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#mica il club
vintagebiker43 · 10 months
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Autentica virilità
Vi è mai capitato di andare a vedere un western e scoprire che il vostro vicino di poltrona, per immedesimarsi, è venuto al cinema vestito da capo indiano, con tanto di penne in testa? O vedere Rashomon in mezzo a un pubblico in costume da samurai? O Ratatouille in una sala piena di persone travestite da ratto?
A Spilimbergo, in Friuli, si è potuta vivere un’esperienza simile. Una specie di “realtà aumentata”, con parte del pubblico convinta di essere nel cast del film. Proiettavano Comandante, ambientato nella Seconda guerra mondiale, e una decina di persone è entrata in sala con l’uniforme nazista.
Li guidava un consigliere locale di Fratelli d’Italia, che ha poi spiegato trattarsi di una “presenza scenica con alcuni elementi delle associazioni d’arma”, tra le quali la nota sezione provinciale del Fante (motto: “I fanti sempre presenti!”). Scopo della “presenza scenica” era rendere onore, in uniforme nazi, alla “autentica virilità” della quale il film offre esemplare testimonianza.
Ovvio che si tratti di fascisti, si spera di una certa età. Meno ovvio come ci si possa esporre, oltre che alla reazione di disgusto di chi ancora crede che il nazismo sia disgustoso, a una figura così ridicola di fronte ai propri concittadini, costernati dalla mascherata.
“Ma quello lì vestito da nazista, sarà mica il Bepi?”. Sì, è proprio il Bepi. Al quale, come eventuale attenuante, possiamo concedere di non avere mai visto quelle puntate di Happy Days nelle quali il capofamiglia Howard Cunningham, per andare alle riunioni del suo club, la “Loggia del Leopardo”, esce di casa con un enorme berretto maculato. E tutti ridono.
Ve lo dico spesso, ma mai abbastanza: questi qui, non bisogna mai smettere di prenderli per i fondelli.
- Michele Serra -
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bicheco · 1 year
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Pappappero
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Ho appena guadagnato il Badge Top Poster Club, mica cazzi!!!! La dentiera blu!!!! Voi ce l'avete?! No?! Rosicate!!!!
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Che bello che ci siano diversi allenatori italiani che allenano diverse nazionali e squadre estere e hanno successo 🥰
Che bello che invece la stessa nazionale italiana e le squadre italiane in campo internazionale invece facciano schifo 🥹
Cioè l'Italia e gli italiani sia in passato che nel presente, hanno dato e continuano a dare dimostrazione che di calcio ne capiscono e anche molto
È una cosa che ci rende orgogliosi, perché anche pensare che Ancelotti da un lato o De Zerbi dall'altro facciano spettacolo e siano rispettati da tutti, è bellissimo, perché sai che altrove c'è quel tocco di italianità che la gente apprezza
Però poi pensi all'Italia e l'italianità vera e propria, quella che abbiamo qui in casa, la guardi e ti metti le mani in faccia, con una nazionale che non riesce neanche a qualidicarsi ad un benedetto mondiale da secoli e le squadre di club che magari ti illudono anche che possano fare tanto nelle coppe europee ma in realtà la figura di merda è dietro l'angolo
Per non parlare degli stessi giocatori che se sono davvero dei fenomeni mondiali allora prima o poi vanno all'estero, mica restano qui
E ora non vorrei divagare troppo ma questo si applica a tutti i settori anche e soprattutto alla di fuori del calcio
Perché se tante grandi aziende italiane sono vendute all'estero
Tanti giovani se ne vanno all'estero a studiare e lavorare
Forse un problema c'è
E mettiamoci pure il problema delle nascite, la popolazione che non cresce
Quindi in sostanza "l'italiano in Italia" è qualcosa che non durerà molto ma anzi è destinato ad estinguersi tra un po'
Siamo un paese senza futuro, un popolo senza futuro.
E tutto questo è così angosciante...
Scusate lo sfogo :)
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im-tryingtoloveyou · 3 months
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Bho per me se lui in primis vuole andare non é che ci possiamo fare molto (aldilà delle modalità). Ripeto quanto detto con lautaro tempo fa, la porta é aperta amen.
Poi chiaro che la sostituzione e tutte le conseguenze non sono facili da affrontare perché anche con i soldi (che tanto sappiamo non verranno reinvestiti tutti) chi prendi? Cioè io non ragiono solo sui soldi tengo anche in conto chi vai a prendere, chi c'è in giro ora abbastanza pronto da ricoprire quel ruolo e che si adatti a noi in tempo 0 insomma mica facile.
Poi abbiamo asllani in quel ruolo che avrebbe più spazio ma é evidente che qualcun altro va preso. (Non so bene il ruolo di zielinski non lo conosco)
No, infatti, se lui vuole andare fa bene. È il Bayern Monaco, non il Southampton che lo cerca. Per me, se ti chiamano Real, Bayern Monaco e Manchester City DEVI correre. Lui ha 30 anni ed è normale che prenda in considerazione l'idea di trasferirsi in un club importante (che potrebbe essere pure l'ultimo della sua carriera) se viene contattato.
Io temo che con quei soldi non metteranno MAI mano al centrocampo, li useranno per portiere e difensore (anche se la priorità dovrebbe essere un'altra punta). L'idea sembra - sembra dalle parole di Marotta - di abbassare Barella e sarebbe un disastro perché già lo abbiamo visto da play due anni fa, si innervosiva e faceva girare malissimo tutta la squadra. Ho paura di quel Rabiot a parametro zero, perché qualcun altro a cc andrà preso in ogni caso e potrebbe essere proprio lui il prescelto 🥶 (sul fratellino di Marcus mi faccio una risata, perché guardo l'età e se deve scaldare la panchina meglio che vada alla Juve, sinceramente). Circola anche il nome di Koopmeiners (ma l'Atalanta ti chiede tutto il gruzzoletto ricavato dalla cessione di Calha e poi sembra essere promesso sposo di un'altra squadra).
