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#magnificenza
vanbasten · 1 year
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come mi sento con la diretta doppia che copre sia bari cagliari che spezia hellas verona
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lunamagicablu · 18 hours
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"Siamo esseri multidimensionali di luce che abbracciano armonia, unità e pace...... C'è gioia nel momento presente se coinvolgiamo il cuore e accettiamo la piena fioritura della magnificenza della vita....... Trova il tuo scopo, esprimi la tua libertà, nutriti d'amore e farai una profonda differenza nel mondo......." Micheal Teal art by cosmistory777 ************************** "We are multi dimensional beings of light embracing harmony, unity and peace...... There is joy in the present moment if we engage the heart and accept the full bloom of lifes magnificence....... Find your purpose, express your freedom, nourish yourself with love and you will make a profound difference in the world......." Micheal Teal art by cosmistory777
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ash-t0-ash · 3 months
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H&O; Chapter II
"L'inferno è vuoto e tutti i diavoli sono qui"
All’esterno dell’accademia, la vita gli era sempre sembrata diversa. In un certo senso, Helyas provava invidia verso l’umanità che, ignara di tutto il male che si annidava tra le ombre della notte, si limitava a vivere, a respirare, a ridere e a piangere… seguendo semplicemente l’istinto del momento, l’emozione guida di cui lui era sempre spoglio.
Fosse nato soltanto umano, Helyas sarebbe stato come loro, proprio come uno di quei ragazzi che se ne stavano con la schiena a ridosso della porta del locale, con una bottiglia tra le mani e il sorriso ben stampato alle labbra.
Il destino, però, aveva riservato a Helyas un'altra prospettiva, lui era il vigilante della notte, lui badava che tutta quell’umanità non si dissolvesse sotto la falce dei demoni e no, non poteva permettersi distrazioni.
Così, come accadeva di consueto quando non aveva missioni particolari da svolgere, Helyas si limitava a vagare per le strade e ad assicurarsi che il male dormisse un altro po’.
In quel vicolo in particolare, le tettoie alte dei palazzi gli impedivano di scorgere sprazzi di cielo, se non saltuariamente, e un po’ questo gli faceva mancare l’aria. Helyas portava su di sé il marchio della tempesta e la sua dimensione ideale era all’aperto, alla mercé della terra e del cielo – soprattutto – eppure in quegl’ultimi giorni, qualcosa stava cambiando.
Ad ampie falcate attraversò la strada e si ritrovò sul marciapiede opposto al locale, se ne allontanò a malapena, quanto bastava affinché una poderosa luna piena riuscisse a far mostra della sua argentea perfezione… e le iridi scure di lui si levarono a guardarla in tutta quella magnificenza.
Forse non si era mai accorto di quanto potesse essere bella, la luna, per cui fu costretto a fermarsi e a fissarne le sfumature impercettibili, e come ultimamente gli accadeva spesso, il marchio della tempesta cominciò a dolergli.
Helyas digrignò i denti e fu costretto a sollevare la manica del giubbotto: i contorni del marchio si erano arrossati, come se sotto vi pulsasse il fuoco, e bruciavano… tanto che fu costretto a premere la pelle lesa contro la stoffa della manica.
E poi, un vociare sospetto ne attirò l’attenzione, più avanti, in un vicoletto poco più buio, uno strisciare viscido e dei versi strani, si rivelarono appartenere a una creatura demoniaca, lì pronta a divorare la preda che aveva già perso i sensi.
- Hey, mostro!
Col braccio che non gli doleva, Helyas afferrò il calcio della pistola già carica di proiettili di adamantio e la estrasse dalla fondina, puntandola immediatamente alla creatura che, resasi conto della presenza scomoda alle sue spalle, si volse schiudendo le fauci ghermite di denti aguzzi e lingue biforcute…
Ma prima che il marchiato potesse aprire il fuoco, la creatura mormorò qualcosa in quel linguaggio oscuro e antico e, stranamente, Helyas riuscì a comprenderne perfettamente il significato “Senti il richiamo della luna, vero?…” Helyas aggrottò la fronte a quelle parole e per un attimo, uno soltanto, esitò… tenendo l’arma ancora tesa verso la creatura rivoltante che, approfittando di quel momento di smarrimento, scattò verso Helyas afferrando il braccio armato tra le lingue per disarmarlo.
@ophelia-northwood
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goldenman2 · 1 month
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È un incontro di mani ardenti, di respiri che si intrecciano, di desiderio che brucia.
Un viaggio estasiante nella magnificenza della carne.
E tra sussurri affannati, le nostre anime si legano nel peccato avvolte in una danza di passione .
