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#ma manco se mi pagano
omarfor-orchestra · 1 year
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Oh comunque quando la gente imparerà a farsi i cazzi propri su quanto e cosa una persona mangia sarà sempre troppo tardi
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killiandestroy · 1 year
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che voglia di andarmene in letargo fino a giovedì
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ross-nekochan · 2 months
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Ieri sono andata a fare il barbecue con i colleghi del mio vecchio lavoro.
Il mio ex leader del Myanmar mesi fa aveva detto:"A Luglio vogliamo andare a pescare?". E così, eccoci qua. Non eravamo tutti, ma c'era anche un ex collega che se n'è andato dal progetto in cui ero anche io un mese dopo che ero arrivata. Se n'era andato solo dal progetto, quindi lavora ancora nella mia ex azienda, però nel dipartimento HR.
Quando mi ha chiesto:"Come va il lavoro nuovo?", ha anche detto:"Quando hai dato le dimissioni nel dipartimento erano tutti sotto shock! Hanno detto:"Nonostante il capo took so much care of her... (non lo so dire in italiano con queste precise parole - per far capire il concetto)"" Io:"EEEEEEH?!?!? E perché proprio per me?!?" (stavolta quella sotto shock ero io).
Praticamente chiedendo meglio dopo ho capito che il capo "tiene particolarmente" a quelli a cui ha fatto lui in persona il colloquio (e capita quasi esclusivamente con gli stranieri che vengono da lontano). In primis perché lui ha l'ultima parola su se assumere o meno la persona, in secundis perché siamo un investimento ingente per l'azienda (dato che pagano sia il viaggio aereo che le spese del trasloco).
Io già me l'ero immaginato che quelli pretendevano fedeltà assoluta dato tutti i soldi che avevano investito su di me, però io manco mi avevano assunta e già sapevo che avrei cambiato prima o poi. Figuriamoci poi quando mi sono resa conto che era al 100% un'azienda giapponese, quindi fatta di pazzi stakanovisti... ma col cazzo che rimango da voi! Anzi piuttosto, grazie mille per il pesce e a mai più rivederci!
Mentre ero in macchina con la mia ex collega le ho chiesto:"Da voi da quando a quando sono le vacanze estive?" Lei:"Non le abbiamo..." Io:"Eh?!? Però nell'azienda del progetto dove lavorate è festa no? Come fate?" Lei:"Eh andiamo lo stesso..." Io:"Pure se non ci sarà nessuno?!" Lei:"Eh sì, forse ci dividiamo e facciamo metà smart in quei giorni".
Giuro che in quel momento mi sono detta: GRAZIE A DIO CHE ME NE SONO ANDATA.
(Infatti nella mia azienda attuale è festa non solo lunedì- che è festa nazionale- ma anche Martedì e Mercoledì e in più spingono per far prendere le ferie anche per i due giorni restanti, dato che nella sede in Giappone si usano tipo la metà delle ferie disponibili. Purtroppo per me, dato che sono ancora nel periodo di prova, non posso prendere ferie e quindi dovrò andare per forza.
Non è che ero triste per questa cosa, però insomma, un po' "che sfiga" l'ho pensato. Ma dopo che ho visto com'è la situazione altrove, io ringrazio Dio, i santi e la Madonna per avermi fatto trovare questo posto. Il lavoro mi farà pure mezzo schifo, però penso che finché rimango in Giappone, io in questa azienda ci muoio. Letteralmente.)
La giornata è cominciata con me che ho preso il primo treno intorno alle 5 del mattino e mi accorgo che la linea che volevo prendere era non in ritardo, ma completamente ferma (alla faccia dei treni giapponesi sempre efficienti) e quindi ho dovuto fare tutt'altro percorso. Arriviamo al punto di incontro e poi con l'auto abbiamo fatto circa un'altra ora di viaggio. Ieri notte ho dormito tipo 4h e a metà mattina ero già morta.
Il tempo di costruire tutte le cose per il bbq e già eravamo a grigliare roba. La mia ex collega si è messa a preparare il riso con un metodo vecchissimo (foto 2). A quanto pare ha detto che il riso lo cuocevano così durante la guerra, così che potessero sopravvivere nei boschi.
Nonostante non avessi il costume, faceva talmente caldo che mi sono buttata nel fiumiciattolo dove tutti gli altri si stavamo facendo il bagno e penso di non aver mai preso decisione migliore perché l'acqua era freschissima; tanto faceva talmente caldo che in 20min i vestiti erano già asciutti. Dopo mangiato, ha cominciato a tuonare e pensavamo si avvicinasse un temporale... invece ha fatto 2 gocce e poi ha smesso. Nel frattempo abbiamo smontato tutto che erano le 17 e dopo esserci riposati un po', siamo di nuovo partiti con l'auto per tornare alla stazione di partenza. In macchina ovviamente io sono letteralmente crollata e penso di aver fatto tante di quelle figure di merda russando e mettendo la bocca aperta che non voglio nemmeno immaginare. Dopo quello mi aspettavano altre 2h di treno e alla fine alle 21 ero finalmente a casa. Il tempo di farmi una doccia veloce e alle 21:30 ero già a dormire con tutto l'arsenale per dormire il più a lungo possibile: condizionatore a 29°C sennò mi sveglio perché ho freddo, tappi alle orecchie e mascherina.
Stamattina mi sono svegliata alle 8:30, ho dormito 11h e non dormivo così tanto e decente da un mese, o forse anche di più.
È stata una bella giornata, ma non so se la ripeterò mai con un ritmo del genere... per me è troppo pesante, io c'ho quasi 30 anni e mi sto a fa vecchia, ste cose da giovani pazzi non sono più per me, io voglio dormì.
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abr · 1 year
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Augh.
La funzione degli autovelox non è manco intimidatoria (btw, bel sistema educativo: se lo applichi in un asilo nido o in una RSA, vai in galera), é puramente PREDATORIA: rivolta soprattutto a quelli di passaggio, come nel Medioevo.