Di Asllani non si fidano. Basti vedere come nessuno lo sta considerando come "soluzione interna". Ma ricordiamo le svelinate quando fu preso Asllani? "Il vice Brozovic". Ti dirò che quando questa stagione è stato chiamato a sostituire Calha non l'ho trovato disastroso o una 💩 come scrivevano su twitter o leggevo in giro. Secondo me, se gli dai fiducia e minuti può fare bene, ma è ovvio che ti servirebbe comunque il vice Asllani nel caso si decidesse di puntare su di lui come play titolare.
Zielinski dicono sia più come Miky, quindi il regista non è nelle sue corde. Dicono. Poi non so 😅
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sounds-right · 4 months
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Giorgio V., un’estate tra Acetone, Ibiza e Le Vele 
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Chiacchierare un po' di musica con Giorgio V. è sempre piacevole. A differenza di troppi addetti ai lavori, ha sempre un approccio ottimista e incentrato sulla musica. Il business, quando la musica funziona, c'è sempre, anche se troppi se lo dimenticano restando ancorati al business. 
Resident storico de Le Vele di Alassio, spesso quest'estate Giorgio V. è pure al mixer di uno dei più storici locali ibizenchi, il Tantra. E ovviamente ci sono le sue release su Acetone, la label di Maurizio Nari e Jens Lissat su cui pubblicano la loro musica prima di tutto lo stesso Nari, Stefano Tosi, Sandro Puddu e Max Magnani. 
La sua recente "Tom's Club" è una vera bomba, perfetta per scatenarsi sul dancefloor... ma sempre con un certo stile. Perché per Giorgio V., il dj non è mai un juke box, ma è un professionista che deve proporre ciò fa divertire e scatenare, ma mai svendersi. "Amo tutti i dischi che ho fatto e il mio obiettivo per i prossimi non è il 'successo', ma pubblicare qualcosa che mi piaccia", spiega. "E che mi piaccia suonare ancora tra qualche anno".
Com'è, musicalmente parlando, l'estate '24? 
Trap e reggaeton, tra Piemonte e Liguria, ovvero nelle zone in cui mi esibisco più spesso, continuano a funzionare. Sono i generi che i media propongono di più. E' ovvio che funzionino e che il gusto di ragazze e ragazzi parta da lì. 
A costa stai puntando dal punto di vista musicale per le tue nuove release su Acetone? 
Non mi interessa andare in classifica. Anzi, non è il primo obiettivo: il mio scopo quando pubblico un disco è realizzare qualcosa che mi piaccia davvero, che mi serva per le serate. Se poi piace a tanti colleghi, bene. Altrimenti non è un problema. 
E' un ragionamento logico, che però fanno in pochi. Se l'unico obiettivo diventa il successo, il successo non arriva mica. Soprattutto in un periodo come questo, in cui TikTok ed altri media puntano sulla brevità e colpire la pancia dell'ascoltatore, più che il suo cuore. 
Maurizio Nari ha l'ultima parola sulle release di Acetone. E' prima di tutto la sua label. Guarda alla qualità del lavoro su una traccia ed al suo potenziale. Ma anche per lui prima c'è la qualità. Senza una buona traccia, la top ten non arriva. E quindi ripeto: spero sempre di arrivare in top ten su Beatport e non solo, con le mie tracce... ma non è l'unico obiettivo. Non sono un santo. Oggi, come sappiamo bene noi produttori, da una traccia di successo non si guadagna poi chissà che... per cui avere prima di tutto un obiettivo artistico mi sembra del tutto naturale. 
Qual è quindi la logica con cui produci musica? 
Cerco sempre di creare tracce che restino prima di tutto dentro di me, nel mio cuore. Tutti i dischi che sto facendo con Acetone, sono dischi che che metterò ancora anche tra 10 anni. Ecco tutto. 
Tra l'altro poi i vostri dischi spesso citano sonorità del passato che i più giovani per età non possono conoscere...
E' vero ed è un bel lavoro far conoscere, in un certo modo, generi musicali che hanno dato vita a capolavori. Se funziona, siamo tutti super contenti, altrimenti non importa.  Io resto comunque sempre vicino alle sonorità funky house. Mi piace l'evoluzione, sempre. Ma poi resto sempre vicino a quelle  voci calde e brani con velocità 126 - 128 BPM. Ed è un sound che piace tanto, soprattutto all'estero.Quello è quello che mi piace. E devo dire che all'estero l'estero funziona, funziona tanto.
Quest'estate suonerai spesso ad Ibiza. Cosa c'è di speciale su quest'isola? 
L'atmosfera. Ci sono vibrazioni uniche. La gente va ad Ibiza per la musica e le discoteche.  Poi c'è anche il mare e c'è tutto il resto. Ma chi è in console sa che pubblico che è lì per ballare... e ha quindi una mentalità musicale decisamente aperta. A Ibiza chi ha cultura musicale e cuore per esprimerla si diverte sempre. 
Giorgio V. su Instagram
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djs-party-edm-italia · 4 months
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Giorgio V., un’estate tra Acetone, Ibiza e Le Vele 
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Chiacchierare un po' di musica con Giorgio V. è sempre piacevole. A differenza di troppi addetti ai lavori, ha sempre un approccio ottimista e incentrato sulla musica. Il business, quando la musica funziona, c'è sempre, anche se troppi se lo dimenticano restando ancorati al business. 