#sacro__profano2 #raccontierotici #erotismo #passione #love #incontri #sesso #orgasmi#scritturaerotica #lussuria #complicità #sexy #passioneerotica #amanti
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sciatu · 8 months
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IL DUOMO DI MONREALE IN UNA PUBLICAZIONE DI INIZIO SECOLO
In questo giornale di inizio 1900, la cattedrale di Monreale è rappresentata con i mezzi di allora e quindi le sue tessere d’oro e la sua luminosità solare si è persa  nel grigiore oscuro dell’inchiostro. Questa differenza tra la bellezza reale, dorata e luminosa, e quella rappresentata, buia e triste, mi ricorda la differenza tra la vita come dovrebbe essere e quella attuale. Tra la vita nella pace e quella delle guerre quando non è più il motivo per scrivere credendo nell’uomo. Troppe guerre, troppi morti, troppi orfani mutilati e madri senza più figli. Siamo tutte pedine mosse dal potere del male, illusi con motivazioni ridicole ad accettare, a donare sangue e speranze insieme ai nostri domani. È come se ogni cosa perdesse colore, come se i cieli si oscurassero e le primavere si vestissero a lutto e tutto, tutto quanto diventasse il grigiore che precede il buio. In questa nevicata oscura, scrivere d’amore e dei fiori della gioia, pare un insulto, come schiuma del mare  colorata di sangue. Il dolore non ha un passaporto, l’ingiustizia non ama nessuno e a tutti ruba tutto: alle vittime la vita, ai carnefici la loro umanità. I versi perciò sanno di fango, le parole non sono più tessere d’oro nella magnificenza di un mosaico, ma solo la fuliggine di un fuoco infernale, l’arsura degli assetati, l’impotenza amara dei padri, le lacrime acide delle madri. Le parole diventano bossoli vuoti, avanzi di vita, orme nella sabbia o nella neve di chi non c’è più. La luce abbandona ogni cuore e spegne le chiese, le anime, prosciuga la gola e spinge i poeti e i sognatori a nascondersi nel profondo della terra  per pagare anche loro il loro prezzo alla follia della storia.
In this OLD newspaper from the early 1900s, the Monreale cathedral is represented with the means of the time and therefore its gold tiles and its solar brightness have been lost in the dark grayness of the ink. This difference between the real beauty, golden and bright, and the represented one, dark and sad, reminds me of the difference between life as it should be and what it is now. Between life in peace and that of wars when it is no longer the reason to write believing in man. Too many wars, too many deaths, too many mutilated orphans and mothers with no more children. We are all pawns moved by the power of evil, deluded with ridiculous motivations to accept, to give blood and hopes together at our tomorrows. It's as if everything lost color, as if the skies darkened and the springs dressed in mourning and everything, everything became the grayness that precedes the darkness. In this dark snowfall, writing about love and the flowers of joy seems like an insult, like sea foam colored with blood. Pain does not have a passport, injustice loves no one and steals everything from everyone: the victims' life, the executioners' humanity. The verses therefore taste like mud, the words are no longer golden tiles in the magnificence of a mosaic, but only the soot of an infernal fire, the thirst of the thirsty, the bitter impotence of fathers, the acid tears of mothers. Words become empty shells, leftovers of life, footprints in the sand or snow of those who are no longer there. The light abandons every heart and extinguishes churches, souls, dries up the throat and pushes poets and dreamers to hide in the depths of the earth to also pay their price to the madness of history.
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gregor-samsung · 7 months
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«Sul finire del Sedicesimo secolo la volta celeste si alzava, come la vediamo noi ancora oggi, non di venti metri come nel planetario, ma circa a non più di trenta chilometri sopra di noi, come un’inflessibile costruzione. Sopra questa fortezza celesta troneggiava il malefico Dio, la cui vista penetrava in tutti gli errori degli uomini, che puniva senza pietà con la guerra, la peste, gli incendi. La volta celeste, che sosteneva i palazzi e i giardini di Dio, cingeva come un guscio d’uovo la Terra liberamente sospesa nel vuoto. «A questo punto entrò in scena Giordano Bruno e ruppe il guscio dell’uovo cosmico aprendo lo sguardo meravigliato e felice dell’umanità sull’infinità dello spazio. Le stelle fisse non erano più i bottoni dorati inchiodati all’immobile parete celeste, ma divennero barche dorate che si muovevano liberamente nell’etere a grande distanza le une dalle altre. Tutta la magnificenza dei palazzi divini si era volatilizzata. Se fossi un grande artista come lei», disse lo zoologo volgendosi ora al pittore, «progetterei un affresco imponente che, come contraltare del Giudizio Universale di Michelangelo, raffiguri Giordano Bruno sul rogo. Ma le fiamme, che devono bruciarlo, salgono verso il cielo e incendiano la volta celeste come fosse una misera quinta teatrale. Si vedrebbero quindi la città di Dio con i suoi opulenti palazzi crollare, dissolvendosi nel fumo e nella cenere, e insieme ad essi cadrebbero vittime dell’eterna distruzione angeli e santi. In lontananza, le stelle dell’Orsa Maggiore, come sfere luminose, apparirebbero in segno di vittoria.»
