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#piaghe sociali
marcogiovenale · 1 year
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angeli a pordenone (come in tante altre città) - in difesa del lavoro salariato
Comunque questa pagina https://www.pordenonelegge.it/fondazione/angeli io per non saper né leggere né scrivere l’ho salvata nella Wayback Machine di archive.org, e più esattamente qui: https://web.archive.org/web/20230722084711/https://www.pordenonelegge.it/fondazione/angeli Una qualche memoria della concezione del lavoro in Italia deve rimanere anche per i posteri. Quando si dice “fare poesia…
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antennaweb · 4 months
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lamilanomagazine · 10 months
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“Un Sogno di Periferia”, il lungometraggio antibullismo di 150 studenti salentini
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“Un Sogno di Periferia”, il lungometraggio antibullismo di 150 studenti salentini. Una storia di riscatto sociale, di rivincita, di riqualificazione urbana di luoghi realmente esistenti. S’intitola “Un sogno di periferia” ed è il lungometraggio prodotto da sei scuole del Salento: l’Istituto comprensivo statale “Geremia Re” di Leverano (scuola capofila) con l’IC “Don Milani”, sempre di Leverano, e gli istituti comprensivi di Aradeo - Neviano, Porto Cesareo, “P. Impastato” di Veglie e “ A.Diaz” di Vernole. Realizzato attraverso un progetto finanziato con il Bando “Il linguaggio cinematografico e audiovisivo come oggetto e strumento di educazione e formazione. Azione C) Visioni Fuori-Luogo”, promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del merito, il film è stato presentato oggi, a Palazzo Adorno, da Antonio Leo, vicepresidente della Provincia di Lecce, Antonella Cazzato, dirigente scolastico ICS “Geremia Re” di Leverano, Ines Cagnazzo, assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Leverano, Maria Luisa Mirto, referente Valutazione e Monitoraggio, Fabio Frisenda, regista, Graziano Tramacere, sceneggiatore, e i due ragazzi protagonisti del film Stefano Mangia e Nicole Carrafa. «La Provincia, ente che rappresenta tutte le periferie, fa suo questo film con i messaggi che vuole trasmettere. È una pellicola che affronta temi importanti, dal bullismo al recupero di luoghi abbandonati, con un linguaggio che può coinvolgere i più giovani e, quindi, essere d’aiuto dove c’è bisogno. La scuola si muove, i ragazzi ci sono, le istituzioni ci sono. Insieme formiamo una rete incredibile. Solo così possiamo sconfiggere grandi piaghe sociali, come il bullismo», ha evidenziato il vicepresidente della Provincia di Lecce Antonio Leo. Il film “Un sogno di periferia” sarà proiettato in anteprima lunedì 20 novembre, presso il multisala The Space a Surbo, per gli studenti dei sei istituti scolastici coinvolti. Interamente girato nel Comune di Leverano, partner del progetto in sinergia con gli enti e le associazioni del territorio, il film sviluppa una storia di riscatto ed affermazione sociale attraverso le vicende del protagonista. Il racconto filmico non trascura il sentimento della rivincita e della rinascita, attraverso il superamento della vergogna per le proprie umili origini in un contesto di vita, la 167, territorio degradato ai margini del paese, ma con forti margini di espansione futura. Lele, il protagonista scoprirà, in fondo al tunnel delle prevaricazioni e dello scherno dei coetanei socialmente più agiati, la luce del riscatto sociale e dell’accettazione. Al tempo stesso, recupererà il valore dell’amicizia leale e disinteressata, la forza dell’amore senza confini, quello dei genitori, onesti lavoratori dediti a sacrifici quotidiani e quella dell’amore puro, capace di superare le barriere della malattia e, ancora, il valore inestimabile del rapporto intergenerazionale, attraverso il confronto costante con la guida saggia del nonno. Il film, il cui valore aggiunto è dato dalla presenza di adolescenti, in scena come attori non professionisti, induce lo spettatore alla riflessione profonda e lo conduce all’affermazione che la speranza in un domani migliore sia sempre possibile, così come la forza invincibile del sogno, se è vero che “Un vincitore è soltanto un sognatore che non si è mai arreso” (N. Mandela). Oltre alla produzione del lungometraggio, il progetto ha previsto anche un corso di formazione, la proiezione del film negli Istituti coinvolti, una rassegna di cinema che si terrà a Leverano, la partecipazione a importanti Festival del Cinema e la fruizione del film su piattaforme web tv.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Mattarella sulla giornata contro l'omofobia e la transfobia: "Insopportabili piaghe sociali"
“Omofobia, bifobia e transfobia costituiscono un’insopportabile piaga sociale ancora presente e causa di inaccettabili discriminazioni e violenze, in alcune aree del mondo persino legittimate da norme che calpestano i diritti della persona”. Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. “Dal…
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frugiperda · 8 years
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Di tutte le bestie selvagge, l'ignoranza è la più difficile da trattare.