Sarei non dico felice ma mi rassegnerei a pagare multa presa:
su tratta con limiti di velocità SERI, non 50 kmh extraurbani o "trappole" (classico piccolo tratto a 70kmh su superstrada a 90kmh);
in un percorso ben manutenuto, senza buche o rattoppi malfatti. Roba che fa degrado, terzo mondo per migranti. I quali le multe non le pagano (non hanno manco l'assicurazione RC).
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harshugs · 1 month
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Sicuramente hai messo le zampe su qualcuno qui sopra. E sappiamo anche chi è. Ammettere le cose no?
bro, per il momento no, ma anche se fosse non credi che sarebbero grandissimi ed estremamente enormi cazzi miei? cioè ho ancora le facoltà intellettive di fare un po’ quello che mi pare nella vita e non mi pagano per farlo sapere alla popolazione mondiale manco fossi la regina elisabetta (pace all’anima sua)
se è così importante per il vostro benestare e per la vostra pace interiore a sto punto terrò a mente di prendermi cura di voi, così se dovesse accadere farò in modo di creare un “news alert” che blocca tutti i canali televisivi e tutte le piattaforme digitali per far sapere che “oddio ho scopato con uno di tumblr” (come se nessuno al mondo l’avesse mai fatto) pubblicando la sua faccia in primo piano e il suo blog scritto in caratteri cubitali così sarete tutti soddisfatti e preserverete la vostra sanità mentale e fisica hahahah
si mi sto divertendo ad esagerare la cosa almeno mi faccio una risata
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ninfettin · 1 year
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Perché non studi veterinaria? O ornitologia?
Ahahahah veterinaria manco morta. Mio padre è stato vet di piccoli animali e al giorno d'oggi anche quel mercato è saturo e non pagano un cazzo (perché non può più reggere un ambulatorio gestito dal singolo e le cliniche, per l'appunto, ti pagano nulla se sei un dipendente). E vet di grandi animali manco morta
Ho fatto scienze naturali e il mio obiettivo era fare etologia in magistrale ma la realizzazione che anche in quel campo avrei fatto la fame mi ha fatto andare fuori di testa + tanti bei ricoveri
E poi ormai ho 30 anni, non ho più voglia di chiedere ai miei di pagarmi le rette universitarie
Questo per dire che so di non essere scema, non è che non mi sono laureata per una mancanza di impegno, semplicemente non sono tagliata per sto mondo che ti tritura e sputa e non ti dà mai un minimo di sicurezza. Non chiedo il reddito universale che è utopia, ma almeno la sicurezza di trovare un lavoro con uno stipendio decente che abbia a che fare con il tuo titolo di studi. La certezza che avrei avuto un posto sicuro nella società di certo non mi avrebbe fatto ammalare ulteriormente come è successo. E invece no, il posto fisso te lo scordi, devi essere sempre performante, pronta, attiva, proattiva, disposta al sacrificio per il lavoro. Io non sono tagliata per affrontare tutta sta merda, sono troppo debole e me ne rendo conto.
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im-tryingtoloveyou · 9 hours
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Sisi penso sia proprio palese a sto punto perché sai la prima fuori casa col genoa (bestia nera) pareggino all'ultimo può anche andare, col monza gia mi stranisco e stasera proprio non ci siamo e ripeto parlo di atteggiamento, entrano molli, senza voglia, che non sembra manco vogliano essere li.
Io capisco il discorso champions, ma sono 8 partite e tutte le altre? (Tra l'altro un percorso non sicuro). Cioè prova anche per il campionato almeno poi non ce la si fa amen ma io voglio vedere atteggiamento, non si può affrontare una stagione con 27638 competizioni e pensare solo ad una. Che mentalità di merda veramente, mi passa proprio la voglia
Perché non vogliono giocare quelle di campionato ahahaha si gasano solo per quelle di Champions. Esattamente come nella stagione 2022/2023, ma quest'anno se fai 12 sconfitte 1. Mandi a casa i pelati. 2. Esoneri l'allenatore. 3. Vendi mezza squadra. Non esiste più passarla liscia. Gli errori si pagano!
Infatti se si concentrano solo sulle altre 7 di coppa perderemo una marea di punti. E qui torniamo al discorso dell'atteggiamento e della motivazione. Chi deve motivare i giocatori per fare bene in campionato: i tifosi o l'allenatore e la società?
Purtroppo non riusciamo a concentrarci su più competizioni in una volta. Le stagioni 21/22 e 22/23 insegnano. Nella stagione della doppia stella eravamo concentrati solo sul campionato e infatti siamo usciti dalla Champions agli ottavi. Unica eccezione.
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anima-combattente · 3 months
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Io che valore ho? All inizio si avevo valore. Ti ho fatto scoprire il sesso vero. Ho rinunciato a me stesso ai miei desideri e ho anteposto i tuoi. Allora si che valeva la pena anche organizzare un weekend a spese tue... perché avevi trovato la donna che ti dava tutto. Ma non ti ha mai bastato. Non hai mai veramente pensato ai miei desideri e pian piano la voglia di tenerezza si è spenta. Con ogni parola tua detta ferendomi e guardando come soffrivo. Sono cambiata. Ho cominciato a dire la mia. A non accettare tutte le cose. A darti contro a distanziarmi perché a volte mi sembra essere solo la oggetto del tuo desiderio. Quello che più mi fa male che io per te darei anche la ultimo centesimo se eri in difficoltà...e non ti chiederei niente in cambio ..invece tu no....ogni weekend fuori...sono debiti per me ....mentre tu nuoti nei soldi. Debiti a te che ripago ...non manco neanche un mese ...ma la cosa mi pesa. Se poi mi dici frasi come: certo prima era facile offrirti di più...eri più disponibile e facevi più sesso.
Dimenticavo che una donna deve guadagnarsi la stima col sesso. Piacere a voi uomini. Essere snella figa unghie fatte ...tette all aria...il resto non conta.
Potrei anche andare a battere a quel punto...l' umiliazione di stasera sarebbe uguale ma almeno mi pagano fior di soldi e salderei tutti i debiti...
Non so se reggo ancora. Ho paura di andare avanti. Paura di perdermi in un vortice e non uscirne più. Non sento amore non sento essere parte di te. Non sento. Vorrei sparire e basta. Questo mondo non fa più per me.
