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#lavoro sottopagato
marcogiovenale · 1 year
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angeli a pordenone (come in tante altre città) - in difesa del lavoro salariato
Comunque questa pagina https://www.pordenonelegge.it/fondazione/angeli io per non saper né leggere né scrivere l’ho salvata nella Wayback Machine di archive.org, e più esattamente qui: https://web.archive.org/web/20230722084711/https://www.pordenonelegge.it/fondazione/angeli Una qualche memoria della concezione del lavoro in Italia deve rimanere anche per i posteri. Quando si dice “fare poesia…
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medicomunicare · 10 months
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Lavoro sottopagato, salute ed economia: cosa si cerca di fare per cambiare da welfare a impiego necessario
Una nuova analisi della Health Foundation rivela che 3,7 milioni di persone (il 12% della popolazione in età lavorativa) sono attualmente al lavoro e riferiscono una condizione di salute “limitante il lavoro” che limita il tipo o la quantità di lavoro che possono svolgere. Questo numero è aumentato di 1,4 milioni negli ultimi dieci anni e corrisponde quasi al numero di persone con condizioni…
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ricorditempestosi · 7 months
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"in Italia il lavoro c'è"
in nero
sottopagato
schiavizzato
ma c'è.
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ah-buh · 2 months
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Comincio a capire le persone che vendono le foto dei loro piedi visto che in Italia con due lauree un lavoro non lo trovi e se lo trovi è sottopagato
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ilfascinodelvago · 10 months
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Il lavoro è così sottopagato che il nuovo slogan della Lega è “Gli immigrati vengono qui a rubarci il posto alla Caritas”.
Francesca Fornario
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astra-zioni · 1 month
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Nel mondo che vorrei tutti saremmo infatti autistici e disagiati. Non ci sarebbe alcuna convenzione, alcun obbligo, alcun valore assoluto.
“Ciao Maria, non ti chiedo come stai perché oggi non me ne frega un cazzo, a malapena capisco come sto io, ma tranquilla che appena ricalibro le mie energie sarò in grado di potermi dedicare completamente a te!”
“Ciao Giuseppe non preoccuparti, figurati, manco a me interessa come sto, perché dovrebbe interessare te, che peraltro t’ho visto di striscio a una festa vent’anni fa. A presto!”
“Ciao cliente ennesima della giornata, facciamo che mentre ti faccio la piega non interagirò con te facendo finta che mi interessi della tua esistenza, anzi magari mi metterò anche le cuffie per ascoltare la musica perché dopo dieci ore di lavoro sfiancante e sottopagato non c’ho sbatti di sentire pure le tue vicende amorose col tuo vicino di casa ché tanto vanno sempre a finire di merda”
“Ma figurati Gianfranco, io volevo proprio precipitare nell’horror vacui pensando ai cazzi miei mentre mi dai il phon ai capelli - ho un paio di cuffie, tieni!”
“Amore mio, scusami se ora vado in un’altra stanza ma mi sento sovrastimolato e devo processare il fatto stesso di stare provando amore per te, quindi tranquilla, non è che non ti ami, è che lo devo processare secondo le mie categorie mentali in solitudine”
“Ma certo amore mio, vai pure, anzi, mi stavi pure rompendo i coglioni dopo tutti questi giorni assieme!”
Quanto sarebbe bello. Naturale. Spontaneo. Liberatorio. E invece…
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accidentiaituoiocchi · 3 months
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Ma chi me l'ha fatto fare di prendere così tanto lavoro (sottopagato) e fare la scuola di specialità con tanto di laboratori e congressi con articoli e poster da fare, e il tirocinio e lo studio collaterale per continuare a formarsi e la progettazione delle sedute
E l'ambiente di lavoro tossico
E non ce la faccio più. Sono tanto stanca.
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ninfettin · 1 year
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alla fine sono mangiata dal capitalismo come tutti: faccio un lavoro sottopagato e che mi causa crisi di pianto e lo faccio solo per sentirmi un membro attivo della società. e per sopperire a tutta questa tristezza mi compro cose inutili
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amici vi ricordate quando i vostri genitori vi cacavano il cazzo dicendovi "studia matematica" ma voi no voi volevate diventare scrittori e adesso non solo non sapete neanche la tabellina del 4, ma avete perseguito la vostra "carriera" nelle materie umanistiche e vi ritrovate a fare un lavoro del cazzo, sottopagato, con gente di merda per il quale dovete svegliarvi alle 5 quando, invece, potevate semplicemente iscrivervi ad ingegneria?
