Tumgik
#neppure io
lu2211 · 1 year
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Grazie alle mie figure d'accudimento per rendere invisibile e intangibile il mio dolore.
Per negarlo così tanto da farmi credere che non esista. Sino a farmi credere che io non esista. E per spazzare via non solo le emozioni negative ma anche quelle positive a cui mi poggio per mantenermi a galla.
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deathshallbenomore · 2 years
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in my “that bitch” era
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Cara Sofia,
Sto amando un'altra donna e la sto amando con tutta quella serenità che tu non mi hai mai concesso, ora capisco che l'amore è questo,
mettere in fila giorni di felicità non per forza conquistata con continue lotte.
Lei è bellissima e coerente, la magia della coerenza è così stupefacente che non saprei descrivertela, a te quest'incantesimo
non è mai riuscito.
Sto bene, lei ha preso in mano la mia vita e la mia testa e ha fatto combaciare ogni cosa, ha dato un senso e un ordine alla mia casa, è stata il posto in cui mi sono salvato.
Ci sono giorni di sole e tutti mi dicono che sono una persona nuova e anche io mi sento come se potessi mangiare le nuvole.
Esco prima dal lavoro perché a volte mi manca troppo e ho bisogno di vederla, ci vediamo
tutti i giorni ma solo quando sono con lei non penso a niente e credo di poter salvare il mondo quindi capiscimi perché ogni volta corro per abbracciarla il prima possibile.
Non ti amo più e non mi ami più ma quando ci incontriamo io lo vedo come mi guardi e posso anche vedere come io guardo te, io Sofia non ti amo più ma resti l'amore della mia vita, esiste un solo amore della vita e noi l’abbiamo conosciuto, amato e poi abbiamo smesso di sentirne la mancanza ma tu resti l'amore della mia vita, è difficile farlo capire agli altri ma io mi smonto quando ti vedo, cambio occhi e cuore, ritorno vecchio, dura solo un attimo perché io, e neppure tu, possiamo più permetterci noi, però quell'attimo c'è sempre, come quando ti chiamo al telefono per sapere come stai, quell'attimo c'è sempre perché tu
sei l'amore della mia vita, l'incoerenza, le lotte, le ostinazioni io con te e per te tutto questo lo potevo sopportare.
Se devo descrivere l’amore io parlo di lei ma se mai mi chiedessero di qualcosa che va oltre
l'amore io parlerei di te perché tu resisti nonostante io abbia smesso
di amarti molto tempo fa.
- Charles Bukowski
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“Cara Sofia, sto amando un’altra donna e la sto amando con tutta quella serenità che tu non mi hai mai concesso, ora capisco che l’amore è questo, mettere in fila giorni di felicità non per forza conquistata con continue lotte. Lei è bellissima e coerente, la magia della coerenza è così stupefacente che non saprei descrivertela, a te quest’incantesimo non è mai riuscito. Sto bene, lei ha preso in mano la mia vita e la mia testa e ha fatto combaciare ogni cosa, ha dato un senso e un ordine alla mia casa, è stata il posto in cui mi sono salvato. Ci sono giorni di sole e tutti mi dicono che sono una persona nuova e anche io mi sento come se potessi mangiare le nuvole. Esco prima dal lavoro perché a volte mi manca troppo e ho bisogno di vederla, ci vediamo tutti i giorni ma solo quando sono con lei non penso a niente e credo di poter salvare il mondo quindi capiscimi perché ogni volta corro per abbracciarla il prima possibile. Non ti amo più e non mi ami più ma io ti scrivo perché quando ci incontriamo io lo vedo come mi guardi e posso anche vedere come io guardo te, io Sofia non ti amo più ma tu resti l’amore della mia vita, esiste un solo amore della vita e noi lo abbiamo conosciuto, amato e poi abbiamo smesso di sentirne la mancanza ma tu resti l’amore della mia vita, è difficile farlo capire agli altri ma io mi smonto quando ti vedo, cambio occhi e cuore, ritorno vecchio, dura solo un attimo perché io, e neppure tu, possiamo più permetterci noi, però quell’attimo c’è sempre, come quando ti chiamo al telefono per sapere come stai, quell’attimo c’è sempre perché tu sei l’amore della mia vita, l’incoerenza, le lotte, le ostinazioni io con te e per te tutto questo lo potevo sopportare. Se devo descrivere l’amore io parlo di lei ma se mai mi chiedessero di qualcosa che va oltre l’amore io parlerei di te perché tu resisti nonostante io abbia smesso di amarti molto tempo fa.”