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I rave party ai Giardini ahahahah quelli per bimbi alle medie. Detto questo manco se mi pagano
Ma infatti sono i rave degli hipster da Instagram
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emily-rampoldi · 2 years
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In troppe parole
Fumo negli occhi: una sopravvalutata idea di radicamento. Rinunciare al conflitto intestino pare cosa buona e giusta oggi, finalmente. Così cerco aiuto in chi mi somiglia. Ah, la doppia elica antiparallela! «Oi!» ti dico. «Oi» rispondi. Manco fossimo due lupe di mare. «Li dividi con me due gnocchi dell’ipermercato?» «Con vongole annegate nel coriandolo?» «Evidentemente! Alle ore venti!» Ti aspetto in auto e fisso la scritta “aria condizionata”. A quale condizione potrò mai averla? Poi, a tavola, mentre parli del tuo coniglio, che hai chiamato come una farina tostata, insieme scaviamo tane di grassi idrogenati con pale bagnate di lacrime di coccodrillo. Gli zuccheri raffinati si assumono di nascosto da nostra madre, come tanto tempo fa; hanno il sapore di una ribellione moderata, in barba alla diet culture e all’affrancamento del giudizio genitoriale. Una moderna versione di Gretel e Gretel: affamate di comfort food perché fuori dalla comfort zone.
«Te lo ricordi quando sedevamo sugli scalini freddi tra foglie gialle di ginkgo biloba? È passato il tempo, abbiamo cambiato latitudine, ma la realtà, quando vuole, ci ricorda ancora da dove siamo partite.» Ci rimettiamo in macchina, a casaccio. Raccogliamo due autostoppisti lettoni alle ventitré; è martedì notte sulla strada per Los Abrigos. Tu regali loro il meglio delle tue bad vibes. Dici: «Sento che qualcosa di molto brutto sta per succedere» proprio prima di abbandonarli al buio sul ciglio di una strada che non hanno mai percorso.  «Ma tu l’hai capito che eran fratello e sorella?» «Ma tu ci verresti in viaggio con me?» «Ora li invidi solo perché hai voglia di fuggire.» «Io per terra non ci dormo.» «Io in viaggio con te ci son già stata.» Intavoliamo conversazioni di livello 2 presso la pompa di benzina: vertigini da downshifting, catastrofismi che avvelenano la quiete privata, colombofilia. Possibile castrazione del tuo famiglio dalle orecchie morbide. E io che ti dico con esigue capacità persuasive: «Non ci manca niente, in fondo. Gioisci!» «In fondo abbiamo tutto, è la parte prima che va riempita. Anche tu sei arrabbiata, ammettilo.» «Sì, ma non scambierei il poco che ho, che è tanto, con una malattia invalidante.» Rilanci con Capo Verde. «Ancora più a sud ti vuoi spostare? Ricorda che, a furia di sud, poi si arriva a nord.» Ti racconto che ho un amico che percorre la via dell’Africa. Lui dice che l’arte è la panacea di quelli come noi. Non come te e me, ma come me e lui. Dice: «nell’arte possiamo selezionare la vita e controllarla con distacco. Da lì la catarsi, dalla contemplazione di un sentimento. La comprendiamo ma non ci nuoce.» «E consola?» gli ho chiesto io. «Soprattutto quand’è vera. Può fare anche male se è troppo vera.» Tu non lo capisci. Pensi già a domani. Questi sofismi non pagano i tuoi conti. E per fortuna! Il tuo bisogno di leggerezza è un pallone aerostatico e mi impedisce di annegare, insieme alle vongole, nei gargarismi della mente. Mi riporti a terra, mi riporti in asse come solo tu sai fare, nell’autenticità di un rapporto vivo, di una vita fuori dallo schermo nero che mi abbindola, mi ipnotizza e mi inghiotte. «Mi son fatta trascinare di nuovo, giù verso l’identificazione col mio lavoro.» «È lampante: io non so neanche bene cosa fai. Eppure è una vita che so chi sei.» È il tuo sorriso che rimette la palla al centro, che mi aiuta a dire: «Ehi, sai che c’è? Che i problemi si fan piccoli con te vicina. Ciò che conta è che non sono un albero: ho radici aeree e vado dove voglio. Da domani cambio giro. Sono libera, e, quando me lo scordo, tu me lo ricordi sempre.  «Parla come mangi!» «In troppe parole: grazie.»
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omarfor-orchestra · 2 years
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So in the end they were all queers
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charlievigorous · 3 years
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MARCIATORI PER LA LIBERTÀ
33050 passi.
Non so esattamente quanta strada sia.
Io, Ale e i cani siamo stanchi vivi.
Siamo partiti in un modo e siamo tornati stanchi ma sicuramente più vivi di prima.
Non abbiamo trovato un posto dove dormire.
Ma siamo comunque felici.
Abbiamo fatto un pezzetto di strada e fatto come volevamo: indossare una giubba gialla e camminare a più non posso.
Sapevamo che coi cani sarebbe stata più dura trovare stallo ma alle 10.30 siamo partiti lo stesso.
Ci fermiamo poco dopo in un bar. Gentilmente accenno di non avere il green pass e che porto via i caffè.
"Guardi, le do un vassoio, le serve anche una ciotola per i cani?"
"No ma..qui fuori non possiamo berlo. I cani sono apposto siamo partiti da poco"
"Ecco qui. Se vuole il vassoio lo vengo a riprendere io, non si preoccupi."
Ringrazio felicissima e esco.
Alle 15 dopo innumerevoli altri bar chiusi ci fermiamo a mangiare a Camucia.
Prendiamo 2 vassoi di verdure cotte da asporto in previsione di stare leggeri e camminare ancora.
Ale mi dice: "Nella mia vita mai avrei pensato di mangiare un piatto di verdura così grande" e io gli rispondo:
"Nella mia vita mai avrei pensato di mangiarlo su una panchina di una piazza perché cammino da 4 ore e non posso stare a tavola".
Silenzio.
Si avvicina un signore sui 65/70 a interrompere il mio momento di sconforto.
"Morde?"