Platone
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pizzettauniversale · 3 years
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Piaghe sociali di questo decennio:
- uomini che spiegano l’aborto alle donne e come dovrebbero viverlo o non viverlo
- influencer
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goodbearblind · 4 years
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Posted @withregram • @archivio.anarchico "Tu ti lamenti di ogni cosa ma non sei tu stesso il responsabile delle piaghe che ti divorano? Ti lamenti della polizia, dell’esercito, della giustizia, delle caserme, delle prigioni, delle amministrazioni, delle leggi, dei ministri, del governo, dei grandi finanzieri, degli speculatori, dei funzionari, dei capi, dei preti, del padrone di casa, dello stipendio, della disoccupazione, del parlamento, delle tasse, dei gabellieri, degli esattori, dei redditieri, dell’alto costo delle cibarie e dell’affitto delle case e dei terreni, del lungo orario di lavoro, della miseria, delle innumerevoli privazioni e della massa infinita di ingiustizie sociali. Ti lamenti ma sei tu a volere il mantenimento del sistema in cui vegeti, talvolta ti ribelli, ma poi ricominci immancabilmente. Sei tu che produci ogni cosa, che lavori e semini, che forgi e tessi, che plasmi e trasformi, costruisci e fabbrichi, che alimenti e fecondi! Perché dunque non mangi a sazietà? Perché sei malvestito, malnutrito e vivi in una topaia? Si, perché sei senza pane, senza scarpe e senza casa? Perché non sei tu il padrone di te stesso? Perché ti pieghi, obbedisci, servi? Perché sei l’inferiore, l’umiliato, il servitore o schiavo? Produci tutto e non possiedi niente. Tutto viene da te e tu non sei niente." #JosephAlbert detto Libertad, "È l’elettore, il criminale!" #AlbertLibertad (1° marzo 1906) https://www.instagram.com/p/CL6nFbFFxxe/?igshid=3ctvbodiupxn
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corallorosso · 4 years
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Il Coronavirus è la goccia che fa traboccare il vaso Il Covid-19 ci ha imposto una riduzione delle attività che mai avremmo potuto pensare di realizzare. Soprattutto quando ciò ci veniva suggerito dai soliti “ambientalisti catastrofisti”. Come in tutte le attività umane non pianificate, si stanno evidenziando impatti e conseguenze molto rilevanti. Una cosa è chiara, questo virus è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso e messo a nudo l’incapacità umana di prevedere e anticipare quelle che sono nient’altro che le conseguenze di un determinato modello di sviluppo e di organizzazione sociale. Sarebbe un grave errore comportarci adesso come abbiamo sempre fatto, cioè denunciare ma poi non agire per eliminare le cause che hanno originato il virus o l’hanno aiutato a diffondersi. Per sconfiggere piaghe sociali, a volte più devastanti dell’attuale, è necessario mettere in atto azioni che certamente avranno un impatto sull’economia. L’importante è capire che è proprio l’attuale modello di sviluppo economico che deve essere cambiato. Prendiamo ad esempio il bene materiale al quale noi italiani siamo più affezionati. A fronte dei 3.334 morti e circa 243.000 feriti nel 2018 per incidenti stradali, l’Istat ha certificato che essi derivano soprattutto da comportamenti errati (il 40,7% dei casi), tra i quali la velocità troppo elevata. E allora, perché si continuano a produrre bolidi da oltre 200 km/h sapendo che non potranno mai sfrecciare a tali velocità? (...) E’ così complicato, tecnicamente, costruire un’auto che non possa andare oltre i limiti stabiliti dalla legge? Oppure, ancor più semplicemente, applicare ad essa un dispositivo che si adatti alle regole consentite dal codice della strada? Per alcune categorie commerciali, i limitatori di velocità sono già la regola. Così come dotare le auto di meccanismi che registrano le velocità raggiunte in modo che in occasione di controlli casuali, o programmati come la revisione, le autorità competenti possano sanzionare chi ha superato i limiti? Non servirebbero più autovelox con agenti sulle strade a vigilare. No, non è complicato. E’ una scelta dettata dal mercato che vuole bolidi velocissimi alla portata di tutti. Il mercato che ci fa illudere di essere tutti Tazio Nuvolari con un’alta probabilità di farla franca nel non rispettare le regole. Esempi di incongruenza se ne possono fare tanti. Per quale motivo, ad esempio, l’Italia