Resident storico de Le Vele di Alassio, spesso quest'estate Giorgio V. è pure al mixer di uno dei più storici locali ibizenchi, il Tantra. E ovviamente ci sono le sue release su Acetone, la label di Maurizio Nari e Jens Lissat su cui pubblicano la loro musica prima di tutto lo stesso Nari, Stefano Tosi, Sandro Puddu e Max Magnani. 
La sua recente "Tom's Club" è una vera bomba, perfetta per scatenarsi sul dancefloor... ma sempre con un certo stile. Perché per Giorgio V., il dj non è mai un juke box, ma è un professionista che deve proporre ciò fa divertire e scatenare, ma mai svendersi. "Amo tutti i dischi che ho fatto e il mio obiettivo per i prossimi non è il 'successo', ma pubblicare qualcosa che mi piaccia", spiega. "E che mi piaccia suonare ancora tra qualche anno".
Com'è, musicalmente parlando, l'estate '24? 
Trap e reggaeton, tra Piemonte e Liguria, ovvero nelle zone in cui mi esibisco più spesso, continuano a funzionare. Sono i generi che i media propongono di più. E' ovvio che funzionino e che il gusto di ragazze e ragazzi parta da lì. 
A costa stai puntando dal punto di vista musicale per le tue nuove release su Acetone? 
Non mi interessa andare in classifica. Anzi, non è il primo obiettivo: il mio scopo quando pubblico un disco è realizzare qualcosa che mi piaccia davvero, che mi serva per le serate. Se poi piace a tanti colleghi, bene. Altrimenti non è un problema. 
E' un ragionamento logico, che però fanno in pochi. Se l'unico obiettivo diventa il successo, il successo non arriva mica. Soprattutto in un periodo come questo, in cui TikTok ed altri media puntano sulla brevità e colpire la pancia dell'ascoltatore, più che il suo cuore. 
Maurizio Nari ha l'ultima parola sulle release di Acetone. E' prima di tutto la sua label. Guarda alla qualità del lavoro su una traccia ed al suo potenziale. Ma anche per lui prima c'è la qualità. Senza una buona traccia, la top ten non arriva. E quindi ripeto: spero sempre di arrivare in top ten su Beatport e non solo, con le mie tracce... ma non è l'unico obiettivo. Non sono un santo. Oggi, come sappiamo bene noi produttori, da una traccia di successo non si guadagna poi chissà che... per cui avere prima di tutto un obiettivo artistico mi sembra del tutto naturale. 
Qual è quindi la logica con cui produci musica? 
Cerco sempre di creare tracce che restino prima di tutto dentro di me, nel mio cuore. Tutti i dischi che sto facendo con Acetone, sono dischi che che metterò ancora anche tra 10 anni. Ecco tutto. 
Tra l'altro poi i vostri dischi spesso citano sonorità del passato che i più giovani per età non possono conoscere...
E' vero ed è un bel lavoro far conoscere, in un certo modo, generi musicali che hanno dato vita a capolavori. Se funziona, siamo tutti super contenti, altrimenti non importa.  Io resto comunque sempre vicino alle sonorità funky house. Mi piace l'evoluzione, sempre. Ma poi resto sempre vicino a quelle  voci calde e brani con velocità 126 - 128 BPM. Ed è un sound che piace tanto, soprattutto all'estero.Quello è quello che mi piace. E devo dire che all'estero l'estero funziona, funziona tanto.
Quest'estate suonerai spesso ad Ibiza. Cosa c'è di speciale su quest'isola? 
L'atmosfera. Ci sono vibrazioni uniche. La gente va ad Ibiza per la musica e le discoteche.  Poi c'è anche il mare e c'è tutto il resto. Ma chi è in console sa che pubblico che è lì per ballare... e ha quindi una mentalità musicale decisamente aperta. A Ibiza chi ha cultura musicale e cuore per esprimerla si diverte sempre. 
Giorgio V. su Instagram
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tarditardi · 4 months
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Giorgio V., un’estate tra Acetone, Ibiza e Le Vele 
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Chiacchierare un po' di musica con Giorgio V. è sempre piacevole. A differenza di troppi addetti ai lavori, ha sempre un approccio ottimista e incentrato sulla musica. Il business, quando la musica funziona, c'è sempre, anche se troppi se lo dimenticano restando ancorati al business. 
Resident storico de Le Vele di Alassio, spesso quest'estate Giorgio V. è pure al mixer di uno dei più storici locali ibizenchi, il Tantra. E ovviamente ci sono le sue release su Acetone, la label di Maurizio Nari e Jens Lissat su cui pubblicano la loro musica prima di tutto lo stesso Nari, Stefano Tosi, Sandro Puddu e Max Magnani. 
La sua recente "Tom's Club" è una vera bomba, perfetta per scatenarsi sul dancefloor... ma sempre con un certo stile. Perché per Giorgio V., il dj non è mai un juke box, ma è un professionista che deve proporre ciò fa divertire e scatenare, ma mai svendersi. "Amo tutti i dischi che ho fatto e il mio obiettivo per i prossimi non è il 'successo', ma pubblicare qualcosa che mi piaccia", spiega. "E che mi piaccia suonare ancora tra qualche anno".
Com'è, musicalmente parlando, l'estate '24? 
Trap e reggaeton, tra Piemonte e Liguria, ovvero nelle zone in cui mi esibisco più spesso, continuano a funzionare. Sono i generi che i media propongono di più. E' ovvio che funzionino e che il gusto di ragazze e ragazzi parta da lì. 