Charles Bukowski
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ninfettin · 3 months
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siamo stati al mare, non un mare strepitoso e io neppure amo il mare, ma siamo stati benissimo. m mi ha fatto una foto a caso e mi sembra la classica "foto della mamma da giovane". e voglio immaginare i miei figli che dicono guarda quanto era felice
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ma-pi-ma · 6 months
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La vita non è semplice.
E neppure io.
justhewayouare
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ideeperscrittori · 2 months
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LA FOTO
Ho visto il video dell'attentato, ma questa foto mi colpisce con maggiore violenza per la sua terribile intensità, come un pugno nello stomaco.
È un'immagine che ha l'impatto devastante di un'esplosione stellare.
Il fotografo ha colto il fugace istante in cui Trump svetta col pugno chiuso rivolto al cielo (per inciso, questi fasci vogliono fregarci pure il pugno chiuso?). E proprio in quel momento nel cielo sventola la bandiera americana. Perché il ritratto dell'eroe, per essere emblematico, deve racchiudere tutti i simboli.
L'autore di questa foto già consegnata alla storia è certamente dotato di un talento che ha qualcosa di soprannaturale. Io fatico a farmi un mediocre selfie, anche se sto fermo e non mi corre dietro nessuno, mentre ci sono persone capaci di essere al posto giusto nel momento giusto per inseguire un fotogramma di storia che dura un millesimo di secondo, come se fossero in grado di prevederlo in anticipo. Neppure l'Ultra Istinto di Goku può competere con questa dote.
Provate a guardare il video: dopo l'attentato Trump mostra a più riprese il pugno alla folla, ma è quasi sempre coperto dagli uomini della sicurezza. Il fotografo ha colto l'attimo in cui Trump si è stagliato sul mondo con posa da conquistatore, e la scorta è stata declassata al ruolo del debole argine che non può trattenere il suo impeto guerriero.
Trump ha vinto. Quella foto, con la sua spaventosa potenza evocativa, ci fa intravedere un ciclo di estrema destra delirante e paranoica al vertice dell'Occidente.
So bene che Biden è pur sempre capitalismo e imperialismo. Non mi dovete spiegare nulla. Ma Trump fa davvero paura, perché sembra pronto a fare cose che non possiamo nemmeno immaginare. Ci aspetta una dura lotta.
[L'Ideota]
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mancino · 8 days
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Toccami
non perché io possa sentirlo
sulla pelle.
Toccami
perché a toccarsi è la mente
e lei è la sola che
non conosce regole...
distanze e neppure mancanze.
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me-soltanto-me · 5 months
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Io non ti lascerei mai , neppure un minuto...
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orotrasparente · 6 months
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l’amore è bello, bellissimo, ma a me piace più guardarlo che viverlo, come fosse una meravigliosa opera d’arte, una di quelle che ti lascia senza fiato a pensare quanto ti piacerebbe saper fare una cosa del genere, ma io i pennelli non li so usare, non so neppure scolpire il marmo e figurati se so disegnare
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smokingago · 7 months
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Non ho smesso di pensarti,
vorrei tanto dirtelo
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,
che mi manchi,e che ti penso.
Ma non ti cerco. Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai. E mi manca saperlo.
Hai progetti? Hai sorriso oggi?
