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#ecologia
cerebrodigital · 9 hours
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Una empresa australiana llamada Tarmac Linemarking creó marcas fluorescentes en los suelos de las carreteras para mejorar la visibilidad nocturna. Estas marcas fotoluminiscentes, instaladas en Metung Road, absorben la luz solar y brillan de noche, ayudando a los conductores a mantenerse en su carril. Este invento podría reducir considerablemente los accidentes nocturnos en las carreteras rurales. Además, podrían proteger a la fauna al reducir la necesidad de iluminación artificial. 🚗🌌
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curitibacitybrazil · 2 years
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Curitiba City - Brazil 🇧🇷
Ecological City
Curitiba - Brasil
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klimt7 · 6 months
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gregor-samsung · 3 months
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" Nel Brasile di Bolsonaro, il ministro dell'Istruzione Ricardo Vélez ha promosso una campagna per modificare i testi di storia allo scopo di presentare un’«immagine piú equilibrata» – cioè piú positiva – del colpo di Stato militare del 1964 che rimosse il governo progressista allora in carica (Bbc 2019). Nel 2011, il partito di Berlusconi propose di condurre un’inchiesta parlamentare sui libri di testo di storia italiana, accusati di fondarsi su forti pregiudizi di sinistra, in particolare riguardo alla Resistenza contro il nazifascismo (Luppino 2011). Secondo un reportage del «New York Times», negli Stati Uniti i testi di storia sono stati alterati a seconda dei diversi climi politici dei singoli Stati, per cui Texas e California, per esempio, non sembrano condividere la stessa storia nazionale (Goldstein 2020). Il presidente dell'Associazione degli insegnanti di storia ungheresi ha dichiarato che l’obiettivo degli interventi del governo sull'istruzione era quello di «creare una versione della storia piú gradita a Orbán» (Kingsley 2018). Anche il presidente russo Vladimir Putin si è impegnato nella (ri)produzione di narrazioni storiche che offrissero un quadro piú unificante della storia del Paese, con una direttiva che ha indotto la Società storica della Russia a produrre 80 pagine di linee guida per la compilazione dei manuali (Baczynska 2013). Gli esempi potrebbero moltiplicarsi all'infinito, ma il messaggio di fondo sarebbe lo stesso: «la conoscenza è una forma di potere», come ha scritto Howard Zinn. "
Marco Armiero, L’era degli scarti. Cronache dal Wasteocene, la discarica globale, traduzione di Maria Lorenza Chiesara, Einaudi (collana Passaggi), 2021. [Libro elettronico]
 [Edizione originale: Wasteocene. Stories from the global dump, Cambridge University Press, 2021]
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ideeperscrittori · 9 months
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– Dio, ma tu davvero esisti?
– Ma ti pare che possa esistere uno come me?
– Quindi sto sognando...
– E se esistessi non sarei come mi vedete voi.
– Come ti vediamo?
– Uno che crea pianeti abitati da creature che cercano di distruggerli.
– Avresti di meglio da fare?
– Ovvio.
FINE
[L'Ideota]
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unspokenmantra · 2 months
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youtube
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emvisual · 4 months
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Lo que haces importa
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silviaaquilini · 6 months
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portalurania · 9 months
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The Last Fish . 1974 . O Ultimo Peixe. By Leonora Carrington
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lichenaday · 2 years
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Thalloidima toepfferi
The term squamulose means scale-like, but many squamulose lichens like T. toepfferi are too puffy to look at all like scales! This guy is just little round puffy bits of thallus. It is described as “bullate,” which means blister-like, but I think it is too adorable to be described as anything like a blister! I would describe it more like . . . blobs of puff-paint. That is much cuter. It is green to olive to brown in coloration, with distinctive white, punctiform (dot-like) pseudocyphellae dotting the surface. It has smooth, black apothecia lumped in with the squamules, sometimes covered in a layer of pruina. T. toepfferi lives on dry, siliceous soil in the Mediterranean and in Macaronesia, preferring mild climates and open grasslands. 
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aitan · 6 months
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Jacovitti in verde (io, al verde).
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cerebrodigital · 6 months
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Solo tenemos que cuidar a la madre tierra.