A costa stai puntando dal punto di vista musicale per le tue nuove release su Acetone? 
Non mi interessa andare in classifica. Anzi, non è il primo obiettivo: il mio scopo quando pubblico un disco è realizzare qualcosa che mi piaccia davvero, che mi serva per le serate. Se poi piace a tanti colleghi, bene. Altrimenti non è un problema. 
E' un ragionamento logico, che però fanno in pochi. Se l'unico obiettivo diventa il successo, il successo non arriva mica. Soprattutto in un periodo come questo, in cui TikTok ed altri media puntano sulla brevità e colpire la pancia dell'ascoltatore, più che il suo cuore. 
Maurizio Nari ha l'ultima parola sulle release di Acetone. E' prima di tutto la sua label. Guarda alla qualità del lavoro su una traccia ed al suo potenziale. Ma anche per lui prima c'è la qualità. Senza una buona traccia, la top ten non arriva. E quindi ripeto: spero sempre di arrivare in top ten su Beatport e non solo, con le mie tracce... ma non è l'unico obiettivo. Non sono un santo. Oggi, come sappiamo bene noi produttori, da una traccia di successo non si guadagna poi chissà che... per cui avere prima di tutto un obiettivo artistico mi sembra del tutto naturale. 
Qual è quindi la logica con cui produci musica? 
Cerco sempre di creare tracce che restino prima di tutto dentro di me, nel mio cuore. Tutti i dischi che sto facendo con Acetone, sono dischi che che metterò ancora anche tra 10 anni. Ecco tutto. 
Tra l'altro poi i vostri dischi spesso citano sonorità del passato che i più giovani per età non possono conoscere...
E' vero ed è un bel lavoro far conoscere, in un certo modo, generi musicali che hanno dato vita a capolavori. Se funziona, siamo tutti super contenti, altrimenti non importa.  Io resto comunque sempre vicino alle sonorità funky house. Mi piace l'evoluzione, sempre. Ma poi resto sempre vicino a quelle  voci calde e brani con velocità 126 - 128 BPM. Ed è un sound che piace tanto, soprattutto all'estero.Quello è quello che mi piace. E devo dire che all'estero l'estero funziona, funziona tanto.
Quest'estate suonerai spesso ad Ibiza. Cosa c'è di speciale su quest'isola? 
L'atmosfera. Ci sono vibrazioni uniche. La gente va ad Ibiza per la musica e le discoteche.  Poi c'è anche il mare e c'è tutto il resto. Ma chi è in console sa che pubblico che è lì per ballare... e ha quindi una mentalità musicale decisamente aperta. A Ibiza chi ha cultura musicale e cuore per esprimerla si diverte sempre. 
Giorgio V. su Instagram
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claudiotrezzani · 10 months
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Oggi - l'italiano va sempre più assomigliando ad un esperanto degenere, per come i madrelingua vanno vieppiù frammischiando il loro idioma con un maldigerito inglese - è in voga dire "snapshot".
Istantanea, ed insomma.
Ahiloro, l'espressione ha radici temporalmente ben più profonde.
Retrodata a prima che l'Ultimo Conflitto - quello che ci vide sparare in casa, elmettomuniti - deflagrasse.
E la Leica, c'entra.
Sì, la Leica pronunciata con "e" nel dittongo, mica come farebbero i summentovati nostri connazionali che nomino nell'incipit del presente brano (loro opererebbero una apofonia vocalica in "a", ormai drogati del succitato maldigerito inglese).
La Leica con il suo piccolo formato, e la trattabilità che ne deriva.
La Leica pronunciata alla tedesca perché è lì che è nata.
Chi ce l'aveva, se doveva fare un'istantanea - sì connaturata alla natura del mezzo - articolava "schnappschuss".
"Acchiappa al volo" ; "mira e spara", traducevano allora i nostri fotografi.
Ecco, I Nostri Fotografi.
Trascorrono pochi decenni, la memoria della prassi - linguistica e fattuale - permane.
Siamo negli Anni Cinquanta, ora.
Scrive M.C., autorevole titolare di rubrica fotografica presso Le Vie d'Italia, prestigioso antesignano de Il Qui Touring:
"La 'novità' attuale consiste nel dedicare un simile esercizio fotografico [la fotografia istantanea, NDR] quasi esclusivamente alla ripresa di soggetti crudamente veristici, non di rado colti in ambienti miserabili od equivoci, spesso scelti con intenzioni polemiche o scandalistiche. Le regole estetiche tradizionali sono naturalmente, non diciamo trascurate, ma irrise. [omissis] Il guaio è che anche la tecnica viene messa sotto i piedi, e si presentano come capolavori delle foto violentemente contrastate, o mosse, o sfuocate, o piene di grana come se avessero il morbillo. La grammatica, insomma, va perdendosi anche in fotografia; e la sua assenza, non che deplorata, viene magnificata come stile".
Il recensore, indi, presenta nello stesso articolo una fotografia di Maurizio Nevola.
Trentacinque millimetri effe trevirgolacinque, Ferrania Pancro, diaframma quattro, un cinquantesimo d'esposizione.
Ma non soffermiamoci su questo, se V'aggrada passare oltre.
Il summenzionato recensore palesa un discreto apprezzamento per la foto, dichiara che l'autore ha scelto il dispositivo giusto per la pronta cattura, e che essa non abdica ad efficace taglio compositivo (forse eccettuato "l'ometto in camice", a cui presto approderemo) pur nella disagevole impellenza del momento.
Così, dentro la sostanza, la forma è salva.