non ha una rete infrastrutturale a servizio del trasporto pubblico (e privato) in linea con le proprie caratteristiche di paese che non possiede fonti di energia fossile? Siamo nel nuovo secolo, per non dire nuovo millennio, da vent’anni ormai, ma ancora non si vede l’ombra di scelte politiche serie finalizzate alla rivoluzione energetica di cui tanto si parla. La crisi attuale è l’occasione per fermarci (di fatto ci siamo già fermati, chi più, chi meno) e ri-programmare il tutto. Su basi diverse però, ossia con una visione diversa. Con politici coraggiosi che, oltre a gestire l’emergenza, facciano capire che la strada da percorrere è un’altra, soprattutto in campo sociale, ambientale ed energetico. Politici che non si facciano spaventare dai ricatti (fasulli) sui posti di lavoro che si perderebbero nel cambiare modello di sviluppo e che credano veramente che se non si agisce presto con azioni shock continueremo a pensare che nel lungo periodo le cose si aggiusteranno. Ma già Keynes 100 anni fa, ironicamente, affermava che “nel lungo periodo saremo tutti morti”… Servono politici che ancora riescano ad indignarsi leggendo i dati Oxfam ove risulta che, a livello mondiale, l’1% della popolazione più ricca detiene più del doppio della ricchezza posseduta da 6,9 miliardi di persone. E 2.153 miliardari detengono più ricchezza di 4,6 miliardi di persone, circa il 60% della popolazione mondiale. In Italia, il 10% della popolazione detiene oltre 6 volte la ricchezza posseduta dal 50% più povero e la quota di ricchezza in possesso dell’1% più ricco degli italiani supera quanto detenuto dal 70% più povero. Inoltre, il 10% della popolazione mondiale consuma il 90% dei beni prodotti dal mercato con la conseguente crisi ambientale che già uccide 8 milioni di persone all’anno, di cui, secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, 75mila in Italia a causa dell’inquinamento atmosferico. Perché ci spaventa tanto solo il Covid-19, quando il modello di sviluppo in atto, di cui il virus è solo un’espressione, ne uccide ben di più e già da diverso tempo ormai, senza che questo scuota le coscienze di noi ricchi consumatori? Illuminante la descrizione della situazione che fa padre Zanotelli, che ci ricorda che l’Italia ha speso 27 miliardi di dollari nel 2019 per spese militari e che continuiamo a perseguire la vecchia politica basata sulla deterrenza che non serve a nulla se non ad arricchire le solite aziende. E, nostro malgrado, il Covid-19 sta lì a ricordarcelo. Sapremo cogliere, almeno questa volta, l’avvertimento? (di Antonio Lumicisi, esperto di politiche per l’ambiente, l’energia e il clima)
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gabbiadicarta · 3 years
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Ho visto che in molti ti stanno chiedendo un’opinione riguardante un anime, e se permetti, vorrei sapere la tua opinione sul film anime “A Silent Voice”. Io l’ho guardato un po’ di anni fa, non capendo ciò che volesse trasmettere questo film, e da quando l’ho capito, ho una grande voglia di riguardarlo
"a silent voice" è uno dei film anime più belli di sempre, no 🧢.
buona grafica, suoni meravigliosi e la trama è eseguita correttamente (magari manca qualcosina, ma nulla di troppo importante), senza strani buchi nel mezzo.
sono molto legata a questo anime, l'ho visto diverse volte e me l'ha fatto conoscere luca, inoltre tratta una tematica molto importante e a me vicina: il bullismo.
quando l'ho iniziato, ammetto che ero un po' scettica, ho visto tantissime cose sul bullismo e in poche mi hanno convinta, ma questo lungometraggio è diverso, ti lascia una sensazione strana.
i due personaggi principali sono grandiosi, partendo da shouta, che ha avuto un development assurdo, da bullo a capro espiatorio ad aiutante; a shouko, che è semplicemente un personaggio impossibile da odiare.
è un anime che in poco più di 2 ore riesce a raccogliere una campagna contro piaghe sociali quali bullismo e discriminazione e che sensibilizza anche determinati disturbi mentali, come può essere la depressione che affligge sia shouko, che shouta; o la sociopatia, anch'essa presente.
l'unico difetto, secondo me, è una parte del finale, un po' irrealistica. è difficile pensare che tutti i bulli diventino magicamente brave persone o persone pronte ad un cambiamento, come è difficile vedere una persona bullizzata felice nel ricongiungimento con i suoi "ex" bulli.