Sorrido.
"No, non mordono, sono bravi"
"Si, poi i cani lo sanno.." Accarezza la Jin e sposta la mano verso l'altro fetente che odia la gente con le mascherine e quindi ovviamente gli ringhia.
"Mi scusi tanto, lui se vede gente col cappello e la mascherina è un po' confuso"
"E ci credo una volta manco potevi entrare in banca mascherato ora è tutto il contrario."
Approfitto e colgo la palla al balzo rispondendogli che ha ragione ma che la cosa peggiore non è essere mascherati. È accettare che alcuni debbano stare fuori e altri possano entrare.
E lui mi risponde:
"Signorina lasciamo perdere, faccio assistenza in un centro per giovani lungodegenti e con disturbi mentali, il prezzo di tutto questo lo pagano loro. I giovani! Sono vivi ma stanno agendo come se fossero morti. E i disturbati sono in continuo aumento.
Come si fa a chiudersi tutto il giorno in casa?! E rischiare la vita a un punto tale per per farsi un selfie mentre arriva un treno? Ormai i li giovani abbiamo persi!"
"Abbiamo perso tante cose. E spero che qualcuno lassù intervenga presto. Sono molto preoccupata per tutte le persone che continuano a morire, che si suicidano e che si ammalano senza essere curati."
Abbozza dicendomi:
"Cambierà".
"Si cambierà, già il fatto che lei stia parlando con me significa che sta cambiando"
Riprendiamo il cammino valutando dopo un po' di tornare indietro considerato l'orario.
Sulla strada del ritorno incontriamo più persone. Una signora anziana ci dice:
"Accidenti siete partiti tardi voi altri di dove siete?"
Rimango a metà mista sorpresa e perplessa.
Pensavo che qui nessuno sapesse perché giriamo con 2 gilet gialli da soccoritori e 2 cani.
"No signora è che non abbiamo trovato da dormire e quindi torniamo indietro"
"Eh...e dove ce l'avete le macchine?"
"A Castiglioni"
"Ah, ancora c'avete un bel pezzetto..forza che si fa buio"
"Signora GRAZIE! Arrivederci."
Mi dà una ricarica enorme. E aumento il passo.
Di lì a poco un signore in auto accosta Ale.
"Alla faccia ne avete fatta di strada, vi ho visti stamani"
Io qualche metro più avanti sento solo che parlottano del cammino e dei cani, poi riprende con l'auto prosegue, rallenta, mi saluta e va via.
Camminando camminando, torniamo alle auto.
In 2 giorni ho fatto 882 km e 33050 passi.
Mia mamma abita a 400 km da me. Dopo la sua seconda dose con una malattia alle arterie, quasi non ci vede più.
Era un po' che non la vedevo. Qualche mese che, data la situazione, procrastinavo per tornare con più calma.
Ieri mi sono presentata alla sua porta a portarle il "kit di base del malato".
Si sforza per far finta e non farmi preoccupare.
Ma lo vedo che non ci vede perché ci sono dei dettagli in casa che lo lasciano trasparire alla grande.
Mia mamma ora è una "non terza dose".
Vorrei e provo a essere tutto e dappertutto evitando di perdere tempo.
A volte perfino la notte mi inquieta in questa "guerra" che ci ha lasciato i comfort.
Siamo sierati o non sierati che lasciano liberi di decidere.
Che abbattono la critica.
Tra noi ci sono quelli che curano, quelli che informano, quelli che tentano le strade nei confini della legalità.
Ci sono quelli che provano a spendere comunque qualche € nelle attività piegate appositamente da questa "pandemia mentale" . Bisogna ingoiare qualche rospo per continuare a sorridere quando ti senti dire no.
Ma di vero c'è che ci sono molte più persone ancora umane che disumane.
Ci sono tante persone che lottano a modo loro per evitare le discriminazioni.
Proviamo come l'acqua goccia dopo goccia a spaccare il sasso.
Nelle piazze, nelle marce, nelle case, sul posto di lavoro, nelle famiglie, con gli amici vecchi e nuovi.
Mentre la TV diffonde paura e odio a reti unificate riportiamo qualcuno alla vita proseguendo per la nostra strada, lasciando alle loro scelte quelli che proprio non vogliono ascoltare. Anche questa è libertà.
Dalla fine della "tregua fiscale" , avvenuta un mese fa, intanto in tantissimi si sono visti recapitare multe dall'agenzia dell'entrate e assegnare contravvenzione che si pagano caro prezzo.
Mi verrebbe quasida consigliare a tutti a questo punto di attivare la modalità che si usa nelle piazze: "pacifici e inattaccabili" dal momento che si mette piede fuori dal letto fino a quando ci si ritorna.
Zero sbruffonaggine, evitare ogni sanzione, rispetto dei limiti della velocità ecc ecc ecc ecc ecc.
Disobbedienza civile.
Quanto ai commercianti presi di mira fino ad ora e a quelli che lo saranno dal primo febbraio: #restiamoaperti, tenete duro.
Anche se ci avete trattati male, o chiuso le porte in faccia restate aperti. Evitate di svendervi, svenderci e svendere il nostro bel paese.
Presto rifioriremo.
Ma dopo questi passi un pensiero mi stringe il cuore.
È vero: poveri noi e poveri giovani.
Però quanti sono quei "vecchi", come quelli che ho incontrato oggi, che abbiamo perso per strada in questo teatrino?
Quanti se ne sono andati prima del tempo e magari anche SOLI?
Possiamo comprendere e far comprendere.
Possiamo raccontare la verità nel tempo e fare in modo che i libri la raccontino per noi.
Ma in tanti non torneranno indietro.
I più tanti sono un patrimonio finito e inascoltato.
Come direbbe mia mamma:
pori vecci.
Vi do la buona notte mentre Ale per consolarmi mi dice:
da sempre i libri di storia li scrivono i vincitori. ✨
Grazie amore.
MARCIATORI PER LA LIBERTÀ
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dilebe06 · 3 years
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Altro giro...altra corsa...altro drama.
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Onestamente, avrei potuto evitare di scrivere un commento sugli ultimi due drama visti.