Cosai sognato? Esci? Dove vai?
Hai dei sogni? Hai mangiato?
Mi piacerebbe riuscire a cercarti.
Ma non ne ho la forza.
E neanche tu ne hai.
E allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci . E ricordami.
E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma ti vivo ogni giorno
che scrivo a te.
E ricordati che cercare e pensare
sono due cose diverse.
Io ti penso , ma non ti cerco.
Charles Bukowski
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angelap3 · 6 months
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Non la leggerà nessuno...è troppo lunga
Noi siamo nel nostro corpo e anche fuori. Non c’è nessuno che raccoglie il sudore con cui abbiamo aperto la portiera di una macchina in un pomeriggio estivo, non c’è nessuno che conserva lo sguardo con cui abbiamo guardato un cane in un’alba invernale. La nostra vita non ha un dio che la segue e neppure un dio che la precede. Si svolge in disordine, nel disordine delle altre creature. Da qualche parte c’è un albero che potrebbe rimproverarci di avergli staccato una foglia in un momento di distrazione. Non ricordiamo il nome di un vecchio che davanti a una fontana riempiva una bottiglia d’acqua. Non c’è un deposito per queste scene.
Ora ho il cuore come un pulcino e la punta si solleva, si apre, come se potessi nutrirlo di qualcosa. Posso solo scrivere, caro mio cuore, non posso darti altro a quest’ora. Sono le due di notte, non posso chiamare nessuno. Qui non ho neppure la connessione, non posso connettermi con qualche nottambulo in rete. Domani mattina, se vuoi, possiamo andare in un paese. Facciamo quello che abbiamo fatto sempre. Io guardo e tu se vuoi mi fai paura, mi fai credere che ti stai spaccando, lo hai fatto tante volte. La morte passa per il cuore. O forse sei tu caro mio cuore a passare per la morte e io ti seguo mentre fingo di fare la mia vita, io sto con te, cerco di proteggerti perché sei tu che mi fai camminare, sei tu che ti gonfi nell’amarezza e ti fai timido nella gioia. Ora io potrei dormire, lasciarti solo in questa stanza. Non so cosa fai di notte quando non ci sono, quando mi giro nel letto per finire un sogno. Io e te insieme non abbiamo risolto niente, non ci siamo dati nessuna felicità, l’abbiamo sempre evitata. Io e te quando stiamo con gli altri siamo a disagio, perché parliamo tra di noi e non con loro. Ora tu sei diventato una ripida salita e vorresti che io salissi fino in cima. A volte ti fai lago con un mulinello in mezzo. E mi ricordo di quando stavi appoggiato al centro di una ragnatela. In macchina, quando prendevo un fosso, temevo che potessi cadere, come se nel corpo ci fosse il vuoto, come se avessi solo te caro mio cuore nel mio corpo. Per farti spazio me ne sono uscito pure io dal mio corpo, non so quando è accaduto. E non ho lasciato entrare niente, è un cinema senza sedie il mio corpo, una chiesa senza banchi. Sei di nuovo deluso questa sera, lo so, tu ti fai sempre deludere. La realtà non è il tuo posto, non so se il tuo disagio dipende da come marcia il mondo, penso che sia per altro, e non lo sappiamo né tu né io cosa sia.