ciononostante, merita di essere visto; e se hai capito adesso alcune cose importanti e che ti aiutano a capirlo, prova a rivederlo!noterai sicuro alcuni dettagli bellissimi. 🖤
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lamilanomagazine · 1 year
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Pavia: Sequestrati undici cani dalle guardie zoofile Oipa: costretti a vivere in una situazione di estremo degrado igienico-sanitario
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Pavia: Sequestrati undici cani dalle guardie zoofile Oipa: costretti a vivere in una situazione di estremo degrado igienico-sanitario. Undici cani costretti a vivere in una situazione di estremo degrado igienico-sanitario sono stati sequestrati a Vidigulfo, in provincia di Pavia, con un’azione congiunta delle guardie zoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) di Pavia, del Servizio veterinario dell’Ats e della polizia locale. «Ci siamo mossi a seguito della segnalazione di una cittadina preoccupata per la situazione dei poveri cani: barboncini, cocker e maltesi», racconta il coordinatore delle guardie zoofile Oipa di Pavia e Lodi, Pierangelo Greggio. «Entrati nella proprietà, la situazione è da subito apparsa grave: gli animali, alcuni dei quali malati, erano costretti in locali semibui con deiezioni ovunque e un odore nauseabondo. Non solo: gli animali, sporchi e malandati, venivano anche usati per mettere al mondo cucciolate e due femmine erano in avanzato stato di gravidanza». Soprattutto i maltesi e i barboncini apparivano in cattive condizioni di salute, con alopecie arrossate, piaghe da decubito e blefarocongiuntivite, come attestato dai veterinari dell’Ats intervenuti. Il detentore dei cani, dopo le prime rimostranze, ha infine acconsentito a trasferirli in un rifugio convenzionato con il Comune. «Gli animali posti sotto sequestro sanitario sono ora accuditi e curati dallo staff della struttura che li ospita e solo dopo l’esame degli assistenti sociali, che dovranno pronunciarsi sulla idoneità della persona, saranno presi provvedimenti affinché venga assicurato loro il benessere, la cura e un’eventuale adozione», aggiunge Mario Massimino, vicecoordinatore delle guardie Oipa di Pavia. L’Oipa invita a segnalare casi di degrado e maltrattamento di cui si sia a conoscenza a rivolgersi sempre alle sue guardie zoofile che, nel pieno rispetto della privacy, possono intervenire per tutelare gli animali.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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spiritismo-italiano · 3 years
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LA FUNZIONE DEL DOLORE
COMMENTO DI UNO SPIRITO ISTRUTTORE Quante persone in questi giorni stanno soffrendo atrocemente e si stanno chiedendo il perché di ciò che è loro capitato! Vivevano serenamente, presi più o meno dai problemi della vita, quando si sono trovati davanti a quella che veramente è la tragedia della vita: la perdita di una persona cara. Il trapasso di persone giovani che hanno lasciato vuoto il cuore di tanti genitori e il rimpianto di parenti ed amici. Quanti giovani sono partiti per la guerra e non sono più tornati! Sono state le più grandi tragedie collettive.
Oggi fortunatamente i problemi della guerra, almeno in Europa, sono superati ma in sostituzione a questa, a falciare tante giovani vita sono intervenute altre guerre: gli incidenti, la droga, l'AIDS, il tumore e il suicidio. Purtroppo queste sono le piaghe sociali che si presentano alla soglia del terzo millennio nei popoli più evoluti. E chi ne è colpito si dispera per questa sorte, il più delle volte pensa ad un castigo, ad una ingiustizia divina, dimenticando che il dolore, di qualsiasi tipo, ha funzioni di equilibrio nella vita e come tale non si può eliminare.
La scienza ha tentato con ogni mezzo di offrire all'uomo la possibilità di distruggere il dolore, ma ogni tentativo è fallito, poiché esso risponde a quella vasta legge di causa-effetto in cui bisogna rintracciare ed eliminare le cause prime, che sono profondamente radicate nella natura individuale, nelle azioni e nei modi comportamentali.
Finché l'uomo resterà passivo e rassegnato di fronte al suo dolore e non saprà compiere lo sforzo di cercare, correggere, invertire queste cause superando se stesso, il dolore farà parte integrante della sua vita.
Quando l'umanità è più chiusa nei suoi egoismi e si stordisce nel suo benessere, dimenticando tutte le miserie che la circondano, intervengono le catastrofi naturali a risvegliarla, a staccarla per un certo periodo dai suoi agi e dai suoi disordini.
Terremoti, naufragi, incidenti di grandi mezzi di trasporto, fanno scattare per un momento la molla della solidarietà. La sofferenza di chi è colpito direttamente coinvolge anche gli altri, facendo riflettere che ci vuole una grande mole di dolore per risvegliare gli animi e l'incoscienza degli uomini!