D'altronde non è certo la prima volta che evito di parlare di una serie: magari perché non ne ho voglia, non mi pagano per farlo o perché il drama in questione non mi ha tramesso nulla da scrivere. La mia lista è piena di drama di cui non ho scritto manco una riga.
Oggi però, ho finito 2 drama che nella loro semplicità, mi hanno spinta a scrivere almeno due righe su di loro.
Parlo di Ouroboros e Serendipity.
OUROBOROS
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Oguri e Toma tornano in grande stile dopo quel mezzo capolavoro di Hanakimi - e solo chi l'ha visto sa quanto Hanakimi sia speciale - in una storia coinvolgente e drammatica. Un drama investigativo/thriller che costringe i due attori a cimentarsi con ruoli abbastanza complessi, in una storia mai prevedibile.
Non starò qui a scrivere la trama perché esiste Mydramalist, ma è proprio da qui che voglio partire. Ouroboros mette in campo un architettura articolata e piena di colpi di scena, gioca con lo spettatore portandolo appositamente spesso fuori strada. Vuole stupire...e ci riesce.
Nella chiusura della puntata dove Hibino muore, Tacchan viene ripreso dalla telecamera, con la pistola spianata verso il corpo ormai a terra del padre della lead. Ergo, è stato facile pensare che Tacchan avesse ucciso l'uomo, d'altronde la scena non sbaglia. Ma nella puntata successiva, tramite i ricordi della testimone, si capisce come Tacchan non avesse avuto bisogno di tirare fuori la pistola, poiché al suo arrivo, Hibino era già morto e la testimone fatta svenire. #sherlockscostate
é quindi chiaro come la serie abbia giocato con lo spettatore, facendogli venire dubbi e indirizzandolo su strade, per poi virare improvvisamente. Ovviamente, ho adorato questo escamotage.
Ma allo stesso tempo, ho dovuto prestare massima attenzione nello svolgimento della storia, aggravata anche dal fatto che la trama sia stata costruita a mo' di puzzle e che quindi non si avranno tutti i pezzi prima che sia finita tutta la storia. Storia che a mio parere, contiene forse troppa carne al fuoco: polizia, servizi segreti, mafia, i tre detective, i 4 dei servizi segreti di 20 anni prima, i tre tizi dell'orologio d'oro, la sensei, la Zero, il chirurgo, la figlia del chirurgo, la lead...Ikuo che si rivela essere il figlio del villain della storia. #aiuto
Ma tutto sommato, la serie gestisce abbastanza bene il tutto.
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Altra cosa che ho adorato è la dicotomia, detta semplice, tra bene e male. Bianco e Nero, morte e resurrezione... esemplificato nell'Ouroboros della storia.
La serie sviscera questa tematica mostrando i due lead - Ikuo e Tacchan - essere fondalmentalmente due bravi ragazzi che sviano dalla retta via in nome della vendetta. Mi è piaciuto come Ouroboros abbia trattato i due lead, non santi nè peccatori dimostrando il celebre detto :-" non esistono persone cattive o buone. Ma persone che compiono atti buoni o cattivi."
A questo proposito, due parole su Ikuo: ad una certa la sua storyline sembrava condurre verso una vita pacifica insieme alla lead. Mentre lei pontificava come conquistare ogni angolo della casa del lead, io tremavo... terrorizzata che la serie cadesse nel buonismo. Sarebbe stato facile attirare Ikuo nella "trappola" della pace spinto anche dall'amore per la lead.
Fortunamente Ouroboros ti amo il finale mi ha tranquilizzato sul versante del buonismo, chiudendo la serie nel modo più giusto, poetico e straziante che potesse fare.
Altra cosa che mi è piaciuta è stata la presenza, la recitazione e i personaggi di Mishima e Shinichi. Oltre ad avere già visto recitare insieme questi attori in Karamazov No Kyodai, i loro characters mi hanno ampiamente soddisfatto. Apro tra l'altro parentesi sul fatto che Shinichi fosse il miglior detective di Tokyo: se non ci fosse stato lui potevano chiudere la Polizia.
Ovviamente in questo gran cast, la stella che per me brilla più di tutti è Oguri - che è l'unico che mi ha fatto piangere verso il finale - che si conferma come sempre un "mastino" della recitazione.
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Andiamo ora alle cose meno piacevoli: primo fra tutte, le visioni/emicranie di Ikuo. Usate a mo' di Deus Ex Machina, queste visioni non solo sono state ripetitive ma spesso sono state usate per mandare avanti la trama. Tramite loro, i due lead ricevono indizi e aiuti e onestamente questa cosa non mi ha fatto morire.
Altra cosa, riguardo il villain finale. Il padre di ikuo per intenderci. Tralasciando che questo non è un uomo ma una bestia...il poco tempo dedicatogli nella puntata finale non mi è bastato per interiorizzare e comprendere questo personaggio: smercia bambini come fossero biglie, lascia Ikuo all'orfanotrofio, ingiunge la Sensei a sparare a figlio, ordina di uccidere valanghe di gente la popolazione giapponese dopo quest'uomo si sarà ritrovata dimezzata, tenta di coprire i suoi crimini uccidendo altra gente e solo una volta sgamato...confessa. E non perché pentito ma solo perché la verità sarebbe uscita a breve.
Dice la verità alla famiglia, promette il suo licenziamento e tutto senza un briciolo di rimorso. Eh no, il pararsi di fronte al figlio non lo passo. L'idea che il villain finale fosse uno psicopatico, non lo avevo tenuto in considerazione. XD
Il dramma è che questo personaggio pare bipolare. E la serie per me gli dedica poco spazio e troppa poco introspezione perché io possa capirlo e comprenderlo: gioca a baseball con Ikuo da piccolo e qualche anno dopo dice alla Sensei di ucciderlo... O_O
E poi veniamo alla sensei, figura cardine dell'intera serie. Lo dico subito, avrei preferito che la donna fosse stata davvero cattiva. E lo sò, sono una persona orribile, ma l'idea che facesse il suo dovere, sicuramente controvoglia e che poi si pentisse e successivamente chiedesse aiuto a Hibino, mi piaceva di più che avere un personaggio bianco sin dall'inizio. Una povera vittima, ignara di quello che accadeva all'orfanotrofio e resa così un simbolo.
inutile dire che la mia preferenza, verte unicamente sul fatto che se fosse andata come dico io, ci sarebbe stato molto più conflitto e tensione.