La grammatica, come ribadirebbe M.C.
Sapete, ciascuno è impregnato della temperie del suo tempo.
Intriso sì, ma con la possibilità d'ergersi.
Non è da tutti, onore a quei pochi che ci riescono.
Gianni Berengo Gardin, tra quei pochi.
Non salva capra e cavoli, Gianni.
Fa molto di più, lui:
salva forma e sostanza, come dicevamo.
Lui che allo stesso Touring Club collaborò.
Rigoroso quando l'occasione lo richiedeva, ma sorvegliato sempre.
Sorvegliato sempre?
Attento  alla grammatica anche quando l'occasione suggeriva priorità alla sintassi, lui.
È da qui che nasce l'Arte:
rifuggere l'abborraccio pur se l'idea impone veloce esecuzione.
Non dimenticare Raffaello anche quando ci s'abbevera a scabrità, quando è la Vita ad esprimerla.
Non tutti, così.
Figli snaturati, ora.
M.C. accenna al verismo, nelle parole che riporto sopra.
Ma M.C. pensava al neorealismo al cinema, mentre la scaturigine del fenomeno è antecedente.
Ecco, qui ci viene in soccorso Luigi Pirandello.
Luigi ha massivamente condizionato il futuro, anche se i deviati suoi epigoni non lo sanno.
Pirandello inizialmente guardava Verga con sospetto.
Poi però Luigi s'allineò con Giovanni.
E tutto per antipatia di Gabriele.
Sì, Gabriele D'Annunzio.
Quando Luigi esclamò "letteratura di cose, non di parole" era per attaccare Gabriele.
E così si schierò con Giovanni Verga.
Il "verista" Verga.
Il "crudo", Verga.
L'etica ancillare all'Arte, ed insomma.
Così, oggi, festivals.
Dedicati anche alla fotografia etica, potessesi tracciare univoca e pancrompensiva aderenza.
Far le cose al modo che descriveva M. C., giusto per  darsi alle "veristiche" cose.
Poi ci sono i fotografi ingenui.
Poche righe sopra - rimembrate? - citavo "l'ometto in camice" - colui che M.C. vedeva presso il margine superiore dello scatto romano di Maurizio Nevola.
Ebbene, il recensore argomenta che potrebbe essere un fotografo "ambulante", che "cerca ma poco spera di fare delle donne due clienti".
Ci riuscirà?
Non lo sappiamo.
Sappiamo però - stessa piazza, stessa epoca - cosa accadde ai miei genitori.
Lo vedete dalla seconda immagine a corredo di questo brano.
Sì, erano stati accalappiati da un fotografo scattino.
Ne fece tante di fotografie, quel fotografo scattino (se ne accorsero al momento della presentazione della fattura, i miei genitori).
Ma "in scattino veritas" (anche se il motto latino deriva dal greco ἐν οἴνῳ ἀλήϑεια, così argomentava il sofista Zenobio), oso parafrasare.
In scattino veritas perché egli (al netto di eventuali salature in parcella...) è sì ingenuo, ma onesto.
Niente artefazioni di linguaggio, intendo.
Se lo scopo è brutalmente pecuniario, l'esito è solarmente limpido.
Ciascuno è impregnato della temperie del suo tempo, scrivevo.
Intriso sì, ma con la possibilità d'ergersi, aggiungevo.
Come Gianni Berengo Gardin, precisavo.
Ecco, le cose sono semplici, in superficie come nel fondo.
Cercare cose senza imprigionarvisi.
Mandrie di pulsantici pigiatori vanno in pellegrinaggio presso le iniziative alla moda.
Sopra loro, i Gianni.
O del superiore equilibrio, o della capacità di scrollarsi di dosso la grevità, del tempo.
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Claudio Trezzani
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L'IMBOSCATA - C'è stato un “patto“ scellerato tra la Juventus e Gravina? Quelle voci su Allegri e l'organigramma futuro. Mistero Mondiale per Club, bianconeri dentro o fuori? L'ossessione di Adl e La Russa
C’è stato un “patto“ tra la Juventus e Gabriele Gravina? Non sto parlando di quanto è agli atti: la fornicazione della società di proprietà di John Elkann con il presidente della Figc. Quella  maleodorante roba è agli atti. Come sostiene Don Abbondio  eroe pavido di Don Lisander “uno il coraggio se non ce l’ha, mica se lo può dare“. Se uno vuole le riforme, quelle che Gravina mai farà  (roba di…
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E così è deciso, Moon ha lasciato anche il club delle Zampottine Coccolose.
Il vecchiaccio è stato molto diplomatico, l'ha lasciata con una bella stretta di mano, mica come quel cafone di Rory che per poco non le menava!
E' stato un momento molto bello, quasi commovente.
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fedelando · 1 year
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VESPAGIRO 2023, AD ALVIGNANO SARA’ LA FESTA DELLA VESPA
ALVIGNANO – Sarà la festa della Vespa, tre giorni di appuntamenti nel segno dei motori, della musica, dell’intrattenimento, dell’enogastronomia e dello stare insieme. Il Vespagiro 2023, raduno a firma del Vespa Club di Alvignano, torna nell’Alto Casertano nel weekend della seconda domenica di giugno.