Jakob von Uexküll, L'immortale spirito nella natura, traduzione dal tedesco di Nicola Zippel, Castelvecchi (collana I Timoni), 2014. [Libro elettronico]
[Edizione originale: Der unsterbliche Geist in der Natur, Christian Wegner Verlag, Hamburg; testo pubblicato in tre parti fra il 1938 ed il 1947]
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elperegrinodedios · 8 months
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Lui, doveva essere tradito dai suoi amici più cari. Doveva capire che vuol dire essere terribilmente solo e completamente abbandonato dagli esseri viventi che lui aveva precedentemente salvato.
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E alla fine dette la sua vita per salvare la nostra.
A te la gloria, l'onore, la magnificenza, la maestà e la potenza nei secoli dei secoli. Amèn e Amèn.
lan ✍️
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scogito · 5 months
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Uscire dal sistema parte 2 - riprende la parte 1 QUI
L'idea di uscire dal Sistema è una distorsione.
Se ne affresca un orizzonte come si invoglia il cane da corsa a inseguire lo zimbello, ma in realtà è come se si dicesse che per essere liberi bisogna liberarsi del corpo, ovvero su questo piano di realtà, spirare.
Il corpo è per lo Spirito la sua casa, senza di esso l'energia vitale non avrebbe sede; il Sistema (o Matrix) è per i corpi ciò che permette loro di essere "viventi" (ossigeno, cibo, sessualità, occupazioni, cultura ecc). Il Sistema pervade tutto. Per cui chi tanto vuole uscire, nel senso di liberarsi dal Sistema stesso, lo potrebbe fare solo morendo. Con la fregatura che tanto senza essere evoluti si ritorna qua, se non si viene trasmutati in altro (morte seconda).
Fino a quando hai un corpo sei legato alla Matrix. È inutile che credi di poter raggiungere un'immunità, perché già solo fisicamente ti è impossibile. Peraltro uscire senza nemmeno aver compiuto un passo evolutivo è da stolti.
Ognuno entra qui con uno specifico compito di sviluppo interiore. Puoi chiamarlo Progetto, Essenza, Scopo, ciò non cambia che ogni persona dovrebbe occuparsi di capire qual è. Questo Sistema è concepito per l'evoluzione, i motivi per cui sono stati scelti metodi brutali sono diversi.
Bisogna però rendersi conto che il concetto di "liberazione" è correlato alla disidentificazione, non a distruggere chissà cosa, a fare guerra "contro il Sistema" o a pensare di raggiungere la fulminazione per guardare dall'alto la propria magnificenza.
Madre Natura ci fornisce precisi campi energetici che ci tengono in vita, vengono chiamati Chakra, i principali sono 7 e si sviluppano in senso verticale partendo dalla zona sacrale.
Studiare il loro funzionamento ti dà le indicazioni di qual è il senso dell'evoluzione, di qual è il corretto funzionamento dell'Essere (umano), di dove ti trovi nel tuo cammino attuale e di quali step devi occuparti per progredire in modo integro (ne ho parlato meglio QUI)
In questo modo anche se non conosci la tua Direzione di vita, puoi seguire la via superiore.
Ribadisco che senza volontà, auto osservazione e lavoro su di sé, restano solo astrazioni prive di utilità.
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Ah! La gente bisognerebbe che si alzasse presto, per vedere il sole in tutta la sua magnificenza, perché il suo splendore raramente dura l’intero giorno. Il mattino del giorno e il mattino della vita non sono che troppo simili. […] Com’è ovvio il detto ‘Il mattino è troppo bello per durare’. Quanto meglio si applicherebbe alla nostra quotidiana esistenza. Dio! Che cosa non pagherei per riavere i giorni della mia fanciullezza, o per essere in grado di dimenticarli per sempre.