Ora mi fai male o sono io che ti faccio male. Io so che non sei un muscolo ma una bestia. Chi vede in me una bestia è perché sta vedendo te. Io quando scrivo cerco di farti vedere, mi piace esporti ma non ci riesco. Come si fa a dire quello che sento adesso sulla tua punta, un misto di amaro e debolezza, una crepa e un coltello, tu sei una voragine con me dentro. Ma ogni cuore ha un peso, ogni cuore si strofina a un muro, ogni cuore ha un buio alle sue spalle che nessuno illuminerà mai. I cuori sono come i paesi, non ce ne sono due uguali. Comunque dovremmo farcela ad arrivare fino a domani e può darsi anche che ci sia il sole. Lo so che il sole ti piace e ti fa stare tranquillo. Non saremo felici, stanne certo, ci sarà sempre qualcuno che proverà a incentivare la nostra pena, a sminuire la gioia appena accenna a prendere corpo. Non sono paranoico, credimi, è che forse io e te non stiamo bene insieme, sappiamo solo spiarci, siamo troppo gelosi uno dell’altro. Ora non so più che dirti, che dire. Non ti so dare una soluzione, un luogo, una vita che ci possa esaudire. Posso darti la mia impazienza come tu mi dai la tua. So che fino a quando moriremo sarà sempre così, non avremo pace. E va bene, lo abbiamo detto, lo abbiamo ripetuto, chi voleva saperlo lo ha saputo...
Franco Arminio (Lettera al mio cuore)
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libriaco · 2 months
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Bologna, agosto 1980
Le nostre vacanze di quell'estate 1980, in Austria, finirono troppo presto e per colpa mia.
Avevo parcheggiato il camper (in realtà, un vecchio furgone 238 Fiat riadattato dal propretario) in un silo piuttosto distante dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, mèta della nostra mattinata culturale. Il costo del parcheggio era diviso in fasce orarie e avevamo fatto i nostri conti sulla durata che avrebbe dovuto avere la visita per spendere il meno possibile. Il Museo risultò però incredibilmente interessante, Dürer, Bruegel, Bosch.... Il tempo passò troppo in fretta e quando ci accorgemmo di stare per entrare nell'orario in cui il balzello del parcheggio ci sarebbe costato un bel po' di scellini, uscimmo in fretta, più di corsa che a passo veloce; è vero che Orazio aveva inscenato una incredibile pantomima alla biglietteria del museo, mostrando il suo libretto universitario e cercando di far capire, un po' in inglese e un po' in pugliese, che, come studenti, dovevamo avere uno sconto, che poi ci fecero, ma avevamo veramente i soldi contati e il costo della vita in Austria era ben più alto che in Italia.
Arrivati appena in tempo al parcheggio, mi misi alla guida cercando di guadagnare l'uscita prima dello scadere dell'orario. Ahimè, così al coperto, e abituato a guidare una Mini, non avevo valutato l'altezza del furgone e, a una curva troppo stretta, feci impuntare il tettino in uno spigolo di cemento sporgente, producendo un gran di rumore e un notevole 'taglio' nella lamiera: accorsero subito un paio di sorveglianti per vedere che cosa fosse successo, passò una mezz'ora o più e ovviamente, all'uscita, fummo costretti a pagare per la salata fascia oraria in cui eravamo rientrati per quei minuti di ritardo.
La cosa più brutta era che il camper, Domenico, il terzo componente del gruppo, lo aveva avuto in prestito da suo cognato, con l'impegno di riportarlo a Firenze entro il 9 o 10 agosto, per consentire a lui e alla famigliola di andarsene in vacanza. Che cosa potevamo fare? Certo non raccontare l'accaduto, a rischio creare dei problemi familiari a Domenico; decidemmo allora, dopo una serie concitata di telefonate in Italia (non c'erano i cellulari!), di rientrare qualche giorno prima, per consentire a un mio amico carrozziere, che avevo rintracciato ancora nella sua officina, di porre rimedio al danno in maniera 'invisibile': avremmo usato i soldi risparmiati dall'accorciarsi della vacanza per pagare il lavoro.
Io fui immediatamente esonerato dalla guida in città ma poi mi alternai con Domenico durante il rientro; eravamo abbastanza abbattuti per l'incidente e per la brutta chiusura della vacanza, e decidemmo, per fare prima, di guidare anche di notte.
