui vediamo e comprendiamo la vita e ciò che ci circonda, la lingua è memoria; le testimonianze, le parole, i ricordi e le immagini di una persona e di un intero popolo alla volta. Come una casa o un posto a cui apparteniamo, la lingua è, nelle parole del Direttore del Servizio Regionale Identità Linguistiche, Culturali e Corregionali all’Estero, Marco Stolfo, “una memoria viva, fatta di conoscenza, riconoscenza e riconoscimento, su cui può fondarsi il futuro di una comunità la quale così si conosce, si riconosce e si rinforza.”**
7. Alla fine, quali sono, secondo lei, i motivi per crescere le nuove gener- azioni con la lingua friulana?
D: L’insegnamento del friulano offre alle nuove generazioni vantaggi non solo cognitivi, ma anche culturali. Crescere i bambini con più di una lingua, in generale, offre ai ragazzi una visione più ampia del mondo che li circonda; così, una società con una sola lingua subirebbe una grave perdita intellettuale senza precedenti. A livello linguistico, ad esempio, imparare il friulano consente ai giovani la possibilità di potenziare le loro strategie metacognitive, cioè la loro capacità di poter riflettere sulle proprie abilità intellettive, l’opportunità di imparare altri idiomi con più facilità oltre a stimolare la loro intelligenza e il loro svolgimento scolastico. D’altronde, il plurilinguismo offre alle nuove generazioni l’opportunità di inserirsi in un contesto politico diverso fornendo una maggiore consapevolezza di altri punti di vista, della storia e le tradizioni del paese in cui la lingua è parlata.
...
Contento, appoggiato sul divano, Diego sorride.
“Grazie di cuore per la sua gentile collaborazione, è stato un piacere imparare nuove cose sul friulano,” dissi.
“Al contrario, il piacere è stato mio. Sono sempre felice di poter parlare della mia cultura e le mie origini”, mi rispose.
Poi, all’improvviso, passandomi un libro aperto su una pagina con una serie di foto in bianco e nero, mi sorrise.
“Prima di ripartire, vorrei darti questo segno, una collezione dei racconti e le testimonianze di migranti friulani in Australia, familiari ed amici del comune di Carlino che sono stati trasferiti in Australia. Sono certo che ti piacerà.”
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Come un anello al dito, questo libro è proprio quello che cercavo: le voci dei migranti che, come me, hanno dovuto lasciare la loro casa nella ricerca di un nuovo orizzonte in terre lontane, un porto straniero in cui si avrebbe scritto l’inizio di un nuovo capitolo preservando le tradizioni del posto che li ha visti nascere e crescere; frammenti di un popolo e di una cultura viva che, attraverso la memoria, rafforza e rinnova i legami tra l’idioma e tutto ciò che un individuo ed un gruppo etnico è.
Grazie amici, per essere arrivati fin qui a leggere! Vorrei ringraziare anche il Dottore Diego Navarria per la sua gentile ospitalità.
Spero che questa piccola intervista vi abbia incentivato a conoscere meglio una delle eredita culturali più grandi della regione che alcuni di voi scopriranno tra poco.
Come al solito, un caro abbraccio e tutta la mia gratitudine! 
-c
*La Legge regionale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia 18 dicembre 2007, n. 29, art. 1 - Norme per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana.
**Frase di Marco Stolfo, Direttore del Servizio Regionale Identità Linguistiche, Cultura- li e Corregionali all’Estero (2005). Cjarlins e Sarvâs: int ator pal mont, p. 19.