Si può dedurre perciò che il dolore non è una punizione divina, ma è l'unico modo per far capire all'individuo e alla società che devono cambiare maturando nel perfezionamento morale, rifacendosi alla Legge dell'amore e della fraternità.
Il dolore non può essere immediatamente eliminato, ma lentamente si può camminare verso una trasformazione dello stesso.
Per fare questo bisogna seguire regole ben precise. Innanzi tutto si devono riassorbire gli effetti eccitati da cause passate, subire pazientemente le conseguenze delle proprie colpe, poi, ricostruito l'equilibrio, vivere in armonia con la Legge, evitando di immettere nuove cause sbagliate per non avere reazioni sbagliate nel futuro.
Lo spiritismo vuole essere di conforto a chi è colpito da qualsiasi forma di dolore. Tramite lo studio e la dimostrazione della sopravvivenza, esso conferma la continuità della legge di causa-effetto e stimola l'uomo alla consapevolezza di una approfondita autoanalisi che gli permetta di vivere secondo natura.
Studiando l'uomo e la sua personalità spirituale, lo spiritismo ha potuto constatare che la malattia non è altro che disarmonia e squilibrio tra il corpo e lo spirito e per poter riarmonizzare l'uno e l'altro occorre far emergere e incanalare quelle energie che sono dentro a ciascun individuo, che fanno parte della Natura Creatrice, equilibrata e perfetta.
Ricorda al suicida e al drogato che pensano di risolvere i loro problemi ponendo fine alla vita materiale che la vita non finisce, ma continua anche se in uno stato diverso da quello materiale, e i problemi non risolti saranno più che mai attuali e causeranno altre sofferenze ed errori nel piano spirituale.
Indirizza inoltre l'uomo a vivere pienamente e in libertà la sua vita quotidiana ponendo molta attenzione ai suoi sentimenti ed alle azioni rivolte ai suoi simili, partendo dalla comprensione, non giudicando, ma tendendo la mano a chi è in difficoltà, perdonando ed amando non egoisticamente, soprattutto chi è più vicino.
Si potrà così iniziare un nuovo rapporto col dolore e non sarà più di disperazione e ribellione, ma di serenità interiore poiché verrà accettato non come qualcosa che è fine a se stesso o come punizione, ma come redenzione intesa come evoluzione individuale e sociale.
Sta a noi saper spremere dalla fatica della vita la volontà necessaria per ascendere a valori spirituali più elevati, utilizzando il dolore invece di combatterlo, realizzando il proprio lo in armonia con tutto ciò che esiste. Vita Nuova
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laciviltacattolica · 3 years
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IL VANGELO SECONDO JACK KEROUAC | Claudio Zonta S.I.
Il Vangelo secondo Jack Kerouac di Luca Miele è un’attenta lettura dell’opera del celebre padre della beat generation. Ma se Kerouac è famoso soprattutto per l’ideale di libertà dalle strette convenzioni sociali americane, la ribellione al sistema, soprattutto nel suo romanzo più celebre On The Road, Luca Miele si sofferma sulle tracce della presenza di Dio nei suoi scritti. Dalla parola scritta risulta un Kerouac alla ricerca di una profonda relazione con un Dio che, tuttavia, risulta sempre in continua definizione, in una febbrile e tenace dinamica fatta di lotte, di contrasti, di domande che non possiedono mai una risposta definitiva. Dirà l’autore: «La battaglia con e contro la parola, la sua incapacità di scrivere Dio. Tutta la vita dello scrittore è assorbita da questo combattimento, ritmata dai suoi slanci e dai suoi fallimenti, vulnerata dalla sua impossibilità». Per lo scrittore americano due sono i poli entro cui cercare la presenza di Dio: la parola e il silenzio. La presenza di Dio può divenire apofatica, per negazione, oppure talmente diafana da essere abbagliante: «Dio è sospeso perennemente tra rivelazione e nascondimento» e il volto di Dio può risplendere «in un angolo di strada o di un albero o in qualsiasi altra cosa». È un Dio che sembra nascondersi nelle pieghe e nelle piaghe delle esistenze dei personaggi on the road descritti da Kerouac, che spesso cadono sotto il peso delle proprie scelte, dei propri errori, in questo procedere spesso a tentoni tra il buio delle notti dell’animo. E di fronte al dolore Kerouac innalza una preghiera: «Tutte le notti continuo a chiedere al Signore, "Perché?" e ancora non ho avuto una risposta decente». Ma la risposta resta anch’essa on the road, lungo quella strada dove sacro e dannazione s’incontrano e si contendono l’animo dell’essere umano. E allora, scorrendo le pagine di questa lettura alternativa che Luca Miele fa dell’opera dello scrittore americano, ci accorgiamo quanto la parola sia performativa di una ricerca incessante, che si continua a scontrare con i dubbi e le questioni più profonde dell’essere umano. Dagli scritti di Kerouac si intravvede una tentennante e balbuziente risposta, ma soprattutto si intuisce come Dio percorra le stesse strade dell’uomo, benedicendo l’esistenza, anche quella più compromessa, forse perché beat è un modo di essere che appartiene a Dio stesso... perché: «beat non significa stanco o abbattuto quanto piuttosto beato... come San Francesco, cercando di amare tutte le forme di vita… praticando la tolleranza, la gentilezza, coltivando la gioia nel cuore».