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anchesetuttinoino · 24 days
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Ecocidio, ultima fermata del diritto penale totale
L'ecocidio, ultima fermata del diritto penale totale - Tempi
Il partito di Bonelli e Fratoianni propone una legge per accusare di genocidio chi inquina e mandarlo in galera sulla base prove vaghe e accuse fumose in nome del principio di precauzione. Una follia giustizialista a cui bisogna opporsi
E galera per tutti. Questa potrebbe essere la riscrittura del celebre capolavoro cinematografico …e giustizia per tutti con Al Pacino, se a dirigerlo fossero stati Bonelli e Fratoianni, dinamico duo della politica italiana, due per i quali vanno bene i diritti e le libertà (queste un po’ meno soprattutto quando economiche o legate alla proprietà privata) ma per i quali alla fine l’esito, lo sbocco, l’approdo di tutto deve essere la galera. A parte quando, nella loro veste di talent scout dei candidati potenziali, si imbattono in qualcuno da tirar fuori dalle carceri, da candidare e far eleggere.
Processiamoli tutti, Dio riconoscerà i suoi
Bonelli si era già fatto “apprezzare”, in questa inarrestabile deriva di pan-penalizzazione totale della società e dei comportamenti umani, ventilando l’ipotesi di un reato di negazionismo climatico, ennesimo giro di vite, assolutamente indeterminato e fumoso nei presupposti e nella definizione stessa, contro le opinioni critiche, per quanto motivate e articolate.
Per dirne una, il recente libro La grande bugia verde di Nicola Porro (Liberilibri), in cui si mettono a sistema le opinioni di scienziati critici con la vulgata terrorizzante sul cambiamento climatico, nel generale canone di indeterminatezza della fattispecie incriminatrice escogitata dai rossoverdi sarebbe potuto incorrere in problemi. D’altronde la sinistra, verde e radicale, è sempre un po’ così. Processiamoli tutti, Dio riconoscerà i suoi.
L’ecocidio non è solo un reato ambientale, è un genocidio
Di quella roba per fortuna non se ne è sentito più niente, ma è tornata in auge un’altra antica e pessima battaglia dei rossoverdi: il reato di ecocidio. Contrariamente alle polemiche montanti in questi giorni, i materiali ideatori del disegno di legge non sono direttamente Fratoianni e Bonelli ma il loro deputato Filiberto Zaratti che tale proposta ha presentato il 24 luglio 2023. Solo ora però assurgendo a indiretta fama, nonostante l’apprezzabilissimo sforzo di partorire l’ennesimo profluvio di pene. Dal canto loro, il soccorso rossoverde si è messo subito in moto.
E Bonelli ha fatto sponda al suo onorevole, richiamando l’esigenza di modificare lo Statuto di Roma che disciplina la ragion d’essere della Corte penale internazionale; sì, avete letto bene, perché l’ecocidio, lo si intuisce sin dal nomen scelto, è a tutti gli effetti un genocidio, un crimine contro l’umanità e le generazioni future, non un mero reato ambientale. Così qualificandolo peraltro ne discende anche la abnorme conseguenza di decretarne la imprescrittibilità, cosa che infatti la proposta fa espressamente all’articolo 6: nei fatti, gli inquinatori come i componenti delle Einsatzgruppen che al comando di Otto Ohlendorf fecero scempio di ebrei, e non solo, durante la Seconda guerra mondiale.
Il Parlamento, da sempre, è innovativa e inventiva fucina di dadaismo legislativo, tanto nel merito quanto nei metodi di tecnica legislativa. In alcuni casi, stramberie persino simpatiche o puramente segnaletiche, davanti cui farsi quattro risate. Quando però scendiamo nell’ombroso e delicato campo del diritto penale, e in gioco si trova la libertà dei cittadini, c’è sempre poco di cui divertirsi e invece molto di cui preoccuparsi.
Il cattivo esempio dell’Ue e il principio di precauzione
Proprio a maggio 2024, colpo di coda della deriva iper-ideologizzata del Green Deal, l’Unione Europea ha approvato una Direttiva che ha istituito una notevole serie di nuove fattispecie incriminatrici nell’alveo della materia ambientale. Un approccio repressivo che peraltro pone a carico delle imprese tutta una ulteriore serie di incombenti e soprattutto di responsabilità di ordine penale, sulla scia dei modelli di compliance e di responsabilizzazione amministrativo-penale che pure in Italia, dal d.lgs n. 231/01 in poi, conosciamo bene. Non è difficile immaginare quanto attrattiva questa Direttiva, che dovrà essere recepita e attuata nei prossimi due anni dagli Stati membri, possa essere per investitori e soprattutto aziende.