0 notes
italianaradio · 5 years
Text
Ecosistema urbano, Cosenza al 14 posto. Vibo chiude la classifica
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/ecosistema-urbano-cosenza-al-14-posto-vibo-chiude-la-classifica/
Ecosistema urbano, Cosenza al 14 posto. Vibo chiude la classifica
Ecosistema urbano, Cosenza al 14 posto. Vibo chiude la classifica
Attenzione verso le scelte urbanistiche, il trasporto, l’uso delle piazze dei cittadini, l’impegno contro gli sprechi, e la crescita degli spazi naturali. Questi i punti cardine della ricerca di Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore Ecostistema urbano dedicato alle performance ambientali dei capoluoghi di provincia. Nek 2019 la classifica vede nei primi posti Trento, Mantova, Bolzano, Pordenone e Parma che danno molta importanza all’ambiente. Cosenza, la prima città calabrese, si piazza al14 posto, segue Catanzaro al 31 posto, mentre Reggio Calabria si attesta al 71 posto, Crotone al 94. In coda alla graduatoria si piazza Vibo Valentia, insieme a Siracusa, Catania. Ma è proprio la città vibonese a chiudere la classifica perché non risponde a nessuna domanda da tre anni, Siracusa da un biennio. La città dei bruzi continua a far crescere, seppure lentamente, gli spazi pubblici dedicati alla pedonalità, grazie a grandi interventi. Ma Cosenza è anche la città calabrese in cui gli edifici scolastici risultano a norma (con i certificati di sicurezza in regola); e che offre spazi per camminare. Almeno in quote doppie rispetto alla media. Le calabresi non sono state in grado di presentare ecoprogetti stimolanti per l’ambiente e non sono riuscite a introdurre significative trasformazioni nei centri urbani. Il rapporto, che impiega 18 parametri divisi in cinque macro categorie: qualità dell’aria, rete idrica, mobilità, ambiente e rifiuti, è stata presentata a Mantova da Mirko Laurenti, responsabile di Ecosistema Urbano di Legambiente e Lorenzo Bono, di Ambiente Italia. E nel corso della presentazione sono state gettate le basi per un’agenda nazionale urbana capace di mettere in rete le città e renderle sostenibili, sicure e inclusive con i sindaci e gli amministratori dei capoluoghi. Tra gli interventi, coordinati da Marco Mariani del Sole 24 Ore, quelli di Stefano Ciafani, presidente Legambiente, Barbara Meggetto presidente Legambiente Lombardia, Mario Zambrini, Ambiente Italia, Tullio Berlenghi, capo segreteria tecnica ministero dell’Ambiente, Alessandro Bratti, direttore generale ISPRA, Mattia Palazzi, Sindaco di Mantova. Ecosistema Urbano 2019 è realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, con il patrocinio del Comune di Mantova, della Commissione europea, del ministero dell’Ambiente e di Anci e Agende 21 locali italiane, e il contributo di Ecomondo e Ideaplast. Sono stati esaminati oltre 30mila dati, valutati in base a 18 parametri che determinano la classifica delle performance ambientali. Qualità dell’aria: meno della metà delle città rispettano tutti i limiti di legge. Dati sulle Pm10 in netto miglioramento. Solo a Torino e Ragusa almeno una centralina ha un valore medio annuo che oltrepassa il limite per la protezione della salute umana di 40 μg/mc. Scendono da 16 a 11 le città dove il valore medio delle concentrazioni di biossido di azoto è superiore al limite di legge. Per l’ozono: passano da 63 a 53 le città dove il valore medio delle centraline supera la soglia di protezione della salute umana (erano però 38 nel 2016). Rifiuti: quasi al 55% la media della raccolta differenziata. Ferrara, Treviso, Mantova, Pordenone, Parma e Trento oltre l’80%. La percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani è in costante miglioramento, l’obiettivo di legge del 65% fissato per il 2012 è stato raggiunto da 38 città, mentre la soglia del 35%, prevista per il 2006, non è stata ancora raggiunta da 18 comuni. Torna però a crescere la produzione di rifiuti, con una media di 537 kg pro capite. Rete idrica: oltre il 36% dell’acqua potabile non arriva ai rubinetti. In 18 città la metà dell’acqua immessa nelle condutture viene dispersa e cresce il numero di città dove più del 30% dell’acqua immessa nella rete viene dispersa. Solo Pordenone, Mantova, Lodi, Monza e Macerata riescono a contenere le perdite entro il 15%. Trasporto pubblico: Milano, Brescia, Pavia sono le città dove prendere il bus è più facile. Migliora complessivamente, seppur di poco, il servizio di trasporto pubblico. Il tasso di motorizzazione dei capoluoghi italiani, invece, sale in un anno da 63,3 auto ogni 100 abitanti a 63,9. Tra i grandi centri urbani fa eccezione Milano, in lieve decremento. Mobilità attiva: Lucca e Venezia le migliori a piedi, Reggio Emilia regina per le bici con 43 metri equivalenti ogni 100 abitanti di percorsi ciclabili, seguita da Mantova. Cresce l’estensione media delle isole pedonali: 0,47 m2 per abitante (era 0,45 lo scorso anno). Fonti rinnovabili: coprono il 100% del fabbisogno elettrico delle famiglie in 27 capoluoghi (secondo un calcolo basato sulla produzione stimata delle diverse tecnologie presenti nei territori rispetto ai consumi medi delle famiglie italiane). 90 capoluoghi hanno almeno un impianto solare termico o fotovoltaico sugli edifici pubblici. 73 città hanno impianti solari termici, per 23.428 metri quadrati complessivi di pannelli e sempre 73 capoluoghi presentano impianti solari fotovoltaici per complessivi 76,8 MW.