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paoloxl · 7 years
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Dopo gli eccessi degli ultimi giorni, le feste non sono affatto terminate. Oggi, 2 gennaio 2018, si celebra il 59° anniversario della Rivoluzione di Cuba. Il giorno di Capodanno del 1959 cambiò radicalmente il corso della storia dell'America Latina, che fino a quel momento aveva vissuto soprattutto in uno stato di subalternità cronica agli Stati Uniti d'America, di povertà materiale e degrado delle classi popolari, disuguaglianze e sperequazioni sociali enormi, privilegi assurdi ad esclusivo vantaggio delle élites dominanti. Dopo oltre mezzo secolo di progresso civile e culturale, Cuba può vantare il primato della più bassa mortalità infantile di tutto il continente americano, inclusi Stati Uniti e Canada. In oltre mezzo secolo, la CIA ha posto in essere ogni strategia possibile per destabilizzare, frenare, compromettere o sabotare i progressi notevoli della Rivoluzione castrista: diversi tentativi per assassinare il leader Fidel, un lungo embargo economico-commerciale, una incessante e martellante campagna di disinformazione e di speculazione propagandistica, una subdola e feroce reazione imperialista ed eversiva sul fronte politico internazionale, senza sortire gli esiti desiderati. Considerando la macabra ed oscura storia del continente latino-americano, vista l'arretrata situazione della società cubana prima della Rivoluzione, non c'è dubbio che il regime castrista abbia vinto le secolari piaghe dell'analfabetismo e della povertà estrema che affliggevano ed infestavano la società cubana pre-rivoluzionaria. Cuba può vantare i migliori ospedali e le migliori scuole pubbliche di tutto il continente latino-americano. Sfido chiunque a smentire dati incontrovertibili, assai noti alla parte intellettualmente più onesta ed informata dell'opinione pubblica mondiale. Il governo di Fidel e del fratello Raul, ha sempre dimostrato una particolare attenzione ed efficacia verso le tutele di carattere sociale: il diritto alla casa, al lavoro, alla dignità, all'istruzione ed alla sanità pubbliche, rappresentano conquiste preziose garantite ai cittadini e sono un merito storico indiscutibile, da ascrivere alla Rivoluzione. Da questo punto di vista, la realtà sociale cubana fornisce un'esperienza storica all'avanguardia. Lucio Garofalo
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...e’ senza dubbio uno dei capolavori della letteratura francese,è un'affresco della vita del proletariato nella metropoli, con le sue disillusioni riguardo un domani migliore, le sue giornate di fatica e stenti, il suo abbrutirsi nell'alcool, nel degrado e nella violenza. Un capolavoro storico per i suoi risvolti sociali, psicologico per la sua profonda analisi introspettiva. Fra le pagine di questo romanzo Zola costruisce con assoluto REALISMO il mondo della Parigi di fine 1800, con i suoi quartieri operai, le sue strade, i suoi luogi di ritrovo: nel leggerlo sembra proprio di ritrovarsi in questo modo tra i protagonisti della storia, appartenenti tutti alla classe operaia della quale Zola mostra apertamente le piaghe sociali, prima fra tutte quella dell'alcolismo.. Il titolo Assommoir è nel romanzo il nome l'osteria dove i personaggi vanno ad annegare nell'alcool la loro disperazione ma, ad un livello di lettura più profondo, è il simbolo della morte e della violenza nonchè della vita operaia e delle rovine cui essa può andare incontro.Per Zola l'arte è una rappresentazione fedele della realtà. La storia è dunque struggente e realistica, la lingua è forte ed incisiva, lo stile è asciutto e veloce,unico nel suo genere... #libridisecondamano #ravenna #bookstagram #booklovers #bookstore #instabook #igersravenna #instaravenna #ig_books #emilezola (presso Libreria Scattisparsi) https://www.instagram.com/p/B__rVycK6xO/?igshid=s7w614gmuw5w
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chiarasolems · 5 years