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Questo il programma di un finesettimana ricco di attrazioni e di performance collaterali che faranno dell’evento targato Vespisti Alvignanesi un’emozione unica e irripetibile: si parte in piazza Notarpaoli venerdì 9 giugno con uno spettacolo a cura della Faro Basso Band, per poi passare a sabato 10 giugno e al Solo project (“Una chitarra, una band) di Sally Cangiano. Domenica 11 giugno, giorno del Vespagiro (Raduno Nazionale e Tappa del Campionato Turistico Nazionale e Regionale), puntuali e pronti al centro del paese per accogliere autorità e Vespa Club ospiti. Una mattinata con momenti di ricordi e di adrenalina pura condotti dalla giornalista Federica Landolfi, dal presentatore Erennio De Vita e dalla madrina (finalista di Miss Italia) Dalila Del Vecchio che sarà tutto il giorno ad Alvignano per impreziosire e rendere ancora più “bello” il Vespagiro. Il count-down dell’edizione 14 sarà accompagnato dalla musica e dalle note della US Naval Forces Europe and Africa Band (Banda Nato), nonché scandito dalla colonna sonora Life is life che farà partire la carovana multi-color alla scoperta del territorio matesino. Tappa a San Potito e poi ritorno al posto di partenza per una pausa enogastronomica (in piazza Notarpaoli ci saranno stand enogastronomici e punti ristoro), per poi proseguire con le premiazioni, la gara di lentezza, l’esibizione della Trial Academy di Prisco Pezzella, il concerto dei Moifà e il gran finale con lo show esilarante “Peppyssimo” del comico napoletano Peppe Iodice. La tre giorni sarà anticipata giovedì 8 giugno da una serata organizzata da Alvignano Partenopea dedicata a Napoli e alla vittoria dello scudetto (musica, intrattenimento e risate con spettacolo di chiusura “Mica so’ io?” di Francesco Procopio e Marco Critelli).
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 La 14esima edizione dell’evento atteso e desiderato dai cittadini e da tantissimi appassionati che giungeranno ad Alvignano per l’occasione, sarà presentata e illustrata dagli organizzatori con una conferenza stampa giovedì 1 giugno alle ore 18:30 presso Pacelli Agricoltura (quest’anno sponsor ufficiale della manifestazione).
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Ancora una volta qui per dire DAZN merda!
Cioè io sono tifoso dell'Athletic Club di Bilbao che gioca ne La Liga
I diritti de La Liga in Italia li ha solo Dazn
Dazn si fa pagare un fottio
Quindi in sostanza se voglio vedere giocare l'athletic club, la soluzione è dazn pagando un botto
Non solo
Siccome Valencia ma soprattutto Athletic Club non se lo caga nessuno di striscio in Italia, forse sono l'unico tifoso in questo paese, mica ci sprecano una telecronaca in italiano con telecronisti italiani, usano quella inglese del dazn internazionale
Quindi, io che in Italia voglio vedere la mia squadra devo pagare parecchio e avere un servizio di merda
Cioè ma fottetevi
Dovete esplodere
Ma mi raccomando, la pirateria fa schifo, uccide il calcio 🥰🤡
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.        ♡  Qᴜɪᴅᴅɪᴛᴄʜ ᴍᴀᴛᴄʜ           ㅤ16.04.2026   ⌵ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀   ( . . . )  Adesso che il boccino è bello stretto tra le proprie dita - 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘵𝘦𝘳𝘻𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢!!! 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘦𝘤𝘶𝘵𝘪𝘷𝘢!!!! -, Clarice può finalmente rilassare un po’ i nervi e procedere coi piani strutturati per quello che è il progetto parallelo di cui si sta occupando: il Fantaquidditch. Pochi sono i punti che non ha ancora toccato,  e alcuni di questi forse non li toccherà mai – nel senso, baciare Hughes? Sicuramente fattibile, ma a quale prezzo? Madeleine si arrabbierebbe (giustamente), quindi non è da prendere neppure in considerazione finché non ne avranno almeno discusso; mostrare le chiappe al vento, poi?? Forse troppo, a meno che non vengano considerate tali pure se in una condizione di vedononvedo??? Vabbè, poi ci penserà: oggi, di sicuro, tocca a una voce dell’elenco che le è parecchio cara, perché far invadere il campo da uno snaso è, oltre che una scena a parer suo carinissima, un collegamento a dir poco geniale. Se lo ripete da sola, sì, ma non possiamo mica biasimarla: da che cosa sono attratti gli snasi? Dagli oggetti luccicanti. Che cosa ha catturato lei? Un boccino. E com’è un boccino? Luccicantissimo! Tra l’altro, proprio come la specie in questione è mezza orba, quindi… Insomma, tra lei e la creatura c’è una similitudine evidentissima, che renderà ancora più palese il fatto che la sua presenza sia stata organizzata proprio da lei.   Ad ogni modo, il piano stipulato con Giuliano, fondamentale complice, è chiaro: al primo vistoso tocco di capelli dopo la cattura del boccino, Filippo - l’esemplare di snaso che ha personalmente rinominato durante un incontro del club delle creature e che le è stato gentilmente concesso da un assistente - verrà lasciato libero di correre per tutto il campo di Quidditch, vestito d’un mantello verde-argento e munito di una copia in miniatura della pallina dorata. Quando lo intravede dal basso della sua posizione a forse due metri da terra, quasi le viene da piangere per la dolcezza della scena, decisamente immagini che spera qualcuno registri perché vorrà guardarle a oltranza. Si concede qualche istante per mandare un bacio al suo partner in crime, mezzo nascosto nel tunnel d’ingresso in genere dedicato ai giocatori, e poi plana per recuperare l’amico palmato – un giro volante se lo merita tutto, non è vero?