Attenzione verso le scelte urbanistiche, il trasporto, l’uso delle piazze dei cittadini, l’impegno contro gli sprechi, e la crescita degli spazi naturali. Questi i punti cardine della ricerca di Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore Ecostistema urbano dedicato alle performance ambientali dei capoluoghi di provincia. Nek 2019 la classifica vede nei primi posti Trento, Mantova, Bolzano, Pordenone e Parma che danno molta importanza all’ambiente. Cosenza, la prima città calabrese, si piazza al14 posto, segue Catanzaro al 31 posto, mentre Reggio Calabria si attesta al 71 posto, Crotone al 94. In coda alla graduatoria si piazza Vibo Valentia, insieme a Siracusa, Catania. Ma è proprio la città vibonese a chiudere la classifica perché non risponde a nessuna domanda da tre anni, Siracusa da un biennio. La città dei bruzi continua a far crescere, seppure lentamente, gli spazi pubblici dedicati alla pedonalità, grazie a grandi interventi. Ma Cosenza è anche la città calabrese in cui gli edifici scolastici risultano a norma (con i certificati di sicurezza in regola); e che offre spazi per camminare. Almeno in quote doppie rispetto alla media. Le calabresi non sono state in grado di presentare ecoprogetti stimolanti per l’ambiente e non sono riuscite a introdurre significative trasformazioni nei centri urbani. Il rapporto, che impiega 18 parametri divisi in cinque macro categorie: qualità dell’aria, rete idrica, mobilità, ambiente e rifiuti, è stata presentata a Mantova da Mirko Laurenti, responsabile di Ecosistema Urbano di Legambiente e Lorenzo Bono, di Ambiente Italia. E nel corso della presentazione sono state gettate le basi per un’agenda nazionale urbana capace di mettere in rete le città e renderle sostenibili, sicure e inclusive con i sindaci e gli amministratori dei capoluoghi. Tra gli interventi, coordinati da Marco Mariani del Sole 24 Ore, quelli di Stefano Ciafani, presidente Legambiente, Barbara Meggetto presidente Legambiente Lombardia, Mario Zambrini, Ambiente Italia, Tullio Berlenghi, capo segreteria tecnica ministero dell’Ambiente, Alessandro Bratti, direttore generale ISPRA, Mattia Palazzi, Sindaco di Mantova. Ecosistema Urbano 2019 è realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, con il patrocinio del Comune di Mantova, della Commissione europea, del ministero dell’Ambiente e di Anci e Agende 21 locali italiane, e il contributo di Ecomondo e Ideaplast. Sono stati esaminati oltre 30mila dati, valutati in base a 18 parametri che determinano la classifica delle performance ambientali. Qualità dell’aria: meno della metà delle città rispettano tutti i limiti di legge. Dati sulle Pm10 in netto miglioramento. Solo a Torino e Ragusa almeno una centralina ha un valore medio annuo che oltrepassa il limite per la protezione della salute umana di 40 μg/mc. Scendono da 16 a 11 le città dove il valore medio delle concentrazioni di biossido di azoto è superiore al limite di legge. Per l’ozono: passano da 63 a 53 le città dove il valore medio delle centraline supera la soglia di protezione della salute umana (erano però 38 nel 2016). Rifiuti: quasi al 55% la media della raccolta differenziata. Ferrara, Treviso, Mantova, Pordenone, Parma e Trento oltre l’80%. La percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani è in costante miglioramento, l’obiettivo di legge del 65% fissato per il 2012 è stato raggiunto da 38 città, mentre la soglia del 35%, prevista per il 2006, non è stata ancora raggiunta da 18 comuni. Torna però a crescere la produzione di rifiuti, con una media di 537 kg pro capite. Rete idrica: oltre il 36% dell’acqua potabile non arriva ai rubinetti. In 18 città la metà dell’acqua immessa nelle condutture viene