VOTO: 7.9
SERENDIPITY
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Ho pescato questa serie cinese da solo 12 episodi da 30 minuti l'uno - mi sono quasi commossa considerando che di solito i cinesi vanno facilmente per i 30 episodi a botta - e a parte un inizio non propriamente convincente, alla fine Serendipity è riuscito a farmi venire voglia di scriverci sopra due parole...ed è già tanto.
Il drama parla di...beh, difficile dire qualcosa senza spoilerare. Ma sopratutto per dirvelo, dovrei averlo capito bene pure io. Ahimè, Serendipity non è stata così chiaro. per usare un efeumismo
Per semplificarmi la vita, anche se è mezzo spoiler, prenderò le parole di mydramalist:
Quindici anni fa, il destino ha unito Mu Xiao Ru e Yan Sui. Sebbene il loro incontro sia stato breve, ad entrambi sono rimasti dei ricordi che sarebbero rimasti con loro per il resto della loro vita e a Xiao Ru è rimasto qualcosa in più. Raccogliendo uno strano braccialetto, Xiao Ru non aveva idea che così facendo, avrebbe alla fine alterato non solo il suo destino, ma anche il destino di innumerevoli universi. Ancora affascinata dal braccialetto che ha trovato più di dieci anni fa, Xiao Ru lo tiene sempre con sé. Completamente inconsapevole del potere unico che possiede, Xiao Ru avrebbe potuto ignorarlo per sempre, se non fosse entrata in una libreria un giorno fatidico. Attivato da una misteriosa fiamma, il braccialetto trascina Xiao Ru non solo in un universo parallelo, ma in molti. Viaggiando tra questi strani nuovi mondi, Xiao Ru incontra presto lo stesso Yan Sui, che ha conosciuto tanti anni prima. Scioccato da questo incontro inaspettato, Yan Sui cerca inizialmente di ignorare questo incontro casuale. Ma non gli ci vuole molto per rendersi conto che il destino di questi mondi è direttamente collegato all'improvvisa apparizione di Xiao Ru. Determinato a salvare i mondi dalle grinfie di un male crescente e ad aiutare Xiao Ru a tornare a casa, Yan Sui e Xiao Ru intraprendono un viaggio che cambierà letteralmente tutte le loro vite per sempre. Ma il male che li dà la caccia è implacabile e diventa presto evidente che stanno rapidamente esaurendo il tempo. Alla fine il bene trionferà sul male?
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Tralasciando che :
Parlare di come la lead abbia il braccialetto è spoiler perché il collegamento tra i due lead si scoprirà molto più in là.
Dire che viaggia tra universi non è preciso, in quanto sono tutti dei libri e non universi paralleli. E anche questo si capirà molto più avanti.
Anche affermare che si incontrano "casualmente" è erroneo, perché il lead segue la lead nei suoi viaggi per aiutarla.
Infine il pezzo " il destino dei mondi è legato all'apparizione della lead" è impreciso, perché sin dall'inizio - PER NON HO ANCORA CAPITO QUALE MOTIVO - i mondi dei libri traballano e minacciano di distruggersi.
Insomma, anche mydramalist non ha le idee chiarissime con questo drama.
Ma non è colpa sua. Le prime 4 puntate sono carine per carità, ma lasciano più dubbi che risposte. Non si capisce ad esempio, perché e per come, il lead viaggi tra i libri, come abbia iniziato, cosa sia il potere spirituale, perché il lead ha questo potere e come mai, il potere spirituale, dovrebbe distruggere i mondi dei libri. Anche questo fantomatico "male" che minaccia di distruggere tutto è assai vago.
Arrivata a metà serie con più domande - ma più che altro con la sensazione che forse non avrei mai avuto risposta - che risposte, ho deciso di prendere per buono tutto e vedere dove la storia stesse andando a parare.
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L'idea è anche buona: i due lead si ritrovano a viaggiare in tre storie differenti, prendendo possesso di determinati personaggi e dovranno portare a termine la missione che il libro anche se sembra più una voce tipo PC gli assegnerà. E qui potrei tornare caga cazzi è chiedere perché dovrebbero fare delle missioni...ma è anche vero che se togli gli incarichi, questa serie davvero avrei dovuta dropparla.
Le missioni infatti sono la cosa che mi è piaciuta di più: nella prima si ha un contesto urban fantasy, nella seconda un wuxia alla GOT e nel terzo un ambientazione d'ufficio con segreti aziendali di mezzo. In comune queste storie hanno il fatto che la lead si ritrova sempre sposata con qualcuno di poco meritevole - forse per evidenziare come l'unico uomo decente possa essere il lead - e che le situazioni spingono la ragazza a "tirare fuori il meglio di se".
Più che missioni senza un vero motivo, come se fosse un divertimento, i tre libri presentano ai due lead dinamiche problematiche e sta a loro risolverle, usando tutti i mezzi a loro disposizione. Ecco quindi, che la lead si fa più furba, tira fuori strategie e coraggio. Così facendo, le missioni diventano quindi un percorso di maturità da affrontare, un viaggio per se stessa alla ricerca della sua vera forza e capacità. Ed anche dell' Ammmmmmore.
Perché se c'è una cosa che questo drama ha esplicitato - oltre al " se sei sposata...lascialo - è la storia d'amore tra i due lead. E devo dire che essa viene costruita bene, passo per passo e con cognizione di causa. Nessun colpo di fulmine o botta in testa all'improvviso che rende i due lead pazzi uno dell'altro, ma una costruzione episodio per episodio fino agli episodi conclusivi dove è colato così tanto miele da questi due che persino Yoghi e Bubu sarebbero scappati.