Orazio doveva andare a Pisa, con Domenico, per ripartire subito dopo verso la Puglia, dai suoi. Domenico doveva riportare il camper a Firenze, dopo aver accompagnato me nel mio paesello di mare e fatto aggiustare il danno alla carrozzeria del mio amico. Visto il rientro anticipato, Orazio decise di fermarsi qualche giorno da alcuni amici a Bologna, per poi andare da lì in Puglia; i bagagli li aveva con sé e non aveva motivo di ripassare da Pisa.
Il pomeriggio del primo di Agosto, arrivati a Bologna poco dopo le 16:30, parcheggiammo in prossimità della stazione per accompagnare Orazio a consultare gli orari dei treni e a fare la prenotazione e il biglietto per il suo rientro. La stazione, nonostante il periodo dell'anno, non era particolarmente affollata; girellammo un po' per il salone, mentre Orazio era in fila, poi lo accompagnammo col camper nella zona dove abitavano i suoi amici. Senza neppure scendere per salutare i suoi nuovi ospiti, riprendemmo la strada verso casa mia: volevamo arrivare dai miei sul fare della notte.
La cena, finalmente tra le mura familiari, fu veramente ristoratrice, così come gli abbondanti lavacri. La mattina dopo, sabato 2 agosto, Domenico ed io dormimmo fino a tardi; a tavola, all'ora di pranzo, saltata la prima colazione, eravamo famelici.
L'immancabile televisore rumoreggiava in sottofondo, ma non lo ascoltavamo, tutti presi a rispondere alle domande dei miei sulla nostra vacanza; a un certo momento però ci accorgemmo che alla TV parlavano di Bologna, della stazione e ci voltammo meccanicamente per vedere e sentire cosa dicevano. "Eravamo lì ieri pomeriggio...", feci alla mamma, con la bocca piena.
Il silenzio fu poi agghiacciante: capimmo cosa era successo. Un incidente? Un attentato? Decine di morti, centinaia di feriti... Muti, un raggrinzire della pelle... ci prese, stretti, quella commozione che ti fa luccicare gli occhi; e ci fu un pensiero non detto, negli sguardi tra me e Domenico: chissà, forse andando un po' più piano o non viaggiando di notte, saremmo potuti essere lì anche noi, a quell'ora.
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lunamarish · 6 months
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Dal momento che non ho mai deliberatamente tormentato nessuno, non è giusto che io tormenti neppure me stesso.
Marco Aurelio
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northernsoulblog · 8 months
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"Non ti amo più e non mi ami più ma io ti scrivo perché quando ci incontriamo io lo vedo come mi guardi e posso anche vedere come io guardo te, io Sofia non ti amo più ma tu resti l’amore della mia vita, esiste un solo amore della vita e noi lo abbiamo conosciuto, amato e poi abbiamo smesso di sentirne la mancanza ma tu resti l’amore della mia vita, è difficile farlo capire agli altri ma io mi smonto quando ti vedo, cambio occhi e cuore, ritorno vecchio, dura solo un attimo perché io, e neppure tu, possiamo più permetterci noi, però quell’attimo c’è sempre, come quando ti chiamo al telefono per sapere come stai, quell’attimo c’è sempre perché tu sei l’amore della mia vita, l’incoerenza, le lotte, le ostinazioni io con te e per te tutto questo lo potevo sopportare. Se devo descrivere l’amore io parlo di lei ma se mai mi chiedessero di qualcosa che va oltre l’amore io parlerei di te perché tu resisti nonostante io abbia smesso di amarti molto tempo fa."
Lettera a Sofia, Charles Bukowski
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ma-pi-ma · 6 months
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Gatto che giochi per strada
come se fosse il tuo letto
invidio la sorte che è tua
ché neppure sorte si chiama.
Buon servo di leggi fatali
che reggono i sassi e le genti
hai istinti generali
senti solo quel che vuoi sentire
felice perché sei come sei
il tuo nulla è tutto tuo
io mi vedo e non mi ho
mi conosco e non sono io.
Fernando Pessoa
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