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im-tryingtoloveyou · 4 months
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"agree to disagree" come si suol dire però io non la vedo così sui giovani. Frattesi con questo modulo anche secondo non c'azzecca niente e Carlos Augusto è quello che gioca di più perché è quello ad oggi che offre più garanzie al mister. Bisseck nelle ultime quattro partite ne ha giustamente fatte due da titolare, non dico che sia co-titolare ma ormai se non c'è il titolare gioca lui tranquillamente, più di questo non so veramente come dovrebbe giocare avendo davanti Pavard. È un giocatore che ad Inzaghi piace, infatti anche a gennaio non ha mica affrettato il rientro di Pavard più di tanto, ma più di questo ripeto dove lo metti? Buchanan evidentemente l'ha voluto far crescere e non era pronto per fare più di quello che ha fatto. Asllani..con Calhanoglu a questi livelli più di questo dove e quando lo metti? Palesemente non lo vede al posto di Mkhitaryan, dove il prossimo anno ci sarà Zielinski. Bisseck stasera ha detto che aveva offerte dalla bundesliga, non so se sarebbe andato in prestito al frosinone o chi per lui, che voglia giocare lo capisco ma Inzaghi anzi ruota più di quanto facciano altri allenatori di top club. Il punto è che ci sono "giovani" da 100 milioni in giro, non è che sono tutti Cole Palmer ecc
Abbiamo visioni diverse e va bene così ahaha. A me piacerebbe vederli più coinvolti e rischiare facendogli giocare partite più impegnative. Penso che i vari Barella, Bastoni, Calha non siano ottimi giocatori perché semplicemente sono nati così, ma perché hanno avuto allenatori nel loro percorso che hanno creduto in loro e giocando con continuità si sono affermati diventando ciò che sono. Mi dispiacerebbe se qualcuno chiedesse la cessione perché non si sente sfruttato abbastanza, il potenziale lo hanno.
Spero che l'anno prossimo avendo più partite da giocare vengano alternati di più tutti. E se dovessimo realmente prendere una punta giovane, facendo un certo tipo di investimento, non stia in panchina fino a gennaio 😅
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sounds-right · 5 months
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Nari racconta il successo di Acetone… E il futuro dei DJ 
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A gennaio 2022 è uscita "Lovers", la prima release di Maurizio Nari da tempo semplicemente Nari in studio ed in console), sulla sua label Acetone. Da allora, la label che Nari ha creato con Jens Lissat e che coordina con Steve Tosi di strada ne ha fatta un bel po'. Velocemente. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Nari, sul presente sul futuro dei DJ, della musica da ballo… e non solo.
Ci racconti una tua release su Acetone a cui sei particolarmente legato? 
Direi "Lovers", la prima release sulla mia label, ispirato a certe sonorità anni '90. Sono subito arrivato al n.2 della Funky House Top 100 di Beatport, mica male, no? 
Che ci racconti su Acetone? Il progetto è senz'altro in crescita a livello internazionale… 
Acetone è sicuramente una label ancora giovane. Ha appena due anni e mezzo di vita. L'esperienza e la solidità si acquisiscono solo col tempo. Al momento però stiamo facendo bene. Stiamo preparando tante cose, abbiamo tastato il terreno alla Miami Music Week. Vogliamo cercare di capire dove e come poter realizzare qualche altro party, come abbiamo fatto  nel 2023 ad Amsterdam. E' ancora presto per dirlo, ma si stanno concretizzando belle opportunità, proprio per l'Amsterdam Dance Event. 
Come vedi la scena del clubbing italiano? 
Vivo in Romagna e purtroppo vedo che il livello musicale di locali ed eventi qui è abbastanza basso. L'80% del mercato è fatto da cene spettacolo, eventi in cui senz'altro funzionano sonorità facili e musica italiana del passato. In questo senso si è andati più indietro che avanti. Quando suono dalle mie parti, insomma, devo in parte adegurare il mio sound che è soprattutto house.  Nel mondo, però, è vero, ci sono situazioni molto differenti… ad esempio in Spagna, dove infatti avrò presto qualche data. Da quelle parti proporrò un sound tra tech house, afro tech ed afro house, sonorità che mi appartengono. 
Quali saranno le tendenze musicali dell'estate 2024?  
Di idee nuove mi sembra di sentirne poche. Ci stiamo legando al passato facendo cover o utilizzando sample del passato. In questo momento l'onda mi sembra questa, ad esempio quella della italo disco anni '80, soprattutto in Italia. Nel mondo invece vedo un grande successo di tech house ed afro house. Negli USA e in tutta l'America, prima di tutto.
Come vedi la figura del DJ in questo periodo?
In questo periodo il DJ è una figura fondamentale. Mai come oggi lo si utilizza ovunque: nei bagni, in spiaggia, nei bar, nelle piscine. Tutte queste console sminuiscono un po' il ruolo di questa figura, perché mentre negli anni 90 e fino ai primi anni 2000, il DJ era parte solo e soltanto della pura discoteca. Forse si dovrebbero distinguere i diversi ruoli. Ma si fa fatica, perché non siamo una categoria unita, né protetta. I cachet, poi, sono molto diversi tra loro. Senz'altro un po' di salvaguardia della professione servirebbe… anche perché ormai tutti fanno i DJ. Le starlette, gli ex calciatori, dagli ex cantanti, etc. Ecco perché la brutte figure di questo o quel personaggio non si contano. Anni fa non succedeva, perché, semplicemente, dovevi avere delle competenze. Oggi non sembrano più essere richieste. 
Perché hai iniziato a fare il dj e perché ancora oggi continui?