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Erano gli anni "80, NON SI PARLAVA MAI DI #DCA... guardavo direi, in modo ossessivo e con un amore sconfinato surreale malato, la serie #Fame #SarannoFamosi... ero già malata di #disturbialimentari... nel mio piccolo mondo di ragazzina/bambina nel pieno del suo disagio, questa serie era diventata un altro mio rifugio. Dove loro, i protagonisti, erano "i miei amici". Trattava temi sociali molto importanti e un giorno trasmettono una puntata sull'#anoressia e #bulimia. Ho visto parte di quello che stavo vivendo e ho pianto tantissimo... Nelle #history in evidenza e sul mio canale #IGTV di instagram (@chiarasolems) c'è un riassunto di quella puntata... cruda, feroce e potente. . Saranno famosi (Fame) è stata una serie televisiva statunitense creata da #ChristopherGore e prodotta dalla #MetroGoldwynMayerTelvision sulla scia del successo dell'omonimo film diretto da #AlanParker nel 1980. La serie, andata in onda negli Stati Unitidal 1982 al 1987 sulla rete #NBC e composta da un totale di 136 episodi distribuiti in 6 stagioni, ricevette 34 nomination agli #Emmy vincendone tre, nonché un #Telegatto per la "Miglior serie televisiva". Saranno famosi fu una delle prime serie televisive a rendere partecipi le #famiglie americane delle dilaganti piaghe sociali che, al sorgere degli anni Ottanta, si stavano diffondendo sempre più negli Stati Uniti. Ad alcuni episodi, ad esempio, si riconosce il merito di avere affrontato, specialmente all'indirizzo dei giovanissimi, all'epoca i primi esponenti della cosiddetta '#generazionex', tematiche e problematiche delicate, come il consumo di stupefacenti, la discriminazione razziale, la criminalità organizzata, la prostituzione minorile, l'alcolismo, disturbi alimentari. (presso MondoSole anoressia bulimia binge disturbi alimentari (dipendenze)) https://www.instagram.com/p/BzzfR1rip_l/?igshid=1j2x0l6h9ao1h
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marikabi · 5 years
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Capolinea democrazia: si scende!
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Che l’Italia dovesse cambiare era necessario, ma che dovesse cambiare regredendo, proprio no.
Regredire in diritti civili (vedasi proposta Pillon, nonché la più recente proposta Poli), regredire in lotta all’evasione (mi riferisco alla pace fiscale, che è solo un altro condono); regredire in libertà di parola ed espressione (le minacce ai media, i curricula ed i posizionamenti dei prossimi dirigenti RAI, i divieti di mandare in onda personaggi scomodi come Mimmo Lucano e Ilaria Cucchi); regredire ignorando altre grosse piaghe del Paese, come la disoccupazione, la sicurezza sul lavoro, la misoginia pervicace, la sicurezza delle infrastrutture, le discriminazioni e - eh già - il razzismo.
Si regredisce anche ritenendo l’obbligo dei sensori sui seggiolini per bambini un grande passo per la civiltà, mentre non si ha uno straccio d’idea contro il bullismo scolastico. Non è civiltà anche debellare questa piaga, la cui diffusione è di stimolo alle imitazioni?
Si è sostituita la politica della formazione civica e della prevenzione (attraverso la cultura a tutti e non solo a chi può permetterselo) con quella del controllo e della repressione. Sì, certo in salsa italiana, un Paese in cui si fa la voce dura contro i difensori della 194 e si liscia il pelo agli evasori; un Paese le cui emittenti ci bombardano di tette&cosce frugando da guardoni nei reality posticci e i bacchettoni di provincia fanno la morale sui social alle calzature di ignare passanti (com’è successo a Sassari, qui). Un Paese in cui s’invoca l’onnipresenza di vigili, carabinieri e poliziotti solo per controllare il nostro prossimo, anche quando butta l’immondizia, auspicando telecamere ad ogni anfratto che però sia altrui. Un Paese sulla Carta Costituzionale laico, ma che consente l’obiezione di coscienza finanche per la vendita della ‘pillola del giorno dopo’, con gli osannamenti ipocriti dei media nazional-popolari. Un Paese che permette a pluri-divorziati di farci la morale sui palchi dei family-days. Un Paese in cui si chiudono i consultori e si tagliano i fondi alla rete di protezione per donne vittime di violenze. (Tanto, chi può, trova sempre il metodo per abortire, comprare la RU486, ricorrere all’eterologa, nascondere capitali e tanto altro.) Un Paese in cui è la Magistratura a dover obbligare il Parlamento a legiferare sul fine-vita.