Ultime due cose: la prima riguarda la mia storia preferita tra le tre. Direi la terza. E la voto sopratutto per il personaggio di cui il lead prende il posto. Questo povero disgraziato con la fobia delle donne, che dorme e quando si sveglia si ritrova avvinghiato alla lead senza sapere COME. Sono una persona orribile, lo ammetto...mi sono piegata dalle risate in tutti quei momenti di sbandamento di questo personaggio.😂
Infine il finale semi horror. Ho adorato come, nel finale, la storia dell'ufficio sembrasse preda di un bug: interferenze, blocchi, teletrasporto dei personaggi... resa benissimo, complimenti. Si sentiva proprio che il tempo della lead stesse per scadere e che bisognava chiudere la missione in fretta per tornare a casa.
Ovviamente, non è stato reso noto del perché il ragazzo " spirito della biblioteca" - qualsiasi cosa voglia dire 😐 - si sia trasformato in un mostro e tentasse di uccidere i due lead. O perché quando la storia va in bug, la lead si ritrovi in mezzo al piazzale di un palazzo storico cinese, con soldati in armatura che cercano di accopparla. Ma chi sono? cosa vogliono? #misteridellaFede
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VOTO: 7,3
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corallorosso · 3 years
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Caro Draghi si sbaglia, il cashback non è una misura che aiuta i ricchi di Luca Bottura Caro presidente Draghi, mi perdoni il disturbo. Mi chiamo Bottura e… no, non posso prenotarle un tavolo. Sono quell’altro, quello che fatica anche a scongelare i sofficini. Ma mi segua lo stesso, è questione di pochi minuti. Le scrivo a proposito del cashback abolito, che lei ha giustificato in quanto misura “che favoriva solo i ricchi”. Ecco, guardi: no. Capisco che da Palazzo Chigi, o dalla sede della Bce, che manco so dove sia ma immagino in un grande parco con fontane che danno vino, il contatto con le fasce meno abbienti possa condurre a severi errori di valutazione ma… I poveri hanno il bancomat. Sembra pazzesco anche a me, ma – seppure solo recentemente – hanno abbandonato la cultura del baratto. I poveri spendono 1500 euro ogni sei mesi col bancomat. Una famiglia di 3/4 persone mangia che lei non ha un’idea, presidente. E quasi sempre si procura le derrate al supermercato. I poveri hanno talvolta un lavoro fisso, dunque pagano le tasse. Immagino che il punto 3 le risulti particolarmente capzioso, presidente. Ma aspetti, lo spiego meglio: è solo che in questi mesi sono spuntati Pos dove prima c’era solo cash/black, altro che cashback. Che un solo scontrino in più avrebbe reso questa modesta misura un successo, ché l’evasione si affronta anche un passetto alla volta. E che la giustizia sociale si compie o si persegue anche mettendo sullo stesso piano chi paga le tasse e chi non lo fa. E tra chi paga le tasse ci sono fior di piccoli imprenditori che subiscono la concorrenza dei loro avversari disonesti. Perché veda, presidente, dal Governo dei migliori ci aspetteremmo che prendesse un po’ meno atto dell’esistente. Che non basasse il proprio agire sul “s’è sempre fatto così”, che non si costernasse, s’indignasse, s’impegnasse e poi: tutto d’un tratto, il condono! Perché pare sia alle viste pure quello. E sa, presidente, esistono anche poveri che non hanno bisogno del condono. A cui lei, voi, state dicendo: aveste rubato bene, e non vi avessimo beccato per cinque anni, avreste avuto ragione voi. Le chiedo scusa, presidente, se recupero un aggettivo novecentesco ma… tutto questo è classista. Pensare a una classe sociale come un cumulo di monatti senza bancomat e fisiologicamente composta da magliari, è offensivo. Col vantaggio importante, almeno vista da certi uffici, da certe sedi di partito che soffiano sul nichilismo aggressivo, che le classi non sanno più di esserlo, che il povero (un tempo si sarebbe detto proletario) ha spesso smesso di inseguire i diritti e accetta questa curiosa sudditanza per cui un colletto bianco gli dice che 150 euro non sono niente. E aggiunge che, incidentalmente, credo ben al di là delle proprie intenzioni, che è meglio fare un po’ di nero, o costruirsi il tramezzo a sbafo, o prendere multe e non pagarle. Ci sarà sempre qualcuno, non dico lei, dico ad esempio la stampa “fuori dal coro”, che lo difende. Lei no, presidente, perché della sua onestà intellettuale nessuno dubita. Del suo nitore. Del suo spirito di servizio. Però, ecco, se non ora quando? Se adesso, col consenso che ha, non si dà un segnale contro chi deruba gli altri italiani, evasione dopo evasione, verrà mai il momento? Mi scusi. Come sempre, ho divagato. È che voglio così bene a ‘sto Paese da essere spesso velleitario, dal volerlo migliore. E nel Paese migliore che vorrei, presidente, le scelte ideologiche (altrui) sulla pelle dei meno abbienti, magari tali perché gli scontrini li hanno sempre battuti, dovrebbero restare nelle stanze di partito. O, quantomeno, nessuno avrebbe il coraggio di giustificarle parlando di povertà. Ossia di un tema che, con licenza parlando, non conosce manco per il cazzo. Mi scuso per il disturbo e le auguro un proficuo lavoro per il bene di noi tutti. Ossequi. Luca Bottura
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autolesionistra · 4 years
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Cronache Vacanziere Tardive #2
La pipì in mare
Non abbiamo dati certi sulle abitudini dell'Homo habilis ma è plausibile che la nobile arte di pisciare in mare sia contestuale alla sua comparsa sul pianeta, circa due milioni e mezzo di anni fa.
Questo fenomeno storicamente non ha portato a conseguenze di rilievo se si tralascia la posizione oltranzista di mio zio che si rifiuta di frequentare l'alto adriatico d'estate sostenendo che rapporto fra il numero di gente che piscia in mare e la volumetria delle acque non possa garantire una balneazione salubre. Argomentazioni forse non sostenute dalla letteratura scientifica ma onestamente non mi sento di contraddire chiunque voglia evitare l'alto adriatico a prescindere dalle motivazioni.