Charles Dickens, Il circolo Pickwick, trad. it. di Alessandro Ceni, Feltrinelli, 2016
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lunamagicablu · 2 months
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La mia anima è rivestita di raggi di luce affinché io possa servire da faro per coloro che nell'ombra cercano visione e spirito. Avvicinando la terra al cielo tutti possiamo far nascere la magnificenza del nostro stesso essere. Il nostro è un viaggio di compassione e trasformazione, respirando il momento coltiviamo il benessere spirituale e celebriamo il miracolo della vita. Lascia che la tua anima globale crei una nuova umanità. Micheal Teal art Millie May AI ******************** My soul is dressed with beams of light that I may serve as a beacon to those in the shadows who are seeking vision and spirit. By bringing earth closer to heaven we can all give birth to the magnificence of our own being. Ours is a journey of compassion and transformation, by breathing in the moment we cultivate spiritual well-being and celebrate the miracle of life. Let your global soul create a new humanity. Micheal Teal art Millie May AI 
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crazy-so-na-sega · 7 months
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sSi informa la Vs. Magnificenza Luminosa, che risulta agli atti la presenza sul suolo patrio di Serbia -in data 1993- del parrucchiere del suddetto: tale Aleksandr Butorin (da non confondere con Oskar Botulino, detto "Sterminatore")
E che il 20 gennaio 1993 la vittima saltando su odiosa mina, fu commemorata sub specie aeternitatis, da tutto lo staff parrucchieresco al quale, come sciampista, apparteneva.
Pertanto, in vista della Sua partecipazione attiva al fattaccio, non potendo chiamare come testimoni a difesa né Pietro il Grande né Caterina di Russia, resisi irreperibili, respinge la tesi Farlocca e tendenziosa che recita: " noi non ci s'era e se c'eravamo si dormiva". La sentenza è data, la Corte si ritira.
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Nell'uomo l'arte della simulazione tocca il suo culmine: qui l'ingannare, l'adulare, il mentire, e il fingere, lo sparlare dietro le spalle, il rappresentare, il vivere in una magnificenza d'accatto, il mascherarsi, le convenzioni che servono a nascondere, il recitare una parte dinanzi agli altri e a se stessi: in una parola l'incessante svolazzare intorno a quella fiamma che è la vanità, tutto ciò così spesso è la regola e la legge, che niente è più inconcepibile del fatto che tra gli uomini possa emergere un impulso onesto e puro verso la verità. Essi sono profondamente immersi in sogni e illusioni, il loro occhio scivola soltanto sulla superficie delle cose e non vede che "forme", in nessun modo la loro sensibilità conduce al vero, bastandole di ricevere stimoli ossia di giocare un gioco tattile sul dorso delle cose.
Friedrich Nietzsche
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sciatu · 6 months
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Duomo di Taormina
Lascia stare quello che dicono i libri. Non ti serve leggere quando questo piccolo duomo è stato costruito per capire cosa è. Di sicuro, migliaia di anni fa, c’era già li un luogo dedicato a un Dio perché il Duomo è messo di fronte all’infinito, dove il cielo finisce, dove inizia il mare e dal mare nasce, ripido e fiero, il promontorio su cui il Duomo si trova. È un posto dove le anime sentono l’eternità e vorrebbero spiccare il volo per comprendere l’esistenza. Proprio qui, in questo luogo che ci pone di fronte alle domande di cui cerchiamo risposte si trova questa chiesa, proprio qui, di fronte al paradiso, sotto gli occhi di Dio. Non guardare i quadri esposti sopra i suoi altari come se fossero opere d’arte, anche se antichi e preziosi. Sono in realtà le orecchie di Dio, ascoltano le preghiere di chi non può non chiedere, ascoltano i dolori, le speranze, quei peccati nati dal bisogno di cose o da quel bisogno di amore che ci infetta con un male chiamato solitudine. Anche i preziosi marmi degli altari, non sono grandi per mostrare la magnificenza delle pietre siciliane. Sono solo inginocchiatoi, fatti per chi cercava pietà. Ora non vedi le vecchie vestite di nero, pregare i loro santi, perché ormai basta trovare conforto in sentimenti minori, in illusioni scientifiche o sciamaniche, dentro la continua distrazione di Reel e post, nel consumo continuo di cose ed emozioni. Ma questo era ed è il Duomo, la casa delle anime a cui manca la pace. Delle anime che non sanno trovare nessuna pace, spaventate, confuse dalle guerre piccole o grandi, vicine o lontane, dalle stragi straordinarie o dai quotidiani genocidi, anime che cercano motivi, spiegazioni, speranze o certezze per non sentirsi inutili, calpestaste, ignorate, dimenticate. Non guardare il Duomo come se fosse una pietra più o meno antica, un dipinto di secoli fa, una scultura che gli antichi romani hanno lasciato. Consideralo un giardino in cui le anime possano provare respiro, percepire il loro tempo, concepire e cercare l’armonia che hanno perduto, tornare pure, in questo piccolo altare posto di fronte al Paradiso, sotto gli occhi di Dio.