Ho messo piede per la prima volta in discoteca a 14 anni. Il mio sogno in breve diventò quello di fare il DJ.  A 16 anni, già lavoravo in un locale in pianta stabile, era una discoteca al mare che conteneva  150 persone. Lavoravo tutte le sere, quindi dai 16 anni in avanti ho sempre lavorato. Oggi, sono sincero, lavoro di meno, scelgo solo le opportunità di lavoro che mi interessano. Prediligo locali dove ancora si balla, invece di ascoltare solo musica oppure mangiare. 
Cos'è per la musica per te in questo momento della tua vita?
La musica è il mio mestiere, la mia professione. Ho sempre fatto questo e quindi continuo a farlo in una maniera differente. È un po' come il calciatore che a fine carriera si mette a fare, o il dirigente sportivo o l'allenatore. Ecco perché mi dedico prima di tutto alla mia label, Acetone e di serate ne faccio un po' meno. Acetone è davvero in un momento eccellente. Siamo all'inizio di maggio e abbiamo già un calendario delle uscite fino a metà settembre. Credo davvero in questo progetto ed i risultati mi stanno dando ragione. 
ACETONE Beatport
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djs-party-edm-italia · 5 months
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Nari racconta il successo di Acetone… E il futuro dei DJ 
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A gennaio 2022 è uscita "Lovers", la prima release di Maurizio Nari da tempo semplicemente Nari in studio ed in console), sulla sua label Acetone. Da allora, la label che Nari ha creato con Jens Lissat e che coordina con Steve Tosi di strada ne ha fatta un bel po'. Velocemente. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Nari, sul presente sul futuro dei DJ, della musica da ballo… e non solo.
Ci racconti una tua release su Acetone a cui sei particolarmente legato? 
Direi "Lovers", la prima release sulla mia label, ispirato a certe sonorità anni '90. Sono subito arrivato al n.2 della Funky House Top 100 di Beatport, mica male, no? 
Che ci racconti su Acetone? Il progetto è senz'altro in crescita a livello internazionale… 
Acetone è sicuramente una label ancora giovane. Ha appena due anni e mezzo di vita. L'esperienza e la solidità si acquisiscono solo col tempo. Al momento però stiamo facendo bene. Stiamo preparando tante cose, abbiamo tastato il terreno alla Miami Music Week. Vogliamo cercare di capire dove e come poter realizzare qualche altro party, come abbiamo fatto  nel 2023 ad Amsterdam. E' ancora presto per dirlo, ma si stanno concretizzando belle opportunità, proprio per l'Amsterdam Dance Event. 
Come vedi la scena del clubbing italiano? 
Vivo in Romagna e purtroppo vedo che il livello musicale di locali ed eventi qui è abbastanza basso. L'80% del mercato è fatto da cene spettacolo, eventi in cui senz'altro funzionano sonorità facili e musica italiana del passato. In questo senso si è andati più indietro che avanti. Quando suono dalle mie parti, insomma, devo in parte adegurare il mio sound che è soprattutto house.  Nel mondo, però, è vero, ci sono situazioni molto differenti… ad esempio in Spagna, dove infatti avrò presto qualche data. Da quelle parti proporrò un sound tra tech house, afro tech ed afro house, sonorità che mi appartengono. 
Quali saranno le tendenze musicali dell'estate 2024?  
Di idee nuove mi sembra di sentirne poche. Ci stiamo legando al passato facendo cover o utilizzando sample del passato. In questo momento l'onda mi sembra questa, ad esempio quella della italo disco anni '80, soprattutto in Italia. Nel mondo invece vedo un grande successo di tech house ed afro house. Negli USA e in tutta l'America, prima di tutto.
Come vedi la figura del DJ in questo periodo?
In questo periodo il DJ è una figura fondamentale. Mai come oggi lo si utilizza ovunque: nei bagni, in spiaggia, nei bar, nelle piscine. Tutte queste console sminuiscono un po' il ruolo di questa figura, perché mentre negli anni 90 e fino ai primi anni 2000, il DJ era parte solo e soltanto della pura discoteca. Forse si dovrebbero distinguere i diversi ruoli. Ma si fa fatica, perché non siamo una categoria unita, né protetta. I cachet, poi, sono molto diversi tra loro. Senz'altro un po' di salvaguardia della professione servirebbe… anche perché ormai tutti fanno i DJ. Le starlette, gli ex calciatori, dagli ex cantanti, etc. Ecco perché la brutte figure di questo o quel personaggio non si contano. Anni fa non succedeva, perché, semplicemente, dovevi avere delle competenze. Oggi non sembrano più essere richieste. 
Perché hai iniziato a fare il dj e perché ancora oggi continui?
Ho messo piede per la prima volta in discoteca a 14 anni. Il mio sogno in breve diventò quello di fare il DJ.  A 16 anni, già lavoravo in un locale in pianta stabile, era una discoteca al mare che conteneva  150 persone. Lavoravo tutte le sere, quindi dai 16 anni in avanti ho sempre lavorato. Oggi, sono sincero, lavoro di meno, scelgo solo le opportunità di lavoro che mi interessano. Prediligo locali dove ancora si balla, invece di ascoltare solo musica oppure mangiare. 
Cos'è per la musica per te in questo momento della tua vita?
La musica è il mio mestiere, la mia professione. Ho sempre fatto questo e quindi continuo a farlo in una maniera differente. È un po' come il calciatore che a fine carriera si mette a fare, o il dirigente sportivo o l'allenatore. Ecco perché mi dedico prima di tutto alla mia label, Acetone e di serate ne faccio un po' meno. Acetone è davvero in un momento eccellente. Siamo all'inizio di maggio e abbiamo già un calendario delle uscite fino a metà settembre. Credo davvero in questo progetto ed i risultati mi stanno dando ragione. 
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