Quando ci si preoccupa del tappo della bottiglia, direi che si sta impostando la battaglia sul crinale sbagliato: non c’è bisogno di rendersi farseschi per dire che l’Unione soffre di un feticistico complesso di iper-regolazione, soprattutto perché probabilmente sono le norme di matrice penale a dover interessare di più.
Come al solito, e questo non può che essere un tratto comune tanto all’ecocidio modellato da Zaratti/Fratoianni/Bonelli quanto dalla direttiva Ue, a fare la parte del leone è il principio di precauzione con cui negli ultimi anni abbiamo dovuto familiarizzare.
Che paura la “società del rischio zero”
Nato proprio nell’alveo del diritto ambientale, il principio di precauzione, sovente intrecciato a quello di prevenzione ma da cui pure differisce per natura e funzione, è il convitato di pietra delle società altamente tecnologiche in cui si viene a minimizzare il rischio. La precauzione infatti, a differenza della prevenzione, non ambisce a evitare il palesarsi di una data situazione che si sa con certezza essere patologica, dannosa o esiziale: al contrario essa ambisce a sterilizzare in radice la potenzialità del palesarsi di un rischio che potrebbe essere o non essere dannoso. Potentially harmful recita la Direttiva Ue. Una dannosità potenziale che troviamo non per caso anche nella proposta di legge sull’ecocidio.
Applicato all’ambiente, alle pandemie, alla bio-ingegneria, a tutto ciò che per accelerazione tecnologica non riusciamo a governare a suon di norme dettagliate, il principio di precauzione è, come ha scritto Sunstein, «diritto della paura»: si basa sulla paura che un dato evento possa palesarsi, e così facendo criminalizza il rischio. Peccato, sia per i regolatori Ue, sia per Bonelli, Fratoianni e Zaratti, che il progresso umano si sia basato storicamente sulla accettazione razionale del rischio, sulla sua comprensione e sulla emersione di strumenti di mitigazione. Dai mercanti medievali che aprirono rotte nuove collegando tra loro città e Paesi agli scienziati fino agli imprenditori della rivoluzione industriale, il rischio è stato motore non tanto invisibile della evoluzione del genere umano.
Le città mercantili della Lega Anseatica, quelle meravigliose gemme turrite che affacciano sul Baltico, recavano inscritta sul portone di ingresso delle case e delle gilde mercantili la famosa frase navigare necesse est, vivere non est necesse. La società del “rischio zero”, lo abbiamo sperimentato in pandemia, è una società statica, paludosa, museale, ferma, destinata alla estinzione, più che alla mera decrescita.
Definizioni fumose, istigazione all’ecocidio e pene severissime
L’aspetto più inquietante del diritto penale sottomesso alla ideologia è che esso raramente si perita di piegarsi ai principi garantistici propri di un ordinamento liberale: il giacobinismo rossoverde, posseduto dal sacro furore della giustizia climatica, snuda le sue metaforiche ghigliottine senza andare troppo per il sottile.
E così, scartabellando la proposta di legge, ci si imbatte ad esempio nella definizione del reato, all’articolo 2.
“Si considera reato di ecocidio qualsiasi atto illecito o arbitrario commesso con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità che il medesimo atto causi un danno grave e diffuso o a lungo termine all’ambiente o a un ecosistema”.
Una sostanziale probabilità. E quando, di grazia, la probabilità sarebbe sostanziale? Ma soprattutto, visto che parliamo di reati e quindi conta anche l’elemento soggettivo, come si prova concretamente che un soggetto si era palesato il fatto di voler commettere un atto che avrebbe, per sostanziale probabilità, cagionato un danno? Una sorta di probatio diabolica eco-penale.
Se è ecocidio possono deciderlo anche gli ambientalisti
Anche il richiamato “atto arbitrario” non è male e viene scolpito come «un atto che non tiene conto di un danno che sarebbe chiaramente eccessivo rispetto ai benefìci sociali ed economici previsti». L’ho dovuto rileggere diverse volte, e tremo al pensiero che una roba del genere possa finire nelle mani di una Procura e di un giudice; talmente evanescenti e spettrali le maglie definitorie da lasciar possibile tutto e il contrario di tutto, fino alla caducazione da parte della Corte Costituzionale quando e se sarà investita della questione.
Conformemente alla ipostatizzazione di una “volontà generale” messa in moto contro gli ecocidi, la potenziale legge individua, parola grossa, il “pubblico interessato” definito come «le persone colpite o che potrebbero essere colpite dai reati di cui alla presente legge; si considerano interessati i soggetti che hanno un interesse sufficiente o che dimostrano la lesione di un diritto, nonché le organizzazioni che promuovono la protezione dell’ambiente». Quindi il gingillo si mette in mano tanto a persone realmente colpite da disastri ambientali quanto in quelle degli eco-svalvolati.