Dopo intense osservazioni di bagnanti dovute all’essermi scordato più volte di portarmi dietro il libro che stavo leggendo arrivo alla conclusione che l'attività orinatoria marina presenti spiccate differenze di genere: se da un lato è più complicato stabilire quando un maschio stia dando un suo personale contributo alle acque (fatti salvi alcuni casi in cui l'operazione pare comporti l'urlare agli amici "state lontani, sto pisciando"), il genere femminile rispetta una ritualità rigidamente codificata che andremo ad analizzare.
La donna si alza dalla sua compagnia ombrellonifera, che sia il fidanzo, la fidanza o il gruppo di amici e senza proferir parola si dirige verso il mare. I due elementi che caratterizzeranno l'intera durata dell'operazione sono lo sguardo assorto e fisso verso l'orizzonte, come ad inseguire una sehnsucht lontana o a prepararsi ad un dibattito filosofico con Umberto Galimberti, e l'andatura lenta e solenne da sacerdotessa di un culto pagano.
Raggiunta la battigia, il soggetto entra in acqua con lo stesso passo regale apparentemente imperturbabile a sbalzi termici, fino a raggiungere il livello cintola (momento che tradisce un po' lo scopo dell'intera operazione perché nessun essere umano sano di mente trova qualche tipo di sollievo dall'immersione in un liquido fermandosi alla panza). Opzionali alcune operazioni di dissimulazione tipo l’accenno ad alcuni passetti o l’immersione di una mano in acqua come a suggerire una possibile indecisione fra il raggiungere la Tunisia a piedi o a nuoto. Ma è un’illusione: espletato il bisogno, avviene il compassato ritorno alla base con un ultimo gesto rivelatore, l’aggiustamento del pezzo di sotto del costume che vista la lentezza di marcia non si sarebbe potuto spostare manco se fosse stata una di quelle mutande di carta che ti danno nei centri benessere.
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lamomodicecose · 4 years
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E’ questione di dimostrare
Buon pomeriggio a tutti!
Siete contenti che siamo in zona rossa eh, ditemi la verità!
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Un po’ di DAD di quà, un po’ di profumo di quarantena di là, un pizzico di rosso peperoncino che ci da il tocco giusto al mix insalatissime del cazzo da gustarci oggi in questo giovedì che sembra sia invece solo martedì.
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Cazzo, sono sincera e lo voglio urlare: NON MI SOPPORTO PIù.
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Sì non sopporto più me stessa, lo specchio, i miei impacchi anticellulite, impacchi per i piedi, maschee per il viso che ormai è martoriato dall’ansia di DAD per bambini della scuola dell’infanzia, e con qualche accenno di ruga e brufoletti da stress per risolvere problemi intorno a me e vicinissimi a me... persone addosso e persone che sono distantissime e insomma...non so più sopportare nulla.
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E poi come faccio se non mi sopporto più?
Per non parlare della creatività illustrativa che manco si manifesta in questo periodo, ci mancherebbe, come per dimostrarmi che alla fine non sono più capace di fare un cazzo, dopo un anno di “Stiamo in casa” e “Andrà tutto bene!”. Un ebete. Sono diventata una bellissima ebetina domestica.
Potrei metterlo sul curriculum.
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Ad ogni modo, tra un caffè e mille pensieri che mi prendono ogni giorno come se fossi un boomerang c’è una parola tra tante che mi martella nella testa proprio oggi.
Ci sono stati tanti momenti che ho sempre fatto cose, sbrigato faccende, eseguito comandi, mi son mossa come una pedina di una scacchiera (sempre come un ebete, ricordatevelo!).
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In fondo siamo tutti pedine che si muovono per cercare di fare scacco matto...
ma scacco matto a chi? Di cosa? Perchè?
Eppure sento in voi una grande vogliad i dimostrare che avete il mondo in pugno. Cazzo vi voglio abbracciare.
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Ah no, non si può, solo gomitino! Scusate. Statemi lontani 1 metro. Ma facciamo anche 2...facciamo che vi levate dalle palle.
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Vorrei davvero oggi parlare della parola che vi dicevo prima che tanto mi da un nervoso incredibile: dimostrare.
Vediamo cosa dice il dizionario:
“Rendere evidente con fatti o prove certe, confermareEsprimere in modo chiaro e inequivocabile (spec. riferito a sentimenti, stati d'animo, ecc.); manifestare; Fare una dimostrazione pubblica, manifestare, protestare; Rivelarsi mostrando le proprie qualità buone o cattive, i propri sentimenti; Risultare, svelarsi. “
Ok, e fin quì forse lo immaginavamo. E’ una sorta di mi tiro fuori, mi spoglio, faccio l’esibizionista e corro nuda per strada...
no, forse quello ancora no. Ma ci siamo intesi.
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Dimostrare che siamo persone fuori dagli schemi, dimostrare che siamo persone che se diciamo una cosa la facciamo anche a costo di risultaer ridicoli, dimostrare che siamo più bravi con le parole di altri, dimostrare che mastichiamo filosofia con un selfie, dimotrare che siamo belli e impossibili, dimostrare che stravolgiamoci per stravolgere è l’unica via, dimostrare il dimostrabile già dimostrato. Dimostrare che sorridere e basta perchè tutto si risolve con uno big smile hello world hashtag felicità forever è l’unica via sennò eh insomma, dai , non mi sorridi, cos’è quella faccia lì da ebete eh?
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Ma chiedo per un amico: a chi lo dovete dimostrare? Vi pagano?
Io vi ammiro quando fate tutto questo, perchè ne siete capaci e lo imparate ad una velocità che nemmeno un master appena preso.
Vi ammiro molto...ma vi faccio una proposta alternativa, dato che amate dimostrare...
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Non dimostriamo un cazzo. Per un giorno.
Dimostriamo che non dimostriamo.
Che non ne abbiamo voglia, che non ci interessa niente e nessuno.
Cambiamo un po’.
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Non dimostriamo nulla.
Anche questa è una questione di dimostrare.
Secondo me ci si sente più leggeri.
altrochè dieta.
Anzi, ora che ci penso mi è veuta un po’ fame.
Vado a mangiarmi due lamponi, e dimostro al mio stomaco quanto sono buoni!
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