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imponderabile · 4 days
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non riesco a dormire. sto provando a tenere lontani i pensieri negativi sul mio corpo, sulla mia vita, sul mio lavoro e sulla solitudine che provo in momenti come questi. lui è con me nel letto adesso, dorme tranquillo, non so spiegarmi perché questo mi faccia sentire sola. mi muovo piano e non faccio rumore per non svegliarlo. mi fumo anche una sigaretta di nascosto. perché mi sento così onestamente proprio non lo so. penso ad ottobre che dovrei laurearmi finalmente ma questo non mi consola affatto. non mi sento mai abbastanza e qualsiasi cosa io faccia non è mai all’altezza delle mie aspettative. ma una cosa la so, ho paura. ho paura di non riuscire a realizzare quello che voglio, paura di rimanere intrappolata in un lavoro sottopagato che non mi piace, paura forse di trovarne un altro che sia altrettanto insoddisfacente, paura di deludere lui, paura di non riuscire a trovare una casa insieme a lui solo perché non ho un contratto indeterminato. ho paura di essere una palla al piede, mi sento un ostacolo perfino per me stessa, figuriamoci per lui. ho paura dell’arrivo dell’inverno e ho paura che la depressione sia di nuovo lì, dentro l’angolo ad aspettarmi cheta e paziente. adesso sono le tre di notte, sono sola e ho paura.
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a-tarassia · 1 year
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11 giungo 2011
I nomi degli artisti che si sono esibiti al gay pride di Milano non me li ricordo. È una grossa differenza con l’ultimo gay pride a cui sono stata nel lontano 2011, anno in cui io stavo per compierne 30 e decisi di andare da sola a percorrermi l’ultimo tratto perché volevo, anche, sentire Lady Gaga al circo massimo. Sì perché nel 2011 vivevo a Roma e adesso, 2023, vivo a Milano, o quasi.
L’11 giugno del 2011 abbiamo festeggiato i 30 anni del mio migliore amico in campagna dai suoi, a Rieti. Bellissimo posto, bellissima cascina, bellissima compagnia. Eravamo già abbastanza grandi da essere ognuno in un posto diverso del mondo, infatti Nando era tornato da Grenoble, Manu dalla Svizzera, Tommaso da Berlino, Riccardo da Cambridge e io stavo per andare via, dopo 13 anni di vita, dalla città che mi aveva cresciuto. Il 2011, io ero già alla terza o quarta vita, avevo già vecchi amici che non avrei più rivisto, avevo cambiato già 15 case, due continenti, diversi paesi e stavo per compiere 30 anni, non ero felice. L’11 giugno del 2011 non avevo una casa in cui tornare a dormire, ero una vagabonda, tre anni di convivenza finiti, lavoro precario, sottopagato e frustrante, una vita sessuale randagia, poligamica e insoddisfacente. Finita la festa me ne sono andata al pride, volevo sentire Lady Gaga, presentava il suo secondo album e mi sa che cantò The edge of Glory? Possibile, ho questo ricordo, il circo massimo era stracolmo e i carri del sound erano quelli dei centri sociali e delle organizzazioni non profit sul territorio, qualche partito esponente dei diritti umani. Io ero da sola e fu un momento catartico. Quella sera, me ne andai dal circo massimo e mi chiamò Nando che era in giro, ci trovammo a Monti a bere birra, ad un certo punto ci raggiunsero anche Riccardo e Tommaso e Daria e ce ne siamo andati in giro a bere birra dei bangla e sederci sui gradini per il rione, una calda sera quasi estiva a Roma ho deciso di mollare tutto a andarmene da quella città soffocante e decadente, lontana e diversa da quella che mi aveva accolto. Quella notte restammo con Nando ad aspettare il bus con cui tornava a casa e poi a Grenoble, non l’ho più rivisto, se non in video call. Adesso vive negli USA. Riccardo era andato via poco prima. L’ho rivisto al concerto di Manuchao, qui a Monza, qualche anno fa. È tornato a Roma adesso. Tommaso, Daria ed io passammo la notte insieme, a casa di Daria, in tre nello stesso letto. La mattina prestissimo (poche ore dopo esser tornati) prima di partire per Berlino, lui ci diede un bacio sulla guancia ad entrambe, con delicatezza per non svegliarci e se ne andò in silenzio. Lo ricordo ancora adesso. Lui non è più a Berlino, fino prima della guerra credo fosse in Russia, adeso non saprei. Non l‘ho più rivisto. Io avrei lasciato Roma da lì a poco.
Sabato scorso sono stata al gay pride di Milano, dodici anni dopo.
Sono andata con i mio compagno, una coppia di amici e il loro bambino. Non avevo un goccio di alcol in corpo e nemmeno della droga leggera. Pulita. Ero comunque vestita da zoccola.