dispersa e cresce il numero di città dove più del 30% dell’acqua immessa nella rete viene dispersa. Solo Pordenone, Mantova, Lodi, Monza e Macerata riescono a contenere le perdite entro il 15%. Trasporto pubblico: Milano, Brescia, Pavia sono le città dove prendere il bus è più facile. Migliora complessivamente, seppur di poco, il servizio di trasporto pubblico. Il tasso di motorizzazione dei capoluoghi italiani, invece, sale in un anno da 63,3 auto ogni 100 abitanti a 63,9. Tra i grandi centri urbani fa eccezione Milano, in lieve decremento. Mobilità attiva: Lucca e Venezia le migliori a piedi, Reggio Emilia regina per le bici con 43 metri equivalenti ogni 100 abitanti di percorsi ciclabili, seguita da Mantova. Cresce l’estensione media delle isole pedonali: 0,47 m2 per abitante (era 0,45 lo scorso anno). Fonti rinnovabili: coprono il 100% del fabbisogno elettrico delle famiglie in 27 capoluoghi (secondo un calcolo basato sulla produzione stimata delle diverse tecnologie presenti nei territori rispetto ai consumi medi delle famiglie italiane). 90 capoluoghi hanno almeno un impianto solare termico o fotovoltaico sugli edifici pubblici. 73 città hanno impianti solari termici, per 23.428 metri quadrati complessivi di pannelli e sempre 73 capoluoghi presentano impianti solari fotovoltaici per complessivi 76,8 MW.
0 notes
tmnotizie · 6 years
Link
SAN BENEDETTO – Giorgio Roselli non è più l’allenatore della Samb. Il tecnico umbro è stato sollevato dall’ incarico dopo il 4-0 rimediato a Trieste. Eloquente il comunicato del club del Riviera delle Palme, giunto poco fa nelle redazioni. “La S.S Sambenedettese Calcio –si legge- comunica che l’allenatore della prima squadra, Giorgio Roselli, è stato sollevato dall’incarico. Al mister vanno i ringraziamenti per il lavoro svolto in questi mesi. Nella giornata di domani verrà comunicato il nome del nuovo tecnico”.
Una decisione che era nell’ aria dopo la debacle del Nereo Rocco e che non coglie di sorpresa soprattutto dopo le dichiarazioni di Franco Fedeli al termine dell’ incontro. “E’ davvero squallido –ha detto il patron- quello che è accaduto oggi a Trieste. Ho visto calciatori che sembrava giocassero per fare un piacere a qualcuno e non so a chi. Mi vergogno a rappresentare questa squadra”.
Ma Roselli paga anche l’involuzione tecnica e di risultati della Samb. I numeri bocciano, infatti,. il tecnico umbro. Nelle ultime tre partite, infatti, i rossoblù hanno conquistato solo un punto, incassando nove reti e segnandone solo due. Ed il 4-0 di Trieste è stata la goccia che ha fatto. Ed ora sarà compito di Fedeli e del diesse Fusco trovare il sostituto di Roselli. Non praticabile la pista che porta ad un ritorno di Magi ed ecco che potrebbe anche prendere corpo l’ipotesi relativa all’ ex tecnico della Ternana Sandro Pochesci. La notte porta consiglio e domani mattina si conoscerà il nome del tecnico che guiderà la Samb nelle ultime sei giornate che mancano al termine della regular season. C’è da salvare la posizione play off.
La partita. Il 4-0 per la Triestina è stato netto ed inequivocabile ed è maturato in soli diciannove minuti. Dal 10’ al 29’ st la Samb è stata in balia dell’ avversario. Anche questa volta, nell’arco dei novanta minuti Rapisarda e compagni hanno tirato solo una volta nello specchio della porta giuliana, pur senza inquadrarlo. Si stava già sul 3-0 quando Calderini ha sprecato una comoda occasione da rete dinanzi a Offredi che praticamente ha trascorso il pomeriggio a prendere il bel sole di Trieste. Con questa vittoria la Triestina si porta a sei punti dal Pordenone bloccato sull’ 1-1 a Terni mentre la Samb conserva la decima piazza con tre punti di vantaggio sul Teramo e quattro sulla Vis Pesaro.