Un Paese in cui i Sindaci tendono al dispotismo con punte di tirannia comportamentale, al grido “Io sono stato eletto dal popolo!”, ritenendo di poter bypassare le norme. Sindaci che negano la sala per le dichiarazioni di unione civile. Sindaci che impongono il crocefisso nella sala dei matrimoni civili e danno di matto se gli sposi non gradiscono o - casomai - preferiscono arricchire o abbellire il luogo con altre effigi a loro care. I luoghi municipali sono di tutti: siamo in democrazia e il limite è solo la decenza ed il codice penale.
E poi, il Presidente Mattarella ha ricordato che chi vince governa, non comanda.
(Quando la moglie di mio cugino ha fatto il suo ingresso nella sala matrimoni del Comune, non irpino, alloggiato in un antico chiostro monasteriale, le persone in sala hanno cantato Bella ciao e il Sindaco non ha minacciato l’annullamento del matrimonio, sol perché la canzone dei partigiani è diventata - grazie alla stigmatizzazione di stampo destro-leghista - un inno della Sinistra, cui gli sposi aderiscono senza doversene vergognare. Non dimentichiamoci neanche dell’episodio in cui l’attrice Ottavia Piccolo venne bloccata all’ingresso del Lido di Venezia, sol perché indossava un foulard dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Vedete a che siamo arrivati, nella democratica Italia? E pensare che Bella ciao ce la facevano imparare alle scuole elementari, perfino negli anni del riflusso post-sessantottino. Siamo messi male, molto male.)
Il problema vero è che - per ignoranza, semplicemente per ignoranza - stiamo scambiando per democrazia gli slogan messi in bocca al popolo. Ed il popolo (la ggente, o i webeti) non ha molto raziocinio quando si tratta di contemperare le necessità di tutti. Il rischio di scadere in un mondo di nazionalismi (ora si chiamano sovranismi) competitivi ed ugualmente incazzati è serissimo, scrisse Francis Fukuyama, storico statunitense, l’indomani della vittoria di Donald Trump. Sostituite ‘nazionalismi’ con ‘individualismi’ ed avrete la formula per il populismo del Terzo Millennio.
Di recenti regressioni della democrazia se ne vedono un bel po’ in giro per il mondo cosiddetto occidentale. A cominciare dagli Stati Uniti nel segno di Trump (ascoltate Michael Moore nel suo nuovo docu-film, Farenheit 11/9), per finire alla Thailandia, passando per la Turchia, l’Ungheria e la Polonia. Rischia l’Austria, più di Germania, Olanda e Svezia.
Leggevo (su Esquire USA) che in ogni ciclo di democrazia - sintetizzo un editoriale dedicato al già citato Fukuyama - è necessario il regresso per poter ricominciare la lotta. Affermato da uno che ipotizzò la fine della storia (non c’era ulteriore progresso al liberalismo occidentale, secondo Fukuyama, dopo la caduta del Muro), è un passo avanti, avendo egli considerato che il thymos (la lotta, la passione o anche il temperamento umano) è la spinta che rimette in moto la Storia, la quale può essere, quindi, considerata al pari di un’eterna oscillazione sociale tra isotimia e megalotimia, ovverosia tra desiderio di uguaglianza tra cittadini che si ritengono pari e ambizione individuale di coloro che vogliono essere riconosciuti migliori di ogni altro, grazie al potere, o al denato.
Ritengo - con questa premesse - che democrazia sia la condizione in cui la megalotimia sia tenuta più a freno, senza, tuttavia, scadere nell’isotimia totale e totalitaria.
Tuttavia, continua Fukuyama, non stiamo correndo ad abbracciare una più ampia democrazia. E - aggiungo io - ci stiamo impedendo maggiori aperture sociali e soprattutto mentali, lasciandoci obnubilare da un oscurantismo che ha portato alla ribalta gente come i terrapiattisti, i negazionisti di Darwin e delle teorie dell’evoluzione, i no-vax, e le mamme-pancine, senza dir poi dei teorici della Padania, un’enclave mai storicamente o etnicamente attestata.
Ci siamo ribellati (con le politiche di marzo) alla megalotimia di Renzi e del giglio magico, per poi cadere come fessi nell’illusione pseudo-democratica del populismo, anzi dei populismi leghisti e pentastellari, che mascherano le loro megalotimie, ricoprendole con presunte necessità del popolo, laddove non è vero che abbiamo bisogno di più sicurezza, non è vero che stiamo per essere accoppati dai migranti, non è vero che le vaccinazioni causino l’autismo (affermò Isaac Asimov, che la scienza accumula conoscenza più velocemente di quanto la società accumuli saggezza), non è vero che la povertà sia stata sconfitta, non è vero che di famiglia ce n’è una sola (l’ISTAT ha identificato almeno tredici tipologie), non è vero che il reato di apologia del Fascismo sia stato abolito.
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