I carri col sound non erano più quelli dei centri sociali e delle organizzazioni, ma c’erano quelli degli sponsor, senza i quali oggi la parata sarebbe impossibile, c’era quello della CocaCola, che ai miei tempi si boicottava perché ammazza(va) i sindacalisti in Colombia, c’erano le banche e le corporation.
È anche perché, a scopo di marketing, queste realtà si espongono che la comunità LGBTQI+ ha una voce con una cassa di risonanza, come dice un mio amico.
È anche perché il mercato si è accorto di “loro” che le cose sono cambiate e stanno cambiando in meglio per “loro”, anche, non solo.
Mi da fastidio vedere il carro della CocaCola? All’inizio ero perplessa, ma poi ho pensato che ognuno ha le proprie lotte da vincere, avremo sempre delle lotte da vincere, perderemo dei pezzi, non sapremo a volte quando un saluto è stato effettivamente l’ultimo saluto, cambieremo pelle e chissà se la vita dei sindacalisti ammazzati non sia valsa un passo in più nella lotta, io non posso sapere tutto, non voglio sapere tutto.
Ogni processo tende a complicarsi, se il flusso porta miglioramento allora credere nel flusso.
Devo per forza credere nel flusso.
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vaerjs · 1 year
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Luglio è stato un mese bollente, e non perché sono successe cose meravigliose (anche) ma soprattutto per le temperature da ebollizione che si sono toccate in Italia e in Sicilia. Il cambiamento climatico fa sempre più paura e mentre c’è chi al governo, seduto su una bella poltrona di velluto, continua a parlare di allarmismo eccessivo, nella vita reale, nell’Italia reale, le persone muoiono. Muoiono di alluvione, muoiono di incendi, muoiono di caldo, muoiono di lavoro sottopagato e senza diritti.
In questa pagina provo a condividere i miei ideali, i miei pensieri, le mie preoccupazioni attraverso l’arte, attraverso disegnini che sono nati per sfogarmi dai pensieri bui che mi hanno affollato la mente.
In questo luglio così caldo, così drammatico, così ingiusto, io sono grata e consapevole del mio privilegio di avere una casa. Grata di aver accesso all’aria condizionata nelle ore più calde. Grata di avere a disposizione acqua per dissetarmi. Grata perché nella mia zona i blackout non sono stati importanti.
#vaerjs #monthlyspread
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nonamewhiteee · 2 years
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oggi alla laurea mi sono tanto sentito come quando nelle commedie (soprattutto in quelle americane) di serie b c'è l'amico che nelle reunion è sempre quello senza famiglia/relazione/con un lavoro che odia e magari sottopagato. ecco io con qualche anno in meno, tanta nicotina e prosecco in corpo e che inizio a parlare a vanvera con un malcapitato dopo un'altra canna. adesso sono in pullman, spero di non addormentarmi e svegliarmi a Reggio Calabria.
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mermaidemilystuff · 1 year
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Io starò sempre e per sempre dalla parte dello sfruttato, il lavoro del rider è un lavoro di merda, sottopagato, minimamente tutelato
Però p0rcod1o
Da deliveroo lo seguo sulla mappina, quando dista circa due min da casa mia SCENDO e mi metto seduta sul mio portone di casa. Per di più non ho il citofono quindi specifico sempre di chiamare. Nulla, è fermo da minuti vicino a me e non si muove. Vedo che fa un giro, si ferma, si muove, non entra mai per la via, non mi chiama. Intanto qui è passato quasi un quarto d'ora da quando è "arrivato". Questo tango solitario continua ancora per un po' finché basta, ormai la mia pizza sarà pure gelida, vedo se ho modo di contattarlo io. Scopro che c'è una chat (0 idea, usato deliveroo 3 volte e non mi dava nessuna notifica) in cui ci sono due messaggi: 1 non riesco a trovare l'entrata della via, 2 ho un'utilitaria nera. Tempo di uscire dalla chat per chiamarlo, mi dà ordine consegnato e non ho più la pagina di prima con i possibili contatti. ORA.