Forget what the books say. You don't need to read when this little dome was built to understand what it is. Certainly, thousands of years ago, there was already a place dedicated to a God because the Cathedral faces infinity, where the sky ends, where the sea begins and from the sea rises, steep and proud, the promontory on which the Cathedral is located. It is a place where souls feel eternity and would like to take flight to understand existence. Right here, in this place that confronts us with the questions to which we seek answers, lies this church, right here, in front of paradise, under the eyes of God. Do not look at the paintings displayed above its altars as if they were works of art, even if ancient and precious. They are in reality the ears of God, they listen to the prayers of those who cannot help but ask, they listen to the pains, the hopes, those sins born from the need of things or from that need of love that infects us with an evil called loneliness. Even the precious marbles of the altars are not so large to show the magnificence of the Sicilian stones. They are just kneelers, made for those seeking mercy. Now you don't see the old women dressed in black, praying to their saints, because now it's enough to find comfort in minor feelings, in scientific or shamanic illusions, in the continuous distraction of Reels and posts, in the continuous consumption of things and emotions. But this was and is the Cathedral, the home of souls who lack peace. Souls who cannot find any rest, frightened, confused by wars small or large, near or far, by extraordinary massacres or daily genocides, souls who seek reasons, explanations, hopes or certainties so they will not feel useless, trampled upon, ignored, forgotten . Don't look at the Duomo as if it were a more or less ancient stone, a painting from centuries ago, a sculpture that the ancient Romans left behind. Consider it a garden in which souls can experience breathing, perceive their time, conceive and seek the harmony they have lost, even return to this small altar placed in front of Paradise, under the eyes of God.
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t-annhauser · 2 years
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Filosofia 1: thaumazein
La storiella per cui la filosofia nascerebbe dalla semplice meraviglia di fronte all'ignoto, o dallo stupore per la magnificenza del Creato (che già presupporrebbe un Creatore), questa soluzione un po' naïf da manuale per le prime classi del liceo, mandava in bestia il professor Severino e io la penso come lui. La filosofia nasce da un bisogno più profondo che non è l'allegra meraviglia dell'uomo di fronte allo spettacolo di pupi che gli si para davanti, la filosofia nasce come bisogno di conoscere con verità il destino che vuole gli uomini eclissarsi nella morte per non tornare più, conoscere per prevedere, per schivare il dardo scagliato dall'imprevedibile. È Aristotele a dire nel primo libro della Metafisica che gli uomini furono mossi a filosofare dal thaumazein, e qui il professore ricordava come thauma richiama molto di più che quella "meraviglia" con la quale viene di solito tradotto il termine, richiama un terrore, un angoscioso stupore per l'imprevedibile che sbuca fuori dall'ignoto ("taumaturgia", cioè il prodigio che opera come forza misteriosa e salvifica).
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elperegrinodedios · 6 months
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"Che cosa c'è tra me e te, o donna?".
Ai più, sembrerebbe una risposta irriverente se data a sua madre specialmente in pubblico, ma non è cosi. Secondo le abitudini del linguaggio dell'epoca donna indicava rispetto, tenerezza e dal termine latino significava signora. Del resto Gesù non fu mai irrispettoso neppure con quelli che gli si avvicinavano per tentarlo o anche per corromperlo. Ha avuto sempre rispetto per tutti e si può ben comprendere dunque come usasse le parole con chiunque. Che donna fosse poi un termine d'uso in quel tempo lo si ricava dal fatto che Gesù lo usò anche con la donna adultera:
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"Donna, dove sono i tuoi accusatori?" poi con la Maddalena: "Donna, perchè piangi? Chi cerchi?" e di nuovo con sua madre, ai piedi della croce... : "Donna, ecco tuo figlio". (📖 Gv. 8:10 -- 20:15 -- 19:26) Avere poi preferito "donna" e non "madre" in tale occasione, significava che il loro rapporto per quel che era la sua missione messianica non poteva dipendere da "carne e sangue" (madre e figlio), ma unicamente, dalla sovrana volontà di Dio. A te la gloria, a te l'onore e la magnificenza, la maestà e la potenza, nei secoli dei secoli. 🤍
Grazie per il perdono Signore e grazie per averci liberato dalla schiavitù del peccato. Grazie per la tua misericordia per averci salvato pagando con la tua vita. Grazie Padre nel nome santo di Gesù.
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Amèn!
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likearagingroar · 7 months
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MI INCHINO ALLA MAGNIFICENZA
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