E dato che conformemente alla loro tradizione, i rossoverdi detestano la libertà, soprattutto quella di parola, si pensa bene all’articolo 3 di introdurre il reato di istigazione all’ecocidio, punito con la reclusione da tre a sei anni. Senza alcuna definizione, senza dire in cosa si sostanzi davvero una istigazione all’ecocidio. Da dodici a venti anni invece spettano a chi commetta l’ecocidio “classico”. Una forbice abbastanza dilatata, peraltro. Che dire, opporsi alla approvazione e introduzione di questa roba è un imperativo di ordine morale per chiunque abbia a cuore la libertà.
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rafaelmartinez67 · 1 year
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Necesitamos entender su importancia para presente y futuras GENERACIONES..
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gregor-samsung · 5 months
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«Sul finire del Sedicesimo secolo la volta celeste si alzava, come la vediamo noi ancora oggi, non di venti metri come nel planetario, ma circa a non più di trenta chilometri sopra di noi, come un’inflessibile costruzione. Sopra questa fortezza celesta troneggiava il malefico Dio, la cui vista penetrava in tutti gli errori degli uomini, che puniva senza pietà con la guerra, la peste, gli incendi. La volta celeste, che sosteneva i palazzi e i giardini di Dio, cingeva come un guscio d’uovo la Terra liberamente sospesa nel vuoto. «A questo punto entrò in scena Giordano Bruno e ruppe il guscio dell’uovo cosmico aprendo lo sguardo meravigliato e felice dell’umanità sull’infinità dello spazio. Le stelle fisse non erano più i bottoni dorati inchiodati all’immobile parete celeste, ma divennero barche dorate che si muovevano liberamente nell’etere a grande distanza le une dalle altre. Tutta la magnificenza dei palazzi divini si era volatilizzata. Se fossi un grande artista come lei», disse lo zoologo volgendosi ora al pittore, «progetterei un affresco imponente che, come contraltare del Giudizio Universale di Michelangelo, raffiguri Giordano Bruno sul rogo. Ma le fiamme, che devono bruciarlo, salgono verso il cielo e incendiano la volta celeste come fosse una misera quinta teatrale. Si vedrebbero quindi la città di Dio con i suoi opulenti palazzi crollare, dissolvendosi nel fumo e nella cenere, e insieme ad essi cadrebbero vittime dell’eterna distruzione angeli e santi. In lontananza, le stelle dell’Orsa Maggiore, come sfere luminose, apparirebbero in segno di vittoria.»
Jakob von Uexküll, L'immortale spirito nella natura, traduzione dal tedesco di Nicola Zippel, Castelvecchi (collana I Timoni), 2014. [Libro elettronico]
[Edizione originale: Der unsterbliche Geist in der Natur, Christian Wegner Verlag, Hamburg; testo pubblicato in tre parti fra il 1938 ed il 1947]
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ecologiaglobaleessena · 3 months
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Gli Esseni, Laboratorio di Ecologia Globale Essena a cura di Clelia Antonia Facchini Nazione Essena
Per guardare il video cliccate su questo link: https://youtu.be/gXekHKsZE1A
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Ecologia Globale Essena
• Seminiamo • Coltiviamo • Raccogliamo e Nutriamo Virtù
Incontri e Laboratori per bambini e adulti * senza limiti d'età*
a cura di Clelia Antonia Facchini, Portavoce dell’Ecologia Globale Essena, Sacerdotessa Essena, Allieva di Olivier Manitara, Alain Contaret e del Lignaggio millenario dei Saggi e Maestri autentici Esseni
“UN NUOVO SGUARDO E UN NUOVO MODO DI AGIRE PER L'ECOLOGIA”
Scrivici a: [email protected]
UNISCITI AL GRUPPO TELEGRAM: Ecologia Globale Essena
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Sito web della Nazione Essena Italica: https://www.olivier-manitara-tradizione-essena.com/ Informazioni di contatto: [email protected] •Accademia Essena: [email protected] •Arte del Movimento Meditativo (Qi Gong Esseno, Yoga Esseno): [email protected] •Ecologia Globale Essena: [email protected] •Femminile sacro Esseno: [email protected] •Mandala degli Angeli: [email protected]
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