Il solo difendersi e sperare poi in un episodio favorevole non è bastato. Questo era accaduto a Salò ma non si è ripetuto a Trieste contro una formazione spietata che nella ripresa dopo avere sbloccato il risultato con il bomber Granoche ha subito preso il largo. Rilevante, poi, la complicità della disattenta retroguardia rossoblù nelle azioni che hanno determinato le reti giuliane. E pensare che nel primo tempo, la Samb aveva retto egregiamente il confronto limitando il raggio d’azione dei padroni di casa. Roselli ascolta i suggerimenti di Fedeli ed inserisce nell’ undici di partenza Bove in cabina di regia e Di Massimo in attacco. Il primo, praticamente non si è mai visto, mentre l’attaccante si dannato l’anima per rendersi pericoloso ma la retroguardia giuliana ha sempre fatto ottima guardia. E poi è impensabile continuare a vedere Stanco fare il difensore e a chiudere gli spazi nella trequarti rossoblù. Al bomber rivierasco, poi, non è mai arrivato un pallone giocabile.
Il primo tempo è scivolato via senza particolari sussulti. La Triestina a fare gioco con la Samb rintanata nella propria trequarti. Uno sterile possesso palla quello degli alabardati mentre Rapisarda e compagni hanno fatto poco o nulla per offendere. Nella ripresa, invece, è tutt’altra musica. Pavanel è subito costretto a sostituire l’infortunato Bariti con Petrella e proprio l’ex Teramo si rivela l’arma in più giuliana per scardinare il bunker rossoblù. Già al 7’ st è Granoche a sfiorare il palo di testa a Sala battuto su cross di Procaccio.
Ma il bomber uruguagio si fa perdonare tre minuti dopo capitalizzando al meglio un servizio di Petrella con la complicità di Celjak che si lascia scappare l’attaccante biancorosso. Dopo la prima rete, la Samb praticamente scompare dal campo. Roselli inserisce al 10’ st Calderini per Di Massimo e Cecchini per Biondi. Ma al 18’ st la Triestina raddoppia. Azione che porta sull’ asse Petrella-Granoche ed ottimo servizio per Costantino che batte Sala. Il tris arriva cinque minuti dopo con Petrella che sul secondo palo capitalizza un tiro cross di Granoche.
Solo al 27’ la Samb si affaccia dalle parti di Offredi con Calderini il cui pallonetto davanti al portiere si perde abbondantemente sul fondo. E subito dopo è Granoche (una doppietta per il capocannoniere del girone) a calare il poker. Girandola di cambi in da una parte e dall’altra ma la partita è praticamente finita.
TRIESTINA (4-3-1-2): Offredi 6; Libutti 6, Lambrughi 6, Malomo 6 (40’st Codromaz sv ), Frascatore 6,5; Maracchi 6,5 (33’st Formiconi sv), Coletti 6, Bariti 6 (1’st Petrella 7); Procaccio 6,5  (22’st Steffè sv); Costantino 7 (40’st Hidalgo sv ), Granoche 8. A disposizione: Boccanera, Matosevic, Pizzul, Messina, Bolis, Gubellini, Marzola. All. Pavanel 7
SAMB (3-5-2): Sala 5,5; Celjak 5, Miceli 5 , Biondi 6  (14’st Cecchini 5,5); Rapisarda 6, Gelonese 5,5 (38’st Caccetta sv), Bove 5, Ilari 5,5 (25’st Signori sv), Fissore 5; Di Massimo 6 (14’st Calderini 5), Stanco 6. A disposizione: Pegorin, Rinaldi, D’Ignazio, Rea, Russotto. All. Roselli 5
ARBITRO: Rutella di Enna 6 (Pappagallo-Abruzzese)
MARCATORI: 10’st e 29’st Granoche, 20’st Costantino, 24’st Petrella
AMMONITI: 5’st Costantino, 6’st Bove, 17’st Cecchini, 18’st Libutti
NOTE: Spettatori 4mila circa di cui 200 provenienti da San Benedetto. Angoli 4-3 per la Triestina, Recupero 0 pt, 3’ st
0 notes
allnews24 · 7 years
Photo
Tumblr media
“In quella palestra c’è la droga”: titolari a processo, poi assolti. Ma il caso è riaperto PORDENONE. Padre e figlio, titolari di una palestra, sono finiti prima sotto inchiesta e poi a processo per violazione della legge antidoping e detenzione di 6,7 grammi di cocaina a causa di una telefonata anonima, ma sono stati assolti nel 2014 perché il fatto non sussiste.
0 notes