STIAMO SCHERZANDO? Innanzitutto anche se avessi letto i messaggi per tempo cosa mi significano? Dove devo venire? Dimmi almeno dove raggiungerti, no? Poi. NON RIESCO A TROVARE L'ENTRATA MA STIAMO SCHERZANDO NON RIESCI A TROVARE L'ENTRATA DELLA VIA? È LETTERALMENTE UNA VIA IN MEZZO A DUE PALAZZI COME TUTTE LE PORCO DIO DI VIE ESISTENTI AL MONDO COSA SIGNIFICA CHE NON TROVI L'ENTRATA. POI. Dall'inizio della mia via al mio portone di casa ci voglio netti trenta secondi. No, la mia via non è una di quelle dove maps non prende e ti sperde. Hai la via, hai il numero DOPO TRENTA MINUTI CHE GIRI E MANCO MI CHIAMI QUANDO HO SPECIFICATO DI FARLO non ti viene in mente che può essere un'idea scendere dalla tua utilitaria di merda e raggiungere il posto esatto di cui sei a conoscenza a piedi? 30 secondi a piedi? Facendo esattamente il tuo lavoro? Anche perché tesoro mio se non riesci a trovare il buco con proporzione essere umano/entrata di una via non voglio immaginare la situazione a letto. Dio. Cane.
E io son senza cena. Spero ti godrai la mia pizza e che ti vada di traverso lo speck.
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benzedrina · 1 year
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Maggio è volato e sono 6 mesi che sono disoccupato, tipo condizione d'esistenza. Mi sono detto a Gennaio "finisce il dottorato, ti pagheranno 870 di disoccupazione al mese, a maggio ti dottori, sai che c'è? Mi prendo quel famoso periodo sabatico". Sarà che non ci penso ma effettivamente non ho mai avuto un periodo vuoto, libero, senza lavoro. A 12 anni mio padre ha pensato bene di portarmi sul cantiere perché vedermi dormire le mattine d'estate gli dava fastidio. Così fino ai 19. Poi l'università, poi lui che mi chiedeva di fare dalle 6 alle 10 con lui e poi alle 12 prendere il treno per andare a lezione e io che ho sempre avuto problemi ad addormentarmi, vedevo quel periodo come un abisso, la fortuna è che non studiavo e ogni tanto scappavo a casa di altri inventando lezioni che finivano alle 11 di sera. Tanto i miei non ci capiscono molto di scuola. A 21 una litigata storica, scappo dalla mia ex e finisco per conviverci. Finisco triennale e magistrale d'un fiato e per un anno faccio sto tirocinio sottopagato nel lab della tesi. Inizio il dottorato ed eccomi qui. Eppure se mi vedi o se mi ascolti, sembro uno di quelli che cazzeggia pesantemente dalla mattina alla sera.
A fine maggio ho preso il dottorato. Tutti festeggiavano, io sentivo sto peso venir meno. Tutti con parenti, compagni e genitori, io outsider completo in jeans e camicia e 20 minuti di domande stronze su articoli già pubblicati. Boh veramente io al mondo dei ricercatori vorrei dargli tante di quelle pizze in faccia per farli riprendere. Ogni volta vi credete stocazzo. Ogni volta usate la scusa della ricerca per nascondere pessime qualità sociali. Su più di un centinaio di persone conosciute, viste, sentite, si e no sono 3 quelli che vedrei ogni sera. A fine proclamazione ho ricevuto un abbraccio random, era la tizia che aveva il panico nel volto dopo aver sentito le domande rivolte a me. Le ho detto quello che è il mantra "la vergogna passa, l'utile resta". Tra il pubblico c'era quell'ex con cui convivevo. Mi ha detto di trovarmi bene e ha chiesto se ci fossero i miei, è andata via al mio no. La vecchia versione di lei avrebbe commentato l'assenza dei miei affetti cari e avrebbe detto che sono talmente egoista da non voler condividere manco sto momento. Probabile.
Forse tra poco ricomincio a lavorare, di bioinformatici ne è vuoto il mondo, ma la sensazione è quella del lavoro per guadagnare un po' di soldi e vivere più comodo di quei 870 euro. Si ok mi piace, mi applico quando capita, ma non è che sia proprio motivato. Un po' come tutte le cose che faccio. Le faccio ma non ardo per loro, che sia la scrittura, il dipingere, il fare foto. Un po' per quello e un po' per un ristagno che vivo qui, in una città più frenetica forse qualcosa la farei, in qualche progetto mi butterei.
Pensandoci, ho materiale fotografico per almeno 2 mostre personali, o comunque un libro, ho quadri per riempire una galleria, e tutto sta pesantezza malmostosa che ristagna dentro. Manca la voglia ma quello è il waluigi che mi sta in testa e mi rema contro.
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astra-zioni · 2 years
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Quale neurone in pensione ti porta ad aprire una pagina sul lavoro dell’infermiere pubblicando contenuti tipo “vi porto nella mia giornata a togliere il catetere a un vecchio che sta per crepare ma io sono troppo bellina con la divisa quindi filmiamo il mio lavoro svolto in condizioni di merda, sottopagato ed estenuante fingendo di essere felicissima 🥰🥰🥰” 1,2,3 selfieeee in ospedale 🥳🥳🥳 oh no 😢 il paziente è morto.
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